Bazzicando nell’ICHNUSA di cosa sud ed est

Quest'estate io ed il mio ragazzo abbiamo deciso di gustarci un pò di Sardegna del Sud (detta "Ichnusa" in arabo). Così mi sono scaricata parecchi consigli,ottimi, disponibili su questo sito, sulla zona sud-ovest ed abbiamo prenotato una stanza in un B&B a Santa Margherita di Pula. Premetto che la costa sud ci è sembrata CARISSIMA, sia in...
Scritto da: altramonto
bazzicando nell'ichnusa di cosa sud ed est
Partenza il: 08/08/2009
Ritorno il: 22/08/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Quest’estate io ed il mio ragazzo abbiamo deciso di gustarci un pò di Sardegna del Sud (detta “Ichnusa” in arabo). Così mi sono scaricata parecchi consigli,ottimi, disponibili su questo sito, sulla zona sud-ovest ed abbiamo prenotato una stanza in un B&B a Santa Margherita di Pula. Premetto che la costa sud ci è sembrata CARISSIMA, sia in bassa che in alta stagione, Villasimius aveva prezzi improponibili ed anche molte strutture di Pula non scherzavano! In seguito a parecchie ricerche in internet, abbiamo trovato una soluzione in bed and breakfast accettabile per le nostre tasche.

Ci siamo imbarcati a Civitavecchia, siamo approdati con gran ritardo dodici ore dopo circa ad Olbia ed in tre orette di macchina siamo arrivati a destinazione. Santa Margherita è una località immersa nella pineta di Pula, che si trova a 30 chilometri da Cagliari. Il B&B “Villa Margherita”, faticosamente individuato, è una delle strutture più accoglienti e calorose che abbiamo conosciuto. La titolare è una persona disponibile e molto cortese: lo consigliamo ASSOLUTAMENTE!!!!!! Santa Margherita non è che una “frazione” di Pula in realtà, costellata di villette che vengono abitate solo d’estate, campeggi e lussuosi resort. Ci sono inoltre parecchi ristoranti (consigliamo “Corte Noa”, una fazenda sarda e “Bacchixeddu”), agriturismi ed un paio di discoteche, frequentate si e no il sabato sera. Si può dire una zona molto tranquilla, salvo le immancabili code che prendono il via la mattina e la sera per raggiungere le affascinanti spiagge della “Laguna di Chia”, Teulada ( zona di Capo Spartivento) e Porto Pino. Armata delle “Guide per caso”, ho trascinato il mio ragazzo un pò dappertutto: i primi giorni abbiamo visitato Pula e Nora (sito archeologico posto a strapiombo sul mare di Pula – http://www.Nora.It/. Nora si visita in due orette, il biglietto di ingresso costa circa 5 euro a persona e comprende l’accompagnamento di una guida, molto competente, per circa mezz’ora tra i ruderi di questa “cittadina” fenicio-punica-romana e l’ingresso al museo di Pula. Il sito di Nora non è propriamente intatto, ma si possono gustare un teatro, dei templi e dei mosaici facenti parte delle villazze delle persone benestanti che abitavano la cittadina, alcuni già restaurati altri prossimi ad una ricostruzione, veramente molto belli. Da Nora ci si può incamminare per visitare il “faro” di Pula, che in realtà è chiuso ma in una posizione strategica per gustarsi la costa.

Le spiagge di Pula non sono eccezionali, anzi…Solo quella “sotto” il sito di Nora, omonima, è graziosa, un pò scogliosa ed anche abbastanza frequentata. Dietro la spiaggia c’è la chiesa di Sant Efisio, spoglia ma molto carina e ben posizionata. C’è anche il bar, ristorante e pizzeria “Nora Beach Palm”, dove una sera siamo stati per una “pizzata” con tutti gli altri ospiti del B&B- E’ un ristorante OTTIMO E PER NIENTE CARO. Consiglio di gustarsi del pesce od una fantastica pizza (quella barbaricina è divina). Lo sconsiglio nelle vesti di bar durante il giorno: il personale è poco e non sta dietro all’afflusso di gente che arriva nell’ora di pranzo. In sostanza, incappataci per un panino, dopo mezz’ora di tentativi di ordinazione, me ne sono andata a mani vuote…..

La cittadina di Pula è graziosa. Ci sono un paio di piazzette con trattorie e bar, che la sera ospitano concerti e qualche ballo (c’è un fitto programma estivo che prevede animazioni quasi tutte le sere).

