Bali 4

Eccomi di nuovo qui a raccontare il mio ennesimo viaggio!! Ma non mi annoio anzi… come sempre è stata un’esperienza fantastica, ricca di nuove culture, popolazioni e naturalmente fotografie. BALI Iniziamo con un po’ d’informazioni utili: Bali è un'isola dell'Indonesia, con una superficie di 5.561 km² e una popolazione di 3.151.000...
Scritto da: Sele7
bali 4
Partenza il: 16/10/2007
Ritorno il: 30/10/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Eccomi di nuovo qui a raccontare il mio ennesimo viaggio!! Ma non mi annoio anzi… come sempre è stata un’esperienza fantastica, ricca di nuove culture, popolazioni e naturalmente fotografie.

BALI Iniziamo con un po’ d’informazioni utili: Bali è un’isola dell’Indonesia, con una superficie di 5.561 km² e una popolazione di 3.151.000 abitanti (2005).

Fa parte dell’arcipelago delle Isole della Sonda minori ed è separata dall’isola di Java dallo stretto di Bali.

È una provincia dell’Indonesia, con capoluogo Denpasar, ed è l’unica a maggioranza induista.

Purtroppo il 12 ottobre 2002, un attacco terroristico compiuto con un’auto bomba in un locale di Kuta ha ucciso 202 persone, prevalentemente turisti stranieri. Anche il 1 ottobre 2005 Bali è stata colpita da un secondo doppio attacco terroristico contro turisti avvenuto sia nei pressi della Baia di Jimbaran che nel centro di Kuta ha causato decine di vittime. I balinesi sostengono che questi due attentati sono successi perché lo stato di Java è geloso del fatto che Bali é la più importante meta turistica indonesiana, quindi attribuiscono a loro la colpa degli attentati.

Si sostiene che l’isola sia stata fatta dagli dei che hanno creato una natura degna di loro. Infatti è un vero e proprio giardino galleggiante, con splendidi paesaggi, vegetazione lussureggiante, spiagge bianche orlate di palme. Le spiagge più famose e principali centri turistici sono a sud. La spiaggia di Kuta è la più amata ed è indicata per chi cerca divertimento. Si affaccia su un mare aperto ricco di onde, ideale per il surf. La spiaggia di Sanur, protetta dalla barriera corallina, offre invece un mare calmo dov’è possibile praticare lo snorkeling. Il villaggio di Sanur è più tranquillo ed ideale per una vacanza relax. Nusa Dua è un’area prettamente turistica, lussuosa, con giardini curatissimi, ottimi alberghi, negozi e un campo da golf. La spiaggia, lunga e sabbiosa, è sorvegliata ed esclusiva.

Il giorno della partenza non mi sembrava nemmeno vero, che era arrivato perché era da tantissimo tempo che aspettavo questo giorno, ero proprio stanca sia fisicamente, sia mentalmente ed avevo proprio bisogno di questo viaggio.

Non so se ve l’ho già detto, ma io non riesco a stare senza il mare almeno una volta l’anno, sono un po’ come quegli esseri marini (tipo i granchi) che non stanno sempre nell’acqua, ma ogni tanto arrivano a riva e stanno un po’ fuori dall’acqua ma poi hanno bisogno di avere il contatto con questa immensa distesa salata. Io sono come loro, una volta l’anno ho bisogno di immergere il mio corpo con l’acqua salata del mare, altrimenti non so cosa mi succede.

È per questo che almeno una volta l’anno il mare non me lo toglie nessuno.

Il viaggio è stato lungo perché da Zurigo a Singapore ci vogliono circa 12h30min. Poi dopo un breve scalo a Singapore (circa 1 oretta). Singapore ha un aeroporto immenso pieno di duty free di tutti i tipi e di tutte le marche, ristorante con qualsiasi specialità, pensate che ci sono anche dei giardini con naturalmente delle fantastiche orchidee, un cinema, un centro massaggi ed estetico, e tanto altro ancora. Per informazioni visitate: http://www.Changiairport.Com/.

