Barcellona e Minorca, arte e cultura
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Barcellona ci appare subito come una città viva, allegra, caotica ma allo stesso tempo ordinata e ricca di umanità. Da Plaça de Catalunya percorriamo l’elegante Passeig de Graça, viale di boutique e negozi griffati e arriviamo alla nostra prima tappa e al primo incontro con il genio di Antoni Gaudi: Casa Battlò.
Barcellona deve gran parte della sua fama al genio del famoso architetto Antoni Gaudì, massimo esponente del modernismo con un’impronta personale di eccezionale genialità, assolutamente rivoluzionaria e difficilmente etichettabile. Ben sette delle sue opere, situate a Barcellona, sono state inserite dall’UNESCO nella lista dei patrimoni dell’umanità.
Il biglietto per “Casa Battlò” costa euro 21,50, comprensivo di audioguida, assolutamente necessaria per comprendere e ammirare completamente questa e le altre opere di Gaudì.
Casa Battlò fu costruita tra il 1904/06 e Gaudì la dotò di una facciata originale, fantastica e ricolma d’immaginazione. Sostituì l’antica facciata con un nuovo insieme costituito da pietre e cristallo.
Il tetto ricorda il dorso di un drago ed è provvisto di grandi scaglie colorate.
L’interno è altrettanto sorprendente. Il grande salone, che si affaccia sul Passeig de Gracia, è composto da finestre di legno che possono essere aperte simultaneamente per una visione panoramica che copre tutta la lunghezza del salone. Le balaustre dei balconi, a forma di maschere, sono realizzate in ferro fuso in un’unica gettata. Tutti i locali, la scala interna, i corrimani hanno una loro logica e funzionalità sorprendente. Nulla è lasciato al caso e tutto ha una spiegazione.
Sulla terrazza il grande dorso del drago, che svolge un’importante ruolo di equilibrio estetico della facciata, è affiancato da gruppi di camini di grande attrattiva visiva con la superficie ricoperta da piccole piastrelle colorate, ma anche di assoluta funzionalità.
La visita dura circa due ore e usciamo assolutamente soddisfatti e sorpresi. Se questo è l’inizio.
E’ l’ora di uno spuntino. Sul lato opposto della via vediamo un locale raccomandato da varie guide: “Tapa Tapa”. Ci accomodiamo ai tavolini all’aperto. Le tapas sono illustrate sulla tovaglietta di servizio. Porzioni abbondanti e buona qualità del cibo. Forse non proprio economiche!
Soddisfatte le esigenze culinarie riprendiamo il passeggio. Dopo pochi isolati, all’angolo tra Passeig de Graça e Carrer de Provença incontriamo la seconda opera di Gaudì: “la Pedrera o Casa Milà”. Purtroppo è in fase di ristrutturazione e la troviamo con l’impalcatura sulla quale è stampata l’immagine della facciata che appare come una scultura gigantesca nella quale le linee curve hanno chiaramente il sopravvento. Questo edificio di appartamenti fu l’ultima opera civile di Gaudì, eretta tra il 1906 e il 1910 su incarico dell’industriale tessile Pere Milà. “Pedrera” significa cava di pietra e la pietra grigia utilizzata per la facciata scorre su tutto l’angolo dell’edificio come un’onda in continuo movimento. La visita della casa prevede il sottotetto, uno spazio costituito da 270 archi a parabola in mattoni piatti, la terrazza con continui saliscendi e disseminati di camini dalle forme sorprendenti (sembrano i guerrieri di Guerre Stellari!) e un appartamento decorato secondo i canoni dell’epoca.
Usciamo ancora più meravigliati e stupefatti. Probabilmente aveva ragione il rettore della cattedra di Architettura che quando Gaudì si laureò esclamò: “… non so se abbiamo conferito il titolo a un pazzo o a un genio…”, forse entrambi!
Appagati da tanta bellezza e genialità percorriamo avenue Diagonal e ci immettiamo nelle famose Rambla, il salotto di Barcellona, un ampio vialone alberato, strapieno di gente. Raggiungiamo Plaça de Catalunya e da qui il nostro albergo. Sito in Calle Fontanella 7, alle spalle del centro commerciale “Cortes d’Ingles”, ha una piccola entrata, moderno con camere funzionali e pulite.
Un breve riposo e poi intorno alle 18,30 di nuovo alla scoperta della città. Attraversiamo la zona pedonale, ricca di negozi, di via Comtal e Avinguida Portal del Angel e ammiriamo prima il Palazzo della Musica Catalana, opera modernista con una splendida facciata ricoperta di ceramiche e sculture e dichiarata patrimonio universale dall’Unesco nel 1997. Non è possibile entrare quindi ammiriamo l’esterno, scattiamo qualche foto dell’ingresso e poi ci dirigiamo verso il Quartiere Gotico.
Raggiungiamo la maestosa cattedrale gotica, che visiteremo in seguito. Ci addentiamo nelle viuzze che la circondano e arriviamo in piazza San Filippo Neri. Ritorniamo indietro e attraversiamo Plaça de Sant Jaume, dove si affacciano il municipio e il palazzo de la Generalitat, sede del Governo della Regione.
Attraversando strette vie raggiungiamo la nostra meta: Plaça Reial, dove ceniamo al ristorante “Les Quinze Nits”, buon locale con tavoli sia interni sia esterni.
Dopo cena ancora un po’ di Ramblas, lo spettacolo della fontana di Passeig de Graçia, di fronte al negozio Zara e ritorniamo in albergo. Domani ci aspetterà un’altra giornata molto intensa.
GIOVEDì 3 LUGLIO
Oggi il nostro programma prevede la visita al “Park Guell”, o meglio, prevedrebbe! Dopo un’ottima e abbondante colazione ci rechiamo alla fermata dell’autobus 24, all’inizio di Passaig de Graçia, che in circa mezz’ora ci porta proprio all’ingresso del parco, evitandoci una faticosa salita. Comodissimo!
