Balkaneros on the road
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Partiamo senza aver fissato (quasi) nulla, con l’intento di campeggiare e spendere il meno possibile!
1 giorno
Volendo evitare le file sulle strade pronosticate da mesi, decidiamo di salpare con una nave dal porto di Ancona; direzione: Spalato. Scegliamo la Blue Line come compagnia: mettendoci un po’ di più rispetto alla concorrente Snav, ci fa risparmiare circa 100 euro! (abbiamo come sistemazione una cabina privata per la notte)…
2 giorno
Arriviamo così a Spalato la mattina seguente di buon’ora! Alle 8 siamo già all’accettazione nel Camping Stobrec, recensito 5 stelle, dove ci viene assegnata, però, una piazzola in pieno sole… proviamo a montare, ma il caldo già nelle prime ore del mattino è insopportabile! Fortunatamente la ragazza alla reception, molto gentile, ci cambia sistemazione … siamo un po’ più lontani dal mare, ma finalmente all’ombra! Passiamo la giornata a riposo sulla spiaggia del campeggio e verso le 19 decidiamo di inoltrarci alla scoperta del posto! Arriviamo all’ora del tramonto. Dopo aver attraversato un mercato pieno di chincaglierie si staglia davanti a noi il Palazzo di Diocleziano; il bianco delle pietre riflette il rosso della sera e ci regala dei giochi di luce mozzafiato. La periferia “titina” della città, che la caratterizza e la identifica con la sua storia, lascia il posto a squarci di uno splendore più antico: una città che porta con sé i segni di ciò che fu. Giriamo per i vicoli e ceniamo nella pizzeria a taglio che ci suggerisce la Routard… davvero ottima! La cucina croata assomiglia molto alla nostra, ed è veramente buona! Abbiamo approfittato spesso della pizza, e quasi sempre siamo rimasti molto soddisfatti!
3 giorno
Oggi decidiamo di esplorare i dintorni della città portuale: ad un’ora di macchina vi è Trogir, piccola cittadina patrimonio dell’Unesco, bianca e lucente come Spalato! La visitiamo in lungo e largo, poi, sopraffatti dalla calura (40 gradi) ripartiamo con l’intento di fare un tuffo! Arriviamo a Primosten, un paese “tutto tondo”, incastrato su un’isoletta e collegato alla terra ferma da un lembo di terra. La vista di cui si gode dall’alto, nel piccolo cimitero, è davvero impagabile! Troviamo il tempo per buttarci in un’acqua limpidissima e turchese… che bellezza! In serata rientriamo al campeggio, dopo aver attraversato strade piene di scorci da cartolina, ci riposiamo e facciamo un giro nei dintorni. Il campeggio si affaccia su un piccolo golfo, nel paesino di Stobrec appunto; fatto curioso: la sera continuavamo a vedere gente che entrava, vestita di tutto punto, che non sembrava affatto del campeggio… abbiamo ipotizzato che la zona camping fosse in realtà una parte del “passeggio” serale della gente del posto…
4 giorno
Stamani la nostra meta prevede il passaggio sul mare: andiamo sull’Isola di Brac, dove, dicono, ci sia una delle spiagge più belle della crozia… ed è così effettivamente! Per un pelo perdiamo il traghetto che parte dal porto e attracca a Supetar, tocca aspettare un’oretta, tempo che passo allo studio attento della mia fedele Routard! Poi, si parte! Dopo un’oretta di traversata salpiamo, lì ci aspetta un autobus che, in un’altra ora di tragitto ahimè, ci porta fino a Bol! L’autista si rivela un folle, prende le curve in 5 in una stradina a picco sul mare… finalmente arriviamo! Per arrivare alla famosa Zlatni Rat dobbiamo fare una camminata di 2 km… camminata, passeggiata diciamo! E molto piacevole… lungo il mare, attraverso un viale alberato, davvero bellissimo! La spiaggia è un lembo di terra che per 300 metri si allunga verso il mare, da una parte piatto e calmo, dall’altra mosso e adattissimo per andarci in wind surf! Il tempo scorre veloce, è già tempo di rientro alla base…
5 giorno
Dopo la brusca sveglia dovuta al rapimento della nostra adorata Moka… lasciamo il campeggio e Spalato e iniziamo la discesa verso Sud. Attraversiamo una strada lunga 300 km, curve, mare, scorci, visi, storia… passiamo la riviera di Makarska, il massiccio del Biokovo, la piana della Neretva, l’enclave bosniaca di Neum… passiamo dal mare, alla macchia mediterranea, a scogli, a terreni brulli… verso sera, stanchi ma con gli occhi pieni, arriviamo a Dubrovnik, al Campeggio Solitudo. Nota negativa n.1: avevo fissato, ma sembra che la mia prenotazione non risulti; nota negativa n.2: le piazzole sono sparse, il bagno lontanissimo, l’attacco per la corrente idem; nota negativa n.3: quel grosso topastro che beato se la girava nella nostra piazzola … ormai è tardi, dormiamo qui, ma controvoglia.
