Barcellona e Linguadoca-Rossiglione
Mercoledì 30 dicembre 2009 Finalmente un Capodanno diverso! Ogni anno ho sempre pensato alla possibilità di trascorrerlo altrove, ma per un motivo o per l’altro, io e mia moglie Chantal, abbiamo finito per restarcene puntualmente a casa nella vecchia cara Valle d’Aosta.
Quest’anno però abbiamo deciso di fare qualcosa di diverso. E così, inizialmente avevamo pensato ad un tranquillo weekend in Liguria con visita a qualche borgo, e serata di capodanno con fuochi artificiali sul mare. Ma poi siamo riusciti a convincere i nostri amici Henri e Vanessa a venire con noi e così la meta del viaggio si è fatta più interessante. E così nella serata di martedì 29 dicembre ci siamo incontrati e, guide alla mano, abbiamo iniziato a valutare un sacco di posti: i più gettonati erano Parigi, Praga, Barcellona e Vienna… Ma anche Monaco di Baviera, Lubiana, Amsterdam, Strasburgo, la Costa Azzurra, e qualcun’altro più o meno “credibile”, mentre quasi subito abbiamo escluso l’ipotesi camper più che altro perché un po’ stretti con i tempi per noleggiarlo! Ne è scaturito che ce ne siamo andati tutti a nanna senza aver preso una decisione, ma con la consapevolezza, che se avessimo scelto uno dei luoghi più distanti saremmo dovuti partire già l’indomani nel pomeriggio.
E così la mattinata seguente è stata caratterizzata da telefoni bollenti x accordarci. Il meteo ci ha fatto escludere la meta che avrebbe messo tutti d’accordo: Praga. Rischio neve e -15 gradi previsti per la giornata di sabato ci hanno fatto optare per la mediterranea Barcellona, che io e Chantal avevamo già visto nell’estate del 2006. Ma che per un motivo o per l’altro era la scelta migliore! E così dopo aver deciso di partire per la Catalogna abbiamo prenotato al volo gli Hotel e alle 16.30 eravamo in strada sotto una neve bagnata e pochi minuti dopo già in coda per un’oretta circa al tunnel del Monte Bianco… Per fortuna una volta usciti dall’ingorgo il viaggio è proseguito piuttosto bene senza ulteriori intoppi fino nei pressi di Valence, dove ci siamo fermati per una veloce cena self-service in un autogrill dove però non abbiamo mangiato così bene (nous sommes en France…!!).
A mezzanotte eravamo a Montpellier, località scelta perché poco oltre metà strada, dove avevamo prenotato un hotel carino e molto centrale, a due passi da Place de la Comédie, dove abbiamo fatto subito una capatina su input delle nostre donnine prima di andare a dormire, e nella quale c’era un bell’albero di Natale di color blu e i mercatini che però vista l’ora erano già chiusi.
Giovedì 31 dicembre 2009 L’indomani ci siamo alzati per le 8.30 e siccome l’hotel non comprendeva la colazione, abbiamo scelto un bar nella piazza che faceva delle ottime colazioni a prezzo contenuto. In Francia non si mangia molto bene, ma per le colazioni, sono i numeri uno!! Montpellier è la seconda grande città che si incontra dopo essere entrati nella regione della Linguadoca-Rossiglione dopo Nîmes e siccome è una città universitaria, l’età media della sua popolazione è tra le più basse di Francia. E’ molto vicina al mare e il cambiamento di clima è già molto evidente! Dalla piazza siamo risaliti verso l’Arco di Trionfo, passando per il Palazzo di Giustizia, per poi scattare qualche foto nei giardini di Peyrou nel centro dei quali vi è il Château d’Eau. Ci siamo poi diretti verso lo stupendo edificio della Facoltà di medicina, che da lontano ci aveva molto incuriosito e che da vicino è davvero imponente e poi passando per l’Eglise de Sainte-Anne, attraverso numerosi vicoletti siamo spuntati di nuovo in Place de la Comédie e dopo aver fatto qualche provvista di panini e brioches, siamo andati a recuperare la macchina all’autosilo nei pressi dell’albergo e siamo partiti.