La prenotazione, effettuata dall’Italia, prevede l’ingresso nel parco alle 10,30. Visitiamo la parte aperta al pubblico in attesa di entrare. All’ora prestabilita ci rechiamo al check ma con nostra grande sorpresa la prenotazione è per il giorno 4 luglio, quindi domani! I ragazzi addetti alla vidimazione dei biglietti sono inamovibili e non ci permettono di entrare. Nessuna paura ritorniamo alla fermata dei bus ed è subito pronto il piano B!
Prendiamo l’autobus 92 che ci porta alla fermata della metropolitana L3 fermata Lesseps e raggiungiamo il “Barrio Gotico”. Visita alla Cattedrale. Entriamo da Carrer del Bisbe e ci troviamo nell’attiguo chiostro, dove nel giardino centrale facciamo la curiosa conoscenza di 13 oche che dovrebbero rappresentare gli anni del martirio di Santa Eulalia, cui è dedicata la cattedrale. Attigua la fontana di San Giorgio.
L’interno a tre navate è maestoso e imponente. Altissime colonne s’innalzano verso la volta della cattedrale e tutt’intorno splendide cappelle. Buona parte della navata centrale è occupata dal coro, con splendidi intarsi di legno. Di fronte al coro una scalinata conduce alla cripta, dove è conservato il sarcofago con le spoglie di sant’Eulalia. Al di sopra, l’altare al centro del presbiterio.
Dopo un’attenta visita usciamo per ammirare la facciata con la torre centrale e le due torri laterali. Ritorniamo nelle vie del quartiere gotico che avevamo già percorso il giorno precedente e raggiungiamo l’”Esglesia de Santa Maria del Mare”. La facciata è un’unica parete in pietra, spezzata dall’immenso rosone e dal grande portale dell’entrata. E’ l’esempio del più sobrio gotico catalano, rifuggendo da qualsiasi ornamento esterno che invece contraddistingue la Cattedrale.
Lungo l’ampia navata centrale corrono due navate laterali, tra queste ampie colonne a pianta ottagonali si ergono sino alle volte. Le vetrate ai lati della chiesa mostrano splendide raffigurazioni del 700. La chiesa è ampia e il rosone centrale del 400 conferisce luce alla navata principale.
Attraverso il Passeig del Born raggiungiamo la struttura in ferro del “Mercato del Born”. Ci aspettiamo di trovare la classica struttura di un mercato, molto diffusi a Barcellona. L’interno invece ci sorprende. Camminando lungo una passerella sopraelevata, si possono ammirare le rovine della Barcellona del 1700. Queste rovine, portate alla luce solo nel 2003, sono l’orientamento attuale delle strade del periodo medievale, e più di cinquanta case, pozzi, negozi e altre parti della vita che era in questo periodo.
E’ inoltre presente un Centro Culturale con un ambizioso programma di eventi contemporanei: musica, teatro, burattini, mercati, seminari, conferenze e workshop. Bella sorpresa ma ora la fame si fa sentire. Ritorniamo nella piazza del Born e ci dirigiamo verso un localino adocchiato in precedenza. Pranziamo alla Taverna de Born, bell’ambiente e ottime tapas. Oggi abbiamo in programma la visita alla Sagrada Familia, fissata per le 16,30. Abbiamo quindi tutto il tempo di visitare un’altra parte della città. Il nostro prossimo obiettivo è il principale polmone verde del centro di Barcellona. Il “Parc de la Ciutadella”. Situato proprio dietro il Mercato del Born, percorriamo Passeig de Picasso ed entriamo di fianco al Museo di Geologia ospitato all’interno del Parco unitamente al Parlamento della Catalogna, al parco zoologico, al Museo di Zoologia, ad una piccola ma ricca serra e un grazioso laghetto dove è possibile noleggiare piccole imbarcazioni. Noi visitiamo la serra, attraversiamo il parco e costeggiando il laghetto raggiungiamo la più bella attrazione del parco: l’immensa “Cascada” accanto all’entrata di Passeig de Pujades. E’ composta da un bellissimo arco centrale e due scalinate laterali, tutt’intorno statue neobarocche raffiguranti cavalli alati e draghi dalla cui bocca escono, non fiamme ma getti d’acqua.
Dopo numerose fotografie raggiungiamo il Passeig de Pujades e ci incamminiamo per Passeig de LLuis Companys, un largo viale alberato circondato da originali lampioni di ferro battuto azzurro, che conduce all’”Arc de Triomf”. Zona elegante e molto bella. L’Arco, costruito in occasione dell’Esposizione Universale del 1888, dall’architetto Villaseca, ricorda la tradizione islamica ed è costruito non in pietra ma in mattoni. Abbastanza insolito ma piacevole.
Ci rechiamo poi alla vicina fermata della Metropolitana, linea 1 Arc de Triomf, cambiamo a Clot, linea 2, fermata Sagrada Familia. Come esci dalla metro rimani subito senza parole. La cattedrale è imponente e le gru che la sovrastano rendono la zona quasi irreale. La fila per i biglietti è lunghissima, noi fortunatamente li avevamo già da Milano, quindi, anche se manca ancora un po’ all’orario di entrata, proviamo a chiedere se è possibile accedere alla Cattedrale. Naturalmente siamo stati respinti. Così come al Park Guell, nessuna deroga!
Il tempo di una bibita fresca, due passi nelle vie adiacenti e finalmente alle 16,30 saliamo le scale d’accesso. Ci muniamo delle audioguide, assolutamente indispensabili, ed entriamo.
Il colpo d’occhio è impressionante. Una meraviglia. Una cattedrale costruita ispirandosi alle grandi cattedrali gotiche ma con concetti moderni e modernisti e dove ogni colonna, capitello, vetrata ha un suo senso. Noi ne siamo rimasti entusiasti. E’ difficile raccontare le emozioni, le sensazioni provate senza dimenticare qualcosa. Sicuramente il genio di Gaudì in quest’opera si esprime ai massimi livelli!
