Barcellona e Costa Brava

Per la nostra prima volta in Catalunya si è scelto di dividere in due la vacanza, visitando nei primi giorni la Costa Brava e i suoi centri principali, e dedicando i restanti 5 giorni alla sua capitale Barcellona.
Scritto da: Stef-Roby
barcellona e costa brava
Partenza il: 28/03/2009
Ritorno il: 05/04/2009
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
1° giorno: sabato 28 marzo 2009: Roses – Figueras Veloce e puntuale il volo da Malpensa alle 9,00 con la spagnola Click Air, prenotato un mese prima a circa 120€ ; un po’ di attesa per il ritiro dell’auto, un’Altea, poi appena dopo le 11 via in autostrada. Presa la Ronda de Dalt (tangenziale nord) e saltata Barcellona in un’ora e mezza siamo giunti nella parte nord della Costa Brava vicinissimi al confine francese dove a Roses avevamo prenotato una stanza all’hotel Maritim per le prime due notti. Ottima e fortunata scelta: enorme e comoda la camera con una splendida vista sullo spiaggione di Roses e sulla costa a nord della cittadina a 80€ con la colazione. (con un piccolo supplemento si può anche pranzare o cenare e il cuoco è un simpatico ragazzo veneto.) Purtroppo insieme a noi è arrivata anche una grossa perturbazione che per qualche giorno ci ha portato nuvole, pioggia e un vento freddo (8 gradi quel pomeriggio). Pomeriggio dedicato alla vicina Figueras e al Teatro Museo di Salvador Dalì. La visita al Teatro non può lasciare indifferenti piaccia o no. Già dall’esterno con la fila di gigantesche uova sul tetto e le strane statue nella piazza e sulla facciata. Che ci fa li sopra un palombaro ti chiedi? Risposta tratta dalla guida del teatro: “è il simbolo dell’immersione nel subcosciente”. Dentro il teatro è curato in ogni piccolo particolare; dal cortile dove c’è una cadillac con dell’edera all’interno (provare a inserire una moneta!) e un’alta colonna sormontata da una barca, al palcoscenico con una delle sue surreali ed enormi creazioni e la grande cupola, ai corridoi e alle sale zeppi di sue opere a dir poco strane (e non sempre la guida ha delle spiegazioni!). Si ripetono soggetti e figure che caratterizzano l’arte di Dalì, le uova, gli insetti, le stampelle, le palle colorate, i manichini dorati stili “art deco”, le rocce di Cap Creus e sopratutto Gala la sua compagna ritratta decine di volte. Non mancano molti dei suoi capolavori, tra cui un curioso autoritratto, contrapposto ad un ritratto altrettanto folle dell’amico Picasso. Incredibile la sala di Mae West rappresentazione in tre dimensioni del celebre “Volto di Mae West utilizzabile come appartamento” con tendaggi, divano, quadri e camino a rappresentare capelli, bocca, occhi e naso e il colpo del genio, uno specchio che riporta il tutto a due dimensioni. Insomma noi siamo entrati sapendo che Dalì era un artista un po’ eccentrico, e siamo usciti tre ore dopo certi che era pazzo da legare ma entusiasti della visita. In serata non c’è stato verso di andare in centro a piedi per la fortissima tramontana che ti distruggeva l’ombrello e così si è presa l’auto per fare 500 metri e scegliere il locale per cena. Anche qui lavorava un ragazzo italiano che con la compagna francese ha scelto la Catalunya per vivere. 2° giorno: domenica 29 marzo: Girona – Cadacques e Cap Creus Mattinata a Girona principale città del nord della Catalunya caratterizzata da un antico centro medievale su cui si ergono maestose la cattedrale e la chiesa di San Feliù, attraversato da un piccolo fiume, l’Onyar dai cui ponticelli si possono ammirare le vecchie e piuttosto malconce case che si riflettono nel fiume. Emozionante girare tra le strade e le scalinate silenziose del quartiere ebraico e poi salita una ripida scalinata entrare nell’imponente navata della cattedrale gotica con quattro splendide vetrate sui fianchi. Finalmente per noi un po’ di sole così tornati sulla costa ce lo siamo un po’ goduto sulla bella e ampia passeggiata mare di Roses per poi raggiungere Cadacques per una panoramica strada con vista fino alle cime innevate dei Pirenei. Cadacques è certo il centro più carino della zona; casette bianche con gli infissi blu, azzurri o verdi affacciate sulle insenature della costa molto frastagliata e punteggiata di pini e ulivi. Nella vicina Port Lligat c’è poi la casa dove Dalì ha vissuto per oltre 40 anni con Gala, riconoscibile da lontano per le immancabili uova sul tetto. Poco più a nord il faro e le spettacolari rocce di Cap Creus, luogo quanto mai selvaggio in particolare nella luce del tramonto. La tramontana qui soffia spesso fortissima (si faticava a stare in piedi!) e lo si nota dalla vegetazione limitata a piccoli arbusti.