Dopo una breve sosta fotografica allo Stade de la Mosson, impianto utilizzato durante Francia ’98 e che ospita le partite della squadra di calcio della città, nonché alcuni match di rugby, siamo partiti alle 12 con destinazione Aigues Mortes, cittadina nelle umide pianure della Camargue che ospitano il delta del Rodano dalla quale partivano, via mare, i crociati per la Terra Santa. La caratteristica principale di Aigues-Mortes è di essere completamente circondata da una bella cinta muraria che cela un villaggio pieno di viuzze con tanti negozietti. Il tragitto, che dura mezzoretta, è molto suggestivo. Arrivando in Camargue, si vedono qua e là cavalli, tori e soprattutto fenicotteri rosa! E’ un paesaggio davvero particolare, che vale la pena di essere visto, anche solo “passeggiando” con la macchina, e che sicuramente nella bella stagione è ancora più gradevole! Una volta giunti ad Aigues Mortes, abbiamo iniziato con un veloce tour all’interno delle mura, e dopo aver fatto qualche veloce acquisto, ci siamo spostati all’esterno, allontanandoci leggermente su una stradina in mezzo a campi e vigne per avere una visuale d’insieme delle mura che sono poi la parte più interessante di questa località. Purtroppo il tempo minacciava pioggia e quindi i colori erano quelli che erano… Verso le 13 siamo ripartiti e dopo una breve sosta sulla strada per fotografare i fenicotteri, siamo arrivati intorno alle 14 a Sète, una cittadina di mare (è il secondo porto francese sul Mediterraneo dopo Marsiglia), dove abbiamo pranzato, con i panini comprati a Montpellier, su una banchina guardando il mare! Ci siamo poi spostati verso il Cimetière Marin, una delle “attrazioni” della città (!!!!!) dal quale si ha una bella vista del porto ma soprattutto del mare increspato che, in inverno e con il cielo plumbeo, aveva un colore molto particolare! Poi, sbagliando strada, siamo finiti sulla sommità di una collina chiamata Mont Saint-Clair dalla quale si domina tutta la città! Bello! Ci siamo poi rimessi in viaggio sulla Languedocienne, finalmente con destinazione Barcellona.
Arrivati alla frontiera con la Spagna di Le Perthus/La Jonquera, sono rimasto colpito da una costruzione a sinistra della dogana che mi dava l’impressione che stessimo per entrare in Messico piuttosto che in Spagna, e che infatti adesso, cercando su internet, ho scoperto essere una piramide disegnata dall’Architetto spagnolo Riccardo Bofill come omaggio all’arte Azteca.
Passato il confine, ci siamo lasciati alle spalle le nuvole e abbiamo percorso gli ultimi km del nostro viaggio sfiorando una ad una le famose località della Costa Brava e alle 18.15 siamo arrivati a Barcellona, al mega hotel AC Barcelona prenotato il giorno prima su internet! Dopo aver lasciato l’auto nel parcheggio coperto dell’hotel (doveva essere a pagamento, ma alla fine non ce l’hanno fatto pagare!) e un check-in non così rapido, abbiamo preso i biglietti della metro e ci siamo diretti in Plaça Catalunya, e da li abbiamo fatto qualche passo sulla Rambla affollata come sempre di turisti, in cerca di un posto dove cenare. Ma siccome i prezzi forse sarebbero stati un po’ altini abbiamo deciso di spostarci sul molo dove io e Chantal avevamo cenato a base di pesce ottimamente nel precedente viaggio… Ma trovare quel molo non è stato facile. Abbiamo preso in ordine metro, bus e infine taxi, per riuscire a raggiungere il Port Olimpic che, per intenderci, è la zona con i due grattacieli sulla spiaggia della Barceloneta. I ricordi evidentemente non erano così nitidi come pensavo!! Anche scegliere il ristorante non è stato così facile. Molti offrivano solo il menù fisso di capodanno a prezzi molto alti, ma alla fine al ristorante “La Barca” ci hanno fatto sedere per mangiare alla carta. E non ci poteva essere scelta migliore. Ci hanno portato abbondanti antipasti di mare (polpo alla galleca, salmone e gamberetti) e un’enorme padella stracolma di paella di pesce che non siamo riusciti a finire! Il tutto contornato da sacchettino con gadget per capodanno! Spesi 35 € a testa.. Spesi bene!! Dopo cena abbiamo fatto qualche passo sul lungomare indecisi se passare il momento della mezzanotte li oppure sulla Rambla. E siccome era già piuttosto tardi abbiamo deciso di rimanere sul molo, e dopo aver comprato una bottiglia di spumante da un venditore improvvisato (!!) abbiamo atteso i fuochi d’artificio sul mare, che però ci hanno deluso… Pochi, davvero pochissimi. Poi, nei primi minuti del 2010, ci siamo spostati di nuovo sul lungomare e ci siamo fermati in mezzo ai tanti locali a ballare in mezzo al caos di gente che continuava ad andare e venire! Bello! Abbiamo poi fatto una capatina sulla Rambla dove però la festa era già terminata e decine di uomini ripulivano la strada. Verso le 2.30 siamo andati a nanna, un po’ stanchi ma felici! Venerdì 1° gennaio 2010 E così ci siamo concessi un po’ più di riposo, ma non troppo! Alle 9.30 la sveglia è suonata! Per la colazione abbiamo scelto la catena di bar “La Baguetina”, nei pressi di Plaça Catalunya. Abbiamo poi proseguito in metro e poi a piedi verso il Parc Guell. Se non fosse per il vento forte, sarebbe una bella giornata primaverile. Il Parco è come me lo ricordavo, molto bello! Oltretutto è in una bella posizione perché non solo è fuori dal centro ma soprattutto in collina e quindi in posizione dominante sulla città. La tappa successiva è stata Plaça Espanya. Ma, essendo ora di pranzo abbiamo scelto nei paraggi un ristorante/tavola calda chiamato “Casa de Tapas”. Scelta non così felice in quanto la qualità del cibo non era delle migliori. Spesi circa 19 € a testa.
