Azzorre: un mondo tutto da scoprire e da vivere ai confini tra sogno e realtà
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Ritorno 18/8/2013
Viaggiatori 4
Costo a persona: approsimamente 1.400 euro
L’idea di fare un viaggio alle Azzorre è nata nella mia mente quasi per caso; uno dei miei più grandi sogni è sempre stato quello di vedere i delfini nel loro habitat naturale e di nuotare con loro. Ho sempre pensato che questo fosse possibile solo in luoghi come i Caraibi o il Messico, ma poi un giorno, navigando su internet e cercando nuoto con i delfini e avvistamento cetacei sono venuta a conoscenza di queste fantastiche isole e ho che per realizzare il mio sogno non era necessario andare fino dall’altra parte del mondo!
A questo punto ho iniziato a documentarmi su queste isole, ho visitato numerosi siti, tra cui quello www.isoleazzorre.it e www.visitazores.com particolarmente ricchi di informazioni, e piano piano ho scoperto che queste isole non offrivano solo la possibilità di avvistare cetacei e delfini a volontà ma anche paesaggi stupendi e scenari unici.
Un altro motivo che mi ha spinto a recarmi alle Azzorre è stato anche il desiderio di ammirare le sterminate distese di ortensie che caratterizzano il paesaggio di isole quali Faial, Flores o Pico.
Un altro utile sussidio per preparare al meglio questo viaggio è stata la guida “Azzorre” di Susanne Lipps edita dalla DuMont.
Avendo solo 12 giorni a disposizione abbiamo deciso di fare una selezione delle isole da visitare scegliendo Pico, Faial, Flores e Corvo.
7 agosto
Finalmente ci siamo, dopo mesi e mesi di attesa e intensa pianificazione è arrivato il momento di partire per il nostro viaggio che ci porterà alla scoperta delle meravigliose Azzorre.
Partiamo di buon’ora alla volta dell’aeroporto di Bologna da dove partirà il volo della TAP PORTUGAL, la compagnia di linea portoghese, che ci porterà fino a Lisbona.
Lasciamo la nostra auto presso Parking Go, a pochi minuti di navetta dall’aeroporto, servizio impeccabile e grande cortesia, lo consiglio vivamente!
Arriviamo in aeroporto con largo anticipo, d’altronde il nostro motto è chi ha tempo non aspetti tempo!
Purtroppo la compagnia aerea portoghese non è del nostro stesso parere visto che il nostro volo arriverà con una mezzoretta di ritardo…questa proprio non ci voleva, abbiamo infatti solo un’ora di tempo per prendere l’altro aereo della TAP che da Lisbona ci avrebbe portato a Horta, nell’isola di Faial; purtroppo i nostri timori non si sono rivelati infondati e a causa del ritardo abbiamo effettivamente perso la coincidenza con il nostro volo.
Premetto che la compagnia portoghese ci ha volontariamente lasciati a piedi, a niente sono serviti la nostra corsa disperata e le ripetute e accorate richieste fatte da un operatore dell’aeroporto di Lisbona che correva al nostro fianco con il suo walki toki affinchè ci facessero imbarcare; in pratica abbiamo perso il nostro aereo solo per una manciata di minuti e tra l’altro proprio sotto ai nostri occhi increduli… Niente da fare, ci informano che fino alla mattina dopo non ci sono voli che portano alle Azzorre, quindi dopo averci liquidato prenotandoci il volo per il giorno successivo e l’albergo in cui pernottare ce ne andiamo a Lisbona arrabbiati ma soprattutto enormemente delusi per questo sgradevole contrattempo.
Non siamo stati i soli ad essere lasciati a piedi dalla compagnia aerea portoghese, nella nostra stessa situazione abbiamo incontrato anche un’altra ragazza italiana che ha perso la coincidenza per Faro… sicuramente non farò una buona pubblicità alla TAP!
Arrivati in albergo, che ci era stato detto doveva essere un cinque stelle e che invece di stelle ne aveva a mala pena tre, depositiamo bagagli e poi usciamo approfittando di questa sosta forzata per fare una visita, seppure brevissima, di Lisbona.
L’unica cosa positiva di questo inconveniente è che abbiamo conosciuto un ragazzo abruzzese, Rino, simpaticissimo ed esperto sub che ci ha deliziato con i suoi incredibili e avventurosi racconti di immersioni in alcuni dei più remoti e incontaminati luoghi del nostro pianeta.
