Barcellona in 3 giorni
Il primo giorno iniziamo la nostra visita da Casa Milà, raggiungibile in metro scendendo alla fermata Diagonal della linea blu. Il costo di ingresso è di 11 euro, e con 14 ci si può munire di un dispositivo di “audioguida”, disponibile in tutte le lingue, che tramite le cuffie e 4 sintesi registrate, ti racconta storia e caratteristiche dell’edificio. Molto carine tutte le stanze e molto particolari tutti gli oggetti in esse contenuti, con la terrazza come pezzo forte, una serie di saliscendi con statue e obelischi del tutto particolari, e dalla quale si può ammirare un bellissimo panorama della città. La nostra visita prosegue poi a piedi, giungendo in Piazza Catalunya e da lì sulle ramblas. Davvero particolari le cose che si trovano qui, con molti artisti ai bordi della strada, tanti chioschi di souvenir, fino a giungere all’altezza della fermata Liceu (linea verde) dove troviamo il particolarissimo mercatino de La Boqueria, completamente al coperto, e infarcito davvero di tantissimi banchi particolari. Pesce, carne, e soprattutto frutta (venduta sia sfusa che in confezioni), ce n’è per tutti i gusti. Da segnalare dei deliziosi spiedini di Baccalà. Terza tappa della prima giornata, è la Sagrata Familia. Ci muoviamo sempre in metro, e al costo di 12 euro (più 2.50 € per salire in ascensore fino in cima) la visitiamo all’interno. A dire la verità, non è il massimo trovarla sempre in costruzione, operai e mezzi al suo interno lavorano incessantemente e il rumore di trapani e simili è fin troppo assordante, e il costo dovrebbe essere almeno rapportato. Comunque, come detto, con 2,50 € saliamo in ascensore fino in cima (non si può più salire a piedi da diversi anni) dopo 25 minuti di fila, e, nonostante gli stretti passaggi per muoversi, la vista da lassù è davvero mozzafiato. Consigliato! In serata, è il momento della paella. Da diverse settimane avevo trovato un ristorante adatto, sia a livello di costo che di qualità, che si chiama “7 Portes” e si raggiunge con la fermata “Barceloneta”, vicino quindi alla spiaggia. Devo dire che la scelta è stata parecchio azzeccata: addirittura per entrare troviamo fila fuori, si prendono le prenotazioni, e una volta dato il nome attendiamo circa 15 minuti e ci sediamo al nostro tavolo. Paella per tutti, molto buona, con personale molto gentile e locale davvero elegante. Costo, 30 euro a testa, compresi dolci (crema catalana ovviamente) e un classico vino della casa. A chiudere la serata, un giro in Plaça Reial, raggiungibile da una stradina collegata alle Ramblas, molto carina e corredata di Palme al suo interno, con una fontana centrale.
Il giorno seguente, dopo la solita colazione nel caffè sotto l’ostello (media di 5 euro al giorno, colazioni davvero buonissime! da provare il caffè al Bayles…) da buoni appassionati di calcio, ci rechiamo al Camp Nou, lo stadio del Barcellona. Si raggiunge sempre in metro, le fermate possono essere “Maria Cristina” o “Les Corts”, ma quella più comoda è Collblanc. Seguendo un paio di indicazioni giusto per non sbagliare strada, finiamo per circumnavigarlo tutto girando a destra, mentre fossimo andati dritti saremmo arrivati immediatamente. Poco male, entriamo nel complesso (ne fa parte anche il Palazzo del Ghiaccio, il Palau Blaugrana che è il palazzetto del basket, e lo stadio dove gioca la nazionale dell’Andorra), facciamo il biglietto e con 17 euro abbiamo la visita combinata Museo+stadio. Una piccola pecca, è non poter scegliere di fare uno solo dei due, ma dover prendere il pacchetto completo. Si entra dalla porta 18 e non è una visita con una guida al seguito, ma piuttosto un percorso obbligato che si fa in solitaria, muovendosi autonomamente. Il tutto è davvero speciale: si entra dal primo anello, si scende fino a bordocampo e si può arrivare dietro una delle due porte. Poi si sale al secondo anello, e di nuovo al terzo, dove si trova la tribuna stampa coperta, racchiusa da una mega vetrata che dà sul campo. Terminata la visita all’interno dopo le foto di rito, si scende verso il museo, che ha cose enormemente suggestive, come la teca dei 6 trofei conquistati dal Barça nel 2009, la possibilità di interagire ascoltando l’inno del club e utilizzando un tavolo multimediale dove visonare i momenti più belli della storia del Barcellona tramite dei video, e un lungo corridoio di maxischermi dove vengono proiettati i momenti più decisivi della stagione dei 6 trofei. Si termina con il FCB Megastore, un vero e proprio ipermercato tutto blaugrana, disposto su due piani, che oltre ad essere un punto di acquisto (c’è davvero di tutto, compreso il reparto che stampa i numeri sulle maglie), è una vera e propria attrazione