Baleari e costa mediterranea tra tramonti, paella e corrida
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27/07/2011
Partiamo da Napoli con volo diretto Easyjet per Ibiza, con a bordo esclusivamente giovani! Arriviamo alle 20.30 e ci dirigiamo al meeting point del parcheggio dell’aeroporto per aspettare lo shuttle bus che ci porterà all’ufficio della Goldcar presso cui avevamo prenotato l’auto. Qui però scopriamo che, in questo periodo, è obbligatoria l’assicurazione al veicolo perché l’isola è troppo affollata, dunque il rischio alto: l’affitto dell’auto ci era già costato 145€ (per 3 giorni), ora si aggiungono 34€ per l’assicurazione e 66€ per il carburante (in Spagna il veicolo si deve riconsegnare senza pieno, quindi conviene consumare quanta più benzina possibile!). Un suggerimento: non prenotate la macchina con carte pre-pagate o postepay, perché fanno storie, conviene sempre la carta di credito. Ritirato il veicolo alle 22.30, ci spostiamo a Sant Antoni direzione Hotel Marfil, centralissimo e comodissimo hotel con personale davvero affabile e gentile: per tre notti con colazione e internet abbiamo pagato 285€ (www.laterooms.com). Dopo una doccia veloce, usciamo alla scoperta di Sant Antoni: innanzitutto chiediamo consiglio per mangiare qualcosa e ci viene indicato un tapas bar che sarà il nostro punto di riferimento per cenare per i prossimi 2 giorni, Meson es Verro in C/ Ample 21, consigliatissimo per la location e per l’ottimo rapporto qualità/prezzo. Noi ogni sera abbiamo cenato con 4 tapas diverse e 2 cañas (la loro birra, leggera e rinfrescante, oltre che economica!) per max 24€. Dopo cena, scopriamo che Sant Antoni è meta di turisti prevalentemente inglesi e tedeschi che affollano le stradine del centro brulicanti di locali molto poco spagnoli, con musica assordante e da un tasso alcolico elevato. Allontanandosi dal centro e dirigendosi però verso il lungomare, già l’atmosfera cambia: ambienti più chill-out, locali con divani bianchi e gente in camicia che sorseggia il proprio cocktail. Percorriamo il lungomare fino al famoso Cafè del Mar che però è d’obbligo vedere al tramonto: decidiamo di tornare in albergo (sono ormai le 3.00), domani ci aspetta il primo tour dell’isola.
28/07/2011
La mattina inizia all’insegna del bel tempo, anche se ventilato; decidiamo di girare l’isola in senso orario, da Sant Antoni a Ibiza: la prima spiaggia è quella di Portnatx, sabbia bianca, pochi ombrelloni, ma palme che garantiscono ombra naturale, mare cristallino. Ci fermiamo un paio di ore, poi continuiamo ma ci rendiamo conto che la costa est dell’isola ha spiagge piccole essendo più esposta ai venti, per cui il mare è mosso, inoltre essendoci alcuni nudisti decidiamo di puntare direttamente a Playa d’en Bossa per immergerci nella movida. Il Bora Bora è un locale direttamente sulla spiaggia dove si balla dalla mattina alla sera, ci aspettavamo una musica tipo Claudio Coccoluto e i suoi Ibiza time, ma abbiamo trovato una commerciale scadente (del tipo “A far l’amore comincia tu” della Carrà!): la lasciamo volentieri ai ragazzini che la affollano con bevande di tutti i tipi. Sono le 19.00, decidiamo di andare a vedere il tramonto a Cala d’Hort, saliamo su di un promontorio con una stupenda veduta dell’isolotto es Vedrà, luogo mistico e magico per gli abitanti dell’isola. Il promontorio si riempie e si aspetta con strano silenzio al calare del sole nelle calme acque del mediterraneo: lo spettacolo si conclude con un applauso come a seguito di una bella performance artistica. Sono le 21.30 e tra il rientro in albergo e il prepararsi per la sera si fanno le 23.00, ceniamo al solito localino e stavolta puntiamo verso la movida notturna di Eivissa: qui troviamo non solo famiglie con bambini che passeggiano nel centro storico o sul lungomare, ma anche gruppi di giovani in fila per entrare in qualche club esclusivo, così come in fila per attendere i bus che li porteranno nelle famosissime (e costosissime) discoteche dell’isola. Confermiamo dunque ciò che avevamo letto in altri diari di viaggio: Ibiza non è solo l’isola delle disco e della trasgressiva vita notturna, ma si può tranquillamente scegliere di trascorrere la serata (e la nottata) in un locale con musica “ambient” in riva al mare o all’interno delle mura della città vecchia. Insomma, ci piace! Anche stanotte rientriamo verso le 3.30.