3° giorno: lunedì 30 marzo: Tossa del Mar Siamo scesi a sud tagliando prima la piana di Empuries e toccando poi diversi centri sul mare (Palomos, Platja d’Aro, Sant Feliu) un po’ tutti caratterizzati da una brutta e disordinata edilizia il grande limite di una costa dove si è almeno per noi costruito troppo e male. Per vedere un po’ di costa quasi integra bisogna proseguire lungo la tortuosa e lunga strada da Sant Feliu a Tossa del Mar sulla quale non mancano gli scorci panoramici. Quello sulla bianca Tossa è uno di quelli che si ricordano. Anche a Tossa si è costruito tanto ma almeno il vecchio centro di case e strade bianche è rimasto integro. E’ davvero suggestivo percorrerne le strade salendo fino alla parte alta chiusa da mura turrite (si può percorrere il cammino di ronda) da cui si domina il paese, la spiaggia e la costa scoscesa a sud. Peccato per noi che lentamente è tornato a prevalere il grigio nel cielo togliendoci la possibilità di qualche ora stesi al tepore del sole primaverile. Qui gli hotel a fine marzo sono ancora per lo più chiusi e credo si possa trovare di meglio e a meno rispetto al Best Western Mar Menuda dove ci siamo alloggiati. Unico pregio la vista su una bella e piccola spiaggetta e la tranquillità. Non male il locale trovato per la cena “El Celler del VI”

4° giorno: martedì 31 marzo : Sitges – Tarragona Con il tempo ancora grigio ma almeno più caldo non ci è sembrato il caso di stare una altro giorno in Costa Brava e così è scattata la soluzione diciamo di riserva, visitare la “romana” Tarragona 90km a sud di Barcellona. Abbiamo evitato una sosta nella famosa Lloret del Mar che ci è parsa più grande ma non meno brutta e cementificata dei centri visti il giorno prima, e rifatta la Ronda de Dalt di Barcellona, ancora senza troppo traffico (e stavolta giorno lavorativo ci è parso un sogno a noi abituati alle tangenziali milanesi) abbiamo trovato posto per la notte sulla costa a Sitges. (l’hotel il Subur è un 3 stelle centrale e poco costoso, circa 60€, ma poi girando si è visto di meglio). Bellina Sitges, la lunga passeggiata mare, che termina ai piedi della scalinata della bianca chiesa, e il centro molto vivace. Nel pomeriggio abbiamo raggiunto Tarragona iniziandone la visita già …. dall’autostrada. Infatti da una piazzola di sosta nei pressi dell’uscita si vede e si raggiunge in pochi minuti il Ponte Romano stupendo acquedotto vecchio di quasi 2000 anni molto simile al Pont du Gard in Provenza. Vale la pena scendere il ripido pendio e ammirare le maestose arcate e i possenti piloni in pietra da sotto. Nel centro di Tarragona sono ancora i resti dei Romani a stupire: le enormi mura e l’anfiteatro affacciato sul mare (lo si vede molto bene dall’alto senza entrare e pagare l’ingresso). Da li si sale alla città vecchia passando dall’elegante zona commerciale (merita, una passeggiata sulla Rambla Nova in fondo alla quale c’è uno splendido “balcone” panoramico sul mare) ai vecchi vicoli del centro con le case in pietra a tratti quasi fatiscenti. Ma la visita della cattedrale di Santa Tecla ripaga ampiamente per la salita fin li; la facciata ricche di statue, lo splendido chiostro, l’altare con un grande retablo in alabastro finemente lavorato che racconta la vita di Santa Tecla. Tornati a Sitges l’uscita per la cena con un ottimo baccalà a la plancha in un locale nel centro , il “Vikingos”.

