Barcelona Valencia Sevilla: sei amici on the road

La meta era stata decisa da tempo, la comitiva no: fra indecisi ed esclusi, meno di un mese prima della partenza non si sapeva ancora chi avrebbe fatto parte del gruppo... La Spagna era la destinazione, i compagni di viaggio sei amici, tutti (ex) compagni di classe che avevano intenzione di riproporre il viaggio post-maturità un anno dopo...
Scritto da: frankie.6
barcelona valencia sevilla: sei amici on the road
Partenza il: 21/07/2006
Ritorno il: 04/07/2006
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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La meta era stata decisa da tempo, la comitiva no: fra indecisi ed esclusi, meno di un mese prima della partenza non si sapeva ancora chi avrebbe fatto parte del gruppo…

La Spagna era la destinazione, i compagni di viaggio sei amici, tutti (ex) compagni di classe che avevano intenzione di riproporre il viaggio post-maturità un anno dopo l’Esame di Stato – considerato che nell’anno della maturità il viaggio non era stato fatto… Alla prenotazione del volo Ryanair da Orio al Serio per Girona (Barcelona) la “balotta” era composta da me, Zan, ancora alle prese con l’ostico esame di Istologia, Paolo, Mick e Mule, anch’essi impegnati dagli esami universitari d’Ingegneria, Zaffa e Poles, l’unico non sotto torchio, che in compenso era colpito dal tipico stress-Mondiale che caratterizza tutti gli italici ogni quattro anni…

Data fissata per la partenza, sabato 22 luglio: volo mattutino da Orio al Serio per Girona, con orario di arrivo a Barcelona previsto per le 14.00. Dopo una lunghissima e super-tormentata nottata nell’aeroporto di Orio, il check-in! L’esaltazione generale riesce anche a superare l’inevitabile stanchezza per una notte praticamente in bianco…

Il volo Ryanair è come sempre puntuale ed impeccabile. Arrivati a Girona veniamo accolti da un insopportabile tanfo: la speranza è che non si tratti di un leit-motiv che ci accompagni per tutta la vacanza (fortunatamente le nostre speranze saranno soddisfatte)… Il bus che dall’aeroporto ci porta all’Estaciò del Nord di Barcelona impiega circa un’ora mezza ed è abbastanza economico (11 euro). Appena scesi dal pullman acquistiamo la carta per usufruire di tutti i trasporti pubblici per tre giorni (13 euro) e ci dirigiamo verso il centro prenotazione hotel dal momento che non avevamo effettuato nessuna prenotazione dall’Italia per essere più liberi durante il viaggio e non avere vincoli riguardo la durata dei soggiorni (cause di forza maggiore confermeranno la bontà della scelta…). La decisione cade sull’*** in Plaça Reial, praticamente sulla Rambla, che si rivelerà il posto più caldo nel quale ognuno di noi abbia mai soggiornato! Consiglio: se vi recate in Spagna nei mesi estivi, al momento della prenotazione accertatevi che nella camera ci sia il condizionatore, perché le notti più che portatrici di consiglio e riposo possono diventare un incubo! Fortuna vuole che la prenotazione dell’*** duri solo due giorni: avremo modo si spostarci già lunedì mattina. La prima giornata spagnola prosegue con un pranzo in un bistrot sulla Rambla – sono tutti assolutamente da evitare: prezzi altissimi (9 euro una Coca grande annacquata!!) e scarsissima qualità – e una gita alla Barceloneta per testare le spiagge spagnole… Dopo un’accesa discussione fra Mick e Zaffa sulla scelta del ristorante per la cena e una sangria di modesta qualità in un chiosco sulla spiaggia ce ne torniamo all’hotel per riposarci da una giornata che durava dalla serata in aeroporto…30 ore di veglia no-stop! La mattina seguente (domenica 23 luglio) viene interamente dedicata alle bellezze architettoniche del capoluogo della Catalunya. Per permettere ad ognuno di noi di vedere quello che più gli interessa Zaffa ha una trovata divertente: tutti hanno a disposizione un desiderio sulle mete disponibili e il resto del gruppo non può discutere. Paolo è il primo ad esaudirlo: “Gaudì” è la sua volontà e quindi via lungo il Paseo de Gracia per ammirare la Casa Batllò e la Casa Milà – entrata ridotta per studenti, solo 4,5 euro, merita davvero! – Nel frattempo ci imbattiamo in un simpatico brasiliano sosia di Kakà che ci consiglia un ostello fornito di condizionatore non lontano da li: si tratta effettivamente di una sistemazione di prima qualità, se non per comodità quanto per atmosfera. L’ostello è gestito da