6 giorno
Notiamo che tantissima gente alla reception sta anticipando il check out… ultima nota negativa: 46 euro per una notte, in tenda, due persone, con un allaccio elettrico a 300 metri di distanza. Bene, ciao. Usciti dal campeggio ci fermiamo subito presso un affitta camera (NB: in Croazia è moooolto più conveniente soggiornare in camere e appartamenti, piuttosto che in campeggi. Inoltre, se rimanete circa 3 o 4 notti, la stanza vi viene a costare ancora meno!); ci propone un mini appartamento, ma è libero solo per una notte e ci viene a costare 55 euro. Accettiamo al volo, e felici e beati, dopo un riposino – di nervi soprattutto – ripartiamo verso la città Dubrovnik! Soggiorniamo nella penisola di Babin Kuk, per lo più ci sono alberghi e resort, perde un po’ “l’autenticità del posto”, ma è veramente comoda, ci sono autobus ogni 10 minuti verso il centro! La città nella sua roccaforte si staglia su un cielo azzurro ed un mare turchese … facciamo la passeggiata lungo le mura che ci dona una vista dall’alto incredibile. Nel pomeriggio rientriamo, facciamo un giro nei dintorni, e poi dopo cena riprendiamo l’autobus per un giro by night.
7 giorno
Ci svegliamo convinti di avere una sistemazione in un’altra camera, ma l’oste ci dice che per noi non ha trovato nulla di alternativo … uff! Abbandono l’idea di visitare l’isola di Locrum, e decidiamo di rivolgerci nuovamente verso nord, direzione Bosnia! Dopo una sosta a Medjugorie, spinti non per la fede ma per un’interesse antropologico, facciamo tappa a Mostar. Gli anni della guerra si impongono duramente sul territorio: la Bosnia, tagliata fuori dal turismo di massa, a fatica da sola con la sua economia a riprendersi. Le case abbandonate, segnate con il fuoco e con i mitra, i tantissimi cimiteri, continuano a riportarmi alla mente le centinaia di testimonianze che ho letto negli ultimi mesi.. il mio, a questo punto si trasforma in un viaggio della memoria, dovuto e sentito, per portare testimonianza. E finalmente lo vedo “il ponte che unisce i popoli”, ricostruito dopo i bombardamenti. Ripido, c’è chi si butta con un salto nel fiume, chi si ferma un attimo a pensare. Le ferite aperte bruciano per il sale, ma col tempo cercano di lenirsi. Il turismo qua c’è, tanta è la gente che passeggia per le vie affollate di negozietti arabi. Mi auguro che ne venga sempre e sempre di più. Dopo aver avuto modo di scambiare due chiacchere con un ragazzo del posto, si fa tardi, decidiamo di rientrare in croazia e cercare un posto dove passare le notte. Dopo file interminabili dovute non all’incendio sui monti, ma ad una gara di canottaggio (!) arriviamo nel paesino di Gradac verso le 19, il tempo di incontrare la prima casa che un signore sdentato ci invita nella sua casa – albergo, pulitissima con vista sul mare, 45 euro! Accettiamo! (NB: Cercare le camere al tramonto si rivela più proficuo del farlo intorno alle 5 del pomeriggio… gli albergatori cercano di affittare sempre per 3 e 4 notti, per cui verso sera, quando hanno ormai capito di non riuscire a piazzarle meglio, le affittano altrimenti, nisba!!). la sera ci facciamo un giretto in questo paesino, simile a molti altri nelle vicinanze, con un piccolo lungo mare e tanti localini…
8 giorno
La mattina ci muoviamo di nuovo verso nord, ci fermiamo in un altro paesino, tuffo nel mare, e si riparte! Ripercorriamo la strada all’indietro, verso sera cominciamo poi di nuovo la ricerca di una camera… due ore, gira e gira, nessuno che ce la vuole affittare o tutte piene… esausti alle 19 troviamo un signore che se ne stava appena andando… ha però una stanza per noi! Che bello! L’entusiasmo si placa quando ci porta sul posto… una casa tipica croata, ovvero di quelle ancora in costruzione! Qui, presumendo se le costruiscano tutte da sé, capita spesso di trovarle “a mezzo”, fatto un piano, si aspetta poi di fare il prossimo … non è neanche una casa, per così dire, “certificata”e autorizzata ad affittare, però ormai un’occhiata la diamo … e per quanto da fuori non invogli, l’interno è molto caldo e confortevole, inoltre la figlia del signore, che parla un ottimo inglese, è carina e gentile, il prezzo consta in 40 euro… Ok, accettiamo!
9 giorno
Ripartiamo! Ci fermiamo a Zara 3-4 ore per fare un giretto della città… è quella che forse ci piace meno, sfruttiamo il tempo comunque per riposarci un po’ e guardare il mare. Ripartiamo! Questa volta verso l’ultima tappa del nostro viaggio nei Balcani: i parchi di Plitvice! Al confine con la Bosnia, immersi fra paesini bucolici, calma e fresco, questo piccolo, per modo di dire, patrimonio Unesco. Il nostro albergo è in un campeggio, il “turist Resort Grabovac”, stanze belle e pulite, a 55 euro a notte, dove vi è anche un ottimo ristorante, di cui diventiamo subito abituè!
10 giorno
Alle 9 siamo già ad aspettare l’autobus che ci porterà ai parchi di Plitvice. Dopo un po’ di fila e 15 euro di biglietto, iniziamo il percorso (quello medio, fra le 4 e le 6 ore di cammino): un susseguirsi di cascate, acque azzurre, verde … una pace per l’anima e per il corpo!