Abbiamo viaggiato con Singapore Airlines, che propone un programma di intrattenimento che davvero non ti fa pensare al tempo che manca per l’arrivo alle tue vacanze. Inoltre le hostess non sono vestite con i soliti tailleur ma con i tipici vestiti coloratissimi indonesiani. Il mangiare sull’aereo non è dei migliori, ma magari siamo noi che siamo complicati, perché tutti gli altri mangiavano di gusto. Ma vi dico sono questo chi riesce a mangiare noodles with chicken di mattina come colazione?! Da Singapore a Denpasar capitale e aeroporto di Bali, circa 4h. Quando sono atterrata ormai erano le 12.00 ora locale e c’era un caldo assurdo. Eh si perché in questo periodo a Bali c’è un’umidità pazzesca ed è anche per questo motivo che non è alta stagione. Per arrivare al ritiro bagagli si passa attraverso un tempio balinese decorato con acqua e fontane che è stato inglobato nella costruzione del terminal.

All’uscita dell’aeroporto trovo Bonny che ci aspetta per portarci in albergo. Durante il tragitto notiamo le insegne di Mc Donald’s, Planet Hollywood e altre grandi catene occidentali che ormai da tempo vi si trovano qui, questo perché ormai il turismo c’è da tantissimo tempo, è un po’ brutto vedere questi grandi ristoranti che naturalmente non propongono cucina locale, ma d’altronde non ci si può fare nulla.

Nonostante il lunghissimo dominio olandese rispetto a quello inglese, qui si guida sul lato sinistro della strada, sorpassando a destra (anche se non c’è una vera regola, infatti durante il nostro breve viaggio notiamo che dove non ci sono macchine si può sorpassare, sia a destra che a sinistra). Questo inizialmente mette un po’ di confusione, visto anche il traffico intensissimo e soprattutto la quantità davvero incredibile di motorini, scooter e vespe con a bordo ragazzi, uomini, donne con la gonna sistemate come amazzoni, coppie ed intere famiglie di tre o addirittura quattro membri, tutti con uno scintillante casco in testa ad esclusione dei neonati, che talvolta sono addirittura allattati durante il trasporto (!).

Si arriva poi alla porta d’ingresso di Nusa Dua, il Main Gate. Questa parte della penisola è riservata esclusivamente ai turisti, infatti, nessun balinese può entrarci, se non lavori in una di queste oasi di lusso.

All’interno ci sono campi da golf, fontane, statue sacre a decorare giardini di gusto occidentale irrigati automaticamente e senza sosta, e file di alberghi a cinque stelle parzialmente occultati dalla vegetazione come sempre rigogliosa.. Gli alberghi imitano l’architettura tradizionale del luogo. Da qualche tempo a Bali è vietato costruire palazzi più alti di una palma da cocco, e così anche gli alberghi sono ben nascosti nel verde. All’ingresso due guardie controllano ingressi ed uscite, sorridendo istantaneamente ai bianchi e bloccando in maniera decisa gli altri. Ogni auto o pullman viene ispezionata (interno, bagagliaio e controllo del fondo tramite un apposito specchio) prima che le venga sollevata la sbarra per accedere all’hotel.

Durante il tragitto Bonny ci racconta un po’ di curiosità sul popolo balinese, sulla loro cultura e sulle loro tradizioni, lui è un balinese ma cattolico, come ci spiega immediatamente saliti sul pulmino che ci porta in albergo. Ci propone la sua disponibilità per portarci in giro a visitare l’isola, noi gli diciamo che ci vogliamo pensare visto che siamo ancora un po’ scombussolati per il fuso orario e per il viaggio.

Arrivati in hotel, ci rendiamo conto della reale immensità dello stesso, perché leggendo il catalogo avevamo subito capito che non era un hotel con poche stanze anzi… Ci portano in stanza, la 2146 e la prima cosa che faccio è disfare le valigie e mettermi il costume direzione MARE.