Al, un ragazzo d’origini iraniane appassionato di design, che ha vissuto per anni negli Stati Uniti prima di trasferirsi a Barcelona e aprire l’albergo in cui noi ci ritroveremo a soggiornare da lunedì 24 fino a venerdì 28 luglio (il soggiorno a Barcelona viene prolungato rispetto al programma, poiché alcune mie amiche spagnole ci consigliano di non perdere assolutamente il giovedì sera nelle discoteche catalane – si rivelerà la più grossa delusione dell’intero viaggio!). Il prezzo del soggiorno da Al è di 25 euro/testa a notte, con camere da 8 persone e bagni in comune. Sicuramente non il massimo della convenienza, ma per la fantastica atmosfera che abbiamo respirato n’è sicuramente valsa la pena! Nel pomeriggio di domenica 23, visita alla Sagrada Familia (desiderio di Mick) e poi via di nuovo verso la Barceloneta per un bagno rinfrescante (…). La serata passa allegramente in compagnia delle mie amiche spagnole Eugenia e Cristina, accompagnate da altre due “chicas”, Marta e Lourdes in un ristorante messicano all’incrocio fra i Carrer Augusta e Santalò, nel nord della città. Sono proprio le quattro ragazze a dissuaderci sul cambio di programma: si prolungherà il soggiorno a Barcelona – imperdibile il giovedì notte catalano (…), annullata la tappa di Benidorm – popolata da anziani, a sentir loro – sostituita da tre giorni ad Ibiza, la capitale del vizio e della perdizione – cit. Dal padre di Zaffa. La mattina seguente, dopo il cambio della prenotazione del treno per Valencia a venerdì mattina ed il trasferimento nell’ostello di Al, seguiamo la meta decisa da Zaffa e quindi di corsa verso il Nou Camp, il celeberrimo stadio del Barcelona F.C. Anche qui si riesce ad entrare con una riduzione nel caso in cui si presenti la tessera di studente universitario, bazza! La visita è sicuramente appassionante per sei malati di calcio come noi! Un unico appunto all’organizzazione: accertatevi che ci sufficiente carta igienica nella toilette, si rischiano brutte sorprese! Anche la giornata della visita al Nou Camp si conclude con un refrigerante (…) bagno alla Barceloneta. Cena al bistrot “la Vaca Paca” lungo il Paseo de Gracia dove con 10 euro si è liberi di abbuffarsi a piacimento! Al rientro in ostello una piacevole sorpresa: la comitiva di ragazze americane sedute ai tavoli della reception con una serie di bottiglie di superalcolici… Poles sfodera il suo spirito maranza e con il mio aiuto riesce ad ottenere l’invito ad aggregarsi per la serata! Mitico! Al ci fornisce i pass gratuiti per lo Jamboree, un locale in Plaça Reial dall’ambiente piuttosto “underground”. Nella sala superiore danno musica hip-hop (decisamente non di nostro gradimento) e al piano inferiore c’è una band che suona musica rock-psichedelica (decisamente non di nostro gradimento), ma alle americane il posto piace, e va bene cosi… Zaffa passa alle vie di fatto con una bionda che nel proseguimento della serata si rivelerà decisamente facile di costumi, lasciandosi andare con almeno altri due ragazzi presenti nella sala: Zaffa – Mule 1 a 0, la scommessa fra i due proseguirà a Valencia… Martedì viene esaudito il desiderio di Mule: il Park Guell, che si rivelerà la miglior visita del soggiorno catalano. Davvero fantastico: se andate a Barcelona non potete assolutamente perderlo! Sembra di ritrovarsi all’improvviso in un parco divertimenti, un luogo veramente bizzarro, incredibile! La cena, decisamente da dimenticare, è in un bistrot in Plaça Reial, nel Barrì Gotic: paella preconfezionata di infima qualità e spesa considerevole. La giornata di mercoledì 26 luglio viene interamente dedicata al mare e all’abbronzatura: dalla mattina alla sera in spiaggia alla Barceloneta – il mio colore sta per raggiungere quello di Zaffa e Poles, reduci da Milano Marittima, mentre Paolo continua a “riflettere la luce”, seppur con minor intensità… Cena in un bel ristorante alla Barceloneta, nei pressi della piazzetta con le palme: paella di primissima e spesa giusta per una cena finalmente degna di questo nome! Dopo l’inevitabile scrittura delle cartoline torniamo sulla Rambla, dove vengo “pescato” da una PR parigina che ci invita al Sugar Club, nel World Trade Center di Barcelona, regalandoci anche sei pass gratuiti! La discoteca è molto carina, la frequentazione è internazionale e in più c’è la PR parigina (come direbbe Nicholas, rimasto a casa: – sono già innamorato, ragazzi…).

