Berlino: amore a prima vista

Visitare Berlino è come attraversare il tempo e lo spazio, la storia e la modernità, la cultura e la avanguardia.
Scritto da: kris&lapo
berlino: amore a prima vista
Partenza il: 12/05/2010
Ritorno il: 16/05/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Mercoledì 12 maggio, dopo varie incertezze nube-vulcano-islandese-correlate partenza da Roma Ciampino con volo Easyjet, arrivo a Berlino Shonefel alle 22.45; piccolo spuntino in aeroporto, poi ci dirigiamo verso la stazione della S-Bahn, dopo 45 minuti con un cambio di treno giungiamo alla stazione di Alexanderplatz, da dove 3 minuti a piedi e giungiamo presso il Motel One, prenotato con largo anticipo dall’Italia.

Giovedì 13 maggio Sveglia alle 08.30, usciamo senza avere fatto colazione in albergo alla ricerca di un buon caffè. Ai piedi della stazione di Alexanderplatz troviamo un piccolo locale con le insegne della Segafredo, entriamo ordiniamo due espressi e due croissant. Spesa 7 euro, ma siamo a Berlino e in vacanza, è inutile perdersi in quisquiglie. Comunque ottimo sia caffè che paste. Siamo nel pieno del Mitte, quartiere storico di Berlino EST, in ogni centimetro del quale c’è la storia del Secolo appeno trascorso. Si parte un po’ a caso dirigendoci verso la torre della Tv detta Telespargel o “lo stuzzicadenti” ma che risponde al nome tedesco di Fernsehturm che ammiriamo solo dall’esterno in tutta la sua magnificenza e che ci riproponiamo di visitare domenica prima di partire. Ci inoltriamo nel parco antistante e nel freddo del mattino che ci stringe forte e in breve arriviamo alla fontana di Nettuno (Neptunbrunnen) con le sue ancelle ai piedi (rappresentano i 4 fiumi principali della Germania) che giocano con i simpatici animaletti immortalati nel bronzo, lì accanto. Foto anche davanti a due solitari e giganteschi Marx ed Engels, sempre nel parco nel Marx-Engels-Forum, in posa autoritaria e solenne quanto vuota e meramente storica, anche se hai loro piedi ci sono fiori da poco sfioriti. Ci dirigiamo verso la chiesa di S.Nicola (Nikolaikirche) contenuta in un pastiche di stradine strette e palazzi più austeri che pullulano di botteghe di artigianato di vario livello e per tutte le tasche (Nikolaiviertel). Dagli orafi ai pellettieri, dai giocattolai alle ceramiche artistiche. Bello e rilassante camminarci in mezzo. La chiesa di un gotico romano, ovviamente riprodotto su pianta originale dopo i bombardamenti del ’45, come praticamente tutte quelle berlinesi, è oggi un museo con arredi e fregi originali in mostra ma trabocca di anziani tedeschi in gita fuori porta che ci impediscono qualsivoglia spostamento e libertà di movimento. Usciamo ed esaminiamo con soddisfazione l’esterno che merita comunque attenzione e foto ricordo. Belle le due torri verdi del tetto visibili da tutto il Mitte e così familiari già dopo il primo giorno a Berlino. Poco lontano il municipio monumentale o rotes Rathaus, rosso e imponente, solitario. Torniamo verso il parco ma questa volta ci dirigiamo alla volta della Chiesa di Maria (Marienkirche) che leggiamo essere la più antica tra quelle resistite alla Grande Guerra. Anche questa tipica costruzione in mattoncini di arenaria rossa, gotica anch’essa, con funzione religiosa annessa all’interno. Il freddo e la curiosità ci spingono a visitarla, ma ci delude alquanto, poiché la parte visibile è molto austera e spoglia la parte dell’altare è interamente imbracata da impalcature a scopo restauro. Torniamo all’esplorazione berlinese, scopriamo due curiosità un pezzetto delle antiche mura di Berlino (Stadtmauer) e un caseggiato ad esse vicino che attualmente ospita un ristorante molto tipico, La