Belgio on the road

Viaggio in auto tra arte e cultura, tra città note e paesini poco conosciti
Scritto da: evaluna278
belgio on the road
Partenza il: 03/01/2014
Ritorno il: 07/01/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Ascolta i podcast
 

3 gennaio 2014

Siamo partiti da Padova verso Treviso, dove ci aspettava il volo della Ryan Air (60 euro a testa a/r) prenotato circa un mese prima sul sito della compagnia. Purtroppo, la partenza è stata ritardata di oltre mezz’ora.

Siamo rimasti sorpresi per la poca attenzione al peso e dimensioni del bagaglio da parte di Ryan, nessuno pesa nè controlla bagaglio a mano e borsetta. Arrivati al Charleroi andiamo subito a prendere la nostra auto, prenotata con Autoeurope. La recuperiamo al bancone Thrify/Hertz. Avevamo prenotato una “Opel Corsa o similare” e ci hanno dato invece una Fiat 500…non so se sia proprio similare, anche perchè ha solo due porte anzichè quattro, ma a mio marito piaceva e quindi è andata bene così.

Sbrigate le formalità, siamo partiti per Audenarde, la nostra prima tappa, una piccola cittadina molto graziosa dove abbiamo potuto vedere, ance se solo dall’esterno, un famoso Belfroy, patrimonio Unesco, godendoci poi una bella passeggiata per la città. In centro c’è un ottimo negozio di formaggi, sembra una boutique, e la cortesia con cui siamo stati accolti è veramente da ricordare.

Quindi partenza per Gand, dove siamo arrivati nel tardo pomeriggio raggiungendo subito l’hotel Astoria, prenotato direttamente dal sito dell’hotel, (65 euro più 5 euro per il parcheggio), piccolo ma ben tenuto. La nostra stanza è piccola, dà sulla strada, ma è molto carina (con arredo stile impero), e molto pulita. Decidiamo di aggiungere anche la colazione (€ 10,00 a testa), inizialmente non prenotata. Dopo esserci sistemati siamo partiti per andare a piedi in centro, ma la pioggia violenta ci ha portato a scegliere il tram, la cui fermata è a circa 5 min. a piedi dall’hotel.

Arrivati in centro, grazie anche al fatto che ha smesso di piovere, iniziamo a passeggiare perdendoci tra stradine e vicoletti , e nella zona pedonale. La cittadina è molto bella, con case antiche che si affacciano sui canali, molto ben illuminate, ed una montagna di locali, brasserie e bistrot. Alla fine abbiamo deciso di cenare in un locale molto caratteristico, l’Amadeus, posto in pieno centro, in stile liberty, la cui specialità sono le costicine, anche con la formula dell’all you can eat. C’è poco per chi non mangia carne, ma una bella patata al forno aiuta a riempire lo stomaco. Il personale è molto cortese, il cibo buono, ma è meglio prenotare perchè è sempre molto affollato, più dai locali che dai turisti. Siamo poi tornati all’hotel a piedi, con una piacevole (anche se lunga) passeggiata lungo il fiume. Poichè la cittadina ci è piaciuta molto e volevamo visitarla meglio, abbiamo deciso di fermarci anche il giorno successivo.

4 gennaio

Iniziamo la giornata con una abbondante colazione, con pane, marmellate, torte e crema al cioccolato, tutto preparato dalla moglie del titolare dell’hotel, veramente ottimo. Decidiamo di fare la Ghent Pass (dal 1 gennaio 2014 costa 30 euro), che permette l’accesso alla maggior parte dei musei della città e libero accesso ai mezzi pubblici.

Prima sosta, il museo Stam: volevamo visitare solo l’esterno, perchè è un vecchio convento ristrutturato, ma alla fine abbiamo deciso di fare un giro anche dentro: meraviglioso! Ci sono reperti delle età antiche, ma soprattutto del medioevo, e poi la storia della città fino all’età moderna e contemporanea. Molto ben organizzato, anche se le didascalie sono tutte in lingua belga; per fortuna all’ingresso viene dato un piccolo libretto disponibile in varie lingue con la descrizione delle sale e della storia della città. Abbiamo continuato la nostra giornata camminando verso il centro, e lungo la strada abbiamo fatto una sosta alla St. Peters Abbey, per vedere il refettorio con gli affreschi medievali. Purtroppo c’è all’interno una mostra sulla televisione belga, e gli affreschi sono abbastanza comperti, li possiamo più che altro intuire.

Quindi ci siamo diretti alla Cattedrale di San Bovo (bell’esempio di chiesa gotica) al cui interno è conservato il meraviglioso dipinto (e solo questo vale l’ingresso alla chiesa) dell’Adorazione dell’Agnello, opera dei fratelli Van Eyck. Una parte del dipinto era in restauro, in un progetto di restauro che durerà alcuni anni, e d è stato possibile vederla dopo al Museum of Fine Arts, dove sono conservate opere di vari autori, soprattutto fiamminghi. Una piacevole collezione che permette di vedere l’evoluzione dell’arte pittorica in Belgio.

Sempre camminando, ci siamo portati al Castello, nella parte alta della città, e che, abbiamo scoperto, è molto ricostruito e poco originale, e dove purtroppo non possiamo avere le audioguide perché il personale, in modo poco cortese, ci dice che non c’è il tempo, anche se manca più di un’ora alla chiusura.

Infine siamo saliti sul Belfroy, al cui interno si vede il carillon e l’elemento dell’orologio e dalla cui cima si gode di uno spettacolare panorama.

