Bici-vacanza in Corsica

Primo Giorno - Venerdi 6 Agosto 2004 Torino - Nizza-Bastia Km percorsi 12 circa Siamo in due: Concetta e Fabrizio e finalmente è ora, si parte!! Dopo che gli ultimi giorni, faticosissimi, di lavoro se ne sono andati, tra saluti di rito e anatemi di chi ancora restava, è iniziata questa nuova avventura, dimostratasi tale sin dalle prime...
Scritto da: Puppy
bici-vacanza in corsica
Partenza il: 06/08/2004
Ritorno il: 21/08/2004
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Primo Giorno – Venerdi 6 Agosto 2004 Torino – Nizza-Bastia Km percorsi 12 circa Siamo in due: Concetta e Fabrizio e finalmente è ora, si parte!! Dopo che gli ultimi giorni, faticosissimi, di lavoro se ne sono andati, tra saluti di rito e anatemi di chi ancora restava, è iniziata questa nuova avventura, dimostratasi tale sin dalle prime battute con l’ormai solito viaggio-calvario in treno. Si parte con un treno da Torino Porta Nuova, si cambia a Ventimiglia e ci si trasferisce, “ferri” e bagagli su un altro treno: direzione Nizza. È da qui che ci imbarcheremo per Bastia, verso le 14, per un viaggio di circa 5 ore 5! È l’imbrunire e la vista delle prime luci dell’isola sembra avere lo stesso effetto che devono aver fatto le sirene ad Enea, perchè tutti i passeggeri si sono spostati a babordo, guidati da qualcosa di magico e misterioso, quasi mistico, ecco mistico! come una visione collettiva di qualcosa di soprannaturale, in grado di attirare l’attenzione di qualche centinaio di persone, annoiate dalla monotonia della traversata…La terraferma!! Giunti al porto, le operazioni di attracco e scarico fanno scomparire in una nuvola tutta la magia e, complice il calar delle tenebre, decidiamo di non fermarci e dopo aver dato una rapida occhiata alla mappa, inforchiamo i nostri cancelli e con le gambe ancora indurite dall’ozio, dirigiamo a testa bassa verso sud, percorrendo una strada extraurbana assolutamente pericolosa anche se, come spesso avremo modo di constatare nei giorni a venire, purtroppo l’unica disponibile…Da Bastia era comunque questo il campeggio più vicino (che si trova, per dovere di cronaca, a circa 12 Km).

Secondo giorno Sabato 7/8/04 Bastia – Ile Rousse km percorsi 80 e passa circa Il primo giorno si è rivelato subito più duro del previsto, un po’ per la distanza del campeggio dal resto del mondo ed un po’ per l’orario non proprio adatto alla sistemazione della tenda…Ma da oggi si inizia a fare sul serio, e cominciamo subito la prima delle lunghe pedalate che ci aspettano in questa vacanza. Si comincia naturalmente a salire la vetta del Col de Teghime che affrontiamo con grinta, considerando che è solo il primo giorno e siamo comunque riposati. In cima ci aspetta una vista spettacolare: da una parte si vede Bastia e dall’altra si vede il golfo di S. Florent … Mare a destra e a sinistra. Subito dopo le foto di rito e dopo aver ripreso fiato affrontiamo la lunga discesa verso S. Florent dove facciamo pausa pranzo. E ancora ritorniamo a pedalare per affrontare il deserto des Agriates: da qui il mare si vede lontano e dobbiamo ringraziare le nuvole di passaggio che ci regalano un po’ d’ombra consentendoci di continuare senza troppo soffrire il caldo. Occhio a portarvi molta acqua perché qui la fanno pagare davvero cara: 2.50 € un bicchiere!!!!! Superato il deserto ci inseriamo in una strada molto trafficata, e ci illudiamo di essere quasi arrivati, mentre invece dobbiamo faticare ancora un bel po’. Finalmente arriviamo e montata la tenda si va a cenare in pieno centro.