Dopo pranzo abbiamo percorso tutta la piazza e iniziato a risalire il Montjuic con le scale mobili, tra le grandi fontane che animano le serate di Barcellona. Questo posto è il luogo che nel 2006 mi era piaciuto maggiormente. Soprattutto la sera che siamo tornati da Andorra e dopo un diluvio ce ne siamo stati per un’oretta seduti sotto il Palau National a vedere lo spettacolo delle fontane e Barcellona by night illuminata! Arrivati sulla sommità della piazza ci siamo dedicati a un bel po’ di scatti dallo stesso luogo di 3 anni prima, e poi abbiamo percorso qualche centinaia di metri per provare a raggiungere a piedi la teleferica che dal Montjuic conduce al porto di Barcellona. Ma essendo molto lunga la strada siamo saliti su un bus che ci ha portato in cima alla collina, dove c’è il Castello. In questo luogo non ci ero mai stato, e mi è piaciuto moltissimo. Infatti da quassù si ha una visione a 360 gradi, con anche tutta la zona che sta “dietro” a Barcellona, con la sconfinata area portuale fino all’aeroporto di El Prat. In seguito siamo poi scesi dal Montjuic a piedi lungo la strada serpeggiante che conduce all’Avinguida del Paral-lel e siamo spuntati proprio davanti all’Hotel Auto Hogar dove avevamo alloggiato la scorsa volta.
Saliti sulla metro siamo andati fino alla fermata Liceu in cerca della Cattedrale, e ci siamo imbattuti in un locale che faceva frullati bellissimi da vedere e dopo una degustazione ce ne siamo presi uno! E’ poi seguita una visita della Cattedrale con qualche foto dalla piazza attigua.
La destinazione successiva è stata finalmente la Sagrada Familia, simbolo incontrastato del capoluogo catalano.
Bellissima di notte, forse anche più che di giorno, la Sagrada Familia è però ancora un cantiere e chissà quando verrà ultimata. Intorno alle 19 siamo poi tornati in Plaça Espanya per vedere il magnifico spettacolo delle fontane colorate che danzano a ritmo di musica e ce ne siamo stati quasi un’oretta, in mezzo ad un mare di gente, seduti sulle scalinate che portano al Palau National. Per cena invece la scelta è caduta di nuovo sul molo del Port Olimpic (che poi in realtà si chiama Moll de Gregal), ma questa volta abbiamo optato per un altro ristorante, chiamato “La Fonda del Port Olimpic”, dove abbiamo anche qui mangiato molto bene (con 25 € a testa), anche se non come la sera precedente. E dopo nanna.
Sabato 2 gennaio 2010 Sveglia presto: alle 8! Oggi lasciamo Barcellona e la Spagna. Oggi si va a Carcassonne, una delle mete che sognavo da tempo!! Appena fatto il check-out abbiamo deciso di utilizzare la macchina per finire di visitare Barcellona. Scelta azzeccata perché a quell’ora in Spagna tutti dormono e il traffico rasenta lo zero! Siamo passati sotto la Torre Agbar, quella a forma di uovo che ha una gemella o quasi a Londra e dopo una breve sosta in un supermercato per acquistare gli ingredienti per la vera Paella, siamo riusciti a parcheggiare proprio davanti alla Sagrada Familia. Peccato però che la coda che contornava la Chiesa ci ha immediatamente scoraggiato ad entrare… Abbiamo quindi fatto colazione lì davanti, sempre in un bar “La Baguetina” e poi dopo qualche foto alla Sagrada abbiamo ripreso la macchina per andare nei pressi di Casa Milà e Casa Battlò! Anche qui però non siamo entrati, preferendo rimanere sulla via che le separa di poche decine di metri per fotografarle da fuori.
E così dopo una mezzoretta nel centro commerciale “El Corte Ingles” di Avinguida Diagonal, abbiamo lasciato a mezzogiorno una Barcellona baciata dal sole e con meno vento dei giorni scorsi, sapendo che, in poche ore di macchina, saremmo tornati alla dura realtà dell’inverno continentale.