Giovedì è il grande giorno: siamo tutti ansiosi di conoscere la movida della serata nelle discoteche catalane! La giornata passa stancamente fra un po’ di shopping, una visita al Parc de la Ciutadella e alla Vila Olìmpica (il mio desiderio). L’appuntamento con Eugenia e Cristina, le mie amiche spagnole, è nella zona di Santalò: frequentazione esclusivamente spagnola, esclusi totalmente i turisti. Al nostro arrivo, intorno alle 23.00 non c’è nessuno, sembra di essere in una città fantasma; ci manca solo che Poles cominci a fare la balla di fieno rotolante e poi siamo a posto! Inevitabilmente sono sommerso dagli insulti “bonari e scherzosi” (?!) dei miei compagni di viaggio, ma all’improvviso, mentre stiamo abbandonando la piazza in direzione del metro, un SMS di Eugenia: «noi andiamo al Costa Breve, un locale in Carrer Aribau» – alzo la testa e il cartello indica “Aribau”. Bingo!! Dopo aver alzato il grado alcolico con un paio di consumazioni in uno squallido pub poco distante dal Costa Breve, verso l’1.30 ci dirigiamo verso l’ormai famosa discoteca: «No puedes entrar: tienes que haber (?!) l’invitaciò…». Queste sono le parole che mi rivolge il buttafuori vestito da puffo all’entrata del locale; nonostante svariati tentativi di convincerlo non ci sono possibilità, divieto d’entrata. Non è questione di dress-code, né di antipatia: la mia impressione è che il microcefalo si accorga del fatto che non sono catalano, e così i miei amici, perché parlo con Cristina in un misto di inglese e spagnolo inventato sul momento, riferendo ai miei compagni di viaggio in italiano. Non c’è nulla da fare…La mia serata finisce lì, visto che con l’umore sotto i tacchi, accompagnato dal fido Paolo, mi dirigo in taxi verso Plaza Catalunya, dove nel frattempo il resto del gruppo si è infilato in una discoteca dove danno musica tech-house. Constatazione di fine serata: dopo cinque giorni alla grande, Barcelona ci riserva una delusione inaspettata; dovremo rifarci a Valencia! Il giorno seguente, venerdì 28 luglio, sveglia di prima mattina per prendere il treno con destinazione Valencia: all’Estaciò de Sants troviamo senza problemi il binario. Partenza! Il prezzo del biglietto da Barcelona a Valencia è di circa 38 euro, prenotazione inclusa: importante rilevare che contrariamente a quanto si senta dire, in Spagna non è obbligatoria la prenotazione dei mezzi su rotaia, ma per certe tratte è indispensabile, altrimenti si rischia di rimanere dove si è! A Valencia ci accoglie una brutta sorpresa: tutti i treni diretti a Sevilla, la nostra destinazione, sono prenotati fino al 24 agosto… Non s’intravedono possibilità di soluzione, considerato che non possiamo nemmeno affittare un’automobile non avendo ancora compiuto i 21 anni (età minima per il nolo di una vettura). Si prospetta l’idea di dovere prendere l’autobus, per un tragitto massacrante di oltre 900 km; brutta prospettiva, senza dubbio! Fortunatamente (sfortunatamente per i nostri portafogli) la non troppo capace ragazza del banco prenotazioni trova una soluzione al nostro problema: partenza da Valencia lunedì 31 luglio verso le 14.00, arrivo a Madrid nel pomeriggio e alle 19.30 nuovo treno con destinazione Sevilla: si tratta dell’AVE – Alta Velocidad Espanola. Sembra la soluzione perfetta, considerando che anche la destinazione Ibiza viene scartata per l’elevatissimo prezzo del biglietto del traghetto da Valencia verso l’isola dei nostri sogni. L’unico problema è il costo dell’operazione: 146 euro e spiccioli, per due misere tratte di treno… E’ vero, da