Terzo giorno Domenica 8/8/04 Ile Rousse – Argentella – Galéria km percorsi 67 Percorso molto panoramico, ricco di saliscendi… molto ricco! Oggi abbiamo incontrato ben quattro coppie di cicloturisti, alcuni molto più carichi di noi (moka, chitarra, piumini, ecc.). Bella la lunga discesa verso Calvì. Spiagge incontrate: Argentella con sassi scuri e poco affollata, Galeria più piccola e relativamente più affollata, ma con un bel mare. Il campeggio Ideal Camping è molto squallido e lo sconsigliamo poiché non ha le docce illuminate…Se volete utilizzarle dopo le 6 del pomeriggio, dotatevi di torcia elettrica!!! Scherzi a parte Galèria è una località piuttosto fuori mano, un vero e proprio paesino tipico corso, con le sue casette trasandate, un solo negozio che vende di tutto, dalla baguette alle cartoline, ed i tipici locali in cui è possibile gustare alcune specialità culinarie dell’isola; da non perdere, a proposito, è il piatto con formaggio di capra e marmellata di fichi e noci…Provare per credere!! Quarto giorno Lunedì 9/8/04 Galéria – Porto Km percorsi 54.5 La tappa odierna prevedeva un kilometraggio non da primato, alla fine il contaKm segnerà 54.5 Km percorsi in 4 ore, ma una salita impegnativa di una dozzina di Km di sviluppo per un dislivello di quasi 500 mt ed una serie di strappetti sul finale sono serviti a rendere questa tappa divertente e molto movimentata.

Per contro, il periodo scelto non è stato dei più indovinati poiché il traffico di turisti è notevole e le strade percorse fin qui si sono rivelate, oltre che strettissime e molto tortuose, anche con un fondo molto insidioso che costringe ad una guida prudente soprattutto in discesa e soprattutto nel tratto compreso tra il Col de Palmarella ed il Col de la Croix. Da quest’ultimo colle il manto stradale è perfetto, d’incanto sparisce l’odiato brecciolino, la carreggiata si allarga ed il panorama toglie il fiato. L’idillio dura fino a Partinellu, dove non si può non approfittare della fontana del paese (la seconda da Calvì!!!), fresca e rigenerante soprattutto se all’ombra e il termometro supera abbondantemente i 30°C. Più delle rarissime fontane, a rigenerare i ciclisti fuori allenamento come noi, c’è il tifo dei turisti che si incrociano lungo il cammino, siano essi ciclisti o automobilisti. Lungo la discesa del Col de Palmarella, la velocità di percorrenza è limitata anche dalle molte mucche al pascolo che camminano beate lungo la già stretta carreggiata, formando insolite code di auto che non possono far altro che aspettare che la bestiola si decida a liberare la sede stradale (mare di Porto –1000!!!).

