Bali, vacanza e volontariato
Visitando il centro, che si trova vicino al museo Arma, abbiamo conosciuto diverse persone che prestavano la loro opera: un veterinario australiano che si occupava di curare gli animali malati, diversi studenti inglesi che facevano giocare e passeggiare gli animali e due ragazze, che sarebbero partite dopo due giorni, che si occupavano del negozio e che ci hanno invitato a sostituirle. Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta con grande gioia della responsabile che altrimenti avrebbe dovuto tener chiuso il negozio fino all’arrivo di nuovi volontari in quanto non era in condizione di assumere altri locali. I volontari, ovviamente non sono retribuiti, mentre i locali percepiscono un salario. La responsabile ci ha domandato se avevamo idee per rendere più invitante il negozio e noi abbiamo risposto che avremmo provato.
Abbiamo domandato alla signora se conosceva un albergo meno costoso di quello ove alloggiavamo (che costava circa 40€ a notte) e abbiamo avuto risposta positiva. I volontari possono alloggiare in un’appartamento vicino alla clinica che costa solo 50€ alla settimana. Ci siamo fermate due settimane che ricorderemo per tutta la vita. Al mattino svolgevamo l’attività di volontariato principalmente nel negozio, sistemandolo ed occupandoci delle vendite e di quanto necessario, ma giocando anche un po’ con gli animali e parlando con gli altri volontari che ci hanno fornito indicazioni preziose in quanto alcuni erano pratici del luogo essendo già stati altre volte. Il pomeriggio era libero in quanto avevamo scelto di fare volontariato al mattino.
Io mi sono iscritta a un corso di cucina balinese (adoro cucinare e ancora di piú mangiare), Chiara a uno di yoga, indirizzate dai colleghi volontari. Nel giro di qualche giorno abbiamo conosciuto molte persone, in gran parte locali, di una gentilezza e una simpatia eccezionali. Quando uscivamo non eramo mai sole, ma incontravamo persone conosciute nel centro o come clienti del negozio o come persone che frequentavano il centro stesso. I locali erano molto incuriositi dell’Italia, ci facevano domande sulle nostre abitudini e sulle nostre città. Una ragazza che si era particolarmente affezionata a noi mi accompagnava nei vari mercati a comprare gli ingredienti che mi servivano per il corso di cucina, un’altra ci ha accompagnato a visitare i luoghi più interessanti della città e le opere d’arte. Purtroppo, dopo due settimane che sono volate, siamo dovute rientrare ma siamo riuscite a passare il testimone ad una coppia di studenti canadesi che hanno proseguito il nostro lavoro. Abbiamo lasciato alcuni nostri abiti che saranno stati venduti nel negozio con grande facilità perchè i locali sono fanatici del “made in Italy”.
Siamo ancora in contatto con la signora resposabile del centro (che si chiama Barc, cioé Bali Adoption and Reabilitation Centre) e con alcuni volontari così abbiamo amici in tutto il mondo. Questa è stata una vacanza straordinaria, ritengo irripetibile in qualsiasi altro luogo, che ci ha coinvolte in un modo inaspettato.