Balcani occidentali, il tour dei siti Unesco

Siamo partiti con l’obiettivo di visitare il maggior numero di siti protetti tra Montenegro, Kosovo, Serbia, Bosnia ed Herzegovina e Croazia. Ecco il nostro racconto di viaggio
Scritto da: Patrizia Valenti
balcani occidentali, il tour dei siti unesco
Partenza il: 30/07/2015
Ritorno il: 13/08/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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15 giorni alla ricerca dei siti patrimonio dell’Unesco dei Balcani Occidentali, non solo e non tutti.

Budget circa 2700€ in due, compresi i passaggi in nave (cabina) e alberghi di medio alta categoria visto che il costo in questi paesi è abbordabile.

Quasi 2800km con la nostra auto di cui oltre 2000 percorsi nella ex Yugoslavia. 55 ore alla guida, 50km/h velocità media.

Abbiamo deciso di fare questo viaggio per rimanere vicini a casa ma non volevamo fare il solito giro della costa, così abbiamo deciso di dare un “tema” al viaggio e ci siamo dati l’obiettivo di visitare il maggior numero di siti protetti dall’Unesco tra Montenegro, Kosovo, Serbia, Bosnia Herzegovina e Croazia. Abbiamo dovuto necessariamente tralasciare qualcosa per mancanza di tempo e voglia in inserire anche un po’ di svago. Siamo riusciti ad organizzare un giro semicircolare con sbarco a Bar, in Montenegro, e rientro da Spalato in Croazia.

Prima di partire ci siamo scaricati le mappe per lo smartphone (Windows phone con mappe off line gratutite) che si sono rivelate preziosissime e abbastanza precise tranne che in Bosnia.

Questo il nostro itinerario:

Perast (3 notti)

Peje, o Pec, (2 notti)

Novi Pazar (1 notte)

Visegrad (1 notte)

Bastasi camp (1 notte)

Sarajevo (3 notti)

Mostar (1 notte)

Split (1 notte)

I siti Unesco visitati, nell’ordine:

Baia di Kotor (Montenegro)

Monastero di Decani e Patriarcato di Pec (Kosovo)

Sopocani (Serbia)

Studenica (Serbia)

Ponte di Visegrad (Bosnia)

Parco del Durmitor (Montenegro)

Ponte di Mostar (Bosnia)

Spalato ed il Palazzo di Diocleziano (Croazia)

30 luglio (Rijeca Crnojevica e Perast)

Sbarchiamo a Bar puntuali alle 8, nave della Montenegro lines senza fronzoli. Ci dirigiamo subito a Rijeka Crnojevica dove avremmo voluto fare un po’ di kayak ma.. non troviamo i kayak, quindi giretto in barca a motore lungo il fiume per vedere una marea di ninfee e tanti uccelli che nidificano in quella zona. Costo per 2 persone 25€, + 4€ a testa per ingresso al parco. Volendo si può proseguire ed arrivare fino al lago Skadar. La strada ci da un assaggio di quello che sarà per tutto il viaggio, stradine ad una corsia con migliaia di curve. C’è da dire però che noi ci siamo cercati i giri più complicati.

Da Crnojevica proseguiamo per Perast dove dormiremo. Tappa a Budva che non ci piace perchè piena di gente, prezzi quasi italiani.

Perast si rivela un incanto e per noi il posto giusto per fermarsi a pernottare nella baia di Kotor. Stanza presso Palace Jelena, vista sul mare, vasca idromassaggio, personale e proprietario gentilissimi. Abbiamo anche mangiato a pranzo ma senza altrettanto entusiasmo.

Le bocche di Kotor sono una insenatura naturale che si addentra per chilometri all’interno delle montagne del Montenegro. Trovare una spiaggia è praticamente impossibile quindi i nostri giorni di mare sono trascorsi su delle piattaforme di asfalto sporgenti sul mare. Un po’ sdraiati per terra un po’ sui lettini dell’unico stabilimento del posto. Un materassino da palestra sarebbe stato utile. Costo di due lettini ed ombrellone 10€ al giorno.

Cena da Conte, la più cara della vacanza (60€ in due prendendo due secondi, un antipasto, acqua ed un bicchiere di vino) ma veramente prelibata. Nella baia allevano le cozze, quindi per chi le ama questo è il posto giusto per farne grandi scorpacciate.

