Barcellona e Valencia tra arte e mare
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DOMENICA (BARCELLONA)
HOLA BCN CARD: La prima cosa che abbiamo fatto all’aeroporto di Barcellona è stata quella di ritirare la HOLA BCN CARD (prenotata su internet), da non confondere con la Barcellona Card. La nostra tessera serviva per viaggiare gratuitamente su bus e metro, non per entrare in musei o in altre attrazioni del genere. E’ indispensabile. Saremo poi stati liberi in ogni momento di muoverci in metropolitana e cambiare i programmi senza temere di spendere soldi in più per gli spostamenti.
CITYMAPS2GO: un altro consiglio: scaricatevi un’applicazione che vi consenta di muovervi per la città, attraverso una mappa in collegamento con i gps del vostro smartphone, senza bisogno del traffico dati. Io mi sono trovato bene con citymaps2go. Si possono scaricare le mappe delle città e delle province che vi interessano. Inoltre esiste una funzione di ricerca di attrazioni turistiche, musei, esercizi pubblici, strade, ecc.. Selezionando la destinazione potrete anche vedere la distanza in linea d’aria da dove siete. Non ha un software per la navigazione, ma è comunque molto utile.
EL PUTXET: il nostro albergo era il Silken Sain Gervasi, a due passi dalla stazione metro El Puxtet e a 30 minuti a piedi dal Parco Guell. L’albergo ci ha soddisfatto in termini di prezzo, di pulizia e di grandezza della camera. Meno lo spessore dei muri. Evidentemente, contemporaneamente a noi, ha ospitato degli indefessi insonni che durante la notte e fino alla mattina hanno continuato a parlare. Giuro che avrei voluto sapere cosa diavolo si sono detti per così tante ore! Grazie al cielo la notte successiva se ne sono andati o sono morti per la stanchezza.
PALAZZO REALE MAGGIORE: arrivare presto al mattino ci ha permesso di “smarcare” un po’ di monumenti già domenica. Il palazzo reale è un complesso di edifici recinto da mura a loro volta inglobate nella città. Non è immediato quindi distinguerlo durante una passeggiata nei dintorni. E’ possibile passeggiare fra le mura, nei vari ambienti all’aperto. E’ carino da vedere, non stupefacente. Forse con una guida in grado di dettagliare gli utilizzi dei vari spazi ai tempi dei re d’Aragona sarebbe stato più interessante. Offre più spunti l’interno con il Salo del Tinell e la Cappella di Sant’Agata. Il primo è una grande stanza con archi molto larghi. E’ bella da vedere se si apprezza la particolarità architettonica. Anche la cappella è graziosa. Questi spazi sono gestiti dal Museo di Storia Catalana, il MUHBA. L’entrata offre inoltre la possibilità di visitare una vasta area sotterranea con i resti di un quartiere romano. Le numerose descrizioni (sempre in catalano, spagnolo e inglese) spiegano come le basi rimaste degli edifici identificano i vari luoghi dove si svolgevano le attività produttive del borgo. Parliamo ovviamente di resti, di tracce perimetrali, non certo di edifici integri. Noi siamo entrati gratuitamente. Non so se è stata un’eccezione oppure la regola. Diciamo che in base ai miei interessi mi permetterei di spendere 6/7 euro per una visita agli interni del Palazzo Reale. Se il biglietto fosse costato intorno ai 15 euro, mi sarei pentito della visita. Una visita e un’attenzione media a tutti gli ambienti (leggere le descrizioni porta via tempo) richiede almeno un’ora e mezza.
CATTEDRALE DI SANT’EULALIA: bella cattedrale in stile gotico catalano che merita una visita. Grande e maestosa. Abbiamo pagato 7 euro di biglietto (anzi, scusate, di donazione), che inlcudeva la visita al tetto e al cortile con le 13 oche. Il camminamento sul tetto (si accede con un ascensore da una delle cappelle laterali) è una stretta passerella metallica. In giornate affollate di turisti scordatevi quindi di ingombrare il passaggio per cogliere la foto del secolo! Uno scatto veloce e fuori dai piedi! Anche se non siete poliglotti, le imprecazioni nelle varie lingue sono facilmente intuibili. Il panorama è apprezzabile. Carino anche il chiostro e la curiosità dei pennuti imprigionati nel cortile. Credo che in alcuni orari l’accesso sia gratuito, soprattutto per le funzioni religiose. Non so se altrettanto lo siano la salita al tetto e l’entrata nel chiostro. Date un occhio al sito ufficiale (come sempre in spagnolo, catalano e inglese).
