Balkantour -8 paesi in un mese da Timisoara a Salonicco

Da Timisoara a Salonicco passando per Belgrado, Sarajevo, Mostar, Medugorie, Dubrovnik, Bar, Peia, Prizren, Prishtina, Skopje, Ohrid, Bitola, Krusevo, Meteore, penisola Calcidica e Salonicco
balkantour -8 paesi in un mese da timisoara a salonicco
Partenza il: 04/04/2011
Ritorno il: 04/05/2011
Viaggiatori: uno
Spesa: 2000 €
Dopo Romania, Polonia, Bulgaria, Croazia, Montenegro e Albania visitate l’anno scorso in 4 viaggi, decido dopo la lunga sosta invernale di insistere coi paesi dell’Europa orientale così belli, poco turistici, economici, per niente pericolosi e “nuovi”.

Così prendo un volo per Timisoara, Romania e dopo aver visitato la città romena che mancava al mio itinerario romeno ed anche Arad quasi sul confine ungherese prima di salire sul treno che mi porterà a visitare per la prima volta la Serbia.

BELGRADO è una bella capitale, alla confluenza tra il Danubio e la Sava con la sua bella fortezza, il Kalemegdan meta dei belgradesi che la raggiungono per ammirare il bel panorama, respirare un po’ d’aria fresca dopo aver percorso la bella via pedonale Kneza Mihajlova con i suoi negozi e gli artisti di strada.

Un’altra bella strada è Terazije coi suoi bar e la vista sull’Hotel Moskva e soprattutto la Skandarska un po’ più a sud dopo aver attraversato la bella piazza col sempre chiuso Museo Nazionale e la statua del re Karageorgevic.

Skandarska è la Montmartre belgradese coi suoi bar e ristoranti dove si assaggia l’ottima cucina serba ascoltando musica folk balcanica, ma anche il repertorio classico che piccole orchestrine suonano per i clienti. Poco lontano la cosiddetta Silicon Valley, la via elegante dove arrivano le belle belgradesi botulinate e siliconate per incontrare gli spasimanti nei locali all moda e nelle terrazze dei bar e ristoranti all’aperto.

Belgrado è povera di musei, ma non di gallerie d’arte. C’è da non perdersi il museo del genio serbo, Nikola Tesla cui la Serbia ha dedicato anche l’aereoporto della capitale. E poi varie chiese come quella di San Marco e la più grande dei Balcani, ancora in costruzione, ossia Sveti Sava che somiglia tanto a quella di Alexander Nevski di Sofia.

Direi di visitare anche il mausoleo di Tito in una collina verde in periferia, alla casa dei fiori che i serbi snobbano perchè non ricordano con piacere il regime del leader croato che fino a 20 anni fa era un Dio locale. C’è anche un bel museo accanto che raccoglie vari regali avuti da cittadini jugoslavi, ma anche dai capi di stato esteri in visita a Belgrado.

Vale poi la pena di prendere un pullman e arrivare in un paio d’ore a NOVI SAD, la bella città sul Danubio con la fortezza di Petrovaradin che in estate ospita il festival EXIT che attira giovani da mezza Europa.

Con altro pullman si raggiunge in circa 8 ore SARAJEVO, la capitale della martoriata Repubblica di Bosnia Erzegovina, praticamente divisa fra federazione bosniaca mussulmana e Repubblica Srbska anche se le due parti attualmente convivono pacificamente, senza confine e con moneta comune, il marco bosniaco.

Sarajevo che subì 4 anni di assedio serbo e venne semidistrutta, conserva ancora i fori delle pallottole nelle facciate dei palazzi ed il tunnel largo solo un metro che foraggiava gli abitanti e che raggiungeva il centro della città dal vicino aereoporto. La città che ospitò le Olimpiadi invernali nel 1984 e fu sede dell’attentato mortale del 1914 contro l’arciduca Francesco Ferdinando che incendiò l’Europa con la prima guerra mondiale, è proprio una bella città, attraversata dal fiume Miliacka e circondata da belle montagne.

La parte occidentale è di impronta austriaca con palazzi maestosi di fino ‘800 e inizio ‘900 con tanti bar e caffè dove gli abitanti amano sorseggiare il caffè tra una chiacchera e l’altra mentre di sera è frequentato dai giovani che amano fare i nottambuli nei tanti pub e discoteche. La parte orientale è invece d’impronta mussulmana, la Bascarsija, ossia la vecchia città ottomana con case piccole, moschee, hamam dentro i quali ci sono negozi per turisti e gallerie d’arte.