Purtroppo il mare è stato un po’ una delusione, infatti, dopo lo Tsunami anche se non ha colpito direttamente la costa di Bali, la barriera corallina che teneva pulita la riva non è più così compatta come una volta. Adesso a riva ci sono tantissime alghe, pensate che ogni albergo ha una paio di persone che ogni tanto vanno con il rastrello a riva a togliere tutte quelle alghe altrimenti sarebbe impossibile entrarci perché oltre le alghe il fondo è anche pieno di ricci di mare, che se ne calpesti uno sono dolori… Faccio la conoscenza con un’allegra famiglia di scoiattoli, che abita le enormi palme e frangipane presenti nei giardini dell’albergo, che si fanno coccolare dai moltisimi turisti con qualsiasi tipo di cibo (io non sapevo che mangiassero pure le patatine fritte, un giorno me ne hanno scippate un paio dalle mani).

Sparsi e qua e là ci sono dei laghetti pieni zeppi di pesci rossi dalle grandezze fuori dal normale, ci sono inoltre diversi ristoranti, tra cui uno italiano, e uno giapponese (dove ogni volta che andavo, visto che a me non piace il sushi mi sono mangiata un chicken curry davvero incredibile).

Dopo 1 giorno e mezzo di mare e sole, abbiamo deciso di chiamare Bonny e darci la tua effettiva disponibilità per un breve tour dell’isola, visto che il tuor operator con cui siamo andati proponeva dei tour a prezzi esorbitanti e in lingua francese.

Venerdì 19.10.2007 Bonny ci ha subito dato la sua disponibilità per il giorno successivo, così alle 9 ci troviamo in reception per il nostro primo giorno di tour.

Dopo essere usciti dalla zona turistica ci dirigiamo a verso Ubud (“capitale” dell’arte e dell’artigianato di tutta l’isola) qui, infatti, si possono trovare tutte quello che è caratteristico di Bali qui non ci fermiamo perché ci ripromettiamo che saremmo venuti noi da soli senza guida con un taxi (cosa che poi non abbiamo fatto), durante il tragitto Bonny ha avuto modo di raccontarci un po’ la cultura balinese spiegandoci le varie caste, che però vengono usate solo nei villaggi tradizionali.

L’istruzione qui è a carico delle famiglie, ma recentemente il nuovo governo sta aiutando le famiglie a mantenere i figli agli studi attraverso un aumento del prezzo della benzina – che in ogni modo costa all’incirca 20 centesimi al litro – sta cercando contribuire almeno in parte alle spese dei primi anni di scuola. Qui la scuola è così composta: sei anni di scuola elementare, tre anni di scuola secondaria inferiore ed altri tre di scuola secondaria superiore dopodiché si può accedere all’università. Non tutti i bambini vanno all’università anche perché come dappertutto è molto costosa anche se sull’isola sono presenti quasi tutte le facoltà di università.

Una cosa interessante è il calendario balinese. Infatti, i balinesi, oltre al calendario occidentale seguono due altri calendari: il calendario Wuku ed il calendario Saka.

Il primo è usato per stabilire le festività. È formato da 10 tipi di “settimana” di lunghezza che varia da uno a 10 giorni e che scorrono simultaneamente. Gli incroci tra queste settimane determinano i giorni propizi. La festa più importante è quella del Galungan, 10 giorni nei quali gli dei scendono sulla terra per i festeggiamenti che terminano con il Kukingan, quando i balinesi ringraziano e salutano le divinità. Il secondo calendario, è invece basato sulle fasi lunari, e la sua lunghezza è circa uguale con quella dell’anno occidentale. Alcuni templi importanti basano le loro feste religiose su questo calendario, è per questo è difficile stabilire le corrispondenze del nostro calendario. La festa più importante di questo anno è Nyepi, il giorno del silenzio. Si celebra in genere tra marzo e aprile, alla fine della stagione delle piogge, e separa l’anno vecchio da quello nuovo. Al termine dei preparativi, che durano diverse settimane, nel giorno di Nyepi ogni attività umana si arresta: l’assoluta inattività serve affinché gli spiriti maligni discesi sulla terra credano che Bali sia disabitata e lascino quindi l’isola in pace per un altro anno.

