BiCilento
1° giorno
Quasi non ci credevo che saremmo riusciti ad organizzarci, ed invece a pochi giorni dalla partenza prevista arriva l’sms che aspettavo, tutto confermato si parte! Il mio corpo è subito attraversato da un effervescenza, sono contento, la mia mente va subito all’ultimo viaggio in bici e incomincio ad immaginare quello che sarà. Da Napoli (poi partiremo da Pompei) al Cilento (io arriverò ad Acciaroli) in 5 giorni.
A Pompei arrivo in treno dopo un viaggio allucinante ma, appena sceso Andrea mi accoglie al binario, piccoli gesti che diventano cose eccezionali. Ricarichiamo le borracce fuori al santuario, mangiamo svariate banane offerte da Riccardo e si parte. Siamo in sei, la prima tappa è Maiori (Casa Palomba) e decidiamo di arrivarci per il Valico di Chiuzi. Sono 11 km di salita, l’inizio è durissimo ed i tornanti di Corbara ti mortificano. Diego bici da strada, bagaglio leggero e gamba ben messa va, mentre Francesco bestemmia perché nelle prime curve non gli entravano le marce più leggere. Il resto del gruppo arranca ma resiste, una sosta a metà circa per un po’ di potassio giallo e via fin su. Arriviamo stremati conquistiamo la fontanina e mangiamo frutta e crostata di fichi.
Finalmente la discesa: uno sballo! Ad aspettarci a Vecite (Maiori) c’è Armando lasciamo le bici e saliamo per il sentiero del gusto. Noccioline, fichi, more, carrube, limoni e poi arrivati a casa,pancetta,provolone, pasta, frittata e tanto vino. Bagno in peschiera con acqua sorgiva gelata immersi nello splendido scenario di montagne severe ma accoglienti, sulle quali si riflette un tramonto che crea una luce stupenda. Ci si muove poco l’attività si svolge pressoché vicino la tavola ed i muscoli più utilizzati sono quelli mascellari. Cala il sole arriva il buio ed anche la telefonata del resto del gruppo che ci aspetta sul lungomare di Maiori. Per digerire decidiamo di scendere tutti a recuperarli a guidarci c’è Armando, si va per il sentiero circa 20 minuti al buio pesto senza alcuna luce. E’ un esperienza bellissima, peccato che a pensarla cosi non lo siano anche due costole della nostra guida (http://cicloturistiondivaganti.wordpress.com/2011/08/28/tengh-doije-costol-fratturat/).
2° giorno
A svegliarci ci pensa Nunzio (il) Gallo sono le 6 a.m. circa, la nostra tenda è proprio sopra il pollaio, l’avevo considerato come eventualità, ma dormire protetto sotto il carrubo di Casa Palomba era un esperienza imperdibile. Oggi non si pedala, ognuno fa un po’ quello che gli pare. Restiamo qui, tra un bagno in peschiera, freselle con pomodori dell’orto di Bruno ed i lavori per la realizzazione delle più bella compostiera della costiera a doppia camera ed in pali di castagno. Intanto è in arrivo Rossana per una cena divina con tre primi: sartù di riso, pennette con zucchine ed erbe varie e spaghettata al pomodoro fresco per secondo salcicce alla brace. Il morale del gruppo è alto, siamo tutti coscienti che un’ accoglienza del genere è da brividi, siamo stati coccolati ed amati con questa ricarica si può partire alla grande.
3° giorno
Sveglia alle 6.30 a.m. oggi siamo in nove a pedalare la partenza è prevista per le 8 a.m. ma si partirà con un’oretta di ritardo. Alfonso tira il gruppo fino alla salita di Capo D’Orso poi comincia una discesa stupenda, la giornata è soleggiata ed il mare è calmo. Sosta a Vietri caffè, dolcetto e acqua pubblica, un po’ di manutenzione alle nostre bike e si riparte. Passiamo Salerno, proseguiamo un altro po’ ma fa caldissimo, ci fermiamo in un posticino dove mangiare siamo sulla litoranea più o meno a Pontecagnano, non è il massimo ma può andare. Birre, scopone e cucciolone. Le nostre bici sono ammassate una sull’altra al sole, mentre noi siamo di fronte al mare in acqua. Si riparte, c’è anche la pista ciclabile peccato che il contesto non sia altrettanto interessante, passiamo per Marina di Eboli lo scenario è quello del litorale Domitio, degrado, cemento che avanza, non si vede il mare e continua a fare caldo. Intanto Alfonso soccorre ciclisti e si improvvisa in riparazioni con attrezzi abbastanza impropri. Arriva Simone nostro amico che gestisce un bar a Capaccio, facciamo una ricarica energetica dolci e mandorle mentre una palla di fuoco pian piano scende ed illumina tutto di rosso.
