Benvenuti in Oman!
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29 DICEMBRE 2018, SABATO:
Partenza prevista verso le 7 con Lufthansa da VE, scalo a Francoforte e arrivo a Muscat per le 19.45… tuttavia, causa nebbia e radar mal funzionante all’aeroporto di Venezia, il volo parte con 3 ore di ritardo e perdiamo la coincidenza a Francoforte. Arrivati a Francoforte riusciamo a trovare una soluzione con la Qatar, passando per Doha e arrivando a Muscat alle 3.20 del mattino seguente. Ci riempiamo le tasche di barrette di cioccolato e bottigliette d’acqua in omaggio all’ufficio assistenza di Lufthansa, e la prendiamo con filosofia. Fortunatamente con l’opzione cancellazione gratuita di booking, riusciamo a cancellare la prenotazione all’hotel di Muscat (Safeer Hotel Suites); non vale la pena pagare una stanza per starci dentro 2 ore o poco più!!
30 DICEMBRE 2018, DOMENICA:
Arriviamo a Muscat in perfetto orario e subito ci prende un coccolone perché Giulia non trova più il passaporto, ma la polizia locale ci aiuta a reperirlo e lo trova in aereo….e con un sorriso smagliante restituisce il passaporto a Giulia, dicendoci “benvenuti in Oman”. Ci aspetta un’altra bellissima sorpresa: i bagagli di Michele e Andrea son rimasti a Doha, ma noi abbiamo in previsione di passare la notte a Sur, quindi non possiamo attendere il loro arrivo; alla fine ce li porteranno direttamente a Sur. Ci incontriamo con l’addetto di Speedy Oman all’uscita dell’aeroporto, cambiamo un po’ di soldi (pochi, non è per nulla conveniente), acquistiamo una SIM della Omantel (10 OMR per 2G e qualche messaggio e telefonata) e partiamo per Sur a bordo del nostro Toyota Pilot lungo la strada costiera. Prima tappa, la dolina di Bimmah (Sink Hole) dove arriviamo verso le 7.45, prima dell’apertura, nonostante cerchiamo di tergiversare con tappe caffè e benzina. La dolina di Bimmah è una conca chiusa di acqua salmastra che assume dei colori verde-turchese davvero suggestivi. Fortunatamente ci fanno entrare ugualmente e ci godiamo un piacevole bagno rigenerante in completa solitudine, prima dell’arrivo delle orde di turisti (tutti italiani).
Seconda tappa, la spiaggia bianca di Fins, che raggiungiamo dopo qualche km di sterrato. La spiaggia è in sabbia e sassolini, bella, ma sicuramente non stile maldiviano. Non facciamo nemmeno in tempo ad arrivare che dei ragazzi in barca ci regalano un cefalo gigante; non sapendo come cucinarlo, ci rivolgiamo agli unici altri avventori della spiaggia, un gruppo di omaniti (pastori, pescatori, mercanti) accampati con una tenda beduina. Ed ecco che l’accoglienza omanita ci sorprende ancora di più: non solo ci puliscono il pesce, ma lo cucinano, ci offrono tè, caffè, bibite varie e alla fine ci servono un piatto dove hanno aggiunto dell’altro pesce, verdure e yogurt… benvenuti in Oman!
Ci rechiamo quindi a Wadi Shab, comunemente considerato uno tra i luoghi più belli e suggestivi di tutto l’Oman. L’escursione inizia con l’attraversata di un canale con una barchetta (1 OMR/persona), prosegue con una bella passeggiata di 30 minuti tra rocce e palme per poi concludersi con delle pozze d’acqua che conducono ad una grotta. Peccato che ci sia così tanta folla che ci passa la voglia di arrivare alla fine della gola. Ultima tappa della giornata: Sur, dove alloggiamo presso Al Jumhour Hotel Apartments (buona posizione anche se abbastanza basic). Arriviamo a pelo per vedere il tramonto dalla torre di Ajiha e ne vale davvero la pena; la città di Sur con tutte le sue luci e la piccola Ajiha che si riflette nell’acqua, offrono un bellissimo spettacolo! Proseguiamo quindi con una passeggiata per il souk (che non è molto caratteristico), non ci facciamo mancare gli shawarma di montone più gustosi di tutto il viaggio, i leggendari frullati dai mille gusti e dei biscottini appena sfornati con pistacchi e cardamomo che ancora ce li sogniamo! Il tutto per circa 10€ in 4!