Locanda dell’Ultima Istanza o Gastatte Zur letzen Istanz, ma che è una delle 4 case originali della vecchia Berlino (intorno alle mura) praticamente rasa al suolo durante la II guerra mondiale. Ultimo sguardo all’antico anche passando di fronte a ciò che rimane della chiesa francescana, Franziskaner Klosterkirche, che a giudicare da ciò che rimane doveva essere una gran bella opera d’arte semplice ma particolarmente pregiata. Dal semplice passiamo subito dopo al complesso e ci dirigiamo nel cuore della Berlino Est Alexanderplatze. Beh non c’è molto da dire, vale la pena di prendere un aereo per stare nel mezzo di una piazza di tale fatta! Si presenta piena di vita presente, passata e soprattutto futura. C’è una mostra fotografica, gratis e a cielo aperto, sul regime comunista, la repressione, la caduta del muro e il post-comunismo, insomma su tutto ciò che ha cambiato il Mondo Occidentale e lo ha reso più “libero”. È pieno di ragazzini, che bello (si fa per dire)!! Ripartiamo alla volta del Duomo di Berlino sito all’incirca al confine tra il parco, il fiume Spree (confine naturale dei quartieri cittadini) e l’isola dei musei (Museumsinsel). Il Duomo (Berliner Dome) ottocentesco e in gran parte ricostruito in varie mandate è un po’ costoso (10 euro) per quello che contiene ma cmq vale la pena per apprezzare e conoscere la storia delle dinastie tedesche (Hohelenzollern) e la loro successione storico-culturale. Si sale fin sopra al cupolone verde, con apertura splendida sopra Berlino, 227 gradini ma ne vale la pena e 98 metri. Macabra esposizione di sarcofagi, invece, nella cripta e che sinceramente non è un granchè…anzi! Sono quasi le 14 e si mangia in un localino tipico tedesco che ci offre un piatto caldo (stinco di maiale e insalatina) e iperproteico utile alla sopravvivenza dato il clima gelido. Caffè e subito alla volta dei musei che decidiamo di visitare almeno per vedere Nefertiti (custodita al Neues Museum) e i suoi splendidi tesori egizi…ma rimaniamo delusi, prenotazioni chiuse fino almeno alle 12 dell’indomani…mah. Così ci dirigiamo al mercatino artistico-etnico-pop che si snoda lungo un vialetto adiacente il museo della storia tedesca….molto molto carino, da comperare una sciocchezza (dai dipinti ai cappotti, dai gioielli ai cappelli più strani e colorati) in ogni bancarella. Si visita brevemente questo museo storico, Deutsches Historisches Museum) ma alle 17.40 ci buttano letteralmente fuori senza farci completare il giro, niente ’39-45…Lapo è rimasto molto male! Poi si procede alla volta della Porta di Brandeburgo. Dopo circa un chilometro compare davanti a noi questo simbolo di unione e divisione questo passaggio obbligato della Storia del Novecento…che rimane impressa nel nostro viaggio e nella nostra vita sia per la sua bellezza che per il suo significato. Infine si percorre l’Unter den Linden e si arriva in piazza Gendarmenmarkt, dove un violino struggente disegna i contorni della Sala dei Concerti, Konzerthaus, e delle due cattedrali quella francese Franzosischer Dom, quella tedesca Deutscher Dom, pressoché identiche (anche se sulla guida c’è scritto che sono diversissime). Bellissima l’atmosfera romantica e carica di emozione, ma il freddo vince sulla nostra capacità di concentrazione e sul sapore storico e culturale di ciò che stiamo vivendo in questo angolo di mondo. Così dopo una mezz’ora, cerchiamo la metropolitana e torniamo all’albergo per doccia e ripartenza per cena. Si mangia una zuppa di patate squisita quanto tipica qui a Berlino e sformato di spinaci, pesce e insalatina (il tutto diviso in due ovviamente). Prezzi modici e locali con camerieri e ambienti molto carini e ospitali.