5° giorno: mercoledì 1 aprile: Barcellona Riconsegnata l’auto in aeroporto, con un taxi abbiamo raggiunto l’hotel prenotato a Barcellona, il Derby di Carrer de Loreto che oltre che per il prezzo davvero competitivo per un 4 stelle (circa 90€ con colazione) ci ha soddisfatto per la camera; moderna, ampia, grandi vetrate, letto comodissimo, tv lcd e stereo e molto silenziosa di notte. Un hotel da consigliare sapendo però che non è centrale, (ma in una zona residenziale tranquilla) ha il metro di Entenca a 600m e diverse fermate di autobus nella vicina piazza Macia sulla Diagonal dove tra l’altro si incrociano le due linee turistiche di bus di cui dirò più avanti. Per l’uso dei mezzi è consigliabile il biglietto T10 (10 viaggi a 7,70€) Raccontando della nostra visita a Barcellona eviterò di dilungarmi sulla storia o le curiosità delle principali attrazioni della città che si possono trovare su ogni guida (noi avevamo la key guide e la verde entrambe del Touring) per preferire ciò che ci ha emozionato di più e dare magari qualche piccolo suggerimento. Prima tappa consigliata per prenotare la visita al Palau de la Musica Catalana (noi per fortuna si è trovato posto per il giorno seguente ma poi era tutto già prenotato per i 4/5 giorni seguenti). Si può anche valutare di fare una carta la “Ruta del Modernismo” in Placa Catalunya che permette di avere sconti sugli ingressi. Un po’ tutti gli ingressi costano dai 10€ in su e uno sconto del 10 o 20% fa certo comodo. Li vicino sulla Via Laietana abbiamo scoperto un locale il Terra Blava ottima soluzione per il pranzo, che propone i prodotti del vicino mercato coperto di Santa Caterina (da vedere) con una formula comodissima; con circa 9/10€ prendi tutto quello che vuoi dagli antipasti alla frutta, acqua e caffè compresi. Ci è talmente piaciuto che siamo ritornati anche un paio di altre volte. Pomeriggio con il sole dedicato a gironzolare per i due quartieri centrali e più antichi, la Ribera con il vicino parco della Ciutadela e il Barri Gotic con il Palau Reial, quello della Generalitat (sede del governo Catalano) e la cattedrale. Stradine e piazzette tranquille, più curato e turistico il Gotic con tanti locali e negozietti carini, un po’ meno la Ribera con i suoi vicoli a tratti angusti e deserti e dove come è successo a noi ti può centrare in pieno uno dei tanti piccioni! La Cattedrale de la Seu si può visitare gratuitamente alla riapertura delle 5 e così abbiamo fatto entrando dal chiostro dove tredici simpatiche anatre vivono e starnazzano in un recinto. Uno spasso quando “bisticciano” tra loro. E’ il maggior esempio del gotico Catalano e all’interno è strabiliante per le dimensioni, per la selva di colonne attorno all’altare e per il coro. Assolutamente da non perdere. Infine in serata nell’Eixample l’ampliamento di inizio ‘900 reticolo estremamente omogeneo di strade dritte che si intersecano tra loro correndo per km da nord a sud o da est a ovest. E’ anche una delle zone più animate per la vita notturna ma noi eravamo già piuttosto stanchi per il gran camminare, così abbiamo cenato presto, (per gli standard spagnoli dove la gente non arriva nei locali prima delle 9 ½ ) e siamo tornati all’hotel in bus sulla Avenida Diagonal.

