Benvenuti nella terra dei primati

Viaggio on the road tra le meraviglie della perla d'Africa
Scritto da: lima
benvenuti nella terra dei primati
Partenza il: 23/12/2018
Ritorno il: 03/01/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Da anni sognavamo l’incontro coi gorilla di montagna, specie ad altissimo rischio di estinzione, di cui sopravvivono circa 800 esemplari la metà dei quali concentrati sui monti dell’Uganda, al confine con il Congo e il Ruanda. Essendoci documentati a lungo sul Paese e la sua varietà paesaggistica e faunistica, abbiamo steso un itinerario che ci permettesse di visitare oltre alla foresta impenetrabile di Bwindi, anche i parchi nazionali di Murchison Falls e Queen Elizabeth, alcuni villaggi e il lago Bunyoni. Pur essendo viaggiatori esperti ed indipendenti, abbiamo deciso di affidarci per gli spostamenti, la prenotazione delle strutture e i permessi per gli accessi ai parchi ad Albrieux Africa Tour, tour operator locale gestito dal bravissimo Edoardo, un ragazzo italiano dalla professionalità, gentilezza e disponibilità davvero uniche.

Partiamo il 23 dicembre da Malpensa, volo Turkish Airlines con scalo ad Istanbul, ed arriviamo prima dell’alba della vigilia di Natale ad Entebbe. Sbrighiamo velocemente le formalità doganali, ma purtroppo il nostro fidato drone non entra nel Paese. La normativa in materia non era molto chiara a dire la verità, ma gli addetti ai controlli non hanno voluto sentire ragioni…ci separiamo quindi dal nostro amico che recupereremo alla partenza…o almeno speriamo visto che la ricevuta che ci danno è un pezzetto di carta stropicciato! All’uscita ad attenderci incontriamo Vincent, colui che sarà la nostra guida ed autista per tutta la durata del viaggio, che ci accoglie calorosamente dandoci il benvenuto sul suo “potente” mezzo: un cabinato 4×4 tutt’altro che in ottime condizioni, ma di sicuro molto spazioso e confortevole. Pur essendo ancora buio, ci mettiamo subito in viaggio, 7 ore di strada, quasi tutta asfaltata, ci separano dalla nostra prima destinazione: il Murchison Falls NP. Ne approfittiamo per dormire, e tutto sommato il viaggio passa abbastanza velocemente, tra chiacchiere e sosta al mercato per l’acquisto di acqua e frutta fresca. La strada non offre attrattive particolari, è un susseguirsi dei tipici “villaggi” africani, in cui la vita, il commercio, le attività artigiane, i giochi dei bambini o il semplice oziare si svolgono tutti ai margini delle carreggiate. Scene che conosciamo bene, ma che ci fa sempre piacere ogni volta ritrovare!

Il parco Nazionale delle Cascate Murchison è il più vasto parco nazionale dell’Uganda, situato nella zona nord occidentale del paese. Comprende un tratto della costa del lago Alberto ed è diviso a metà dal Nilo Vittoria, che lo attraversa da est a ovest e che dà origine alle imponenti Cascate Murchison. Arriviamo nel pomeriggio e facciamo subito il nostro primo game drive. Il paesaggio è molto bello, in questa zona del parco la savana si perde a vista d’occhio e i colori sono magnifici. Vediamo numerosissimi, antilopi, elefanti, giraffe, bufali e ci fermiamo ai lati del sentiero, con vista su un branco di elefanti, a gustarci il miglior ananas e mango della nostra vita. Per il tramonto arriviamo al nostro lodge, il Pakuba Safari, una bella struttura con piscina e vista panoramica sul Nilo, ma wifi non pervenuto! Qui ci gustiamo la ricca e varia cena della Vigilia a buffet ed intorno al fuoco, nei tavolini illuminati solo dalle lanterne… sicuramente un Natale suggestivo!