14-maggio Oggi EST-OVEST!!…cioè ovest che guarda a est, insomma quartiere Tiergarten, per primo. Si parte da Postdamer Platze. Una piazza che i bombardamenti della II Guerra Mondiale rasero al suolo e dove i tedeschi DDR coltivavano crauti. Zona a ridosso del muro di cui rimangono brevi vestigia, ormai solo souvenir per turisti. Ci accoglie, dopo poco più di vent’anni dalla caduta del muro, con tre o quattro dei grattacieli più avveniristici e architetturalmente più ben strutturati del mondo e al Sony Centre (dove si vedono le vestigia di una sontuosa dimora imperiale del kaiser Guglielmo II), al più gigantesco multisala di Berlino (CinemaxX) per spingersi profondamente in Postdammer Strasse dove si respira arte ad ogni ciottolo di strada. Lungo questo vialone a prima vista anonimo e americaneggiante prima si incontra la Filarmonica di Berlino, con annesso museo degli strumenti musicali, poi musei, biblioteche, centri interculturali e chi più ne ha più ne metta. Il tutto si identifica con il cosidetto Kulturforum, tra i cui palazzoni moderni si distingue una suggestiva chiesa ottocentesca in mattoncini rossi e gialli St-Matthaus Kierche. Lapo sceglie il Sony Centre e il Lego World che troneggiano in campo aperto sotto una cupola di vetro al centro della piazza accanto al museo del cinema (Filmmuseum Berlin: da Fritz Lang a Marlene Dietrich) che ad avere tempo deve essere davvero molto carino e cmq in vetrina c’è il mostro di Alien grandezza naturale (bleahhh). Per quanto mi riguarda scelgo di vedere rappresentato in arte pittorico-figurativa il ‘9oo tedesco, dal tardo romanticismo all’epoca nazista. Mi reco quindi al museo Neue Nationalgalerie, 10 euro, e lo consiglio a chi ama il genere perché è davvero piacevole godere di una bella esposizione di Kandinsky, Klee, Kokoscha, Munch, Otto Dix, Max Ernts, Mondrian e moltissimi altri parimenti grandi. Cosi ci ri-vediamo in Postdammer Plaze dopo circa due ore di esplorazioni differenti ma altrettanto interessanti. Si pensa al pranzo e si sceglie Andy’s Burger di fronte al centro Sony e si magia un ottimo e soprattutto caldissimo hamburger (il mio perfino vegetariano). Splendido. Dopo pranzo andiamo al “Check Point Charlie” dove un’altra mostra monografica celebra la vergogna del muro e l’ultima stazione di controllo della libertà. Decidiamo così di approfondire ulteriormente l’argomento Guerra Fredda e disastri connessi andando a visitare il Museo della STASI. Tra i palazzoni ex-DDR (che a dire tutti uguali se ne parla bene) ecco questo complesso davvero kitch all’interno del quale dietro una porta anni 70, originale, e, un omino anni 40, originale, ci introduciamo in un secolo che non è più il nostro, anche se ci siamo nati cresciuti e vissuti per una ventina di anni. A Berlino spesso ti senti così al centro del Mondo nel 2010 e fuori da esso anni luce in pieni anni ‘60. Si passa dal passato remoto al futuro futuribile in meno di due kilometri di strada diritta percorsa dalla “metropolitana del tempo” . E non sai quale scegliere, tra queste due facce della stessa medaglia. Comunque il museo contiene una storia di retorica comunista e violenza privata ma è talmente datato che assume un significato di testimonianza indispensabile, come testimoniano le scolaresche francesi e tedesche che lo visitano insieme a noi. Decidiamo di andare, oggi, fino in fondo alla nostra presa di coscienza di questa divisione-unione di questo confine permesso e vietato, concesso e represso, così ci dirigiamo a visitare l’ultimo kilometro di muro ancora in piedi alla “East Side Gallery”. La sensazione che ti si cuce addosso è sempre la stessa. Anche qui i murales, i colori, i temi raffigurati ci parlano di uomini e di donne che hanno lottato e che, forse, ancora lottano per trovare determinazione e identità come un vero popolo, come una vera umanità. Questo il nostro cammino in bilico tra due mondi che non esistono più. Nessuno dei due. Si sono distrutti, entrambi, (è evidente a Berlino) sotto le macerie di quel muro altro tre metri e lungo quasi 50 anni. Da qui, luogo di memoria, ci dirigiamo verso la metro, osservando anche la pittoresca arcata rossa neo-gotica di Oberbaumbrucke percorsa dai vecchi vagoni dei primi treni cittadini e ce ne torniamo nel rassicurante quartierino di S.Nicola per lo shopping. Cena in ristorante vegetariano-sudestasiatico di buon livello qualità prezzo (Samadhi in Wilhelmstrasse, 77) che ci conforta e ci aiuta a non soccombere al freddo intensissimo della sera. Foto di rito alla Porta di Brandeburgo di notte. Davvero suggestiva e romantica la chiusura della giornata. Indimenticabile.

