Berlino ed il Natale
Tutto liscio con il volo (low cost naturalmente) ed appena sbarcati siamo andate al box informazioni per acquistare la “Welcome Card” a 18 € per la durata di 48 ore dove hai agevolazioni e sconti (contenuti in un carnet) nei musei e puoi liberamente viaggiare su qualsiasi mezzo di trasporto in città.
Per me è stata vantaggiosissima perché Jasmine (12) era gratis perché con età inferiore ai 14 anni.
La signora del box info ci ha anche stampato un foglio con l’itinerario per arrivare all’ostello con tutti i mezzi di trasporto e orari. A prova di qualsiasi “tonto”.
Quindi obliteriamo il ticket solo una volta e prendiamo il treno RB14 alle 20:55 binario 4 che si trova in fondo ad un largo marciapiede esterno all’aeroporto sulla sinistra protetto da vetri, che nel nostro caso visto il vento freddo andava bene. Scendiamo a Ostbahnhof e fuori dalla stazione c’è la fermata del bus. E’ un posto con gente strana e vista l’ora apro gli occhi come un “fish eye”! Ci sono degli ubriachi che stanno smontando il braccio ad un povero Santa Claus esposto in stazione…Ridono insieme ai clochard ( fumi precoci dell’alcol da sabato sera?).
Aspettiamo un 20 minuti e vediamo arrivare un bus 240 in fondo ma dall’altro lato della strada…(a proposito di tonti). Ci viene il dubbio e corriamo a perdifiato prima che parta. Chiedo all’autista se è la direzione giusta. Risponde che l’inglese non lo sa e si gira dall’altra parte. Insisto e gli faccio vedere il foglietto con la via e fa cenno di si’… (è proprio un crucco, – senza offesa io adoro i tedeschi).
Finalmente seguendo la cartina e le strade capisco che sono in zona Ostello; scendiamo e dopo qualche rollata di trolley arriviamo nel nostro caldo ostello: “ALL IN HOSTEL” in Grunbergerstrasse 54. Alla reception (Ragazzo orientale nel viso ma crucco nei modi) ci consegna la chiave. Saliamo la scala chiocciolosa in acciaio ed in cima c’è pure il bar. La stanza è in fondo ad un corridoio lunghissimo (200m?). Proprio l’ultima. E’ tutta bianca molto molto molto spartana con soffitti alti. Il bagno nuovissimo; un piumone ed un asciugamano a testa per 3 gg, ma noi siamo adattabili. Guardavo il lenzuolo che copre il materasso con sospetto …Ma la stanchezza mi ha rassicurato.
Colazione alle 8 e consegnamo un cartoncino con il giorno “Sunday” per accedervi, pane burro e marmellata o corn flacks, succo e caffe’ latte a volontà.
C’è un alberello di Natale nella reception un po’ scarso.
Decidiamo di visitare per prima la East Side Gallery . E’a 15 minuti a piedi da qui, sulla sponda della Sprea dove c’è ancora un km e mezzo di MURO!!! C’è un sacco di bottiglie di vetro in giro, è domenica e non ci sono tanti Berlinesi in giro. Fa freddo e incontriamo qualche ragazzo molto “underground” probabilmente reduce della nottata del precedente.
Arrivati alla Sprea c’è un ponte con torri in mattoni “Oberbaum-brucke”, ma noi ci dirigiamo lungo il tristemente famoso Muro dove alcuni pezzi son curati con dei bei murales (soprattutto vicino allo shop) mentre altri pezzi sono un po’ dipinti e scarabocchiati a casaccio. Lo pensavamo piu’ imponente, piu’ alto e piu’ terrificante…Invece è solo un muro pero’ che ti lascia inquietudine pensando al suo significato.
Qui i turisti si divertono con scritte e bombolette. Ci sono tre ragazze: stanno scrivendo “PEACE”. (pace) Nello shop acquistiamo un libro con la storia e foto del “die Mauer” (10€), e notiamo che vendono pezzi di muro di ogni dimensione. Chissà perché i pezzi hanno tutti un bel colore… non credo molto alla loro autenticità, o almeno non a tutti i pezzi (mia opinione). Ci sono anche quelli grandi un paio di centimetri tra gli 8 ed i 15 euro. Pero’ che business anche su un così macabro souvenir. Fanno bene: meglio sdrammatizzare! Andiamo verso il metro’ stazione Schlesisches Tor e attraversiamo case e posti oserei dire “strani”. Diversa e silenziosa, con un cielo grigio spesso ed immobile. Poca gente, monumenti e statue dietro ogni angolo. Chissà perché ho pensato che Berlino sembrasse “una ricca anziana estrosa signora che si sveglia alla mattina per dar da mangiare ai gatti…” “U-bahn” con la “U” è il metro’, mentre il treno con la “S” – (ma non c’è differenza tra i due) Saliamo sulla carrozza di legno con i vetri sabbiati con l’icona della porta di Brandeburgo. Molto retro’. C’è un bel ragazzo che suona la chitarra. Non è un mendicante. Gli altri tutti silenziosi e composti. Quando ha finito la canzone l’artista sa già chi gli darà i soldi e passa a raccogliere ringraziando.