29/07/2011
Il secondo giorno prevede la visita alle spiagge intorno Sant Antoni perché esposte ad ovest e quindi con mare più calmo: cala Graciò e cala Gracioneta sono due insenature bellissime, ma purtroppo molto piccole, quindi si riempiono subito soprattutto di famiglie con bambini grazie alla facilità di accesso e al mare sabbioso. Decidiamo di andare avanti e arriviamo a Cala Salada: un lembo di sabbia raggiungibile dopo un breve percorso tra gli scogli ma di una bellezza incantevole: fine sabbia bianca e un mare dal colore azzurro/verde. Anche questa spiaggia (forse la più bella di tutta l’isola) si riempie subito, per cui verso le 14 decidiamo di spostarci: cala Bassa, Platger de Compte e cala Vadella sono un susseguirsi di spiagge che non hanno proprio nulla da invidiare alle costosissime e inaccessibili spiagge della nostra Sardegna. Dopo aver visitato anche la famosa spiaggia di Ses Salines, un po’ troppo affollata e ventilata per i nostri gusti, dedichiamo il tardo pomeriggio alla visita di Eivissa città, saliamo alla città vecchia, giriamo tra le mura, da cui si gode un bellissimo panorama sul porto e sulla città. Essendo l’ultima sera, il tramonto è da vedere a Sant Antoni, ci dirigiamo direttamente al Café del Mar, e restiamo senza parole alla vista di quante persone sono presenti lungo tutto il passeggio. Prendere qualcosa al Café del Mar è missione impossibile, la gran parte dei presenti infatti ha con sé drink e snack e li consuma sulle rocce che costituiscono l’unico accesso al mare. L’atmosfera è unica: dai locali si sente solo musica chill-out, la gente è tantissima, tutti puntano al sole e stasera questa stella ci ha dato davvero uno spettacolo mozzafiato: una palla di fuoco rossa e gialla lentamente cade nel mare blu, riempiendo tutto il cielo di colori vari dall’azzurro al rosa. L’applauso è meritatissimo. Grazie Ibiza!
30/07/2011
Riconsegniamo la macchina all’ufficio in aeroporto e prendiamo il bus per il porto di Ibiza da dove un aliscafo ci porta a Formentera in meno di 30 minuti: partono diverse corse con durate e mezzi diversi, per cui non è necessario prenotare in anticipo, meglio fare A/R con la stessa compagnia, si risparmia un po’ ma la tratta resta comunque cara: dai 35 ai 50€ A/R. A Formentera ci aspetta uno scooter da 125cc, presso l’agenzia Cooltra al porto: 3 giorni con casco extra 80€. Alloggiamo presso l’Hostal Ca Marì, simpatico residence senza troppe pretese a ridosso della Platja de Migjorn: a noi è toccato un piccolo monolocale con terrazzino ricoperto di bouganville di un viola accecante. Per 3 notti in Bed & Breakfast abbiamo pagato 341€ (prenotazione diretta con l’albergo). Come per Ibiza, anche per Formentera, secondo noi, le spiagge migliori sono quelle a nord e ad ovest dell’isola: ci dirigiamo subito a Calò de Sant Agustì: mare da sogno, spiaggia libera senza folla. Dopo un paio di ore, decidiamo di puntare alla spiaggia più inn dell’isola, Platja des Pujolos: anche qui troviamo un mare stupendo, caraibico con sabbia fine e bianca. Restiamo in spiaggia fino all’ora del tramonto che invece andiamo a vedere a Cala Saona, sulla costa ovest (l’isola è piccola quindi le distanze si coprono con tragitti molto brevi): grande spiaggia dominata da un imponente complesso alberghiero alle spalle. Qui al tramonto le rocce assumono varie sfumature di rosso e le barche al largo sembrano quasi prendere fuoco tanto forte è il colore che il sole assume calando nel mare. Alle 23.00 siamo pronti per andare a cena, e proviamo il famoso locale “Fonda Pepe” a Sant Ferran de ses Roques: frequentatissimo, con un buon rapporto qualità/prezzo considerata la location. Mangiamo un antipasto di mare e una paella per due con sangria, acqua e dolce a meno di 50€: non male dato che siamo a Formentera! Per il dopo-cena, Formentera si sposta a Es Pujolos, qui si svolge la movida notturna dell’isola.