Il giorno di Natale la sveglia suona prima dell’alba e il nostro regalo consiste in una famiglia di antilopi accucciati proprio davanti alla porta della nostra stanza…ininiziamo la giornata nel modo giusto! Dopo colazione ci immergiamo nel bush, reso magico dalla luce tenue del primo sole e dall’umidità che si alza dalla terra. Un mix di colori caldi che svaniscono nella nebbia mattutina e che rendono l’atmosfera particolarmente suggestiva, tra gli avvistamenti di numerose giraffe, babbuini ed antilopi. Raggiungiamo il Nilo dove aspettiamo la barca che ci poterà in prossimità delle cascate. Il safari sul fiume è spettacolare, vediamo decine di uccelli, ippopotami, coccodrilli, elefanti e giraffe sulla riva. Ad alcune centinaia di metri dalle cascate attracchiamo ed iniziamo il trekking di circa 1 ora in salita e sotto un sole cocente! Durante il percorso facciamo diverse soste nei vari view point da cui si gode una bella vista sulle cascate. La portata dell’acqua è davvero impressionante! Giunti in cima ci godiamo il panorama e il fresco degli spruzzi di acqua vaporizzata che rendono particolarmente scivolose le rocce ma che regalano anche un magnifico arcobaleno. Nel frattempo Vincent è venuto al recuperarci al parcheggio in cima alle cascate, dopo aver attraversato il fiume con l’auto su di una chiatta, percorso che faremo quindi per rientrare al lodge gustandoci l’ennesimo safari al tramonto, avvistando uno sciacallo, moltissimi elefanti e giraffe, oltre alle immancabili antilopi.

Anche la mattina di Santo Stefano la sveglia suona alle 5:20, e dopo una ricca colazione a base di pancakes con banana e cioccolato, ci dirigiamo all’imbarco della chiatta per attraversare il Nilo Alberto, alla luce di un’alba spettacolare che si rispecchia nel fiume. Lasciamo a malincuore il parco per dirigerci verso Fort Portal, il paesaggio cambia rapidamente, la vegetazione lussureggiante fa da contrasto con il rosso della strada sterrata, parecchio dissestata. Vediamo moltissime persone con le immancabili taniche gialle di acqua sulla testa, sulle biciclette, anche bimbi molto piccoli dirigersi ai pozzi per farne scorta essendo da questi parti un bene sempre più prezioso. Facciamo una sosta lungo un pezzo di strada asfaltata e ne approfittiamo per giocare con alcuni bimbi, che paiono intimiditi dalla nostra presenza, ma alla vista della polaroid e delle foto che lasciamo loro come souvenir ci regalano risate e tanti sorrisi. Dai finestrini è un susseguirsi di colline ricoperte da coltivazioni di the, banane e caffè, mentre moto e bici cariche all’inverosimile di taniche ci affiancano lungo il percorso. Ci fermiamo a pranzo in uno dei tanti locali lungo la strada, dove inganniamo l’attesa fotografando alcuni bambini che divertiti si mettono in pose buffe per l’obiettivo. Regaliamo tante altre Polaroid, e fanno a gara tra loro per accaparrarsi una foto ricordo. Li salutiamo acquistando al negozietto adiacente pop- corn per tutti rendendoli felici! Riprendiamo il cammino e iniziamo a salire un po’ in quota, l’aria si fa più fresca, godiamo della pace assoluta, del bel panorama e dei tanti sorrisi e saluti delle persone ai margini della pista rossa fuoco. Arriviamo a Fort Portal verso le 15.30 e per la notte ci sistemiamo alla Ruwenzori Guest House, una graziosa struttura con un bel giardino e vista panoramica sul massiccio del Ruwenzori. Trascorriamo il resto del pomeriggio in giardino, dato che la camera è un po’ datata ed angusta, dedicandoci alla lettura e godendo della tranquillità assoluta del posto. La cena si svolge nella sala comune, ad un unico tavolo attorno al quale siedono gli ospiti della struttura, compresa la titolare, un’energica signora olandese non più giovanissima che ci intrattiene raccontandoci la sua storia e quella di alcuni strani personaggi che ha visto passare di lì negli anni…risate a volontà! Dopo poco al gruppo si aggiunge una coppia londinese fresca di ritorno da un devastante trekking di 5 giorni sul Ruwenzori, dove hanno raggiunto quota 4500 mt, dormendo in tenda e senza bagno….diciamo che la fatica nei loro visi si vede tutta, anche se si dicono contenti dell’esperienza fatta…noi passiamo, sarà per un’altra volta! La cena è a base di zuppa di pomodoro e funghi, crocchette di patate, zucca al forno, maiale con verdure al vapore, insalata e avocato, e per finire una deliziosa banana flambè.