Quinto giorno Martedi 10/8/04 Porto – Tiuccia Km 57.7 – Media 14.1 – Tempo 03.57.00 La partenza da Porto è già un buon test per saggiare la gamba, poiché, come al solito, la salita inizia appena fuori del campeggio e non termina se non si arriva alla vetta del Col de Piana (mt 490). Lungo questa strada immersa in una foresta lussureggiante di abeti, pini marittimi e macchia mediterranea che consente di godere di una ascesa ombrosa, l’unica in tutta la Corsica, si oltrepassa un tornante dietro l’altro ed improvvisamente si viene catapultati in un mondo di guglie, picchi rocciosi e canyon a strapiombo sul mare di una varietà di rossi incredibile e coperti a tratti da fitta macchia mediterranea. Oltrepassata la zona delle Calanches si giunge a Piana da dove, dopo una pausa ristoro, la strada riprende immediatamente a risalire. Superato il Col de Piana, però, inizia una discesa interminabile ma decisamente ampia e dotata di un buon manto stradale che ha un unico neo nella totale assenza di qualsiasi forma di parapetto che perdoni un eventuale “dritto” causato dalle elevate velocità che, malgrado il forte vento, si possono raggiungere senza difficoltà. Da non perdere la fontanella d’acqua sorgiva, freschissima anche ad Agosto, situata a circa metà discesa. Al fondo della valle ci si può ristorare alla spiaggia di Chiuni oppure, come abbiamo deciso di fare noi, si può proseguire, in salita come sempre, fino a Cargese, paesino a picco sul mare molto caratteristico e frequentatissimo. Cargese si abbandona in discesa, ma la prossima salita non tarda a presentarsi, e conduce a un bel punto panoramico dal quale si domina un buon tratto di costa. D’ora in avanti la fatica è mitigata dalla costante presenza del mare a bordo strada, anche ciclisti non in forma come noi possono godersi una meritata sosta-bagno senza sobbarcarsi altri km di strade. La prima sosta è alla spiaggia de Monachi, molto bella e non molto affollata. L’orario è quello che tutti i TG estivi sconsigliano per recarsi in spiaggia, ma la tentazione è troppo forte e l’acqua, limpida e pulita, ci attrae: ci tuffiamo ed il refrigerio regala una sensazione di assoluto relax. Il guaio è che tra il nostro bagaglio non figura un ombrellone e di nubi all’orizzonte, questa volta, neanche l’ombra!! Non ci resta che improvvisare una “capanna” utilizzando le bici ed i materassini per la notte: un po’ rustico ma funzionale. Dell’ombra approfitta anche un simpatico grillo che decide di riposarsi sulla ruota di una nostra bici. Intorno alle 17 decidiamo che non fa più molto caldo e riprendiamo il nostro viaggio poiché, per arrivare a Tiuccia, c’è ancora un po’ di strada da fare; a proposito del caldo ci siamo sbagliati di grosso poiché il sole ancora scotta. Tuttavia la decisione di continuare si è rivelata ottima in quanto ci ha permesso di fare la conoscenza di altri 2 “randonneurs” italiani, Elena e Fabrizio, ancora più sbandati di noi coi quali abbiamo condiviso un bagno in una caletta ricca di pesci e con un mare ancora più incredibile. Proprio qui abbiamo potuto osservare uno splendido esemplare di polpo, una vera emozione!!!! Il tempo vola, è già ora di rinforcare la bici e raggiungere Tiuccia, che ormai è tanto vicina quanto irraggiungibile, tant’è che ci arriviamo solo verso le 20.00 quando il sole ancora non era tramontato completamente ma la stanchezza già si fa sentire. Fortuna vuole che fino al campeggio non si incontreranno più salite!!!! Sesto giorno Mercoledì 11/8/04 Tiuccia: Campeggio – Spiaggia e ritorno Km percorsi: trascurabili Oggi abbiamo deciso di dedicare un po’ di tempo a questo mare eccezionale che ci accompagna, quasi costantemente, a volte più da lontano altre dal bordo della strada, dall’inizio della vacanza. Così l’unico carico delle nostre bike è rappresentato da pinne e maschere … Già, questo è lo scopo vero della vacanza: LO SNORKELING!!!! E’ proprio vero che quando ci si diverte il tempo vola, così lasciata la spiaggia, ci resta il tempo per una “lavatrice”, fatta utilizzando il badedas shampo-doccia, ed è già ora di cena. Cibo a parte la nostra preoccupazione è rivolta al cielo, anche stanotte coperto di nuvolosi neri che non ci consentono di ammirare il cielo stellato … Dopo la cenetta al lume di candela composta da piatti tipici corsi, ad un prezzo altrettanto corso, non resta altro che caricare la sveglia, sono già le 23 e domani si torna in sella.