31 DICEMBRE 2018, LUNEDì:
Visitiamo il cantiere dove vengono fabbricati i Dhow; l’ingresso è aperto a tutti e gironzoliamo all’interno, salendo anche su una barca in costruzione, facciamo una breve passeggiata nel paese vicino Ajiha, che a mio avviso è più bello con le luci del tramonto che di giorno e prima di partire per Ras Al Hadd, ci beviamo un caffè in un coffee shop, tra uomini omaniti che intavolano subito una conversazione e alla fine ci offrono il caffè……benvenuti in Oman! Arrivati a casa Oman (Ras Al Hadd), ad attenderci c’è Iapo, un ragazzo italiano che, innamorato dell’Oman, ha costruito una guest house dove ogni anno decine di italiani trascorrono le vacanze. Partiamo con la ciurma alla volta di una spiaggia semideserta, percorrendo strade sterrate e rocciose. Piantiamo la tenda (gentilmente prestataci da Iapo) sulla spiaggia dove ci sono centinaia di buche di tartarughe che hanno deposto le uova e ci godiamo il sole e il mare, anche se le onde sono davvero irruente. Nel frattempo i pescatori operosi procacciano il pesce per la cena dell’ultimo dell’anno, che consisterà in riso speziato col pesce, datteri e favoloso pesce alla griglia… ovviamente niente alcool! E quando dopo cena ci stiamo fumando la water pipe, sotto un cielo pieno di stelle, ecco che alcune tartarughine escono dalle uova e cominciano a camminare tra di noi in cerca della via per il mare….che spettacolo! Le accompagniamo in acqua, ed ecco un’altra sorpresa: il plancton fotoluminescente sta dando vita ad una danza di onde illuminate di blu, che poi lasciano sulla spiaggia scie di brillantini, come tante piccole stelle ai nostri piedi. Ci mettiamo a dormire alle 23.50… della serie, emozionati per questo spettacolo, non ci interessa nemmeno attendere la mezzanotte per gli auguri!
01 GENNAIO 2019, MARTEDì:
Incominciamo l’anno nuovo con il sole che spunta dal mare e noi che lo guardiamo dalla nostra tenda. La mattinata trascorre tra sole e nuotate, si pranza con ottimo pesce alla griglia e si parte per nuove avventure; lasciamo il gruppo di casa Oman per arrivare a sud, fino a dove iniziano le dune (150 km circa di strada tra paesini di mare e deserto). La sera ritorniamo a Ras al Hadd (Waves hotel ras al hadd) per un ottima cena al ristorante turco e l’escursione organizzata da casa Oman a Ras al Jinz per vedere le tartarughe verdi che depongono le uova. Sotto un cielo di stelle e con un mare che sbrilluccica, una tartaruga gigante sta deponendo decine e decine di uova; ogni tanto le scende una lacrima dall’occhio, il processo durerà circa due ore e poi tornerà nel mare, scavando prima una seconda buca per ingannare i predatori….emozionante!
02 GENNAIO 2019, MERCOLEDì:
Dopo una colazione improvvisata usando come tavolino il bagagliaio della macchina, percorriamo dapprima superstrade trafficate, ci inerpichiamo poi su ripide stradine di montagna, fino a raggiungere Wadi Bani Khalid. Le auto parcheggiate tra le palme dell’oasi sono tante, ma poi non si avverte particolarmente la ressa. Visitiamo la grotta, che più che una grotta sembra la tana di una talpa: stretta e angusta, conduce fino ad una piccola pozza d’acqua: non ne vale la pena. Ci rilassiamo poi sulle rocce lisce che risaltano bianche tra le pozze smeraldo, dove ci regaliamo un caldo bagno. Proseguiamo per il deserto di sabbie rosse “Wahiba Sands”. Lasciamo la strada asfaltata ad Al-Mintirib e seguiamo un omanita che ci farà strada fino al nostro camp (visto che non c’è nemmeno un’indicazione) senza bisogno di sgonfiare le ruote (Wahiba Bedouin Rustic Camp). Il camp si trova ai piedi di una bellissima duna, dalla quale andiamo subito a goderci il tramonto. La serata prosegue poi con delle attività tipiche da villaggio vacanze, dall’osservazione delle stelle ai balli di gruppo con abiti beduini; fortunatamente durano poco e la serata si conclude con un’ottima cena a base di pollo, agnello e daal, prima di coricarci nelle nostre calde tende beduine fatte di lana di cammello.
