Barcellona, città dinamica, giovanile e vivace
Ne abbiamo sentito parlare tanto ed ora ci andiamo anche noi, accompagnati dalla guida Baedeker dell’Istituto Geografico De Agostini, che ormai non si riesce più a trovare in vendita. Naturalmente prima di partire ci siamo letti i dossier di Turisti per caso ! Quattro giorni e mezzo, 4 notti a Barcellona a cavallo tra agosto e settembre. Volo Ryanair Trieste – Barcellona El Prat (aeroporto principale), molto pratico per noi e così sopporto anche i sedili troppo ravvicinati degli aerei Ryanair che mi schiacciano le ginocchia per tutto il viaggio. Il costo 170 € a/r a persona con bagaglio in stiva. Il volo è puntuale. Parte alle 13 e atterra alle 15.00. In fase di atterraggio l’aereo passa sopra il mare proprio davanti a Barcellona, che si può vedere sul lato destro.
All’aeroporto prendiamo il treno (€ 3,60) che ci lascia in centro a Passeig de Gràcia, vicino al nostro albergo, nel quartiere Eixample, nei pressi di Casa Batlló e Plaça de Catalunya. All’arrivo fa piuttosto caldo. Prendiamo possesso della camera all’hotel Hcc Taber in Carrer d’Aragò, scoprendo che la nostra camera matrimoniale ha un letto di una piazza e mezza, alla Reception ci dicono che “in Spagna i letti matrimoniali sono così”…! Dopo averlo provato, troviamo che questo 3 stelle sia troppo caro. Curiosando negli altri alberghi della zona scopriamo comunque che sono al completo, qui non percepisco la crisi economica di cui si parla tanto. A Budapest ho visto una situazione più depressa.
Facciamo una camminata sull’ampio Passeig de Gràcia, che trovo molto pulito, scoprendo le lussuose e arrivando fino all’animata Plaça de Catalunya, poi scegliamo di cenare preso “Tapa tapa”, un locale che ci attrae perchè, pur avendo un aspetto commerciale, si presenta bene e ha l’aspetto che, da turisti, corrisponde alla nostra immagine di locale di tapas: ai lati ci sono due lunghi banconi, che mostrano un’ampia scelta di tapas. Particolari anche gli specchi a tutta parete con delle scritte e delle immagini in stile anni ’50 – ’60. Mangiamo sardine fritte, frittata, patatas bravas, pinxo moruno (spiedino) e beviamo un bicchiere di cava e una birretta per € 20,45. I ns. vicini di sgabello americani sganciano invece circa 90 €. Osservando la gente, mi colpisce l’enorme quantità e internazionalità di turisti, asiatici, americani, ma anche tanti arabi e russi.
Prima giornata intera a Barcellona: visitiamo casa Batlló il fantasmagorico palazzo realizzato da Gaudì all’inizio del ‘900. E’ gestita da privati, si paga 18,50 ma, come mi avevano detto, ne vale la pena. Gli interni sono sorprendenti, da non perdere però anche la vista serale della facciata illuminata, che fa apprezzare molto di più i colori del rivestimento. Abbiamo poi pranzato nei paraggi in Carrer d’Aragò, in un’anonima bettola dal nome italiano “Taormina”, ma gestita da giovani locali e frequentata da vari operai in pausa pranzo. I piatti sono semplici (wurstel, paella, pollo) e il menù del dia costa solo 8,50 euro. Un panino col jamon costa 3,00 €. Da bere ci servono una bottiglia di acqua marca “Vichy catalana” dal forte gusto alcalino, quasi imbevibile. Spendiamo 11,50 in due.
Il tempo non era ottimale, si è messo a piovere e, nonostante fosse nelle previsioni meteo, tutti i turisti sono stati colti alla sprovvista, infreddoliti e intirizziti. Abbiamo scelto allora di andare in metro verso il molo, al centro commerciale Maremagnum, che mi attraeva per il nome e per essere stato citato da un tpc. Dopo un’indicazione fuorviante di un passante ci arriviamo ma non ci entusiasma, sembra un po’ misero. Se non altro siamo al coperto e troviamo il caffè Illy. Notiamo che il caffè in giro costa tra 1,40 e 1,65. Oltre le vetrate vediamo l’alto traliccio con il Transbordador Aeri, la funivia sospesa sul mare che porta la gente dal molo al Montjuic, e notiamo l’edificio a forma di vela che ospita uffici direzionali.
Accanto al centro commerciale troviamo l’Acquario, con una lunghissima coda di famiglie all’ingresso.
Torniamo indietro a piedi, vediamo un galeone e un vascello ormeggiati, riproduzioni reali e visitabili di modelli storici, e passiamo dal Monumento a Cristoforo Colombo, la cui colonna era chiusa al pubblico per non so quale motivo.
Visitiamo la Chiesta di Santa Maria del Pí (del pino) e la Catedral, entrambi suggestive. Nella navata centrale della Catedral, una gradinata conduce alla cripta che custodisce il sarcofago con le spoglie di Santa Eulalia, patrona della città. Dopo la visita riprendiamo a risalire la Rambla, il viale dello struscio, dove vedo troppi venditori ambulanti abusivi e negozi di souvenir di basso livello, finchè imbocchiamo l’entrata del mercato coperto de La Boqueria all’ora di chiusura.