La mattina seguente ci alziamo finalmente con più calma, a colazione conosciamo la famosa coppia australiana, in partenza per un trekking in giornata al Ruwenzori, di cui ci hanno parlato ieri sera: 25 anni fa, in viaggio in Uganda con la guida una giovane ragazza australiana incontra il suo principe azzurro, i due si sposano e 25 anni dopo tornano nel paese con i loro splendidi figli e ovviamente ad accompagnarli la stessa guida di allora…davvero una favola romantica! Dopo la lauta colazione con pancakes giganti e frutta è ora di ripartire. Poco prima di Kasese vediamo una enorme piantagione di cotone, coltivato dai detenuti del carcere limitrofo. Bellissimi i batuffoli bianchi e soffici con i semini all’interno! Arrivati alla cittadina di Kasese ci fermiamo in un negozio Airtel per acquistare una sim locale con traffico dati, visto che il wifi è praticamente inesistente e mal-funzionante ovunque. Ci è voluta quasi 1 ora per completare l’acquisto, con tanto di scansione del passaporto, fototessera, impronte digitali, mille documenti da firmare e opzioni da attivare ma alla fine ce la facciamo. Verso le 11 ci rimettiamo in marcia, foto di rito sulla linea dell’equatore, dove due ragazze locali si aggiungono ai nostri scatti regalandoci risate e sorrisi. Dopo poco arriviamo finalmente al Queen Elizabeth NP, un grande parco nazionale nella parte occidentale del Paese, che si sviluppa attorno al canale di Kazinga che unisce i laghi George ed Edward, e meta gettonata per i safari, data la possibilità di incontrare i rarissimi climbing lions e di fare trekking nella foresta di Kyambura alla ricerca degli scimpanzé. In attesa della barca prenotata per le 15 pranziamo in un ristorante con vista sul canale a base di riso e verdure e con un po’ di anticipo arriviamo al piccolo molo. La barca inizia a riempirsi e puntuali salpiamo per la nostra mini-crociera di due ore. La vegetazione è ricchissima, vediamo una miriade di uccelli, elefanti e bufali in acqua, coccodrilli, ippopotami, aquile, ogni sorta di uccello acquatico e anche qualche pescatore sulla riva. Eccitati dall’esperienza e tornati a riva decidiamo comunque di fare un breve safari in auto prima di arrivare al lodge. Dopo un paio di minuti vediamo un assembramento di alcune auto a poca distanza da un albero, Vincent si fionda a ruota… abbiamo nel cuore la speranza ma non vogliamo farci troppe illusioni… ma ecco che ai nostri occhi appare una scena magnifica: mamma leonessa e il suo cucciolo tranquillamente appollaiati su un grande cactus con le zampe a penzoloni… giusto il tempo di entrare al parco e già avvistati due climbing lions! Ancora non ci crediamo, scattiamo a raffica e restiamo ad ammirare questi meravigliosi animali, del tutto incuranti della nostra presenza, fino a quando, dopo circa un’ora decidono di scendere, non senza difficoltà da parte del cucciolo che viene spinto da dietro dal muso della madre. Abbiamo le lacrime agli occhi per la gioia e l’emozione. Li seguiamo ancora un po’ mentre si dileguano giocando tra loro nella savana alla luce del tramonto. Arrivati al Bush Safari Lodge col buio siamo accolti da un grosso ippopotamo che passeggia tranquillo nel giardino…non male come benvenuto! La nostra tenda è accogliente ma il bagno è esterno e alla notte, vista la vicinanza dell’acqua, non è possibile uscire dalla tenda se non accompagnati dal personale del lodge. Prevedendo di dovermi alzare spesso dato il periodo del mese…decidiamo di fare un upgrade e di spostarci in una tenda con bagno. La differenza di prezzo è abbastanza alta (65 dollari a notte), ma ne vale la pena! La cena di 4 portate è all’aperto, squisita e abbondante, illuminata solo dalle lanterne ad olio, dalla luce delle stelle e da un fuoco centrale. Siamo immersi in un’atmosfera magica, quanto ci è mancato tutto questo!