Madrid a Sevilla ci attende un mega-viaggio in prima classe, con cena e consumazioni incluse nel prezzo (la prima è l’unica classe disponibile, il resto era già stato prenotato), ma oltre 280.000 lire del vecchio conio si fanno sentire sul nostro budget non certo illimitato: d’ora in poi bisogna tirare la cinghia! A Valencia troviamo sistemazione presso l’***, in calle Carda, al modico prezzo di 14 euro/testa a notte. Un’ottima soluzione se si considera che in ogni camera c’è la tanto agognata aria condizionata e pure il bagno! Certo, la pulizia ed il confort non sono di primo ordine, ma ci accontentiamo facilmente! Per la cena ci infiliamo in un ristorante nei pressi dell’***, in una traversa di Calle San Vicente Martir. La serata trascorre in compagnia di un amico concittadino che casualmente incrociamo nelle intricate vie del Barrìo del Carmen. Questa zona del centro di Valencia è particolarmente suggestiva: pullula di bar e piccoli locali dove è possibile sorseggiare la rinomata Aigua de Valencia – una sorta di succo d’arancia con vodka e champagne, gradazione alcolica modesta, nonostante gli ingredienti… Sfiniti dalle peripezie della giornata decidiamo di abbandonare la comitiva appena incontrata e tornare al già familiare Hostal Rincòn. Il giorno successivo è interamente dedicato alla scoperta di Valencia: una città fantastica, sicuramente la rivelazione dell’intera vacanza! Il centro storico è in straordinaria evoluzione, con palazzi ormai fatiscenti che vengono sventrati per essere poi ricostruiti; nella zona di Plaza del Mercado si respira una incredibile atmosfera mediterranea, con piccoli scorci davvero caratteristici. La Plaza de la Virgen è altrettanto bella, con l’intera pavimentazione in marmo rosa! Ancora più stupefacente è il modernissimo quartiere de la Ciudad de les Ciencies y de las Artes: l’opera dell’architetto Calatrava è senza dubbio il luogo che mi ha colpito maggiormente durante l’intero soggiorno spagnolo! Un’atmosfera indescrivibile ti fa sentire nel futuro: se si visita Valencia è impossibile perdere questo spettacolo! Sconsiglio invece la turistica visita della città con il “bus turìstic” (desiderio di Poles, non esaudito a Barcelona), 12 euro che si possono tranquillamente risparmiare. Nella serata, dobbiamo rifarci dello smacco subìto a Barcelona e quindi riscossa: la discoteca! Grazie ai consigli di una mia amica valenciana conosciuta in Inghilterra anni prima, abbiamo i nomi di possibili mete: Buddha del Sol, Guru,… Vada per il Guru: il primo tassista interrogato si rifiuta di condurci, in quanto non conosce il luogo dove si trova il nostro locale… Puzza di marcio, e questa volta non sono i nostri piedi provati da una lunga scarpinata…! Il secondo tassista, dopo qualche titubanza accetta di portarci a destinazione – o quella che lui considera tale! Dopo venti minuti di tragitto eccoci giungere all’Heron City, un gigantesco centro commerciale dell’intrattenimento con negozi aperti nonostante l’ora tarda, cinema multisala, sale giochi,… Ma di discoteche nemmeno l’ombra… Dopo qualche perplessità, eccolo, il Guru, desolatamente vuoto, chiuso per il periodo estivo! E’ la disfatta… Il flyer che avevamo conservato dalla mattina precedente indicava “Guru Summer Club – la terraza del verano”, in località Llìria, un non precisato luogo nell’entroterra della Comunidad Valenciana… A salvarci dal suicidio, l’insegna luminosa di quello che sembra un bar, ma che in realtà un bar non è: si tratta di un luogo dove, vestendosi con apposite armature e al