Di giorno la zona è molto frequentata dai turisti ma anche dai locali che amano sorsessiare il caffè turco, assaggiando i tipi dolcetti locali. Da visitare in collina la bella casa ottomana SVRZO dell’800 con balconi di legno e stanze fornite di mobili e tappeti d’epoca.

Da Sarajevo si raggiunge in pullman, lungo la Neretva che ha tanti allevamenti di trote e annessi ristorantini dove si assaggia il pesce fresco pescato difronte, MOSTAR la capitale dell’Erzegovina, città che pensavo soprattutto croata e invece è piena di moschee, hamam, bazar tipici di Sarajevo, ma soprattutto si ammira il suo famoso vecchio ponte appena ricostruito dopo le distruzioni della recente guerra che rase al suolo la bella città che ancora mostra molti dei suoi palazzi abbandonati e danneggiati dai bombardamenti e dalla linea del fronte che passava in mezzo alla città.

Da Mostar, dopo aver camminato lungo la deliziosa cittadella turistica intorno al ponte ed averlo fotografato da tutte le posizioni, si può fare una bella escursione nella vicina BLAGAJ, una cittadina piccola ma rilassante col suo fiume Buna che scaturisce da un foro sopra il tempio derviscio, nella montagna rocciosa che lo sovrasta. Si può assaggiare anche qui la trota o la carpa nei ristoranti sulle passerelle di legno con vista sul tempio derviscio in totale ristrutturazione.

Un’altra interessante escursione da Mostar è quella che porta a MEDUGORJE, la cittadina dove nel 1981 sei adolescenti videro la Madonna e che deve la sua fortuna a questo evento dato che vi arrivano migliaia di pellegrini da tutta Europa per la messa nella nuova chiesa e per la salita del monte Krizevac lungo il sentiero pericoloso e accidentato dato che la pavimentazione è di pietre aguzze che alcuni percorrono a piedi scalzi per penitenza prima di raggiungere la cima con la croce e la vista spettacolare sulla valle sottostante, dopo aver passato vari tornanti con crocefissi e le scene in bronzo della salita al Calvario di Gesù.

Da Mostar si raggiunge parzialmente in treno attraverso un paesaggio di gole montagnose e gallerie scavate nella roccia e poi in pullman fino ad approdare a NEUM, l’unica cittadina bosniaca sulla costa dalmata, sulla strada che porta alla non lontana DUBROVNIK, la bella città croata che visito per la quarta volta, perdendomi nelle sue stradine ed i suoi vicoli dentro la città murata che di sera è quasi deserta mentre di giorno è assediata dai turisti che vi arrivano con le navi crociera. Ho approffitato del bel tempo per rilassarmi sulla spiaggia di Ploce a due passi dalle vecchie e alte mura ed ho perfino nuotato nelle acque fredde dell’Adriatico.

Il giorno successivo è tornato l’inverno e sono partito in pullman per KORCULA o Curzola, la bella isola che si raggiunge attraverso la penisola di Peljesac e poi da Orebic con una breve attraversata in traghetto fino alla bella cittadina veneziana che i locali dicono sia anche la città natale di Marco Polo con tanto di casa segnalata oltre alle belle chiese, le mura alte, i torrioni, i vicoli stretti, le palme, la costa sassosa con piccole spiaggette e la bella pineta a monte con tanti ciclamini anche ad aprile, una bella torre antica ed una vista mozzafiato sulla città ed il mare che qui sembra un lago dato che è limitato dalla penisola di Peljesac.

Di ritorno a Dubrovnik ho preso il catamarrano per l’isola di MLJET che inseguivo da anni per visitare il suo parco nazionale costituito da due laghi attigui, una piccola isoletta con un monastero antico e tanta bella vegetazione che si gode percorrendo i sentieri lungo i laghi.

Quindi altro pullman verso il confinante Montenegro e passo di corsa la bella baia di CATTARO, la penisola di Sveti Stefan, Budva, Petrovac, Sutomore fino ad arrivare a BAR di cui l’altr’anno avevo visitato le rovine di Stari Bar ma mi ero perso la bella città portuale, con la sua passeggiata a mare in fase di ristrutturazione ed il bel palazzo del re Nicola che ospita un museo e le stanze originali della famiglia reale montenegrina che annoverava la regina Elena andata in sposa a Vittorio Emanuele III , il piccolo re che sposò l’altissima principessa per alzare la statura dei Savoia.

Da Bar si attraversa tutto il paese, incontrando gallerie scavate nella montagna, la capitale Podgorica, ex Titograd, il lago Skadarsko che arriva in Albania, torrenti di montagne, gole e bei paesini fino ad arrivare al passo che segna il confine col Kosovo e che trovo ancora ammantato di neve che coprono le belle foreste di pini.