Il giorno dopo partiamo alle 7 per l’escursione nella gola di Ruwenzori, una spaccatura verde nella savana, fitta e rigogliosa dove vive un gruppo nutrito di scimpanzé. Ne possiamo sentire le urla fin dl parcheggio, il che ci fa ben sperare. Ci dividono in due gruppi, che seguiranno direzioni opposte, e assegnataci la nostra guida armata, la simpatica Ruth, alle 8 iniziamo il trekking. Siamo solo 8 persone, noi e 2 famiglie di inglesi. La discesa è molto ripida e fangosa, attraversiamo su un instabile ponticello di legno senza ringhiera il fiume (l’altro gruppo starà nella sponda opposta) e ci incamminiamo. Vediamo alcune scimmie colobus bianche e nere saltare tra gli alberi, Ruth purtroppo non ha con sé il binocolo e degli scimpanzé non vi è traccia. Proseguiamo ancora un po’ lungo il percorso, fatto di saliscendi, Ruth ci spiega caratteristiche della flora e della fauna ma per nostra sfortuna è l’altro gruppo ad essere dalla parte giusta del fiume e a vedere gli scimpanzé. Un po’ delusi e stanchi torniamo alla base ma decidiamo di provare a chiedere se nel pomeriggio possiamo riprovare a cercarli. Ci dicono che è possibile paghiamo nuovamente 50 dollari a persona e dopo un pasto veloce al lodge con zuppa e carne con patate, ci ripresentiamo puntuali alle 14. Stavolta siamo da soli, partiamo con una nuova guida ed un battitore che indossa un piumino nonostante 30 gradi all’ombra e un’umidità del 90%! Il percorso è diverso da quello della mattina, la discesa ripidissima e molto scivolosa, la foresta più fitta e selvaggia. Dopo neanche 20 minuti di cammino, la guida si ferma, ci indica un punto su un albero ad un’altezza di circa 15 mt…vediamo solo un’ombra nera e non capiamo cosa sia, ma dopo poco iniziano a muoversi le foglie e su un ramo sbuca lui… il nostro primo scimpanzé… che emozione. Dopo aver saltato tra vari rami decide di scendere e lo fa proprio da un tronco a pochi metri da noi. Ci mettiamo a seguirlo, la guida ci fa correre più veloci che possiamo e lo ritroviamo dopo poco in compagnia di un altro grande scimpanzé, probabilmente il padre, intenti a spulciarsi a vicenda a pochissimi metri da noi. Scattiamo a più non posso e ci godiamo il momento, questa scena resterà per sempre nei nostri cuori. Eccitati come bambini ci riprendiamo la via del ritorno, riattraversando il fiume su un grande tronco ad alcuni metri dalle rapide sotto di noi… con le gambe che tremano e le vertigini è solo grazie all’adrenalina dell’incontro con gli scimpanzé che riesco a farcela, mentre mio marito mi fa un “simpatico” video ricordo! Lasciamo la mancia ai nostri accompagnatori e dopo una salita molto dura ritroviamo il nostro fidato Vincent ad aspettarci. Diamo uno strappo alla nostra guida al villaggio più vicino e stanchi ma felici chiudiamo la giornata con un bel game drive nel parco prima di tornare al lodge a gustare un’altra ottima cena.

Nuova sveglia alle 5.30, carichiamo i bagagli in auto e partiamo alla volta di Ishasha, il settore del parco più famoso per gli avvistamenti dei climbing lions. Ben prima di arrivare, Vincent si ferma di colpo indicandoci un albero in lontananza, ad occhio nudo non vediamo niente, solo attraverso l’obiettivo della fotocamera riusciamo a malapena a riconoscere delle zampe a penzoloni su un ramo… è un climbing lion! Ancora oggi non ci spieghiamo come Vincent abbia potuto notarlo, alla guida e così distante dalla strada. Raggiungiamo Ishasha, percorriamo più volte alcuni sentieri dove si ergono grosse piante di fichi, predilette dai leoni, che tuttavia non vediamo. Ci fermiamo comunque a gustare una squisita ananas in totale solitudine, contenti degli avvistamenti dei giorni scorsi. Nel mentre notiamo che la ruota posteriore sinistra sia molto arretrata rispetto alla destra..Vincent concorda con noi e fortunatamente lungo la strada per Ruhja si ferma da un meccanico…la sospensione è rotta! Mentre la riparano facciamo un giro a piedi nel villaggio, giochiamo con alcune bimbe davanti al negozio di sartoria della loro mamma e le conquistiamo con la nostra polaroid, mentre la vita del villaggio e del vicino mercato si volge tranquilla. Sistemata l’auto ripartiamo, la strada è davvero in pessime condizioni, praticamente una pietraia (e pensare che porta alla principale attrazione del paese!) ma il panorama è magnifico: colline verdi ricoperte da piantagioni di the e caffè e persone intente a raccogliere le foglie.

