Baja California
Prima tappa in Baja, Tijuana che francamente ho trovato orrenda per cui il giorno seguente abbiamo iniziato il nostro viaggio a bordo di una Nissan Tsuru (sì, proprio Tsuru) con una crepa nel parabrezza che però ha retto ai colpi nonostante si sia allargata attraversandolo tutto.
Ensenada era molto simile a Tijuana ma un po’ più tranquilla per cui dopo averci pernottato ci siamo diretti a El Rosario dove praticamente c’è solo la Pensione Mama Espinosa con annesso ristorante ma che è un luogo estremamente carino.
Sulla strada per El Rosario abbiamo provato a fare il bagno nell’oceano ma era decisamente troppo freddo, forse perché ci siamo arrivati verso sera. Infatti ci eravamo dapprima fermati a “La Bufadora” che obiettivamente è più una BLUFFadora. L’attrazione principale doveva essere una specie di geyser che però non c’era, perlomeno non nel tempo della nostra visita.
Tappa seguente: Bahia de Los Angeles che dà direttamente sul Mar de Cortéz che a differenza dell’oceano è calmo e caldo. Gli unici turisti eravamo noi tre e sei altri italiani. Adorando i posti isolati e tranquilli, a me è piaciuto tantissimo. Per arrivarci abbiamo attraversato il deserto: cactus ovunque ci si voltasse; ho pensato che non potrei mai annoiarmi di guardare quel paesaggio, tanto è bello. Il mattino seguente alle 5.00 ero già in piedi con estremo stupore dello “zio” della pensione che pare abbia passato la notte seduto su una panchina, visto che la sera quando siamo andati a dormire era seduto lì e il mattino dopo l’ho ritrovato nella stessa posizione. Mi ha indicato il posto ideale per fotografare l’alba che è stato uno spettacolo mozzafiato.
Partenza per Santa Rosalia. E’ incredibile come cambiano le temperature da una parte all’altra della Baja. Sull’oceano l’aria è decisamente frizzante mentre sul Mar de Cortéz si soffre per il caldo. Anche Santa Rosalia è un piccolo centro, con due uniche strade parallele e sembra che il divertimento del sabato sera dei giovani della Baja sia attraversarle lentamente in auto più volte, senza fermarsi, guardandosi intorno mentre intorno non c’è praticamente nessuno. Nella pensione, che sembrava uno chalet svizzero, c’era un cagnolino che “cantava” la cucaracha: uno spettacolo davvero esilarante.
Il giorno seguente ci siamo fermati presso una spiaggia bellissima (El coyote): una baia con un mare trasparente e caldissimo. Abbiamo giocato a pallavolo con una famiglia messicana di circa 15 persone e ci siamo divertiti moltissimo. Dopodiché siamo arrivati a Loreto dove abbiamo incontrato una coppia di Bologna che il giorno dopo è andata a pescare catturando sei pesci enormi e invitandoci gentilmente a unirci a loro per il pranzo. Anche Loreto è un piccolo centro ma meno carino di Santa Rosalia. In giornata abbiamo fatto un giro all’isola Coronado dove gli aguamal (piccole, anzi invisibili medusine) ci hanno fatto un po’ impazzire.
La Paz è una piccola città ma era praticamente deserta. Il mattino seguente siamo andati alle spiagge Balandra e Tecolote. Il mare, secondo me, era il più bello incontrato fino a quel momento e abbiamo finalmente visto un vero tramonto sul mare. Essendo tardi siamo rimasti a La Paz invece di proseguire per Cabo San Lucas. Incredibile ma vero, quella notte c’era un gran movimento per le strade. Motivo: era la serata-disco che veniva proposta una volta alla settimana.
Il giorno dopo siamo andati a Cabo S. Lucas che è frequentato soprattutto da americani chiassosi. Siamo andati in un posto chiamato “El Squid Roe” e dopo cinque minuti stavo già pensando a come andarmene al più presto da quel luogo. Invece la mattina dopo siamo andati in una spiaggia vicina ma non era particolarmente bella. La sera, dopo cena I. E M. Sono andati in discoteca mentre io me ne sono tornata in albergo dove ho scoperto una scala attaccata a una parete e mi sono arrampicata sul tetto, nonostante la scala fosse un po’ traballante. Così ho passato un’oretta a guardare le stelle.
Il giorno dopo: dapprima tappa all’Hotel California di Todos Santos (pare che la canzone degli Eagles si riferisse proprio a questo posto, sarà vero?). Poi bagno nel Pacifico che è stato divertentissimo anche se non si poteva nuotare a causa delle onde (il mare era molto agitato). Il giorno dopo breve tappa con la barca alla Playa del amor e alla Playa del divorcio dove si trova la congiunzione del Mar de Cortéz con l’Oceano Pacifico. Spettacolare dalla parte dell’oceano (Playa del divorcio) dove c’erano delle onde altissime ma troppo pericoloso per poter fare il bagno e decisamente più tranquillo (e frequentato) dalla parte del Mar de Cortéz (Playa del amor).
Finalmente abbiamo preso la strada per Cabo Pulmo ma è stato un vero calvario arrivarci. Due ore e mezzo di strada sterrata a 20/30 km/h perché temevamo che il parabrezza ci cascasse addosso ad ogni (frequente) buca. Però Cabo Pulmo è un paradiso anche se non c’è praticamente niente, solo un resort dai prezzi altissimi e due capanne affittate da Nancy (che è la mamma di Libby che è la moglie di Pepe). Natura allo stato puro. Ho passato qualche ora a guardare un cielo stellato indescrivibile, mentre la luna sbucava dal mare e dava dei riflessi all’acqua che sembravano tante lucciole. Ho dormito fuori, sotto un tetto di paglia, perché era troppo bello. La mattina dopo all’alba ero di nuovo sul mare a scattare qualche foto in compagnia di un cagnolino. Che meraviglia: eravamo solo io, il cagnolino e il mare. Ho fatto una nuotata nell’acqua che era già caldissima. Ma chi voleva più andarsene da lì? Più tardi M. Ed io abbiamo fatto snorkeling in cerca del reef ma non si sa come, non l’abbiamo trovato, che delusione. Subito dopo, partenza per La Paz per la nostra ultima notte in Baja California. Quella sera La Paz era di nuovo deserta, niente serata-disco.
La mattina dopo partenza per l’aeroporto per il volo di rientro. Finita l’avventura, rimane il ricordo di un posto stupendo e la voglia di ritornare in Messico.