Nel week-end, specialmente la sera, Pula e dintorni si riempiono e diventa difficile persino CENARE. Il ristorante in cui sembra si trova quasi sempre posto, nonostante il servizio molto lento e la non eccellenza della cucina, è “Murales”, in piazza a Pula, oppure ci sono “Su foxixeddu” e “Da Giancarlo” ma per cenarvi è NECESSARIO PRENOTARE OD ARRIVARE APPENA APRONO, verso le 19,30-20 per trovare posto.

Delizie marine invece sono tra Chia e Porto Pino. Chia è in sostanza una laguna, facente parte del Comune di “Domus de Maria”, articolata in calette e spiagge. Si parte da “Sa colonia”, dall’acqua trasparente e gradevole, a “Su Giudeu”, trasparentissima, che proprio dietro di sè ospita uno stagno con molti fenicotteri; si prosegue per “Cala Cipolla”, che è molto piccola e sovraffollata (l’acqua da cristallina nel pomeriggio diventa olivastra). Accanto a tutte le spiagge (Su Giudeu è la più estesa e vivibile) ci sono parcheggi attrezzati a pagamento (5 euro per l’intera giornata). Consiglio di non “tentare” di parcheggiare altrove perchè fioccano multe a tutto spiano. Se si prosegue, lasciando sulla sinistra queste calette e dirigendosi verso Teulada, si trovano STUPENDE SPIAGGE, ancora più belle delle prime: quella di SA Tuerredda, CHE E’ DIVINA, e “PISCINNI'”, poco meno divina. A SA Tuerredda la sabbia è bianchissima e l’acqua assume diverse tonalità di azzurro, in alcuni punti sembra di stare in una piscina. E’ definita una delle migliori spiagge della Costa Sud, accanto a quella di Porto Pino ed alcune in zona est (verso Villasimius). E’ sicuramente da visitare: per assaporarcela a pieno abbiamo noleggiato un pedalò, con il quale abbiamo raggiunto l’isolotto immediatamente di fronte alla spiaggia e ci siamo avvicinati al promontorio sulla destra della spiaggia, che termina con una delle tante torrette di avvistamento sparse per la costa del sud. Il paesaggio, arricchito da barche e barchette, nell’insieme è stupefacente. Anche in queste due zone ci sono diversi parcheggi, che si riempiono dalle 9 alle 11 della mattina. Costano dai 5 agli 8 euro per le auto, dopo le 10,30-11 capita che il posto sia introvabile ed i vigili “intimino” di andare altrove. Sa Tuerredda è frequentatissima: un giorno, percorrendo la costa per andare verso Teulada, gettando uno sguardo verso Tuerredda non riuscivamo a vedere più un solo metro di sabbia, da tanto la spiaggia era INTASATA di bagnanti.

Piscinnì è poco meno popolare e comunque molto bella, un pò algosa forse. DA ipercritica quale sono, ricordo anche che entrambe sono CARISSIME, non solo nel parcheggio ma anche nei chioschi che vi si trovano. Chia non è una zona economica, a tanta bellezza naturalistica corrisponde il costo esorbitante di alloggi e merce delle attività commerciali.

Nella zona di Teulada (paese molto simile a Pula) oltre a queste due spiagge c’è “Cala zafferano”, descritta come stupenda, azzurrissima e bianchissima, ma inaccessibile. Lo è in quanto a Teulada parte della costa è sottoposta a vincoli militare, visto che ospita una sede “Nato” predisposta per le esercitazioni militari dei paesi che chiedono alla Nato di potersi “allenare”. Solitamente l’area da giugno a settembre è chiusa per i militari ed aperta ai turisti ma quest’anno solo la zona delle “Dune Bianche” (Spiaggia di Is Arenas) era accessibile, Cala Zafferano no. Un giorno abbiamo raggiunto la tanto decantata spiaggia di Porto Pino. Per raggiungerla si possono percorrere le strade più interne oppure la costa. Sono egualmente ricche di tornanti, tuttavia seguire la costa apre ad un panorama molto più bello che non quello costantemente aspro e brullo dell’entroterra.

