Balcani sail & drive
Il nostro viaggio è iniziato con la traversata in traghetto della Jadrolinea da Bari a Dubrovnik, il 10 agosto. Si parte alle 22.00 e si arriva alle prime luci dell’alba, intorno alle 07.00. Abbiamo quindi approfittato della giornata a disposizione per visitare una delle più incantevoli città dei Balcani, Dubrovnik. E’ una città davvero splendida, patrimonio Unesco, cinta da antiche mura visitabili, che offrono un punto di vista unico sulla città e sul mare Adriatico. Stradum è la via principale dove si affacciano meravigliosi edifici in pietra e da dove si diramano caratteristiche stradine in marmo piene di negozi e locali tipici. Da Dubrovnik ci siamo spostati con la nostra auto al vicino porto di Komolac dove avevamo prenotato un catamarano per accompagnarci durante la prima settimana di vacanza. Lo abbiamo noleggiato tramite il nostro broker anche se è possibile noleggiarli anche con agenzie locali. Purtroppo Adria Charter/Astarea a causa di un piccolo danno che abbiamo causato all’imbarcazione, si è comportato in maniera molto scorretta, trattenendo tutta la caparra (2.000 €) per un danno nettamente inferiore e soprattutto senza fornirci alcuna documentazione relativa alla riparazione.
Sulla strada ci siamo fermati per fare la cambusa in uno dei grandi supermercati presenti sulla strada, anche se l’ACI Marina dispone di un piccolo market ben fornito con prodotti freschi. Nel pomeriggio abbiamo preso possesso della barca anche se a causa del vento abbiamo preferito posticipare la partenza alla mattina seguente. La nostra prima tappa è stata la vicinissima isola di Kolucep appartenente al piccolo arcipelago delle Elafiti, un vero gioiello naturale. Nonostante la vicinanza a Dubrovnik le Elafiti sono poco affollate, dispongono di molte calette riparate e sono caratterizzate da fitta vegetazione mediterranea e mare blu cristallino. Decidiamo quindi di esplorarle anche il terzo giorno, per poi dirigerci alla volta di Korcula dopo un bagno nella graziosa Orebic, caratterizzata da una lunga spiaggia.
La città di Korcula sorge sull’estremità nordorientale dell’isola, accanto alla frastagliata linea costiera. Ormeggiamo nelle immediate vicinanze della città e con un taxi boat andiamo alla scoperta di questa incantevole cittadina medioevale, che pare abbia dato i natali a Marco Polo. E’ un borgo delizioso e animato, caratterizzato da bellissima mura con 2 torri, un’infinità di viuzze con negozi caratteristici e Ristorantini vista mare. La mattina seguente partiamo alla scoperta delle isolate calette dell’isola (lato sud) raggiungibili prevalentemente solo via mare, angoli meravigliosi dove il blu del mare si confonde con il verde della vegetazione. Puntiamo poi alla volta di Lastovo, un’isola fuori dalle destinazioni più comuni, forse perché isolata e poco conosciuta, forse perché era una base della Marina Militare Croata fino al 1992. Nasconde delle calette accoglienti e caratterizzate da mare azzurro intenso, un vero paradiso, e tantissime rade dove passare la notte. Il mare è calmissimo, la navigazione molto tranquilla. Ci spostiamo lentamente sul lato sud dell’isola e ci fermiamo nelle numerose isolette che separano Lastovo da Mijlet. A Mijlet sembra il tempo si sia fermato. Il mare calmissimo e dai colori incredibili, la natura rigogliosa, un profumo intenso di vegetazione mediterranea fanno da cornice a calette isolate. Due delfini ci accompagnano per un buon pezzo della navigazione, quasi a rinforzare questo immenso senso di pace. Nuotando nell’acqua azzurrissima vediamo tantissime stelle marine, indice di un’ottima qualità del mare. Ci fermiamo prima nel lato Ovest dell’isola, per spostarci il giorno seguente nella zona della spiaggia di Saplonara, fermandoci nella caletta prima, dove uno strato di rocce divide il mare da una tranquillissima spiaggia. Mijlet è nota per essere la più verde delle isole mediterranee, oltre che per essere un parco Naturale, quindi decidiamo di tornarci anche la settimana che visiteremo la Croazia da terra. Il nostro viaggio in barca è giunto quasi al termine, giusto il tempo per visitare Sipan, appartenente all’arcipelago delle Elafiti e rientrare nel nostro porto. Ci aspetta una piacevole serata a Dubrovnik, che di notte, illuminata con mille luci scenografiche, splende in tutta la sua magnificenza. In 5 minuti di auto siamo al centro città e dopo una piacevole passeggiata ci rechiamo a cena alla Locanda Peskarija. Il personale è molto cortese ed i piatti buoni, con un buon rapporto qualità/prezzo. La scelta del menù non è molto varia e offre prevalentemente piatti di mare.
