Bangkok e Phuket 2
Prima della partenza di ogni viaggio mi riprometto di mettere nello zaino un quaderno dove annotare ciò che accade per non dimenticare nulla… proposito puntualmente disatteso visto che mi riduco a preparare la valigia all'ultimo secondo! Cercherò di essere comunque il più esauriente possibile nel racconto di questi straordinari 10 giorni in...
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Prima della partenza di ogni viaggio mi riprometto di mettere nello zaino un quaderno dove annotare ciò che accade per non dimenticare nulla… proposito puntualmente disatteso visto che mi riduco a preparare la valigia all’ultimo secondo! Cercherò di essere comunque il più esauriente possibile nel racconto di questi straordinari 10 giorni in compagnia di mio marito Luca, mio fratello Tony e sua moglie Elisa (età media 29 anni e mezzo!). Aspetta un attimo… manca il mio nome: io sono Anna. (Oltre al racconto vi segnalo anche la galleria fotografica Tralascio il racconto del viaggio che ci ha portati da Vicenza a Malpensa per imbarcarci il 25 novembre su un volo Thai diretto a Bangkok. Con la Thai si viaggia benissimo… i posti in economy sono più che accettabili (almeno sul 777) e ve lo assicura mio marito alto 1.93. Anche il cibo non è affatto male (noi siamo capitati anche nei giorni di festeggiamento del compleanno del re che prevedevano un menù speciale!). Per quanto riguarda il volo vi posso consigliare di dare un’occhiata a www.Backpackersviaggi.Com e di chiamare il numero indicato sul sito. Sapranno sicuramente indicarvi il prezzo migliore. Arriviamo al nuovo aeroporto internazionale di Bangkok alle 6 del mattino del 26 novembre. Tempo di prelevare un po’ di valuta locale dai numerosi bancomat presenti e ci dirigiamo verso l’esterno. Numerosissime le persone che più o meno abusivamente ci hanno proposto di accompagnarci ovunque ma noi siamo andati sicuri alla ricerca dei “Taxi Meter”, gli unici “regolari” con tanto di tassametro (il parcheggio si trova all’uscita al piano terra dell’aeroporto). Dopo una mezzoretta di taxi arriviamo al Mandarin Hotel (prenotato attraverso www.Hoteltravel.Com), un po’ vecchiotto e il personale non è molto simpatico ma impareggiabile per prezzo e posizione. Siamo sfatti dopo il viaggio totalmente insonne ma decidiamo di tirare avanti con una passeggiatina alla Golden Mountain. Si tratta di un tempio sul cucuzzolo di una collinetta: una gradinata molto suggestiva porta all’edificio principale da cui si può godere di un panorama eccezionale. Decidiamo che la passeggiata termina lì ed esausti sentiamo crescere in noi un impellente bisogno di un massaggio Thai. Dopo mesi di discussioni sui forum di tutto il mondo abbiamo oculatamente scelto la Marble House, un centro massaggi a Patpong che in ingresso puntualizza “Sorry, we absolutely don’t offer sex”. (sorry?!?!). Per trovare il posto, però abbiamo impiegato un sacco di tempo perché il centro non si chiama più Marble House e nessuno lo conosceva con questo nome. Però lo si può facilmente riconoscere perché è l’ultimo in fondo a destra alla strada e in vetrina c’è scritto “Ex Marble House”. Altri dettagli, le piccole e graziose massaggiatrici dalla forza bruta (hanno alzato pure mio marito!!!) hanno una divisa azzurra. Concludiamo la giornata con una cena al centro commerciale MBK che sarà per tutto il nostro soggiorno una meta quotidiana obbligata. 27 novembre: si comincia a fare sul serio. Ci dirigiamo al Gran Palace per la visita al Wat Pra Kaeo (il tempio del buddha di smeraldo) e agli edifici del palazzo reale. Mi raccomando: spalle coperte e polpacci coperti. Niente pantaloncini (nemmeno i “capri”): la gamba deve essere coperta praticamente fino alla caviglia, altrimenti vi forniscono delle gonne e dei pantaloni lunghi che ci si passa da turista a turista senza tanti lavaggi intermedi! IL posto è stupendo e terminata la visita lì proseguiamo per il vicino Wat Po: tempio del famoso Buddha disteso da 46 metri e sede della più antica scuola di massaggi (noi abbiamo preferito non usufruirne perché abbastanza cara rispetto alla media e perché si viene massaggiati tutti insieme in un’unica sala). Uscendo dal Wat Po, siamo tornati in direzione del Gran Palace e dopo pochi metri sulla sinistra