Settimo giorno Giovedì 12/8/04 Tiuccia – Ruppione Km percorsi: 54,700 – Media: 16 Km/h – max velocità 45 km/h! Oggi è stato un grande giorno, il nostro conta Km ha segnato e superato quota Km 300 percorsi dallo sbarco a Bastia!! Come sempre, appena usciti dal nostro campeggio è cominciata la salita, che ci ha portato da prima a Calcatoggia e poi al colle di San Bastiano (quota 400 metri circa) dal quale si comincia una lunga planata verso Ajaccio. Le strade da seguire sono 2, la “comoda”, ma molto trafficata D81, oppure una strada secondaria che, con alcuni sali scendi, attraversa caratteristici paesini. Naturalmente abbiamo optato per la prima ipotesi ma, questa scelta si è rivelata un errore poiché il prezzo della comodità si paga in termini di pericolosità della tratta e scarsa bellezza paesaggistica. Non contribuisce certo al miglioramento della situazione l’arrivo in periferia ad Ajaccio…Non si vede l’ora di andarsene!! La città riserverebbe parecchie attrattive da vedere ma il tempo è tiranno e per noi, appena arrivati, c’è giusto il tempo per una pausa all’ombra ed è già ora di riprendere a mulinare le gambe sul lungomare che ci riserva una ottima pista ciclabile che, purtroppo, termina appena fuori città per trasformarsi in una sorta di superstrada a 2 corsie per senso di marcia. Siamo costretti a viaggiare sul tratto di strada posto oltre la linea di delimitazione della carreggiata che, per nostra fortuna è piuttosto larga e cementata; è decisamente sconsigliabile ma non ci risultano altre strade fattibili. Giunti in prossimità dell’aeroporto di Ajaccio la strada torna “normale” nel senso corso del termine e, per nostra fortuna, il traffico diviene meno intenso. Come spesso è capitato nei giorni passati, anche oggi abbiamo pedalato all’ora di pranzo lungo l’assolatissimo lungo mare della Plage d’Agosta; senza batter ciglio abbiamo deciso di pigiare sui pedali tanto da lasciarci alle spalle anche le splendide località di Porticcio e Isolella per giungere fino a Ruppione, punto di arrivo della tappa odierna. Ottavo giorno venerdì 13/8/04 Ruppione – Verghia – Propriano Km percorsi: 54 – Media: 12.5 Km/h La tappa odierna, sulla carta, non doveva presentare erte particolarmente impegnative, i dislivelli altimetrici erano quanto meno abbordabili, soprattutto rispetto al Colle de Teghime ed a questo nemmeno paragonabili quanto a chilometraggio in salita, eppure … Proprio oggi i nostri muscoli, già affaticati, ed il nostro cuore sono stati messi a dura prova. Prova che ha un nome, Colle de Cutonu, ed un cognome, la distanza in salita, appena 2 Km. Tuttavia a fare la differenza è la pendenza media di questo tratto di strada che parte dal bivio per Portiglielo e conduce a punta Castagna per terminare alla frazione Cutonu. Si parlava di pendenza, ma non avendo dati sufficientemente precisi per effettuare un calcolo trigonometrico, cercherò di sintetizzare il concetto in poche parole: le auto salgono in prima marcia ed in bici ci si trova in situazioni al limite del cappottamento!!!!! Il guaio vero è che quello era solo un antipasto, poichè fino a Serra di Ferro, passando per Acqua Doria, Marmontaja e Sarconaccio, tutte le salite presentano queste caratteristiche: strappi brevi ma pendenze da rampichino. Una pausa a questo inferno per le gambe meno allenate, che ha messo alla frusta anche la tenuta psicologica della mia compagna di viaggio, si ha tra Serra di Ferro e Abbartello, dopodichè si ritorna a ballare il “valzer Corso” fatto di continui sali-scendi ed anse. Giunti a Propriano abbiamo ancora il tempo per visitare questo grosso paese abbarbicato su una collinetta che scende fino al mare e domina l’ampio e suggestivo golfo del Valinco.

Per la serie non si è mai allenati a sufficienza, a Propriano il campeggio prescelto presenta una caratteristica davvero originale, le tende sono poste arroccate sul fianco di una collinetta e si raggiungono grazie ad una stradina bianca decisamente in salita…Fantastico!!!! Da un punto di vista pratico la sufficienza resta lontana ma quanto a tranquillità non c’è assolutamente paragone! A Propriano anche il supermercato più grande, appartenente ad una famosa catena (almeno in Corsica), è situato sulla vetta della collina sulla quale sorge la cittadina di Propriano. E’ una salita che dura poco più di 1 Km da quando si percorre la rotatoria sul lungo mare fino ad arrivare a quella davanti all’ingresso, ma nelle due curve centrali la pendenza risulta quasi proibitiva!!!! Per fortuna la bici è scarica, ma la mente già pensa a quando domani la dovremo riaffrontare a pieno carico…