E’ giunto il momento di lasciare il nostro catamarano e partire in auto alla volta del Montenegro, destinazione: fiordo di Kotor. In meno di un’ora raggiungiamo il confine, dove ci controllano velocemente i documenti (soprattutto la carta verde dell’auto) anche se bisogna passare sia la frontiera croata che quella montenegrina, perdendo quindi un po’ di tempo. La strada è buona, in breve entriamo nel fiordo, secondo per grandezza solo a quelli scandinavi. Facciamo una sosta nel grazioso villaggio di Perast, in stile veneziano e caratterizzato dalle numerose chiese e dall’imponente campanile che offre una bella vista sul fiordo. Proprio davanti Perast ci sono 2 minuscole isolette: San Giorgio dove si trova un monastero benedettino e l’isola della Signora dello Scoglio, creata artificialmente nel XV secolo. Proseguiamo poi per Kotor, dove cerchiamo alloggio nel villaggio di Muo, situato pochi km più avanti ma molto tranquillo. La nostra casetta si affaccia sul fiordo ed è proprio davanti le imponenti mura di Kotor, che però sono visibili soprattutto la notte, quando vengono illuminate. Paghiamo 50 euro a notte per un grazioso appartamento con camera, salotto con A/C, bagno e veranda. Facciamo il bagno nell’acqua del fiordo, meno limpida che altrove ma comunque piacevole, anche se non ci sono spiagge ma si accede al mare da scalette o mini piattaforme. Partiamo poi per la scoperta di Kotor, una città che ci ha davvero colpito per la sua bellezza. Kotor è racchiusa all’interno di imponenti mura che salgono sulla montagna fino a 1.000 mt di altezza. E’ possibile visitare le mura (oltre 1.000 gradini) ma onestamente lo sforzo ci sembra eccessivo, e preferiamo perderci nelle sue vie e piazze, circondate da splendidi palazzi e numerose chiese. Sicuramente la più maestosa è la piazza d’armi, situata accanto alla porta di accesso, ma è anche molto caotica sia per la presenza di numerosi turisti che per la musica proveniente dai tantissimi locali presenti. Ceniamo nella tranquilla piazza di Stari Grad, ottimo pesce a cifre contenute. Essendo un sabato sera ci troviamo coinvolti nella Notte delle Bocche, quando le barche decorate ed illuminate sfilano lungo le coste e il golfo viene illuminato da magnifici fuochi d’artificio. Tornati nella tranquillità della nostra casetta, godiamo infine dello spettacolo delle mura illuminate, davvero una meraviglia.
