Bahamas: Exuma fai da te

Viaggio consigliato a chi è in cerca di natura e relax
Scritto da: Marco Lucio
bahamas: exuma fai da te
Partenza il: 26/02/2010
Ritorno il: 07/03/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
La scelta di andare alle Bahamas e, in particolare a Exuma, è maturata dopo aver valutato una serie di alternative, tra cui Maldive, Guadalupa, Antigua, e grazie ai resoconti di viaggio letti su questo sito abbiamo poi optato per questa meta. Exuma è composta da due isole principali, Great Exuma e Little Exuma, collegate fra loro da un ponte (“The Ferry”). Great Exuma è la più sviluppata urbanisticamente e di conseguenza la più popolata, si fa per dire: oltre al capoluogo George Town, ci sono l’aeroporto, alcuni drugstores e la maggior parte dell’offerta ricettiva dell’isola. Little Exuma è ancora meno popolata, ci sono solo alcuni villaggi e un bel po’ di case in affitto o vendita. VOLI: poiché Exuma è collegata con Miami tramite un volo giornaliero operato da American Airlines, abbiamo viaggiato con Iberia per la possibilità di partire da Genova, anche se la qualità in classe economica è risultata inferiore a quella di altre compagnie. Genova/Madrid (2h)– Madrid/Miami (10h) – Miami/George Town (1h ½). Costo totale € 1.258 (Iberia) + € 490 (AA).

ACCOMMODATION: a Miami abbiamo soggiornato al Regency Airport Hotel, sia all’andata che al ritorno (le coincidenze non consentono di viaggiare in giornata). All’andata avevamo subito deciso di cercare un albergo vicino all’aeroporto, in quanto il tempo a disposizione non era molto; siamo arrivati alle h. 17.30 e al mattino alle h. 11.00 avevamo il volo per Exuma. Al ritorno l’idea era quella di cercare un hotel a Miami Beach ma, visti i prezzi esosi e le pessime recensioni trovate su trip advisor , abbiamo nuovamente pernottato al Regency, che comunque si è confermato una buona sistemazione. Le stanze sono grandi e pulite, anche se il tutto avrebbe bisogno di una “rinfrescata”. Con soli $ 135 tasse comprese abbiamo beneficiato di prima colazione (self service, qualità scarsa), collegamento wireless free, drink con appetizer che abbiamo molto apprezzato e, volendo, si potevano utilizzare la piscina (carina, al piano terra dell’albergo) e la palestra (si fa per dire: un tapis roulant, uno step, una panca e 3 manubri in croce). L’albergo è in zona aeroporto al quale è collegato con bus navetta gratuito, partenza ogni mezz’ora. Fuori dall’albergo c’è un ottimo ristorante di pesce, molto affollato da clientela di tutte le età. L’unico vero neo dell’albergo è il rumore: l’hotel di fronte ha un impianto di condizionamento rumorosissimo ed entrambe le notti esponevamo da quella parte. Dopo un po’ ci si abitua, ma certo non è il massimo, in aggiunta ci sono anche gli aerei. In meno di mezz’ora di taxi si raggiunge Miami Beach, la reception ci ha fatto trovare un taxi all’ora richiesta e con 50 $ a/r ce la siamo cavata, fissando un appuntamento con l’autista per il ritorno. A Miami Beach abbiamo girato mezza giornata, ha il suo fascino, ma non fa per noi. A Exuma volevamo un B&B. Avevamo provato al Coral