Bali e Isole Kei di Molucche
BALI Passiamo le prime due notti a Kuta, famosa soprattutto per le onde lunghe che attirano surfisti da tutto il mondo, specialmente australiani e giapponesi. La spiaggia, in ogni modo, non è male: ci si può ugualmente rilassare, godendosi il rumore delle onde.
I giardini e le piscine dei vari alberghi rappresentano una vera e propria oasi di pace contrapposta alla frenesia e alla vivacità delle strade di Kuta, Legian e Seminyak. L’ottimo rapporto qualità-prezzo, e i servizi offerti anche dalle strutture medie, rendono queste soluzioni appetibili a tutte le tasche. Noi abbiamo soggiornato all’”Un’s” e al “Kumala” (che si trova leggermente più a Nord) spendendo tra i 15 e i 23 Euro a camera a notte.
Noleggiando un motorino (circa 4 Euro) visitiamo il famoso tempio di Ulu Watu in splendida posizione sulla scogliera; interessante la danza Kecak che inizia alle 18.00 in un anfiteatro da cui si può ammirare un meraviglioso tramonto (nuvole permettendo).
UBUD Da Bali andiamo a Ubud prendendo uno Shuttle Bus che ti propongono ovunque (circa Eur 6.00 – tragitto circa 2 ore). Passiamo 3 notti all’incantevole Matahari Cottages, che ci affascina sia per il servizio e la disponibilità dei dipendenti sia per la pace e la tranquillità del posto. Ci concediamo anche il tipico massaggio “Mandi-Lulur”: 2 ore di massaggi e coccole che terminano con un tripudio di frutta e cioccolato fuso! In bici esploriamo i dintorni, vediamo paesini, risaie, e Bernardo si fa mordere da una scimmia nella Monkey Forest. Anche le strade principali di Ubud sono abbastanza trafficate, ma vale comunque la pena di perdersi tra i negozi, mostre d’arte, ristorantini, cerimonie, manifestazioni folkloristiche e danze. Ubud è un’ottima base di partenza per escursioni giornaliere in tutta Bali, molte delle quali organizzate dall’ufficio del turismo stesso. Noi abbiamo visitato il curioso tempio di Goa Gajah, l’interessante tempio di Tirta Empul, nelle cui fonti del X sec. I locali fanno abluzioni perché ritenute sacre e magiche, il bellissimo Gunung Kawi (imperdibile) e il famoso e maestoso Pura Besakih. Ci fermiamo anche sul bordo del vulcano Gunun Batur ad ammirare lo splendido panorama del lago e del villaggio al suo interno.
Non avendo moltissimi giorni non abbiamo potuto “perderci” per Bali e scoprire posti più tranquilli. Turisti austriaci che abbiamo incontrato e che per la quarta volta tornavano in Indonesia, ci hanno decantato della tranquilla bellezza di Tirta Ganga, a Est, e del mare a Padangbai e specialmente a Candidasa, pochi chilometri a Nord della quale si trova, a loro dire, la più bella spiaggia di Bali.
Dopo Bali restava il dilemma di tanti: su quale altra isola, delle oltre 17.000 che conta l’Indonesia, proseguire il viaggio? Noi cercavamo prevalentemente mare e riposo. Un’opzione potevano essere le ISOLE GILI, vicine, accessibili e da molti (anche su questo sito) descritte come un luogo magnifico. Ci siamo poi fatti tentare dalle ISOLE BANDA, molto meno turistiche, ricche di storia e di profumi legati alle spezie e alla compagnia delle Indie Orientali. Ma scopriamo (e su questo la Lonely Planet ed. 2007 non è affatto chiara!) che è difficilissimo raggiungere se non si ha molto tempo. Infatti bisogna arrivare ad Ambon (Palau Seram) e da li prendere l’aereo che parte solo il Lunedì (compagnia aerea Trigana) o la nave che parte solo il Sabato (condizioni meteo permettendo) della compagnia Pelni. Non tornando i conti con la coincidenza del nostro volo di rientro in Italia decidiamo di andare alle ISOLE KEI, più facilmente raggiungibili (4 voli settimanali da Ambon con Wings Air o Trigana).Da Bali per raggiungere le ISOLE KEI è necessario prendere 3 voli: Bali – Ujung Pandang (Sulawesi) – Ambon – Tual (capoluogo delle Kei).
ISOLE KEI Se le bombe scoppiate a Jakarta e a Bali tra il 2002 e il 2005 e lo Tsunami del 2004 hanno determinato un crollo delle presenze turistiche in Indonesia, nelle piccole isole assistiamo ad un vero e proprio collasso dal quale stentano a riprendersi.