La mattina seguente partiamo alla volta della costa, in circa un’ora siamo nella caratteristica e unica Sveti Stefan. Sveti Stefan originariamente era un’isoletta rocciosa con un villaggio fortificato che offriva un rifugio sicuro agli abitanti della zona dalle incursioni dei turchi e dei pirati. In seguito è stata collegata alla costa con una striscia di terra ed è stata abitata prevalentemente da pescatori. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, però, l’isola era quasi deserta. Fu quindi trasformata in un lussuoso albergo, che, conservando l’affascinante struttura urbanistica e architettonica, lo rende una struttura davvero esclusiva. Non è possibile quindi visitarla, ma proprio davanti si estende una bellissima spiaggia di sassolini bianchi e mare turchese. La zona è circondata da una pineta e purtroppo da molti altri alberghi, quindi è piuttosto affollata. Nel pomeriggio ci spostiamo verso sud, destinazione il villaggio di Ulcinj, esempio di cultura albanese. Ci vuole circa 1 ora e mezzo di macchina. In realtà il villaggio non ci sembra affatto affascinante come descritto dalla guida, e la spiaggia è affollata per cui torniamo indietro e ci fermiamo nella spiaggia di Bulgarica. Il nostro lato della spiaggia è piuttosto affollato, mentre quello più a sinistra, riservato agli ospiti del campeggio è molto più tranquillo. Il mare è comunque molto bello e terminiamo la giornata in relax. La mattina seguente partiamo alla volta delle montagne, destinazione Parco Nazionale del Durmitor. Proprio dietro Kotor c’è una strada incredibile, che con 25 tornanti ed un dislivello di oltre 1.000 mt, sale fino in cima alla montagna offrendo scorci meravigliosi del fiordo. E’ indubbiamente una delle strade più panoramiche che abbia mai visto, e se non si soffre di mal d’auto vale sicuramente la pena di percorrerla. Superata la salita si attraversano piccoli paesini e praterie con mucche e cavalli, un paesaggio quasi d’altri tempi. Dopo circa 1 ora di andatura tranquilla, arriviamo sulle sponde del fiume Piva, di un colore verde intenso. E’ un altro spettacolo mozzafiato, nel silenzio assoluto il fiume che taglia le alte montagne, una gola davvero impressionante. La strada costeggia il fiume ed è caratterizzata da tornanti e tunnel nella roccia. Ad un certo punto la strada si addentra verso il Parco Nazionale, è davvero una stradina, quasi non incontriamo altri veicoli. Tranquillità e paesaggi sempre diversi rendono questo tragitto davvero piacevole. Siamo in mezzo a bellissime montagne e altopiani, circondati da verde e greggi di pecore. Si intravedono dei piccoli sentieri, e ogni tanto qualche rifugio.
Arriviamo nel villaggio di Zabajak e ci rechiamo all’ufficio informazioni situato proprio nella piazza principale, dove ci vengono spiegate le tante possibilità offerte dal parco Nazionale, troviamo il nostro alloggio e prenotiamo il rafting per il giorno seguente (110 € per 2 adulti e una bambina). Il sole è ancora alto quindi ci rechiamo subito a visitare il Lago Nero, un bellissimo lago glaciale dove fare una piacevole passeggiata tra alberi e scorci montani. L’ingresso costa 2 € per persona, i sentieri sono ben indicati e volendo si può anche nuotare nel lago, nonostante l’acqua sia un po’ fredda. E’ possibile anche lanciarsi nel vuoto sospesi su un cavo posto tra due alberi o scegliere altre attività del “parco avventura”. La passeggiata stimola il nostro appetito, quindi ci rechiamo per cena al piccolo Ristorante Durmitor. E’ un ristorante semplice che offre piatti vari ma soprattutto carne. Il servizio è piuttosto scortese e estremamente lento, ma la cena è buona ed economica. La sera la temperatura è anche più fredda e necessitiamo una felpa, poi ci ritiriamo nella nostra casetta di legno per un sonno tranquillo nella quiete del Parco. La mattina seguente ci facciamo trovare al punto di raccolta per la partenza in minivan. Raggiungiamo il fiume in circa 20 minuti, ci consegnano l’attrezzatura (casco, giubbotto e scarpe) e saliamo a bordo dei nostri gommoni con una simpatica guida serba. Il fiume è tranquillo, ci spiegano che in altri periodi dell’anno il rafting sul Tara è di difficoltà elevata, ma in estate è adatto anche ai bambini, e infatti ne vediamo di tutte le età. La discesa è piacevole, ci fermiamo nei pressi di una sorgente di acqua gelata, che scaturisce dalle rocce provenendo da un lago situato molto più in alto. Ci fermiamo anche per un bagno, ma l’acqua è davvero gelata! Il panorama è suggestivo, anche se questo non è il