Ogni villaggio ha la sua tradizione per quanto riguarda l’artigianato, infatti, durante il tragitto si può vedere il villaggio dove viene intagliato il legno, il villaggio della pittura con infinite distese di quadri raffiguranti ogni genere di cosa, il villaggio dell’oro e dell’argento e naturalmente il villaggio della pietra. Sulla strada non mancano le fantastiche risaie fatte a balcone, caratteristiche del luogo. Il loro colore verde è veramente una cosa impressionante.

Ci fermiamo a vedere un tempio: il Genung Kawi, per visitarlo oltre a pagare 6000.– Rp. A testa bisogna indossare un sarong (un pareo maschile) e una sorta di laccio messo come cintura che bloccherebbe gli spiriti impuri situati nella parte bassa del corpo umano. Il tempio è uno dei monumenti più antichi e imponenti di Bali. Il Pura Gunung Kawi (Pura=tempio) é formato da 10 canali monumenti commemorativi scolpiti nella roccia in modo da sembrare vere e proprie statue. Qui narra la leggenda che le acque che vi scorrono sono considerate sacre oltre a ospitare degli insaziabili pesci rossi, se le donne che non riescono a rimanere incinte devono quest’acqua riusciranno ad avere figli. Ci vuole un bel coraggio a bere… La nostra gita continua nelle prossimità di Penelokan (=luogo per guardare) qui, infatti, si gode di una vista incredibile sul vulcano Batur e sul suo cratere. Il vulcano Batur (e monte omonimo) è il più attivo dei tre vulcani dell’isola. Una parte del cratere ora è diventato un lago e tutt’intorno sorgono ancora diversi villaggi anche se negli ultimi 200 anni abbia avuto circa 20 eruzioni (alcune delle quali disastrose con oltre 1000 morti). Il vulcano è alto circa 2800m.

Dopo ci fermiamo in una sorta di giardino turistico, dove si possono vedere diverse tipologie di piante da frutto e da fiore, qui ci fanno assaggiare del the (gelsomino, limone e cardamomo), della fantastica cioccolata e del caffè aromatizzato. Dopo questo breve assaggio, ci dirigiamo verso il negozietto dove si trovano ogni tipo di spezie, caffè e the. Qui mi fermo e compro un po’ di spezie d’ogni genere, nonché zafferano e curry. Ho comprato anche un sacchetto di cioccolato in polvere, così potrò sbizzarrirmi a fare il tiramisù.

Ci fermiano nel tempo di Goa Gajah (Rp. 6000.– + sarong, il tempio è anche conosciuto come Bedulu). Qui si trova la famosa grotta dell’elefante scavata in una parete di roccia e si entra attraverso la grande bocca di un demone.

Si possono vedere frammenti del lingam il simbolo fallico del dio hindu Shiva, e la yoni, il corrispondente femminile, e una statua del figlio di Shiva: Il dio Ganesha, dalla testa d’elefante. Nel cortile di fronte alla grotta, ci sono due piscine quadrate che ricevono l’acqua da vasi sorretti da sei statue femminili. Qui si trovano dei reperti che degli studenti universitari stanno cercando di catalogare.

Ci fermiamo poi in un giardino di orchidee, dove si può vedere come loro fanno crescere le orchidee, praticamente non li mettono nei vasi, ma bensì li legano con dei cordoncini attorno ad un qualsiasi albero (palma, fragipane o altro). Ecco perché allora le orchidee che vendono da noi, dopo un po’ i fiori non crescono più.

La nostra giornata finisce con la visita del tempio Ulu Watu (Rp. 3000.– + sarong), questo tempio è uno dei numerosi edifici sacri fatti costruire in onore degli spiriti del mare lungo la costa meridionale di Bali. Sorge a picco sulla punta sud-occidentale della penisola, dove le ripide scogliere precipitano nelle onde che si infrangono sulle rocce. La principale attrattiva del Pura Luhur Ulu Watu é costituita dalla sua posizione: per ammirare i migliori panorami, specialmente al tramonto. Qui bisogno fare molta attenzione perché vive una grandissima comunità di scimmie, che ti rubano qualsiasi cosa tu hai indosso (specialmente gli occhiali).