Rientrati in albergo letteralmente cotti andiamo presto a dormire visto che ci aspettano poche ore di sonno, la sveglia è infatti alle 5.30 di mattina!
8 agosto
Dopo aver consumato in tempo da record la peggiore colazione della nostra vita prendiamo il taxi che ci condurrà presso l’aeroporto di Lisbona da dove finalmente potremo prendere quel benedetto aereo della TAP che ci porterà alle Azzorre; è solo questione di poche ore e poi finalmente saremo a destinazione! Le nostre speranze vengono però ancora una volta deluse dall’ennesimo inconveniente di questo viaggio che chiaramente non è iniziato nel migliore dei modi. Il nostro aereo riporta infatti un ritardo di quasi un’ora, nessun problema se non fosse che per questo motivo non riusciremo a prendere il traghetto delle 10.30 che ci avrebbe dovuto portare dall’isola di Faial a quella di Pico dovendo così aspettare quello delle 13.15! Un’altra mezza giornata di viaggio è andata sprecata!
Dopo ben 31 ore di viaggio, due aerei e una traghettata di mezzora, finalmente alle 14.00 arriviamo a Madalena; non ci sembra ancora vero! Appena scesi dal traghetto ci rechiamo di corsa agli uffici Ilha Verde presso cui abbiamo noleggiato la nostra auto, ma qui, dopo averci fatto attendere per quasi un’ora, ci dicono che sfortunatamente la nostra auto è fuori e che dobbiamo aspettare fino alle quattro del pomeriggio…siamo ormai allo stremo delle forze, stanchi, affamati e a questo punto non ne possiamo veramente più!
Approfittiamo delle due ore che ci restano prima di entrare in possesso della nostra auto per fare un giretto nel piccolo centro di Madalena e comprare qualcosa per cena e colazione visto che soggiorneremo in un appartamento sperduto sulla costa nord dell’isola presso il quale, se tutto va bene, arriveremo nel tardo pomeriggio.
Prima di lasciare il centro di Madalena ci rechiamo anche presso il centro diving con cui abbiamo prenotato due uscite in mare per avvistare balene e delfini e definire così l’orario delle uscite e qui ecco un’altra bella sorpresa; la nostra uscita per i delfini era prevista per giovedì mattina alle 8.30 mentre noi, a causa di quel maledetto ritardo aereo, siamo arrivati nel pomeriggio quindi questa cosa ha creato un po’ di problemi agli organizzatori, per fortuna però alla fine tutto è stato sistemato e con nostro immenso piacere riusciamo a fissare entrambe le uscite.
Percorrendo la strada verso il nostro appartamento ci scorrono davanti gli occhi paesaggi meravigliosi, foreste lussureggianti dagli alberi mai visti primi , coloratissimi fiori e scorci mozzafiato che ci fanno subito dimenticare le nostre recenti disavventure.
La nostra prima impressione è di essere stati catapultati in un altro mondo, a metà tra l’Europa e i paesi caraibici.
Un’altra cosa ci colpisce subito:la totale assenza di traffico e la scarsissima presenza umana.
Come previsto arriviamo al nostro appartamento solo nel tardo pomeriggio e per fortuna ad accoglierci ci sono un ragazzo e una ragazza estremamente cordiali e disponibili che addirittura non ci addebitano il costo della prima notte in cui avremmo dovuto alloggiare nella loro struttura!
Il nostro appartamento, Adegas do Pico, è una struttura turistica rurale situata a due passi dall’oceano in cui si respira veramente un’atmosfera di altri tempi; gli arredi sono molto curati e vivaci, l’unico neo, se così si può definire, è l’assenza di connessione internet e della televisione.
Scaricati i bagagli decidiamo di non perdere neanche un altro minuto e, seppure completamente a pezzi per la stanchezza e la mancanza di sonno, ce ne andiamo in giro con la nostra auto ad esplorare l’isola.
Ci inoltriamo verso una stradina di campagna che ci conduce in un paesaggio bucolico che per certi versi richiama quello della campagna inglese con la differenza però che qui splende il sole e sullo sfondo si staglia maestoso l’oceano con il suo azzurro intenso.
Lungo la strada ci fermiamo anche ad ammirare e fotografare il paesaggio dai molti miradouro disseminati lungo la costa.
