Bali 5
Bali è un’isola incredibilmente affascinante e averla conosciuta fuori stagione ha avuto i suoi notevoli vantaggi: primo tra tutti un basso afflusso turistico che ci ha permesso di entrare in stretto contatto con la popolazione locale, poi una vegetazione verdissima e rigogliosa e alcuni episodi divertenti causa allagamenti per le strade. Eh si, perchè, come ben si sa, le piogge tropicali non sono ininterrotte, ma si alternano violenti nubifragi ad ampie schiarite anche più volte nelle stessa giornata. E’ molto divertente osservare come i locali si adattino in perfetto stile orientale ai capricci del clima: piove, nessun problema, poi smette. Un altro aspetto che ci ha molto colpiti è il rapporto che i balinesi hanno con la religione. Bali infatti è a maggioranza induista, a differenza del resto del paese, con molte differenze rispetto all’induismo indiano, pur adorando le stesse divinità. Ovunque voi siate troverete i tradizionali cestini di offerte agli dei preparati con la massima cura, poco importa se poco dopo verranno distrutti dal passaggio di un motorino e da un pedone incauto. Ad Ubud, tutte le mattine trovavamo uno di queste offerte fuori dalla porta della nostra camera d’albergo.
Diario di viaggio: Arriviamo a Bali dopo un volo estenuante di 14 ore. Praticamente distrutti decidiamo come prima tappa di fermarci a Kuta, infatti l’aeroporto Ngurah Rai si trova immediatamente a sud della famosa località. Usciamo prendiamo un taxi e ci facciamo portare in centro alla ricerca del nostro primo albergo. Decidiamo di alloggiare in un alberghetto in una traversa di Poppie’s gang I, una delle principali minuscole stradine che si estendono a nord di Ji Legian, la strada principale che costeggia la spiaggia e porta da Kuta a Legian. Dopo un po di riposo, decidiamo di uscire a scoprire un po i dintorni, interessante notare che le stradine sono una accozzaglia di di warung, negozi di souvenir e bancarelle di ogni tipo e sono completamente prive di segnaletica stradale, anche se questo non impedisce a provetti giovani in motorino di passare per i gang con tavole da surf caricate in qualche modo. La spiaggia di kuta è molto bella e vi si trova praticamente di tutto: ambulanti, schiere di surfisti in attesa delle onde migliori, partite di calcio e beach volley ecc. Il resto della città, altro non è che una carrellata di negozi grande marche occidentali (Billabong, Lewis, Diesel) che vendono i loro prodotti ad un prezzo circa 20% inferiore rispetto ai prezzi praticati da noi. Se si è interessati potrebbe essere un’occasione per riempire le valigie/zaini, ma non sempre la qualità ha gli stessi standard degli stessi prodotti venduti qui da noi. Se siete interessati a questo tipo di acquisti è molto meglio volare a Singapore.
Verso le 5p.M. Tutta la popolazione si raduna sulla spiaggia per ammirare i famosi tramonti di Bali, peccato che oggi piove quindi si è radunata per nulla, comunque ogni occasione è buona per festeggiare.
Albergo: Suji Bungalow – Albergo grazioso, situato in una trasversale di poppies gang I, riparato dai rumorosi gang con un bel giardino e una bella piscina. Costo € 20 camera doppia con colazione Giorno 2 Dopo l’abbondante prima colazione (sorprendente la bontà del caffè indonesiano) decidiamo di affittare un motorino e iniziare a esplorare la regione di Kuta. Acquistiamo una mappa stradale e dopo varie peripezie eccoci in strada. Il noleggio motorini è assolutamente conveniente a Bali (contrattando abbiamo noleggiato uno scooter yamaha nuovo automatico per soli €2,50 al giorno) compresi i caschi, che però servono più per proteggersi dalle insolazioni che a riparare in caso di incidente. Comunque non c’è problema, meglio essere prudenti e via alla scoperta della penisola di Bukit. Come in tutta l’asia, anche a bali il codice stradale non esiste, quindi guidare è una vera avventura, l’importante che sul vostro mezzo sia sempre funzionante il clackson.
