Bergantino, Tangeri, Bergantino
Tutto inizia una sera di dicembre, a casa di mia nipote. Stefano lancia l’idea di un viaggio di fine anno con meta da destinarsi. Ebbene, la mattina del 28, con un “picasso” a noleggio, le signore dietro, Stefano alla guida ed io navigatore, si parte, da un piccolo centro in provincia di Rovigo (Bergantino).
Destinazione ovest, con passaggi per Mantova, Cremona, Piacenza, Tortona, Genova, autostrada dei fiori fino a Sanremo. Sosta per un caffè e via.
Ventimoglia, confine francese, Monacò, Aix en Provence e qui, poco prima di Marsiglia, ci fermiamo per un pasto al sacco.
Stefano guida che è una meraviglia, proseguendo nel viaggio e scoprendo via via l’interessante percorso.
Sul far della sera arriviamo al confine spagnolo, precisamente a Jerez de la Frontera, dove facciamo il pieno dibenzina, mentre ancora non abbiamo deciso dove fermarci per la notte.
Sorpassiamo Barcellona e qui, dopo una cena a Tarragona, alle porte di questa cittadina, pernottiamo alloggio e colazione.
Ben riposati, il 29 mattina riprendiamo il viaggio, destinazione sempre più a ovest del Continente, pensando di fare un’ulteriore tappa intermedia. Trasferimento per altri 8-900 kilometri, con fermata a Lorca, città del grande poeta Garcia Lorca.
Il giorno dopo si riparte alla volta della destinazione finale (?), passando per la Sierra Nevada, costeggiamo Granada, Malaga e Marbella sulla costa andalusa. Algeciras sarà il nostro quartier generale.
Questa cittadina si affaccia sul Mediterraneo, trovandosi a poca strada dall’enclave inglese di Gibilterra con il suo ben visibile promontorio.
Passiamo un giorno intero attraversando per più volte il confine tra Spagna e Gran Bretagna, visitandone gli scorci più interessanti e suggestivi, con pranzo in un pub tutto inglese.
E qui – finalmente – si decide la meta finale del nostro viaggio: una capatina nel capoluogo andaluso (Siviglia) oppure un giorno in Marocco, di cui se ne scorgono le coste al di là dello stretto ? La scelta cade sull’Africa, perciò prenotiamo il traghetto per il mattino successivo.
La notte di San Silvestro la passiamo nella pensioncina di Algeciras, mangiando e bevendo specialità locali preparati dalla padrona, che andava di fretta per festeggiare pure lei il nuovo millennio.
Arriva quindi l’alba del 1° gennaio, ci imbarchiamo sulla nave e, alle 10,30, posiamo i piedi nella terra d’Africa, a Tangeri, in Marocco.
Una guida locale ci scorazza in giro per la città e dintorni, per tutto il giorno, al costo di 50 mila lire (in quattro). Qui scopriamo tutto un altro mondo, cammelli e cammellieri, contadini con l’asinello, la costa marocchina di fronte al continente, a passeggio nella Medina, il mercato, i locali dove si beve té alla menta, il pane sfornato in casa, il venditore di acqua con la sua giara e la tazza, il pranzo a base di cus-cus, le foto ricordo.
Quel primo giorno dell’anno, del secolo e del millennio, possiamo perciò ricordarlo come un capo d’anno tutto speciale. La sera ci reimbarchiamo per il ritorno in Europa. Il 2 gennaio infatti avremmo dovuto rimetterci in viaggio per il ritorno, variando un pò l’itinerario.
La prima tappa, la sera del 2, la facciamo in un bellissimo centro vicino a Valencia (Castel de la Plana), cenando in un tipico locale a base di arrosti e tapas. Proprio lì ci imbattiamo in una tappa della “Parigi-Dakar”.
Un pò sbronzi, sbagliando più volte la strada per l’albergo, ci ri tuffiamo nel letto in un sonno ristoratore…
Il 3 gennaio di nuovo in viaggio, destinazione Barcellona, la città catalana dove avremo passato l’ultima notte in vacanza. Poco prima di mezzodì, alle porte della città, ci fermiamo in un locale sulla costa a mangiare una “paella” speciale, dopo aver assaggiato qualche bruschetta, il tutto annaffiato da un vinello spagnolo inebriante.
Nel pomeriggio, sistemati i bagagli in albergo, ci facciamo un rapido giro per la Rambla, alla Sagrada Famiglia e in alcune vie del centro storico, con cena finale in un locale catalano.
Ed eccoci al mattino successivo: verso la fine del viaggio; ci rimettiamo in auto per Bergantino, facendo tappa pranzo in un locale ad Arles, nella Camargue francese: il “Buffalo grill”.
FRanka, Elena, Stefano e Carlo.