La costruzione iniziò nel 1882 e la versione definitiva del progetto di Gaudì prevedeva un edificio lungo 95 metri, largo 60 , un campanile centrale alto 170 metri e altri diciassette alti circa 100 metri. All’interno avrebbe ospitato 13.000 persone. Dodici torri (quattro su ogni facciata) avrebbero rappresentato gli Apostoli, mentre altre cinque torri la Vergine Maria e gli Evangelisti. Il campanile centrale Cristo.
Di queste al momento solo otto sono complete. Tre le facciate previste, ciascuna con una particolarità: la facciata della Natività, della Passione e della Gloria di Cristo.
La facciata della Natività si trova di fronte al sole e rappresenta la vita. Ogni rappresentazione ha un suo preciso significato e le sue porte rappresentano la Fede, la Speranza e la Carità ed è in netto contrasto con la Facciata della Passione che si presenta con forme semplici e ornamenti scarni a rappresentare il dolore e la morte. Quella della Gloria è invece orientata verso mezzogiorno e rappresenta l’uomo all’interno della creazione. L’interno è altrettanto unico: sulla base dei disegni di Gaudì gli architetti che si sono succeduti alla realizzazione dell’opera, hanno ricostruito fedelmente la disposizione dei pilastri. Alla base, colonne doriche che culminano con capitelli sferici da cui si diramano verso il soffitto altre diramazioni. E’ come una sorta di bosco naturale. La disposizione delle colonne ricorda i tronchi degli alberi con i loro rami. Sopra le navate laterali si ergono delle tribune che possono ospitare fino a 1500 persone. Tutt’in torno meravigliose vetrate policrome consentono alla luce esterna di illuminare l’interno della Cattedrale.
Grazie alle utilissime audio guide riusciamo a cogliere lo spirito dell’opera e a cercare di interpretare quello che il genio di Gaudì voleva evidenziare e rappresentare. Il nostro biglietto comprende anche la visita a una delle due torri. Purtroppo l’ascensore è guasto e … “naturalmente” … non è possibile salire utilizzando l’altro! Quindi niente torri, l’importo pagato ci è stato comunque rimborsato dopo pochi giorni sulla carta di credito.
Visitiamo il museo, dove sono custoditi i progetti di Gaudì e dove è possibile vedere il laboratorio con tecnici e architetti all’opera. All’uscita visitiamo la piccola scuola fatta costruire da Gaudi per i figli delle maestranze che lavoravano alla costruzione della “Sagrada”. I piccoli banchi ci hanno ricordato lontani anni scolastici. Molto interessante.
Rientriamo in hotel intorno alle 19.00. La giornata è stata molto intensa ma ci ha dato la possibilità di ammirare un vero capolavoro del genio umano.
Per cena ci rechiamo al ristorante “Estel de Gracia”. Locale d’atmosfera, ottima cena, personale gentile e prezzi normali (euro 114,00). Da consigliare.
VENERDì 4 LUGLIO
Oggi finalmente è il giorno di “Park Guell”. Progettato come città-giardino a uso residenziale, sullo stile inglese, l’idea non ebbe successo e Guell nel 1923 regalò l’area al Comune che lo destinò a spazio pubblico.
L’autobus ci porta all’ingresso del parco di “Piazza della Natura”. Superato senza problemi il “check”, ci troviamo subito su un’enorme piattaforma tutta circondata da una panchina ondulata a forma di serpente in ceramica lucida. Da qui si gode uno stupendo panorama della città con al centro la maestosa figura della “Sagrada Familia”. La piazza è in parte scavata nella montagna e in parte sorretta dalla Sala Ipostile, che vedremo poi. Due scale laterali portano al portico della Lavandaia, portico composto di pietra non lavorata. All’esterno sono disposti vari contrafforti, uno dei quali rappresenta una grezza figura conosciuta appunto come “la Bugadera” (lavandaia).
Il Portico termina in una rampa a spirale con colonne elicoidali, creando una struttura elegante che unisce il balcone superiore con quello inferiore. Ritornando indietro ci si trova nella “Sala Ipostile”, uno spazio il cui tetto è formato da piccole cupole e caratterizzata, all’interno, da ottantasei colonne ispirate all’ordine dorico. Sopra la cornice, la panchina in ceramica della piazza superiore. Scendiamo poi dalla scala monumentale. Si tratta di una scalinata doppia e divisa in rampe che dall’ingresso principale sale sino alla sala Ipostile. La scala è ricca di elementi scultorei ricoperti di frammenti di ceramica. Una fontana a forma di testa di serpente sullo scudo della Catalogna e l’elemento sicuramente più fotografato del parco: il drago o salamandra dai colori molto accesi. Le foto si sprecano. Ovviamente bisogna soddisfare un po’ tutti, quindi tra turisti e bambini ci ritagliamo il nostro piccolo momento per scattare splendide foto… Mauri al corso di fotografia faremo un figurone! Ai piedi della scalinata l’ingresso principale e le due casette che, nell’intenzione di Gaudì, avrebbero dovuto fungere da reception per ricevere i visitatori, e da casa del guardiano del parco.Le piccole costruzioni rispecchiano l’insistenza di Gaudi sull’assenza di linee rette. Sembrano le casette delle fiabe con forme tondeggianti e i tetti ricoperti di frammenti di ceramica, tecnica molto usata da Gaudì, che culminano con l’alto comignolo della casa alla sinistra dell’entrata.
Una veloce visita all’interno poi risaliamo la scalinata, altre foto e poi sulla destra della scalinata entriamo nei “Giardini d’Austria” una zona ricca di vegetazione, lavanda, fiori e piante di ogni tipo.