BASILICA DI SANTA MARIA DEL MAR: anche questa è una bella chiesa da vedere. Meno pomposa della Cattedrale, ma affascinante. Belli i colori che filtrano dalle vetrate. Anche qui è possibile accedere gratuitamente in alcuni orari del giorno e anche qui date un occhio al sito ufficiale. Io non ho letto il libro “La cattedrale del mare”, quindi se siete appassionati lettori di Falcones probabilmente l’apprezzerete ancora di più!
SVAGO: bene, a questo punto della domenica (sera) e dopo lunghe camminate e assorbimento culturale, ci siamo dedicati ad una delle attività più praticate durante le vacanze dei cittadini di questo mondo: il sano ca@@eggio! Siamo andati a fare quattro passi fino alla spiaggia di Barcelloneta, dove finalmente ci siamo tolti scarpe e calze per rilassare le piante nella solleticante sabbia! Abbiamo constatato che non c’è stato il fuggi-fuggi temuto, ma la folla stipata in questo fazzoletto di sabbia è rimasta al suo posto! Abbiamo deciso che una eventuale giornata in spiaggia non l’avremmo passata lì. Troppa gente. Poi siamo andati a cenare in un simpatico bar vicino alla spiaggia, con panini e sangria. Quattro passi dopo cena e siamo tornati in albergo.
LUNEDì (BARCELLONA)
PARC GUELL: come detto sopra, soggiornavamo relativamente vicino al Parc Guell. Siamo quindi partiti per andare a visitare questo parco contenente le opere di quel pazzo scatenato di Gaudì. Come avrete modo di leggere di qua e di là in internet, Guell è stato il principale mecenate di Gaudì. Come avrete modo di scoprire, il parco si trova in cima ad una delle colline di Barcellona, quindi richiede una buona dose di entusiasmo per le camminate. Come avrete infine modo di apprezzare, in Baixada de la Gloria ci sono delle scale mobili che aiutano le povere gambe stanche di noi turisti non iscritti al CAI. Avevo scaricato una descrizione in inglese del Parco, dove in realtà non venivano trattate tanto le opere di Gaudì, quanto i vari ed innovativi processi di urbanizzazione della collina che hanno impegnato l’architetto e il ricco industriale nella costruzione di un quartiere nuovo e destinato alla borghesia di Barcellona. Se vi può interessare mastersuniversitaris.upc.edu/aem/archivos/informes/park-guell-guide.pdf/at_download/file+&cd=5&hl=it&ct=clnk&gl=it . La gran parte del parco è di libero accesso. Non aspettatevi un parco con alberi dalle ampie chiome e erba su cui poter fare un pic-nic. E’ molto secco, con terra, roccia e tanti cespugli. Non ci sono opere di Gaudì in giro. Si può andare fino alla vetta e godere di un bel panorama della città… e anche dell’ottimo blues suonato da un apparente barbone con un gattino in braccio. Oltre ai tradizionali piccioni, qui noterete anche dei pappagallini che popolano gli alberi del parco. In realtà poi li vedrete ovunque, ma qui sono molto numerosi. Una piccola parte del parco è recintata e a pagamento. Qui si concentrano quelle poche opere che Gaudì è riuscito a finire, rispetto al progetto originale. L’entrata costa 8 euro. La visita guidata 20. Se non sbaglio si paga un supplemento per la casa. Avendo letto in giro che la casa era stata una delusione, abbiamo deciso di non andarci. Guardando un po’ di foto in giro invece non ci siamo decisi per l’area a pagamento del parco. Abbiamo quindi optato per rimandare la decisione. Errore! Al mercoledì capirete perchè. Era arrivato il tempo di svagarci in spiaggia!
