Barcellona, la città che ti coinvolge

Una città piena di vita... per tutti
Scritto da: girovaga54
barcellona, la città che ti coinvolge
Partenza il: 16/03/2011
Ritorno il: 19/03/2011
Viaggiatori: 5
Spesa: 500 €
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La città è piena di vita, di confusione, gente che va e viene, giovani dappertutto. Ma al di là dei luoghi più turistici, Barcellona si rivela una città per tutti, con quartieri eleganti e silenziosi, viali lunghissimi che portano in collina, parchi e importanti testimonianze storiche…

Mercoledì 16 marzo

La partenza è prevista dall’Aeroporto di Ciampino con il volo Ryanair 6342 per Barcellona Llobregat delle ore 8:20. Purtroppo, il viaggio non inizia nel migliore dei modi: infatti, la perturbazione annunciata da giorni sull’Alto Mediterraneo ha prodotto effetti disastrosi; l’aereo proveniente da Barcellona, che avrebbe dovuto poi ricondurci in quella città, è decollato con forte ritardo per il maltempo e all’altezza della Corsica, è stato colpito da un fulmine che lo ha costretto ad atterrare a Fiumicino. A Ciampino è stato individuato l’aereo di scorta che poteva sostituirlo, ma l’equipaggio, proveniente a questo punto da Fiumicino, ha dovuto attraversare Roma impazzita per la pioggia ed è arrivato solo intorno alle 13:00. Finalmente, alle 14:00, il nostro bravo aereo è riuscito a decollare alla volta di Barcellona. Arrivo intorno alle 15:30, con il programma della giornata tutto da rivedere. Ad ogni modo, usciamo dal Terminal T2 e prendiamo l’aerobus A1 (€ 5,30 il costo del biglietto) che percorre la lunghissima Gran Via De Les Catalanes e scenderemo alla fermata di Placa dell’Universitat, la più vicina al nostro albergo. Di fronte al Terminal, in realtà, si ferma anche l’autobus urbano n. 46 che porta a Placa De Catalunya al prezzo di € 1,45, ma questo impiega un tempo di gran lunga maggiore.

Scesi dall’Aerobus, in breve arriviamo in Calle Maiorca, dove al n. 181 c’è il Best Western Premier Dante: come sempre, l’accoglienza di questa catena di Hotel non delude. La nostra stanza, n. 602, è molto curata, fornita di minisalotto e un ottimo bagno.

Ci riposiamo un po’, lo stress del viaggio non è stato indifferente, poi decidiamo di affrontare il primo impatto con Barcellona. Chiediamo informazioni alla reception dell’hotel riguardo al modo migliore di raggiungere il Barri Gotic, cioè il centro storico della città, quello dell’antica Barcino romana, dove si trovano la Cattedrale ed altri edifici medioevali. L’hotel si trova nel quartiere dell’Example, che può ricordare il quartiere Prati a Roma, viali larghi ed alberati, palazzi signorili, androni dei palazzi decorati da stucchi e ferro battuto, locali di tono. Example significa “estensione” e infatti questa parte di Barcellona è stata costruita per espandersi verso la Gracia, oggi un quartiere caratteristico, ma fino a poco tempo fa un piccolo centro separato dalla città.

Ci dirigiamo verso la fermata della metro “Hospital” e scopriamo che con la metro si può percorrere tutta la città, incrociando le varie linee tra di loro (a Barcellona ce ne sono sette, ovviamente contraddistinte da colori diversi). Scendiamo in Placa Sant Jaume, centro della Ciutat Vella (Città Vecchia). Pioviggina e dopo un breve giro di ispezione, entriamo nella Cattedrale (in catalano, semplicemente Seu). L’edificio è una bella testimonianza di arte gotica, ricco di opere d’arte, tra cui il famoso “Crocifisso di Lepanto”. Uscendo dal transetto destro, ci si trova nel chiostro, molto grande con al centro il giardino che ospita per tradizione 13 oche.

Gironzoliamo un po’ nel Barri Gotic, ci soffermiamo in Placa del Rei, cuore della Barcellona medievale, e nel cortile della Casa dell’Ardiaca. Attraverso il Carrer del Bisbe, suggestivo angolo di Barcellona, ci affacciamo su Placa Nova occupata da un lato dal Collegi dell’Arquitectes de Catalunya con le decorazioni graffite progettate da Picasso.