Usciamo poi dalla zona a pagamento e passeggiamo per il parco sino a raggiungere una croce di pietra da dove si può ammirare uno splendido panorama. Ripreso l’autobus 24 scendiamo alla fermata della metropolitana L3 (verde) Lesseps e raggiungiamo Plaça d’Espanya. Qui ci attende uno spettacolo insolito e inaspettato. E’ in corso il “Barcelona Harley days”, un raduno di Harley Davidson. Centinaia di splendide moto sono allineate nell’Avinguda de la Reina Maria Cristina, e tutt’intorno il variopinto e colorato mondo dei “biker”. Stand gastronomici e altri che propongono in vendita gli attrezzi del “mestiere”: giubbotti di pelle, t-shirt, canotte, bandane, adesivi. Dopo un giro esplorativo attraversiamo la piazza e con l’ascensione panoramico saliamo sulla sommità della “Plaza de Toros”, ora sede di un centro commerciale e ristoranti. Pranziamo al “Restaurantes Cinco Jotas”, poi scendendo all’interno del Centro commerciale ritorniamo verso le due torri veneziane che segnano l’inizio dell’avenida Reina M.Cristina che conduce al Palazzo Nazionale, imponente edificio dove spicca l’enorme cupola centrale. Al centro delle lunghissime scalinate laterali splendide fontane formano innumerevoli giochi d’acqua. Torneremo questa sera per ammirare i colori e i suoni della Fontana Magica! Il programma prevedrebbe la visita alla collina del Montjuic salendo con la funivia. Ci rendiamo però conto che la distanza è troppa, quindi riattraversiamo il colorito mondo dei bykers, ritorniamo in Plaça d’Espanya, linea 3 della metropolitana, fermata Drassanes e siamo all’inizio delle Ramblas, vicino al monumento dedicato a Cristoforo Colombo.
Iniziamo a risalire l’ampio viale alberato, sempre strapieno di gente. Artisti di strada, uomini statua, colorate bancarelle di fiori, tavolini dei bar e ristoranti. C’è di tutto!
In Carrer Nou de la Rambla l’ultimo edificio gaudiano da visitare: Palau Guell. Commissionato da Eusebi Guell nel 1880, è il primo esempio dello stile che avrebbe contraddistinto Gaudì. Giochi di colonne, archi a parabola, cupole e l’immancabile uso della tecnica “trencadis” (ceramica spezzettata) sui camini della terrazza. Si visitano le cantine, il mezzanino, il piano nobile che comprende la sala da pranzo e altre stanze dedicate alla vita familiare, il salone centrale che ospita la cappella e l’organo, dove si organizzavano ricevimenti e incontri. Terminata la visita, dopo pochi isolati, nella Rambla di Saint Josep, raggiungiamo il Mercato della Bouqueria, palazzo modernista in metallo e una visita è d’obbligo. Coloratissime bancarelle di frutta, ortaggi, spezie, pesce accolgono una moltitudine di gente che passeggia tra gli stand anche solo per ammirare le composizioni colorate di frutta e verdura. Un bicchiere di macedonia rinfrescante a 1 euro e ritorniamo nella rumorosa rambla, raggiungiamo Plaça de Catalunya e da lì il nostro albergo. Dopo cena ci aspetta lo spettacolo della “Fontana Magica”.
Con la metropolitana raggiungiamo nuovamente Plaça de Espanya e ceniamo in un locale direttamente collegato con l’Hotel Plaza, comodo per il nostro dopocena ma locale asettico e deludente, il ristorante Philigrana.
Terminata la cena, raggiungiamo un passaggio sopraelevato dove ammiriamo per oltre un’ora stupendi e coloratissimi giochi d’acqua. A ritmo di musica, l’acqua cambia sfumature, colore, sprizza in alto e ricade, si raccoglie per poi rifluire.
Un degno finale della nostra visita alla città di Barcellona. Domani ci aspetta il volo, che ci porterà nella perla delle Baleari, l’isola di Minorca.
SABATO 5 LUGLIO
Sveglia all’alba e partenza dall’aeroporto di Barcellona alle 9,30 con un volo della compagnia Vueling. Volo tranquillo e arrivo all’aeroporto di Mahon, capitale dell’isola di Minorca dopo meno di un’ora. Ritiriamo il bagaglio, ci rechiamo al banco dell’autonoleggio Ownerscar, prendiamo possesso dell’Opel Corsa assegnataci e via verso la scoperta dell’isola! Dobbiamo raggiungere Cala Satandria, nelle vicinanze di Ciutadella. La distanza tra la capitale Mahon e la città di Ciutadella, situata all’estremo ovest dell’isola, è di ca. 45 km e si raggiunge percorrendo la ME-1, la principale strada dell’isola. La strada taglia nel mezzo Minorca, tra campi delimitati da muretti a secco, boschi, coltivazioni. Attraversiamo i paesi di Alaior, Es Mercadal, Ferreries e dopo circa un’ora raggiungiamo la struttura che ci ospiterà: “Prinshotel La Caleta”. E’ caratterizzata da due belle piscine di forma irregolare e tutt’intorno costruzioni di tre piani con camere e appartamenti. Ogni camera ha un balconcino con vista piscina. L’accoglienza alla reception è ottima e ci mette subito di buon umore. La ragazza, si sforza di parlare italiano e di spiegarci il funzionamento dell’hotel e gli orari di colazione e cena. Le camere sono già disponibili, quindi parcheggiata l’auto, recuperiamo il bagaglio e seguendo le indicazioni raggiungiamo le nostre camere situate al terzo piano della palazzina. Abbiamo voglia di mare, quindi dopo una veloce rinfrescata, un frugale spuntino e sistemati i bagagli incominciamo a conoscere le spiagge più vicine al nostro hotel. Puntiamo verso “Cala Blanca”, situata a 4 km da Ciutadella e vicinissima all’hotel Mediterrani. Spiaggia di sabbia fina ma piccola e a quell’ora molto affollata. Una rapida occhiata e decidiamo di proseguire. Pochi chilometri ed ecco “Cala en Bosch”. Zona ricca di hotel e residence con un piccolo porto. La spiaggia, sempre di sabbia bianca e fine, è abbastanza affollata. Una parte è attrezzata con lettini e sdraio mentre la parte centrale è libera. E’ comunque vivibile e quindi decidiamo di fermarci. Il primo sole e il primo bagno minorchino! Ci concediamo anche una bella passeggiata lungo un tratto di “Cami de Cavalls”, un sentiero che costeggia tutta l’isola, che un tempo collegava le torri di guardia e che ora si può percorrere a piedi, a cavallo o in mountain-bike. Prima di rientrare un gelato e un giro nell’insediamento urbano omonimo per i primi acquisti. Decidiamo di cenare in hotel. Cena a buffet a 17 euro a persona, bevande escluse. Molta varietà dagli antipasti al dolce, in generale buona qualità, senza particolari eccellenze. Dopo la cena assistiamo a uno spettacolo di musiche spagnole eseguite dallo staff di animazione dell’albergo.