SPIAGGIA DI MAR BELLA: asciugamani in spalla e infradito ai piedi, siamo andati in metro (stazione Poblenou) alla spiaggia di Mar Bella. A fianco si estende la Nova Mar Bella. E’ meno affollata, ma non si può certo descriverla come deserta. Mar Bella è una spiaggia molto frequentata da omosessuali, in maggioranza maschi. E’ inoltre meta anche di molti nudisti. Se la cosa vi infastidisce, spostatevi a Nova Mar Bella. A noi non ce ne fregava nulla. Ci siamo tenuti i costumi e abbiamo usufruito dei bagni gratuiti, delle docce e del bar nella spiaggia senza problemi.
100 MONTADITOS: dove mangiare alla sera senza spendere molto e senza ingurgitare schifezze? Ecco un suggerimento: la catena spagnola 100 Montaditos! I montaditos sono dei piccoli panini, dei bocconcini, con molti ripieni: salmone, formaggi, salse, tonno, prosciutto, salsicce, verdure ecc. Offrono inoltre anche dolci e altre sfiziosità. Costa tutto da 1 a 3 euro. Il mercoledì e la domenica costa tutto 1 euro. Ripeto: se andate mercoledì o domenica a mangiare, vi potete mangiare un bocconcino con salmone, uno col tonno, uno col prosciutto, uno con le verdure e una 0,3 di birra o sangria a 5 euro! Come funziona? Ai tavolini troverete un menu, un blocchetto su cui scrivere gli ordini e una penna. Compilate l’ordine, vi recate alla cassa a pagare e come da Starbucks comunicate il vostro nome. Quando sarà pronto al microfono verrete invitati a ritirare il vassoio. Una pecca. I menu sui tavoli sono solo in spagnolo. All’interno si possono chiedere quelli in inglese, ma non ce ne sono molti.
MARTEDì (barcellona)
MERCATO DELLA BOQUERIA: alla mattina successiva, di buon’ora come raccomandato da altri diari di viaggio (intendo di mattina presto secondo gli standard spagnoli, non italiani, il che vuol dire non prima delle 9.30), siamo scesi in centro e fatto quattro passi alla Boqueria. Il mercato è un reticolo pressapoco ortogonale di passaggi fra bancarelle che vendono un po’ di tutto. In realtà molte di queste si sono adeguate al flusso dei turisti e vendono bicchierini di frutta fresca già pronti, succhi e snack vari. Può essere piacevole fare quattro passi fra tanti colori. Se avete visto i ricchi mercati orientali o mediorentali potreste rimanere delusi. Se siete abituati solo ai mercati del vostro paese o quartiere, allora un giretto vi divertirà. Comunque fateci un giro, non si perde molto tempo.
SANTA MARIA DEL PI: anche questa è una bella chiesa da andare a vedere. Bello il rosone che illumina l’interno con i suoi colori. Noi non siamo saliti sulla torre, ritenendo sufficiente la viste già fatte di Barcellona da altri punti. Non vi inserisco noiose descrizione delle chiese, come avrete visto. Potrete collezionare da voi le migliori descrizioni, metterle su un file e caricarvelo sul kindle o sullo smartphone.
PALAU GUELL: ed ecco una delle nostre visite più apprezzate! Quel matto di un Gaudì ha creato questo palazzo e percorrere i corridoi e le scale è davvero un gusto particolare. Non voglio perdermi in tante descrizioni, vi toglierebbero il gusto della sorpresa. Con 12 euro avrete anche una audioguida esauriente che vi impegnerà per 1 ora e mezza almeno. Quindi se siete dei maniaci fantozziani dei programmi, quando tracciate il percorso da fare fra i vari monumenti, segnatevi questo di mattina presto. A differenza dei grandi spazi delle chiese, le stanze e i corridoi del palazzo sono fatte per poche persone. Altimenti vi ritrovereste ad ascoltare un brano dell’audioguida spinti via dal numero a cui si riferisce quel pezzo. Noi non abbiamo avuto questo problema, per fortuna.