31 luglio (Perast e Kotor)

Noleggiamo un kayak per andare a visitare le due isole di fronte a Perast dove si può anche fare il bagno in un’acqua incantevole. Quindi lettini e totale relax al mare sempre a Perast. Nel pomeriggio andiamo in macchina a Kotor che si rivela bellissima. Macchina fotografica e cavalletto in spalla scaliamo i 1300 scalini delle mura al tramonto per goderci Kotor dall’alto con tutte le luci del crepuscolo. A proposito, i primi di agosto c’è una versione estiva del Carnevale. Peccato non esserci arrivati in quel periodo.

Cena al Galion fronte mura, buono ma non come la sera precedente. Prezzo equivalente.

1 agosto (Herceg-Novi, Perast)

Decidiamo di effettuare una escursione sulla sponda settentrionale del fiordo fino a Herceg-Novi ma rimaniamo estremamente delusi quindi rientriamo a Perast e ci facciamo un’altra giornata al mare. Aperitivo al tramonto e quindi proviamo l’ultimo ristorante consigliato dalle guide, lo Skolji. Spendiamo poco meno delle altre sere ma la notte dormo male.

2 agosto (trasferimento in Kosovo)

La vacanza è anche questo, il viaggio. Oggi ci aspetta un’intera giornata in macchina per strade e stradine. Cominciamo col fare la strada alternativa per il monte Lovcen. Quasi sempre poco più larga di una corsia offre panorami spettacolari sulla baia di Kotor. Vale il viaggio.

Proseguiamo e ci fermiamo a Cetinje dove visitiamo esclusivamente il monastero che si trova appoggiato ad una parete rocciosa, per una breve sosta ne vale la pena. Proseguiamo per Podgorica che attraversiamo senza fermarci e ci addentriamo nello splendido scenario della valle Moraca. Non riusciamo a visitare il monastero perchè c’è un matrimonio in corso. Per il pranzo una vera sorpresa, ci fermiamo a Kolasin, mangiamo benissimo dei piatti locali al ristorante Konoba e finalmente ci rinfreschiamo un po’. Da questo momento tutta una tirata fino a Peje dove arriviamo sul tardi senza il minimo intoppo alla frontiera (passando da Rozaje). Abbiamo prenotato l’albergo Dukajini, un 5 stelle in posizione strategica al costo di 70€ a notte. A parte l’albergo di stampo occidentale, i prezzi qui sono decisamente più moderati. Ci arrangiamo per cena con qualche gelato, aperitivo e altri sfizi senza riuscire a spendere neanche 10€. Non essendoci molto altro da fare utilizziamo la palestra e la spa dell’albergo. Purtroppo però la nottata non scorre tranquilla perchè è periodo di matrimoni e l’albergo ospita ben 3 ricevimenti di cui uno proprio al nostro piano. In caso meglio chiedere stanze ai piani più alti!

3 agosto (patriarcato di Pec, Decani)

L’albergo si rifà con la colazione, la migliore della vacanza. Oggi visiteremo due monasteri serbo ortodossi in terra kosovara. Andiamo a piedi al patriarcato di Pec, una passeggiata di un paio di km dal nostro albergo. A presidio c’è la polizia Kosovara cui si devono lasciare i documenti; ci accoglie una delle suore e paghiamo un biglietto di ingresso (uno dei pochi). La giornata si preannuncia piovosa e poichè ci avevano consigliato di visitare la valle Rugova decidiamo di anticiparla sperando di poter fare almeno una breve passeggiata. Purtroppo la pioggia arriva prima del previsto così ci dobbiamo limitare a vederla in macchina. Un altro posto incantevole, varrebbe la pena fermarsi per fare almeno una escursione. Proseguiamo quindi per il monastero di Decani dove invece il presidio è ancora a carico della KFOR. A Decani sventolano tante bandiere albanesi. A differenza del patriarcato di Pec, esternamente tinteggiato in rosso, questo all’esterno è più maestoso, tutto in marmo bianco. Gli interni di entrambi sono splendidamente affrescati.

Notiamo in questo breve tempo che il Kosovo è ancora un paese povero ma girano tante macchine costose con targhe europee, in particolare provenienti da Lussemburgo. Non voglio fare altri commenti ma in rete si trovano letture e anche documentari che possono offrire delle interpretazioni. Avremmo voluto arrivare anche a Prizren ma si fa tardi e piove, torniamo a Peje e questa sera ceniamo spendendo ben 5€ per due piatti doppi di carne, birra e cocacola (anche qui come in Montenegro la moneta ufficiale è l’Euro).

Anche questa sera spa e matrimoni in albergo.