abbiamo trovato un vicoletto che conduce all’attracco del traghetto per il Wat Arun, il tempio “dell’alba”. Per oggi ci siamo dati da fare abbastanza e ci rifugiamo nell’enorme MBK. In questo centro commerciale si può trovare di tutto per ogni fascia di prezzo. Noi avevamo messo in budget molto tempo da dedicare allo shopping così abbiamo deciso di visitarlo con calma piano per piano. Abbiamo scoperto che il 5° piano (attenzione ai numeri dei piani, comunque mi riferisco a quello immediatamente sotto a quello delle sale gioco) offre tutto ciò che si può trovare negli altri piani ad un prezzo più conveniente!!! Quindi iniziate da lì a fare i vostri giri. Anche per quanto riguarda il cibo, all’interno dell’MBK si trova un po’ di tutto: dal Mc Donald’s al sushi, dalla cucina thai a quella italiana. Noi abbiamo voluto immergerci completamente nel clima thai e abbiamo assaggiato i loro piatti tipici. A parte un sapore di fondo comune a tutti (penso dovuto all’olio) ce n’è un po’ per tutti i gusti. Tony è impazzito per il chicken curry, ad esempio. Una cosa da imparare subito è “MAI PET” (questa è la pronuncia, non ho idea di come si scriva) che significa “poco piccante”. Ne va della vostra incolumità!!! Dopo cena usciamo dall’MBK e scopriamo che la sera anche i Taxi Meter più integerrimi spengono il tassametro e quindi bisogna contrattare. Primo episodio esilarante della vacanza: concordiamo con il tassista un prezzo di 50 bath per portarci all’albergo. Appena saliti il tassista ci dice “1 hundred bath” ma noi manifestiamo il nostro dissenso “NO NO NO NO… Only 2km!!! NO NO NO Stop here immediately!!” Insomma, scendiamo stizziti dal taxi e ne troviamo un altro che ci fa 50 bath e una volta arrivati in hotel pensiamo “abbiamo fatto tutto sto casino per 1 euro!!! da dividere in 4!!!!”… Da qui inizia una lunga saga di episodi “short little arms”!!! (braccine corte!) come ad esempio una sera in cui dopo un po’ di contrattazioni abbiamo convinto un taxista a portarci in un posto per pochissimi soldi. Una volta saliti in macchina, però, il taxi non partiva e Tony e Luca si sono messi a spingere la macchina nel traffico di Bangkok!!! AH l’avidità!!! 28 novembre: Trip ad Ayuttaya. La visita è molto interessante e comprende anche una tappa alla residenza estiva del re, una sorta di Versailles thailandese. A chi piace (a noi no), c’è la possibilità di fare un giro in groppa agli elefanti. Il ritorno l’abbiamo fatto via fiume da cui si può ammirare Bangkok da una prospettiva “diversa”. Arriva presto sera e decidiamo di visitare il mercatino più famoso della città: Patpong, il regno della contraffazione. Sinceramente, niente di che… Le stesse cose le si trovano meno care all’MBK. In più il mercatino è circondato da locali “equivoci” da cui escono continuamente tipi loschi che ti propongono sesso a pagamento. Ad un certo punto ero anche un po’ infastidita perchè continuavano a proporre ogni sorta di giochino a Luca in mia presenza. Ad uno che voleva addescare mio fratello, Elisa ha detto “ma ci sono io! Io che faccio?” e lui ha risposto “vieni anche tu a guardare”… No comment. 29 novembre: Per iniziare bene la giornata andiamo al Wat Tramitr dove si trova il Buddha d’oro: una statua di 5 tonnellate e mezzo di oro massiccio. Attenzione qui: il taxi ci ha lasciati all’ingresso del tempio e, una volta entrati ci siamo accorti che l’edificio principale era chiuso. Niente paura: il Buddha d’oro non è lì: bisogna scendere sulla sinistra e dopo pochi metri si sale una scala sulla sinistra che porta alla sala dov’è custodita la stauta. Terminata la visita facciamo una passeggiata all’interno di Chinatown: un crocevia caotico di strade, case, negozi. Da notare: i negozi sembrano estremamente convenienti, il più delle volte è perchè si tratta di vendita all’ingrosso. Ad esempio, avevo visto un paio di scarpe che mi piacevano ma avrei dovuto comprarne almeno sei paia! Sbuchiamo fuori da Chinatown e prendiamo un taxi alla volta del Siam Center (un altro centro commerciale). Ci accorgiamo che i prezzi sono piuttosto alti (non distanti da quelli italiani) per cui decidiamo di tornare all’MBK da cui il Siam Center è diviso solo da un quartierino molto carino pieno di negozietti interessanti (al posto di percorrere le strade principali abbiamo fatto le stradine interne in cui il traffico è limitato). Per la sera decidiamo di andare a Kao San Road. Davvero bello. Si tratta di un quartiere pieno di “backpackers” da tutto il mondo e fatto di locali carinissimi uno dietro l’altro. Proprio una bella zona dove si può mangiare, passeggiare, divertirsi. C’è anche un mercatino. 