Verso mezzogiono ci fermiamo a Jimbaran, famosa località rinomata per i suoi piatti di pesce, e quindi non ci lasciamo perdere occasione di assaggiarlo presso i numnerosi warung che si trovano lungo la mezzaluna di sabbia bianca. Il posto è carino, ma il mare è piuttosto deludente, ma se venite a Bali per fare una vacanza stile Maldive avete sbagliato posto, sono ben altre le attrazione che quest’isola offre. Ripartiamo per Dreamland, un’altra famosa località di surfisti che sorge su una caletta circondata da scogli. Ultima tappa della giornata è il tempio di Ulu Watu, uno dei numerosi templi dedicato agli spiriti del mare. Il tempio è locato in cima ad una scogliera a strapiombo sull’oceano, quasi un paesaggio Irlandese (infatti piove) ed è veramente spettacolare. Attenzione alle scimmie, cercheranno di rubarvi qualsiasi cosa dalle mani!!! Durante il viaggio di ritorno, siamo costretti a fermarci causa allagamento strade dovuto al solito acquazzone, siamo comunque nei pressi di kuta e ci ripariamo sotto una tettoia di un’agenzia viaggi. Veniamo contattati dal gestore dell’agenzia, che dopo averci offerto i suoi pacchetti viaggio prontamente rifiutati, ci racconta di come dopo i 2 attentati, nel 2002 a Kuta e nel 2005 a Jimbaran, Bali ha subito un colpo durissimo alla sua economia che a parte la coltivazione del riso è basata prevalentemente sul turismo.
Giorno 3 Il terzo giorno è all’insegna del riposo, infatti c’è il sole e dopo un bagno in piscina ci riversiamo sulla spiaggia. La spiaggia di Kuta è veramente bella (anche se un po troppo inflazionata) che decidiamo di fare una passeggiata. Ci incamminiamo verso nord e faremo ritorno verso le quattro del pomeriggio, giusto il tempo per a rilassarci e uscire a cena. Questa sera pesce (come anche i giorni precedenti) e in albergo presto, dobbiamo preparare gli zaini per il primo spostamento: destinazione Ubud.
Giorno 4: Ci trasferiamo ad Ubud con un autobus della compagnia Perama, la principale compagnia e a detta di molti la più affidabile e arriviamo a destinazione verso mezzogiorno, quindi abbiamo tutto il tempo per cercare una sistemazione che faccia al caso nostro. La stazione di arrivo è piuttosto decentrata, quindi raggiungere il centro ci costa un piccolo sovrapprezzo per un taxi (circa 5000Rp). Ubud è senza dubbio la località che ci è piaciuta di più, situata tra verdi colline e risaie a terrazza, con la sua straordinaria cultura e arte, la sua buonissima cucina e la posizione strategica come punto d’esplorazione dell’isola, ci ha “stregato” a tal punto che da una previsione di sosta di 2 giorni sosteremo qui per ben cinque.
Orientarsi ad Ubud è relativamente semplice, il centro del paese, infatti è costituito da due vie principali, Monkey Forest Road e Ji Rajia Ubud dove sono situate la maggior parte delle attività commerciali e i ristoranti nonché il mercato. Negli ultimi anni Ubud ha avuto un notevole sviluppo tanto che ha inglobato diversi villaggi nelle vicinanze (Penastenan, Campuan ecc.) che sono comunque riusciti a conservare la propria identità culturale. Abbiamo notato che molti turisti si limitano a visitare Ubud con escursioni in giornata da Kuta o Sanur, mi raccomando, non fate questo errore!!! Per essere apprezzata e vissuta il tempo minimo di permenza per noi è di tre giorni, ma quanto più tempo riuscirete a dedicarvi maggiore sarà la vostra soddisfazione. Ubud è una città che si lascia scoprire e apprezzare poco per volta, non si vende al turista distratto e frettoloso.