4 agosto (trasferimento in Serbia e visita di Sopocani e Studenica)

Per entrare in Serbia decidiamo di ripassare dal Montenegro, un po’ perchè avevamo letto che era sconsigliato passare direttamente dal Kosovo in Serbia (se non si era entrati in Kosovo dalla Serbia stessa), un po’ perchè in effetti la frontiera che avevamo attraversato all’andata è più comoda per arrivare a Sopocani, nostra tappa successiva. Per sfizio siamo andati con i passaporti e ora abbiamo i timbri sia del Kosovo che della Serbia. Problemi alla frontiera finora nessuno.

Lasciamo per un po’ il paesaggo montano per addentrarci nella campagna serba. Paesaggi diversi ma per noi cittadini sempre affascinanti. Sopocani è la nostra prossima meta, forse il meno bello dei 4 monasteri serbo ortodossi che visiteremo in questi due giorni. E’ anch’esso un sito protetto dall’Unesco quindi immancabile. Qui incontriamo la prima coppia di italiani che, come abbiamo fatto noi, entreranno in Kosovo per una breve visita. Altro sito protetto il monastero di Studenica, forse quello che mi è piaciuto di più. Gli ultimi tre hanno due cose in comune, ospitano dei monaci e non delle suore come il patriarcato di Pec e… sono in restauro. Finita la visita rientriamo a Novi Pazar.

Novi Pazar come Peje non è una città turistica ma anch’essa piena di gente in giro per lo struscio. Nonostante sia in terra serba somiglia tanto ad una città turca con il suo bazar e le moschee. Ci facciamo una lunga passeggiata prima per il centro e poi alla ricerca del monastero di San Giorgio che si rivela troppo lontano e non riusciamo a raggiungere. Anche questa sera mangiamo un po’ qua un po’ là. Una pizza e un piatto di pollo al ristorante, una pannocchia ed una crepe per strada. E neanche questa volta riusciamo a spendere 10€ in due.

5 agosto (meandri di Uvac)

I soldi in Serbia li lasciamo perchè all’uscita di Novi Pazar ci pizzicano con l’autovelox. In effetti avremmo dovuto stare più attenti perchè pattuglie con l’autovelox ne avevamo già incrociate parecchie e tante ne incroceremo. La conversazione con i poliziotti è incomprensibile. Alla fine andiamo via con una multa da 5000 dinari (circa 42€) ed avendogli lasciato 25€ come pagamento, mah…

Oggi vedremo un posto che mi aveva già incantata vedendo le foto su Internet. I meandri di Uvac. Leggendo in rete non mi ero fatta un’idea chiarissima della strada ma abbiamo sbagliato di poco. Da Novi Pazar bisogna arrivare a Sjenica ed imboccare la strada per Ivanjica. Ad un certo punto si vedrà il lago di Sjenicko, a questo punto si deve imboccare una stradina a sinistra, inizialmente asfaltata ma che poi diventa un vero sterrato. Alla fine della stradina si arriverà ad un campeggio. Da lì ci sono due opzioni (noi le abbiamo fatte entrambe). Una bella passeggiata di circa 10km a/r (impossibile sbagliare strada) oppure un giro in barca sul fiume Uvac. La passeggiata è poco impegnativa perchè non ci sono grossi dislivelli e conduce ad una serie di punti di osservazione dei meandri che regalano uno spettacolo come non ne avevo mai visti prima. Verso la fine vedremo volteggiare i grifoni sulle nostre teste. Fantastico veramente. Rientrati al campeggio prendiamo al volo una barca che ci condurrà lungo i meandri facendoci vedere i nidi dei grifoni. Inoltre abbiamo modo di entrare in una grotta dove si possono vedere stalattiti e stalagmiti.

Ripartiamo verso le 17, meta successiva Visegrad per un nuovo sito dell’Unesco. Il ponte sulla Drina. Consiglio a tutti coloro che volessero andare a Visegrad di leggere il libro di Ivo Andric prima della partenza. Il ponte adesso è in restauro, ma siamo passati attraverso un buco nella recinzione e siamo arrivati alla “porta”. Dopo questa breve passeggiata abbiamo cenato in un ristorante affacciato sulla Drina ed io non ho potuto fare a meno di ripensare alle immagini lasciatemi dal libro e vedere il ponte come fosse vivo. Questa giornata ci ha regalato veramente tante emozioni.