9 agosto
Dal momento che abbiamo perso un giorno e mezzo decidiamo di sfruttare al massimo il poco tempo che trascorreremo sull’isola di Pico e così decidiamo di svegliarci alle 6 di mattina per poter iniziare presto la giornata e riuscire così a vedere più cose.
Purtroppo dobbiamo scartare subito la salita sul Pico, il vulcano che con i suoi 2351 metri è la montagna più alta del Portogallo, primo perché per arrivare in cima alla sua vetta occorre praticamente un’intera giornata e secondo perché la sua vetta è quasi sempre ricoperta da una fitta coltre di nebbia che impedisce di godere appieno del suo paesaggio.
Decidiamo così di esplorare la zona dei Lagoas, i laghi vulcanici disseminati nella zona interna dell’isola: il Lagoa do Capitao, quello più fotografato ma che secondo noi non è il più suggestivo, il Lagoa do Caiado e il Lagoa Seca che invece sono a nostro avviso più selvaggi e i più belli in assoluto.
I paesaggi interni dell’isola di Pico sono veramente magici: distese di un verde acceso, costellazioni di ortensie color azzurro che sbucano dalle strade formando quasi un tunnel nel quale avvolgono chiunque vi passi dentro, muretti di pietra lavica che si stagliano fra i pascoli, alberi di una forma mai vista prima, dai rami contorti piegati dal vento, il tutto con in sottofondo l’imponente presenza del Pico con la sua vetta onnipresente.
Bellissimi sono anche i caratteristici mulini a vento che si trovano qua e là sull’isola dal colore rosso acceso che fa da contrasto con l’azzurro del cielo e il nero dei muretti in pietra.
Per pranzo facciamo una sosta a Lajes do Pico, il terzo centro maggiore dell’isola dopo Madalena e San Roque, all’inizio del quale è possibile ammirare il Pico da un’angolazione meravigliosa.
Pranziamo in un ristorantino/bar proprio di fronte il lungomare che consigliamo per l’ottimo rapporto qualità prezzo; siamo alle Azzorre da appena un giorno e mezzo e abbiamo imparato che è possibile mangiare bene e a prezzi incredibilmente bassi!
10 agosto
Oggi andremo a visitare la costa nord ovest che va da Sao Roque fino a Madalena per ammirare la meravigliosa costa rocciosa formata da colate di lava nera che dà origine ad un paesaggio quasi lunare e la zona delle vigne e delle cantine; anche se il cielo oggi è grigio l’atmosfera è comunque incredibilmente suggestiva. Davanti a noi l’oceano mentre dietro si snodano innumerevoli muretti di pietra che formano tanti piccoli campi chiusi in cui crescono le viti; i muri le proteggono dal vento e dagli schizzi dell’acqua di mare, mentre il colore scuro delle pietre immagazzina il calore solare restituendolo alle piante durante la notte; l’Unesco ha dichiarato questo mosaico di minuscole vigne patrimonio culturale dell’umanità.
Ci fermiamo anche ad ammirare i tipici nuclei abitativi di questa zona come quello di Santa Luzia, Cabrito e Lajido, quest’ultimo posto sotto tutela monumentale.
Una delusione è stato invece il paese di Porto Cachorro, vivamente consigliato dalla nostra guida, in cui avremmo dovuto ammirare delle bizzarre formazioni di lava che si trovano sul mare; dopo aver scrutato in lungo e in largo senza scorgere alcuna formazione di lava particolarmente “anomala”, mentre stiamo per andarcene vediamo due turisti avvicinarsi ad una grossa pietra che solo in un secondo momento abbiamo capito essere la “famosa” roccia che dà il nome al paese e che viene identificata con un cane per via delle orecchie (in portoghese cachorro). Delusi da questa triste scoperta ce ne andiamo senza fare neanche una foto. L’unica cosa degna di interesse in questo piccolo paese è un negozietto di artigianato locale veramente carino in cui abbiamo degustato degli ottimi vini e liquori locali e dove abbiamo acquistato alcuni ricordini che ci sono stati confezionati in buste fatte con vecchia carta di giornale…della serie qui non si butta via nulla, viva il riciclaggio e abbasso lo spreco!
Alle 12 arriviamo a Madalena dove abbiamo appuntamento con i membri del CW Azores presso il quale abbiamo prenotato le nostre uscite in mare per l’avvistamento delle balene e il nuoto con i delfini.