Dopo aver passeggiato ancora un po’, benchè fosse ancora presto ci ci siamo fermati in un ristorante specializzato in fonduta, il Fonduehuiste. Purtroppo la fonduta è preparata minimo per due persone, quindi abbiamo mangiato quella di formaggio, e mio marito si è tenuto la voglia della bourguignonne. Nulla per vegani. Anche questo ristorante è frequentato molto anche dai locali, non solo dai turisti.

5 gennaio

Dopo la notte all’Astoria, siamo partiti molto presto per Brugge, città che ci era stata descritta in modo entusiatico.

E’ effettivamente una bella cittadina. Abbiamo parcheggiato in una strada fuori delle mura, non a pagamento, e dopo una breve passeggiata abbiamo raggiunto il centro.

Prima tappa, il museo delle patatine, con la storia delle patate e della loro diffusione in Europa, che si è conclusa con una sosta nel bar interno la cui specialità sono, ovviamente, le patatine!

Abbiamo visitato poi il museo civico, con una buona raccolta di pittori fiamminghi, e dopo un beghinaggio, utilizzato come tale fino ad alcuni anni fa, ora abitato da famiglie.

La cosa più piacevole della città è il passeggiare tra le stradine e i canali, pittoreschi e tranquilli, basta girare poco e si esce dai luoghi affollati, trovando scorci da cartolina.

Ripresa l’auto abbiamo raggiunto la sconosciuta cittadina di Mechelem, dove abbiamo alloggiato al Claythill Hotel, ricavato da un vecchio casolare ristrutturato. Ottimo hotel, pulito, silenzioso, moderno e che offre una buona colazione.

Per cena siamo andati al ristorante Elkerlijk, una sorta di agriturismo di lusso, un po’ caro, ma che offre prodotti locali, molti di produzione propria, e ottima birra. Si trova anche qualcosa per vegetariani e vegani (in particolare un piatto di verdure ai ferri condite con olio ed erbette veramente gustoso).

6 gennaio

Dopo una riposante notte ed una abbondante colazione, siamo ripartiti verso Anversa. Per strada abbiamo fatto una breve sosta ad Ekkle, piccolo paesino con un Belfroy che rientra tra quelli dichiarati patrimonio Unesco anche se è abbastanza recente. Purtroppo è lunedì, e la maggior parte dei musei sono chiusi.

Siamo riusciti a visitare solo la Cattedrale (€ 6,00 a testa per l’ingresso), uno splendido esempio di gotico, ricca di affreschi, ed in particolare tre dipinti di Rubens, uno dei quali però non è accessibile per lavori di ristrutturazione. C’era anche una mostra temporanea di dipinti che in passato erano in questa chiesa ma che ora sono nel museo di Anversa.

Poi abbiamo visto la piazza principale, ammirando dall’esterno il municipio e il belfroy, passeggiato sul lungo fiume e poi nella zona storica, dove abbiamo ammirato, sempre dall’esterno, la Chiesa di St Jacobs, un beghinaggio, la Stazione Centrale (molto bella), la Chiesa di San Carlo Borromeo, imponente ma che ha avuto varie distruzioni per incendi, un centro commerciale nella vecchia sala da ballo, il viale dello shopping, il teatro.

Prima di ripartire, abbiamo mangiato delle patatine da Max, friggitoria sita nella piazza principale e che è una istituzione tra i patatari.

Recuperiata la macchina, ci siamo recati appena fuori dal centro, su una via famosa per le case in stile liberty, spesso opera di architetti famosi, alcune delle quali sono molto belle, qualcuna ricorda Gaudi e comuque tutte hanno delle particolarità che rendono la passeggiata molto bella.

Siamo partiti quindi per Mechelem, dove abbiamo alloggiato al Martin’s Patershof, approfittando di una promozione trovata su internet (99 euro stanza con colazione e drink di benvenuto), spettacolare hotel costruito ristrutturando una vecchia cattedrale gotica. La nostra stanza si affacciava sul rosone della facciata, ed in camera avevamo una parte delle volte della chiesa. E’ decisamente un hotel di lusso, fuori portata se non si trovano occasioni come quella di cui abbiamo goduto, molto romantico e caratteristico. Ottima e abbondante la colazione.

7 gennaio

Dovevamo partire presto per Bruxelles, invece la passeggiata della sera prima ci aveva fatto venire voglia di visitare meglio anche Mechelem, e quindi abbiamo passeggiato, ammirando il municipio e l’ampia piazza, visitato la Cattedrale di S. Romualdo e la chiesa di St. Jans, dove si trova un dipinto di Rubens. Siamo partiti nel primo pomeriggio per Bruxelles. Avendo poche ore a disposizione, abbiamo parcheggiato sotto la Grote Platz, che che abbiamo ammirato, godendo dei vari palazzi che si affacciano sulla piazza, e poi abbiamo passeggiato fino alla stazione e da lì fino alla Cattedrale. Ovviamente il tempo era troppo poco, e possiamo dire di aver solo “assaggiato” la bellezza di Bruxelles.

Ripresala macchina e ci siamo diretti verso l’aeroporto, dove il volo della Ryan Air, puntualissimo, ci ha riportato in Italia.

Cinque giorni sono certamente pochi per visitare il Belgio, ma con la macchina si può uscire dal circuito più sfruttato e raggiungibile in treno per vedere anche piccoli paesi che sicuramente meritano.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche