Barcellona tra gioie e dolori

Ponte d’ ‘Ognissanti’, voglia di fare un giretto … tra le varie proposte optiamo per Barcellona. Mamma e papà è molto che non viaggiano ed ancor meno che s’avventurano in un ‘viaggio fai da te’, insistono per un tour organizzato ma qualche Spirito ci assiste e, per la gioia mia e di Ale, non troviam posto. Si parte. Siam io, Ale,...
Scritto da: Francesca Luise
barcellona tra gioie e dolori
Partenza il: 30/10/2005
Ritorno il: 03/11/2005
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
Ponte d’ ‘Ognissanti’, voglia di fare un giretto … tra le varie proposte optiamo per Barcellona.

Mamma e papà è molto che non viaggiano ed ancor meno che s’avventurano in un ‘viaggio fai da te’, insistono per un tour organizzato ma qualche Spirito ci assiste e, per la gioia mia e di Ale, non troviam posto.

Si parte. Siam io, Ale, mamma, papà e zia.

Scegliamo un volo Apeagles, partner dell’Alitalia, è un volo a basso costo ma solo dopo comprendiam perché: l’aereo appare abbastanza precario, è un Fokker che all’andata parte con discreto orario ma al ritorno ci lascerà in aeroporto per oltre tre ore ad attendere … (hanno un lasco di tempo brevissimo tra arrivo e partenza, quindi non è mai troppo certo l’orario ufficiale).

Mnhh … forse era meglio l’Iberia!? Il viaggio è comunque molto tranquillo, conosciamo il nostro vicino di posto: un triestino in trasferta, ci consiglia un paio di posticini dove rifocillarci che si son rivelati veramente ottimi.

Arriviamo, il tempo è incerto, vagamente nebbioso, prendiamo il treno di superficie che collega l’aeroporto con il centro città. Sistema comodissimo, rapido ed ordinato … ma bersagliatissimo da scippatori e furfantelli. A mamma rubano la borsa, era in quel momento poco attenta e loro moooolto veloci. Scendono dal treno, noi con loro, ma in un battibaleno spariscono e noi affranti aspettiam la corsa successiva (che è tra l’altro al massimo ogni dieci minuti …Servizio veramente efficiente).

Nella borsa c’erano, oltre ai soldi, documenti d’identità, biglietti aerei di ritorno e carteggi che certificavano il pagamento dell’albergo. Leggiamo la guida acquistata per aver qualche rapida informazione (l’ultima del Touring club, semplice, dettagliata e molto gestibile per formato e consultazione), decidiam di raggiungere l’albergo eppoi tentare di risolvere il problema.

Siamo alloggiati ai margini del quartiere gotico (Barri gotic), vicino anche all’Arco di Trionfo.

La posizione è splendida, centrale e strategica per ogni spostamento, a due passi dalla metro stazione ‘Arco di Trionfo’. L’Hotel si chiama Catalonia Princesa, è una terza categoria superiore (ci avevano consigliato anche gli Appartamenti Gutemberg, ma parenti vari, da ultrasessantenni han pensato fosse una sistemazione troppo giovanile).

Il posto è molto carino, semplice con pochi fronzoli, pulito (ci cambian le lenzuola ogni giorno!) e la prima colazione abbondantissima a buffet con soluzioni per ogni palato.

Credo che, rispetto alla qualità del servizio e posizione sia un prezzo abbordabilissimo soprattutto perché è considerato ancora un ‘tre stelle’. Anche il personale è di tutto rispetto, simpatico, giovane e disponibilissimo a dispendiar informazioni e chicche e sulla città (eppoi non ci ha fatto problemi per il pernottamento nonostante non avessimo più il vaglia).

Il viaggio comincia con una serie di questioni burocratiche da risolvere: mamma risulta una specie di clandestina non avendo più nulla che ne certifichi l’identità. Andiamo alla polizia: si trova in una strada laterale rispetto alla rambla, in direzione piazza reale, chiediamo un po’ in giro e capiamo che carabinieri e polizia municipale son praticamente lo stesso corpo, o almeno assolvono alle stesse funzioni. Giunti alla centrale ci mettiam in coda … eh sì più di duecento furti per strada al giorno ed i personaggi che incontriam son quasi tutti stranieri in vacanza.

Facciamo la denuncia e c’informano che dovremo andar in ambasciata. Ci sono compagnie aeree che accettano come documento di riconoscimento la denuncia ed altre che vogliono si faccia la carta di VIA (che però ha valore solo se si esce dal paese entro 24 ore dalla sua emissione).

Stanchi ed un po’ basiti, troviamo un localino in una piazzetta accanto a S. Maria del Pi ci rifocilliamo eppoi dritti dritti a dormire.

Il giorno successivo andiam all’Ambasciata Italiana, si trova in una laterale della Ramala, tra Piazza Catalonia e Passeig de Grasia (in car. Mallorca), anche lì coda incredibile … ma riusciamo a cavarcela tutto sommato velocemente, ci danno il numero telefonico dell’ufficio oggetti smarriti ed un po’ di informazioni … comunque mamma può rimpatriare tranquillamente perché da quel che ci dicono solo la Raianaire (si scrive così?) fa qualche problemuccio.

Holaaaaa, può cominciar la parte divertente!!! Facciam Sagrada Familia e Park Guell … un’incanto sono commossa nel veder realizzato il mondo delle fiabe che tanto ho nel cuore ed il tutto con un’attenzione al particolare ed uno studio ingenieristico non sottovalutabile. Ale c’illustra alcuni particolari d’architettura, siam tutti stupiti … Da Park Guell alla metro son più o meno 1200 metri a piedi, ma i negozietti che s’incontrano in quella zona allietano la passeggiata. Tutti, sempre e solo, di souvenirs. Niente di tipico, ma piccoli ricordi in stile ‘Gaudì’ tra i più carini che abbia visto in città.

Per la serata decidiam di seguire il consiglio del nostro compagno di volo, scendiam a piedi lungo la Barceloneta, il paesaggio è molto suggestivo, ad altezza occhi s’ergono fiere decine, centinaia di barche a vela, tante piccole lucine ed un’apertura d’orizzonte data dal viale alberato che risalta particolarmente dopo aver attraversato le calli strette e labirintiche della zona gotica.

Dobbiam raggiungere ‘Le roi de la gamba’ (il re del gamberetto), chiediamo ad una signora locale, ci indica di proseguire ‘todo reto’. Dopo aver rifiutato i molti oste che tentavan di richiamarci al loro locale, finalmente, forse l’ultimo, raggiungiamo il nostro Re. All’apparenza tra i meno invitanti, con luci al neon abbaglianti e vagamente asettiche, ci sediamo e … inizia la meraviglia.

Esordiamo con sangria, grigliata per due persone (di proporzioni tali da sfamare un reggimento!) e paella di pesce. Tutto freschissimo, cotto espressamente e profumato, ottimamente condito … … pasci e paghi d’occhio e di pancia c’alziam terminata la cena e meditiam sul fatto che la passeggiata sarebbe potuta proseguire alla ricerca di un ‘digestivo’.

Ci avevano consigliato prima della partenza di assaggiare il Torres, rinomato brandy spagnolo ed il ritorno volge ad un localino di legno, una specie di pub irlandese-spagnoleggiante, ove sorseggiamo un ottimo Torres invecchiato di 10 anni, chiacchierando del più e del meno, ridenti.

Il giorno seguente sveglia presto, è festa. Mamma e zia s’incamminano verso la cattedrale per cercar una messa. Babbo, Ale ed io tardiam un po’ andando con tranquillità, ci prendiam un buon caffè espresso in una pasticceria davanti all’hotel e ci rincontriamo con il resto del gruppo per procedere. Rimaniam in centro, andiamo a S. Maria del Mare, splendido esempio di gotico catalano, una volta sulle rive, oggi contornata da costruzioni mantiene il suo sapore austero e sacrale.

Continuiamo il giro a piedi, quartiere gotico, museo della musica (non visitabile individualmente, bisogna mettersi in coda, meglio al mattino, prender il biglietto e controllare bene l’orario in cui partirà il gruppo guidato), passiam davanti S. Maria del Pi ma questa è aperta solo poche ore il mattino ed il pomeriggio dalle 17.00). Raggiungiamo il porto, lo costeggiamo e raggiungiamo il nostro albergo dall’Arco di Trionfo. La sera pensiam bene di sfruttare un altro degli ottimi consigli avuti ad inizio viaggio e, percorsa gran parte della rambla in direzione Passeig de Grasia, dopo aver ammirato le case di Gaudì che si trovan sulla sinistra, giungiamo nuovamente in car. Mallorca, già sfortunatamente conosciuta per altre questioni, questa volta voltiam a sinistra e dopo poche manciate di passi vediam sbucare la coda di fronte alla Cerveseria Catalana. Cerveseria è una birreria dove servono decine, centinaia di … noi a Venezia li chiamiam ‘cicheti’… tapas, pichos, di ogni forma e colore, vegetariani, a base di carne, pesce, cotti e crudi, fritti alla griglia e al forno. Una coreografia animata, moltissime persone in piedi, chiacchiere e ilari sfumature cromatiche mi lasciano incantata. Decidiam d’attendere, mi metto in fila dando il nome alla signora che s’occupa dei tavoli, ci dice che dovremo pazientare una mezzoretta … anche perché nelle migliori cerveserie c’è sempre una folla accalcata di gente che mangiucchia parlottando o attende bevendo l’ottima cervesa che Barcellona offre. Finalmente entriamo, l’ambiente è caliente, alle pareti color verde bottiglia librerie di legno con, ben allineate, bottiglie in vetro di ogni forma, colore e nazionalità, tutte rigorosamente di birra. Parliam un po’ con il cameriere, gli spieghiamo che siam veramente imbarazzati per l’enorme scelta gastronomica e di decider lui il sapore di Barcellona che avrebbe voluto conservassimo nei nostri ricordi … … ed il ragazzo s’è scatenato, incontrando perfettamente gusti ed aspettative! Torniamo sempre a piedi, con tranquillità, la serata è mite e leggermente ventilata, ottima per passeggiare.

