Belgio: storia, merletti e tanta allegria

Il motivo principale di questo viaggio era un approfondimento dei miei studi storici (sono una specialista di storia europea del 1500). Avevo appena tenuto una conferenza su Giovanna la Pazza (figlia dei Re Cattolici Ferdinando e Isabella) e suo marito Filippo il Bello (principe dei Paesi Bassi a cavallo tra il 1400 e il 1500) e sull’onda...
Scritto da: vespertina
belgio: storia, merletti e tanta allegria
Partenza il: 07/03/2008
Ritorno il: 11/03/2008
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
Il motivo principale di questo viaggio era un approfondimento dei miei studi storici (sono una specialista di storia europea del 1500). Avevo appena tenuto una conferenza su Giovanna la Pazza (figlia dei Re Cattolici Ferdinando e Isabella) e suo marito Filippo il Bello (principe dei Paesi Bassi a cavallo tra il 1400 e il 1500) e sull’onda dell’entusiasmo mi ero trovata a fantasticare su quali tracce delle loro vite potessero esserci in Belgio, paese in cui hanno vissuto insieme e in cui non avevo mai messo piede prima…Detto = fatto.

Mia sorella mi ha detto che mi avrebbe accompagnata, la mia migliore amica anche.

Entrambe avevano voglia di prendersi qualche giorno di vacanza e di visitare posti nuovi.

Così a metà febbraio abbiamo prenotato il volo Ryanair (45 euro a/r) e siamo partite da Pisa verso Charleroi.

7.3.2008 Bruxelles Grazie al check-in online ci presentiamo all’imbarco mezz’ora prima della partenza, a mezzogiorno.

L’aereo da Pisa ha un ritardo di 15 minuti causa maltempo ma riusciamo comunque a prendere la prima navetta utile per raggiungere Bruxelles.

La navetta parte ogni 30 minuti e si ferma proprio davanti all’uscita dell’aereoporto.

Abbiamo poi raggiunto facilmente il nostro hotel con la metro, fermata Botanique, davvero una bella zona.

Non si può dire lo stesso dell’hotel Royotel che è piuttosto sporco e che ha il terribile difetto di non avere l’acqua calda nella doccia.

Però ce ne facciamo una ragione tanto dovremo starci solo una notte.

Ore 16.30: Molliamo i bagagli e ci dirigiamo subito verso il centro della città per un piccolo tour.

Le fermate Parc e Gare Centrale della metro sono le più comode per chi voglia raggiungere il cuore del centro storico: Cattedrale, Albertine, Grand Place.

Favorevolmente stupite dal clima benevolo (cielo coperto ma senza pioggia) ci lanciamo in un tour delle piazze principali.

Le tentazioni gastronomiche però sono tante…Nemmeno 100 metri e subito ci fermiamo per una gauffre! Questi dolci stupendi si trovano in due forme diverse, quella di Bruxelles e quella di Liegi.

Personalmente preferisco quella di Liegi, più croccante ma forse anche più pesante…Quella di Bruxelles è più morbida e leggera.

Vi consiglio di non eccedere in aggiunte di panna montata, cioccolata etc, sono buonissime al naturale e già abbastanza pesantuccie da digerire! Dopo un giro di rito sulla Grand Place e le vie limitrofe, compreso il celebre Manneken Pis, ci siamo fermate per cenare con un menù turistico a 12 euro. Niente male, zuppa del giorno e pollo con patatine fritte.

A nanna, domattina si parte per Bruges! 8.3.2008 Bruges Bruges è veramente una città gioiello, una città museo, incantevole, sospesa nel tempo.

Siamo arrivate in un sabato che minacciava di essere piovoso e che invece si è rivelato soleggiato e temperato.

Abbiamo visitato subito la cattedrale, con le tombe monumentali di Maria di Borgogna, madre di Filippo e di Carlo il Temerario, nonno di Filippo.

Poi il museo dei pittori fiamminghi, Groninge, molto belle le prime sale, meritano una visita attenta (audioguida inclusa nel prezzo del biglietto).

Un po’ meno interessanti le ultime sale.

Abbiamo passeggiato piacevolmente lungo i canali, fino a raggiungere la zona del beghinaggio, un luogo fuori dal tempo, immerso in un silenzio che spinge l’animo alla contemplazione.

Persino i turisti più casinari tacciono…

Non resistiamo alla tentazione di una Gauffre mentre visitiamo la piazza principale della città il Markt, veramente armoniosa e ben conservata (alcune case sono originali del 1600, sembra di stare dentro un quadro!).

La sera ci siamo concessi una cena in un ristorantino un po’ fuori dal circuito turistico, il Ganzespel in Ganzenstraat.