15-maggio Oggi gita fuori porta a Potsdam per visitare il Sanssouci Park, 287 ettari di giardini imperiali con palazzi nobiliari e varie dependance lussuosissime da classica stirpe tedesca dell’Ottocento. Il clima diventa non solo rigido ma anche piovosissimo…è un’impresa mantenere appieno l’integrità psico-fisica. È una mattina di pieno inverno in abbigliamento primaverile!!!A parte questo, che non è stato un particolare trascurabile, si prende il treno che attraversa Berlino fino a lasaciarsela alle spalle e via…..si arriva dopo circa 45 minuti alla Postdam Hutbahnof. Subito veniamo assaliti dai promotori delle società che effettuano il SeeSighteen con i bus a due piani. Appena fuori dalla stazione ne scegliamo uno; sono praticamente tutti identici, effettuano un giro di 2 ore e mezzo con tre soste. Ci dirottano comunque verso un bus riempito con gente di più lingue, francese, inglese, spagnolo, russo ed italiano. Ci consegnano una cuffia ed il bus parte. Dopo aver attraversato il centro cittadino, arrivati al ponte cosiddetto “delle spie” e la “città segreta”, l’autobus fa inversione e si dirige verso lo Schloss Cecilienhof, residenza di campagna stile inglese degli Hohenzollern, famoso per avere ospitato l’ultimo degli incontri post bellici tra i paesi vincitori delle II Guerra Mondiale. L’intento di tali incontri, successivi a Yalta, sarebbe stato di mantenere l’unità della Germania, ma come ben sappiamo ciò rimase un mero ideale. La pioggia e il freddo rovinano l’atmosfera altrimenti ricercata ed elegante della costruzione dei primi anni del Novecento e degli splendidi giardini, curatissimi. Dopo una decina di minuti si torna al bus e si prosegue alla volta del complesso di Sanssouci Park con il suo sontuosissimo parco e un palazzo reale che farebbe invidia a qualsiasi regnante per sfarzosità ed estensione. Pochi minuti ancora di viaggio e scendiamo davanti al maestosa reggia imperiale di Federico il Grande dove lui stesso è stato seppellito accanto ai suoi 7 levrieri italiani da lui inseparabili. Sopra la tomba, posta nel giardino, ci sono delle patate. Omaggio dei “sudditi” tedeschi (ancora oggi è uso depositarne sulla tomba) riconoscenti per averle introdotte come cibo per uomini (non più solo per animali) e di aver così permesso loro di poter sopperire alla carestia post-bellica che li aveva colpiti subito dopo la Guerra dei Trent’anni. Ma la magnificenza del giardino (che ricorda in piccolo Versailles) e la altisonanza del palazzo sono davvero unici e vale la pena soffrire freddo e vento. La facciata dello Schloss Sanssouci è decorata di statue di ispirazione romanica inneggianti ai piaceri del vino e dell’amore, mentre nella zona prospiciente l’ingresso principale (dove c’è una lunghissima fila di turisti fai-da-te che con il bus 606 in breve dalla stazione dei treni avevano raggiunto la stessa destinazione, consigliatissimo con altra condizione atmosferica) c’è un’ampia corte con un porticato classicheggiante che fungeva da passeggiata d’onore degli illustri ospiti al giunti al cospetto dell’imperatore. Luoghi di svago ma anche di riflessione filosofica e intellettuale per queste dinastie europee tra le più potenti e temute del mondo. Ma si torna ben presto al bus , zuppi e semi-congelati, guida compresa. Ci si dirige al Neues Palais che ospitava da un lato servitù cucine e lavanderie e di fronte un ampia dependance riservata ai nobili provenienti da tutto il Mondo a omaggiare l’Imperatore. Un luogo di fiaba immerso in una nube verde di tigli (di cui l’ampio viale che percorriamo con il torpedone trae nome) larici querce e giardini incantevoli. Tulipani vermigli, rose e viti da uva incorniciano le meraviglie architettoniche di questo parco. A questo punto non c’è che da scegliere se continuare il giretto a piedi e surgelarci definitivamente oppure tornare al punto di partenza e invertire la rotta verso Berlino città. Si sceglie, non senza un po’ di amaro in bocca, questa seconda opzione e si riparte alla volta del quartiere più moderno e commerciale dell’Ovest