Il KOSOVO è un paese nuovissimo che ha dichiarato l’indipendenza nel 2008 che la Serbia non riconosce. Il paese è tutto in costruzione e rifacimento dopo i gravi danni subiti dalla guerra civile. Vi soggiornano ancora i militari della KFOR, la Nato che presiede i pochi villaggi serbi rimasti ed i monasteri ortodossi che non sono stati completamente distrutti dai kosovari mussulmani.

PEIA o PEC è la prima città che si incontra, con alte montagne al nord e la bella chiesa del Patriarcato storico, recentemente restaurata, un interessante bazar, un fiume non molto largo e alcune piazze in fase di ristrutturazione.

Più interessante la grande e bella PRIZREN al sud, somigliante a Sarajevo, col suo fiume i suoi ponti, la sua città vecchia con le stradine e le piazze in acciottolato, le sue moschee, i caffè ed i bar che si affacciano al fiume e guardano la sovrastante fortezza che si raggiunge salendo una stradina a tornanti, incontrando case distrutte ed un’antica chiesa ortodossa semidistrutta e transennata.

La capitale del Kosovo è PRISHTINA, una grande città che annovera nuovissimi e avveneristici palazzi dall’architettura moderna e ambiziosa, ma anche il vecchio bazar, alcune antiche moschee, un museo nazionale vuoto perchè le 1.500 opere sono tuttora a Belgrado dove furono trasferite per protezione e che non tornarono mai indietro tranne l’unica statua restituita che rimane da sola nelle grandi stanze assieme alle foto delle opere assenti e le esortazioni rivolte ai turisti per far pressione al governo serbo per la loro restituzione.

Da Prishtina si arriva in poche ore di pullman nella bella capitale della MACEDONIA, SKOPJE che fu distrutta da un violento terremoto nel 1963 e che fu ricostruita secondo i piani di un architetto giapponese che le hanno conferito un aspetto elegante e rilassante con i suoi parchi e giardini lungo il fiume Vardar, la sua fortezza chiusa ma imponente, il bel ponte che divide la città moderna dalla vecchia Carsija, ossia la città ottomana con le sue moschee, i suoi bar, il suo bel museo storico ed etnografico, le gallerie d’arte dentro l’hamam ed altri edifici antichi.

Di là dal ponte, presieduto dalle statue di Cirillo e Metodio, i diffusori dell’alfabeto cirillico, la bella piazza Makedonska e la pedonale via Makedonia coi suoi bar eleganti, le statue di signorine, ciabattine, un toro, Chaplin e della concittadina, Madre Teresa accanto alla sua casa ricostruita.

In fondo la stazione ferroviaria con l’orologio fermo all’ora del terremoto ed una bella mostra sugli anni ’60 con cimeli d’epoca, mobili e oggetti vari che mi hanno fatto tornare indietro di 50 anni ai tempi della mia felice infanzia.

All’angolo la sede del partito comunista con i nostalgici di Tito che mi regalano distintivi, un calendario con la foto di Tito e della moglie Jovanka e mi parlano dei bei tempi quando la Jugoslavia era un paese unito e felice che molti rimpiangono, tranne i Serbi.

Dopo una bella serata passata assieme ad alcuni ragazzi italiani incontrati sul lungofiume ed ai loro amici che ci ospitano per un allegro party a base di vino e grappa locali, prendo l’ennesimo pullman per OHRID, la bella città storica sul lago omonimo uno dei più antichi e profondo ben 300 metri, accanto ad un altro lago quello più giovane e poco profondo di Prespa che è diviso da quello di Ohrid dalla montagna e parco nazionale di Galicica.

Trascorro il week-end di Pasqua nella bella città turistica, passeggiando lungo il lago e perdendomi nelle stradine della città vecchia per visitare le sue vecchie chiese, il bel museo nazionale e salire le stradine che portano alla fortezza per incontrare un bel teatro greco e due belle chiese spettacolari e antiche: Santa Sofia coi suoi mosaici ed i suoi bei dipinti, la spettacolare Plaonisk panoramica e con una ricca zona archeologica ed infine il panoramico e fotogratissimo Sveti Jovan o Kaneo ,la piccola chiesetta all’estremità su una collina che si specchia sulle acque del lago sottostante con la montagna Galicica ed il suo parco di fronte.