Garden, ma il proprietario ha fatto seguire alla conferma della disponibilità un messaggio di Paypal col quale chiedeva il versamento immediato della quota, con 15 $ di maggiorazione Paypal. Visto che volevamo fissare la sistemazione prima di prenotare il volo, e dato che per pagare c’è sempre tempo (siamo di Genova…) e che la prima impressione non è che sia stata fantastica, abbiamo chiesto al Breezy Hill. Anche lì c’era posto, abbiamo compilato un modulo coi nostri dati e per il pagamento ci saremmo regolati all’arrivo (solo contanti in dollari americani, abbiamo speso 600 $ per 6 notti). Il Breezy Hill è gestito da una coppia di americani, Esther e Larry, che da circa tredici anni vive ad Exuma. Nel periodo in cui vi abbiamo soggiornato era presente solo Esther, insieme al cane Buddy, in quanto Larry era negli USA. Il B&B è situato in posizione sovrastante il mare, a circa 10 minuti dall’aeroporto e a 20 da George Town. Le spiagge più belle del nord dell’isola sono a pochi minuti di auto. Offre due possibilità: una delle due stanze matrimoniali con bagno privato nella main house oppure, se si è in un gruppo da 4/6 persone, c’è la guest house accanto. Noi eravamo nella main house e siamo stati benissimo, in quanto Esther è molto discreta e spesso rimane nella sua stanza, lasciando a disposizione degli ospiti il soggiorno e una cucina super fornita dove, volendo (noi non l’abbiamo mai fatto) si possono cucinare tutti i pasti della giornata. Esther vi preparerà il banana bread, la sua specialità e poi ognuno potrà cucinare quello che vuole. Noi siamo stati per 2 giorni i soli ospiti, poi è arrivata una coppia di americani di mezz’età che si è portata la scorta di cibo e mangiava quasi sempre in casa. Stando nella main house Esther vi metterà a disposizione, oltre alla fornitissima cucina (dotata di mega frigo, 2 congelatori a pozzetto, forno, tostapane, cucina a gas e microonde), la lavatrice e vi darà la possibilità di telefonare in Italia gratuitamente, solo verso numeri fissi; anche il collegamento internet wireless è gratuito. A noi questa sistemazione è piaciuta parecchio: è in posizione ottimale, bello e pulito, e poi la padrona di casa è davvero molto ospitale e disponibile, con un modo di fare molto amichevole. Esther ci ha fornito tutte le informazioni necessarie per muoverci nell’isola, dandoci una cartina dove ci ha indicato le spiagge non segnalate, oltre che bar e ristoranti dove poter cenare. Mette a disposizione tutto il pensabile, compresi teli mare e borse frigo! In pratica è come essere ospiti di un parente. Sull’isola sono presenti alcuni resort, il più esclusivo è il “Sandals”, appena riaperto, ex Four Seasons, a circa due km a nord di Breezy Hill, che offre campi da golf e tennis, spa, negozi, per circa $ 6.000 a settimana. A quanto letto dai precedenti racconti di viaggio, quando era “Four Seasons” era possibile entrarvi senza essere ospiti, anche solo per accedere alla spiaggia (EMERALD BAY), ora non più. In giro per l’isola troverete molti cartelli di vendita e affitto di case, perlopiù villette direttamente sulla spiaggia, molto carine.