31/07/2011
Il secondo giorno a Formentera è interamente dedicato alla più bella spiaggia delle Baleari: la Platja de ses Illetes. Essendo zona protetta, si paga (una cifra davvero irrisoria vista la bellezza della zona) 2 euro a scooter e 4 euro a macchina e il ticket è valido tutto il giorno. Questa lingua di terra è l’estremità nord dell’isola che si protrae verso Ibiza: ha spiagge sia a destra (più ventilate e quindi con un mare più mosso, e frequentate da nudisti) sia a sinistra, dove il mare è invece uno spettacolo della natura: sembra una piscina tanto chiara è l’acqua, i pesci arrivano fino la riva e la spiaggia – essendo molto lunga – non è molto affollata, anzi sembra ben distribuita. Arriviamo con lo scooter alla fine della strada, dove sorge il ristorante Es Ministre e da lì scendiamo in spiaggia. Non avendo però l’ombrellone ed essendo terminati quelli a noleggio, verso le 14.30 decidiamo di andare a mangiare al ristorante con una veduta unica sul mare: una paella di marisco per 2, una grigliata mista e acqua 80€, ma non li abbiamo affatto rimpianti! Il pomeriggio relax in acque caraibiche. Stasera niente tramonto, anche perchè il cielo è nuvoloso, per cui andiamo a vedere il Far de la Mola, estremità est dell’isola ed essendo domenica ci fermiamo al Mercatino Hippy di El Pilar de la Mola, dove trascorriamo la serata.
01/08/2011
L’ultimo giorno a Formentera è dedicato nuovamente alla Platja de ses Illetes: stavolta però decidiamo di allontanarci per pranzo – evitando così anche le ore più calde – e troviamo qualcosa da mangiare a Es Pujols. Approfittiamo e andiamo anche a Sant Francesc Xavier, il centro più grande dell’isola. Ritorniamo in spiaggia e stasera il tramonto lo vogliamo vedere a El Tiburon, il locale più chic e VIP, tanto è che l’accesso viene negato perchè è già tutto Sold out. Ci accontentiamo di scendere in spiaggia e l’effetto di noi poveri mortali giù e “loro” a bere drink tutti tirati lì sù non è tanto gradevole.
02/08/2011
Oggi lasciamo Formentera, riconsegniamo lo scooter al porto e da qui l’aliscafo ci riporta a Ibiza: dal porto, in autobus andiamo all’aeroporto e un volo Ryanair ci porta a Valencia in meno di 40 minuti. Presso la solita agenzia spagnola Goldcar ritiriamo il veicolo (costato 120€ per 4 giorni) ma ci impone il pagamento obbligatorio di altri 115€ tra assicurazione, carburante e supplemento per macchina a diesel (tra l’altro da noi non richiesta). A Valencia alloggiamo presso l’Hotel Turia, un vecchio 4 stelle da noi scelto esclusivamente per la tariffa proposta, 48€, sebbene ubicato appena fuori il circuito della città vecchia. In macchina ci dirigiamo alla Ciutat de les Arts i de les ciències, all’Oceanografic, all’Hemisfèric e al Palau de les Arts, una stupenda passeggiata tra architetture futuristiche e giochi di acqua. Il pomeriggio ci spostiamo sul lungomare, molto bello, grande e nuovo (unica nota negativa della città – oltre al caldo afoso che sfiorava i 40°C – è la presenza di un numero massiccio di extra comunitari che vogliono venderti di tutto e chiedono soldi anche il parcheggio che è già a pagamento!) La sera giriamo per la Ciutat Vella e segnaliamo la Taberna de la Reina in Plaza de la Reina 1, bel localino con ottime tapas e birra in una perfetta location.