I numerosi chioschi di frutta frullata non ci attirano, anche perchè vediamo che i frullati vengono messi sotto ghiaccio per riprovare a venderli il giorno dopo. Nel frattempo si è messo a piovere a dirotto e abbiamo deciso di saziare la fame mentre aspettavamo sotto la tettoia come molti altri.
Cercavo il chiosco di tapas El Quim ma era già chiuso, abbiamo trovato però un banco gastronomia dove abbiamo preso un empanada farcita al tonno (c’erano anche ai carciofi, alla carne, etc.) e delle olive farcite con pezzi di peperone, buona ma abbastanza care (19,00 € al kg). Abbiamo poi comprato un cestino di fichi a 1 €, probabilmente l’offerta di fine giornata.
Per il bere, per non pagare l’acqua a peso d’oro come in tutte le città turistiche, avevamo fatto scorta di acqua e succhi al supermarket di El Corte Inglès, in Plaça de Catalunya. Ogni sera mettevamo l’acqua in fresco nel frigobar della camera e, il giorno dopo, la tenevamo in una sacca termica.
Seconda giornata. Prendiamo il bus turistico con biglietto per 2 gg. Scendiamo alla Sagrada Familia, la vista è imponente, per visitarla all’interno c’è troppa coda. Facciamo un giro tutto intorno all’edificio, osservando lo stato dei lavori. Risaliamo quindi sul bus per la fermata successiva a Park Güell. Il parco ci piace molto, è superaffollato di turisti con bambini ed è molto bello che sia accessibile gratuitamente. All’entrata scattiamo la foto di rito vicino alla Salamandra colorata e mosaicata con lo stile troncadis. I vari anfratti sono occupati da suonatori di cimbali e di pianola.
Nel parco visitiamo la casa museo di Gaudì, costo 5,5 €, che conserva alcuni interessanti reperti. Risalendo il pendìo su cui è collocato il parco si gode di un bel panorama con il mare, contro cui si staglia la sagoma della Sagrada Familia e delle altissime gru che la sormontano. Pranziamo al sacco nel parco.
Tappa successiva del bus è Camp Nou, dove si trova lo stadio ed il museo del Football club Barcellona, oltre che lo store ufficiale della squadra.
Cambiamo linea di bus turistico e ci dirigiamo a Montjuic, dove visitiamo la Fondazione Mirò, che conserva numerose opere dell’artista. Anche da qui si gode un bel panorama, stavolta sull’entroterra della città, verso il Tibidabo.
Risaliamo sull’autobus scoperto, ma sopra c’è molta aria fredda, perchè dopo la pioggia del giorno precedente la temperatura è rimasta più bassa.
Ceniamo da Burger King sfruttando lo sconto della convenzione con la Compagnia del bus turistico. Passeggiamo poi sulla Rambla e in Plaçade Catalunya per poi rientrare stanchi in albergo.
Terza giornata. Avendo fatto il biglietto del bus turistico per 2 giorni, ne approfittiamo per farci un altro giro, stando con calma al coperto ad ascoltare l’audioguida e senza dover salire e scendere ad ogni fermata. Decidiamo di saltare la fermata da cui si può prendere il Tram Blau per salire al colle del Tibidabo, perchè c’è ancora vento e siamo un po’ provati.
Non manchiamo però di fare tappa per visitare il Barrio Gotico e il limitrofo quartiere bohemiène Ribera. Faccio fatica a distinguere i due quartieri, entrambi caratterizzati da viuzze strette e suggestive, con tanti negozietti. Carina la chiesa di Santa Maria del Mar, dove troneggia una statua della Madonna con, di fronte sè, un modellino di galeone, come segno di protezione dei navigatori. Scopriamo poi il vivace e colorato mercato coperto di Barcellona, più moderno e meno famoso di quello de La Boqueria.
Qua e là affiorano resti di mura e fondamenta che testimoniano che i romani sono stati anche qui, infatti la città in atichittà era una colonia romana denominata Barcino.
Risaliti sul bus, la mia compagna decide di scendere anche a Gràcia, invogliata dalla presentazione dell’audioguida, che ne parla come di un quartiere grazioso. Scopriamo tante viuzze dritte che compongono un reticolo di parallele e perpendicolari, digradante dolcemente, con un mercato coperto e varie botteghe, nonchè alcune strane case strette ed alte. Non c’è molto, ma è un luogo abbastanza carino, che sembra frequentato da molti giovani.
Nel pomeriggio passiamo presso l’altro famoso ed originale edificio realizzato da Gaudì, Casa Milà detta La Pedrera e beviamo un caffè presso un bistrot – panetteria francese, Le Pain Quotidien, tutto arredato in legno in stile rustico, che si fregia di servire pane e cibi freschi e genuini.
Per cena segliamo, tra i vari locali in Passeig de Gràcia, un locale che si chiama La Vaca Paca e che offre un buffet illimitato a 10,95 €.
Ultimo giorno, ci alziamo, facciamo colazione e prendiamo un taxi per l’aeroporto (scoprendo che la domenica c’è una maggiorazione di 7 €), spendendo 35 € contro i 20 che ci avevano detto dei conoscenti. In alternativa si può prendere l’aerobus da Plaça de Catalunya.
Sul volo di rientro, stando sul lato sinistro dell’aereo si possono osservare la Costa azzurra e, in Italia, Venezia e la zona costiera dell’alto Adriatico.
Mi sarebbe piaciuto anche andare a Figueres a visitare il Museu Salvador e a Girona, ma queste giornate sono volate in fretta purtroppo, perciò sarà per la prossima.