NOLEGGIO AUTO: per girare l’isola è necessario noleggiare un’auto. Esther aveva prenotato per nostro conto da Don’s Rental, all’aeroporto. Per $ 540 assicurazione compresa abbiamo affittato una Toyota Corolla. Questo autonoleggio offre il vantaggio di poter prelevare l’auto appena scesi dall’aereo, anche se la disponibilità di mezzi probabilmente non è ampia: noi abbiamo dovuto tornarci dopo due giorni per cambiare l’auto, in quanto inizialmente ci hanno messo a disposizione (senza maggiorazioni) una grossa berlina, e anche l’altra coppia della main house ha dovuto farsi accompagnare da Esther perché al loro arrivo non c’erano auto disponibili. Non è necessario noleggiare fuoristrada o macchine di grossa cilindrata, poiché l’isola è percorribile attraverso l’unica strada asfaltata, la QUEEN’S HIGHWAY, che la taglia longitudinalmente, e anche le spiagge sono raggiungibili con strade sterrate facilmente percorribili. La cosa curiosa è che spesso le macchine, essendo perlopiù provenienti dagli USA, hanno il volante a sinistra, ma ricordate che la guida è a destra!! Non ci sono particolari problemi di sicurezza alla guida, prestate solo attenzione di sera, perché i bahamiani tengono accese tutte le luci che le macchine hanno a disposizione, compresi fendinebbia e/o abbaglianti, che non spengono se incontrano altre macchine e quindi risultano un po’ fastidiose; Esther vi metterà in guardia dalla guida dei bahamiani che, a suo dire, oltre a non spegnere le luci vanno veloci e, dopo aver bevuto, a zig zag. Noi comunque, a parte il discorso luci, non abbiamo avuto problemi, forse perché già abituati alla guida italiana nel traffico cittadino!! SPIAGGE: per le spiagge c’è solo l’imbarazzo della scelta, una più bella dell’altra e la cosa spettacolare è che, nella maggioranza dei casi, sono deserte. L’unico dato negativo è che molte non sono segnalate e quindi si va a tentativi o chiedendo per strada, se trovate qualcuno! Già a circa 100 m dal Breezy Hill c’è una bella spiaggia, con prospiciente reef e che è praticamente privata, in quanto ci si arriva da un sentiero che parte dal B&B. A nord sono sicuramente da vedere RUNAWAY BEACH e COCOPLUM BEACH che fanno parte di un’unica baia veramente spettacolare dove, semplicemente camminando a riva, abbiamo visto parecchie stelle marine. Sulla spiaggia di RUNAWAY, che ha l’accesso segnalato con cartello sulla strada, c’è un chiosco gestito da una famiglia di bahamiani che vive nella casa poco sopra la spiaggia, ma quando siamo andati noi, forse per la scarsità degli ospiti (c’eravamo solo noi: una signora è scesa e dopo aver visto che c’erano solo due genovesi avrà ritenuto superfluo aprire…), non è stato aperto e pertanto abbiamo goduto gratuitamente delle sdraio lasciate sulla spiaggia, in beata solitudine. COCOPLUM BEACH non è invece segnalata, quando abbiamo trovato la strada sterrata e l’abbiamo percorsa ci siamo trovati di fronte il cancello chiuso. Non abbiamo riprovato perché, parlandone con Esther, abbiamo saputo che il proprietario ha dovuto trovarsi un lavoro in USA (è cuoco) dopo la chiusura del vicino resort che gli mandava molti clienti. Ci si può andare a piedi da RUNAWAY BAY camminando sulla spiaggia. A nord noi siamo arrivati fino a Rolleville, dove c’è una spiaggia da dove inizia la baia di RUNAWAY e COCOPLUM. Pare che sia il paese più popoloso dell’isola (circa 1.000 abitanti) e rende meglio di George Town l’idea delle condizioni di vita dei bahamiani, non certo benestanti, ma comunque dignitose. Andando verso nord, prima di COCOPLUM merita una sosta BIG D’S, baretto caratteristico su una bella spiaggia ma, ovviamente, un po’ più affollata. Il che vuol dire che avevamo gente a “soli” 20 metri di distanza… Lungo la costa incontrerete spiagge segnalate (FLAMINGO BAY, OCEAN BAY, JOLLY BEACH ecc.) e non (al bivio per MOSS TOWN c’è l’accesso a una lunga spiaggia deserta, e anche all’altezza di 3 grossi scogli detti THREE SISTERS, tra l’aeroporto e il B&B, c’è un altro accesso con parcheggio), starà a voi decidere se vederle o proseguire, in quanto l’isola deve essere scoperta e lascia assoluta libertà su tempi e posti da vedere. Tenete presente che la costa bella, quella dove ci sono tutte le spiagge che vale la pena vedere, è quella sul versante atlantico: la costa caraibica non offre nulla, sia a livello di paesi che di spiagge (noi non ci siamo avventurati, ma Esther diceva che chi c’è andato non ha trovato altro che “bush” e “mud”). A Little Exuma sicuramente da vedere è la spiaggia del Tropico del Cancro, lunghissima e con colori stupefacenti. Non è segnalata, ma venendo da G.E. Sul lato sinistro della strada troverete un piccolo cartello di legno con scritta gialla “WINK BEACH VILLAS”, un palo della luce con segnali blu e dei bidoni della spazzatura: prendete quello sterrato e in fondo c’è la spiaggia. Poco prima della spiaggia del Tropico ce n’è un’altra più piccola, ma altrettanto bella: lo sterrato parte di fronte alla carcassa di un camion. Noi siamo arrivati fino in fondo a Little Exuma, ma la punta è caratterizzata da acqua stagnante e quindi non vale la pena. Come già scritto dagli altri “turisti per caso”, a Williams Town poco dopo lo sterrato per il TROPIC merita sicuramente una sosta il chiosco di Santana’s Grill (è aperto dal martedì al sabato dalle h. 12.00 alle h. 14.30; noi ci siamo capitati di domenica e lo abbiamo trovato aperto, grazie ad un gruppo di signore americane che aveva prenotato la visita). La Big Mama che lo gestisce è sorridente e gentile, e ben volentieri vi mostrerà le foto di Johnny Depp & Co. Delle quali hanno parlato altri turisti per caso.