STATUA DI COLOMBO: se avete dei bambini che amano farsi fotografare in groppa a colossali leoni, ecco che la statua del buon Colom (Colombo), che mentre dall’alto della sua colonna scruta il mare, ospita sotto queste grandi statue di felini.
CENTRO COMMERCIALE MAREMAGNUM: se dopo aver visto la statua del grande esploratore volete andare in bagno o anche solo a ristorarvi, questo centro commerciale fa al caso vostro. E’ sufficiente attraversare il ponte e raggiungere l’entrata. Davanti troverete anche parcheggiate un paio di lussuose auto sportive (noi abbiamo visto una Lamborghini e una Ferrari) disponibili ad essere noleggiate a chi vuole provare l’esperienza di farsi bello fra le strade della città, rispettando odiosi limiti orari e con scritte ben stampate sulla fiancata a ricordare che l’auto non è e non sarà mai vostra.
SAGRADA FAMILIA: non potrete dire di essere stati in mezzo ad una mare di gente se prima non sarete usciti dalla stazione della metropolitana della Sagrada Familia. Noi avevamo prenotato la visita guidata in internet. Se volete si può anche prenotare il solo biglietto di entrata. Impensabile non farlo on line. Secondo me i soldi spesi per una guida sono quanto mai spesi bene per un monumento del genere. Bello, originale, folle. Gli altri aggettivi trovateli voi. Sicuramente il monumento più bello di Barcellona. Siamo chiari: ben poco di quello che esiste è stato costruito ai tempi di Gaudì. Tutti gli architetti che si sono succeduti hanno però rispettato il suo progetto. Io torno a consigliarvelo: fatevi una visita guidata! L’accesso viene fatto 15 minuti prima dell’orario stabilito. Non vi faranno entrare prima, c’è troppa gente. Poi però potrete restare dentro e farvi un giretto a piacimento.
Tralascio la descrizione della pessima cena fatta nei pressi della Santa Maria del Pi, in un classico ristorante- trappola per ingenui turisti che speravo noi non fossimo.
MERCOLEDì (barcellona)
PARCO GUELL – ATTO II: dovevamo partire in treno per Valencia il pomeriggio di mercoledì. Avevamo quindi deciso di tornare al Parco Guell e fare la visita guidata nella parte MONUMENTAL, quella appunto a pagamento. In questa parte (dove si trovano la famosa salamandra, la scalinata, ecc.) possono entrare, fra partecipanti di visite guidate e singoli visitatori, non più di 800 persone alla volta. Alle 11 di mattina (e non era un weekend) ci hanno detto che la prima entrata disponibile era alle 18.30. Quindi se volete andarci, prendete on line i biglietti. Se non vi interessa, non andate nemmeno al parco. Non ha senso arrivare in una zona lontana dal centro solo per vedere il panorama.
COLLINA DI MONTJUIC: visto che avevamo un po’ di tempo, siamo “corsi” in metro fino alla collina di Montjuic. Il tragitto finale con teleferica fa comunque parte della rete della metropolitana e quindi era incluso nella Hola Card. Sinceramente mi sono pentito di aver perso alcune ore di due mattine al Parco Guell (perché alla fine non avevamo visto la zona Monumental) quando invece potevo spendere più tempo qui. E’ una zona con diversi musei, il castello e il bel parco che scende dalla sommità della collina fino alla base. Qui si trova la fontana, che alla sera si attiva con giochi d’acqua. Noi purtroppo non li abbiamo visti. Mi rivolgo sempre ai fantozziani programmatori di percorsi turistici: inserite questa meta nella seconda parte del pomeriggio, verso la sera. Vi godrete così la visita e lo spettacolo della fontana. Sopra il parco c’è un bar con dei prezzi da Svizzera (una pallina di gelato per esempio costa 4,5 euro e una birra in un bicchierino da sagra 6 euro). Munitevi di adeguate scorte di cibo e acqua.