Nono giorno sabato 14/8/04 Propriano – Bonifacio (fraz. Santa Manza) Km percorsi: + 71; Media: 14.9 Km/h; velocità massima 60,3 Km/h La tappa di oggi non è particolarmente interessante, dal punto di vista paesaggistico gli unici scorci meritevoli di sosta si trovano nel finale di tappa: il primo è la vista su cala Roccapina con il suo famoso Leone di roccia, l’altro è la spiaggia “caraibica” di Mucchiju Biancu, oasi naturalistica, che presenta una sabbia fine quanto il borotalco di un bianco abbagliante… Peccato che quando ci siamo arrivati noi il vento soffiava a “1000” nodi ed era veramente impossibile restare … ma andiamo con ordine. Usciti da Propriano in direzione Sartene, siamo giunti all’abitato suddetto, dopo la solita salita di soliti 3 Km, verso le 10.30 del mattino. Subito, dal basso, la nuova Sartene ci è apparsa come uno scempio a quello che doveva essere il vecchio paese, fatto di vicoli e case basse di granito. Oggi invece, ci sono palazzi enormi e un traffico assurdo persino nel centro storico; proprio qui scopriamo un mercatino di prodotti tipici e decidiamo, parcheggiate le bici, di farci un giro. Tra salumi e formaggi corsi optiamo, data l’ora ed i km che ancora ci aspettano, per 2 dolci tipici alla ricotta … quando si dice uno spuntino leggero. Lasciata Sartene con i suoi vicoli caotici in direzione del cimitero, ottimo punto panoramico su tutta la valle, si giunge in breve tempo (perché tutta discesa fin qui) al bivio per il borgo rivierasco di Tizzano; questo meriterebbe una visita, ma i 30 Km che ci separano e l’unico campeggio completo ci invogliano a proseguire. D’ora in avanti si percorre un tratto di “tranquilli” sali scendi fino al ponte sul fiume Ortolo, lasciato il quale si attacca la salita di Roccapina in vetta alla quale ci si aprirà un panorama mozzafiato.

Dopo lo scollino di Roccapina lo sguardo viene rapito dal panorama del mare che si insinua tra calette e spiagge e le soste, approfittando del fatto che sia in discesa, diventano frequenti. Alla fine della tappa non mancano che poche decine di km che a noi paiono interminabili così, per esorcizzare la fatica, abbiamo deciso di affibbiare a questo tratto di strada un soprannome “Montagne russe”; in effetti più che da altre parti, questa tratta risulta “tormentata” da salite più o meno corte, tutte piuttosto ripide e seguite da discese vertiginose al limite dei 60 Km/h. L’arrivo a Bonifacio è un po’ deludente perché ci si arriva senza quasi accorgersene, se non per il cartello stradale … Data la zona collinare alle spalle ci aspettavamo di poter dominare la città dall’alto, invece in poche pedalate si arriva al porto e la città vecchia ti domina dall’alto.

Dalla zona del porto fino a Santa Manza il traffico è immenso, al punto che ci possiamo permettere di sfilare le auto incolonnate sotto il sole, ma la salita non tarda ad arrivare e si fa sentire, soprattutto sulle gambe della mia compagna di viaggio, complice anche un intenso vento contrario che riduce drasticamente la media e ci costringe all’uso del rampichino. Finalmente giungiamo al campeggio, l’ottimo Pian del fosso, un 3 stelle ottimamente gestito con spazio a volontà, anche se non è proprio, come si dice da queste parti, “pieds dans l’eau” (la spiaggia + vicina è a circa 2 Km in discesa se si va al mare ed in salita buissima al ritorno). Noi utilizzeremo il campeggio come campo base per le escursioni dei prossimi giorni verso nord (Palombaggia e Santa Giulia) e a sud (Calalonga). Per cominciare però un giorno di meritato riposo alla spiaggia sul golfo di Santa Manza dove si trova un ottimo hotel ristorante … ma questa è un’altra storia.

Decimo giorno domenica 15/8/04 Santa Manza Oggi non si può parlare di chilometri percorsi, media, dislivelli e quant’altro poiché si è optato per un giorno di tutto riposo e totale relax sulla spiaggia di Santa Manza, una delle tante che puntellano il golfo omonimo (una tipica giornata da vecchini in vacanza, come la definisco io, fatta di pochissimi km, tantissimo sole e molte ore passate a migliorare la propria abbronzatura, che nel mio caso è ancora palesemente ed orgogliosamente quella del “ciclista”).

Usciti dal campeggio eravamo pieni di buone intenzioni, si torna per pranzo e si fanno operazioni di lavaggio biancheria, manutenzione bici … tutte andate in fumo non appena si è toccata la spiaggia (Quest’ultima, in tutta onestà non era nulla di eccezionale, peccato perché il golfo è paesaggisticamente bello) che ci ha trattenuto sino a tarda sera quando i morsi della fame cominciavano a farsi sentire. Provvidenziale a questo punto è stato l’Hotel-ristorante, che merita davvero una citazione almeno per 3 motivi: 1) innanzitutto per l’ospitalità del proprietario che ci ha accolto con simpatia (ed è raro usare questo termine in Corsica), pur avendo le bici e la salsedine sulla pelle, in un locale che, per quanto all’aperto della terrazza vista mare, resta comunque piuttosto chic; 2) in seconda battuta, ma non per questo meno importante, l’ottima scelta di cibi e le quantità decisamente più abbondanti rispetto ai ristoranti che si meritano l’appellativo di chic; 3) terzo motivo, che secondo noi da una idea generale dell’ambiente, è l’estrema pulizia della toilette (come si dice qui), il che gioca decisamente a favore.