A Porto Pino la prima cosa che abbiamo notato è l’assoluta incoerenza dei cartelli stradali, che indicano “dritti per il mare”, “a sinistra per la spiaggia” e cose del genere. Siamo casualmente incappati nel sentiero che porta a Porto Pinetto (costa scogliosa ma di un azzurro fosforescente) ed alla “Grotta dei baci”, raggiungibile in barca. Facendo retro marcia per puntare ad una spiaggia più sabbiosa, quindi seguendo il cartello “PORTO PINO”, siamo arrivati all’estremità più a nord della bianchissima spiaggia di Porto Pino. Infatti la spiaggia è lunga tre chilometri: più a nord è molto bella ed affollata, più a sud, verso Teulada, ospita le famose dune alte circa tre metri, popolari per essere le più alte d’Europa e dare al paesaggio le sembianze di una zona desertica “a picco sul mare”. Questo però l’abbiamo scoperto tardi…Da Nord vedevamo la maestosità delle dune, ma erano a tre chilometri di distanza SOTTO IL SOLE COCENTE, quindi quel giorno ci siamo goduti l’acqua azzurrina e bassa per diversi metri da riva, di Porto Pino. C’era molto vento, gran parte degli ombrelloni, incluso il nostro, dopo strenue lotte ha ceduto. Quindi per non restare sulla spiaggia in balia della sabbia sollevata dal vento, abbiamo passato la giornata in mare! Nonostante non sia l’estremità più suggestiva della spiaggia, dalle 10 alle 16,30 circa flotte di turisti hanno continuato ad affollare il lido. Pochi giorni dopo abbiamo studiato meglio il percorso, in modo da raggiungere le dune. Abbiamo realizzato che sono accessibili nell’ultimo tratto che da Teulada porta a Porto Pino, quindi, dopo aver percorso tutta la costa (molto bella!) che da Pula porta a Porto Pino, abbiamo varcato il cancello che “apre” la zona militare. Sul cancello c’è un cartellone enorme che segnala l’entrata alla spiaggia di “Is Arenas, le dune bianche”, abbiamo percorso 6 chilometri in auto, attraversando gran parte del campo militare, sterrato, bruciato, costellato di rifugi nascosti, altri 650 metri a piedi e siamo giunti nel deserto che da su un mare STREPITOSO: NON C’E’ PARAGONE con la parte di spiaggia accessibile da Porto Pino. L’acqua è di un azzurro caraibico, la sabbia è bianchissima ed il vento era piacevole, non eccessivo.

Dalle 9 alle 12 circa in cima alle lune (altissime, incredibili!) ci sono 2 poliziotti che sorvegliano che i bagnanti rispettino il divieto di varcare la soglia e salire sulle dune (aspramente multato), dalle 12 alle 16 però i poliziotti vanno in pausa e si può assaporare l’emozione di salpare le dune desertiche, ammirare il mare dall’alto…E’ una sensazione stupenda. Grazie alle “Guida per caso” ed ai consigli di un nostro simpaticissimo “vicino di camera”, un giorno siamo andati alla spiaggia di Perdalonga, che merita una visita! La sua unicità sta nell’essere tanto bella quasi quanto Tuerredda ed al contempo piccola, poco affollata. Perdalonga è costituita da tre calette, una sabbiosa e due scogliose, posta poco prima di Tuerredda. Sulla strada principale che da Domus de Maria va verso Teulada, a sinistra è posto un cartello che la segnala: si parcheggia in parte alla strada, ci si imbatte in un cancello privato ma lo si costeggia tramite un sentiero e si arriva a destinazione. La “pietralunga” da su un mare eccezionale! Non ci sono chioschi, non ci sono venditori ambulanti insistenti, non ci sono rumori: si è soli in mezzo alla natura ed ad un mare simile ad una piscina.

Un giorno, assuefatti dai colori celesti del mare e desiderosi di esplorare qualche cittadina, siamo andati a Cagliari. Attraversando Sarrroch e la sua vasta (impressionante) raffineria, in venti minuti ci si imbatte nel capoluogo, la cui visita è stata molto piacevole. Abbiamo parcheggiato in Piazza Yenne, limitrofa alla stazione ed al porto e siamo saliti sulla “terrazza cagliaritana”, accedendo dai bastioni di S.Remy. Il paesaggio è davvero molto bello e vario: si può vedere il grande monumento accanto ad abitazioni decadute, i locali più “trendy” e minimal accanto ad un’antica osteria, numerose chiesette molto carine (Basilica di Santa Croce, Cattedrale di Santa Maria), la torre dell’elefante (zona piazza San Giuseppe), con l’elefantino che sembra un porcellino, posto all’uscita della torre, e un antico cancello posto sotto l’ingresso della torre che sembra un’affilata ghigliottina. Scendendo dai bastioni di San Remy, vale la piena di visitare Piazza Del Carmine.