prezzo di 6,5 euro è possibile effettuare una vera e propria “battaglia” tutti contro tutti a colpi di laser! Esaltazione allo stato puro! Io, con lo pseudonimo stile mafioso di Frankie Castoro, Zaffa soprannominato Don Cappone, Mick – SalameNero Mick e Poles – Matt Provincia ci diamo alla pazza gioia sparandoci alle spalle e urlando come bambini per venti minuti sulle note di una martellante musica techno… Paolo decide di non partecipare al rito collettivo proprio come Mule, rimasto all’Hostal a causa di un brutto raffreddore… La serata si è tramutata in un trionfo, ma il bilancio con le discoteche spagnole parla chiaro: 2 a 0 per loro… La giornata di domenica 30 luglio viene trascorsa interamente alla spiaggia della Malvarosa, raggiungibile dal centro di Valencia col bus 19. La spiaggia non è niente di speciale e l’acqua più che acqua sembra brodo… Nella mattinata riusciamo anche a visitare il nuovo porto dedicato alle regate dell’America’s Cup, mentre il pomeriggio passa “tranquillamente” in compagnia di due chicas che ci abbordano – spalmandomi del ghiaccio sulla schiena – mentre giochiamo a palla… (ma perché queste cose capitano solo in vacanza?!). Dopo l’intero pomeriggio in compagnia delle due “chicas pijas”, Eva – che si è confermata degna erede dell’antica omonima cui si attribuiscono epiteti poco simpatici – e Paula, nelle cui grinfie di feticista della pettinatura sono finito io, il tabellino parla chiaro: Eva con Zaffa, Paula con me. Zaffa – Mule 2 a 0… Il proseguimento della scommessa a Sevilla! Dopo una cena da dimenticare in un ristorante sulla spiaggia scelto da Mick, si decide di non demordere: è pronto un nuovo assalto alla discoteca consigliataci dalle ragazze nel pomeriggio; l’Aquarella, nei pressi della spiaggia Malvarosa: un altro buco nell’acqua, solo musica latino-americana ballata dai maestri di danza che si dimenano sul palco… Il livello depressivo raggiunge il massimo storico… L’indomani, lunedì 31 luglio partenza per Sevilla, via Madrid. Poche righe per sottolineare la puntualità e l’impeccabilità delle ferrovie iberiche: la tratta Valencia – Madrid in poco più di tre ore e i 550km fra la capitale e Sevilla in circa due ore e mezza grazie alla TAV spagnola! A Sevilla, dato l’arrivo intorno alle 23;30 ci accontentiamo del primo ostello nei pressi della stazione per passare la notte. Il mattino successivo – martedì 1 agosto – è dedicato alla ricerca di una nuova sistemazione: in Calle Tarifa, poco oltre Plaza de l’Encarnaciòn, troviamo l’***, gestito da persone anziane un poco scorbutiche, al modico prezzo di 16 euro/testa a notte. La giornata prosegue con la visita del capoluogo andaluso: la Giralda, la famosa torre campanaria da cui si gode di una vista a 360° sull’intera città, la Catèdral, la terza chiesa più grande del mondo dopo S. Pietro a Roma e St. Paul a Londra, dove sono conservate le spoglie di Cristoforo Colombo e infine la caratteristica zona del Barrìo de Santa Cruz, l’antico ghetto di Sevilla. Qui si presentano scorci di quelle che possono essere cartoline della Spagna mediterranea che ti aspetti. Strette viuzze intricate, con porte che si aprono su affascinanti giardini davvero curati, piccole piazze circondate da piante di limoni e come sottofondo lo zampillio di una fontana e il frinire di cicale. Nel pomeriggio, accompagnati da un caldo veramente torrido – si oltrepassano i 40°C! – visitiamo la celebre Plaza de España, il caratteristico Parque de Maria Luisa, concedendoci uno spericolato rally sul risciò, e passiamo accanto alla