Condito il tutto con un Labrador che furtivo e con lo sguardo più tenero del mondo, si aggira quieto tra i tavoli ed anche voi resterete stregati da questo luogo. Ciliegina finale, il proprietario parla un ottimo italiano ed è un appassionato di corsa a piedi.

Date le intenzioni iniziali siamo usciti la mattina senza montare le luci sulle bici, ma questo si è rivelato un errore madornale poiché le strade dipartimentali corse, oltre ad essere assolutamente sprovviste di qualche forma di illuminazione pubblica, non sono dotate nemmeno di segnaletica orizzontale; se a tutto ciò si aggiunge la tipica asfaltatura da cantiere si può immaginare cosa significhi rientrare al campeggio dopo il tramonto: è proprio vero che la Corsica ogni giorno ti riserva un’emozione!! Una notturna coi fiocchi, l’importante è non avere fretta perché il buio di queste lande semidisabitate è veramente pesto!!! Undicesimo giorno lunedi 16/8/04 Santa Manza – Palombaggia – Santa Giulia – Santa Manza Oggi la sveglia è suonata all’alba, ma noi, pur immaginando che il sole e il caldo non ci avrebbero dato tregua neanche oggi, l’abbiamo orgogliosamente ignorata … Cosicché la partenza è avvenuta intorno alle 9 dopo la tipica colazione del ciclista “corso” fatta di marmellata di castagne, che qui è venduta in tubetti che ricordano la nostra pasta d’acciughe, pane e latte. La direzione di marcia di oggi è Porto Vecchio, alla scoperta delle spiagge di Palombaggia e Santa Giulia. Innanzitutto, occorre dire che si percorre per quasi l’intero tragitto una strada nazionale che non attraversa nessun centro abitato perciò prestare attenzione al forte traffico “da corsa” è un obbligo assoluto (e forse svegliarsi all’alba sarebbe stata cosa buona e giusta …). Questa strada si è rivelata essere un po’ noiosa e monotona, per il paesaggio sempre uguale e per i soliti sali-scendi che terminano soltanto ad una rotonda all’ingresso di Porto Vecchio, dove si noterà un evidente segnale per Palombaggia. Da qui infatti ha inizio un’ascesa che conduce alla sommità di una collina, per poi piombare direttamente in spiaggia. A proposito di quest’ultima occorre sottolineare che la facilità di accesso la rende piuttosto popolosa di famigliole di vacanzieri, ma che tutto sommato presenta una spiaggia di sabbia fine decisamente pulita. La consiglio soprattutto a quelli che, come il sottoscritto, si fanno beffe dell’abbronzatura del “ciclista” e prediligono l’ombra ai 35 °C dell’assolata battigia. Inoltre se vi diverte scoprire anche gli angoli più nascosti dei luoghi che visitate, consiglio di infilare i sandali ed arrivare oltre il piccolo promontorio ombroso che delimita la spiaggia a sud, il panorama vi ripagherà ampiamente delle energie spese. Se, dopo qualche ora di mare e sole la vostra pressione non è ancora ai livelli di un pneumatico, allora sarete in grado di inforcare la vostra amata, risalire la collina fino al bivio che si trova al GPM, per poi ridiscendere in direzione Santa Giulia. Questa spiaggia ha un aspetto caratteristico poiché è stretta fra il mare e una grande area paludosa; ciò fa si che per i bagnanti lo spazio sia ridotto, ma occupato in ogni cm2 da una selva di asciugamani, impianti balneari, barrini: una sorta di rimini e riccione ma senza l’entroterra che qui è costituito da una collinetta che ha subito col passare degli anni il fenomeno di cementificazione selvaggia. Ovviamente il caos regna sovrano e si ha la sensazione che tutto sia più disordinato e compresso, forse a causa dello spazio ristretto. Se cercate del movimento questo è senz’altro il posto che fa per voi. Non scordate che per ritornare indietro occorrerà risuperare la collina e ripercorrere la strada nazionale fatta all’andata, cosa assolutamente sconsigliabile da fare dopo il tramonto a causa della totale assenza di illuminazione stradale.