Berliner, quello che qui familiarmente chiamano Ku’dumm (Kurfurstendamm). Si giunge lì che sono le 14, affamati e infreddoliti. Ad accoglierci troviamo il caos del tifo calcistico che si affronta festosamente al centro commerciale più chic della capitale tedesca, Europe Centre, tra canti, birra a fiumi e cori da stadio. Werder Brema vs Bayern Monaco (finale di Coppa che si aggiudica la squadra di Monaco per 4-0). Che casino!!!!Per trovare un posto a sedere c’è da combattere un po’…ma alla fine Lapo mangia il famoso e tipico Currywurst che lo tranquillizza alquanto, mentre a me non rimane che mangiare un’insipida quanto precotta pizza margherita. Ma la festa e il calduccio ci tengono l’umore alto e si torna fuori un po’ meglio di come si è entrati. La zona è tutto un brulicare di turisti, berlinesi, ambulanti e clochard. Ci si dirige ai baracchini antistanti la chiesa di Kaiser-Wilhelm-Gedachtnis-Kirche, semi-distrutta e annerita dalle bombe. Chiaro simbolo, anch’essa, dell’umana follia che colpì la generazione dei nostri padri. Si mangia una crepe di nutella sotto queste mura offese e si prende l’autobus alla volta del nostro confortevole albergo in zona Alexanderplaze. Dopo un’oretta di siesta si intraprende un nuovo giro esplorativo della splendida città che ci ospita, questa volta a Nord. Ci dirigiamo al quartiere dove ho individuato il museo di arte moderna che desidero visitare dal primo giorno che sono entrata a Berlino, lo Hamburger Bahnhof!!!Lapo è sul disperato andante…ma mi regala queste due ore di piacere culturale, che devo contraccambiare con una cenetta tipica berlinese nel suddetto quartiere lusso di Ku’dumm. Per me questa è stata davvero una forte esperienza. Si entra direttamente, “live”, in contatto con la trasformazione del pensiero e della cultura occidentale dopo il nazismo e il nichilismo della guerra, si legge la protesta degli uomini del XX secolo contro le ingiustizie il razzismo la sopraffazione degli uomini e delle idee. Chiuso il capitolo arte moderna (tra i rimbrotti ) si torna verso OVEST alla ricerca del ristorantino berlinese. È davvero uno schianto questo Leibniz-Klause, in Leibnizstrasse, 46, con luci soffuse candele e cortesia da vendere …prezzi accettabili per una cena davvero squisita con vino altrettanto piacevole. Torniamo a dormire molto infreddoliti e stanchi, anche oggi, ma sempre più entusiasti di questa città. Unico neo..domani si parte.

16-maggio Alle 13.25 abbiamo il volo..ma il check out dal Motel One è alle 12, quindi stabilita un’ora per il trasferimento fino alle undici si gironzola ancora per Berlino, previa visita alla torre della TV, dove ci eravamo ripromessi invano di fare colazione (per il ristorante si deve prenotare). Si arriva alle 9.30 e si sale subito fino in cima fino alla sfera che sovrasta la piazza, così in 30 secondi si azzerano quasi 210 metri (203 al piano panoramico e 207 al Cafè-Restaurant). Comunque prendiamo un caffè che ci costa 4 euro/tazzina!!!Berlino è ai nostri piedi con tutte le zone storiche e moderne che abbiamo visitato e quelle che non siamo riusciti a raggiungere semplicemente rimandando alla prossima volta, che speriamo arrivi presto (Charlottesburg, il Museo Egizio, la via delle grandi griffes, il giardino di Tiergarten e tanti altri). La vita sotto di noi scorre quieta e domenicale, fredda e composta, come è quella di questa città che in questi giorni ci ha conquistato. Da così in alto le divisioni si vedono poco e le costruzioni, le persone, i treni, le opere d’arte e quelle della natura sono tutte insieme, contenute in un’unica città, che si sveglia e si riscopre un organismo vivo e vivace, ricco delle idee degli uomini semplici e grandi, che hanno contribuito alla sua evoluzione, al suo passato, al suo cambiamento nostalgico, al suo fascino proibito. Arriviamo all’aeroporto, mangiamo qualcosa e partiamo. Arriviamo in orario a Roma Ciampino, per il Terravision che ci riporterà definitivamente verso casa. Ciao ciao Berlino!!



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