Scendiamo a Kochstrasse dove c’è il Check-point Charlie. Il posto di blocco americano dove si passava tra una zona e l’altra dei due blocchi.
Eccolo in mezzo alla strada un “tabiottino” bianco con pila di sacchi di sabbia come trincea ed un albero di Natale di fronte adornato con le bandierine delle nazioni. Ci sono due soldati (americano e francese) che reggendo la loro bandiera sono disponibili a posare per una foto (1 euro).
Nell’altro angolo c’è un baracchino (tipo quello che vende gli hot-dog) con una persona vestita da soldato americano seconda guerra mondiale che vende i visti. I visti? Mi dice che per un euro mi fa il timbro sul passaporto. Ma io non l’ho dietro… (tonta – ti danno un foglietto finto passport dove appongono i timbri revival del passaggio di frontiera) oppure con 5 euro te ne fanno 6 timbri. Jasy l’ha appena studiato a scuola e optiamo per la scelta piu’ esosa. L’ultimo timbro lo fa applicare a lei così si sente proprio immedesimata nel ruolo di doganiera!. (originale souvenir) C’è un cartello con la foto gigante di due soldati e un altro con la scritta “YOU ARE LEAVING THE AMERICAN SECTOR”…(stai lasciando il settore americano…) nelle 3 lingue oltre al tedesco coinvolte nella spartizione della Germania:Russo, Francese, Inglese.
Fa effetto pensare che solo 19 anni fa esistevano questi “muri di odio”.
Entriamo di fronte nel museo del muro, strazeppo di persone. Ci sono bizzeffe di ricordi della gente che è scappata, o a tentato di scappare o che non ce l’ha fatta. Sono esposte in piccole sale: foto di tunnel scavati a mano, pezzi di funi usate per calarsi dai palazzi oltre il muro, angusti nascondigli nelle auto, pezzi originali di tutti i marchingegni di volo per la fuga , vi sono anche libri con elenchi di nomi di persone uccise nei lager… che commozione. Rimango senza parole. Ci ricarichiamo con una gigantesca cioccolata calda con panna e cannella da Starbucks.
La fermata della metro per tornare all’ostello è “Frankfurter Tor”. In questo Tor ci sono due palazzi identici, con una torre e tutte le finestre uguali quadrate ed ugualmente disposte, che ricorda tantissimo il regime sovietico. Difatti siamo nella zona est.
Sono quasi le 4 del pomeriggio e decidiamo di andare nel centro “MITTE” di Berlino.
Alexander Platz.: qui è proprio il fulcro della capitale con mercatini, shopping centers, ristoranti… La piazza ha un pennone della televisione altissimo che, visto l’altezza, a volte ci è servito da stella polare. C’è il mercatino di natale: bellissimo, con una pista di pattinaggio circolare intorno alla fontana di Nettuno e una ruota panoramica illuminata alla sera che fa togliere il fiato !! doppio WOW !! Profumi di vin brule’, carne alla brace e spezie… l’atmosfera è già di per se gioiosa e decidiamo di andare sulla stupenda ruota panoramica. Poca coda e pochi euro (5+3) e siamo in una casettina di legno colorata con cuori e luci sfolgoranti. La ruotq è altisssssima!! Ma che vista da lassu’: vediamo altre 2 ruote panoramiche illuminate dietro i palazzi e sotto la pista da ghiacchio coloratissima e le casette di legno dei mercatini. Spettacolo! Facciamo parecchi giri e nonostante la strizza penso sia una delle piu’ belle emozioni che Berlino mi possa regalare.