La nostra uscita è fissata per le due così nel frattempo pranziamo in un locale proprio nel centro di Madalena, accanto alla chiesa;con sole quattro euro a testa mangiamo un ottimo cheeseburger con patatine. Soddisfatti e con la pancia piena ci dirigiamo impazienti verso il centro diving, la voglia e la speranza di avvistare qualche balena è grandissima! Ad attenderci c’è Sara, la nostra guida, una ragazza di Milano la cui famiglia si è trasferita da sette anni alle Azzorre per svolgere questo magnifico lavoro.
Dopo un breve briefing che ci introduce nel meraviglioso mondo dei cetacei arriva lo skipper del nostro gommone dicendoci che per oggi purtroppo non sono state avvistate alcune balene, data la scarsa possibilità di vederne una ci propone allora di anticipare l’uscita per il nuoto con i delfini ad oggi e di rimandare quella per l’avvistamento dei cetacei a domani mattina.
Accettiamo volentieri anche se questo cambio di programma ci coglie un po’ alla sprovvista, se l’avessimo saputo certo non ci saremmo abbuffati come dei maiali per pranzo!
Insieme a noi si aggregano altri due italiani, Francesco e Isabella, dopo aver indossato le mute e i giubbotti, saliamo sul nostro gommone e partiamo per questa straordinaria avventura. Vedere da vicino i delfini nuotare nel loro habitat naturale è sempre stato il mio sogno, ho desiderato questo momento da tutta una vita ed è proprio questo fortissimo desiderio che mi ha spinto viaggiare fino alle Azzorre!
Dopo pochi minuti di navigazione avvistiamo le prime pinne da lontano, siamo tutti emozionatissimi… la nostra guida ci dice che siamo circondati da un branco composto da quasi 200 delfini, incredibile!
Non ci sono parole per descrivere le fortissime sensazioni provate in quel momento, i delfini venivano a nuotare proprio a fianco del nostro gommone e avvicinandosi al pelo dell’acqua si riusciva anche a sentire il loro verso. Tre di noi si immergono varie volte nuotando in mezzo a delfini che sfrecciano tutt’intorno come saette.
Rientriamo al porto dopo tre ore stupende e indescrivibili, non vediamo l’ora che sia domani per uscire di nuovo in mare e vedere anche qualche capodoglio!
Prima di rientrare al nostro appartamento andiamo fino alla zona di Criacao Velha per ammirare un altro tratto di costa veramente suggestivo dove si trovano ancora molte vigne e un mulino a vento ristrutturato dalla cui cima si gode un bella vista sull’oceano.
11 agosto
Oggi è il nostro ultimo giorno a Pico, quattro giorni sono volati in fretta e purtroppo è già giunta l‘ora di salutare questa bellissima isola; la sveglia suona alle 5.30 perché dobbiamo andare fino a Madalena a riconsegnare la nostra auto, dopodichè alle 8.00 abbiamo la nostra seconda uscita in mare alla ricerca delle balene! Speriamo che stamattina però si facciano vedere!
Siamo tutti un po’ assonnati ma allo stesso tempo super eccitati per questa nuova avventura in mare.
Ritroviamo anche i ragazzi italiani conosciuti il giorno prima con cui ci scambiamo consigli e racconti di viaggio.
Stamattina è una giornata fantastica; condizioni migliori per uscire in mare non le potevamo certo trovare! L’isola di Pico vista dall’oceano, con il suo vulcano perennemente circondato da un anello di soffice e fumosa nebbia, è uno spettacolo che ci accompagna per tutta la durata della nostra escursione. Il verde della costa che si tuffa direttamente nel blu profondo dell’oceano atlantico crea dei contrasti spettacolari che ci lasciano a bocca aperta.
Intanto il nostro gommone sfreccia ad una velocità altissima facendoci fare dei salti incredibili, poi ad un certo punto si ferma di colpo e lo skipper ci dice di guardare tutti davanti a noi perchè ci sono alcuni capodoglio; dapprima non riusciamo a vedere nulla ma poi ecco uno spruzzo uscire dall’acqua e finalmente riusciamo a vedere anche noi questi meravigliosi giganti del mare! Sono cinque e si stanno muovendo intorno a noi, anche se ad una certa distanza, per legge infatti dobbiamo tenere una distanza di almeno 50 metri. Dopo aver scattato almeno un centinaio di foto ripartiamo a tutta birra perché dalla radio ci dicono che è stato avvistato un altro gruppo di capodogli; trascorsi pochi minuti ci imbattiamo in un gruppo di delfini scatenati che saltano e sfrecciano in tutte le direzioni seguendo la scia lasciata in acqua dal nostro gommone, si tratta di delfini comuni e di stenelle striate, una bella fortuna visto che il giorno prima avevamo visto solo delfini comuni.