6° giorno: giovedì 2 aprile : Barcellona Di nuovo la pioggia purtroppo, così in attesa della visita programmata alla una al Palau ci siamo dedicati al “El Corte Inglés” il grande magazzino in Placa de Catalunya e poi su uno dei primi tratti delle Ramblas alla Boqueria il più caratteristico mercato coperto di frutta, pesce, carne e formaggi, trionfo di colori e delizia per gli occhi e il palato. Indimenticabile l’ora di visita guidata al Palau de la Musica Catalana capolavoro del modernismo e cuore della musica e della cultura Catalana. Dall’orgoglio con cui la guida ce lo descriveva si poteva intuire il forte senso di identità che contraddistingue i Catalani che si sentono una nazione, (e quindi Barcellona una capitale) con una propria lingua e cultura differente dal resto della Spagna. Nella grande sala, un’ambiente veramente unico si rimane estasiati sotto l’enorme lucernario (il sole) interamente rivestito di mosaici colorati così come per le centinaia di colonne; splendide le vetrate e i capolavori scultorei sul palcoscenico. L’esterno va visto quando il sole illumina le migliaia di ceramiche colorate che ricoprono le colonne e compongono i mosaici rendendo al massimo la loro bellezza. Nel pomeriggio percorse per intero le Ramblas e passati sotto il grande monumento a Colombo siamo arrivati al Porto Vecchio sulla Rambla del Mar dove abbiamo visto l’Acquario. Forse nel complesso quello di Genova è più bello ma qui c’è un enorme vasca, l’Oceanarium che da sola vale i 17€ di ingresso. Anche perché ci vai “dentro” nel senso che giri attorno alla vasca e poi proprio nel mezzo, in un tunnel di vetro su una pedana mobile, vedendo i pesci da ogni angolazione, anche sopra di te. Squali grigi e toro, murene, razze, il curioso pesce luna e tanti altri, un mondo così affascinante che abbiamo rifatto il tunnel 3 o 4 volte. Cena a Barceloneta, la migliore per noi in città al “Perù” provando le tante tapas proposte accompagnate da una fresca e gustosa sangria. 7° giorno: venerdì 3 aprile : Barcellona Finalmente sole e caldo che ci hanno accompagnato fino alla partenza di domenica. Si è fatto il biglietto per il bus turistico (E’ un’ottima soluzione per girare la città e costa per 2 giorni 25€ con alcuni sconti per le visite) e cominciato con la linea rossa seduti al piano superiore scoperto con le cuffiette a farci raccontare la città contenti come bambini. Bellissimo vedere sfilare come in un film i ricchi palazzi dell’Eixample; da rimanere a bocca aperta quando si è sotto le 8 torri della Sagrada Familia. Siamo entrati nella navata centrale, oggi un vero cantiere con le tante colonne che dovrebbero ricordare una foresta; stridente però il contrasto tra le vecchie colonne in pietra e le nuove in cemento armato. Poi siamo saliti sulle torri a nord per osservare da vicino le torri, i pinnacoli delle guglie più piccole ricoperte di ceramiche, le innumerevoli statue e scritte (ognuna ha un suo significato come ogni singolo particolare della Sagrada). Infine con l’audioguida abbiamo cercato di “leggere” le decine e decine di figure che ornano le due facciate della più celebre e folle opera di Gaudì, quella della Natività e quella della Passione così diverse tra loro nello stile. Una vista d’insieme della Sagrada la si può avere dai giardini di fronte alle due facciate magari immaginandola quando tra 20 anni sarà finita e avrà una terza facciata e ben 18 torri! Tappa successiva con il bus al Park Guell altra creazione di Gaudì dove si visita la sua casa, e si gira il grande parco. Qui il Trencadis la tecnica di assemblare ceramiche e vetri rotti per comporre dei mosaici trova una delle sue massime espressioni nelle tante figure che caratterizzano la scalinata di ingresso tra cui la salamandra simbolo della Catalunya. Peccato per la tanta folla che toglie un po’ di fascino al luogo, forse bisognerebbe andarci al mattino all’apertura. Lungo la linea rossa si può anche scegliere di salire al Tibidado e al Sacro Cuore, o fermarsi al tranquillo monastero di Pedralbes o ancora al mitico Camp Nou, oppure godersi la città dal bus e le moderne costruzioni della Avenida Diagonal tra cui il grattacielo in orizzontale.Tanto si sale o si scende quando si vuole. Ormai quasi sera, scesi a Macia vicino all’hotel abbiamo cambiato e preso la linea blu per andare di nuovo a Barceloneta dove prima di cenare si è fatto un po’ di passeggio nel grande quartiere popolare poi sul lungomare e lungo la spiaggia. Niente di speciale la Paella del ristorante di cui non ricordo il nome e infine dopo cena a zonzo per Barri Gotic e Ramblas. 