Il personale era veramente simpatico e gentile, il cibo buonissimo e i prezzi irrisori! Con 10 euro a testa abbiamo mangiato e bevuto in abbondanza! 9.3.2008 Gand Per deformazione professionale sono abituata a chiamare questa città secondo la grafia antica Gand ma ovunque troverete l’indicazione moderna Gent.

La tappa era importante per me perchè proprio a Gand nacque Carlo V, anche se il palazzo, il Prinsenhof, non esiste più.

Da Bruges a Gand c’è un treno ogni mezz’ora, puntuale e velocissimo.

Dalla stazione abbiamo preso il tram numero 1 e siamo arrivate in 5 minuti vicino alla Cattedrale di San Bavone.

Come prima cosa ci siamo prese un buon caffè in un bar della piazza (abbiamo scelto quello che costava un po’ meno, solo (sic!) 2 euro per un caffè anzichè 2,80).

Vi suggerisco di fare un programma chiaro dei monumenti che volete vedere per non trovarvi poi alle 17 senza aver visitato qualcosa..A quell’ora non potrete vedere più niente, chiude TUTTO! Questa avvertenza vale per tutte le località in Belgio, non solo per Gand.

I musei chiudono alle 17, le chiese spesso chiudono già alle 16, i negozi in genere chiudono alle 18, quelli più grandi alle 19.

La Cattedrale di San Bavone ha un aspetto maestoso, purtroppo l’interno è in restauro quindi poco godibile.

Assolutamente da non perdere la pala dell’Agnello Mistico all’interno della chiesa, ingresso 3 euro audioguida compresa.

L’audioguida spiega molte cose interessanti ma non c’è in italiano.

Quella in francese è parlata abbastanza lentamente, si capisce senza problemi, almeno per me che conosco abbastanza bene la lingua, altrimenti prendetela in inglese, o giapponese se siete in grado 😉 (purtroppo non c’è molta scelta).

La spiegazione è esauriente ma no prolissa. Il quadro merita un buon approfondimento perchè è davvero un capolavoro della pittura fiamminga! Davanti alla Cattedrale c’è la torre campanaria (il 10 marzo era chiusa, credo che apra dalla metà di marzo) e i mercati coperti del 1200.

Lo Stadhuis ha un’architettura disomogenea essendo stato costruito in quattro secoli con stili diversi…Non è un gran bel vedere.

La chiesa di San Nicola è grande almeno quanto San Bavone ma è stata più volte saccheggiata e rovinata quindi l’interno è piuttosto spoglio.

Da lì si attraversa il ponte San Michele. Fermandosi a metà all’altezza della statua di San Michele e voltandosi indietro si ha una bella visione delle più importanti torri cittadine.

Lungo il Granslei, la parte sinistra del canale, ci sono alcune casette con bellissime facciate originali dei secoli XV, XVI, XVII.

Da lì abbiamo percorso Jan straat fino in fondo, dove ci è apparsa sulla destra la sagoma del Castello dei Conti.

Prima di raggiungerlo date un’occhiate alla facciata del palazzo che vi trovate davanti, sede di un ristorante attualmente. Ci sono i medaglioni con i ritratti di tutti i Conti di Fiandra fino a Filippo II.

C’è anche il mio amato Filippo il Bello, con la sua tipica acconciatura a caschetto lungo.

Il Castello dei Conti dall’esterno è veramente bellissimo.

L’ingresso costa 6 euro, noi non siamo entrate perchè a quel che so l’interno è stato rimaneggiato e ristrutturato e non c’è più niente di originale dell’epoca.

E’ bellissimo comunque girare lungo il canale, ammirare i cigni e respirare la tipica atmosfera fiamminga di questa città.

Il fatto che ci siano nuvole, vento e una leggere pioggia non fa che accrescere il suo fascino malinconico.

Una tappa particolare che consiglio vivamente è il Museo Het Van Aljin, un piccolo museo di usi e costumi a Gand nel XX secolo.

L’ingresso costa 2,50 euro, noi eravamo lì domenica a mezzogiorno e ci hanno detto che la domenica fino alle 13 è gratis.

Meglio così! Merita comunque anche più di 2,50 euro perchè è una vera chicca.

Verso la fine del percorso museale c’è una sala in cui vengono proiettati diversi video.

Uno in particolare ci ha toccato il cuore, si chiama “C’est la vie”.

Vi dico solo che ho pianto come una fontana…Non vi anticipo altro! Una cioccolata calda perchè il freddo è inclemente e arrivederci Gand! Siamo tornate a Bruges verso le 18, era tutto già chiuso (ovviamente!), riposo e doccia e poi passeggiata verso il mitico ristorantino della sera precedente.