A questo punto, la stanchezza della giornata si fa sentire, ci dirigiamo verso La Rambla solo per arrivare in Placa de Catalunya e riprendere la metro che ci riporterà all’hotel. Chiediamo un buon indirizzo per la cena e l’addetto alla reception, italiano, ci suggerisce un ristorante non molto lontano, 5 isolati a piedi (gli isolati sono in realtà piuttosto grandi), il “Costa Gallega”, dove si mangia un buona paella, in Passeig de Gracia n. 71. Effettivamente, i locale è da consigliare, sia per ottime pietanze sia per il prezzo (circa € 20,00 a persona comprensivo di dolce). La paella: favolosa.

Si è fatto veramente tardi, non per le abitudini notturne della città, ma per noi poveri turisti stanchi e decidiamo di ritornare in albergo e riposarci in vista del tour previsto per l’indomani.

Giovedì 17 marzo

Decidiamo di dedicarci alla visita delle case di Gaudì. L’itinerario, da solo, vale il viaggio a Barcellona. Usciamo presto dall’albergo per non trovare code alle biglietterie. A piedi raggiungiamo il Passeig de Gracia, la strada più famosa dell’Example. Al n. 92 si trova la Casa Milà, detta La Pedrera. Rimaniamo stupiti da un genere di architettura inusuale per noi: visitiamo l’ultimo piano in cui si susseguono gli archi catenari, usciamo sulla terrazza ed ammiriamo stupefatti i famosi comignoli a cui George Lucas si è ispirato per i costumi dei guerrieri di Guerre Stellari. L’itinerario prosegue con la visita di un appartamento dei primi del ‘900 quale esempio di una tipica abitazione borghese di quegli anni. Apprezziamo l’arte di Gaudì che non conoscevamo. Usciti dalla Pedrera, ci dirigiamo poco più avanti, dove, al n. 43, si trova la più famosa delle case progettate da Gaudì: Casa Batllò. Il biglietto d’ingresso costa 18,00 euro, ma bisogna dire che non ci si pente di averli spesi. Viene fornita una audio guida che ci accompagnerà dettagliatamente per tutti gli ambienti, compresa la terrazza con la famosa ossatura del dinosauro. All’uscita, rimaniamo a contemplare la fantastica facciata a cui si affianca anche quella della Casa Amatller dell’architetto Josep Pui i Cadafalch, che ricorda gli edifici olandesi.

Decidiamo di raggiungere la Sagrada Familia, fermandoci però prima all’Hospital de Santa Creu i Sant Pau dell’architetto Montaner, dichiarato patrimonio dell’Unesco: prendiamo perciò la metro in Passeig de Gracia e scendiamo di fronte all’ospedale nuovo. Da qui, si raggiunge la parte monumentale che purtroppo troviamo chiusa per restauri. A piedi, percorrendo in breve tempo l’Avinguda Gaudì, ci troviamo di fronte alla Sagrada Familia, ancora circondata dalle gru e dalle eterne impalcature. Il monumento è sicuramente particolare, ma forse, inglobato com’è in mezzo alla città, lascia comunque un po’ perplessi. C’è una discreta fila per entrare, che comunque si rivelerà scorrevole. L’interno, finalmente libero dai lavori, si rivela una meraviglia: ci troviamo in mezzo ad una foresta di colonne che sorreggono un intrico di travature apparentemente inestricabile, in realtà, come spiegano gli audiovisivi, espressione di una estrema razionalità regolata dalle leggi della geometria e delle funzioni matematiche. Colpisce la delicatezza dei colori: rosa chiaro, grigio, acqua marina. Saremmo voluti salire con l’ascensore sulla guglia, ma bisognava aspettare più di due ore. Intanto, si è fatta l’ora di pranzo e decidiamo di usufruire della pubblicità di un volantino che reclamizzava un locale proprio di fronte alla Sagrada Familia, Lactuca, in Carrer de Provença 427: al prezzo di € 9,95 si può mangiare e bere a buffet quanto se ne ha voglia e capacità, compreso la frutta, i dolci e il caffè, tutto molto buono.

