Beautiful British Columbia

Breve ma intenso viaggio nell’Ovest canadese immersi nella natura
Scritto da: maddainviaggio
beautiful british columbia
Partenza il: 02/06/2016
Ritorno il: 13/06/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Un biglietto aereo a un prezzo da non perdere, un sogno da realizzare, ma solo 12 giorni di ferie. Decidiamo di raggiungere comunque Vancouver e di dedicare le giornate a disposizione alla scoperta della città e dell’isola, terminando con una puntata in montagna.

Partiamo il 2 giugno, volo AirCanada da Malpensa via Toronto: decolliamo alle 12.45 e saremo a Vancouver prima delle 20.00 dello stesso giorno, nonostante un totale di 13 ore di volo più lo scalo: il fuso orario di -9 ore gioca a favore!

Abbiamo prenotato on line l’auto, i B&B e i principali passaggi in traghetto per ottimizzare il tempo ed è stata una buona scelta, anche se l’afflusso turistico non è ancora molto forte; l’alta stagione inizia il 21 giugno e con essa alcuni servizi che in questo periodo non sono ancora attivi, come alcune tratte di BC Ferries.

1° GIORNO

Appena atterrati ritiriamo l’auto prenotata alla Thifty tramite Auto Europe, per un totale di circa 60 euro al giorno comprese le assicurazioni e l’eventuale assistenza stradale; abbiamo diritto a un’auto piccola, ma di loro iniziativa ci consegnano una comodissima VW Tiguan… bene! Il navigatore ce lo siamo portato da casa, avendo acquistato la scheda con le mappe canadesi: comodo, economico e le indicazioni sono in italiano! Riusciamo quindi in 20 minuti e senza difficoltà a raggiungere la nostra prima tappa: Douglas Guest House sulla 13ma strada, nella zona chiamata Mt Pleasant. Il quartiere è molto bello e tranquillo e la Guest House è una splendida casa edoardiana ristrutturata. Troviamo chiavi e istruzioni nella cassetta della posta e prendiamo possesso della nostra camera. Possiamo lasciare l’auto nel parcheggio privato, che è molto utile perché in tutta la zona non ci sono parcheggi pubblici gratuiti e domani abbiamo intenzione di girare in città senza macchina. Usciamo subito per trovare un posto per la cena, cosa molto facile nella zona: sia su Main st che su Cambie st (ancora più vicina!) ci sono moltissimi locali: optiamo per un ristorante giapponese (il cibo orientale è presente dovunque in città) e ci godiamo la nostra prima serata di vacanza.

Alla mattina il jet lag si fa sentire: alle 7 siamo già pronti e facciamo una passeggiata nel quartiere residenziale, pieno di casette colorate e giardini fioriti. Alle 8.30 siamo pronti per un goloso breakfast sulla terrazza, in pieno clima estivo! Iniziamo quindi la nostra esplorazione della città; potremmo prendere il metro, poiché la fermata è a pochi metri, ma decidiamo di scendere in centro a piedi. In poco più di mezz’ora siamo già “downtown”: il paesaggio urbano cambia e siamo in mezzo a edifici altissimi, nuovi e sfavilllanti. Facciamo una prima tappa all’“Engine 374 Pavillion” (presso il Roundhouse Community Arts & Recreation Centre) dove è esposta la locomotiva a vapore del primo treno transcontinentale che ha raggiunto Vancouver nel 1887.

Da lì decidiamo di dirigerci al mercato coperto di Granville Island, prendendo uno degli Aquabus colorati che fanno la spola sul False Creek collegando i vari punti della baia. Divertente e comodo! Il mercato di Granville è bellissimo e pieno di cose buone esposte ad arte… ci perdiamo passeggiando al suo interno e facendo qualche assaggio. È ancora presto, sennò non ci perderemmo una visita guidata con assaggi alla Granville Brewery, una delle tantissime microbreweries della BC: avremo infatti occasione di bere diverse ottime birre durante tutta la nostra permanenza.