Jasmine vuole pattinare (solo 3 euro compreso il noleggio e l’ingresso alla pista) ma ci sono tempi di entrata particolare (credo …Ma non ho capito niente del loro inglese ed il tedesco per me è tabu’) Ci dirigiamo a Ovest e “cadiamo” in un altro mercatino HOSTAGISCHER WEINACHTSMARKT AM OPERNPALA…(per ricordarmi il nome ho dovuto scattare una foto ) C’è una piccola ruota panoramica e luci appese… sparsi ovunque i “funghi a gas” stufette all’aperto che ti riscaldano quando mangi o bevi un succo di mela bollente… Noi eravamo sempre li’. Mangiamo panino con carne speziata o hot dog (i loro hot dog), noccioline caramellate alla vaniglia e cannella,… e acquistiamo innumerevoli paia di calzini e “leg-warmer” (scaldamuscoli)… calzini per la nonna, per gli amici, per i cuginetti e per gli zii… (erano proprio belli, colorati e davano un senso di calore). Adesso capisco perché ci sono sempre tante bancarelle di calzini: è una battaglia psicologica contro il freddo? Incontriamo il duomo, bel palazzo in arte barocca ma non ci fanno entrare percheè celebrano la messa. Ci dicono di venire domani che è lunedi’. Uffa.
Ci sono tanti cantieri lungo la via e si vedono edifici nuovi e vecchi, alcuni illuminati di blu o rosso molto forti. Finalmente arriviamo lungo la via “Unter den Linden” (sotto i tigli) dove le piante che hanno perso le foglie sono tutte inghirlandate con luci bianche. Il viale è lungo, c’è freddo e buio, ci sono pochi temerari in giro nonostante l’aria di feste. Sensazione suggestiva e nello stesso tempo strana, un po’ cupa.
Alla fine troviamo il simbolo di Berlino: La Porta di Brandeburgo. “Brandeburger Tor” C’è un grande albero di Natale davanti al monumento in Parisen Platz, la Quadriga che rappresenta la vittoria alata trainata da 4 cavalli sta sopra le colonne. Immobile. Non pensavo ci fosse una proiezioni Imax in 3D o un comitato di accoglienza per turisti, ma mi immaginavo un’atmorsfera piu’ viva. Pochissima gente per scattare la foto di rito e basta.
E pensare che qui Hitler faceva le parate militari per ostentare il suo poter. Fa paura pensarlo.
Fa freddo e ci rifugiamo dentro un Dunkin Donuts. Nonostante la città sia RINATA solo 19 anni fa ha già fatto passi da gigante verso il mondo. A volte penso che l’Italia stia ancora in stazione ad aspettare il treno…”mo’ aspettiamo…” Torniamo con l’ U-bahn e noto che si incontrano tante coppiette, giovani e non, che si baciano teneramente. Da noi non se ne vedono così tante. Forse i tedeschi sono piu’ romantici? Un’altra mattina grigia è arrivata. Niente sole ma un freddo secco. Niente neve. Seconda giornata alla conquista di Berlino partendo dal Parlamento tedesco “Reichstad”.
Jasmine non si tira mai insieme alla mattina ma si ricorda di mettere in tasca un paio di calzini per andare a pattinare.
Arriviamo alle 10 davanti al Parlamento (che sta proprio in parte alla Porta di Brandeburgo). Aspettiamo almeno un’ora prima di entrare (pero’ è gratis) e ci sono “pipotti” che fanno da intrattenimento per noi poveri “codisti”. Di fronte c’è l’enorme parco Tiegarten con la colonna delle vittorie altro simbolo di Berlino che svetta in lontananza. Ma gli alberi sono tutti spogli, fa freddo e non c’è sole e non ti viene la volgia di una passeggiata nel “verde”.
Entriamo e ci fanno un accurato controllo di borse, vestiti e metal-detector e quando Jasy toglie i calzini dalla tasca la guardano straniti.. Poi con l’ ascensore saliamo alla nuova cupola di vetro inaugurata nel 1999. Particolarissima, salendo lungo dei camminamenti a spirale si puo’ godere del panorama di Berlino oppure vedere scorci del parlamento vero e proprio tramite un gioco di specchi centrali. (Io ho visto solo delle seggioline blu). Jesy correva su e giu’, ed in cima oltre l’aria polare si puo’ uscire sulla enorme terrazza. C’è pure un ristorante ma appena entrate Jasmine mi fa “mamma qui ci pelano”… via di corsa! Uscite dal parlamento andiamo dietro il palazzo dove c’è la Sprea. Qui c’è il segno dove era edificato il muro. Anche lungo alcune strade, proprio in mezzo alla strada un segno con pietre messe in linea nell’asfalto di come il muro divideva anche fisicamente la città. In alcuni tratti vicino a queste demarcazioni del muro, ci sono delle croci bianche con dei nomi incisi e le date di morte. Alcuni sono anonimi. Sono tutte le persone che sono state SPARATE dai soldati mentre tentavano di varcare il muro. Da quando hanno eretto il muro il 13 agosto 1961 e la sua caduta il 9 novembre 1989 sono state uccise piu’ di 200 persone.
Scendiamo verso sud ed incontriamo un monumento in memoria degli ebrei. Tante lapidi uguali per forma e di colore grigio ma poste a varie altezze su un suolo ondulato. In alcuni punti le “tombe” sono altissime e la gente ci si “labirinta” dentro.
Dopo una sosta in un Subway per la costruzione del panino a scelta… ci troviamo nella nota piazza di Postdamer Platz, con mercatino di natale, pezzi di muro lasciati ostentatamente per “il ricordo” e vari centri commerciali con il Sony Center. (quest’ultimo un po’ deludente). Qui tutto è parato a festa e da un senso di giocosità. Un tuffo nei negozi è d’obbligo.
Ritorniamo verso il Mitte.
Proviamo ad andare alla Sinagoga con la cupola dorata “Neue Sinagoge”. E’ piu’ o meno a 10 minuti nord a piedi da Alexander Platz.. Non ho mai visto una sinagoga ebrea…Purtroppo quello che si puo’ visitare è la galleria e non la Sinagoga che è solo per i fedeli.
La trovo una decisione concettualmente sbagliata perché per me tutte le religioni dovrebbero essere aperte agli occhi di tutti. Altrimenti ci si arrocca ognuno nei propri credo. Ma di politica e di religione è meglio non parlare.
Osservando i berlinesi, soprattutto in metro, capisco che sono appassionati di musica. Parecchi portano grandi o piccoli strumenti musicali appresso. Nessuno ti fissa o schiamazza. In generale la sensazione è che ognuno avesse e pensasse al proprio mondo e che nel loro piccolo ognuno avesse qualcosa di speciale dentro. Finalmente andiamo a pattinare, cioè solo Jasmine. Io preferisco le casette di legno dei mercatini! (forse perché non so pattinare?) Jasy mi dice che ci sono anche i “pinguini” per i bambini che “ti tengono su” quando pattini. (tipo tutori-girello) No grazie.
Dopo una buona mezz’oretta e piu’… Jesy felice come una Pasqua, andiamo a ristorarci in una pasticceria per un te’ bollente con focaccine e torta. (qui il tè c’è in tutti i gusti ma quelli normali no). Qui la vita è viva! C’è un movimento di gente indaffaratissima, troviamo anche l’orologio “universale” che segna l’ora di tutte le città del mondo contemporaneamente. Carino.
Sempre dietro alla stazione di Alexander Platz ci sono altri mercatini con ruota panoramica e giochi. Acquistiamo tanti cuoricini di pandizenzero glassati con scritte di buon natale da regalare agli amici. (2.5 € cad) Qui pero’ è tipo luna park. Noi lo ammiriamo soltanto da una terrazza del piu’ grande centro commerciale di Berlino: ALEXA. Appena entrate c’è un’enorme albero di natale color oro! Qui mangiamo cinese da scoppiare e poi stanche morte e piene di sacchetti torniamo al nostro caldo ostello.
Forse senza Natale Berlino sarebbe stata molto piu’ “grigia”.
Colazione alle 7 in punto. Non c’è il caffe’!?! La macchinetta è guasta. Va beh, l’adrenalina c’è lo stesso perché mi è venuto in mente che la welcome card dura solo 48 ore e ieri sera tardi è scadute! La faccio proprio da italiana e fingo indifferenza su qualsiasi mezzo, metro’, treno…Non ci ha MAI controllato nessuno nei due giorni passati, e questa mattina ci è andata bene. Pensa la fiducia di un cittadino berlinese… si da’ per scontato che tutti hanno pagato. Bellissimo. Meravigliosa sensazione che possa esistere una VERA fiducia. Per un italiano è impensabile.
Da Alexander Platz ogni 20 minuti parte il treno S9 che arriva direttamente in aeroporto.
Avevo pure comprato delle cremine per le mani taglia mignon che in Italia non trovo, poi mi sono accorta che superano i 200 ml di liquidi consentiti a bordo dell’aereo. Qui i calzini sono tornati utili e l’avanzo li ho imboscati alla bene meglio. Difatti non mi hanno fatto il controllo dei bagagli in modo così accurato…Pfffieuu Solo dopo il check-in ho raccontato delle cremine e del biglietto scaduto a Jasmine che mi ha guardato con fare riprovevole: “mamma degenere”! auf widersehen Berlin!