03 GENNAIO 2019, GIOVEDì:
Sveglia all’alba per vedere il sole sorgere tra le dune, aiutiamo i beduini a dar da mangiare alle caprette e ai cammelli (sempre stile villaggio vacanze) e lasciamo il deserto con direzione Nizwa (180 km). Visitiamo dapprima forte Bahala, patrimonio dell’UNESCO, restaurato recentemente; ci perdiamo tra le decine di stanze, scale e torrette, all’interno delle quali troviamo refrigerio dal caldo.
Seconda tappa: Jibreen Castle, secondo noi più bello del primo in quanto presenta ancora oggi elementi originali e alcune stanze arredate con tappeti e cuscini fanno viaggiare nel tempo con la mente. Dopo una sosta nel nostro appartamento a Nizwa (Ghaf Alshaik Apartments, spazioso, pulito, ma un po’ fuori mano), andiamo affamati a fare un pieno di spiedini di montone e di cammello dall’ambulante consigliato da Iapo, proprio fuori dal souk. Il dolce è gentilmente offerto nel souk, in quanto i venditori delle bancarelle ci fanno assaggiare di tutto: datteri, frutta secca, halwa, ovviamente accompagnati dal loro caffè Kahwa (tradizionale caffè omanita aromatizzato con acqua di rose e cardamomo).
04 GENNAIO 2019, VENERDì:
Oggi sveglia all’alba per arrivare prima delle 7 al famosissimo mercato del bestiame di Nizwa, dove pastori e allevatori fanno sfilare capre, mucche e cammelli per venderli al miglior offerente. Esploriamo poi gli altri souk, dove vendono pesce (alcuni di dimensioni enormi), spezie, carne, volatili, frutta, verdura …e datteri di mille tipi, e ovviamente li assaggiamo tutti! Visitiamo il forte (5 OMR, davvero caro!) con una visita guidata molto deludente, della durata di 7 minuti suppergiù; il forte non ha nulla da invidiare a Jibreen, l’unica cosa che lo contraddistingue è che ci sono dei figuranti che mimano scene di vita nel castello. Lasciamo Nizwa per raggiungere l’oasi terrazzata di “Misfat Abryeen” percorrendo una strada che raggiunge elevati gradi di pendenza, tuttavia asfaltata e percorribile da qualsiasi mezzo. L’unico posto dove si può mangiare è la “Misfat old house”, a buffet e su prenotazione e quindi, dopo una bella passeggiata tra le palme, ci strafoghiamo di montone cotto sotto terra e hummus (5 OMR, molto più caro rispetto ai nostri target, ma buono). Il paese è un borgo arroccato in mattoni, sembra quasi disabitato e alcune case a mio avviso hanno forte bisogno di manutenzione. Ci concediamo una siesta dal caldo pomeridiano, sdraiati sotto le palme per poi avventurarci in quel che resta della suggestiva città d’argilla rossa Al-Hamra, che sorge abbandonata tra il verde smeraldo delle palme. Siamo solo noi a percorrere le strade della città, a salire qualche scala pericolante e ad affacciarci dai tetti, con la luce del tramonto che ci illumina. Attraversando il palmeto un signore ci invita a bere un Kahwa con lui, sul suo bel divano tra le palme. Il caffè ovviamente è accompagnato da dolce, datteri e frutta…benvenuti in Oman! Facciamo una passeggiata per la nuova Al-Hamra, che è praticamente una strada con qualche negozio, delle moschee…e un padiglione con un numeroso gruppo di uomini all’esterno. Incuriositi ci avviciniamo per chiedere cosa stia succedendo e scopriamo che si tratta dei festeggiamenti per un futuro sposo, una sorta di addio al celibato al quale veniamo istantaneamente invitati e trattati come ospiti d’onore. Ci servono un enorme piatto di riso alle spezie con delle spettacolari costolette di cammello cotto sotto terra….e poi dolci e frutta e caffè…benvenuti in Oman! Anche se sazi, concludiamo la serata al ristorante yemenita consigliatoci da Iapo per gustare la carne di montone cotta sotto terra…buona, ma forse quella dell’addio al celibato era migliore! Notte nell’appartamento Dar Alhmara, bello, spazioso e pulito.