30 Novembre: le nostre strade si dividono. Io e Elisa, prima di lasciare Bangkok, decidiamo di tornare alla Marble House a farci massacrare ancora un po’, Tony e Luca, invece, vanno nel paradiso dell’elettronica. Un centro commerciale enorme dedicato solamente all’elettronica. L’appuntamento per tutti è per le 13 da Starbucks, all’MBK naturalmente! Dopo un intenso pomeriggio di shopping decidiamo di trascorrere la serata a Sukumvit Road (più nota come Na Na Nua)dove ci perdiamo e chiediamo indicazioni ad un tizio che doveva essere una celebrità! In pratica mentre questo ci spiegava dove andare, un altro (parecchio esaltato) ci consigliava di fare la foto con lui, di chiedergli l’autografo… Ripeteva in continuazione una roba tipo “Father Ohio”. Boh! Non siamo riusciti a capire chi cavolo fosse… L’incontro si è concluso con il fantomatico Father Ohio che ci diceva “fatevi trattare bene dai taxisti e se non vi trattano bene rivolgetevi alla polizia. E se la polizia non fa il suo dovere chiamatemi che sistemo tutto io!”… In pratica: un mitomane!!! Tornando a noi: il quartiere non è niente di che, però ci sono dei bei localini dove mangiare. 1 dicembre: partenza per Phuket. Innanzitutto assicuratevi il trasporto per l’aeroporto! Noi l’avevamo prenotato (e già pagato) da Tong Chai Tour, un’agenzia piuttosto nota vicino al nostro hotel. Ma quando è arrivato il momento di partire per l’aeroporto non si è presentato nessuno e siccome erano le 6 del mattino non è stato possibile rintracciarli. In sostanza abbiamo detto addio ai nostri soldi e abbiamo ripiegato su 2 taxi pagando il tutto 2 volte! Un po’ amareggiati, ma ansiosi di vedere sabbia e mare atterriamo a Phuket. Abbiamo deciso di alloggiare a Kata Beach, zona abbastanza vivace e fornita di tutto ma meno caotica della più famosa Patong (che sembra anche essere capitale del turismo sessuale a Phuket, per cui non dev’essere un bel posto se non ci si va proprio per quello). Anche qui abbiamo prenotato l’hotel attraverso www.Hoteltravel.Com. L’albergo, il Kata Poolside Resort, è molto carino con una bella piscina, camere ampie e pulitissime. Il ristorante dell’hotel è il “Lobster & Prawn” in cui si mangia davvero bene e, dalle 11 alle 17, con l’happy hour, con 100 baht (2 euro) mangi un hamburger con patatine e bibita. La mattina passa prendendo possesso delle stanze etc, e nel pomeriggio andiamo alla spiaggia che dista 50mt dall’hotel. Ci tuffiamo in un’acqua straordinaria e ci sentiamo in paradiso a poter nuotare in mare aperto il 1 dicembre. Ma il meglio deve ancora venire!!! 2 dicembre: Phi Phi Island. Non è proprio dietro l’angolo, si tratta di 50km di mare per cui prenotiamo un escursione organizzata che utilizza motoscafi con 3 motori da 200cavalli ciascuno. Ci fermiamo a Laguna dove facciamo un’oretta di snorkeling: delle cose incredibili, dei coralli e dei pesci che nemmeno nei documentari di Piero Angela! Riprendiamo la navigazione alla volta di Maya Bay, la famosa spiaggia dove è stato girato The Beach. Non si può descrivere, sarebbe riduttivo. Passiamo da Monkey Beach. Nessuno di voi ha mai giocato a Monkey Island? beh, ecco, lì ti aspetti di trovare Guybrush in mezzo alle terribili scimmiette! Pranzo a Phi Phi Don e poi nel pomeriggio ci fermiamo in una spiaggetta da cartolina. La guida ci porta a fare snorkeling alla ricerca degli squali leopardo. (niente di pericoloso, naturalmente!) 