Per tornare in centro, dopo essere nuovamente sbarcati a Yaletown, proviamo anche il Metro di Vancouver – efficiente come tutto il resto – e in pochi minuti siamo a Waterfront. Il paesaggio cambia ancora, si vedono le montagne al di là del Burrard Inlet e sulla sinistra il verde di Stanley Park. Dopo una passeggiata su Canada Place e la foto di rito al braciere olimpico delle Olimpiadi invernali 2010, iniziamo la lunga e piacevole camminata (circa 5 km) che ci porta fino ai pali totemici all’interno di Stanley Park: primo assaggio di cultura First Nations, sono parte integrante del paesaggio in molte zone del Canada e avremo modo di vederne moltissimi durante il nostro viaggio.

Per rientrare in centro scegliamo il bus, direzione Gastown. L’autista si offre di indicarci la fermata e si rivela simpatica e cordiale come la maggior parte delle persone con cui avremo occasione di parlare per chiedere informazioni. In un’occasione, scoprendo che veniamo da lontano, ci viene offerto il viaggio dall’autista stesso! In generale l’attitudine e l’educazione della gente ci colpiscono molto favorevolmente: sempre sorridenti e disponibili, in auto autisti educati e tranquilli, attenti e collaborativi se solo si accorgono che potresti avere bisogno… davvero un bagno di civiltà in questo senso.. per non parlare della pulizia della città e dell’attenzione all’ambiente!

Tornando all’itinerario: dopo aver cambiato qualche euro in dollari in un ufficio cambio di Pender St (cambio decisamente più favorevole che in Italia, anche se il contante serve poco perché la carta di credito è accettata dovunque e per qualunque importo), decidiamo per la più turistica delle attività, cioè la salita al Vancouver Lookout, la torre che con i suoi 168m di altezza consente una bellissima panoramica della città dall’alto. Nessuna coda in biglietteria e solo 40’’ di ascensore per arrivare all’Observation Desk… direi che ne vale la pena! Il biglietto costa 16,25 CAD (all’incirca 12euro) e può essere riutilizzato nella stessa giornata fino alla chiusura, se si vuole ammirare la città con luci diverse.

Scesi dall’osservatorio, attraversiamo a piedi il vecchio quartiere di Gastown, passando dall’orologio a vapore e dalla statua di Gassy Jack (davanti al presunto primo pub della città). Water St è un susseguirsi di locali e di negozi ed essendo venerdì si va animando per la serata: sono circa le 18, il che significa per i canadesi praticamente ora di cena! Ancora un ultimo sforzo: attraversiamo Chinatown (Vancouver ha un’altissima percentuale di popolazione asiatica) e arriviamo in Main St. qui non è difficile trovare un pub o un ristorante (soprattutto asiatico, appunto!) per una cena e una buona birra.

2° GIORNO

Il nostro programma in origine prevedeva di andare a Capilano, per attraversare il ponte sospeso, ma sia ciò che leggiamo sulla guida (Lonely Planet/EDT Canada Occidentale) sia i suggerimenti ricevuti in loco ci convincono a raggiungere il Lynn Canyon Park a North Vancouver, dove si possono percorrere bellissimi sentieri, fare il bagno nel fiume e camminare su un ponte sospeso, probabilmente meno spettacolare di quello di Capilano, ma in un ambiente incontaminato, gratis e senza code!

Dopo una bella passeggiata, è ora di mettersi in macchina alla volta di Tsawwassen, dove prenderemo il ferry per Victoria. Abbiamo prenotato nel sito BC Ferries ed è tutto molto semplice. Inoltre al check in ci viene proposto di salire sul traghetto che salpa prima. La traversata è tranquilla e panoramica e sbarchiamo a Swartz Bay in un caldissimo pomeriggio. Percorriamo velocemente la mezz’ora di strada che ci separa dalla città e la prima tappa è il Victoria Public Market, dove optiamo per un pranzo messicano all’ombra e al fresco. A metà pomeriggio raggiungiamo il B&B prenotato, Lavigne’s Gourmet. Si tratta di una casa privata molto carina dove siamo i soli ospiti di una simpatica coppia di ex bancari che ha lasciato l’Ontario per dedicarsi a questa attività anni fa. Da Saanich al centro città ci sono circa 5 km, ma girare in macchina non è mai un problema perché non c’è traffico e ci sono moltissimi parcheggi pubblici. La serata estiva e tiepida invoglia a passeggiare senza una meta particolare.. nella zona del porto all’imbrunire si gode la vista del palazzo del Governo illuminato da una miriade di lampadine e ci sono musicisti, bancarelle e locali aperti lungo i moli… molto piacevole e rilassante.