La nostra “caccia alle balene” però non è ancora finita perché prima di rientrare al porto di Madalena abbiamo incontrato altri capodogli, stenelle maculate, balene pilota, due differenti specie di tartarughe marine e persino due grampi! La nostra guida, Sara, non fa altro che ripetere: “Che giornata ragazzi, che giornata! E’ una delle migliori uscite che abbia mai fatto da quando faccio questo lavoro!”.
Ma la sorpresa più grande ed emozionante ci arriva poco prima di rientrare in porto; ad un certo punto vediamo una scia lunghissima e una molto più piccola che ci dicono essere di un capodoglio e del suo piccolino e ad un tratto ci vediamo spuntare dall’acqua, praticamente sotto il nostro gommone, proprio il piccolo capodoglio! Che emozione, siamo tutti esterrefatti e increduli, persino il nostro skipper non credeva ai suoi occhi! Non è da tutti avere un incontro così ravvicinato con queste creature e soprattutto non è affatto comune che un capodoglio si avvicini così tanto ad un’imbarcazione e per un tempo assai prolungato; era come se ci avesse scambiato per la sua mamma o per un grosso pesce perché ha continuato a strusciarsi alla chiglia del nostro gommone e ad attraversarlo da parte a parte per diverse volte.
Con il cuore pieno di gioia e vivamente commossi facciamo ritorno a Madalena ringraziando caldamente il team di CW Azores per averci regalato una giornata così emozionante!
Dopo aver pranzato nel solito locale del giorno prima e dopo aver gustato delle buonissime Pastel de Nata , che ci sono state gentilmente offerte da Francesco e Isabella, ci dirigiamo nuovamente al porto per prendere il traghetto che ci porterà a Fail, ovvero la seconda tappa del nostro viaggio alle Azzorre.
Prima di salire sul traghetto ci viene a salutare anche Rino, il ragazzo con cui abbiamo fatto amicizia a Lisbona e con il quale abbiamo instaurato fin da subito un feeling particolare; oltre a raccontarci le immersioni fatte in questi giorni Rino ci mostra anche delle meravigliose fotografie scattate sott‘acqua che lo ritraggono in mezzo a squali e pesci di ogni sorta. Ci salutiamo con la promessa di andarlo a trovare in Abruzzo dove lui ci ha promesso che ci porterà a vedere camosci, cervi e, con un pizzico di fortuna, anche qualche orso nel parco della Maiella. Prima di salutarci Rino regala ad ognuno di noi delle bellissime conchiglie di madreperla trovate durante un’immersione…un pensiero stupendo che ci lascia tutti commossi!
Arriviamo a Faial alle 14.30 e dopo aver avuto non poche difficoltà a trovare l’ufficio dell’autonoleggio ci mettiamo in viaggio verso il nostro appartamento che si trova a Ribeira Funda; Casa d’Arramadas è un complesso di deliziose casette recentemente ristrutturate con stile.
12 agosto
Stamattina, con mio grande piacere, ci concediamo un’ora di sonno in più; al nostro risveglio, appeso fuori dalla nostra porta, ci attende un cestino di vimini colmo di cose buone da mangiare: latte, succo di frutta, panini appena sfornati, burro, un panetto di marmellata fatta in casa, un dolce tipico della zona e dei pezzi di formaggio.
Dopo aver fatto colazione partiamo alla volta del Vulcano Capelinho, fuori è iniziato a piovere, speriamo che smetta altrimenti ci inzupperemo da capo a piedi… arrivati a metà strada per fortuna le nostre preghiere sono state ascoltate, ecco infatti spuntare il sole!
Arriviamo al vulcano e rimaniamo subito pietrificati davanti ad un panorama surreale che richiama un paesaggio di tipo lunare; una montagna di terra rossa mista a nero costellata da una miriade di rocce vulcaniche che si getta a picco nell’oceano.
