Barcellona in tre giorni, avventure e disavventure
Abbiamo fatto un tour de force e nonostante le bolle a piedi però ne è valsa la pena.
La prima notte appena arrivati con volo ryanair alghero-girona alle undici di notte, sulle Rambla stavano festeggiando una partita vinta dal Barcellona contro non ho capito bene quale squadra, in un clima veramente festoso, tutti ubriachi fradici a sangria e birra così abbiamo passeggiato tra le squadre speciali antisommossa e personale del 118 spagnolo.
Poi la mattina seguente siamo andati verso il porto seguendo le Ramblas dove diligenti spazzini avevano appena ripulito e spazzato via ogni traccia dei bagordi della serata precedente. Siamo entrati, attirati dal chiasso, al mercato di Barcellona (Mercat de la Boqueria). Un’autentica meraviglia delle meraviglie per gli amanti dei sapori, quali in effetti siamo io e Stefano. Banconi del pesce stracarichi di pesce freschissimo, aragoste, aragostelle calamari, polpi; per non parlare della frutta di tutti i generi, frutta tipica del mediterraneo assieme all’immancabile mango e frutti ora fuori moda come le nespole d’inverno. Così per la modica cifra di 1,50 euro abbiamo preso una vaschetta colma di cocco e un intero ananas freschissimo.
Finito il tour mangereccio arriviamo al porto e dopo uno sguardo al monumento di Colombo ci dirigiamo per la seconda tappa: il museo marittimo. Non è caro (13 euro, audioguida compresa con un mini palmare per gli approfondimenti) e vale davvero la visita. Tutta la storia delle conquiste spagnole e delle navi usate, descrizione della vita a bordo e tanti modellini di navi, piroscafi, galere, galeoni e fregate, fino alle navi della compagnia transatlantica spagnola.
All’uscita del museo ci dirigiamo verso il porto e passeggiamo sulla Rambla del Mar, grandioso ponte di legno sul porto frutto dei finanziamenti per le olimpiadi del 1992.
Ma veniamo al momento cruciale: il Pranzo!!! Temendo le solite fottiture per turisti e le tristi paeglie surgelate di quattro salti in padella findus, questa volta mi sono documentata prima di partire. Onde evitare di guastare l’umore di Stefano con un pranzo non degno ho cercato su internet i migliori ristoranti e dopo un’ attenta ricerca bibliografica siamo arrivati al nostro ristorante: Can Solè aperto fin dal 1903 di tale josep M. Garcia nel quartiere della barcellonetta nel Carrer Sant Carles n 4, E’ noto come il miglior ristorante di paella della zona! E’ vero, credetemi. Oltre alla paella, abbiamo preso frittura mista di pesci e calamari fritti. Stavamo scoppiando mentre il nostro portafoglio si è alleggerito di brutto perchè il pranzo è venuto 91 euro. Abbiamo notato dallo scontrino che aggiungono sempre il 7% e soprattutto che l’acqua incide un casino!! anche qui come i cugini francesi e i lontani tedeschi, per gli spagnoli l’acqua costa quanto una bottiglia di vino pregiato. Avremmo risparmiato se avessimo bevuto sangria e birra tutto il tempo ma tornare in albergo a quattro zampe ogni sera non sarebbe stato molto dignitoso e poi mai si veda … Che sarà mai per un pò d’acqua dopo che abbiamo pagato il volo solo 4 centesimi di euro.
Così pieni e satolli ci trasciniamo per una passeggiatina per la Passeig Maritim. Stefano mi abbandona subito per schiacciare una pennichella sulle panchine mentre io, fortemente motivata dalla voglia di vedere tutto in tre giorni, proseguo in fondo alla passeggiata per trovarmi di fronte all’Ospedal del Mar con al piano terra dell’ospedale negozi e un centro commerciale…(bella questa idea). Torno in dietro a rianimare il mio ragazzo l’abbioccato sulla panchina e ci dirigiamo al salone nautico che si stava svolgendo casualmente proprio in quei giorni. Stefano felicissimo! Che tenerezza! Questi uomini li fai felici con nulla! Comunque abbiamo pagato tredici euro a testa per vedere le barche di lusso più attuali e toccare con mano le novità in campo di ottimizzazione degli spazi e di come sia facile (pagando) conciliare lusso più sfrenato con la praticità dell’oggetto barca . Ma la cosa più bella è stato provare gratuitamente la poltrona che fà i massaggi: per tredici euro è valsa la pena.
Usciti da lì, con la sensazione di essere du poveracci, ci siamo diretti al cinema, perchè a barcellona c’è l’IMAX che è un’autentico prodigio della tecnica, l’ultimo ritrovato nel campo delle immagini tridimensionali. Credo che lo schermo sia alto 21 metri per una superficie totale di 600 metri quadrati. Biglietto: 11 euro. Una figata. Abbiamo visto la storia, in spagnolo, di un alpinista e credetemi sembra di scalare le montagne, e lo spagnolo si capiva, più o meno; poi abbiamo visto un documentario tipo quark sulle profondità marine e i suoi abitanti e sembrava di essere in un’immersione. A degna conclusione del primo giorno siamo andati a bere Sangria al famoso bar il bosco delle fate (Bosc de les Fades) che è carinissimo, con un bosco tutto ricostruito in carta pesta e si trova entrando per il museo delle cere e poi girando a destra.