6 agosto (traferimento a Bastasi camp per il rafting)

Anche questa sarà una giornata di trasferimento. C’è una strada molto più diretta per arrivare da Visegrad all’area di campeggio di Bastasi. Tuttavia, dietro suggerimento del gestore del camping, abbiamo allungato per poter vedere alcune meraviglie della natura Montenegrina e Bosniaca.

Questo l’itinerario per coloro che fossero interessati:

Visegrad-Gorazde (teatro di un assedio come Sarajevo, e dove rimangono ancora i segni della guerra)- Cajnice-Plievlja-Djurdjevica Tara bridge (dove abbiamo fatto uno stop per una zip line sul canyon del Tara)- Zabljak (altro stop per una deviazione a Curevac punto da cui si può ammirare la parte più profonda del canyon del Tara)-Sedlo (questa è l’area del Durmitor, altro sito protetto dall’Unesco)-Trsa- Piva-Scepan Polje e finalmente l’area camp di Bastasi.

Per fare questo itinerario abbiamo dovuto attraversare nuovamente la frontiera bosniaco-montenegrina per rientrare nuovamente in Bosnia alla fine del tragitto.

Quasi tutta la strada è meravigliosa, a cominciare dall’uscita da Visegrad quando si costeggia la Drina, fino al Durmitor, per poi passare dal lago Piva, insomma, ad ogni curva, e ce ne sono state tante, un sobbalzo di ammirazione. A Curevac abbiamo fatto una brevissima passeggiata per affacciarci sul canyon del Tara, il più profondo d’Europa, il secondo nel mondo.

A Bastasi ci sono diversi campeggi dotati di una sorta di piccolissimi chalet (tanto piccoli che abbiamo lasciato tutti i bagagli in macchina). Noi siamo andati con raftingtara e ci siamo trovati bene. Volevamo fare canyoning e avevamo prenotato due notti ma quando ci hanno visto ce l’hanno sconsigliato per via della temperatura dell’acqua che si aggira intorno ai 7/9 gradi ed al fatto che ci sono salti anche di 9mt. E noi non siamo proprio dei ragazzini. Anzi.

In rete avevamo letto dei pasti in questi campeggi ed in effetti ci hanno proprio rimpinzato. Per cena abbiamo avuto un piatto di carne alla griglia che poteva sfamare non due ma quattro persone, pomodori e cetrioli ed il loro formaggio fresco. Tutto molto buono e genuino. Il costo quindi, senza canyoning, è stato di 60€ a testa per la pensione completa ed il rafting.

7 agosto (rafting e trasferimento a Sarajevo)

Sono uscita presto per fare qualche foto con la nebbiolina della prima mattina e ho assaggiato l’acqua del Piva. Speriamo di non cadere dal gommone! Dopo un’abbondante e buona colazione partiamo con moooolta calma per il rafting. Finalmente mi è chiara la geografia del luogo. Il fiume Tara segna il confine tra Bosnia e Montenegro quindi i centri del rafting sono sia in Bosnia (a dire la verità Repubblica Srpska) che in Montenegro. Per arrivare al punto di partenza quindi passiamo la dogana, solo quella Bosniaca, ed imbocchiamo una stradina che costeggia il fiume Tara Sulla stessa stradina, arrivando dalla dogana Montenegrina, convergono quindi anche i turisti provenienti dal Montenegro. Quando arriviamo non credo ai miei occhi. Ci saranno 50/60 gommoni pronti per scendere in acqua. Capirò poi di essermi sbagliata, probabilmente ce n’erano almeno un centinaio, ed è solo venerdì, il sabato e la domenica c’è ancora più folla. La gente pernotta nei campeggi ma arriva anche direttamente da altre città con i pulmann. E’ evidente che abbiamo terminato qui la parte più selvaggia della nostra vacanza.

Il rafting si rivela veramente tranquillo, noi eravamo un gruppo di 10 italiani, tra cui una bambina, e non abbiamo indossato neanche la muta. Di certo ciò è dovuto al periodo perchè ormai le nevi si sono sciolte ed il Tara si è sgonfiato. Ben diverso farlo in primavera.

La parte divertente è quella iniziale quando si naviga sul Tara, i tour organizzati dal Montenegro hanno qui la loro base e quindi il loro rafting si completa un po’ prima, proprio sul Tara. Bastasi camp è sul Piva quindi noi proseguiamo e navighiamo anche un po’ lungo il Piva. Vantaggi e svantaggi, sul Piva c’è una diga (che forma il Piva lake). Se aprono il deflusso allora si va relativamente veloci ed il rafting è più lungo, se invece c’è poca acqua si naviga lentamente senza troppo divertimento. Sicuramente l’acqua del Piva è gelida e rende frizzante anche l’aria.