L’aria si fa molto fresca, verso le 17 arriviamo al lodge, il Broadbil Rest camp, la nostra tenda è situata su un strapiombo di alcuni metri senza parapetto e quando cala il sole il buio è totale… speriamo bene! Nella dining room il fuoco è accesso, ci riscaldiamo con un ginger tea e dopo cena andiamo subito a dormire, in compagnia delle borse di acqua calda che ci serviranno per riscaldarci questa notte… dobbiamo riposarci bene, domani è il tanto atteso big day.

Sveglia alle 6:15 dopo una notte agitata in un letto poco confortevole. Facciamo rapidamente i bagagli e dopo colazione raggiungiamo il quartier generale di Bwindi per i briefing dei ranger e la suddivisione nei vari gruppi. Ogni gruppo è composto da massimo 8 persone e oltre al ranger, siamo accompagnati dai battitori e dai portatori a disposizione di chi desidera un aiuto a portare lo zaino o l’attrezzatura fotografica. Il ranger ci spiega che a differenza del giorno precedente la famiglia di gorilla che cercheremo dovrebbe essere un po’ più vicina e questo ci conforta anche perché sappiamo che il trekking è piuttosto impegnativo. Ci incamminiamo sulla strada per circa 1 km fino a raggiungere l’imbocco del sentiero nella foresta. Inizia la discesa, per fortuna non essendo piovuto il percorso non è scivoloso. La vegetazione è fittissima, capiamo perché si chiama foresta impenetrabile! Si alternano salite e discese, siamo a quota 2400 mt e l’aria del primo mattino è fresca. Dopo meno di 2 ore di cammino il ranger si ferma e dopo aver comunicato via radio coi battitori che alle prime luci dell’alba ogni giorno si mettono alla ricerca delle famiglie dei gorilla ci dice di prepararci perché ci siamo quasi. Non stiamo più nella pelle, li abbiamo raggiunti! Ora però dobbiamo lasciare il sentiero e buttarci letteralmente tra la vegetazione. Le liane si attorcigliano ai piedi facendoci inciampare, ci aggrappiamo a ramoscelli, piante e tutto ciò che troviamo. I battitori ci aprono qualche varco a colpi di machete, scendiamo in un dirupo circondati dalla vegetazione più incredibile mai vista in vita nostra e alta quasi quanto noi… ma ad un tratto eccoli! Mamma gorilla col piccolo tra le foglie… che scena incredibile e commuovente. A poco distanza c’è anche il gigantesco silverback, il capofamiglia, che dopo essere stato intento a mangiare, ci guarda, si avvicina e passa a meno di una spanna da Matteo che per il terrore resta immobile! Credo che non ce lo scorderemo mai, l’emozione prende il sopravvento… ed ecco che poco dopo un’altra macchia nera appare tra le foglie, un piccolo che si batte con le mani il petto prima di lanciarsi tra le foglie. E’ assurdo vedere come ci assomiglino, nei tratti, nei comportamenti, nella gestualità. Penso a tutte le persone che hanno dedicato la vita a studiare e a proteggere questi meravigliosi animali, a partire da Dian Fossey, che ha sacrificato la sua stessa esistenza per la salvaguardia di queste creature meravigliose. La comunità e i governi locali hanno finalmente capito l’importanza della conservazione della specie, gravemente a rischio di estinzione, e stanno portando avanti politiche volte alla tutela di questi giganti buoni. Il costo molto elevato dei permessi per il gorilla trekking si deve proprio a questo.

In totale trascorriamo un’ora in compagnia della famiglia Mukiza, scattando centinaia di foto, sorridendo per la tenerezza suscitata dai piccoli e meravigliandoci dell’imponenza degli adulti. Che dire, è stato senza ombra di dubbio uno dei giorni più belli della nostra vita. L’adrenalina che abbiamo in corpo rende il trekking del ritorno sopportabile, nonostante il caldo, l’umidità e i tratti in salita, ma siamo così felici ed emozionati che la fatica passa in secondo piano. All’uscita della foresta ci aspettano i nostri autisti, ringraziamo i ragazzi che ci hanno accompagnato per il lavoro straordinario che svolgono e per la loro dedizione. E’ grazie anche a loro se tutto questo oggi è possibile.