Il giorno seguente decidiam di dedicare la prima parte della giornata a Montjuic, prendiam l’autobus perché la funivia che parte dal porto a me e babbo pareva un po’ troppo ardita (eh eh le vertigini!), ed è stata una buona scelta perché pian pianino da vicino piazza di spagna, abbiam risalito il verde colle lasciandoci alle spalle smog e confusione, per goderci rilassanti ore in una scorcio di Svizzera verde.

Iniziam con la fondazione Mirò, beh Mirò può piacere o non piacere, però di certo la struttura in cui è inserito e la dislocazione meritano sicuramente l’attenzione … jamon (prosciutto) crudo e pane per pranzo in un chioschetto che domina l’intera città eppoi dritti dritti alla zona olimpica.

Anch’essa è decisamente meritevole, interessantissimi esempi di architettura contemporanea … ed io di certo non sono una sportiva! Riprendiamo il bus, il biglietto si fa o all’interno del mezzo, oppure in metropolitana perché il servizio è lo stesso, e scendiamo a piazza catalunia. A questo punto di dividiamo: mamma e zia s’inoltrano nelle strette viuzze in cerca di oggetti d’ogni sorta, mentre io, babbo ed Ale, con ritmo ormai di calma spagnoleggiante andiam a vedere l’interno di S. Maria del Pi. Una tra le costruzioni sacre in assoluto più intense che abbia mai visitato, interamente dedicata alla Vergine (tanto da non essere presente nemmeno un crocifisso!), potente e forte, carica di misticismo tanto da lasciar segno in noi per il resto della giornata … portando la mia mente a Lullo e a quella parte di Spagna che è stata terra madre di mistici medievali … Andiamo anche alla cattedrale, anch’essa splendido edificio con all’interno degli intarsi su superficie lignea veramente perfetti e minuziosissimi, poi più o meno di fronte sotto una specie di largo cornicione con dipinti alla Picasso, entriamo nella libreria di architettura, che è anche sede del consorzio degli architetti, Ale sta cercando un libro di riproduzioni 3d delle opere di Gaudì … e finalmente lo troviamo! Uno sguardo rapido ai banchi del mercato alimentare sulla rambla, passeggiata in Barri gotic, sguardo rapido ai negozi d’intreccio di vimini, antiquariato e libri vecchi, eppoi la sera …Flamenco! Ci avevan detto che a Barcellona ci son molti posticini piccoli piccoli e dedicati ai locali, ove ballano flamenco, ma haimè non abbiam conosciuto spagnolo alcuno che amasse questo folklore e quindi, giusto giusto per toglierci lo sfizio, abbiam ripiegato su uno spettacolo turistico consigliatoci dai nostri albergatori, in un ambiente di fronte alla piazza reale sulla rambla. Bravissimi i ballerini, comici i giapponesi di fronte ad una decisamente sensuale esibizione molto simile a certe forme di possessione femminile tipo Pizzica e Tarantella.

Usciamo abbastanza soddisfatti (anche se non non c’era uno spagnolo che fosse uno, poteva andarci peggio!) e ci fermiam a mangiare la paella in piazza reale. Lo sconsiglio vivamente: è surgelata e molto, molto deludente … proprio un postaccio per turisti sprovveduti.

Rimembriam ancora una volta il nostro re del gamberetto e ce ne torniamo assonnati.

Il giorno dopo piccola uscita per prender gli ultimi regalini, cartoline eppoi … si riparte nuovamente treno (questa volta con borse legate al collo!).

Girar in metro per la città è stato semplicissimo, il servizio funziona molto bene, è puntuale, veloce ed economico soprattutto perché con un biglietto, una volta timbrato, si possono cambiare diverse linee ed in più è possibile fare dei biglietti cumulativi. Anche a piedi, in particolare se si è un po’ abituati a camminare, è molto piacevole girare, soprattutto perché ci sono grandi viali (struttura è romana in quasi tutta la città tranne la parte vecchia), spaziosi e le distanze tra i principali luoghi d’interesse (eccetto che Montjuic e Park Guell) non sono eccessive.

L’attesa dell’aereo è stata abbastanza lunga, fortunatamente l’aeroporto ha tantissimi diversivi tra negozi, negozietti e bar quindi un po’ siam riusciti ad ingannare il tempo… Strana terra, affascinante città, simili e dissimili al contempo gli spagnoli, vicini cugini eppur molto differenti per usi, orari, percezione epidermica … Penso ci reincontreremo, prima o poi, infondo la fonte sulla rambla dice proprio questo … chi ne beve l’acqua, è destinato a tornare.

Adieu Barcelona!



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