3° GIORNO

La giornata inizia con una suntuosa colazione, così scopriamo il motivo della dicitura “Gourmet” nel nome del B&B: il titolare ha un diploma di chef e gli piace offrire colazioni varie e creative ai fortunati ospiti. Alle 9.30 siamo in Warf St, agli uffici di Springtide Whale Watching&Eco Tours: abbiamo prenotato un’uscita per le 10 e la giornata è proprio ideale: il mare è un olio, il tempo splendido.. infatti le tre ore sullo Zodiac alla ricerca delle orche e delle balene saranno indimenticabili! In realtà, di balene non ne incontriamo, ma ci imbattiamo in un branco di circa 12 orche stanziali, tra cui un maschio enorme e una femmina con il cucciolo e seguiamo per circa un’ora e mezza lo spostamento degli animali lungo la costa, rimanendo comunque ad una distanza adeguata per non interferire con la loro rotta. Ci siamo diretti verso nord e siamo stati subito molto fortunati. Inoltre il panorama è eccezionale, con il mare calmo, cielo azzurrissimo e il Mt Baker (già USA) sullo sfondo. È un’esperienza da non perdere se si viene fin qui: è abbastanza costosa (circa 110CAD a persona), ma ne vale davvero la pena; ripeterei la scelta del gommone anziché della barca più grande per il contatto maggiore con il mare… e poi è stato divertente calarsi nelle tute galleggianti e impermeabili… sembrava una vera spedizione 😉 Ripeterei anche la scelta dell’agenzia: molto organizzati, cordiali e simpatici e la nostra guida è stata brillante , ma preparata, attenta e rispettosa della natura e degli animali. Siamo stati davvero bene! È ora di pranzo e ci rassegniamo volentieri alla lunga coda per una porzione di fish&chips nel posto più famoso di Victoria, “Red Fish Blue Fish”. È solo una baracca sul molo, ma c’è coda a tutte le ore e il motivo si svela presto: pesce e patatine buonissimi con vista sul porto turistico..impagabile! Per smaltire il pranzo non proprio leggero, ci avviamo per una passeggiata lungo mare verso Fisherman’s Warf, pittoresco porticciolo con locali, negozietti e tante case galleggianti colorate. Nel porticciolo c’è sempre qualche foca che reclama cibo ai turisti: ormai sono quasi animali ammaestrati, ma strappano di sicuro un sorriso. Tornati in centro, ci rinfreschiamo con una birra al Garrik’s Head Pub, che già ieri ci era piaciuto molto. Il bancone con oltre 40 spine di birra è unico e i tavoli all’esterno consentono una pausa tranquilla e piacevole. Tornati “a casa” approfittiamo della bella terrazza che si affaccia sul giardino per goderci il fresco (incredibile il caldo che abbiamo sofferto oggi, non l’avrei mai detto..30° in Canada ai primi di giugno!) in compagnia di qualche colibrì che svolazza con il rumore di un piccolo elicottero.

4° GIORNO

La colazione non delude nemmeno oggi: buona, bella e ben presentata! Siamo pronti a ripartire, destinazione Ucluelet, costa occidentale dell’isola. Dopo circa un’ora di strada facciamo un prima tappa a Cowichan Bay, uno dei primi insediamenti dell’isola che mantiene ancora il fascino del villaggio di pescatori. La seconda tappa, dopo un altro centinaio di chilometri, è Coombs, famosa per l’Old Country Market e per i tetti d’erba su cui pascolano le capre. Il mercato è proprio ricco di offerte di prodotti alimentari , con una parte dedicata solo alla frutta e alla verdura: facciamo la spesa e usciamo con una scatola piena di cibo, per oggi e anche per qualche prossimo pic nic improvvisato. Intanto si affacciano dal tetto tre capre: ci sono davvero! Facciamo ancora una sosta, poco dopo Coombs, al Cathedral Trail, sentiero nel bosco in mezzo ad alberi immensi e secolari, quindi riprendiamo la strada, che è veloce e scorrevole almeno fino a Port Alberni, poi diventa un po’ più tortuosa negli ultimi 70 km.