05 GENNAIO 2019, SABATO:
Questa poteva essere una giornata disastrosa…ma si è conclusa bene! Come prima tappa ci fermiamo sulla strada che costeggia il “Wadi Ghoul”, chiamato anche il Grand Canyon d’Arabia, per ammirare da lontano le case di pietra arroccate sulla montagna del paesino abbandonato di Ghoul. La strada sale ripida, prima asfaltata e poi si fa sterrata, per raggiungere la vetta più alta della Penisola Araba, il “Jebel Shams”, a quasi 3.000 metri sul livello del mare; come consigliato dalla Lonley planet, seguiamo le indicazioni per il Sunrise Resort, dove, molto gentilmente, ci forniscono le chiavi dei cancelli e le indicazioni per raggiungere il bordo del canyon per ritrovarci davanti ad uno spettacolo impressionante e grandioso. L’immenso davanti a noi!!
Torniamo a valle per poi ricominciare la salita dei monti Hajar. La strada fino al belvedere di Sharfat Al-Alamayn è asfaltata e comoda, seppur la pendenza sia davvero elevata; 50 m dopo il belvedere la strada diventa sterrata, sabbiosa….e pericolosamente pendente, tra rocce e precipizi, la macchina che perde aderenza e io che me la faccio addosso dalla paura. Tornare indietro è impossibile, anche perché c’è sempre la speranza che a breve la strada migliori…e invece peggiora e non vediamo l’ora termini. Il villaggio di Hatt sfugge via e non ce ne accorgiamo nemmeno, riusciamo ad arrivare a Bilad Seit, che paesaggisticamente è bellissimo, tra i palmeti terrazzati, anche se poi tra le vie non troviamo nemmeno un coffee shop dove bere qualcosa prima di rimetterci in strada. Seguiamo le indicazioni per Rustaq, vediamo qualche canyon, palmeti, tante rocce e tanta polvere…e la strada, dopo 3 ore di ansia, si trasforma improvvisamente in un’ampia autostrada nuova di zecca….che ci porta a Seeb.
Le strade si fanno sempre più larghe e caotiche, non sembra nemmeno lo stesso paese di qualche ora prima. A Seeb alloggiamo in una stanza bellissima, anche se le distanze tra i vari posti sono lunghissime e la mia speranza di essere immersa in un paesino di pescatori è ad anni luce dalla realtà di auto che sfrecciano veloci e luci di grandi centri commerciali. Arriviamo a Seeb per la cena e chiediamo indicazioni per il souk ad un signore che molto gentilmente decide di accompagnarci e di illustrarci le bancarelle, facendoci assaggiare frutta a noi ignota…e comprandone 1 kg per noi…benvenuti in Oman!
Vorrebbe portarci ad assaggiare dei dolci, ma noi gli diciamo che vorremmo assaggiare i famosi spiedini di seppia, per cui ci accompagna ad un chiosco vicino al mare e ci abbuffiamo di deliziosi spiedini di seppia, gamberi, cammello, montone e tanto hummus (il tutto per 8 OMR). Salim vorrebbe offrirci la cena, ma non vogliamo approfittarcene, quindi, per farci assaporare l’ospitalità omanita ci compra un cono di noccioline a testa. Finalmente la tappa al negozio di dolci, dove assaggiamo ripetutamente tutti i tipi di halwa presenti: allo zafferano, alle noci, al cioccolato, al miele…e uscendo dal negozio con la pancia piena, Salim porge un dolce a me e uno a Giulia come regalo da portare in Italia….benvenuti in Oman!