DOMENICA 6 LUGLIO
Giornata soleggiata. Dopo una colazione molto varia e abbondante dal dolce al salato, frutta, verdura e succo d’arancia, acquistiamo l’indispensabile per un pranzo in spiaggia e ci dirigiamo al nord verso “Plaja Cavalleria”. E’ sicuramente una delle spiagge “imperdibili” dell’isola. Per raggiungerla transitiamo per Es Mercadal e prendiamo la direzione di Fornells. Prima di Fornells una tipica strada con muretti a secco conduce alla spiaggia. Lasciamo l’auto in un ampio parcheggio e con una tranquilla passeggiata di 10/15 minuti raggiungiamo una comoda scalinata di legno che ci conduce al mare. Già dall’alto la spiaggia si presenta in tutta la sua bellezza. Una mezzaluna di sabbia rossa lunga circa 500 metri, un mare di un verde chiaro che contrasta con le rocce marroni che la circondano. Alla sinistra della scala, tra le rocce e il mare alcune persone sono completamente ricoperte di un sottile strato di fango rosso che, dicono, faccia bene alla pelle. Non c’è ancora molta gente e scegliamo con tutta tranquillità dove piantare i nostri ombrelloni poi, ci godiamo una splendida giornata di sole e mare. Mau e Isa si cimentano nel bagno di argilla rossa e, nel corso della mattinata, durante una passeggiata sulla battigia, incontriamo, ma com’è piccolo il mondo, la nostra collega Monica anch’essa in vacanza a Minorca con marito e figli. Per lei è la seconda volta nell’isola e quindi, da “veterana” ci indica le spiagge più belle e i posti migliori da visitare. Rientriamo a La Caleta nel tardo pomeriggio. Doccia e via alla scoperta di Ciutadella. Prima della dominazione inglese era la capitale dell’isola e il centro cittadino presenta numerosi palazzi signorili e chiese. Una rapida passeggiata che da Placa d‘es Born ci porta alla Cattedrale, poi attraverso stretti vicoli raggiungiamo la chiesa di San Francesco dove assistiamo alla messa in catalano. Terminata la funzione, scendiamo verso il porto lungo la scalinata di Capilonc, ricca di tipici negozi e bancarelle, passeggiamo lungo il porto e decidiamo di cenare al” Ristorante au Port”. Locale molto ampio, buona cena.
LUNEDì 7 LUGLIO
Oggi ci dirigiamo a sud dell’isola. La meta è la spiaggia di Son Saura. Prima di arrivare alla deviazione per la spiaggia un grande tabellone segnala se il parcheggio gratuito di 250 posti è libero. Si trova a circa 20 Km da Ciutadella e per raggiungerla bisogna prendere il Cami per San Joan di Missa, una stretta strada costeggiata dai tipici muretti a secco in pietra. Poi un tratto di strada sterrata in mezzo alla campagna conduce all’ampio parcheggio. Dopo una passeggiata di dieci minuti attraverso il bosco si raggiunge la spiaggia. Purtroppo le mareggiate dei giorni precedenti hanno reso impraticabile la spiaggia, una spessa coltre di posidonie ricopre la battigia. Proseguiamo lungo la scogliera e raggiungiamo un altro piccolo gioiello. La spiaggia di “El Talaier”. Più piccola ma più riparata. La baia è circondata da una splendida pineta, la sabbia è bianca e fine, e il mare, al largo, un po’ mosso. Nel pomeriggio arriva un simpatico venditore di frutta che con una carriola verde vende cocco, ananas e anguria tagliata direttamente al momento dell’acquisto. Al rientro un bel temporale estivo, purtroppo non l’unico.
Per cena ritorniamo a Ciutadella, giriamo un po’ per le vie del centro poi ceniamo in un locale consigliato dai gestori dell’hotel: “Can Bep”. Servizio un po’ lento ma cucina maiorchina veramente ottima. Ammiriamo splendide paelle servite ad altri tavoli e… credo che ritorneremo!
MARTEDì 8 LUGLIO
Oggi ritorniamo a nord. Verso “Cala Algaiarens”. La cala si trova nel sistema montano di La Vall, a circa 15 km da Ciutadella. Prendiamo la strada per Cala Morell, poi superato un centro ippico, una stretta strada conduce al parcheggio nelle vicinanze della spiaggia. Cala Algairanes è formata da due spiagge: Es Bot ed Es Tancat. La prima parte di spiaggia non ci soddisfa quindi camminando lungo la scogliera, cerchiamo di raggiungere l’altra spiaggia più tranquilla e isolata. Quasi alla fine della scogliera scopriamo che esiste anche un comodo sentiero che, passando per l’attiguo bosco, conduce senza alcuna fatica alla spiaggia. Il colpo d’occhio è spettacolare; mare cristallino, alte scogliere, pinete e sistemi dunari. Purtroppo il mare è un po’ mosso e non ci consente di apprezzare il posto in tutto il suo splendore.
Nel pomeriggio, attraversando piccole dune sabbiose, raggiungiamo prima un piccolo fiume ricco di pesci e testuggini e poi un altro gioiellino: platja de Tancat. Più riparata, con mare cristallino e scorci fantastici.
