Bali, un’esplosione di colori e profumi
Il viaggio è cominciato da Ubud, una cittadina nel “centro” di Bali che mi aveva incuriosita per come l’avevo trovata descritta in un libro-guida che mi ero comperata. Secondo me Ubud è meravigliosa, non solo da un punto di vista paesaggistico ma da come l’ho vissuta emotivamente. Ho incontrato persone fantastiche, pronte ad aiutarti in qualsiasi modo, sempre con il sorriso sulle labbra e con una cordialità che da tempo non vedevo. I balinesi sono persone semplici e genuine, la maggior parte di loro vive con il turismo ma non per questo sono “venditori assillanti”e nel momento in cui si dice “no, thanks” loro ti salutano con un sorriso. La loro religione è l’induismo (per la maggior parte) ed è molto toccante vedere come sono influenzate le loro vite da questa religiosità. Come dicevo prima, mi ero letta un libro prima di partire per avere le idee più chiare sul Paese che sarei andata a visitare e mi è servito molto perchè non si può arrivare impreparati in un posto come Bali dove la giornata di ogni persona comincia con una preghiera ed un’offerta a Dei e Demoni! Osservare tutta quella devozione mi ha fatto capire quanto, in Paesi industrializzati come il nostro, siano spariti i veri valori che conducono ad una vita serena ed equilibrata… Siamo tutti stressati, arrabbiati ed egoisti. Non voglio far polemica però vedere come vivono i balinesi mi ha fatto riflettere e spero possa avermi insegnato qualcosa.
Torniamo ad Ubud: non mi ero fissata dei luoghi in particolare da andare a vedere ma passeggiando di qua e di la mi sono ritrovata in mezzo ad una verdissima coltivazione di riso! Vedere in prima persona quel paesaggio visto prima solo nei libri, mi ha tolto il fiato ed in molti casi mi sembrava di non poterlo toccare tanto era grande la sua imponenza. Quel verde intenso è un colore che non esiste da noi, ovviamente li il clima è diverso ed è proprio grazie a questo che a Bali “tutto è fertile”: la terra offre di tutto frutta gustosissima, verdure a km 0, fiori di tutti i tipi e colori e poi farfalle e libellule. Io sono un’amante della natura e vedere quel mix di colori mi ha fatto impazzire, non riuscivo a fare più di due passi che dovevo fermarmi per fotografare i fiori o seguire la danza di quelle farfalle che sembravano fazzoletti dato la loro dimensione. In qualsiasi posto, dove c’era acqua (e a Bali ce n’è tanta), si trovavano le ninfee con fiori baciati dalle libellule colorate. Proprio la libellula per me è rimasta l’animale-simbolo di Bali. Ad Ubud c’è tanto da vedere e da camminare, poi alla sera ci sono ristorantini ovunque che ti offrono tutte le loro specialità culinarie (a volte molto piccanti) però non è un posto nel quale si trovano locali quindi verso le 22 tutto comincia a spegnersi, è un paese per rilassarsi come del resto tanti altri posti che ho visto. La vita notturna è per eccellenza a Kuta.
Dopo aver trascorso due giorni ad Ubud, sono partita per un tour che mi ha fatto vedere i principali templi: il primo è stato Pura Luhur Batukaru ed è stato emozionante quando la mia guida mi ha messo il sarong per poter entrare a visitarlo e poi trovare i fedeli che stavano facendo un rito di preghiera. Bellissimo è stato anche il Pura Ulun Danu Beratan, templio situato in un lago. C’erano molti turisti che giravano però non si sentiva confusione perchè tutti cercavano di essere visitatori rispettosi, infatti i balinesi non vietano l’ingresso ai templi se loro stanno pregando però si aspettano, com’è giusto che sia, che venga capito quel momento per loro così importante. Per la prima volta in vita mia ho visto anche una cascata (Monduk) per poi finire la giornata a Lovina, paese situato all’estremo nord, affacciato sul mare e, dato la vicinanza con il vulcano, con la spiaggia nera! Troppo particolare vedere il tramonto che illumina quella sabbia … Altro giorno, altri templi! Tutti bellissimi e diversi uno dall’altro: Pura Beji, Pura Maduwe Karang ed il Tempio Madre di Besakih (imponente). Nel percorso per andare da un posto all’altro faceva sempre da cornice una natura rigogliosa e bellissime risaie a terrazza, per non dimenticare pure il vulcano Gunung Agung. Nel tardo pomeriggio sono arrivata a