06 GENNAIO 2019, DOMENICA:
Oggi escursione alle isole Damanayat, organizzata contattando dall’Italia l’agenzia Almuhajer Marian Tourism. Purtroppo non hanno trovato altri turisti interessati a fare la giornata intera e quindi ci accontentiamo dell’escursione di mezza giornata (25 OMR). Ovviamente nella barca troviamo altri 10 italiani… Dopo un’ora di navigazione veloce approdiamo su un’isoletta rocciosa con una spiaggia bianca, un mare azzurro… una favola! Facciamo snorkelling tra coralli blu, viola e bianchi e pesci di mille colori. Il servizio è ineccepibile; tra panini, frutta, patatine e bibite, non ci fanno mancare nulla. Anzi, ci forniscono pure le pinne e attrezzature più tecniche quando ci spostiamo con la barca per un tuffo in una zona dove non si può approdare. E qui il sogno diventa realtà e nuotiamo a pochi centimetri da tartarughe giganti, mentre loro mangiano tranquillamente tra i coralli e quando salgono in superficie per respirare ci accarezzano con il loro guscio. Super! Dopo un rientro a tutta birra…anzi, a tutta acqua, in quanto, a causa della velocità ci troviamo completamente inzuppati dalle onde, sentiamo il bisogno di crogiolarci al sole. Chiedo indicazioni per una spiaggia nelle vicinanze a dei ragazzi che lavorano per la marina (questa zona super fashion di Muscat) e questi ci fanno salire su un caddy e ci accompagnano alla spiaggia…dove però il vento è così forte che non riusciamo a stare. Con molta calma ci dirigiamo a Muscat, dove alloggiamo al Riyam Hotel, prenotato perché apparentemente sembrava vicino a Mutrah… in realtà per arrivare al souk abbiam dovuto camminare una ventina di minuti. Il souk è carino, caratteristico, pieno di colori e profumi, anche se non tutti i venditori sono omaniti purosangue.
07 GENNAIO 2019, LUNEDì :
Ultimo giorno in Oman: visitiamo la Grand Mosque di Sultan Qaboos, a 20 km da Mutrah: imponente, colpisce per il candore del marmo bianco, così liscio che ci si specchia. Breve tappa al teatro dell’opera, ai giardini del palazzo del sultano (tappa evitabile) e poi, non sapendo cos’altro visitare, ci sdraiamo sull’erba di Ryam park, fino al tramonto. Ci rituffiamo quindi tra le strade del souk, per assaporare per l’ultima volta i profumi dell’Oman (anche se Muscat poco ci ricorda l’Oman dei giorni scorsi, troppi turisti che scendono dalle navi da crociera), e poi scorpacciata finale di kebab e shawarma di montone, hummus e gustosi succhi di frutta… per poi dirigerci verso l’aeroporto, dove alle 00.10 saliamo sull’aereo che ci riporterà al freddo inverno italiano. Devo dire che questo paese è stato una sorpresa bellissima, un’esplosione di ospitalità alla quale non siamo abituati e che forse dovremmo riproporre anche qua con i turisti che vengono a visitare il nostro paese. Passare la notte di Capodanno tra le tartarughe appena nate, le onde luccicanti, nuotare tra le tartarughe giganti è stato un po’ come vivere una favola. Fare una SIM per il navigatore e qualche telefonata si è rivelata una scelta vincente. Maps ci ha guidati anche per le strade più disperse! Abbiamo trovato cibo ottimo a prezzi davvero bassi e ci siamo resi conto che se avessimo voluto trascorrere le notti in tenda lungo la strada o in spiaggia, non si sarebbe stato alcun problema. A livello di sicurezza, poi, non ci siamo mai sentiti così tranquilli in nessun’altra parte al mondo! Le donne in giro si vedono poco e quasi tutte hanno il burqua, ma non per questo io e Giulia ci siamo sentite a disagio o osservate… benvenuti in Oman!