Berlino: una galoppata di sei giorni per quartieri e musei
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Questa breve vacanza a Berlino non nasce da una mia scelta: il viaggio l’ha organizzato mia sorella Margherita – spesso compagna di viaggio nelle capitali del mondo – ed io sono partita con lei. Anche quasi tutte le fotografie sono di Margherita.
Dico subito che questo diario è marcato da un forte risentimento che sento nei confronti della Germania per la vicenda del debito e dell’umiliazione della Grecia. I lettori sono avvertiti!
Cinque giorni nella capitale tedesca (dal 7 al 12 luglio) sono un tempo sufficiente, almeno per me, per assaggiare la città, gli abitanti (giovani e meno giovani), i quartieri, i musei, i luoghi della memoria (un dovere nei confronti del popolo ebreo). Certamente a marce forzate, ma il clima ci ha aiutato in questo tour de force: temperatura massima 22 gradi.
prima giornata
Siamo arrivate nel pomeriggio con un volo low cost della Vueling. Hai subito la percezione dell’efficienza (Bus+Metropolitana): dall’aeroporto all’hotel mezzora.
Prime osservazioni:
– la welcom card da 35 euro, consigliata in aeroporto che doveva coprire 5 giorni di trasporti e sconti nei musei in realtà NON dava gli sconti promessi, quindi gli ingressi sono stati pagati per intero e senza neanche riduzioni over 65
– la metropolitana è senza scale mobili ed è anche sporchetta
– gli odori o meglio puzze di cibo mi hanno avvolto (purtroppo ho un naso suscettibile)
Arrivo a hotel Angleterre, Friedrichstraße 31: ottima camera, ottima posizione.
Dopo un riposino andiamo a cena al ristorante Cha Chã: non buona (18 euro a testa). Diluvio e ritorno in hotel.
seconda giornata
Colazione in hotel: buffet ricco anche se più centrato sui cibi salati.
Primo museo in programma: Gemäldegalerie (a pagamento appunto). Ci arriviamo con la metropolitana, poi camminando per la città osservo le abitudini e i comportamenti:
– le persone (giovani a parte) NON sono cortesi, hanno il grugno, Schnauze (la mia guida lo dice). Mia sorella, con la gentilezza che le è congeniale chiede – Excuse me, Sir, do you speak English, please? – La risposta secca è nein.
– i semafori per i pedoni non hanno il giallo che invece c’è per gli automobilisti, mah!
– gli automobilisti corrono come pazzi in città, esattamente come a Roma. Le virtù non si scambiano, i vizi sì!
La Gemäldegalerie raccoglie dipinti fiamminghi, tedeschi, francesi, italiani. Da Giotto a Pinturicchio, da Caravaggio a Tintoretto e via e via…! Le due ore e mezzo che avevamo programmato passano veloci: veramente bello!
Dedichiamo il pomeriggio Potsdamer Platz nel quartiere Tiergarten. Dopo l’abbattimento del muro è stata progettata ed è piena di grattacieli. Non mi fanno impazzire, ho visto di meglio.
Proseguiamo per Denkmal für die ermordeten Juden Europas, il luogo a memoria degli ebrei assassinati realizzato dall’architetto newyorchese Peter Eisenman.
Una foresta di pietre: 2711 stele di cemento con stesse dimensioni, ma di differente altezza da 20 centimetri a 4 metri.
Nella seconda fotografia si vedono quelle più alte. C’è uno spazio angusto nei viali e ciò crea una situazione claustrofobica immagino voluta dall’architetto.
Sul lato orientale il Ort der information, esposizione degli orrori dell’olocausto: storie di persone, famiglie e luoghi.
Un decennio e più di dibattiti per questa decisione; per il riconoscimento degli omosessuali, dei Sinti e dei Rom, vittime dell’olocausto passa ancora più tempo: il 2002 per i primi e il 2012 per Sinti e Rom.
Percorriamo a piedi il viale Unter den Linden fino ad arrivare ad Alexanderplatz.
Cena a Radisson Blu Hotel, decente (18 euro a testa). Una bella galoppata. A nanna presto e domani altri musei e altri quartieri.
terza giornata
Dopo la consueta colazione, una lunga passeggiata nel quartiere Kreuzberg multietnico, con punk e hippy. Moderni palazzi obliqui vicino al canale.