Arriviamo a Paestum, stanotte si dormirà in pineta bellissimo neppure una zanzara. E’ buio l’operazione del montaggio dei teli sotto i quali dormire richiederà qualche sforzo in più ma alla fine riesce. Costruito l’accampamento, ora è necessario trovare una doccia i più intraprendenti ci riusciranno per gli altri se ne riparlerà il giorno dopo. Siamo in un posto stupendo mare,spiaggia,dune,pineta,cielo e stelle. Ritornare all’accampamento dopo qualche bicchiere di vino risulterà un po’ difficoltoso, ciò dimostra che il posto scelto da Andrea era veramente inespugnabile.
4° giorno
Risveglio alle 7 a.m. bagno in un mare piatto, Riccardo penerà un po’ ma poi riuscirà a fare la sua bella doccia gelata. Colazione con cornetti caldi e cappuccino e si parte, Paola, Diego e Francesco ritornano. La destinazione di oggi è Montecorice, studiamo le carte è decidiamo subito dopo Agropoli di tagliare per prendere una di quelle strade che di solito sulle carte è segnata come tutta aggrovigliata e lascia immaginare un po’ di tornarti. Decidiamo di passare per Perdifumo, dovrebbero esserci secondo i nostri calcoli circa 200 metri di dislivello. Quindi confortati anche dal salumiere dove prendiamo i panini decidiamo di proseguire. La prima salita è devastante, ad uno a uno tutti scendono dalle bici tranne quel maledetto di Riccardo che va dritto ed io che però la faccio tutta a zig zag. Else a cui mai nessuno a detto di no, si fa offrire una bottiglia d’acqua gelata. Riprendiamo a pedalare, saliamo per un altro po’ ma è 1 p.m, fa caldissimo e ci fermiamo. La strada è quasi deserta, Perdifumo si scorge in lontananza, quindi decidiamo di fermarci per un paio d’ore, c’è chi prova a riposare mentre riparte la seconda manchè di scopone, dove io e Roberto pecchiamo di scarsa lucidità. Ripartiamo alla spicciolata, si continua a salire, senza acqua unica salvezza gli alberi di fichi che non mancano.
Finalmente arriviamo: Perdifumo era a 450 m. s.l.m. troviamo una fontana stupenda d’acqua gelata. Sosta in piazza aperitivo con pane, melenzane e formaggio, poi gelato. Il gruppo è provato ma finalmente si scende c’è quasi il tramonto. La discesa non finisce più siamo tutti emozionati e contenti è bellissimo. Pedalare ti ripaga sempre, nessuno di noi si aspettava di trovarsi dinanzi a cotanta bellezza, all’orizzonte si vede il mare di punta Licosa, la strada scende tra colline verdi e gialle, con qualche campanile e gruppetti di case. Ci siamo solo noi, si sentono le nostre risate, le grida e i campanelli, mentre Roberto fotografa tutto e tutti. Arrivati a Montecorice il nostro angelo custode Salvatore ci ospita in una casa tutta per noi. Doccia calda, cena e stelle.
5° giorno
Oggi si riparte finisce il nostro viaggetto, chi ritorna a Napoli, chi rimane in zona. I primi a muoverci siamo io e Riccardo. In una mezz’oretta sono ad Acciaroli è li la mia meta di oggi ad attendermi Marika e la mia figlioletta Diana riabbracciarle è una gioia infinita. Sono felice, viaggiare in bicicletta è veramente un esperienza unica, sviluppi una sensibilità nell’osservare quello che ti circonda che ti riempie. Sembra quasi di essere avvolti in una nuvola magica, attrai amore, ammirazione. Lo si vede negli occhi delle persone che ci hanno incontrato, salutato, incoraggiato. C’è una dimensione individuale quella tua e della tua bici, i piedi sui pedali ed il gioco nel dosare le energie e poi quella del gruppo un corpo unico che ti porta e ti da sicurezza. L’acqua è fonte di vita, le fontanine dei luoghi sacri. Dopo un po’ quanto ti capita di trovare il tuo ritmo diventi tutt’uno con la bicicletta e lei diventa parte di te. Sei attraversato da un solletico che ti parte dalla punta dei piedi ed arriva alla testa,e poi passa per le braccia ed infine alle mani. Sudi con gusto. Ti senti leggero ed in discesa ti sembra quasi di volare. Si sogna ad occhi aperti.