03/08/2011
Da Valencia in auto scendiamo la costa fino a Benidorm dove soggiorniamo due notti in due alberghi diversi: a causa del fully-booked non abbiamo trovato nulla per due notti consecutive, la città si dimostrerà infatti colma di turisti e villeggianti. Oggi siamo a Les Dunes Suites, appartamenti turistici in un palazzone di 22 piani direttamente sul mare e la strada del passeggio principale. Costo: 111€ + 3€ per il parcheggio senza colazione, ma ne valevano tutti data la veduta che avevamo dal 21° piano: spettacolare! Benidorm è una città balneare che d’estate sfiora le 300.000 presenze, una città che ha cambiato il proprio volto (non so se in meglio o in peggio) costruendo grattacieli su grattacieli, cemento su cemento non solo lungo la costa ma anche verso l’interno. Dall’alto, la città emana un certo fascino, lo skyline è simile a quello di una grande metropoli americana sul mare, le strade sono brulicanti di persone, la spiaggia sia di levante che di ponente è affollatissima già dalle prime ore del mattino e di locali se ne trovano a migliaia con una grande offerta culinaria. Il mare tutto sommato non è male, non è il mare delle isole, ma è pulito, la spiaggia è ben tenuta, polizia e sicurezza passano sul lungomare ogni 10 minuti per assicurarsi che sia tutto in regola (non si può bere ad esempio alcolici in spiaggia!). Il giorno lo trascorriamo sulla spiaggia di levante, la sera ci spostiamo a quella di ponente: qui troviamo un tapas bar davvero eccellente a Calle Alcalde Don José Such Ortega, 3 tapas e 2 birre 13€ (per noi si sarà sbagliato!).
04/08/2011
Il secondo giorno a Benidorm alloggiamo presso l’Hotel Canfali, un grazioso 2 stelle anch’esso direttamente sul mare, più precisamente sul promontorio che separa la Playa de Levante da quella de Poniente con accesso diretto alla caratteristica Plaza de Castell, piazzetta bianca e blu, dietro la quale sopravvive il vecchio borgo marinaro. Una notte in pensione completa ci costa 126€.
05/08/2011
Da Benidorm ci spostiamo ad Alicante: qui alloggiamo nell’unico grattacielo del lungomare, Tryp Gran Sol, dal quale godiamo di una spettacolare veduta sull’intera costa alicantina a 72€ + 8€ per il parcheggio. Abbiamo letto e sentito parlare molto bene della paella nella versione di Alicante, quindi per pranzo ci addentriamo nel centro della città alla ricerca di un bel localino: la scelta non è difficile, di ristoranti ce ne sono tanti, e noi scegliamo “El buen comer” in Calle Mayor 8. Scelta perfetta: un’ottima paella alicantina per due e 2 belle birre a meno di 30€. Ora tocca digerirla, quindi decidiamo di girare il centro a piedi e subito notiamo i manifesti della corrida: leggendoli bene, inizia proprio stasera, viernes 5 agosto 2011, con 6 Novillos (i Toros) ci saranno per lo spettacolo principale di sabado 6). Cosa facciamo? Non possiamo non assistere ad una corrida! Bene, sempre a piedi ci dirigiamo verso la Plaza de Toros, dove acquistiamo 2 biglietti (10€ l’uno, “precio de la Novillada sin picadores”) per lo spettacolo di stasera, in più visitiamo anche l’arena aperta perché le squadre stanno scegliendo i tori. Siamo emozionati all’idea, ne abbiamo sempre sentito parlare, ma mai vista, ricordo solo che quando discutevo con la mia amica spagnola sulla crudeltà di questo “sport”, lei con orgoglio ribadiva che non si trattava di uno “sport”, ma di un’arte. Trascorriamo il pomeriggio sulla spiaggia di Alicante, tra un bagno e un po’ di sole si fanno le 6, dobbiamo rientrare per prepararci, alle 7 la corrida inizia. “La miglior corrida da veder per prima è la novillada” scriveva Ernest Hemingway in Morte nel pomeriggio, perché il giovane toro entra più volentieri nel gioco che gli si propone: noi restiamo 2 ore ad assistere fra applausi, paure, fischi, e tanti olé! La corrida ci piace e decidiamo di voler assistere ad una corrida “de toros” con “matadors”, perché no, domenica a Barcellona! La serata è tutta sulla Explanada de España, bel lungomare con palme e pavimentazione a marmi multicolori; qui si affacciano i principali caffè e luoghi di ritrovo, inoltre, d’estate non mancano concerti all’aperto.