Cena sempre ottima, staff sempre più cordiale.

Dopo cena siamo tornate sul Markt e ci siamo prese una birra.

Incuriosite da quelle al gusto di frutta ne abbiamo provata una all’ananas: squisita! A me di solito non piace la birra, a volte assaggio quella bianca che è meno amara (qui si chiama Blanche Lambic) ma questa mi davvero piaciuta.

La consiglio a che come me non ama il gusto amarognolo della birra.

Questa è leggere, fresca, dolce ma non stucchevole (almeno quella all’ananas, le altre non so).

Peccato non si trovino in Italia! O forse meglio così, altrimenti diventerei birra-dipendente! Per salutare degnamente Bruges abbiamo deciso di fare un’ultima passeggiata lungo i canali.

Erano appena le 23 e la città appariva deserta…Sarà che era domenica sera, sarà che faceva un po’ freddo (ma non pioveva fortunatamente) fatto sta che eravamo le uniche per strada! Il silenzio era incredibile, l’atmosfera intorno al Lago dell’Amore (Minnewater) era onirica e spettrale, nel senso poetico del termine.

C’eravamo solo noi e i cigni! Sembrava una favola, un sogno! Verso mezzanotte siamo rientrate in ostello e crollate, la giornata era stata abbastanza faticosa! 10.3.2008 Lier Lier o Lierre (grafia antica), in fiammingo si pronuncia Liir ed è una piccola cittadina vicino ad Anversa.

Il treno ci ha messo 1 ora e mezzo circa da Bruges ed è stato rapido ed efficiente come tutti i treni belgi.

La tappa è stata voluta fortemente da me e le mie compagne di viaggio sono state così gentili da assecondarmi anche se la tappa non rappresentava per loro una grande attrattiva.

Alla fine della gita però sono rimaste entusiaste perché la cittadina è veramente incantevole e mi hanno ringraziata di averle trascinate lì! E’ in questa città che nell’ottobre del 1506 Giovanna e Filippo si sono sposati.

Siamo arrivati alla stazione e già la prima piacevole sorpresa: l’autobus dalla stazione al centro di Lier non si paga! Saliamo a bordo e chiediamo di poter fare il biglietto.

Ci rispondono che fino al centro è gratis.

Grazie mille! La tappa fondamentale è la chiesa di San Gommario, in cui si sono sposati i nostri eroi.

Arrivate lì davanti notiamo con grande disappunto che la chiesa è chiusa.

Ogni porta è chiusa, non c’è nessun cartello che giustifichi questa chiusura, solo quello canonico degli orari di apertura.

Giorno e orario corrispondono, dovrebbe essere aperta.

Come mai questo ostacolo imprevisto? Le mie compagne di viaggio cercano di non farmi pesare il loro fastidio, sono arrivate fin lì per farmi un piacere e il loro sacrificio è risultato vano.

Vedono che sono piuttosto affranta e cercano di consolarmi.

Sono molto dispiaciuta e penso che non ci voleva proprio questa chiusura.

Mentre mi rassegno ad incamminarmi con loro mestamente verso la stazione con la coda dell’occhio vedo uscire da un’entrata secondaria della chiesa un manovale con una carriola piena di calcina.

Nel giro di una frazione di secondo deciso di tentare l’impossibile: corro come una forsennata per 100 metri e mi infilo dentro la porta lasciata socchiusa dal manovale che stava scaricando il materiale in un camioncino parcheggiato lì davanti.

Durante la corsa penso tra me e me: “poco male se mi arrestano, lo faccio per Giovanna, devo entrare lì dentro”.

Entro e mi accorgo che la chiesa è in completa fase di restauro, ci sono calcinacci ovunque, ma nonostante ciò è veramente bellissima, più di quanto mi immaginassi.

Cerco di individuare al volo le vetrate con le effigi dei miei beniamini consapevole di avere solo un minuto di tempo.

Sento la voce del manovale che in fiammingo mi dice qualcosa che suppongo essere “signorina che diavolo fa, non lo vede che la chiesa è chiusa?”.

Mi si avvicina e balbetto qualche parola in inglese, lui mi guarda malissimo, sento che l’ho fatta grossa ma sento anche di essere nel giusto, di aver agito seguendo il cuore.

All’improvviso spunta un vecchietto da dietro una colonna e si avvicina a noi.

Mi chiede in inglese le mie motivazioni e le ascolta con interesse.

Gli spiego tutto con fervore, Giovanna, Filippo, i miei studi, i motivi della mia visita a Lier.