Raggiungiamo Ucluelet intorno alle 16.30, il B&B che abbiamo scelto (Liahona Guest House) è perfetto: camera con accesso indipendente arredata con gusto, in una struttura moderna ma perfettamente integrata nella natura.. facciamo il check-in e già siamo pronti per la prima escursione: Wild Pacific Trail al tramonto. Si tratta di un anello (Lighthouse Loop) che si percorre in meno di un’ora, ma le soste per fare foto sono continue, perché la vista sull’oceano è mozzafiato e il faro particolarmente fotogenico! Il sentiero è semplice e perfettamente segnalato, in mezzo alla foresta che si apre in piazzole a picco sul mare; pare sia un posto ideale per lo Storm Watching, ma la serata è calma e dagli scogli salgono solo pochi sbuffi di schiuma. La cena sarà da Hank’s, piccolo ristorante BBQ con cibo buono e particolare e ottima scelta di birre.

5° GIORNO

Mattinata un po’ nuvolosa e grigia, peccato.. oggi ci muoviamo in direzione di Tofino e della Pacific Rim National Park Reserve, con le sue lunghe spiagge e le onde da surfisti… speriamo che il tempo migliori! Nei 34 km che separano Ucluelet da Tofino, lungo la Highway 4, si incontrano varie punti di accesso ai sentieri e i relativi parcheggi: decidiamo di fermarci a Schooner Cove e di fare la passeggiata che in circa un’ora ci porta alla spiaggia, lungo il sentiero intervallato da passerelle e scalinate in legno all’ombra delle altissime piante della foresta pluviale. Se vi piacciono gli alberi, il Canada sarà il vostro posto preferito. Quando arriviamo a Tofino in cielo si comincia a vedere qualche squarcio di azzurro e allora… oggi kayak! Chiediamo informazioni a “Remote Passages”, agenzia che ha sede in una caratteristica casa rossa sul mare, e decidiamo di affidarci alla loro disponibilità e simpatia e prenotiamo l’escursione per il primo pomeriggio (subito dopo mi rendo conto che era anche l’agenzia raccomandata dalla nostra guida, meglio così!). La gita concordata prevede di pagaiare attraverso il Clayoquot Sound, sbarcare su Meares Island per percorrere il Big Tree Trail e rientrare dopo circa 4 ore. Il tutto per un totale di 82 CAD a persona, compresa una breve lezione tecnica sull’uso del kayak e un briefing con carta nautica, molto chiaro e serio. È stata un’esperienza bellissima!

Il cielo è diventato di un blu intenso e il mare tra le isole è calmissimo, incrociamo piccoli delfini e molte aquile dalla testa bianca, remiamo in un paesaggio splendido, camminiamo nella foresta fino al cedro rosso più antico del Canada, che si dice abbia 1500 anni. Prima di rientrare a Ucluelet ci fermiamo nuovamente nel parco, a Long Beach, che fa onore al suo nome con una distesa di sabbia a perdita d’occhio (c’è anche bassa marea). Camminiamo per un po’ sulla spiaggia, ammiriamo il coraggio dei surfisti (la temperatura dell’acqua è circa 10°) e ci godiamo lo splendido tramonto. Per la cena (abbiamo fatto acquisti al supermercato) decidiamo però di rientrare a casa: il vento è freddo e il clima non adatto a un pic nic..meglio mettersi al coperto.