turistica al pari di altre della città. Il pomeriggio di questo secondo giorno è dedicato alla spiaggia di Barceloneta, dove trascorriamo qualche ora di relax. Spiaggia “corta”, sabbia grossa, e una quantità infinità di stranieri che passano cercando di venderti tatuaggi, massaggi o birra in lattina. Davvero stressante purtroppo dover dire “No grazie” ogni 10 secondi! In compenso il panorama è bellissimo, acqua compresa, e anche il viale per arrivarci ha diversi ristorantini dove cercano di propinarti il menu per strada mentre passi. La seconda serata, è dedicata all’Hard Rock Cafè, che si trova in Piazza Catalunya, un pub-dinner molto bello e pieno di particolari sulla muscia rock. Chitarre al muro, foto dei più grandi artisti, maxischermi e televisori che proiettano concerti, e una saletta dedicata allo shop con magliette e gadgets. Menu rigorosamente all’americana con carne e patatine, costo 20 euro, ambiente davvero confidenziale e servizio molto buono. Essendo molto frequentato occorre dare il nominativo immediatamente, ed attendere che un piccolo telecomando (che consegnano subito dopo la prenotazione) si illumini, segnalando che il tuo tavolo è disponibile. L’attesa è stata anche inferiore alle aspettative, in soli 25 minuti eravamo dentro. Successivamente, proseguiamo per la ramblas e la facciamo tutta fino in fondo, arrivando sotto la statua di Colombo e su Port Vell, il porto della città, con l’edificio della capitaneria che è un vero e proprio palazzo elegantissimo e illuminato.
Il terzo ed ultimo giorno pieno di visita, è dedicato al Parco Guell, raggiungibile con la fermata Vallcarca della metro (linea verde) e percorrendo un pezzo a piedi un po’ in salita (aiutati comunque da diverse scale mobili). Anche qui la vista è magnifica: scorci e sentieri molto belli, e all’interno del parco la Casa Gaudì, per la quale ingresso abbiamo utilizzato il biglietto della Sagrada Familia, reso valido anche per questa seconda tappa. L’entrata del parco invece è totalmente libera. Alla Casa Gaudì, disposta su due piani, si possono trovare altri particolari di stanz ed oggettistica delle altre attrazioni visitate (Sagrada Familia e Casa Milà) e diversi busti e quadri che ritraggono l’artista. Anche qui la vista della città che si gode dal parco è bellissima. Nel pomeriggio torniamo sulle ramblas e ci dedichiamo alle viuzze laterali, piene di negozi di marca, molto interessanti anche se non sono sulla rambla principale. Il pomeriggio termina con una toccata e fuga nella località di Cornellà (ultima fermata della linea blu) per visitare anche lo stadio dell’Espanol, l’altra squadra di Barcellona, per la verità entrando nel suo store e acquistando qualche capo d’abbigliamento richiestoci dall’Italia in precedenza. Molto carina anche questa zona, seppur un po’ fuorimano, ma semplice e tranquilla. Concludiamo la nostra vacanza con la paella, così come l’avevamo iniziata, ma questa volta in un posto più semplice e alla mano che si trova a pochi metri dal nostro ostello. Con circa 15 euro mangiamo bene (Sangria compresa) e anche il servizio è buono. L’ultima serata la trascorriamo in un locale del tutto particolare che si trova nella zona della Villa Olimpica (fermata Cittadella della metro gialla), la zona attrezzata per ospitare le olimpiadi del 1992. Si chiama “Ice Barcellona” ed è un locale con una particolarità davvero singolare: con 15 euro si ha una consumazione gratuita e l’accesso a una stanza fatta completamente di ghiaccio, muniti di guanti e cappotto pesante, in cui tutto è fatto di ghiaccio, compresi i bicchieri, e la temperatura è di -5. Da provare! Anche se non so quanto si possa resistere…
Il volo del ritorno del giorno seguente è alle 12.20, e così, abbiamo solo il tempo di fare colazione in un locale diverso questa volta, allo StarBucks, un bar non lontanto dal nostro ostello. Taxi, poi bus verso Girona, e aereo di ritorno che dopo un’ora e un quarto circa arriva a Bologna. La nostra vacanza a Barcellona termina qui. Alcune considerazioni finali: chi non l’ha ancora visitata, si prenda tempo per farlo, ne vale davvero la pena. La gente è cordiale, se si chiede una informazione ci si comprende anche se non si parla lo spagnolo stretto, ed è una città che ha davvero tutto: mare, calcio, shopping, parchi, locali di tutti i tipi. L’unico neo, come detto, è avere la pazienza di sopportare i continui inviti a comprare di tutto, o ad avere ingressi omaggio per locali e discoteche, o in alcuni casi anche per cocaina e fumo. Cose che non possono comunque intaccare la magia e la suggestione di una città che con i suoi viali alberati, le sue forme artistiche e uniche, e le sue numerose palme, è luogo da mille e una notte.