Ci rechiamo all’ufficio turistico dove acquistiamo una mappa della città con tanto di itinerari da compiere nei sobborghi (non perdetevi le passeggiate nella campagna circostante!!!) e iniziamo a scoprire cosa la città ha da offrire. L’ufficio turistico di Ubud è veramente efficiente e il suo personale è informatissimo su tutti gli avvenimenti culturali e gli spettacoli sia ad Ubud centro che nei villaggi circostanti. Gli abitanti di Ubud sono fieri della loro identità culturale e si vede, ci sono spettacoli di danza Barong Legong e kecak praticamente tutte le sere, e l’ufficio turistico organizza i trasferimenti gratuiti anche per gli spettacoli nei villaggi vicini. E’ poi possibile prenotare escursioni in tutta Bali e devo dire che quella che faremo due giorni dopo si rivelerà un ottima scelta sia in termini economici che qualitativi. Iniziamo la nostra visita della città dal Secret Monkey Forest Sanctuary, un angolo di foresta tropicale lussureggiante situato immediatamente a sud di Monkey Forest Road. Per entrare si paga un biglietto di 15000Rp. All’interno ci sono tre templi sacri. A nostro avviso il più interessante è il Pura Dalem Agung (tempio dei morti) che evoca atmosfere avventurose. Nella foresta vive una numerosa colonia di macachi grigi. Sono comunque abituati alla presenza dell’uomo, come testimoniano le bancarelle all’ingresso con i venditori che urlano ai turisti:”Banana for monkey” e per ogni evenienza ci sono i custodi che vigilano sul comportamento delle scimmie per evitare che diventino troppo insistenti. La passeggiata nella foresta è piacevole e non troppo calda (a dire il vero in questa vacanza il caldo non si è mai fatto sentire troppo) e non vi sono nemmeno troppi turisti, tantè che sembra quasi incredibile essere a poche centinaia di metri dal centro cittadino.
Continuiamo la visita alla città visitando Ubud palace e il puri Seren Agung e quindi il Pura Taman Sarswati – Palazzo sull’acqua che ha un discreto ristorante e alla sera si può assistere a caratteristici spettacoli di danza. Colti da un improvviso attacco di fame facciamo una sosta in un locale che ci sentiamo di raccomandare vivamente: il Deli Cat. E’ ubicato in una trasversale a nord di Monkey Forest Road proprio di fronte al campo di calcio. E’ il posto ideale per un pranzo, uno spuntino o una cena in un ambiente insolito. Tutti i tavoli sono in comune ed è il posto ideale per incontrare altri viaggiatori o residenti. All’interno c’è persino un letto per chi ha esagerato troppo con il vino!!! Proseguiamo girovagando tra le vie, anche quelle meno frequentate dai turisti, piene di gallerie d’arte, negozi di antiquariato e artigianato locale, ognuno con la propria collezione. Va detto che se si è interessati a questo tipo di acquisti è meglio recarsi direttamente dai produttori di questi oggetti che provengono tutti dai villaggi vicini facimente raggiungibili.
E’ quasi giunta ora di cena e decidiamo di cenare al Deli Cat, la specialità della serata è roastbeef con crema di funghi (squisito!!). Per quanto riguarda il dopo cena, Ubud non è certamente la mecca del divertimento ma ci sono alcuni locali che meritano di essere menzionati, tra questi il Putra Bar in Monkey Forest Road propone musica (principalmente reggea) dal vivo quasi tutte le sere ed è uno dei pochi locali che servono birra alla spina. Albergo: Ubud Terrace Bungalows -Monkey Forest Road – Anche questo molto carino, pulito e accogliente con zanzariere a tutte le finestre e uno splendido terrazzo con vista sulle risaie. Costo € 15 la doppia con prima colazione.
Giorno 5 Questa mattina decidiamo di affittare un motorino e visitare i villaggi nei dintorni di Ubud. Iniziamo dalla grotta dell’elefante (ingresso 5000Rp, parcheggio 1500) nei pressi di Bedulu. Facciamo poi rotta a Tampaksiring per visitare il meraviglioso Gunug Kawi, uno dei monumenti più antichi di Bali (5000Rp). E’ veramente spettacolare e immerso in una cornice di risaie che accompagnano la ripida scalinata che scende verso il fiume. Sicuramente è il monumento più bello di tutta Bali, assolutamente da non perdere. Proseguiamo verso nord verso le sorgenti sacre di tirta empul e esploriamo i villaggi circostanti. Per le strade si incontra di tutto, da bambini in divisa scolastica all’uscita di scuola a motorini con 4 o 5 persone oppure con carichi di frutta incredibili.
Nel pomeriggio parcheggiamo il motorino e optiamo per una passegiata nella campagna circostante. Passeggiamo attraverso le risaie fino a raggiungere il villaggio di Penestenan, luogo dove vivono molti artisti.
