Barcelona, tutto in 5 giorni
Primo giorno – 18 agosto: la sveglia ha suonato presto e subito ci siamo diretti in metrò per fare l’abbonamento di 4 giorni (la metro lì è il mezzo più usato se togliamo le camminate) e il prezzo iniziale (che varia a seconda dei giorni) non è nulla in confronto all’uso che farete del mezzo pubblico. Noi abbiamo fatto un abbonamento di 4 giorni. La mattina l’abbiamo impiegata per visitare la Sagrada Familia (dall’esterno) (linea blù o viola, fermata Sagrada Familia) e il Parco Mirò (linea verde, fermata Tarragona) in cui potrete vedere l'”enigmatica” opera “Donna e uccello”. Il pomeriggio invece lo abbiamo interamente dedicato al Parc Guell (linea verde, fermata Lesseps). In questo grandissimo parco dovete assolutamente vedere le due case da favola, la casa in cui visse Gaudì, le altre sue creazioni fantasiose all’interno del parco e in cima, dove troverete una croce, potete ammirare uno dei più bei panorami su Barcellona. La sera siamo andati a mangiare un’economica paella (10 euro) nei pressi della Sagrada Familia (che però non era illuminata come ci aspettavamo). Prima di rincasare stremati ci siamo tolti uno sfizio (la metro funziona fino a mezzanotte) così verso le 23:00 siamo andati al Camp Nou (linea blù, fermata Coll Blanc).
Secondo giorno – 19 agosto: la sveglia suona verso le 10:00. La mattina la vogliamo dedicare alla visita del Camp Nou, intravisto dal di fuori la sera precedente. Il biglietto di ingresso fatto da noi comprende la visita allo stadio e al museo, entrambi degni di una visita. Il costo non è basso, ma vale veramente la pena visitare lo stadio più capiente d’Europa. Nel pomeriggio andiamo a visitare il MontJuic, un promontorio alto 173 metri, la seconda cima di Barcellona. Per arrivare andiamo con la metro a Plaza de Espana e poi ci incamminiamo lungo la strada perché sono tante le cose da vedere e il pullmann risulta inutile se ad ogni fermata dobbiamo scendere. Oltre alla bella piazza, abbiamo visto la Fontana magica (senza acqua), lo stupendo Palau Nacional che si erge imperioso poco distante da Plaza de Espana, il Poble Espanyol, la sede dei Giochi olimpici (entrata gratuita), lo stadio dei “cugini” dell’Espanyol (un vero gioiellino ad ingresso gratuito), la fundacio Mirò e infine il Castell de Montjuic in cima al promontorio. Tutte cose assolutamente da vedere, ma che vi occuperanno un intero pomeriggio. Al ritorno c’è una comoda metropolitana allo scoperto che vi collega alla fermata Parallel della linea verde. E da lì arrivare alle Ramblas è semplice. La sera, dopo un kebab sul porto (e un giro nei dintorni) siamo andati col pullmann al quartiere di Gracia dove c’era in corso (la città è tappezzata dei manifesti attinenti ad agosto) la festa de Gracia. Uno spettacolo per gli occhi: pochi turisti, tanti spagnoli, ottima musica dal vivo nelle viuzze del quartiere: fino all’alba c’è sempre qualcosa da fare.
Terzo giorno – 20 agosto: la sveglia stavolta è stata più flessibile, vista la nottata “brava”. Abbiamo deciso di camminare poco e vedere molto. Prima siamo andati a rivedere (stavolta di giorno) casa Battlò e la Pedrera. Poi ci siamo diretti all ‘Arc du Triomf (linea rossa, fermata omonima) e a piedi (5 minuti di cammino) siamo andati al polmone verde di Barcellona: il Parc de la Ciutadella. Qui potrete vedere il Parlamento di Catalogna, il parco zoologico, il laghetto artificiale, una fontana molto bella e un curioso mammuth assalito da bambini a caccia di un nuovo gioco. Infine ci siamo diretti a vedere una chiesa romanica di nome Sant’Eulalia (fermata omonina sulla linea rossa), ma sfortunatamente era chiusa. La sera abbiamo mangiato libanese nel quartiere di Gracia e siamo rimasti lì alla festa per la lunga nottata.
Quarto giorno – 21 agosto: abbiamo scalato la vetta più alta di Barcellona. Il monte Tibidabo. Siamo andati con la linea blù al capolinea omonimo, abbiamo optato per non prendere il tram (costava troppo) e ci siamo fatti 20 minuti a piedi in salita (grazie ai quali abbiamo visto una curiosa riproduzione di un sottomarino) nel quartiere più altolocato della città. Arrivati alla fine della salita abbiamo preso un trenino (2 euro sola andata) la cui salita lunga e ripidissima (e quindi proibitiva per dei turisti occasionali) ci ha portato in cima al monte. Qui c’è il parco di divertimenti più vecchio d’Europa e una chiesa in cui dovete salire. In cima, sotto la statua di Gesù, potete godere di tutta la vista su Barcellona e anche delle città limitrofe nell’entroterra. Per il ritorno abbiamo optato per un pullmann che ci ha portato diretti in plaza Catalunha. Nel pomeriggio abbiamo visitato le Ramblas per la prima volta di giorno e ci siamo inoltrati nel quartiere vecchio del Raval. La sera, dopo una cena a base di pesce sulla Rambla (l’unica cena “costosa” che ci siamo regalati nella vacanza) abbiamo deciso di andare a Barceloneta (passando per caso nella bella plaza Sant Jaume) per vedere il mare e cercare le discoteche sulla spiaggia. La camminata è stata ardua e lunga, ma alla fine le abbiamo trovate. Molto belle, soprattutto quelle davanti al casinò dove l’ingresso è gratuito.
Ultimo giorno – 22 agosto: sveglia obbligata alle 10:00 perchè dobbiamo lasciare l’ostello per le 10:30. Lasciate in affidamento le valigie perchè abbiamo l’aereo in serata, ci dirigiamo verso le Ramblas dove passiamo la nostra mattinata. Da annotare la visita alla Boqueria, il mercato di Barcellona dove colori, profumi e persone si intrecciano in multiformi sensazioni. Andiamo poi a trovare un nostro amico che abita a Barcellona e lui ci porta a pranzare in un viottolo del Raval. Dopo un pomeriggio in relax con calma andiamo in ostello, prendiamo le valigie e a Plaza de Catalunha ci aspetta il bus che ci riporta in aereoporto. Possiamo dire che in 5 giorni abbiamo visto molto di Barcellona, compresa la torre Agbar che svetta in Barcellona non lontana dalla Sagrada Familia, anche se l’abbiamo osservata sempre da lontano e mai vista illuminata.
Ultimo accorgimento per i turisti: occhio ai borseggiatori sulla Ramblas e sul porto. Abbiamo visto coi nostri occhi uno scippo ad un incauto turista italiano. Di sera è sempre meglio lasciare tutto in ostello e uscire solo con lo stretto necessario: nel nostro caso, cellulare e i soldi per la serata. Sconsigliati i marsupi! Adios!