Intorno alle 15,00, terminata la pausa per il pranzo, riprendiamo la metro L3, sempre di fronte alla chiesa, e scendiamo alla fermata Vallcarca per raggiungere il Parc Guell: l’itinerario, tutto in salita, è piuttosto faticoso; prevede l’utilizzo di varie scale mobili che però non funzionano del tutto e perciò arriviamo già stanchi, oltretutto dalla parte posteriore del parco. I giardini non sono molto curati, in compenso si gode di una bella vista fino al mare. Bella la Sala Hipostila: scendiamo la scalinata che fiancheggia la statua della salamandra, simbolo di Barcellona e ammiriamo le due costruzioni che sembrano uscita dalla favola di Hansel e Gretel. Credo che il Parc Guell sia uno dei luoghi più visitati, l’affluenza era tale da non poter nemmeno fotografare l’insieme del complesso.

Torniamo per un breve riposo in albergo e, intorno alle 17,30 riprendiamo un autobus che ci porta all’inizio delle Ramblas: vogliamo visitare la Boqueria, il più famoso mercato di Barcellona, con i suoi coloratissimi banchi stracolmi di frutta, ortaggi, pesce, salumi, tutti perfettamente ordinati. Lungo la Rambla dels Caputxins si vedono dei palazzi interessanti, quali la casa Bruno Quadros con la facciata ornata da ombrelli e il Gran Teatre del Liceu. Questo tratto della Rambla è occupato da artisti di strada, soprattutto mimi che simulano statue di ogni genere. Scendendo, a sinistra, attraverso Carrer Colom, si entra in una graziosa piazza, Placa Reial, circondata da portici e decorata da palme: al centro, la fontana e i lampioni, opere giovanili di Gaudì.

Ritornati sul tratto terminale della Rambla, detta de Santa Monica, si giunge alla Placa del Portal della Pau dominata dal monumento a Cristoforo Colombo: prendiamo il lungomare a sinistra per arrivare alla chiesa di Santa Maria de la Mercè e da qui, attraverso le caratteristiche vie della Ciutat Vella, a quella di Santa Maria del Mar, stupenda costruzione gotica.

Si è fatta ora di cena e, trovandoci in zona, decidiamo di provare il ristorante La Fonda, in Carrer dels Escudellers n. 10, consigliatoci da amici: troviamo una discreta fila, ma riusciamo ad entrare in breve tempo e rimaniamo ampiamente soddisfatti, sia per la qualità delle pietanze che per i prezzi davvero abbordabili. Stanchi, saliamo sull’autobus n. 64 che ci porterà proprio vicino all’albergo, in Carrer d’Aribau.

Venerdì 18 marzo

Prendiamo l’autobus n. 64 in direzione Barcelloneta e scendiamo a ridosso di questo quartiere che, oggi rinnovato, conserva ancora le piccole case dei pescatori, separate da strette vie, ancora popolate da botteghe artigianali. Dopo una breve passeggiata sul lungomare, Passeig Maritim,da cui si ha una bella vista sulle spiagge e in lontananza sul World Trade Center, a forma di vela, prendiamo l’autobus n. 58 che ci riporta sul lungomare davanti al monumento a Colombo. Ci incamminiamo lungo la Rambla de Mar verso l’Acquario e il centro commerciale Mare Magnum. Non visitiamo né l’uno né l’altro perché vogliamo salire al Montjuic. Perciò risaliamo su un autobus fino alla fermata della metro Paral-lel che coincide con la stazione della Funicular Montjuic: prima di prendere la funicolare, facciamo una breve deviazione per visitare il Poble Sec, quartiere di origine operaia che ancora oggi conserva un tessuto popolare. Ritornati sul Paral-lel, con la funicolare arriviamo alla stazione della Teleferic (€ 8,00, non compresa nel biglietto giornaliero) che porta sotto le mura del Castell de Montjuic. E’ consigliabile fare il giro delle mura, a varie altezze, per godere del bellissimo panorama su Barcellona con lo sfondo dei Pirenei ancora innevati da una parte, e del mare dall’altra.

Si è fatta l’ora di pranzo e ci fermiamo nell’unico posto di ristoro che però assomiglia più che altro ad una mensa aziendale: prezzi bassi, ma qualità scadente.