3 dicembre: Kata Noi. Eleggiamo a nostra spiaggetta quella di Kata Noi migliore in tutto rispetto a Kata e dista poco dal nostro hotel, qualche minuto di Tuk Tuk e così conosciamo Mr Kid. Un disponibilissimo conducente di Tuk Tuk che ci ha fatto da guida e da taxi per tutto il nostro soggiorno. Abbiamo conservato il suo numero. Qualora doveste essere interessati, contattatemi via mail (annacasasola@gmail.Com) e vi darò i suoi riferimenti. Noi tutti ve lo consigliamo caldamente perchè vi porta ovunque a qualsiasi ora, è sempre reperibile al telefono e sa consigliarvi bene su cosa fare. La sera decidiamo di raggiungere Rawai, un villaggio di pescatori sulla costa opposta dell’isola (Mr Kid stava per fondere il motore del tuk tuk su alcune salite!!). Il tragitto è bellissimo, si passa in mezzo alla giungla illuminata solo dalla luna e a volte si aprono degli scorci sull’oceano… Una favola. Arrivati a Rawai sulla via che si affaccia all’oceano ci sono una serie di bancarelle di pesce trasformate in “ristoranti”. Ci si siede su delle stuoie in riva al mare con dei tavolini d’appoggio illuminati da candele. L’insieme risulta più spartano che romantico ma è tutto stupendo: il pesce buonissimo, l’atmosfera al contempo familiare e esotica, la simpatia delle persone con cui non si riesce a comunicare se non a gesti… Tutto perfetto! Non fosse che Tony comincia a stare male. Una serie di piccole immersioni gli ha causato un’otite. 4 dicembre: Kata Noi. Tony resta in camera con la febbre e io Luca ed Elisa torniamo con Mr Kid nella nostra spiaggetta… L’assenza di Tony ci fa sentire un po’ in colpa e quando ci raggiunge per pranzo decidiamo tutti di rientrare in hotel. Nel pomeriggio Tony riposa, Luca si tuffa in piscina e io e Elisa andiamo alla ricerca di una Spa che dovrebbe offrirci un affascinante trattamento di “rejuvenatio”!!! (NB io e lei siamo le più giovani del gruppo, ma prevenire è meglio che curare!!!) Troviamo la Spa che però aveva finito l’Aloe Vera necessaria al trattamento e così ripieghiamo su un massaggio Thai… Elisa becca una malvagia arpia che la massacra, io un gentile quanto effemminato personaggio senza il dente davanti… Il pacchetto comprendeva anche il bagno turco finale ma noi che ci aspettavamo mosaici bisazza e aromaterapia siamo rimaste un tantino deluse quando ci hanno aperto la porta di quello che sembrava un pollaio con interni in legno di chissà quanto tempo fa! 5 dicembre. Tony sta ancora male. Mr Kid lo accompagna a prendere dei medicinali, ma decide comunque di rimanere in hotel. Io e Luca torniamo a Rawai il villaggio di pescatori e da lì ingaggiamo un pescatore convertito al turismo che con la sua barca per 40 euro ci porta ovunque noi vogliamo per tutto il giorno. Da notare che 40 euro (2000 baht) valgono per la barca, che si sia in 2 o 6 persone! Funziona così: prima di partire abbiamo indicato sulla cartina le isolette che ci interessavano, poi lui ci ha fatto fare il giro attorno a ciascuna di esse, quando vedavamo un posto che ci piaceva gli dicevamo “fermaci qui”. E poi in ogni posto ci fermavamo quanto ci pareva. Noi abbiamo visitato un’isoletta in cui c’è un tempietto e nient’altro. Lì vale sempre la regola dei pantaloni lunghi e le spalle coperte. Poi siamo andati a Bon Island e ci siamo fermati su una spiaggia in cui abbiamo pensato di voler rimanere per il resto della nostra vita, ma il meglio non era ancora arrivato. Si avvicinava l’orario di pranzo e abbiamo raggiunto Coral Island. Il paradiso esiste e posso dire di esserci stata. Spiaggia bianca, acqua limpidissima piena di pescetti di ogni razza, palme, pochissima gente… E quando dico pochissima intendo dire che su una spiaggia bella grande eravamo in 6. Per completare il paradiso, un baracchino alle nostre spalle cucinava il pesce all griglia appena pescato. A rivedere le foto di Coral Island non posso ancora credere di essere proprio io in un posto così meraviglioso. 6 dicembre. Si avvicina una perturbazione dal Vietnam. Il mare è piuttosto mosso. Decidiamo di restare a Kata Noi, anche perchè nel pomeriggio partiremo. Tony ha subito un attacco dal temibile pesce Padulo… Il pesce che nuota all’altezza del…!!!! Un pesciolino di una decina di cm tutto nero che non si staccava da Tony… Lo inseguiva continuamente!!! L’ultima mezza giornata di mare è un mix tra tristezza e desiderio di rivedere casa nostra, totalmente dimenticata per 10 giorni… La rassegnazione della fine della vacanza, infatti, ci fa desiderare che il viaggio di ritorno duri il meno possibile. Partiamo alle 16 dall’hotel (le 10 di mattina in Italia) e arriviamo a casa alle 13 del giorno dopo. Una vacanza incredibile. Posti in cui ho lasciato il cuore e che mi hanno riempito gli occhi di meraviglia. Ci torneremo sicuramente.