La sera assistiamo a uno spettacolo di danza Legong/Barong presso l’Ubud Palace. Uno spettacolo davvero interessante sia per i costumi che per le ambientazioni create. Per la cena è un po tardi, ma il Deli cat è sempre disponibile per soddisfare i nostri stomaci.
Giorno 6 Oggi il tempo è bello, quindi con il motorino ci dirigiamo verso est , per la precisione a Semanapura . Una piccola sosta in città e si riparte alla scoperta di spiagge deserte. Tra tutte ci sentiamo di citare Pantai Beach, una splendida distesa di sabbia nera vulcanica (sullo sfondo si nota l’imponenza del Gunung Agung). Il piccololissimo caffè sulla spiaggia deserta rende il luogo ancora più suggestivo. Il piccolo ragazzo che gestisce il caffè segue un corso d’italiano a Dempasaar, ottima occasione per una bibita fresca e impartire un po di lezioni. Sebbene Bali sia un’isola dove la povertà è meno evidente che in altri luoghi, buona parte della sua popolazione vive sotto la soglia di povertà e la possibilità di lavorare su una qualche nave da crociera oppure per un grande albergo, rappresenta un’alternativa di vita per i giovani locali.
Ritorniamo verso Ubud lasciandoci il maestoso Gunung Agung (purtroppo ad Aprile non è possibile tentare l’ascesa causa manifestazioni religiose. Inutile tentare non si trova nessuna guida disposta ad accompagnare i turisti).
Giorno 7 Ci alziamo di buon ora, perchè alle 10 partiamo per un’escursione a nord di Bali prenotata tramite l’ufficio turistico. Prima di partire facciamo un giro al mercato, dove facciamo scorta di frutta per l’intera giornata. L’escursione si rivela estremamente intereressante e sopratutto ci sono solo altre due persone oltre a noi, quindi un piccolo tour privato. Passiamo attraverso magnifici panorami lussureggianti e verdissime risaie, affrontando poi la zona montuosa del Danau Bratan. Facciamo una sosta al Pura Ulun Danau Bratan, un importantissimo tempio buddista dedicato alla dea delle acque. Il luogo è davvero incantevole, circondato da un pittoresco lago con templi hindu che si riflettono nell’acqua. Proseguiamo poi fino alla cascata di Git Git fino alla spiaggia di Lovina passando per Singaraja, una città molto ordinata rispetto alla confusione che regna nella capitale dempasaar. Lovina, invece, è molto tranquilla ed è una località famosa per le escursioni per l’osservazione dei delfini. Giorno 9 Sempre con Perama ci trasferiamo a Sanur, località balneare dalla fama molto più tranquilla rispetto a Kuta, ed effettivamente è una specie di ritiro da “pensione dorata” per ricchi australiani. E’ una località pittosto anonima con i suoi 5 km di lungomare delimitati dall’orrendo palazzo del Gran Bali beach hotel. Rispetto a Kuta, qui il mare è molto calmo (fin troppo) e la spiaggia è molto meno anpia oltre che piuttosto granulosa. Comunque il nostro obbiettivo è usarla come base di partenza per l’esplorazione della parte est dell’isola. Scegliamo di alloggiare in un albergo economico, ma molto accogliente e pulito. Passiamo il resto della giornata in spiaggia anche se c’è nuvolo, e scopriamo un ristorantino con piatti a base di pesce molto economico e tranquillo, adagiato direttamente sulla spiaggia con 4 palme da cocco a fare da paleria per il tetto in paglia, E’ un posto molto alla buona, ma con un’atmosfera tropicale unica, il pesce è freschissimo e cucinato bene quanto a Jimbaran, quindi sarà il nostro ristorante per tutte le nostre cene a Sanur. Proprio mentre stiamo cenando incontriamo e socializziamo con un ragazzo di Dempasaar che organizza tour privati con la propria auto in tutta Bali e dopo estenuanti contrattazioni lo assumeremo per i due giorni successivi per gli ultimi due tour. Ovviamente gli itinerari dei tour sono decisi da noi e riguarderanno le risaie a terrazza verso le montagne centrali e tutta la parte est fino ad Amed.
In pratica con €60 otteniamo un’auto privata con autista a disposizione per 8 ore giornaliere per i prossimi due giorni.