pezzo più bello del canyon del Tara, che si può percorrere scegliendo l’opzione di rafting full day o anche di più giorni. La nostra discesa dura circa un paio di ore, ma ci consente comunque di passare sotto il famoso ponte e di godere di una entusiasmante esperienza. Una curiosità: Il Canyon del Tara per profondità è secondo solo al ben più famoso Gran Canyon, tocca infatti i 1.000 mt di profondità! Rientrati in città, il pomeriggio decidiamo a malincuore di lasciare quegli splendidi paesaggi e l’aria frizzante per tornare in Croazia. Stavolta percorriamo la superstrada che ci porta rapidamente al confine, e poi fino alla penisola di Peljesac per imbarcarci per Mijlet. Prendiamo l’ultimo traghetto (20.30), anche se non avendo prenotato un alloggio non sappiamo bene quello che troveremo una volta arrivati sull’isola. Il traghetto impiega circa 30 minuti per arrivare sull’isola (costo A/R circa € 60 inclusa auto) e in effetti è tutto buio e non sembra facile trovare un alloggio. Decidiamo di provare direttamente nel villaggio di Sobra, a 5 minuti dallo sbarco del traghetto, e in effetti troviamo un ristorante aperto che offre anche appartamenti. La nostra casa è molto semplice ma pulita, ed ha una bellissima terrazza che si affaccia sul mare. Dopo un altro sonno tranquillo, andiamo alla scoperta del Parco Nazionale di Mijet. In circa 20 minuti di auto raggiungiamo l’ingresso del Parco, facciamo il nostro ticket che x 100 Kune a persona da l’accesso al Parco per tutta la durata del soggiorno. Lasciamo l’auto al parcheggio e dopo una brevissima passeggiata raggiungiamo il molo per andare all’isolotto di S. Mary, famoso per il monastero Benedettino, situato in centro al lago. In realtà non si tratta di un vero lago, ma di un eccezionale fenomeno geologico. I 2 laghi che compongono il Parco sono nati oltre 10mila anni fa. Originariamente erano laghi di acqua dolce, ma furono poi collegati al mare nella stretta baia di Soline, per cui ora sono laghi di acqua salata, dove i colori vanno dal blu intenso al turchese. Non possiamo resistere dal fare una nuotata! Decidiamo poi di affittare le biciclette (sono attrezzati anche di seggiolini per bambini) e seguire uno dei bellissimi sentieri del Parco. Siamo circondati da una fittissima vegetazione, non è difficile capire perché Mjlet è chiamata l’isola verde! L’atmosfera è tranquilla e rilassata, l’isola è davvero un paradiso. La giornata scorre veloce, all’imbrunire torniamo verso casa, giusto in tempo per una doccia prima di cena. Mangiamo da xxx, un’ottima cena a base di pesce fresco e verdure. Il giorno seguente decidiamo di recarci a Saplonara, sul lato ovest dell’isola. Sono circa 20 minuti di macchina, e si arriva in un piccolo villaggio caratterizzato da una bella pineta e una lunga spiaggia di sabbia. Decidiamo di andare un po’ più avanti dove c’è una seconda spiaggia più piccola e molto tranquilla. Credo la maggior parte delle persone si fermi nella zona di Polace, all’interno del Parco naturale, perché il resto del’isola è veramente poco frequentato, per quanto altrettanto bello! Sulla via del ritorno ci fermiamo anche in una minuscola caletta, nascosta dietro il piccolo porticciolo di Kozarica. La mattina seguente ci prepariamo per ripartire alla volta di Mostar.
Prendiamo il traghetto la mattina presto, e in meno di 2 ore arriviamo, dopo aver passato tre volte la frontiera (si entra e si esce dalla Croazia) abbastanza velocemente. Mostar è bellissima e ricostruita alla perfezione, forse però troppo turistica e in un certo senso “finta” con tutti questi negozietti sulla strada che vendono perlopiù cianfrusaglie di ogni tipo e souvenir. Affascinante il famoso ponte, dal quale è possibile ammirare anche dei ragazzi che si tuffano da una vicina roccia nell’acqua gelida. Passeggiare nelle sue stradine è piacevole, nonostante il caldo sia torrido e quasi insopportabile. Ci sono un paio di bei minareti e moschee, una graziosa casa in stile turco e tanti caffè dove sostare per una pausa, ma la folla e il caldo rendono la visita “faticosa”. Uscendo dalla città si vedono le mura bombardate durante la guerra, unici pezzi autentici in una città che ha voglia di rinascere. Dopo pranzo rientriamo quindi alla volta di Dubrovnik (due ore circa) per imbarcarci nel nostro traghetto che ci riporterà a Bari durante la notte.
È stata una bellissima esperienza, sia per l’incontaminato mare croato che per la meravigliosa natura del Montenegro e il tocco di storia di città come Dubrovnik e Mostar. Un viaggio completo.