Avevamo già acquistato on line il biglietto ferroviario per Valencia. Senza accorgercene avevamo acquistato la prima classe (Preferente). Ci siamo fatti un bel viaggio comodi con un piccolo pasto portato dalla hostess (un po’ come negli aeri non low cost). Siamo arrivati in serata al confortevole ostello Dormavalencia (con bagno in camera).
GIOVEDì (VALENCIA)
A differenza di Barcellona, a Valencia non esiste una carta per viaggiare qualche giorno gratuitamente sui trasporti pubblici. Esiste un carta prepagata, costa due euro, che si può ricaricare con pacchetti da 10 viaggi. Il singolo viaggio cosa 1,5 euro (si acquista direttamente a bordo), mentre la ricarica da 10 sulla carta costa 8 euro. Si viaggia principalmente in bus. Esiste una metropolitana, ma a differenza della reti che si trovano in altre città, questa NON passa attraverso il centro, ma resta prevalentemente a nord. Noi non l’abbiamo mai presa. Salvo che non scegliate un albergo vicino ad una fermata della metropolitanta, anche voi non la userete. Centro e spiagge sono raggiunte dai bus.
CATTEDRALE: ho trovato la chiesa forse più bella da fuori, ma comunque anche l’interno è carino e vale la pena vederlo. Con 6 euro avrete anche un’audioguida che vi impegnerà per un’oretta. Sono apprezzabili, a mio ignorante parere, più alcuni particolari che l’interno nel suo complesso, come i gruppi di bassorilievi attorno al Santo Graal. Se Indiana avesse saputo che bastava così poco per raggiungerlo..
LONJA DE LA SEDA: all’edificio è stato riconosciuto lo status di patrimonio dell’umanità. Il biglietto costa 3 euro. Conviene prendere l’audioguida con altri 3 euro. A mio modesto parere, sempre da ignorante, il tempo che l’audioguida dedica all’esterno è assolutamente eccessivo. Descrive tanti particolari che da un punto di vista storico e artistico mi sono sembrati poco rilevanti. L’interno è carino, soprattutto l’architettura della grande sala a cui si accede dal giardinetto. Diciamo che nel complesso il rapporto prezzo/interesse ci sta. Un’ora di audioguida è un po’ troppo.
PLAZA E ARENA DE TOROS: Olè! Perchè no? In vacanza si potrà pure fare un po’ i deficienti! Ed ecco un pirla al centro dell’arena della corrida con due dita a mo’ di corna che duella con una borsa della morosa torera! Con due euro a cranio cornuto potrete entrare in questa arena, se non altro interessante, visto che un edificio così in Italia non esiste. Potrete girare indisturbati fra le varie gradinate (tanto non c’è quasi mai alcuno), scendere al centro, respirare la puzza da stalla (lasciata da tori che non ci sono al momento) e visitare il museo. Quest’ultimo indubbiamente può destare interesse solo agli appassionati di corrida. Comunque un giro all’interno ve lo consiglio, costa poco, prende il tempo che voi deciderete di dedicare ed è una piacevole variante ai soliti programmi fantozziani.
TORRE DE SERRANOS: nella nostra passeggiata siamo arrivati anche qui. E’ una maestosa porta di ingresso alla città con libero accesso ai piani superiori (all’aperto) che separa il centro dal parco vicino.
Ora due parole anche su una serata, non solo sui monumenti. Consigliati da Tripadvisor volevamo andare al Mythos in Carrer de Borriana. Arrivati lì ci siamo seduti e dopo aver ricevuto il listino ci siamo accorti che in realtà ci eravamo seduti nel ristorante a fianco. Infatti sedie e ombrelloni disposti sul marciapiede erano tutti uguali e disposti in una fila senza soluzione di continuità. Eramo quindi al ristorante 33 JK. Comunque lo consigliamo. Una cameriera italiana molto gentile e graziosa ci ha assistito durante tutta l’ottima cena a base di paella de mariscos. Ricordatevi che in un ristorante come di deve, occorre aspettare almeno 40 minuti per una paella, di mare o valenciana (con pollo e coniglio). Un mio promemoria per il futuro: non bere più un litro di sangria da solo!