Partiamo subito alla volta di Kisoro, il panorama è molto bello ma la stanchezza prende il sopravvento, per cui non appena finalmente troviamo l’asfalto ci addormentiamo in un attimo! Arrivati in hotel ci aspetta una doccia (fredda purtroppo) ma in compenso un’ottima cena. È l’ultimo dell’anno, e oggi affronteremo l’ultimo faticoso trekking per vedere le golden monkeys, primate in via d’estinzione cosi’ chiamato per la zona di colore giallo-oro sulle spalle e sul dorso, nella foresta di Mgahinga Gorilla Park nella catena dei Virunga. Quindi, sveglia prima dell’alba, sterrato terribile, briefing con le guide e incontro con gli altri partecipanti del gruppo. Il sentiero è piacevole ma tutto in salita per un paio di ore, fino al luogo di avvistamento del gruppo di scimmie, all’interno di una spettacolare foresta di bamboo di cui sono ghiotte. Sono davvero molto particolari, hanno degli occhi sporgenti e questo mantello dorato che sembra frisè, ma fotografarle è un’impresa perché saltano all’impazzata da un ramo all’altro e non stanno ferme neanche un secondo! Le ammiriamo per circa un’ora prima di tornare alla base, finalmente in discesa anche se un po’ scivolosa a causa della pioggia mattutina. Riprendiamo la marcia direzione Lake Bunyionyi dove trascorreremo la notte in un bellissimo cottage, presso l’Arcadia Lodge. La nostra camera è davvero magnifica, ha una vista impagabile sul lago con le tante isolette illuminati da un tiepido ma caldo sole.

Il cenone è a buffet, abbastanza ricco e buono, ci ripromettiamo di stare svegli per vedere almeno i fuochi di artificio… ma invece crolliamo nel letto e nemmeno li sentiamo!

Oggi è il nostro ultimo giorno di viaggio, dobbiamo rientrare ad Entebbe per prendere il volo di domattina alle 5. Nel tragitto abbiamo in mente di fare l’escursione per vedere il raro becco a scarpa… ma la giornata non inizia nel migliore dei modi. L’auto ha un problema, Vincent ci dice che la stanno riparando e quindi la nostra partenza ritarda di oltre 1 ora. Ci mettiamo in viaggio ma dopo poco la temperatura dell’acqua inizia a salire e dal serbatoio dell’acqua si sente bollire! Ci fermiamo nel primo garage aperto a Kabale, fortunatamente anche se è il primo dell’anno qui si lavora lo stesso. Rovistano un po’ nel motore, cambiano il tappo del serbatoio dell’acqua e ci dicono che possiamo ripartire dopo circa mezz’ora… sperando di avere risolto!

Non è così… di nuovo fermi, altro meccanico che salda non si sa che cosa… e dopo un’altra ora buona si riparte: sono le 12:30 e mancano almeno 6 ore di strada… speriamo sia la volta buona! E invece no: sono quasi le 16 e la temperatura dell’acqua sale alle stelle. Vincent si ferma da un fabbro stavolta (!), che manda qualcuno ad acquistare un pezzo..l’attesa è lunga, il pezzo arriva, iniziano a saldare, rimontano la ventola e alle 18 il lavoro è finito. Siamo esausti ma il viaggio è ancora lungo…la nostra escursione è saltata, ma siamo così stanchi che non ne avremmo le forze. Inizia a fare buio e come ci avviciniamo ad Entebbe, lo smog, il traffico e il caldo diventano insopportabili. Finalmente alle 9 arriviamo in hotel, ci preparano al volo una cena a base di pollo, salutiamo e ringraziamo il nostro autista per la bravura, simpatia e amicizia che ci ha dimostrato…

Il nostro bellissimo viaggio termina qui (dopo aver recuperato seppure a fatica il nostro drone)… ci resterà un ricordo bellissimo di questo Paese, la sua gente, l’allegria dei bambini, la natura straordinaria, le strade rosse infinite, gli animali unici, le albe e i tramonti spettacolari. Come dopo ogni nostro viaggio in Africa, anche stavolta è un arrivederci a presto!

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Murchison Falls National Park

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Scimpanzee a Kyambura Gorge

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Gorilla di montagna - Bwindi Impenetrable Forest

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Baby gorilla - Bwindi Impenetrable Forest



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