E’ la volta di una città elegante, BITOLA con una piazza spettacolare con due moschee, una torre antica con l’orologio, il monumento a FiIippo II il Macedone, il padre di Alessandro Il Grande ed una bella fontana. Di là del fiume la vecchia città ottomana, di qua una bella via pedonale con tanti bar ed in fondo un grande parco che arriva fino al sito archeologico di Eracleia, la antica città greca sulla via Egnatia.

Da Bitola raggiungo in taxi FLORINA la prima città greca che visito in un paio d’ore in attesa del pullman che mi porterà a KALAMBAKA, la cittadina ai piedi delle maestose METEORE, sei monasteri dei 20 originari che sono insediati sulle cime di queste imponenti montaghe rocciose per protezione contro i turchi invasori. Visito il primo monastero dopo aver percorso un bel sentiero subito fuori dalla città e arrivo giusto in tempo per vedere il panorama fantastico e notare dall’altra parte il grande monastero che intendo visitare il giorno successivo.

Purtroppo il tempo è inclemente: nuvoloni neri e freddo, così decido di partire approfittando del treno delle 7.15 che porta a SALONICCO, il grande porto e seconda città greca, un milione di abitanti e tante cose da vedere: due imponenti zone archeologiche, il Forum e le rovine del palazzo dell’imperatore romano Galerio in centro, un bell’arco in mattoni rossi con bassorilievi in marmo bianco con scene di guerra, una moschea e tante chiese ortodosse di tutte le forme e misure, alcune a due metri di livello inferiore rispetto alla strada. Soprattutto la bella cattedrale intestata al patrono San Demetrio e poi la bella Santa Sofia. In alto le mura antiche che sono imponenti e arrivano alla città vecchia con una cittadella fortezza, L’Eptagyrion con dieci torrioni da cui si gode il panorama cittadino. Percorro la bella passeggiata a mare e incontro la torre antica e la bella statua bronzea di Alessandro il Grande a cavallo, prima di rientrare al centro, alla bella piazza Aristotelous con palazzi bianchi e colonne greche, sede della grande università greca intestata al famoso filosofo che se ne sta seduto nella sua statua con pergamena in mano a osservare i turisti ed i locali seduti negli eleganti bar circostanti, il mercato vicino e le stradine della vecchia città portuale coi suoi pub, ristoranti e locali notturni.

Ancora in pullman raggiungo la penisola CALCIDICA per l’ultima settimana di vacanza. Arrivo nella capitale Polygiros e poi scelgo la prima penisola dito o gamba: Kassandra e mi fermo bella bella KALLITHEA, una simpatica cittadina con bella spiaggia sottostante dove alloggio in un albergo-taverna. Approfitto del bel tempo per rilassarmi in spiaggia e farmi una bella nuotata nelle acque fresche e limpide del mare Egeo. Poi in bus e autostop raggiungo le semplici cittadine di Kassandria, Kalandra e Posidi.

Salto la seconda penisola SITHONIA più verde e rilassante, con tampi campeggi e arrivo a OURIANOUPOLI, la bella cittadina base di partenza per la terza penisola, Agion Oros o più famosa come Monte Athos, una comunità di 2.000 monaci ed i suoi venti monasteri antichi, alcuni vecchi di mille anni che sono quasi una repubblica autonoma, interdetta alle donne dopo che la Madonna di passaggio ed in viaggio verso l’isola di Cipro per visitare Lazaro, vi si era fermata e ammirata dal paesaggio aveva pregato per quella terra benedetta che i greci, ma in genere tutti gli ortodossi anche quelli romeni, bulgari, serbi e russi considerano un paradiso e montagna sacra a arrivano in pellegrinaggio per preghiera e soggiorno per qualche giorno in uno dei monasteri.

Purtroppo non mi è stato possibile ottenere il permesso dal severo ufficio religioso locale, ma anche da quello di Salonicco cui mi ero rivolto in quanto è necessario prenotare almento sei mesi prima! Così mi sono consolato lungo le spiagge di Ourianoupoli, prendendo il sole e facendo gli ultimi bagni, ma anche assaggiando le specialità greche, moussaka, souvlaki, sardelle e bevendo il vino bianco retsina ed il digestivo ouzo, prima del mesto rientro in bus a Salonicco ed il volo con Ryanair per Milano-Bergamo.

Insomma un bel mese di vacanza attraverso 8 paesi, con 15 cambi di hotel e tanti pullman, ma anche tanti incontri e amicizie e la gioia per gli occhi e la mente nello scoprire paesi piuttosto trascurati dal turismo internazionale per paura di….boh! di cose passate che fortunatamente non rovinano più l’esistenza a questi popoli amichevoli e a queste belle terre che consiglio a tutti di visitare prima che vengano rovinate da orde di turisti.



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