Il rafting è stato lunghissimo, arriviamo al camp direttamente col gommone, sono già passate le 4 di pomeriggio. Ci aspetta però il pranzo, questa volta minestra e spezzatino, oltre che le solite verdure e formaggio. E poi dolcetto finale. Questa sera non si cena.

Per arrivare a Sarajevo non ci vuole molto e come al solito la strada ci delizia.

A Sarajevo lasciamo i bagagli e ci facciamo subito una prima passeggiata nella città vecchia.

8 agosto (Sarajevo)

Prenotiamo il free tour delle 9 con Insider ed in un paio d’ore conosciamo i punti strategici della città. Il luogo dell’assassinio di Francesco Ferdinando. La moschea, la chiesa cattolica, quella ortodossa e la sinagoga, collocate a poche centinaia di metri l’una dall’altra e simbolo dell’apertura della città. Quindi la city hall e la linea di demarcazione immaginaria tra la Sarajevo ottomana e quella asburgica.

Prendiamo la macchina per andare alla fortezza gialla da cui si può ammirare il panorama della città.

Nel pomeriggio quindi visitiamo l’interno della city hall, interessante il museo sulla storia degli ultimi 100 anni della città. Quindi la moschea. Altro giro al centro e quindi cena da Apetit che segnalo perchè veramente notevole anche se a noi piace mangiare locale mentre la sua cucina è più mediterranea. Paghiamo circa 35€ per due insalate, due secondi e bevande.

9 agosto (Sarajevo)

Corsettina lungo il fiume e quindi alle 11 siamo di nuovo da Insider perchè abbiamo prenotato il Misfortune tour. Ci porteranno a visitare il luoghi dell’assedio. Cominciando proprio dalla fortezza gialla da cui ci vengono indicate le linee di fuoco dei serbi. Ai piedi della fortezza c’è il cimitero. Il tour ci porta verso gli ospedali, distrutti e ricostruiti, lo stadio, trasformato in cimitero, il mercato dove c’è stata l’ultima strage di civili, la valle dei cecchini, l’albergo dei giornalisti, per finire al tunnel che passando sotto il corridoio dell’aeroporto consentiva di tenere aperto un piccolo varco con il resto della Repubblica. Non credo che questo sia il luogo per commentare una guerra ma posso dire che questo tour mi ha colpito e consiglierei a chiunque voglia visitare Sarajevo di farne uno simile per conoscere più da vicino cosa è successo in quegli anni bui, almeno dal punto di vista di un abitante di Sarajevo. A Bastasi la nostra guida del rafting era un serbo della Repubblica Srpska e abbiamo chiacchierato a lungo sulla situazione dell’attuale stato della Bosnia Herzegovina. Siamo riusciti a sentire, seppure in maniera molto stringata, almeno due interpretazioni di quanto successo e dell’attuale situazione politica di questo stato.

Siccome ci mancava la nostra quantità di km giornalieri, il pomeriggio lo dedichiamo ad un paio di gite veloci. La prima a Bjelasnica, amena località sciistica ed escursionistica a sud di Sarajevo. La seconda, molto più soddisfacente, a Trebevic. Anche questa dovrebbe essere una località sciistica ma ci andiamo perchè c’è una bella breve passeggiata per vedere la pista da bob delle olimpiadi del 1984, ormai abbandonata. Purtroppo arrivamo che è già un po’ tardi e non ce la sentiamo di percorrerla tutta per evitare di rimanere al buio a metà percorso. Così ci facciamo una passeggiata di una mezz’oretta e rientriamo verso Sarajevo. Al rientro però un’altra chicca perchè Sarajevo al crepuscolo vista da questa strada è splendida.

Ceniamo al caravanserraglio della città vecchia, senza infamia.

10 agosto (Mostar)

Poichè tutti ci avevano detto che Mostar è caldissima ma non vogliamo più rimanere a Sarajevo, decidiamo di andare a visitare Pocitelj e Blagaj.

Partiamo quindi la mattina alla volta di Pocitelj, il caldo comunque è lo stesso. Pocitelj è un paesino addossato in una conca rocciosa con belle casette dal tetto di pietra ed i camini delle fate. Bello, peccato non poterlo vedere dalla collina di fronte.