Torre del Oro, sul fiume Guadalquivir. Dopo una merenda mordi e fuggi dal nostro amico “Mc” visitiamo la Plaza de Toros di Sevilla: nulla di speciale, si può tranquillamente eliminare dall’itinerario… Cena in uno scadente ristorante nel centro della città fra Calle Velasquéz e Calle Siérpes, poi a nanna: l’indomani si parte per Cadìz, sull’Oceano Atlantico, per l’ultima giornata di mare. Mercoledì 2 agosto, sveglia puntata alle 7;45 e pesantissima colazione allo Starbuck’s… Dopo un quarto d’ora di cammino passando per il centro di Sevilla, giungiamo alla stazione dei pullman, situata in Plaza San Sébastian, non lontano dal Barrìo de Santa Cruz. Il viaggio da Sevilla a Cadìz dura circa due ore e ci vede cadere tutti in un sonno profondo: nessuno ne è consapevole, ma la giornata che ci aspetta sarà piena di colpi di scena! Arrivati a Cadìz, ecco apparire davanti a noi la lunghissima spiaggia e l’Oceano. La mattinata scorre tranquillamente con i consueti giochi in acqua con il pallone acquistato alla Barceloneta, oramai impregnato di un fetore nauseabondo! Dopo il pranzo, l’imprevisto: attraversando la strada Zaffa viene centrato in pieno da una motocicletta. Per fortuna nulla di grave, solo qualche ammaccatura e tanto spavento! Da sottolineare la puntualità e la gentilezza dei mezzi di soccorso e dello stesso motociclista, dimostratisi veramente affabili e disponibili. In serata, il ritorno all’Hostal Pino, a Sevilla è inevitabilmente accompagnato dalla malinconia per una vacanza che sta per terminare: il giorno successivo Mick e Poles faranno ritorno in Italia per ripartire rispettivamente verso Berlino e le isole della Croazia. Cena di chiusura, almeno per i nostri compagni d’avventura, nello squallido Burger King di fronte al nostro ostello; finalmente una cena sostanziosa! Giovedì 3 agosto come detto, vede la partenza di Mick e Poles in mattinata: il gruppo, ridottosi a quattro elementi, decide di dedicarsi stancamente all’acquisto di cartoline e souvenir… Anche questo fa vacanza! Visita finale agli stupefacenti Jardines de l’Alcazar, l’antica residenza andalusa dei monarchi spagnoli, uno spettacolo di fontane e siepi cui è difficile rinunciare se si visita Sevilla – entrata gratuita per gli studenti, ulteriore bazza! Il pomeriggio, nonostante la stanchezza si decide di giocare le ultime carte al parco divertimenti dell’“Isla Magica”, che si raggiunge attraversando uno dei numerosi ponti sul fiume Guadalquivir: il divertimento per le attrazioni del parco supera ogni nostra aspettativa! In serata, ogni mio tentativo di convincere i miei compagni di viaggio a tentare un ultimo assalto alle discoteche spagnole è vano… Zaffa perde la sua scommessa con Mule: non c’è stato il “bollo” in ogni tappa del viaggio, ma va bene così… Venerdì 4 agosto la partenza; con un taxi raggiungiamo l’aeroporto di Sevilla in circa mezz’ora al prezzo di 20 euro (tariffa fissa per questo tipo di corsa). Ancora una volta la Ryanair è impeccabile e dopo due ore e mezza di volo atterriamo ad Orio al Serio. Ci portiamo dietro, oltre a tanti buoni spunti per le vacanze future, un bagaglio carico di esperienze, divertimento, qualche arrabbiatura, imprevisti e buffonate che hanno già fatto diventare “leggendario” il nostro tour spagnolo, due settimane passate alla grande, tutto quello che un’amicizia può portare…

Un grazie a Poles per l’incredibile servizio fotografico, oltre 500 scatti con l’intento di immortalare ogni momento “topico” dell’avventura!



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