Nel tardo pomeriggio andiamo a visitare la cittadina di Es Mercadal, situata nel centro dell’isola e caratterizzata da caratteristiche case bianche e basse e da un antico mulino. Passeggiamo per le vie del centro ricche di locali caratteristici e ceniamo da “Can Olga”. Ottima cena e location deliziosa.
MERCOLEDì 9 LUGLIO
Oggi il cielo è coperto e minaccia pioggia. Quest’estate anomala non risparmia neanche le Baleari! Ci dirigiamo verso Mahon, (Maò in catalano) capitale dell’isola dai tempi della dominazione inglese. La cittadina si sviluppa intorno ad un profondo fiordo, lungo cinque chilometri e il secondo porto naturale al mondo dopo Pearl Harbour. Nel mezzo della lunga insenatura si trovano l’isola del Re, l’isola di Quarantena e l’isola Piana. A dominare la città, l’imponente fortezza della Mola. Il tempo di parcheggiare e incomincia a piovigginare. Ci addentriamo nelle eleganti vie del centro, soffermandoci in alcuni negozi che vendono le tipiche calzature “minorchine”. Visitiamo la Chiesa di Santa Maria, in stile neogotico con all’interno un imponente organo del XIX secolo con 3.006 canne e quattro tastiere, il palazzo del Municipio in stile barocco francese, la chiesa del Carmen e il relativo chiostro, dove è allestito un mercato molto vivace. Passeggiamo lungo l’elegante zona pedonale di Carrer Nou, uno degli angoli più transitati della cittadina e, sempre sotto una fastidiosa pioggerellina raggiungiamo il “Moll de Ponent”, da cui si può ammirare il lungo fiordo naturale, il porto e gli isolotti con l’imponente figura della fortezza della “Mola”. Fa quasi freddo, …incredibile…., ci piacerebbe visitare meglio la città ma il tempo inclemente ci consiglia di tornare al parcheggio sotterraneo dove avevamo lasciato l’auto e visitare altri luoghi. Ci dirigiamo verso “El Castell” distante solo pochi chilometri.
Questo paese nacque con un nome singolare, Georgetown e fu fondato dai soldati inglesi che volevano un villaggio nelle vicinanze del castello di San Felipe. Nella piazza principale,”Plaza de la Esplanada”, i palazzi ricordano il periodo della dominazione inglese. Le facciate sia del municipio, risalente al 1886, che l’antico quartiere militare, ora sede del Museo Militare di Minorca, sono di un colore rosso intenso, denominato dai Minorchini, “rosso inglese” perché ricorda il tipico colore del mattone britannico. Alle finestre sono dipinte scene di vita militare del periodo…
Superata la piazza principale e prima di raggiungere il porto, siamo attratti da un locale tranquillo ma dalla giusta atmosfera “Bar Camacho”. Il nostro fiuto non ci delude. Pranziamo a base di ottime e abbondanti tapas! Peccato che Es Castell sia un po’ lontano dal nostro hotel, altrimenti una puntatina serale era d’obbligo!
La maggior parte dei locali si trova a Cales Fonts, il graziosissimo porto, dove le grotte che un tempo erano utilizzate dai pescatori sono state trasformate in bar, ristoranti e negozi di souvenir, tutti affacciati sul mare. Bello, un paesino veramente gradevole.
Il sole va e viene e il vento proveniente dal mare è freddo! Ritorniamo all’auto e continuiamo il nostro tour. Prossima meta “Sant LLuis”.
Qui l’impronta è francese. La dominazione transalpina durò solo sette anni sino al 1763 e lasciò come ricordo la bianca cittadina di Sant LLuis, in onore del re Luigi XV. All’inizio del paese ci accoglie il caratteristico Molì de Dalt (Mulino di sopra), unico rimasto dei tre, presenti nel millesettecento.
Passeggiamo lungo la strada principale, dove è ubicata la chiesa parrocchiale, in stile neoclassico, dove sulla facciata bianchissima troneggia lo scudo araldico della Francia. Non c’è molto altro da vedere, riprendiamo l’auto e costeggiando la zona sud est dell’isola raggiungiamo un caratteristico paesino, rigorosamente bianco: Binibeca Vell. Si tratta di un insediamento turistico costruito negli anni 60, ricreato a immagine e somiglianza degli antichi borghi di pescatori. Case bianche, silenzio, piccoli bar, locali caratteristici e ville da sogno. Alcune anche in vendita!
Dopo aver costeggiato la costa sino a Binidali, attraversiamo Sant Clement e sempre percorrendo la ME-1 e ritorniamo a Le Caleta. Cena in hotel.
GIOVEDì 10 LUGLIO
La giornata si preannuncia con tempo incerto e forte vento. Decidiamo di andare a sud con meta la zona di Sant Tomas. Percorriamo la strada principale sino a Ferreries, poi direzione El Migjorn Gran e arrivo a Sant Tomas. Zona molto urbanizzata con lussuosi alberghi direttamente sul mare. Sicuramente di categoria superiore ma poco aderenti alla realtà naturale dell’isola.
Lasciamo l’auto nel parcheggio gratuito vicino al bar “El Bruc”, poi dopo una breve passeggiata, costeggiando la battigia, raggiungiamo la spiaggia di “Binigaus”, lunga circa un kilometro, di sabbia bianca e fina. Il mare al momento è calmo, l’acqua trasparente e pulita. Di fronte un isolotto, facilmente raggiungibile a nuoto e tutt’intorno una verdissima pineta. Durante la mattinata, lungo il sentiero che costeggia la spiaggia ecco arrivare un gruppo di cavalieri con i tipici cavalli minorchini. In fondo alla spiaggia, in un recinto, un branco di cavallini bruca tranquillamente per la gioia dei turisti.
Passiamo una mattinata tranquilla tra sole e mare sino verso le ore 13, quanto, quasi all’improvviso il tempo cambia. Il mare s’ingrossa e all’orizzonte incombono neri nuvoloni carichi di pioggia.