Il secondo giorno l’abbiamo dedicato a Gaudì, alla casa Batllò, dove niente segue una linea retta e tutto lo spazio ricorda il mare i suoi abitanti, alla Pedrera cioè la casa Milà e infine alla Sagrada Famìlia: è impressionante, sempre in perenne costruzione, niente ricorda i classici stili dorico ionico corinzio studiati a scuola, le colonne infatti ricordano gli alberi del bosco e in cima alla facciata posteriore della chiesa (quella effettivamente progettata e realizzata da gaudì) l’artista ha pensato bene di posizionare discutibili enormi cesti di frutta variopinta in pietra di grande effetto.
Per pranzo siamo saliti al Parc Guell e fortuna che avevo il mio amico broncodilatatore nello zaino perchè sono asmatica e ad un certo punto ho creduto di morire! Non so se c’è un modo per arrivare comodi comodi sopra il parco, sò solo che da dove ti lascia la metro non è molto distante ma è tutto in salita…Nà fatica!!! Però era davvero bello, con la casa e il museo di Gaudì. Ho scoperto che Gaudì, sfigatissimo, mentre era in viaggio a malta si è beccato la febbre di malta, la maledetta brucellosi, ma quando è tornato a Barcellona non è morto perchè avrebbero scoperto le tetracicline solo trenta anni dopo ma è morto perchè, investito da un tram e poichè aveva un aspetto malconcio, nessuno lo ha riconosciuto ed è stato trasportato in un ospedaletto per senza tetto e straccioni. Malasanità!!! Quando è stato riconosciuto era ormai troppo tardi. Ma torniamo a questo favoloso viaggio. Al Parco c’era anche un matrimonio: stavano facendo le foto e mentre cercavo la sposa per vedere ovviamente il vestito mi sono resa conto che non c’era la sposa bensì due aitanti sposi che si abbracciavano teneramente, mentre la fotografa (unica donna della situazione) dava i consigli per rendere memorabile il giorno anche in foto. Per mè è stato memorabile! Con Papa Razzi da noi spettacoli del genere non se ne vedranno mai.
Al ritorno abbiamo ripreso la metro e siamo andati a Placa d’Espanya dove speravamo di vedere il famoso spettacolo di luci musica e acqua alla fontana non a caso chiamata la Font magica e invece niente, gli spettacoli sono stati sospesi da settembre.. E vabbè ! in compenso, come siamo ritornati alla metro, abbiamo visto uno spettacolo dell’Accademia di Gospel di Barcellona. Una cosa stupenda perchè hanno reinterpretato la musica gospel a modo loro e hanno fatto uno spettacolo meraviglioso e coinvolgente. Mi hanno dato anche il foglio da compilare per iscriversi ai loro corsi perchè mi hanno vista particolarmente presa in quanto battevo le mani a ritmo. Comunque, con dentro i ritmi dei gospel in versione catalana ci siamo diretti in centro per cercare di mangiare qualcosa di tipico. Abbiamo mangiato le Tapas che sono gli antipasti. Ogniuno di noi ha scelto tre tipi diversi di tapas e poi si mangia tutto assieme. Sono assaggini quindi bisogna prenderne almeno tre tapas a testa se poi andate a mangiare con uno come stefano dovete prendere due Tapas in più . Insomma circa un tapas ogni 20 kg di peso corporeo, così non sbagliate, come con gli antibiotici. Tra i più buoni Tapas abbiamo preso gli spinaci alla catalana e i calamari freschi freschi in verde e poi una escalivada cioè un’insalata di peperoni melanzane e cipolla. Per finire in leggerezza abbiamo preso la classica crema catalana.
Il terzo e ultimo giorno abbiamo girato un pò di chiese: Santa Maria del Pi e Santa Maria del Mar, chiese un pò più tradizionali ma altrettanto belle e sempre enormi. Poi siamo andati a rilassarci al Parco difronte allo zoo di Barcellona, per fare orario in attesa di prendere il Bus navetta per tornare a girona e ripartire concludendo questa bellissima esperienza catalana. Ma siccome non si può dire di essere stati a Barcellona se non si assaporano pregi ed difetti della città, abbiamo fatto appena in tempo a farci rubare tutto da un abile e silenziosissimo ladro che nella frazione di un secondo si è volattilizzato portando via il Giubotto del povero Stefano con dentro portafoglio, documenti, due cellulari e macchina fotografica digitale. Inizio della tragedia e trafila alla polizia per denuncia e rischio di non partire perchè il consolato italiano (che stà in via Maiorca a Barcellona) è chiuso il sabato e aprono solo per cose gravissime e per emergenze nazionali. Non essendo appartenenti a nessuno di questi casi, giungiamo così moggi moggi e sconsolati all’areoporto di Girona con un anticipo allucinante sul volo (5 ore prima) per perorare la nostra causa che sembra disperata fin dall’inizio. Ci viene ripetuto che ” ryanair imbarca in questi casi solo se muniti di verbale della polizia e foto e documento anche fotocopiato che attesti che tu essere proprio tu e non essere altro” Dopo alcune scene di panico ci facciamo faxare dall’italia il tesserino dell’ordine dei medici di Stefano che è stato miracolosamente recuperato . Per la Ryanair il documento è ok!! Finalmente si parte!! Al cek inn della ryan air c’era la fila di gente che aveva il triste foglio rosa della denuncia della polizia: non eravamo soli! Consiglio caldamente a tutti di partire con più e più fotocopie di un documento di identità da nascondere un pò ovunque, non si sa mai! Nonostante tutto è stato un bel viaggio e ci ritorneremo senza dubbio speriamo per più di tre giorni, perché abbiamo ancora un sacco di cose da vedere.