Dopo questa giornata intensa ricca d’esperienza e di varie cose viste, ci vogliono due giorni di assoluto riposo, perché oltre al viaggio lungo quel giorno penso sia stato il più caldo, afoso e umido di tutte e due le settimane.

Sabato sera (20.10.2007) prendiamo un taxi che ci porta nella vicina città di Kuta, conosciuta da noi come la Rimini di Bali, in effetti è piena di negozi, ristoranti, hotel, discoteche e bar.

Purtroppo non sapendo che i negozi chiudono alle 22 questa serata, l’abbiamo dedicata più che altro alla perlustrazione della zona così che la prossima volta sappiamo dove andare. Ci sono una miriade di negozi delle più svariate marche di surf, in effetti, ci buttiamo a capofitto in alcuni di questi negozi perché sia a me che al mio ragazzo piacciono molto i vestiti.

Poi quando ormai ci volevano sbattere fuori per chiudere, ci siamo diretti in un bar davvero carino e abbiamo ordinato due cocktails e mangiato qualcosa, abbiamo fatto una sorta di aperitivo dopo cena però.

Il prossimo giorno di tour lo prenotiamo per lunedì 22.10.2007.

Sempre di mattina presto decidiamo di incontrarci con la nostra fedele guida Bonny. Oggi ci dirigeremo più verso a Nord dell’isola.

Durante il tragitto abbiamo potuto ammirare tantissimi balconi di risaie, verdeggianti e gigantesche. Abbiamo comprato delle fantastiche banane, che poi ci sono durate anche per tutta la settimana successiva.

Ci dirigiamo verso un tempio (non mi ricordo proprio più il nome), dove non è possibile entrarci perché è chiuso ai turisti, qui prima di entrare invece di metterci il sarong ci benedicono con una sorta d’acqua santa. In questa foresta vivono alcune scimmie e come national geographic abbiamo potuto assistere all’accoppiamento di due scimmiette, che noncuranti del fatto che le stavamo guardando hanno fatto quello che dovevano fare.

Abbiamo potuto vedere delle donne, vestite con i loro vestiti migliori e coloratissime con in testa un enorme cesto pieno di doni (frutta e fiori) da portare al tempio del villaggio per ricevere la protezione degli dei.

Poi ci siamo fermati a Lovina, qui la spiaggia a differenza del sud dell’isola, è d’origine vulcanica. Qui i turisti si trovano all’alba per uscire con le barche e vedere i delfini che accorrono numerosissimi. Affermano che qui ci sono così tanti delfini perché al largo il mare è ricco d’ogni specie di pesce.

Sulla strada mettono un telo nero con sopra tantissimi chiodi di garofano a far essiccare, che buon odore si sentiva durante il tragitto. Inoltre vicino a Lovina si possono vedere tantissimi vigneti.

Ci siamo poi fermati a vedere i cosiddetti laghi gemelli (Lake Tamblingan e Buyan), si tratta, infatti, di due laghi molto simili che si trovano ad un’altezza di 1341m, io un po’ di freschino lo sentivo anche perché la giornata era nuvolosa e in quella zona molto ventilata.

Il tempio Pura Ulu Danau (Rp. 10.000.–) é situato in posizione spettacolare su piccole isole ed è completamente circondato dal lago e da coloratissimi giardini pieni di fiori e alberi.

Quando siamo andati noi il lago, era particolarmente basso, quindi si poteva raggiungere il tempio senza problemi altrimenti di solito non si può, ma questo durante il periodo delle piogge. Qui, infatti, si svolgono i pellegrinaggi e le cerimonie per assicurare abbondante acqua ad i contadini di tutta Bali.

Caratteristici e molto famosi sono i suoi classici meru, in altre parole i santuari a più tetti di paglia hindu, che si riflettono sulle acque del lago e contrastano con le montagne circostanti ed il cielo nuvoloso. Assistiamo poi ad una coloratissima processione che sfila risalendo la collina. Una lunga fila di donne vestite con abiti tradizionali dai colori molto sgargianti che portava offerte di cibo, frutta e fiori! In effetti, la parte centrale del tempio era chiusa al pubblico perché ci si stava preparando ad una cerimonia con varie decorazioni.