06/08/2011
Prima di lasciare Alicante, con la macchina saliamo al Castell de Santa Bárbara (se si accede dalla spiaggia, l’ascensore è a pagamento), costruzione molto stratificata, che domina l’intera città. Salutiamo la Costa Blanca e ritorniamo a Valencia, dove entro le 15.00 dobbiamo riconsegnare il veicolo. Stasera alloggiamo in pieno centro, presso l’Hotel Husa Reina Victoria in Barcas 4 (www.getaroom.com) a 60€. A fatica per il gran caldo visitiamo il centro storico di Valencia: La Seu (la cattedrale) e il Micalet (poderosa torre ottagonale), dietro la cattedrale, ornata di fontana e giardini, si apre la Plaza de la Virgen con a lato la Generalitat, uno dei simboli dell’indipendenza valenciana. Sulla Plaça del Mercat, si affaccia la Lonja , grande edificio gotico con di fronte l’acciaio e il cristallo del modernista mercat central: noi siamo arrivati di pomeriggio, ma di mattina è uno dei migliori osservatori della vita cittadina. Siamo a Valencia, stasera paella valenciana: il ristorante è La Riuá, in Calle del Mar, 27, la prenotazione è fondamentale anche perché apre alle 21 e chiude alle 23, ma qui abbiamo mangiato la vera paella, quella che i valenciani cucinano con coniglio, pollo e verdure ed era squisita senza spendere nemmeno tanto.
07/08/2011
Dalla stazione Valencia Joaquin Sorolla alle 11.05 prendiamo il treno per Barcellona Sants con arrivo alle ore 14.56 (46€ l’uno, a nostro avviso un po’ caro non trattandosi di un’alta velocità!). Nella città catalana alloggiamo nel centralissimo Avenida Palace Hotel in Gran Via de les Corts Catalanes 605 (www.hotelclub.com): 3 notti solo soggiorno 294€ ma ben spesi sia per la location dell’albergo che per la camera al penultimo piano con vista su parte della città. Per gli spostamenti useremo la metro e gli autobus (consigliato è il biglietto t-10, cioè pagando 8,75€ si hanno a disposizione 10 corse sia per la metro che per gli autobus che io sento di consigliare perché più panoramici), di notte ci spostiamo in taxi, molto più convenienti che in Italia o nel resto d’Europa. Oggi è domenica, ci informiamo c’è la corrida e allora di corsa alla Plaza de Toros di Barcellona: 47€ a testa, ma la corrida è uno spettacolo unico. Questa volta ci sono i Toros e i Matadors e godiamo di un’arte che ci riempie come mai avremmo creduto. La sera passeggiamo per la Rambla, bel viale pedonale alberato, niente di più: per cenare ci addentriamo nel Barrìo Gotic, ci spingiamo anche oltre nella zona del Passeig del Born, nei pressi di Santa Maria del Mar, scegliamo di fermarci da Casa Delfin, buon cibo, prezzo discreto.