Scopriamo che l’intera ricettività turistica delle KEI (escludendo un albergotto in piena città) consta in tutto di 6 bungalows molto spartani distribuiti su 2 spiagge di KEI KECIL. Quasi nessuno parla inglese, non esiste un vero e proprio ufficio informazioni turistiche, e anche il cortese Vicky (segnalato nella L.P.) in realtà non è affatto affidabile e informato, ad es. Sosteneva che non ci fossero uffici per il cambio valuta, e che la banca menzionata sulla L.P. Non era mai esistita, ma invece è a soli 2 min dal suo ufficio (ma non nel luogo indicato nella guida, si è spostata!). I trasporti pubblici sono limitati ai centri principali, per cui se volete girare per spiagge, la cosa migliore è prendere un motorino a noleggio (3-4 Euro al giorno). Non esiste nessuna iniziativa “per turisti” e quindi non esiste la possibilità, ad es., di prendere una barca per andare a fare snorkeling o visitare isolette vicine. Noi abbiamo provato a cercare una barca privata ma abbiamo solo perso una intera giornata. Anche i collegamenti con la vicina Kei Besar sono spesso interrotti (in questa stagione) per il mare mosso.
Noi abbiamo alloggiato al Savana Cottage, quattro bungalow spartani sulla spiaggia. Bello il colpo d’occhio del posto ma scopriamo con amarezza che non è possibile nemmeno fare il bagno perché quando la marea è bassa il mare lo vedi all’orizzonte e quando è alta l’acqua arriva ai polpacci. Con Lucy, la ragazza indonesiana che gestisce la struttura quando il proprietario è via, ci intendiamo a gesti perché non parla una parola di inglese.
Dobbiamo confessare che il primo giorno ci è preso un po’ di scoraggiamento all’idea di dover necessariamente passare lì i successivi otto giorni, ma… lentamente, giorno dopo giorno, ci facciamo conquistare dalla semplicità di questo posto. La tranquillità è totale, le sfumature di azzurro dettate dalla marea disegnano quadri che mutano ogni ora, il cibo è semplice ma buono e salutare. Con il motorino è possibile raggiungere altre belle spiagge: es. La meravigliosa Pasir Panjang, 3 km, di sabbia bianca finissima (inclusa tra le 100 spiagge più belle del mondo) e Difur, bella spiaggia tra gli alberi in fondo ad profonda e tranquilla insenatura con acque cristalline… L’indolenza di quest’isola in breve ci cattura e ci disintossica dal turismo compulsivo, dalla necessità di saltare da un’isola all’altra, dall’obbligo di cercare il fondale corallino “più bello mai visto”, dallo shopping… E scopriamo l’Indonesia dei tempi lenti, dei colori della marea, delle piogge e del sole che si alternano, del sorriso dei bambini e dei ragazzi che quando passi, felici, ti sorridono e ti salutano con la mano chiamandoti “Mister!”.
NOTE: Se alle isole Kei avete bisogno di cambiare soldi, l’unica banca che effettua il cambio è la BNI (come dice la Lonely Planet ed. 2007), ma si è spostata a Tual in fondo a JL Or Laimena, subito prima che la strada curvi verso nord. Altrimenti l’unica alternativa è finire nelle grinfie del “cinese”, un losco figuro che conta pacchi di banconote in un oscuro garage attorniato da scagnozzi. Se invece volete prelevare soldi dagli sportelli automatici (ce ne sono almeno due) gli impiegati vi diranno in buona fede e cortesemente che la vostra carta non è autorizzata per il prelievo: ignorateli, noi abbiamo prelevato con una semplicissima carta prepagata che aveva solo il simbolo Visa Electron.
Il nostro viaggio si è svolto a febbraio, quindi in piena stagione delle piogge, ma qui in Indonesia questo non rappresenta un grande ostacolo. Piove semplicemente di più, quasi mai si vedono tramoni “infuocati”, ma il sole compare quasi sempre.
SPESE: PERNOTTAMENTI: 4-25 euro a camera PASTI: 2-10 euro a testa Se per qualche motivo restate bloccati ad Ambon, andate sulla costa nord di Palau Seram, nella località Sawai. Tra traghetto e bus ci vogliono circa 10 ore, ma gli austriaci che hanno girato l’Indonesia in lungo e largo per mesi lo accreditano come il posto più bello.
Bernardo & Alessandro Per info: bernardokkei@hotmail.It alessandrogemmi@yahoo.It