Candidasa, questa volta estremo est, e la cosa particolare che ho trovato qua è stato il bagno del bungalow nel quale ho dormito e cioè era all’aperto! Fare una caldissima doccia rilassante guardando le palme … non ha prezzo! Anche Candidasa è un paese piccolo, con una via principale piena di ristoranti e negozi ma sempre tranquillo e senza locali notturni. Dopo una deliziosa colazione, il tour è continuato per tornare verso Ubud e questa volta, oltre ai templi di Goa Lawah e Pura Kehen, ho visto anche la lavorazione dei famosi batik e della seta, e pure gli artisti delle sculture in legno. Il giorno seguente ho assistito ad uno spettacolo di danza Barong, nel quale bravissime danzatrici e abili ballerini danno vita ad un’intreccio di movimenti e colori scanditi da una musica molto suggestiva. La giornata è proseguita con la visita al Monkey Forest Sanctuary e con il tramonto al tempio di Tanah Lot. Sinceramente questo è stato il tempio che meno mi è piaciuto perchè c’era troppa confusione e i molti visitatori che si trovavano li sembra stessero facendo una gita a Gardaland anziché in un tempio. Qui non sono riuscita a sentire la spiritualità che avevo trovato precedentemente, però non si può neanche pensare che in un posto così turistico ci sia ancora la calma ed il silenzio dei paesini sparpagliati in mezzo alla natura. Finita questa prima parte di vacanza, mi sono trasferita al sud e precisamente a Jimbaran. Nel sud non c’è il verde fiammante del centro nord in quanto è più caldo però non mancano i colori, soprattutto il cielo che è di un azzurro intenso e le nuvole bianche candide. Le spiagge sono diverse a seconda di dove si va, mai pensare che vista una le hai viste tutte. Jimbaran è un luogo molto tranquillo caratterizzato da una lunghissima spiaggia bianca e da un mare non maldiviano ma molto affascinante per il forte rumore delle piccole onde che si infrango nel bagnasciuga e la cosa più naturale ed invitante da fare sono le passeggiate. La calma di quella spiaggia svanisce pian piano con l’arrivo del tramonto perchè in quel momento lo scenario cambia ed arrivano tantissimi bambini per giocare a calcio, passanti ed abitanti per ammirare il finire della giornata e tutti i ristoranti situati all’ingresso della spiaggia ed adiacenti uno all’altro, preparano tavole, sedie, menù a base di pesce e griglie roventi per offrire una meravigliosa cena sotto le stelle al lume di candela! A volte ci sono dei musicisti che suonano a richiesta canzoni di tutti i tipi, ma la maggior parte del tempo è scandito dal suono del mare. Non ho mai visto niente di più allegro e romantico. Sono stata anche in altre spiagge e precisamente a Padang Padang e Dreamland: entrambe sono adatte per i surfisti che cercano l’onda perfetta ma mentre la prima offre anche la possibilità di fare un bagno perchè le onde sono lontane, la seconda è esclusivamente per il surf in quanto il mare è in subbuglio in qualsiasi punto.
Ho visitato, in toccata e fuga, Nusa Dua: quello è un altro mondo ancora cioè è un luogo “costruito” per i turisti ma sempre inserito nel miglior modo con la natura dell’isola. Là ci sono alberghi di lusso per persone che vogliono solo tranquillità e poi c’è una spiaggia lunga e bianca con un mare da cartolina. Non poteva mancare “l’escursione” a Kuta, anche qui la spiaggia è bella e frequentata da surfisti anche se le onde non hanno niente a che fare con quelle di Dreamland, penso comunque sia il posto più full di persone di tutte le nazionalità anche perchè poi c’è la vita notturna. Non parlerò molto di Kuta, secondo me Bali è un’altra cosa, ma non si può trascurarla perchè tanta gente cerca posti come questo perchè ci sono centri commerciali pieni di tutto, negozi lussuosi con tante firme, vie illuminate da tanti locali e c’è pure parecchio traffico. Diciamo che passare da Ubud a Kuta… ne ho visto di differenza. Concludo dicendo che Bali può offrire di tutto e ognuno sceglie la vacanza che più preferisce, io ho vissuto l’isola in maniera spirituale, riempendomi gli occhi di colori e paesaggi, le orecchie di canti di uccelli, onde del mare e musica antica, il naso di profumi d’incenso ed il cuore delle emozioni che ho provato nel fare ogni singolo passo nell’isola degli Dei.