Abbiamo percorso via Roma, brulicante di bar e negozi, parallela alla vita che percorre il porto, arrivando poi in Via Sardegna, dove ci hanno consigliato di cenare. La trattoria tra le più famose della Sardegna, “Da Lillicu”, che ci hanno indicato, era piena quanto la maggior parte degli altri ristoranti, quindi abbiamo “ripiegato”, affamati, su “Il porto”, nella stessa via, un ristorante discreto dal punto di vista culinario, un pò retrò (è allestito come una stanza sotto coperta) ma forse “frettoloso” con i clienti. Abbiamo cenato con una buona “fregola con le arselle” e fritto misto: NIENTE MALE! La fregola è una pastella simile al cous cous, un pò umida e le arselle sono le vongole. E’ un piatto tipico a mio parere ottimo.

La sera Piazza Yenne si anima di turisti ed è piacevole in quanto allegra, colorata, animata ma al contempo tranquilla.

Un giorno abbiamo deciso di andare a Sant Antioco. Io sarei stata curiosa di dare un’occhiata alla cittadina che da il nome alla penisola (collegata a Porto Scuso da una strada che “attraversa il mare”) ma il mio ragazzo è innamorato del mare ed ha preferito cercare subito una caletta interessante. Non siamo stati abbastanza pazienti e temerari, perchè seguendo, all’ingresso della penisola, la scritta “mare”, ci siamo poi subito fermati a “Maladroxia”, che non è la località di mare ideale. E’ una località turistica carina, costellata di casette bianche graziose, ma dal punto di vista marittimo la sconsigliamo:è molto simile all’adriatico. Avremmo probabilmente dovuto proseguire verso “La caletta” e “Coqquadus”, due località più famose.

Per arrivare a St. Antioco da Santa Margherita abbiamo impiegato 1,5 ore ma è stato piacevole attraversare paesini non molto turistici (per esempio Giba), apparentemente semplici e tranquilli. Sicuramente questa zona della Sardegna, come la zona salentina della Puglia, permettono a chi è in overdose dalla vista di palazzi, fabbriche, condomini, negozi, di ossigenare lo sguardo e l’anima godendosi paesaggi spogli e ricchi di una stupenda semplicità.

L’elemento forte di questa vacanza è stata la semplicità: accanto alle bellezze naturalistiche, ciò che ha reso il soggiorno rilassante e divertente è stato l’incontro, in B&B, con persone simpatiche, tranquille, che hanno animato con il loro calore ed humor le giornate e le serate: ci siamo più volte trovati a cenare insieme sotto il gazebo del B&B, a bere ottimo mirto fatto in casa raccontandoci di noi e scambiandoci consigli sulle località sarde ed internazionali da visitare ed in questa atmosfera del tutto solare e pacifica, ci siamo “ricordati” quanto stare bene con gli altri, in un paesaggio come quello naturalistico sardo, renda completa una vacanza! Purtroppo atmosfere idialliache come queste devono anche finire: il 22 agosto siamo ripartiti alla volta di Olbia, decidendo di fare una tappa bell azona dell’Ogliastra, dato che il traghetto sarebbe partito solo in tarda serata. Abbiamo scelto l’Ogliastra perchè “era di strada”, io non l’ho mai vista ed il mio ragazzo era ansioso di potermi fare da “cicerone” tra le bellezze selvagge della costa est, da lui visitate diverse volte: Tortolì e la spiaggia di Orrì, Arbatax e e sue rocce rossissime (color ruggine) conficcate nel mare dalle sfumature color smeraldo) e Lotzorai. Mi ha colpito l’improvvisa diversità dei colori rispetto a quelli della costa sud. Siamo passati dall’azzurro intenso ad un verde forte. La spiaggia di Orrì è superba: sabbia color biscotto, rocce rosate ed acqua smeraldo! Estasiati dai colori e dalla bellezza surreale di questi paesaggi, abbiamo lasciato la Sardegna con la promessa di tornarci in camper e girarla tutta, per scoprirne le infine sfumature.



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