Bagheria, Sicilia

Volo Pisa Palermo con AirOne (sento un vicino nella fila che lo pronuncia "airone" e mi accorgo che invece io l'ho sempre detto all'inglese) del 5 agosto, puntuale anzi in anticipo a Punta Raisi ora aeroporto Falcone Borsellino. Siamo ospiti da una cugina ad Altavilla Milicia e quindi voglio solo raccontare una visita alle ville di Bagheria....
Scritto da: serbet
bagheria, sicilia
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Volo Pisa Palermo con AirOne (sento un vicino nella fila che lo pronuncia “airone” e mi accorgo che invece io l’ho sempre detto all’inglese) del 5 agosto, puntuale anzi in anticipo a Punta Raisi ora aeroporto Falcone Borsellino. Siamo ospiti da una cugina ad Altavilla Milicia e quindi voglio solo raccontare una visita alle ville di Bagheria. Intanto occorre decidere quali ville visitare perchè ce ne sono tante ed optiamo per le due/ tre principali. Iniziamo anche perchè è subito all’ingresso del paese per Villa Cattolica, sede del Museo ”Renato Guttuso” Sulla Strada Statale 113, in prossimità dell’ingresso a Bagheria, in un incantevole zona circondata dal verde sorge questa Villa Cattolica, fatta costruire nel 1736 da Francesco Bonanno, principe di Cattolica e pretore di Palermo. Il principe Bonanno, voleva per la sua residenza estiva, un luogo dal quale potesse dominare tutto il territorio bagherese, probabilmente per tenere sotto controllo le dimore degli altri principi che avevano scelto la piana di Bagheria come luogo di villeggiatura. Il Museo Guttuso Villa Cattolica ospita la Pinacoteca comunale dedicata a Renato Guttuso, il noto pittore bagherese nato a Bagheria il 26 dicembre del 1911 e morto a Roma il 18 gennaio del 1987. Le spoglie del maestro riposano all’interno dell’arca monumentale situata nel giardino dietro la villa, realizzata con marmi brasiliani celesti dallo scultore e amico di Guttuso, Giacomo Manzù. Il luogo in cui è stata collocata l’arca non è casuale, il pittore infatti, prima di morire espresse il desiderio di essere sepolto in un posto da dove si potesse vedere il mare. Il retro della villa era quindi il posto ideale perché da li si apre lo splendido scenario del golfo di Palermo e del mare azzurro. Le sale della pinacoteca di Villa Cattolica sono 13: tutto il piano nobile è dedicato all’esposizione delle opere di Guttuso, nelle altre sale si possono ammirare le tele di Onofrio Tomaselli, Domenico Quattrociocchi, le sculture di Giuseppe Pellitteri e le opere di altri artisti che hanno avuto un dialogo artistico con il celebre maestro. Sono complessivamente 200 le opere esposte tra cui le circa 100 opere donate nel 1973 da Guttuso al Comune di Bagheria. Questo si legge nei depliant, ora veniamo alla nostra esperienza di visita. La villa, pagati i 4,5 euro, si presenta affascinante ma decisamente malridotta. Ci accompagna, svogliatamente, una hostess che appena entrati nella prima sala del Museo Guttuso ci indica un pannello che descrive a decenni la vita del pittore e ci dice “Lì potete leggere la bibliografia (sic..) di Guttuso”. Detto ciò si siede prostrata dallo sforzo e si mette a leggere una cosa sua. Cominciamo a visitare le sale ed apprezziamo i quadri; francamente di Guttuso conosciamo poco a parte la famosa Vucciria ed i gossip della sua convivenza con Marta Marzotto. Una sala è buia: chiediamo il perchè disturbando la lettura e ci viene detto che sono bruciate le lampadine e si aspetta da alcuni giorni l’elettricista. Al termine chiediamo se si può vedere la “stanza dello scirocco” che è una caratteristica stanza presente in alcune ville siciliane dove ci si rintanava quando soffiava lo scirocco per alcuni giorni. Altro sforzo per solleversi ed indicare col dito una zona fuori, nel giardino dove si intravvede una scala che scende, “però la stanza è buia e non vedete niente”. Voglio lo stesso scendere e faccio una foto col flash che poi svilupperò per veder qualcosa ma resta comunque interessante il tutto. Veramente ci sono delle lampadine che però non si accendono. Giriamo attorno alla villa, che ha un lato impacchettato da ponteggi, ed una dependance che ospita cartelloni di film famosi. Non mi è chiaro cosa c’entri ma poi verrò a sapere che di Bagheria è il regista Tornatore e quindi forse l’aggancio è questo.

In conclusione si consiglia la visita dopo essersi preparati un poco su Guttuso e sul barocco siciliano.

l’altra villa che visitiamo è naturalmente Villa Palagonia ( con l’accento sulla i) meglio conosciuta come la Villa dei Mostri, che è uno dei monumenti siciliani barocchi più conosciuti a livello nazionale e internazionale. La villa fu fatta costruire nel 1715 da Francesco Ferdinando Gravina, principe di Palagonia. La tradizione vuole che il principe di Palagonia fosse brutto e deforme e quindi, quasi per vendicarsi del suo avverso destino, volle ridicolizzare attraverso una serie di caricature amici e conoscenti che lo circondavano e che partecipavano ai tanti ricevimenti che egli era solito tenere nel suo palazzo. Anche l’arredamento dei saloni era alquanto bizzarro: i piedi di alcune sedie erano segati in maniera disuguale così che rimanessero zoppe, mentre altre erano talmente inclinate in avanti che bisognava fare molti sforzi per non scivolare e cadere. Sotto i velluti delle sedie spesso erano stati nascosti spilli e spuntoni. La villa è al centro del paese e poichè quel giorno cìè la festa con sfilata di carretti siciliani e bancarelle, diventa arduo arrivarci vicino. Pagati i soliti 4 euro si entra in un mondo a sè. Qui se non altro all’ingresso un giovane chiede se si desidera essere accompagnati per spiegazioni; ringraziamo dopo l’esperenza precedente ma anche perchè siamo ben documentati. La cosa più bella è Sala degli specchi”, il meraviglioso salone quadrato di ricevimento decorato in maniera lussuosa con marmi di svariato colore, con il tetto interamente coperto di specchi che deformavano, deridendole, le figure riflesse. Nei muri medaglioni e busti artistici raffiguranti il principe e persone di famiglia, scolpiti nel marmo dal Gagini. All’esterno le statue rimaste e tutta la villa abbisognerebbe di una pulita, pur conservando il fascino d’altri tempi.

Qui finisce il nostro tempo ed anche l’orario di visita (le 19, che è presto considerando che siamo ad agosto). Il racconto vuole stimolare alla visita di queste due belle ville barocche ( il racconto Bagheria della Maraini, si svolge invece a Villa Valguarnera) sperando che la professionalità del contesto migliori. Ah, naturalmente eravamo solo una decina dentro e migliaia fuori a veder le bancarelle.



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