6° GIORNO

Partenza molto presto in direzione nord: abbiamo un traghetto prenotato da Port McNeil ad Alert Bay nel primo pomeriggio e 450 km da percorrere. L’orario e il conseguente poco traffico (ancora meno del solito!) ci regalano un incontro emozionante qualche chilometro prima di Port Alberni: un coppia di orsi attraversa la strada e uno di loro si attarda sul muretto che la costeggia prima di sparire di nuovo nel bosco, lasciandoci il tempo di scattargli un paio di foto. Ci accadrà di nuovo: questa volta si tratta di una mamma con il cucciolo, sulla strada che collega la Highway 19 a Telegraph Cove, ma si allontanano immediatamente. E nel frattempo abbiamo incontrato una maestosa coppia di alci.. incontro fugace , ma anche questo emozionante. Lungo il tragitto ci siamo intanto fermati per un caffè a Campbell River, che peraltro non ci sembra tappa degna di particolare nota. Ripartiti da lì, la strada si allontana dalla costa e attraversa una zona montuosa. Unico punto di rifornimento carburante a Woss: bisogna approfittarne per non rischiare di rimanere a piedi: noi siamo arrivati a Port Mc Neil ormai agli sgoccioli, a Telegraph Cove non c’è nulla! Comunque ce la facciamo e verso le 11 siamo a Telegraph Cove, ma il tempo purtroppo non ci assiste e piove. Il villaggio in legno incastonato nella baia con le passerelle su palafitte sarebbe più fotogenico in una bella mattina di sole, ma ci dobbiamo accontentare!

Arrivati a Port McNeil abbiamo tempo per una passeggiata lungo i moli in attesa del traghetto che ci porterà ad Alert Bay, su Cormorant Island. Quando sbarchiamo dopo la breve traversata, ci sembra quasi di aver cambiato dimensione. Alert Bay è un piccolo villaggio i cui abitanti (ca 1500) sono per la maggior parte ‘Namgis First Nation, appartenenti alla tribù Kwakwaka’wakw. Ci rendiamo quasi subito conto che avremmo potuto lasciare la macchina a Port McNeil: l’isola è lunga 4 km, larga 1 km nel punto più stretto e tutto si può raggiungere a piedi… soprattutto il nostro albergo, Seine Boat Inn, che si trova a un centinaio di metri dal molo del ferry. La camera è perfetta: tutta in legno, con porta finestra che dà sul mare, attrezzata con spazio per cucinare. Il silenzio domina tutto, di sicuro dormiremo bene! Facciamo una prima passeggiata esplorativa e dal lungomare ci soffermiamo ad ammirare il Namgis Burial Ground, cimitero caratterizzato dai pali totemici. Si possono fare foto dall’esterno ma non si può entrare, per rispetto alla sacralità del posto, in questo spazio bello e misterioso su cui aleggiano le anime dei nativi.

7° GIORNO

Imperdibile la visita all’U’mista Cultural Center, con la sua bellissima esposizione di maschere e oggetti sacri utilizzati per i “potlatch” (feste). Ci dirigiamo subito lì, facendo una bella camminata sul lungomare, la giornata è di nuovo soleggiata, i colori del cielo e dell’acqua magnifici. Lo scopo di questo centro culturale è quello di far conoscere e assicurare la sopravvivenza di tutti gli aspetti dell’eredità culturale dei Kwakwaka’wakw e l’esposizione è arricchita da interessanti filmati. La visita richiede circa un’ora e mezza. Dietro il museo parte un sentiero (non molto ben segnalato, in realtà, soprattutto perché poco frequentato e quindi in molti tratti invaso dalla vegetazione), che ci consente di fare il giro della punta nord occidentale dell’isola e di ritrovarci su una magnifica spiaggia di ciottoli deserta, in compagnia di due aquile di mare.. solo mare calmo e silenzio.

Sbuchiamo poi nella parte nord di Cormorant Island, nei pressi della Big House (l’edificio dove si svolgono le feste dei nativi) accanto alla quale si staglia uno dei pali totemici più alti del mondo. In circa mezz’ora siamo di nuovo ad Alert Bay e ci godiamo un caffè sulla terrazza della Cultural Shock Interactive Gallery, piccolo gift shop con esposizione e vendita di prodotti di artigianato locale, t-shirts e accessori. Qui il tempo scorre lento e tutto invita al relax. Dopo aver fatto la spesa nell’unico piccolo supermercato, ci prepariamo uno spuntino da mangiare sulla terrazza del nostro albergo godendoci gli ultimi raggi di sole e dopo cena rimaniamo senza parole ammirando uno dei tramonti più incredibili che abbiamo mai visto.