Nel pomeriggio il mitico Pergamon museum (a pagamento) situato nella rinnovata isola dei musei. Ci accoglie la meravigliosa Porta di Ishtar in continuo restauro: superba. Dietro il Mercato di Mileto. Grande delusione per l’altare di Pergamo, in restauro e non visibile. Ai piani superiori Stanza di Aleppo e oggetti di cultura islamica, la porta di legno dell’Islam. Tutto bellissimo. Dopo quest’altra galoppata cena ungherese decente (15 euro a testa)
quarta giornata
Anche oggi è una giornata intensa. Cominciamo con il Neues Museum e in particolare con il Museo egizio pieno zeppo di reperti trovati da archeologi e avventurieri tedeschi, francesi, italiani e poi venduti ai vari musei egizi. C’è un’ampia letteratura, per chi voglia approfondire. A parte autori antichi come Erodoto, dalla campagna d’Egitto di Napoleone Bonaparte (1799) con il ritrovamento dell’importantissima Stele di Rosetta, si apre un’epoca di spedizioni. Da Giovanni Battista Belzoni a Ippolito Rossellini, da Jean François Champollion a Howard Carter e l’elenco continua. Blindatissima e non fotografabile è la bellissima Nefertiti. È stupefacente il volto di questa donna non giovanissima: emana un fascino raro. Il Cairo ha chiesto più volte, ma senza esito, la restituzione. La stessa richiesta fatta all’Inghilterra per la Stele di Rosetta. L’altra meraviglia è “Il cappello d’oro”, un copricapo di circa 500 grammi dell’età del bronzo. È uno dei quattro esistenti al mondo. Meraviglioso!
Poi, con la metropolitana siamo arrivati al Muro East Side: una galleria all’aperto di graffiti lunga 1 chilometro e mezzo. Graffittari da tutto il mondo hanno disegnato su questo muro e le opere sono mediamente ben conservate. Abbiamo proseguito quindi raggiungendo la via Karl Marx. L’architettura socialista, fiore all’occhiello di allora, conserva un fascino tale per cui molti giovani ambiscono abitare lì. Le case sono “ben costruite” a differenza di molti palazzi della parte ovest.
Cena italiana a Kollwitzplatz (18 euro a testa)
Eccoci, Margherita ed io nel museo egizio. La fotografia a destra è un curioso e inquietante “errore” fotografico: la mummia con la maschera funeraria e le mie gambe con i jeans!
quinta giornata
Dedichiamo la mattina al quartiere: Schoneberg e al mercato. Una doppia scoperta curiosando tra frutta e verdura: le ciliegie (rigorosamente tedesche del sud, immagino della Baviera sono ottime e costano 4 o 5 euro, proprio come in Italia, peccato che i loro stipendi siano il triplo! Abbiamo percorso la strada frequentata da gay e consumato cappuccino a Viktoria Luise platz.
Il pomeriggio a Kurfürstendamm: un viale con bei palazzi restaurati (finalmente!) e acquisto di Margherita in una boutique francese. Qui un incontro interessante con una ragazza milanese che vive e lavora a Berlino. Ci ha raccontato la sua storia: 22 anni, conoscenza di russo e tedesco, cortese e arguta con un contratto a tempo indeterminato, 2000 euro di stipendio mensile e una carriera aperta nel campo del marketing e della moda. Ci dice che a Milano con uno stipendio da commessa e i prezzi degli affitti alle stelle non avrebbe potuto lasciare la casa dei genitori. Un racconto illuminante: carriera, stipendi, costi di abitazione… tutto il contrario dell’Italia!
Cena italiana da Valmontone in Friedrichstrasse (24 euro a testa)
sesta giornata
Prima della partenza avevamo un ultima visita, vicino all’hotel: il museo israeliano. Il Jüdisches Museum, nel distretto di Kreuzberg, è un luogo da non perdere. Progettato da Daniel Libeskind è stato ultimato nel 1999. Particolare struttura e particolare percorso, soprattutto quello iniziale, in cui si “vivono” le angosce e le ferite del popolo ebreo.
Una scala ripida conduce a tre corridoi, assi. Ciascun asse rappresenta un tema. L’asse dell’Esilio con 49 colonne di cemento che disorientano intenzionalmente. L’asse dell’Olocausto conduce verso una torre vuota: uno spazio claustrofobico che genera inquietudine. Senza finestre, con una piccola fessura, poca luce e assenza di rumori. Angosciante!
“Le foglie cadute” di Menashe Kadishmar sono una installazione: cerchi di ferro arrugginito a forma di facce con bocche aperte – più di diecimila – e camminandoci sopra il suono metallico dei tuoi passi simula grida.
Riprendiamo la mitica e complicatissima metropolitana U6 per andare all’Aeroporto con il bus 128.
Qui finalmente Kartoffeln e riusciamo a bere anche un caffè espresso, insapore che costa per 2.80 euro, alla faccia del bicarbonato.
Auf Wiedersehen, Berlino!
Il costo del viaggio (biglietto aereo, albergo, cene) 650 euro a testa
Fiorella Palomba