Per pranzo ci siamo fermati all’ultimo autogrill sulla “autopista” spagnola dove abbiamo mangiato in un self service molto, ma molto meglio che tre sere prima in quello francese nei pressi di Valence.. Siamo poi entrati in Francia dove subito dopo abbiamo costeggiato un altro scorcio di paesaggio del tutto simile alla Camargue, con fenicotteri e acquitrini che d’inverno potrebbe addirittura ricordare un gelido paesaggio scozzese.
Alle 15.40 eccoci puntuali prima che il sole tramonti a Carcassonne dove mi sono fatto lasciare sul ponte della città bassa per scattare qualche foto classica della “cité”, la vera Carcassonne, quella fortificata posta su un piccolo promontorio e chiusa da una doppia cerchia di mura sulla quale svettano 53 torri con la punta colorata di blu o rosso. Quando gli altri mi hanno raggiunto, abbiamo pensato, visti i pochi turisti in giro, di avvicinarci in macchina ed effettivamente abbiamo fatto bene perché abbiamo parcheggiato proprio nei pressi dell’ingresso. Come è lontana la Spagna e il clima mediterraneo…Non è ancora tramontato il sole e già si gela… tristezza! Carcassonne è considerata all’unanimità una delle città medievali più affascinanti d’Europa, ed è situata nel cuore del Paesi Catari, i cui castelli e fortificazioni si ergono su tutto il territorio ai piedi dei Pirenei… Chissà che un giorno non torneremo per visitare anche queste lande! Appena si oltrepassa la Porte Narbonnaise e si entra nella città sembra veramente di essere in epoca medievale, (oltretutto in questo luogo è stato girato il film Robin Hood il principe dei ladri). Tutti i negozietti vendono finte balestre o spade giocattolo e non c’è bambino che non ne abbia una! Ci siamo imbattuti quasi subito nell’ingresso del Château Comtal e, siccome l’ingresso era gratuito e 10 minuti dopo avrebbe chiuso, siamo entrati e abbiamo effettuato tutto il percorso segnalato. Ci siamo poi diretti verso la Chiesa di Sant-Nazaire et Saint-Celse dove siamo entrati, e poi abbiamo cercato di avvicinarci al Teatro ma l’entrata era sbarrata dai cancelli chiusi. Abbiamo quindi proseguito attraverso gli stretti vicoli e ci siamo fermati per acquistare saponi profumati e sacchettini per vestiti di lavanda, in attesa del tanto sognato viaggio in Provenza! Ancora il tempo di gustarci una vera crêpe francese che ci ha leggermente riscaldato e alle 17.15 eravamo già in partenza… Destinazione… Ignota!! Nel senso che non avevamo la più pallida idea di quale sarebbe stata la prossima meta! Questo viaggio è nato così ed il bello credo sia stato proprio questo. Voler passare il capodanno a Barcellona, ma fermarci qua e là senza sapere bene dove andare! Le opzioni erano 2: rientrare a casa in serata o il pomeriggio seguente. Nel caso ci fossimo fermati per la notte avevamo altre 2 opzioni: vedere la mattina successiva Nîmes, il Pont du Gard e Orange oppure un assaggio di Provenza: Gordes, Roussillon, l’Abbazia di Sénanque e il villaggio dei Bories. E così mentre discutevamo siamo arrivati a Nîmes, e in un attimo siamo capitati proprio davanti allo stupendo anfiteatro illuminato a giorno. Si tratta di uno dei maggiori anfiteatri nel suo genere, (Raggiunge un’altezza di 21 metri ed ha una capienza di 13000 posti a sedere) e anche di uno tra i meglio conservati che oggi ospita le corride tipiche della tradizione locale (Courses camarguaises), diverse da quelle spagnole in quanto i tori fortunatamente non vengono uccisi. Proprio lì c’era un Hotel della catena Novotel che voleva 55 € a persona per quella notte. E così abbiamo deciso, non tanto per il costo, quanto per il fatto che avremmo avuto solo qualche ora la mattina seguente da dedicare ad altre mete, di partire quella sera stessa. Prima di partire però abbiamo approfittato del fatto che ormai eravamo a Nîmes per qualche scatto alla stupenda Arena e dopo averci girato attorno ci siamo fermati in un fast food chiamato “Quality Burger” e, dopo aver cenato, alle 20.30 ci siamo messi in marcia per il viaggio di ritorno che non è stato poi così lungo! Dopo una breve sosta a 200 km da casa siamo arrivati a casetta alle 2 di mattina neanche troppo stanchi, ma soprattutto super soddisfatti per la perfetta riuscita di questa mini-vacanza organizzata strada facendo nei 2000 km che abbiamo percorso! Per informazioni: d.B@aol.It