Il Capelinho è il vulcano più giovane delle Azzorre nato appena poco più di cinquant’anni fa; appena scesi dalla macchina veniamo travolti da un vento impetuoso e parecchio fastidioso che ci ricopre letteralmente di sabbia nera.
Iniziamo la salita alla cima del vulcano; il percorso da compiere non è molto lungo ma è assai ripido e scosceso, nonostante la fatica però una volta arrivati sulla vetta i nostri sforzi vengono ripagati da una vista mozzafiato!
Dato che le mie gambe avevano bisogno di un po’ di riposo per via della scalata mi metto a sedere su una formazione rocciosa allungata tagliata in due da una fessura, quando ad un certo punto vengo colta da una vampata di aria caldissima e con nostro grande stupore ci accorgiamo che si tratta del vulcano che sta sprigionando vapore caldo!!! Proviamo allora a mettere le mani sopra la roccia e ci scottiamo…che emozione pensare che sotto i nostri piedi stiano avvenendo simili fenomeni segno concreto della vitalità che sprigiona la nostra terra!
La prossima tappa è la Caldera che si trova al centro dell’isola di Faial, per raggiungerla percorriamo la bellissima e famosa strada delle ortensie che ci regala uno scenario davvero indescrivibile…distese e distese di ortensie alte come muri disseminate lungo tutta la strada, peccato però che oggi sia molto nuvoloso e che non si riesca a vedere quasi niente, infatti, quando arriviamo alla caldera ad attenderci c’è una fitta nebbia grigiastra che praticamente ci impedisce di vedere qualsiasi cosa, decidiamo così di rimandare la nostra escursione intorno alla caldera al giorno successivo, sperando che la giornata di domani sia migliore e che ci permetta di ammirare il bellissimo paesaggio di questo luogo.
Percorso poco più di un kilometro in direzione della costa il tempo cambia repentinamente, sembra addirittura di non trovarci sulla stessa isola, le nuvole grigie e le temperature non proprio estive lasciano infatti il posto ad un sole splendente e straordinariamente caldo.
Ci rechiamo al porto di Horta per vedere le caratteristiche pitture murali dipinte dai navigatori che attraversano l’Atlantico; gli affreschi più antichi sono degli anni Cinquanta e si trovano sui muri esterni della banchina; si dice che chi non si immortala sui muri del portò avrà sfortuna in mare, sarà per questo che c’è un così gran numero di dipinti! Passeggiamo lungo il molo soffermandoci a guardare le pitture più particolari, alcune delle quali sono proprio strambe, come ad esempio quella di un tizio che ha incollato le sue mutande e la sua maglietta per terra come segno del suo passaggio in questo porto… che tipo di colla abbia usato non lo sappiamo visto che si trovano li da un bel po’ di anni!
E’ bello vedere che così tanti viaggiatori sono passati di qua lasciando una parte di loro stessi e della loro storia impressi in tante piccole opere d’arte!
Prima di lasciare Horta non potevamo certo non andare a fare una capatina al Peter’s Cafè Sport il pub più bello dell’Alantico che con la sua facciata blu è molto di più di un caffè, un’istituzione conosciuta anche al di fuori delle Azorre.
Seduti al tavolino rimaniamo affascinati dalle moltissime bandiere appese sul soffitto e alle pareti che testimoniano di viaggi e viaggiatori provenienti da ogni parte della terra che si sono fermati in questo luogo nel quale si respira un’aria davvero cosmopolita e variopinta.
13 agosto
Il programma di oggi è andare su in cima alla Caldera così da poterne ammirare il paesaggio visto che il cattivo tempo di ieri ce lo aveva impedito.
Appena svegli guardiamo subito con ansia fuori dalla finestra per vedere se il cielo è libero, ma anche oggi niente da fare…ci sono ancora molte nuvole grigie e la cima della Caldera continua ad essere nascosta; noi però non ci scoraggiamo e chiediamo al proprietario del nostro appartamento cosa ci consiglia di fare. Lui ci consiglia di provare ugualmente ad andare perché sull’isola il tempo può cambiare repentinamente e secondo lui oggi sarà una giornata migliore rispetto a quella di ieri.
Arriviamo a metà strada e infatti vediamo che rispetto a ieri effettivamente ci sono meno nuvole e che il cielo è un po’ più aperto, forse oggi ce la faremo ad ammirare il paesaggio della Caldera.