Albergo: Hotel Jati and Home stay accomodation. Prezzo € 10 camera doppia inclusa prima colazione Giorno 10 Dopo la colazione, con il nostro nuovo amico, partiamo per la prima escursione in auto. Il tempo oggi non è dei migliori ma decidiamo comunque di dirigerci a Jelatuwih dove a detta dei locali (e anche il nostro autista) ci sono le più belle risaie a terrazza di tutta Bali. Passiamo per Tabanan, città rinomata per la danza, e ci dirigiamo verso nord. La strada è magnifica circondata da alberi tropicali che fanno da tettoia per buona parte del tragitto fino a raggiungere il villaggio di Wangayagede. Il paesaggio è fantastico, con tonalità e sfumature di verde che fino ad ora solo il vietnam era stato in grado di regalarci. Giunti a Jelatuwih (dopo aver pagato un pedaggio) il paesaggio è indescrivibile: le risaie sono stupende e si estendono a perdita d’occhio, tant’è che scatteremo circa una cinquantina di foto e ci concederemo una passeggiata nei dintorni. Nel pomeriggio scendiamo e ci dirigiamo verso il tempio più fotografato di tutta Bali: il Pura Tanah Lot. E’ uno di templi sul mare più importanti per i balinesi. Purtroppo è anche molto turistico e di autentico resta ben poco, perfino una parte di roccia su cui sorge è stato ricostruito con risultati a nostro avviso piuttosto deludenti. Ciononostante il luogo merita una visita se non altro per gli spettacolari tramonti che si possono ammirare.
Giorno 11 Oggi partiamo allo scoperta di Bali Orientale. La prima tappa è Padangbai, un villaggio molto piccolo situato in un’altrettanto piccola baia ed è il luogo dove partono i traghetti per Lombok. La spiaggia è molto carina, ma noi ne consigliamo una nelle vicinanze: Blue lagoon beach, situata al di la di un promontorio incamminandosi per un sentiero che conduce a tre templi.
Una piccola divizione dalla strada costiera prima di Candidasa conduce al villaggio di Tenganan, un villaggio rurale immerso tra le colline. Durante la visita potrete acquistare o solamente guardare gli artigiani del villaggio al lavoro. Anche se è un luogo turistico, rappresenta uno spaccato di villaggio rurale Balinese. Proseguiamo lungo la strada costiera e arriviamo a Candidasa, che a dir la verità, non offre particolari attrattive tranne la vicinanza alla spiaggia più bella di Bali (ovviamente il giudizio è personale). La spiaggia si chiama Pasir Putih e si trova 5km a est di Candidasa. E’ una fantastica mezzaluna di sabbia bianca finissima (a tratti ricorda long beach delle isole malesi Pehrintian) con un mare dai colori caraibici, che a Bali rappresentano una vera rarità. Raggiungerla non è facile, perchè si trova lungo una strada piuttosto dissestata, dopo aver pagato un pedaggio di 5000Rp, proseguite per 1km circa e parcheggiate a un piccolo tempio. Proseguite a piedi per altri 500m lungo il sentiero e vi si aprirà il paradiso davanti a voi!!! Proseguiamo e raggiungiamo il villaggio di Tirta Ganga, che sorge in cima a delle colline circondate da risaie. L’antico palazzo sull’acqua con le sue piscine e laghetti ornamentali rappresentano una sosta rilassante. Proseguiamo e raggiungiamo Amed, la punta orientale di Bali che offre un paesaggio più arido rispetto a tutto il resto dell’isola, ma a giudicare dalla presenza di molti sub, credo che sia uno dei migliori punti per fare immersione.
Giorno 12 Prepariamo gli zaini e prendiamo un taxi per Kuta, gli ultimi due giorni li trascorreremo in completo relax dedicandoci a shopping e passeggiate sulla spiaggia osservando surfisti aspettare le onde da cavalcare. Il nostro viaggio termina qui, è stato un viaggio semplice e sicuro che è adatto anche a turisti con poca esperienza o che desiderano visitare per la prima volta il continente asiatico, in grado di soddisfare ogni tipo di viaggiatore, da quello avventuroso (durante la stagione secca, si possono fare ascese ai numerosi vulcani dell’isola), sia agli amanti del relax, o della cultura.