MANGIARE: troverete pesce, molto diffusi il grouper (cernia) e lo snapper (della stessa famiglia del dentice), quest’ultimo con molte spine, e poi crostacei (aragoste – non troppo saporite – , gamberi, granchi) e ovviamente l’immancabile CONCH, il mollusco tipico di questa zona, che potrete gustare in insalata, fritto o in zuppa, oltre ai classici hamburger americani. Ovviamente non potrete fare a meno di bere almeno una bottiglia di KALIK, la birra delle Bahamas, disponibile in versione normale e “gold”, un po’ più forte e secondo noi più buona.

RISTORANTI/BAR: oltre a quelli già citati, noi siamo stati da CHEATER’S, solo a pranzo, dove abbiamo mangiato dei buoni sandwich (finalmente un pane più normale per i nostri gusti, rispetto al solito dolciastro utilizzato per gli hamburger), due sere allo SPLASH, ristorante del Palm Bay Beach Club, dove ci siamo trovati bene, mangiando sempre pesce e due sere al CASTEWAYS 2, sulla strada per Moss Town, più vicino al B&B, dove abbiamo assaggiato l’ottimo CONCH fritto, su indicazione di Esther. (se alloggiate al Breezy Hill e volete andare al Casteways chiedete ad Esther di telefonare, in modo da essere sicuri che per quella serata abbiano il conch, in quanto noi la prima sera che siamo andati non lo avevano). Lo SPASH è un po’ più caro, sui $ 20/25 a testa, mentre da CASTEWAYS abbiamo speso $ 15 a testa. Di Santana’s e Big D’s, dove abbiamo anche cenato una sera, abbiamo già detto. Ci siamo trovati bene ovunque, i posti in genere sono spartani ma piacevoli, solo lo Splash è un po’ più “mondano”. Siamo stati anche da Houseman, il più vicino al B&B, però abbiamo preso 2 hamburger quindi possiamo dire poco se non che come posto è quello un po’ più “ruspante”.

ESCURSIONI: siamo stati a Stocking Island e ve la consigliamo, se avete voglia di passeggiare troverete anche lì molte belle spiagge. La domenica c’è il Sunday Pig Roast, maiale arrosto con tanta gente che si affolla intorno al bar e alla griglia. Noi il maiale non l’abbiamo assaggiato, ma abbiamo preso la conch salad fatta al momento nel chiosco sulla spiaggia, un simpatico haitiano prepara questa freschissima insalata e vi insegnerà anche a dar da mangiare alle razze (stingrays), se presenti. Il trasferimento da Gorge Town avviene con water taxi del Chat’n’chill (il bar/ristorante dell’isola, con adiacenti campi da volley e sedie sdraio sulla spiaggia a disposizione dei clienti), noi abbiamo trovato 2 “abusivi” che ci hanno chiesto più del dovuto ma sapendo il prezzo ufficiale (12 $ a/r a persona) gli abbiamo detto che più di quello non gli avremmo dato, ed è finita lì.

INFORMAZIONI GENERALI: noi abbiamo trovato tempo soleggiato, ma sempre con un po’ di nubi passeggere (tranne un giorno in cui il sole non è mai uscito), ma la temperatura non è mai stata molto calda, c’era sempre una brezza molto frizzantina, che purtroppo non ci ha fatto godere appieno dello splendido mare di quest’isola; infatti avremmo voluto noleggiare una barca per fare il giro di Elizabeth Harbour, ma non è stato possibile. D’altra parte è stato un inverno tosto anche lì. Su valuta e altre cose non ripetiamo quanto già riportato in altri diari, diciamo solo che coi cellulari noi non abbiamo avuto problemi. E sul reef non possiamo dire nulla perché per vari motivi non abbiamo fatto snorkeling. L’isola è sicura, si gira senza problemi e la gente del luogo è cordiale e tranquilla. Sicuramente è una meta che consigliamo a chi vuole fare una vacanza di assoluto relax, godendosi ciò che la natura offre, senza aspettarsi divertimenti notturni, locali affollati e negozi. Le spiagge sono stupende e il mare ha colori stupefacenti. Se andate, ricordate di portare tutto quello che vi può servire: lì non c’è quasi nulla, a parte alcuni negozi di alimentari e il mercatino di artigianato (borse e cestini di paglia) a Gorge Town. Persino con le cartoline abbiamo fatto fatica!



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