Raccogliamo zaini e ombrelloni e rotta verso nord!
Raggiungiamo ES Mercadal e dopo una decina di chilometri siamo sulla costa nord e precisamente nel piccolo centro di pescatori di Fornells. Il paese è delizioso: bianco, con piccole case e un porto, dove si svolge l’attività principale degli abitanti: la pesca delle aragoste. Qui, più che in altri luoghi dell’isola, la specialità è la “caldereta de llagosta”, una zuppa a base dei pregiati crostacei, sicuramente invitante ma dal costo un po’ elevato!
Esce finalmente un po’ di sole e la Tizy non manca di crogiolarsi ai caldi raggi solari. Passeggiamo tra le viuzze, ammiriamo la bianca facciata dell’Esglesia de Sant Antoni, purtroppo chiusa, una lunga passeggiata lungo il lungomare, pieno di ristoranti poi raggiunta l’auto giungiamo nei pressi di quella che è da considerare la spiaggia di Fornell: S’Arenal des d’en Castell. Ammiriamo la lunga spiaggia dall’alto, nell’abitato che prende lo stesso nome.
Questo tratto di costa è caratterizzato dalla sua forma quasi circolare, da una lunga spiaggia e scarsa vegetazione. Le abitazioni e le villette sono molte belle e si inseriscono nel paesaggio senza deturparlo. Ci piace molto anche per il meraviglioso scenario naturale che abbiamo la fortuna di osservare. C’è molto vento e il mare molto agitato, quindi desistiamo dal raggiungere la costa anche perché le indicazioni non sono molto chiare e la strada sterrata non sembra delle migliori!
Rientriamo intorno alle 16 e ci concediamo un bagno nella piscina dell’hotel. Qui almeno non c’è vento!
Per cena ritorniamo a Es Mercadal. Abbiamo visto che il giovedì, nelle vie principali del paese viene allestito un mercatino di prodotti artigianali e gastronomici. Passeggiamo lungo le bancarelle e poi ottima cena al “Cafè Bistrò Sol 32”. Piccolo locale ma molto caratteristico con un pozzo interno e antichi componenti d’arredi. Ottima scelta e ottima cena a base di prodotti freschissimi.
VENERDì 11 LUGLIO
Quest’oggi ritorniamo a nord. Scelta giusta…? Mah, chissa! Quest’anno sembra che il detto: “vento da sud, allora andiamo a nord e viceversa” non trova rispondere al vero! Quindi proviamo! La meta è “Cala Pilar”, forse la più selvaggia delle spiagge visitate. Fa parte del paesaggio agreste e selvaggio di ”Ets Alocs”, un’ampia aria di boschi e dune. Lasciata l’auto al parcheggio gratuito, bisogna percorrere un gradevole sentiero in mezzo ai boschi per 30/40 minuti. Una passeggiata piacevole e assolutamente non faticosa. Cala Pilar è una spiaggia ampia, a forma di mezzaluna di sabbia fine e rossa circondata da rocce argillose e con scarsa vegetazione. E’ la spiaggia dove il nudismo, peraltro diffuso in tutto le spiagge visitate, è praticato all’estremo. Probabilmente la difficoltà nel raggiungerla la rende particolarmente ambita per chi è in cerca di tranquillità e relax.
Siamo tra i primi ad arrivare, la spiaggia è bellissima, sicuramente la più naturale e selvaggia tra quelle viste ma purtroppo il mare è abbastanza agitato e se da una parte rende l’ambiente ancora più naturale, dall’altro non ci consente di godere appieno del meraviglioso mare davanti a nostri occhi.
Comunque, pur facendo attenzione e restando vicini alla riva, ci divertiamo come bambini in mezzo ai cavalloni!
Stasera cena in hotel e piacevole spettacolo di canzoni eseguite dai ragazzi dell’animazione.
SABATO 12 LUGLIO
Stentiamo a crederci ma anche oggi il tempo è incerto! Per la legge dell’alternanza oggi ci dirigiamo a sud. Speriamo bene! La meta è Cala Mitijana. Raggiunto Ferreries si segue la strada per Cala Galdana, poi una deviazione ci porta alla spiaggia prescelta. Un comodo sentiero nel sottobosco porta a Cala Mitijana. Una bella spiaggia di sabbia bianca e acqua limpida di un bell’azzurro. Tutt’intorno bianche scogliere sovrastate da verdeggianti pinete. Camminando lungo il Cami de Cavalls si può raggiungere a piedi la vicina Cala Galdana. Rimaniamo tutta la mattina poi arrivano i soliti nuvoloni neri… ormai diventati, purtroppo, familiari! Con l’auto raggiungiamo l’urbanizzazione di Cala Galdana. La cornice naturale è magnifica. Vista dall’alto è spettacolare, purtroppo enormi alberghi deturpano il meraviglioso paesaggio. Dal “mirador” ammiriamo la splendida spiaggia di sabbia chiara, un mare azzurro e trasparente e numerose barche a vela ancorate nella baia. Dopo un passeggio tra le splendide ville ritorniamo verso Ciutadella e ci dirigiamo verso il punto più a nord ovest di Minorca: Punta Nati. Qui, in un paesaggio desolato e lunare, totalmente diverso da quanto visto sinora, si trova il Faro di Punta Nati. La strada è lunga e stretta con ai lati due piccole piste ciclabili. Man mano che ci si avvicina il paesaggio cambia completamente. Dai boschi ai campi coltivati ci si trova in un luogo brullo e senza vegetazione con una costa alta e scoscesa.
Il faro fu costruito nel 1912, dopo il naufragio di una nave, e alle spalle ha postazioni di difesa risalenti alla guerra civile spagnola.
Sembra di essere in mezzo al “nulla”. Una Minorca nuova e completamente diversa, ma comunque assolutamente affascinante.