VENERDì (VALENCIA)
OCEANOGRAFICO: dall’Italia avevamo acquistato i biglietti per questo giorno. Siamo arrivati di buona mattina (sempre secondo gli standard spagnoli) così siamo entrati dritti dritti senza fare fila. Siamo scesi con la scala mobile dell’ingresso al piano sotterraneo dove al banco informazioni ci hanno consegnato la mappa dell’area e dato alcune informazioni utili. Provo a elencarvele mettendoci del mio: 1) spettacolo dei delfini: ce ne sono 4, meglio quello delle 11.45. Occorre entrare solo 20 minuti prima e non 30 come gli altri. Pullula di mocciosi urlanti. Quindi andate là subito e continuate con il resto dopo. 2) nella voliera può entrare un numero limitato di persone per massimo 15 minuti. E’ necessario quindi mettersi in coda ed aspettare di entrare. Se c’è molta gente è meglio quindi vederlo prima di altre zone. 3) Mettete in conto almeno 3 ore di visita.
So che molti animalisti non apprezzano questi luoghi, soprattutto quando gli animali vengono usati per spettacoli come quello dei delfini. Gli addetti spiegano (in spagnolo) che il ricavato serve per la salvaguardia delle creature marine, per le opere di soccorso che gli stessi addetti effettuano sugli animali. Vedete voi. Tutte le vasche sono comunque molto interessanti (squali, leoni marini, pinguini, ecc.)! Non abbiamo preso l’audioguida, credo che comunque ci siano molte descrizioni e soprattutto la visita porta già via molto tempo anche senza. Noi senza figli ci siamo divertiti, anche se un po’ dispiaciuti per i delfini. Se avete dei bambini, questi impazziranno di gioia.
SPIAGGIA DELLA MALVAROSA: bene, se il vostro scopo era avere informazioni solo sulle attrazioni, potete fermarvi di leggere. Da questo momento in poi per noi è iniziato il CA@@EGGIO! La spiaggia della Malvarosa è la prima spiaggia che si trova in città. Parliamo di chilometri di sabbia. Mi ricorda le spiagge dell’alto Adriatico (Bibione, Jesolo, ecc.) per intenderci. Solo che è più profonda. Anche l’acqua non è trasparente, per via della sabbia. E’ carina, dotata di bagni, docce, bar e anche ombrelloni e lettini a pagamento. Purtroppo sono pochi e nei weekend vanno a ruba. E’ possibile prendere anche solo l’ombrellone (4,5 euro al giorno), senza i lettini (sempre 4,5 euro cadauno). La spiaggia è piena di gente, soprattutto nei fine settimana. All’inizio, lungo il molo, c’è un locale per giovani (e non solo) dove si può mangiare, bere aperitivi e fare serata con musica disco). Lungo il bordo della spiaggia ci sono invece una miriade di bar e ristoranti. Non aspettatevi la massima cortesia e professionalità. Almeno per quella poca esperienza che ci siamo fatti noi.
SABATO (VALENCIA)
SPIAGGIA DELLA PATACONA: in bus abbiamo oltrepassato la Malvarosa e siamo giunti a questa spiaggia adiacente. C’era comunque molta gente, ma un po’ meno dell’altra. Anche qui l’acque è bassa e occorre camminare molto per superare il metro e cinquanta di profondità. In compenso, soprattutto per le persone freddolose e lamentone, nel pomeriggio la temperatura è tiepida. Il litorale di Valencia è ventoso, quindi anche nelle giornate più calde il sole è abbastanza sopportabile. Abbiamo infine notato che i turisti (spagnoli?) alle 18.30 / 19 se ne vanno dalla spiaggia per farsi belli. Se infatti vai a mangiare o a bere qualcosa intorno le 20 vestito di costume e asciugamano in spalla, ti salta all’occhio che gli avventori attorno a te, anche in locali attaccati alla spiaggia, sono già vestiti per la sera.
DOMENICA (VALENCIA)
SPIAGGIA DELLA PATACONA – DOPO IL PONTE: anche domenica siamo andati qui. Ci siamo spinti appena più in là superando il ponticello. L’affluenza era leggermente inferiore. Come sempre bagni e baretto presenti. Due consigli: se volete un ombrellone, arrivate presto, soprattutto nei weekend; se non siete sotto un ombrellone e volete fare un bagno, prendete posto vicino al mare, così potrete tenere sott’occhio le vostre cose. Preciso comunque che non abbiamo mai avuto problemi di furto nè mai sentito che ci fossero stati casi di microcriminalità. Per quel che abbiamo potuto sperimentare è una città tranquilla anche nelle zone attorno al porto.
LUNEDì (VALENCIA)
SPIAGGIA EL SALER: se volete una spiaggia un po’ più isolata, provate questa. E’ un po’ in tanta mona (espressione latina del IV secolo d.c.), ma prendendo il 25 fra il centro commerciale El Saler (si chiama come la spiaggia, ma dista 8 chilometri da questa) e l’Umbracle, ci arriverete in 15/20 minuti. Nota dolente: 1 bus all’ora. Alcuni noleggiano bici o motorini. Fra la città e questa zona chiamata El Saler ci sono chilometri di nulla. Infatti si esce dalla città e si passa accanto a zone senza tutti i complessi residenziali che si sono sviluppati nella parte nord della città (dalla Malvarosa in su, per intenderci). Ci sono casette ogni tanto, sabbia, cespugli, aridità… quindi in sostanza non ci sono fermate del bus se non proprio in questa frazioncina. Per quel che abbiamo visto noi ce ne sono tre a El Saler. Le prime due sono in corrispondenza di due tristi camping (sulla destra), mentre a sinistra i due viali si infilano nei cespugli che spuntano dalla sabbia e vi portano ad una spiaggia sempre molto lunga, ma poco profonda. Noi ci siamo fermati al secondo camping. Ovviamente bisogna accontentarsi dei servizi. Ombrelloni e baretto ci sono. I bagni erano delle latrine puzzolenti, senza carta igienica e sapone, a fianco di un triste ristorante. In compenso ci sono due bagnini e un infermiere (prestano servizio dalle 11 in poi…pressapoco..) a disposizione. Docce neanche l’ombra. Abbiamo fatto una passeggiata (15 minuti) fino alla parte più centrale de El Saler (terza fermata). Lì i servizi sono migliori: docce, bagni, diversi ristoranti, ecc.. Sabbia e acqua come alla Malvarosa. Però c’è molta meno gente. Noi l’abbiamo preferita alle altre due spiagge! Per tornare gli autubus sono più frequenti, ogni 20/30 minuti.
MARTEDì
ADIOS: abbiamo fatto quattro passi attorno alla Ciutat de les Arts i les Ciències. Avevamo già fatto una passeggiata nell’Umbracle. Non abbiamo ritenuto di andare al museo delle scienze. Se avete figli andateci. Ci sono molto attività dedicate a loro. La visita porta via qualche ora.
Siamo tornati in treno, stavolta in classe economica, a Barcellona. Un simpatico controllore a cui ha fatto piacere fermarsi a raccontarci un po’ di cose, ci ha spiegato che la prima classe (Preferente) è quasi sempre vuota. Quindi ci sono molte offerte e si può viaggiare in prima classe allo stesso prezzo della seconda. Non abbiamo capito se è più facile trovare queste offerte all’ultimo minuto o con largo anticipo. Non parlava una parola di inglese e noi non una di spagnolo. Lui ci raccontava le cose in spagnolo e noi gli rispondevamo in dialetto veneto. Uno spettacolo di conversazione.
Con il biglietto di lunga percorrenza avevamo diritto al viaggio in treno gratuito verso l’aeroporto. Occorre però cambiarlo presso le macchinette nel salone principale. Un lettore ottico legge il codice QR stampato sul biglietto originario del treno, così la macchina può stampare poi un nuovo biglietto per salire sul treno in direzione dell’aeroporto (binario 9 o 10).
Spero di essere stato utile a qualcuno. Buon viaggio!