Arriviamo al punto di partenza del sentiero che fa il giro del cratere, ci aspettano 8 Km di camminata di difficoltà medio-facile; ignari di quello che ci sarebbe aspettato e letteralmente rapiti dal magnifico scenario che si profilava davanti ai nostri occhi, iniziamo a camminare.
Inizialmente il sentiero non si rivela poi così difficoltoso; alla nostra sinistra il selvaggio cratere di svariate tonalità di verde e alla nostra destra distese e distese di ortensie di un viola acceso come mai abbiamo visto in vita nostra, ce ne sono talmente tante e le piante sono così grandi che in alcuni punti ci troviamo completamente immersi in un tunnel fiorito!
Il tempo passa e la fatica inizia a farsi sentire, come se non bastasse ci si mette anche il tempo, il sole, che fino a stamattina stentava a farsi vedere incomincia adesso a scaldare prepotentemente l’atmosfera.
Il sentiero si fa alquanto impervio, compaiono le prime salite che richiedono uno sforzo di gambe non indifferente…per fortuna ogni tanto ci fermiamo un po’ per ammirare il paesaggio e scattare qualche foto così da riprendere fiato.
Dopo tre ore di camminata e dopo esserci quasi persi nell’ultimo tratto, imboccando un sentiero sbagliato che poi abbiamo scoperto essere anche pericoloso, arriviamo sfiniti al punto di partenza; riguardando tutto il percorso appena compiuto ci sentiamo però veramente soddisfatti per aver portato a termine questa ardua impresa perchè ne è valsa proprio la pena!
Decidiamo di pranzare a casa perché abbiamo un disperato bisogno di fare una doccia e di riposarci e poi anche perché ci aspettano le genuine uova fresche delle galline del proprietario del nostro appartamento con i deliziosi formaggi tipici dell’isola, non possiamo certo resistere a questa tentazione culinaria!
Visto che oggi è una giornata piuttosto calda decidiamo di andare a fare un tuffo nell’oceano, purtroppo, nella nostra ingenuità e ignoranza noi ci aspettavamo di trovare piccole insenature e spiagge tranquille da dove poter entrare comodamente in acqua ma per nostra sfortuna da queste parti le cose stanno un po’ diversamente. Dopo aver scartato alcuni punti che sulla nostra cartina erano indicati come zone balneabili, ci fermiamo in un piccolo molo posto in una piccola insenatura al riparo dalle onde e qui facciamo il tanto agognato bagno nelle fredde acque dell’oceano che scopriamo non essere poi così tanto fredde.
Domani ci attende un’altra giornata di viaggio perché ci sposteremo all’isola di Flores, ultima tappa del nostro itinerario.
14 agosto
In mattinata lasciamo la meravigliosa isola di Faial per volare alla volta di Flores, l’ultimo baluardo di terra ferma tra l’Europa e l’America, ovvero l’isola più occidentale delle Azzorre.
In appena 40 minuti di volo su un piccolissimo areomobile della Sata Airlines, la compagnia aerea che gestisce i collegamenti fra le varie isole, ci troviamo a Flores: siamo alla fine dell’Europa!
Atterrati al piccolissimo aeroporto di Santa Cruz ad attenderci c’è Pierluigi Bragaglia, un italiano che vive qui ormai da 25 anni e che affitta tre camere della sua abitazione e due villette indipendenti.
Dobbiamo dire che il primo impatto non è proprio dei migliori; l’auto con cui ci è venuto a prendere, infatti, è un vero e proprio catorcio e siccome non entriamo tutti sui sedili uno di noi è costretto a farsi tutto il viaggio, mezz’ora di curve e sali scendi, nel bagagliaio stipato tra i nostri stessi bagagli.
Lungo la strada ammiriamo meravigliati il paesaggio che ci scorre davanti agli occhi, ci troviamo di fronte un’altra isola con una natura e con degli scenari ancora diversi; rispetto a Pico e a Faial, la presenza umana a Flores è ancora meno presente ed evidente, qui sembra davvero di essere fuori dal mondo e durante i nostri giorni di permanenza sull’isola non facciamo altro che domandarci che cosa faranno le persone che vivono qui…
La nostra casa si trova a Faja Grande, nel punto più occidentale dell’Europa; si tratta di un piccolissimo paese di case di pietra in cui vivono appena 200 persone e in cui tutti sanno vita morte e miracoli l’uno dell’altro e la privaciy non esiste, almeno questo è quello che ci hanno detto sia il proprietario della nostra casa che vive qui e Silvio, il nostro tassista di fiducia.