Per cena ritorniamo a Ciutadella. Ristorante “Smoix”. Situato in una piccola del centro, non facile da trovare, ma comunque da consigliare. Ottima cena con piatti appetitosi e ben preparati.
Dopo cena ci godiamo una po’ la città: la Cattedrale, la piazza del Municipio, le viuzze del centro con antichi palazzi molto ben conservati, la discesa al porto con le bancarelle di oggettistica e una bella passeggiata tra ristoranti e barche a vela.
DOMENICA 13 LUGLIO
Per la legge dell’alternanza oggi ci dirigiamo a nord. La meta è la spiaggia di Pregonda, situata tra Cala Pilar e Cavalleria.
Si raggiunge da Es Mercadal seguendo le chiare indicazioni stradali. Gli ultimi chilometri sono sterrati e si arriva a un comodo parcheggio sempre gratuito. Da qui una passeggiata di una ventina di minuti su un sentiero largo e comodo porta alla spiaggia passando prima da quella di Binimel.la. All’inizio del sentiero un gruppo di anatre ci danno il benvenuto…!
La spiaggia è di sabbia rossa e l’acqua chiara e trasparente. Di fronte alla spiaggia alcuni isolotti molto scenografici emergono dalle basse acque e formano una barriera che protegge la spiaggia dalla forza del mare. Unica nota negativa alcune ville costruite direttamente sulla spiaggia, Ci domandano: ma chi ha concesso il permesso di un simile scempio …. Ogni mondo è paese!
Attenzione alle meduse! Una ragazza vicino a noi è stata punta sul fianco. Noi stiamo attenti e finalmente riusciamo a fare un bel bagno, anche se il tempo continua a essere variabile.
Ritorniamo soddisfatti. E’ sicuramente una delle spiagge più bella di quelle visitate. Minorca è tutta fantastica però le spiagge a nord hanno un fascino particolare!
Questa sera cena in hotel. Lo staff ha organizzato una “serata bianca” e il premio per chi si presenta vestito di bianco è una bottiglia di spumante spagnolo. Viene sorteggiato proprio il numero della nostra camera! Brinderemo alla nostra vacanza!
LUNEDì 14 LUGLIO
Oggi è probabilmente il giorno più “contorto” di tutta la vacanza. Al mattino, tanto per non smentirsi, il tempo è incerto con grossi nuvoloni. Siamo combattuti se rischiare ad andare in qualche nuova spiaggia o vedere altre bellezze dell’isola. Alla fine decidiamo di andare verso est e prima meta il Faro di Favaritx. Da Ciutadella bisogna raggiungere la periferia di Mahon, poi seguire le indicazioni prima per Es Grau poi per il faro. Si trova all’interno dell’area del parco Naturale di Albufera. Il paesaggio intorno è abbastanza spettrale con rocce di ardesia grigia e nera, il mare agitato e un forte vento di tramontana. Lasciata l’auto poco distante, è’ possibile arrivare a piedi sin sotto il faro dove lo sguardo spazia da ripide scogliere a piccole calette. Ritorniamo verso Es Grau, un piccolo paese di pescatori. Breve visita ma il luogo non ci entusiasma. Il vento sembra provenire da nord quindi dopo un breve consulto decidiamo di provare a scendere a sud. Arriviamo a Son Bon, zona a elevata urbanizzazione, spiaggia lunga di sabbia bianca e fine. Purtroppo anche qui il vento la fa da padrone. Il cielo si copre e minaccia pioggia. Riprendiamo l’auto direzione Ciutadella. Tra Es Mercadal e Ferreries ci sorprende un violento acquazzone che però fortunatamente libera il cielo e ci consente di puntare verso un’altra splendida spiaggia: “Macarella”.
Si trova a quindici chilometri da Ciutadella e si raggiunge dopo aver percorso una lunga e stretta strada tra la campagna minorchina.
Il parcheggio più vicino alla spiaggia è privato e costo 5 euro. La cala non è molto grande, a forma di ferro di cavallo, circondata da alte scogliere, coperte da una fitta pineta e naturalmente, data l’ora, è affollatissima. Molto bella, selvaggia con un mare turchese e alcune imbarcazioni ormeggiate. Per gli amanti delle comodità è presente un piccolo ristorante.
Ci ritagliamo un piccolo spazio, ci godiamo un po’ di sole, poi seguendo un piccolo sentiero sulla destra raggiungiamo un’altra piccola ma deliziosa caletta: Cala Macarelleta.
Per cena, l’ultima della vacanza, ritorniamo a Ciutadella. Prenotiamo ancora da” Can Bep” e non rimaniamo delusi, anzi! Due favolose paelle, ai frutti di mare e all’astice e sangria deliziano e soddisfano il nostro palato!
MARTEDì 15 LUGLIO
E’ il giorno del rientro. Naturalmente il cielo è di un azzurro intenso, senza nessuna nuvola!
Trascorriamo la mattinata in piscina, pranzo leggero in hotel e verso le 14 raggiungiamo l’aeroporto di Mahon per il ritorno a Milano.
Volo Easy Jet delle 17,40 e arrivo puntuale all’aeroporto di Malpensa dopo un volo tranquillissimo.
E’ stata una bella vacanza. Barcellona ci ha sorpreso. Il genio di Gaudì e la grande atmosfera della Sagrada Familia rimarranno indelebili nelle nostre menti. Certamente siamo consapevoli di non essere riusciti a vedere tutto quello che c’eravamo prefissi, ma siamo comunque soddisfatti.
Minorca è fantastica. Nonostante le condizioni meteorologiche non siamo state ottimali, ogni angolo dell’isola ci è piaciuto. E’ a misura d’uomo, ancora selvaggia, con spiagge stupende. Mahon e Ciutadella sono deliziose.
Ci siamo già ripromessi di ritornarci per apprezzare meglio queste meraviglie della natura.
L’amicizia e la compagnia poi hanno fatto il resto! E non dimentichiamo la buona tavola!
Alla prossima!