8° giorno: sabato 4 aprile : Barcellona Stavolta ci siamo concentrati sul percorso della linea blu a cominciare dalla collina di Montjuic polmone verde della città e sede dell’esposizione universale del ’29 e delle Olimpiadi del ’92. Zone molto tranquille in cui rilassarsi. Soste a Placa d’Espanya (dove alla grande fontana fanno venerdì e sabato sera dei giochi d’acqua e luce verso le 7) poi allo Stadio Olimpico, e al Mirador e ai suoi giardini, il più bel punto panoramico sulla città. All’ora di pranzo eravamo al Porto Olimpico dove sotto ardite e moderne torri di vetro e una grande struttura a forma di pesce proseguono la grande spiaggia e la passeggiata mare già viste a Barceloneta, tra eleganti bar, caffè e ristoranti. Da li parte anche un terzo bus, la breve linea verde che porta oltre il Porto Olimpico in una zona di recente espansione ottenuta recuperando dal degrado alcuni quartieri popolari periferici. Tornati in centro siamo ripassati dal Passeig de Gràcia il monumentale viale che da Placa de Catalunya porta al quartiere di Gràcia su cui si allineano alcuni dei più importanti esempi del Modernismo che ha reso celebre Barcellona. Casa Batlò e le vicine Amatller e Lleo Morera e la casa Mila di Gaudì. Noi abbiamo scelto di visitare quest’ultima (chiamata anche La Pedrera – la cava – da chi non apprezzava la sinuosa costruzione di pietra) che ci attirava per la sua famosa terrazza dove Gaudì ha creato un ambiente davvero curioso con i comignoli a forma di guerrieri tra un susseguirsi di sali e scendi e belle viste sul Passeig de Gràcia e sui cortili interni. Si visita anche un luminoso appartamento che occupa un piano con gli arredi tutti di inizio ‘900; un salto indietro nel tempo. Ultima serata nelle vie del centro con le torri illuminate della Seu e i tanti localini all’aperto. 9° giorno: domenica 5 aprile : Barcellona Mattinata nel centro ripercorrendo le Ramblas, molto più piacevoli con il Sole, tra i caratteristici banchetti che vendono fiori o uccelli, gli artisti che se ne stanno immobili, e una sfilata religiosa; poi ancora nelle viuzze del Barri Gotic si è visto danzare la tradizionale Sartana e nella Ribera si è visitata Santa Maria del Mar la chiesa più amata dagli abitanti della città dalle splendide vetrate e tutta protesa in verticale. Infine gli ultimi momenti in città passeggiando tranquillamente al Porto Vecchio sull’ampio Passeig de Colom. Erano già le 3, ora di tornare all’hotel recuperare i bagagli e raggiungere di nuovo l’aeroporto stavolta destinazione Italia. Un viaggio che ha pienamente mantenuto le aspettative regalandoci più di qualche momento speciale; al Palau de la Musica Catalana, al Teatro Museo Dalì, alla Sagrada e nelle 4 splendide cattedrali gotiche. Grazie a Barcellona che coniuga perfettamente antico e moderno, l’arte e il divertimento e che da davvero l’idea di una città piacevolissima da vivere, con il suo mare, il tanto verde, la sua vita notturna, le strade ampie e quasi mai intasate dal traffico. Aggiungo solo per completezza alcune delle altre attrattive di Barcellona che non abbiamo avuto tempo di vedere ma che certo meriterebbero una visita come Casa Batlò, il Museo Picasso, la Fundaciò Mirò, o il Museo Marttimo. Una vacanza che ricorderemo molto piacevolmente e che non possiamo che consigliare a tutti. Buona vacanza.



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