8° GIORNO

Sveglia all’alba per prendere il primo ferry… prima delle 15:00 dobbiamo essere a Nanaimo dove ci aspetta un altro traghetto che ci riporterà sul continente. In realtà arriviamo ancora più presto, perché oggi il tempo è temporalesco e non invita a fare molte tappe. La strada scorre veloce e ancora una volta riusciamo a salire sul traghetto che parte prima. Come le altre, anche questa traversata è molto bella e Horseshoe Bay, dove approdiamo, è estremamente scenografica. Da qui imbocchiamo subito la Sea-to-Sky Hwy (Hwy 99) che in poco più di un’ora porta dal mare al cuore delle montagne. È un percorso famoso per i suoi paesaggi e, soprattutto nel primo tratto, offre punti di vista fantastici sull’oceano sottostante. Ci fermiamo nei pressi di Shannon Falls, dove un facile sentiero ci conduce alla cascata alta più di 300m. Dopo questa passeggiata di un’oretta, risaliamo in macchina diretti a Whistler, che dista circa 60 km. Il villaggio ha ospitato molte delle gare delle Olimpiadi Invernali del 2010 ed è una delle più importanti località sciistiche del Nordamerica. La zona pedonale ha un interessante design urbanistico ed è piena di negozi, ristoranti e locali. Abbiamo mangiato un ottimo hamburger allo Splitz Grill e dormito al Crystal Lodge, grande albergo in centro, molto comodo come posizione, ma niente di speciale come struttura.

9° GIORNO

Piove, peccato! Decidiamo di concederci una golosa prima colazione da Purebread a Function Junction. Questa rinomata panetteria (c’è una sede anche nel Village) produce tantissimi tipi di pane e di dolci e offre un piccolo spazio per bere un caffè. L’ambiente è molto carino e le commesse simpatiche.. intanto aspettiamo che spiova… Appena il tempo migliora un po’, partiamo per una passeggiata nel Garibaldi Provincial Park, anche se l’orario non ci consentirà di raggiungere il Garibaldi Lake, che pare essere molto scenografico (non so quanto in una giornata come oggi, in verità). Camminiamo comunque fino al km 5 (ci sono le paline delle distanze, il percorso completo è di 9 km) sul sentiero che si arrampica gradatamente in mezzo al bosco di altissimi abeti di Douglas, con la nebbia che sale in mezzo agli alberi… quasi quasi mi aspetto di veder comparire un elfo del bosco o qualche altra creatura da fiaba… Quindi ci rimettiamo in macchina alla volta di Vancouver, facendo tappa al Lighthouse Park, dove una bella e breve passeggiata conduce al faro di Point Atkinson. Da lì, proseguendo su Marine Drive, raggiungiamo la città e il suo traffico pomeridiano: l’attraversamento del Lions Gate Bridge e del centro cittadino è a rilento, ma intanto ci godiamo un po’ di paesaggio urbano e diamo un’occhiata superficiale alla parte della città che non avevamo percorso il primo giorno (in particolare la zona più commerciale di Robson St e dintorni, tutta dedicata allo shopping). La nostra meta è Richmond, a sud di Vancouver e a 15’ dall’aeroporto: ultima notte in Canada, domattina si vola verso casa! Abbiamo una prenotazione allo Stone Hedge B&B, che si rivela un’ottima scelta, con le sue camere pittoresche e una bella piscina in giardino. Il proprietario, molto cordiale e simpatico, ci suggerisce (e prenota per noi) un ristorante di pesce nel quartiere di Stevenson, dove passiamo una bellissima serata, sia per la qualità della cena che per la possibilità di passeggiare sui moli del Fisherman’s Wharf con la luna piena: un regalo per la nostra ultima serata di vacanza!

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