Dodicesimo giorno martedi 17/8/04 Santa Manza Anche oggi giornata dedicata al relax sulla spiaggia, questa volta è quella di Cala Longa, allo snorkeling e alla tintarella. Questa spiaggia è facilmente raggiungibile da santa manza ed è formata da sassolini e conchiglie finemente tritati e da calette piccoline e tranquille che si susseguono trasformandosi pian piano in veri e propri scogli.

Essendo una riserva naturale è possibile nuotare fra banchi di pesci multicolori e di diverse forme.

Tredicesimo giorno mercoledi 18/8/04 Bonifacio La nostra vacanza giunge al termine come testimonia l’abbandono del campeggio di pian del fosso, che in più occasioni si rivelerà il migliore tra tutti quelli visti in corsica; la nostra direzione è bonifacio city per così dire. Il nuovo campeggio (l’araguina) infatti, si trova a poche centinaia di metri dal porto di bonifacio e questo lo rende ottimo dal punto di vista logistico, poiché il cuore della città risulta raggiungibile anche a piedi. Purtroppo questo si rivelato essere insieme al costo non elevato l’unico aspetto positivo. Appena sistemata la tenda e legate le bici ci dirigiamo a piedi verso il centro, come al solito è quasi mezzo giorno ed il caldo in questa giornata di sole e cielo terso si fa immediatamente sentire non appena si esce dall’ombra fornita dagli edifici. La parte vecchia di Bonifacio si raggiunge sia a piedi che in auto sfidando un traffico caotico e parcheggi assolati; inutile dire che in entrambi i casi occorre arrampicarsi, è proprio il caso di dirlo, in cima alla falesia sulla quale, a partire dall‘828 d.C., il Conte Bonifacio di Toscana ha cominciato a far costruire la città. Questa si presenta, dopo aver raggiunto ed oltrepassato la “Porta di Gens” che presenta un caratteristico ponte levatoio automatico, con un agglomerato di piccole case del colore della roccia su cui sono costruite: l’effetto visivo è di quello da levare il fiato. In ogni via ci sono locali e negozietti, scorci di cielo e chiesette medievali, spunti architettonici e targhe che ricordano il passaggio di due imperatori del calibro di Napoleone Bonaparte e Carlo V. E’ una gita che ci sentiamo di consigliare caldamente a chiunque si trovi a passare da queste parti poiché di certo non resterà deluso.

Quattordicesimo giorno giovedi 19/8/04 Bonifacio – Lavezzi – Bonifacio E’ il nostro penultimo giorno di permanenza su quest’isola che ci ha regalato un mix indimenticabile di fatica ed emozioni, quindi abbiamo deciso di sfruttarlo sin dal mattino effettuando una gita di un giorno, ancora una volta senza le nostre bici, a bordo di uno dei tanti battelli che consentono di visitare l’arcipelago di Lavezzi. Una delle due isole principali che costituiscono l’arcipelago, Lavezzi appunto, è divenuta riserva naturale nel 1981, è disabitata e le uniche costruzioni presenti sono un piccolo cimitero ed un faro a ricordo della nave francese colata a picco nel 1855 proprio in queste acque. L’isola di Lavezzi non è molto estesa ma frequentatissima sia da turisti come noi sia da turisti yacht-muniti. Ciò fa si che la quantità di persone presenti, soprattutto col passare delle ore, diventi imponente. Dal nostro punto di vista una regolamentazione più severa soprattutto per l’attracco delle barche a motore andrebbe consigliata per evitare pericolosi slalom fra gli snorkelisti…L’acqua cristallina e freddina è ricca di molte specie di pesci tanto che pare di nuotare in un vero e proprio acquario (se non si è stati ancora sul Mar Rosso!!). E’ d’obbligo un giro per l’isola alla scoperta delle altre calette e delle formazioni rocciose che assumono forme curiose.

La nostra gita continua con il ritorno in barca che ci regala una vista spettacolare di Bonifacio vista dal mare e soprattutto la visita alla grotta di sdragonato, dove l’acqua è cristallina e la natura ha deciso di operare uno dei suoi capolavori, aprendo nella volta della grotta stessa una cavità che ricorda il profilo della Corsica. Ormai sono le 17 e la nostra barca carica di turisti stanchi ma soddisfatta sta per rientrare in porto e sfila, timida e lenta, tra gli splendidi yacht ancorati nel porto turistico di Bonifacio. Il sole è ancora alto e caldo nel cielo così decidiamo di approfittarne e ci lasciamo trascinare dalla corrente umana in una passeggiata lungo il molo, ottimo sistema per rilassarsi e scegliere il ristorante in cui cenare la sera.

Quindicesimo giorno venerdi 20/8/04 Bonifacio Per il nostro ultimo giorno di permanenza su quest’isola magica ed incantatrice, quanto aspra e mai doma, abbiamo individuato una spiaggia raggiungibile facilmente con la nostra bici. La nostra prima scelta, rivelatasi particolarmente infelice, è stata “la spiaggia” del faro di capo pertusato. Innanzitutto va detto che come sempre occorre superare una salita ripida che però regala emozioni e scorci di panorama sulla città di Bonifacio da togliere il respiro. Dalla vetta lo sguardo spazia a 360° e per raggiungere il faro è sufficiente “navigare” a vista. Prima che la strada termini occorre abbandonare la bici e proseguire a piedi lungo un ripido e tortuoso sentiero che conduce a un vecchio edificio militare che domina una scogliera che di spiaggia ha poco e nulla ma soprattutto è battuta da forti venti e onde piuttosto violente. Compresa l’antifona, abbiamo fatto dietro front e una volta raggiunte le nostre bici ci siamo rimessi in marcia verso la spiaggia di Piantarella che da subito non ci è parsa all’altezza delle nostre aspettative essendo una sottile striscia di sabbia chiusa da uno stagno e il mare. In realtà però abbiamo presto capito che questa è in realtà solo un luogo di transito per raggiungere forzatamente a piedi a meno di non volersi sorbire una buona mezz’ora di bici in spalla, due altre spiagge celeberrime della Corsica: piccolo e grande sperone. Queste si sono rivelate decisamente frequentate ma assolutamente da non perdere sia per il mare cristallino (e gelato) che per la sabbia bianca e finissima. Da Piantarella il primo sperone si raggiunge seguendo la costa e salendo in fondo alla spiaggia su una collina che si innalza oltre un recinto di filo spinato abbattuto in più punti. Sulla cima ci si potrà aggirare tra i resti semisepolti di un’antica villa romana. Grande sperone invece si raggiunge in altri 5 minuti di “passeggiata” attraverso alcune delle “buche” del campo da golf che sovrasta la collina morenica che precipita in mare. La vista di tutto questo verde in un paesaggio arido e roccioso ha un benefico effetto rigenerante. Sedicesimo giorno sabato 21/8/04 Bonifacio – Olbia Km 50 circa È l’ultimo giorno e, come sempre accade quando a finire è qualcosa di bello, resta un po’ di amarezza che questa volta però è mista ad una soddisfazione enorme, innanzitutto per la consapevolezza della fatica e poi perché ripensando ai giorni trascorsi in questo angolo di mondo così aspro e a tratti selvaggio, siamo sicuri che in un angolo del nostro cuore ci sarà sempre un posto riservato a questa vacanza ed alla Corsica. Non ci resta che approfittare delle nostre ultime ore, prima di rientrare in continente, per visitare la bella cittadina di Olbia dove, in serata, ci imbarcheremo per fare rientro a Genova la mattina successiva e poi in treno si ritornerà a Torino.

NOTE FINALI Come in tutte le vacanze che si rispettino anche questa ha alcuni apetti negativi…

· Le continue e inesauribili salite che mai riesci ad evitare!!!! · I costi elevati per cibo e bevande · Il carattere dei corsi che non sempre è risultato empatico (ad eccenzione del proprietario dell’hotel-ristorante di Santa Manza) · Mancanza di pulizia in zone denominate “riserva naturale” (leggasi isola Lavezzi) …Ma anche altri positivi · Mare fantastico con tanti pesci da vedere · Paesaggi mozzafiato · Natura fantastica e spesso incontaminata · Cibo di grande qualità (per i più golosi da non perdere assolutamente: il formaggio di capra con marmellata di fichi e noci, la mitica marmellata di castagne proposta in mille confezioni diverse ed i salumi nostrani).



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