Evidentemente il mio entusiasmo deve avere qualcosa di contagioso perché comincia a sorridere, congeda il manovale che continua a guardarmi male e mi spiega che lui è il capo dei lavori di restauro, che posso restare quanto voglio dentro la chiesa e che anzi mi mostrerà lui stesso alcune opere.

Meraviglioso incontro e meravigliosa gentilezza fiamminga! Non sapevo come ringraziarlo e alla fine era lui a ringraziare me di essere venuta a Lier, era quasi commosso all’idea che una fiorentina fosse lì (mi ha detto che Firenze è la sua città preferita al mondo).

Nel frattempo le mie amiche sono entrate a loro volta e abbiamo visitato insieme la chiesa.

Anche loro sono rimaste impressionate dal bel complesso architettonico purtroppo poco considerato dalle guide turistiche.

Dopo la visita della chiesa, dopo aver ringraziato all’infinito il gentile signore, siamo andate a vedere un monumento particolare di Lier, la torre astronomica.

Pur essendo stata costruita nel XX secolo questa torre è molto interessante, segnala l’ora, le fasi lunari, le fasi planetarie, ed ogni giorno alle 12 c’è una piccola sfilata di automi sul lato destro.

Manco a dirlo noi per le 12 eravamo lì davanti! Poi siamo tornate alla stazione passeggiando lungo i canali che ricordano un po’ Bruges.

50 minuti scarsi di treno e siamo di nuovo a Bruxelles.

Andiamo a visitare la Cattedrale di San Michele e Santa Gudula, di cui ammiriamo in particolare le vetrate su cui sono ritratti Carlo V e sua moglie Isabella di Portogallo e altri sovrani dell’epoca.

Anche Notre Dame du Sablon è una bellissima chiesa ma purtroppo dell’interno è visibile soltanto una parte, sembra che tutte le chiese del Belgio siano in restauro! Dopo facciamo un giro in centro per rilassarci e dedicarci un po’ al meritato shopping.

Per cena ci procuriamo cibo al supermercato Delhaize e imbandiamo un pic-nic nella nostra stanza d’albergo.

Troppo stanche per uscire siamo crollate dal sonno!

11.03.2008 Bruxelles Appena sveglie siamo corse al Museo di Belle arti, la sezione antica e la sezione moderna sono comunicanti tra loro.

Ci si potrebbero passare delle ore…Noi ci siamo soffermate soprattutto sui quadri fiamminghi.

C’è un bel ritratto dei miei cari Giovanna e Filippo, veramente bello, mi sono fermata un quarto d’ora a guardarlo.

Interessante anche la parte moderna con Magritte, Dalì etc.

Vogliamo sfruttare al massimo quest’ultima giornata a Bruxelles così saltiamo la pausa pranzo (ci saziamo con un cartoccio di patatine fritte mangiato camminando, buone ma pesanti da digerire) e ci dirigiamo al Coudenberg, l’antico palazzo dei duchi di Borgogna (si, avete immaginato giusto, era la residenza di Filippo…) di cui rimangono soltanto gli scavi archeologici perchè andò distrutto nel 1700 purtroppo.

Gli scavi sono per appassionati…Per chi non si interessa di archeologia e/o di storia la visita può risultare piuttosto noiosa.

Però ovviamente a me è piaciuta e comunque non richiede che una mezz’oretta.

Ultima tappa : Anderlecht, non per la squadra di calcio ma per la casa di Erasmo da Rotterdam.

Ci si arriva velocemente in metropolitana ed è una tappa consigliata agli appassionati di filosofia.

Ci sono parecchi manoscritti, reperti dell’epoca e un adorabile giardinetto filosofico con le piante usate a scopo medicinale nel rinascimento e citazioni disseminate tra le aiuole.

Scegliamo per l’ultimo pranzo belga Exki, catena di fast food vegetariani, presente in tutto il Belgio.

Veramente da consigliare! Ci si serve da soli, si può scegliere tra varie zuppe, torte salate, frutta, yogurt etc, si spende poco, si mangia bene e soprattutto sano! Dopodichè a malincuore prendiamo la navetta e l’aereo di ritorno.

Non mi aspettavo così tanto dal Belgio sinceramente…Forse perchè è un paese che da noi italiani viene ingiustamente trascurato dal punto di vista turistico.

Si mangia benissimo, la vita non è affatto più cara che da noi, le persone sono cordiali e simpatiche, la gentilezza regna sovrana, le ricchezze artistiche sono notevoli.

Questa vacanza mi ha lasciato tanti bei ricordi, un grazie al Belgio che mi ha dato tanto. 🙂



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