08/08/2011
Sapendo di non poter visitare tutto in soli 3 giorni, a causa anche delle enormi file, facciamo delle scelte: iniziamo con il quartiere dell’Eixample, vicino al nostro hotel: è quella parte della città creata dopo la seconda metà dell’Ottocento e che presenta una evidente struttura regolare a reticolo. Due immense arterie trasversali lo percorrono: la Gran Via (7km) e l’avinguda Diagonal (8km). La strada più famosa dell’Eixample è il Passeig de Gràcia, al centro del cosiddetto Quadrat d’Or, l’area in cui si insediarono aristocrazia e alta borghesia, oggi sede dei negozi più esclusivi e costosi della città. Al n.43, si incontra la casa Batlló di Antoni Gaudí, uno dei grandi architetti modernisti, forse il più celebre a Barcellona, ma non il più fedele esponente del Modernisme catalano. Al n.92 è la celebre Pedrera, una delle sue opere più note e provocatorie, concepita come una gigantesca scultura che segna il trionfo della curva. Il monumento più conosciuto e più visitato della città è la Sagrada Família, da molti ammirato, da altri detestato: in effetti ciò che colpisce è la grandiosità della concezione di questa imponente chiesa. Qui decidiamo di non entrare, la fila è kilometrica e il caldo troppo forte! Avendo dedicato gran parte del giorno a Gaudí, completiamo con il Parc Güell, o meglio, quanto resta di un ambizioso progetto mai realizzato: una città-giardino su diversi livelli collegati da percorsi a serpentina. A noi sembra di essere in un parco incantato, come dentro una fiaba. Stasera ceniamo a Les Quinze Nits in Plaça Reial: è l’unico ristorante con la fila!
09/08/2011
Iniziamo la giornata visitando la ricca area di Pedralbes con il vicino stadio del Fc Barcellona, la cui visita con annesso museo, secondo le statistiche, è il luogo di interesse turistico più visitato della città dopo la Sagrada Familia e la Pedrera. Però costa 22€ a testa e anche qui la fila è interminabile: noi ci rinunciamo, ma non rinunciamo a visitare il Camp Nou: troviamo una porticina aperta e… Per pranzo visitiamo il Mercato de la Boqueria, frequentatissimo e dai mille colori grazie ai tanti frullati, frutta fresca e secca presente sui banconi. Ci fermiamo al Bar de la Boqueria, mangiamo bene e non spendiamo molto. Dalla Rambla ci addentriamo nel quartiere gotico, fitto intrico di strade e di piazze su cui affacciano i palazzi e le chiese che incarnano gran parte della storia medievale della città. Da Plaça Nova, l’accesso storico alla città vecchia, giungiamo alla cattedrale, una delle più alte espressioni del gotico catalano; e ancora Plaça del Rei, centro nevralgico del potere civile nella Barcellona medievale, luogo in cui elementi romanici, gotici e rinascimentali si fondono in un insieme di straordinaria compattezza. Ritorniamo sulla Rambla e la percorriamo tutta, fino al mare. Barcellona ha un complesso rapporto con il mare: per molti secoli Barcellona è stata città di mare durante i prosperi anni dell’impero mediterraneo; poi, con il ruolo “defilato” a cui è stata costretta nel regno di Spagna, il mare è divenuto un pericoloso ricordo che i nuovi padroni hanno tentato di chiudere, sbarrare, perché simboleggiava il vecchio splendore. Grazie ai Giochi Olimpici del 1992, la città ha riscoperto il mare, non solo dal punto di vista mercantile: tra il Montjuïc e la zona del Bogatell, aree prima poco frequentate, sono diventate ora tra le più ambite per ristoranti, centri commerciali (il Maremagnum è un esempio) e abitazioni. Aperitivo a Port Vell, cena a Plaça d’Espanya all’ultimo piano del centro commerciale Les Arenas, presso il ristorante Mussol Arenas; la notte è sulla Barceloneta.
10/08/2011
Lasciamo la camera e con il bus arriviamo al colle di Montjuïc, area di un massiccio intervento in occasione delle Olimpiadi del 1992, che ha lasciato in eredità alla città un vasto complesso sportivo, l’Anella Olímpica. Ma la zona non può essere solo circoscritta a questo colle: il Parc de Montjuïc occupa un versante della collina con le due torri di stile veneziano e la Font mágica, fontana che nelle serate di fine settimana e festivi si anima di grandi giochi d’acqua e di luci in più di 50 combinazioni. Prendiamo le valigie in albergo e ci dirigiamo verso Plaça de Catalunya, dominata dall’edificio di El Corte Inglés, i più noti grandi magazzini di Barcellona. Qui l’Aerobus in meno di 30 minuti e con poco più di 5 € ci porta all’aeroporto El Prat: un comodissimo volo Vueling… ahimé… ci riporta a casa!