Decidiamo di ridiscendere a piedi verso Placa de Espanya. Dapprima si attraversano i vari giardini che ricoprono il Montjuic, fino ad arrivare a raggiungere l’Estadi Olimpic, dove si svolsero le Olimpiadi del 1992. Bello lo stadio e bello tutto il complesso delle strutture destinate alle varie discipline olimpiche (Anella Olimpica), tra cui il Palau d’Esports Sant Jordi fronteggiato dalla Torre delle Comunicazioni di Calatrava.

Poiché il percorso è ancora lungo, prendiamo un autobus che ci porta di fronte all’ingresso del Poble Espanyol, ricostruzione di edifici, piazze e vie di località spagnole: niente di eccezionale, anzi troppo commerciale.

Riprendiamo l’autobus fino a Placa de Espanya e, da qui, non ancora paghi dell’intensa giornata, con la metro andiamo al Camp Nou: è tardi per visitarlo, visto le file alle biglietterie ed inoltre il biglietto di ingresso costa veramente tanto: € 18,00! Ci accontentiamo di entrare alla Botiga per comprare un souvenir per Dario e Riccardo.

Siamo stanchissimi, fa caldo e la fermata dell’autobus è veramente lontana: finalmente la troviamo e affrontiamo un viaggio interminabile lungo la Gran Via de Les Cortes Catalanes fino alla fermata Universitat e da qui, con il solito 64, torniamo in albergo. Giusto il tempo di cambiarci e siamo di nuovo in viaggio (autobus n. 9 da Universitat) fino a Placa de Espanya per godere dello spettacolo della Font Magica. Imperdibile!

Ormai allo stremo delle forze, riprendiamo un autobus fino a Passeig de Gracia per cenare di nuovo al Costa Gallega pur dopo una non indifferente attesa.

Sabato 19 marzo

È il nostro ultimo giorno a Barcellona, ma abbiamo davanti l’intera giornata perché il nostro volo parte alle 19:35.

Usciamo verso le 9:30 dall’hotel, depositando i nostri bagagli che riprenderemo intorno alle 17:00 e ci dirigiamo alla fermata dell’autobus 64 per andare al Monastero di Pedralbes, in collina, in un luogo verde e tranquillo, quasi estraneo alla città. Il 64 fa capolinea in una piazzetta proprio di fronte all’ingresso delle minuscola cittadella che ingloba il monastero, dopo aver percorso lunghe direttrici in salita e tutta Avinguda di Pedralbes. Il monastero è molto suggestivo, ma il vero gioiello è il chiostro, a tre ordini di gallerie, uno dei più grandi d’Europa. E pensare che fu fondato dalla regina Elisenda de Montcada, rimasta vedova, per adibirlo a casa di riposo per sé e le sue damigelle.

Riprendiamo il 64 che, riattraversando mezza città, ci riporta all’inizio della Rambla. Dobbiamo raggiungere i nostri amici al ristorante La Fonda ma, essendo ancora presto, ci concediamo un nuovo giro nel centro storico e riusciamo a partecipare ad una visita in inglese alla Antiga Sinagoga Shlomo Bel Adret, nel vecchio quartiere ebraico, a breve distanza da Placa Sant Jaume. Consigliabile!

Si è fatta l’ora di pranzo e, svelti, raggiungiamo La Fonda: ottimo pranzo anche oggi.

Ci rimane ancora un po’ di tempo e, attraversata la Rambla, entriamo nel quartiere del Raval per andare a visitare l’Hospital de la Santa Creu, oggi sede di istituti culturali: giro poco raccomandabile, come avvertivano le guide, occhi puntati addosso da soggetti non proprio gentiluomini e sensazione di essere seguiti per essere poi “ripuliti”.

Sulla strada del ritorno verso il nostro hotel, ci capita di finire in bellezza con la visita, purtroppo solo esterna, al Palau de la Musica Catalana: affascinante l’esterno, ci dicono stupefacente l’interno.

Intorno alle 17:00, puntuali, ritiriamo i nostri bagagli e ritorniamo a Placa de Catalunya per prendere l’autobus A1 che ci porterà in aeroporto. Il volo Ryanair 6388 parte in perfetto orario e quindi atterriamo a Ciampino alle ore 21:05, come previsto.

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