Durante il tragitto verso il tempio Tanah Lot abbiamo qualche problema con l’auto é saltata l’aria condizionata, dopo di che nei pressi del parcheggio del tempio, la macchina non parte più.

Così la nostra giuda ci lascia fare una visita tranquilla da soli al tempio mentre lui cerca di risolvere il problema all’auto.

Il tempio di Tanah Lot è il tempio più famoso e più fotografato di Bali. Con la bassa marea si può raggiungere il tempio a piedi, altrimenti si può ammirarlo dall’alto delle scogliere vicine. Anche questo tempio come quello di Ulu Watu fa parte dei tempi marini: ciascuno di essi è stato costruito in modo da essere visibile dal tempio marino successivo, formando così una catena nell’isola che va da sud verso nord ovest. Noi ci siamo stati al tramonto ed è una cosa spettacolare anche se ci sono tanti turisti ne vale veramente la pena.

Sarei voluta andare più vicino al tempio, ma purtroppo durante la discesa mi sono accorta che poco più in là stavano facendo delle foto con un boa incredibilmente lungo e schifoso almeno per me, quindi ho detto al mio ragazzo, è meglio che facciamo le foto dall’alto perché vengono meglio, ah ah ah!!! Siamo rimasti al tempio, fin che tutti i turisti non se ne sono andati ad aspettare la nostra guida che tornava dopo il problema con l’auto che ha avuto. Quando ormai pensavamo che ci avesse abbandonato ecco arrivarci un SMS con scritto che stava arrivando con il fratello a prenderci per riportarci in albergo.

I giorni seguenti ci siamo dedicati al relax totale. Giovedì sera che c’era uno spettacolo di teatro (Ramayana Ballet) nel teatro dell’albergo, dove si è potuto anche mangiare tipico indonesiano ed ho mangiato veramente tanto e di tutto, tra cui dei dolci stranissimi, con dei colori altrettanto strani.

Lo spettacolo narra la storia del principe Rama, incarnazione di Vishnu, che sconfigge le forze del male rappresentate dal re dei demoni Ravana. Rama, con sua moglie Sita ed il fratello Lakhsmana, vengono esiliati per 14 anni nella foresta. Sono sul punto di far ritorno alla loro città Ayodhia, quando il re dei demoni Ravana, signore della città di Lanka, invaghitosi di Sita, la rapisce. Rama, aiutato da Laksmana e dall’armata delle scimmie comandata da Hanuman, la scimmia bianca, assedia Lanka sconfiggendo ed uccidendo Ravana e ritrovando sua moglie Sita. Questa, in estrema sintesi la trama. Ma, di là dalla storia, che sembra descriva, nelle modalità narrative proprie dell’epica, una effettiva guerra avvenuta tra gli arii provenienti dal nord e le tribù autoctone del sud dell’India, il poema è pieno di episodi che rafforzano valori e codici di comportamento sociale, morale e religioso della cultura indù.

Un’altra sera siamo stati a Kuta, ancora in giro per negozi, abbiamo scovato una via piena zeppa di ogni tipo di negozio, dalla bancarella ai negozi di marca, così abbiamo passato la serata lì. Ma prima da bravi turisti ci siamo mangiati un hamburger al Planet Hollywood, ormai…!!! Poi abbiamo trovato un negozio che vendeva qualsiasi tipo di souvenir e anche qui ci abbiamo passato un po’ di tempo per prendere i vari regalini!!! Il resto della vacanza l’abbiamo passato nel completo relax, tra bagni nel mare, foto con la bassa marea, davvero bassa da poter arrivare fino alla barriera corallina a piedi e vedere tantissimi tipi di stelle marine e altri esseri che vivono sul fondo, e bagni in piscina!!! Finché non è arrivato l’ultimo giorno e di conseguenza il ritorno a casa, ma con un bagaglio non sono pieno di vestiti (da lavare!!), regali ma anche ricordi ed emozioni vissuti in quest’isola che come dicevo all’inizio è proprio l’isola degli dei, dei giardini e della tradizione.



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