Blagaj è un tempio derviscio (no, non si vedono le danze) arroccato su una parete rocciosa a ridosso di un fiume. Entriamo in una bolgia infernale perchè il sito è stracolmo di gente proveniente da qualsiasi punto del pianeta. Gente e ristoranti, di sicuro non si rimane digiuni. Noi invece ci eravamo comprati i nostri pomodori per strada ed il burek in un pekara, il nostro fornaio.

Magari sul tardi si riesce ad evitare questa confusione.

Arriviamo quindi a Mostar dove ci attende la Muslibegovic House. Monumento nazionale adibito a b&b. Entriamo in stanza e rimaniamo di pietra. Il più bell’albergo della vacanza (anche se non il più comodo) con arredamenti in stile moresco originali nelle parti comuni, più moderni nelle stanze che sono dotate dei confort che ti aspetti da un signor albergo. La proprietaria è gentilissima, ci offre da bere, ci fa parcheggiare la macchina e ci dice che l’indomani alle 10 ci sarà la visita guidata della casa. Ci consiglia anche un ristorante che, se diciamo che alloggiamo lì, ci darà un aperitivo. Bene.

Inizia la passeggiata per Mostar, passeggiata perchè abbiamo voglia di stare all’aria aperta e così ci perdiamo e riperdiamo per le stradine, fotografiamo il ponte (altro sito patrimonio dell’Unesco) da ogni angolazione col sole e con la luna. Ceniamo quindi al ristorante consigliato e al posto dell’aperitivo ci facciamo portare due baclava. Durante questa vacanza ho preso un paio di chili solo con i baclava.

11 agosto (Spalato)

Alla fine della vacanza ci facciamo un’autostrada! Veramente ne avevamo fatto un pezzettino anche ieri uscendo da Sarajevo, ma era talmente corto che non ce ne siamo neanche accorti. Questa volta invece è significativo. Ci dirigiamo verso Medjugorie attraversando la zona vinicola, quindi niente banchetti con frutta e verdura per strada. Da Medjugorie ancora pochi km e si imbocca l’autostrada fin proprio a Spalato. Addirittura di passa una dogana moderna.

A Spalato abbiamo preso un mini appartamento, “Eco friendly apartment”, in posizione strategica tra la spiaggia di Bacvice, la città vecchia ed il porto. Siamo veramente soddisfatti della scelta, il proprietario è gentilissimo, ci lascia una mini guida della città ed anche una bottiglia di vino di benvenuto. Partendo presto e grazie all’autostrada arriviamo prima di pranzo così abbiamo il tempo per passare qualche ora in spiaggia e per andare a visitare il centro di Spalato con il palazzo di Diocleziano (ultimo sito Unesco di questa vacanza) nelle ore più fresche del tardo pomeriggio. Devo dire che nonostante la calca probabilmente questo è uno dei siti più belli e affascinanti che si possano vedere. Una città dentro un palazzo. La vista dalla torre campanaria poi è magnifica. Consiglio di salire come abbiamo fatto noi, al crepuscolo per godere della luce migliore. Chiude alle 19, almeno d’estate. L’unica piccola delusione della serata è che non riusciamo a trovare posto in nessuno dei due ristoranti consigliati dal nostro padrone di casa (così come dalla nostra guida e dalla rete). L’offerta dei ristoranti però non manca di certo a Spalato, sono tutti pieni nonostante il fatto che per strada non si riesca neanche a camminare e che le sistemazioni più richieste sono proprio le case con cucina. Ne scegliamo uno fuori dalle mura. Anche questo senza infamia e senza lode.

12 agosto (Spalato e rientro)

Corsetta fin sotto al parco di Marjan e alle spiagge a nord. Sono molto più belle in effetti ma lontane, quindi anche oggi decidiamo di tornare a Bacvice. E’ l’ultimo giorno, ultimo giro per la città vecchia, colazione seduti al banchetto del mercato e quindi ultima spesa per procurarci il pranzo e la cena. Doccia e quindi di nuovo in spiaggia. Il proprietario del nostro miniappartamento è stato ancora gentilissimo e ci ha dato la possibilità di lasciare la macchina nel parcheggio privato a sua disposizione. Proprio non potevamo sperare di meglio. Così abbiamo tutto il tempo per goderci un’altra giornata di sole, con un ombrellone a testa a dire il vero, e di belle nuotate.

Un po’ di amarezza per il termine della vacanza smorzata almeno parzialmente dalla piacevole sorpresa che questa volta la nave non è proprio priva di fronzoli come all’andata.



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