Flores è un piccolo paradiso per gli amanti del trekking, lo abbiamo potuto constatare con i nostri occhi, l’isola infatti offre numerosi sentieri e la quasi totalità dei turisti da noi incontrati erano dediti a questa attività; noi facciamo eccezione… d’altronde abbiamo solo due giorni effettivi per scoprire l’isola e poi siamo reduci da otto giorni bellissimi ma anche molto faticosi, le distanze da percorrere a piedi inoltre sono abbastanza lunghe e i sentieri ci sembrano alquanto impegnativi e poi il nostro paese è veramente isolato da tutto e da tutti perciò, fatte le debite considerazioni, cambiamo il nostro programma che era quello di girare l’isola un po’ a piedi servendoci ogni tanto di un taxi e ci fiondiamo all’aeroporto per prendere una macchina a noleggio in modo da essere più indipendenti.
Appena entrati in possesso del nostro mezzo di locomozione preferito ci addentriamo nell’altopiano dell’isola che è una vera e propria regione dei laghi scandita da montagne scavate dal tempo e antichi coni vulcanici.
I laghi vulcanici sono sette e noi cominciamo dal Lagoa da Lomba, situato nella parte orientale dell’altopiano; si tratta di un piccolo lago circondato da fitti cespugli di ortensie incastonato in un paesaggio bucolico. Proseguiamo poi per Lagoa Funda, profondo 22 metri, costantemente alimentato da una cascata, mentre gli altri laghi sono alimentati solo dalle piogge invernali e perciò soggetti a disseccamento.
Vicinissimo c’è un altro bel lago, il Lagoa Rasa; questi due laghi, per la bellezza del loro paesaggio, sono stati posti sotto tutela naturalistica e inseriti all’interno del Parco Naturale di Flores fondato nel 2007.
Lasciatoci alle spalle il bellissimo paesaggio dei laghi ci muoviamo verso la costa occidentale percorrendo la strada panoramica da Lajedo in direzione nord; sotto di noi ripide scogliere che si gettano a picco nell’oceano, coperte da un mosaico di campi e pascoli interrotti da innumerevoli cespugli di ortensie: uno spettacolo per i nostri occhi!
Proseguiamo fino al Miradouro Rocha dos Bordoes per ammirare il blocco di roccia, noto appunto come Rocha dos Bordoes, diventato famoso per via delle formazioni di basalto che si stagliano sui suoi fianchi e che ricordano delle canne d’organo, alte fino a 28 metri.
La sera, seguendo il consiglio datoci da Pierluigi, prenotiamo la cena presso il ristorante Por do Sol, che in portoghese significa tramonto; il ristorante è un vecchio podere ristrutturato con molto gusto che si trova a Fajazina e presso il quale è possibile cenare in un’atmosfera estremamente rilassante godendo di un meraviglioso tramonto sull’oceano. Il cibo è buono e i prezzi non sono per niente esorbitanti, a noi è piaciuto così tanto che ci siamo tornati anche la sera dopo; unico neo è la difficoltà di comunicazione manifestata dal proprietario, non parla una parola di inglese ma solo portoghese, cosa questa, che ci ha creato non pochi problemi soprattutto la prima sera. Noi ragazze avevamo ordinato due piatti: io una crepe ai legumi e poi una grigliata di carne mista mentre la mia compagna di viaggio una crepe ai calamari e un piatto di baccalà, il proprietario/cameriere/cuoco però non aveva capito che volevamo due portate perciò abbiamo dovuto ribadirgli il concetto. Poi finalmente dopo un bel po’ di attesa e diverse sollecitazioni da parte nostra arriva il baccalà per la mia amica mentre la mia grigliata aimè io non l‘ho mai vista… persa ormai ogni speranza e vista l’ora che ormai si era fatta tarda, non ho avuto più il coraggio né la voglia di reclamare la mia grigliata così ce ne siamo andati via un po’ sconcertati e infastiditi ma al tempo stesso anche un po’ divertiti per la situazione surreale con il fermo proposito di ritornare l’indomani per avere finalmente quella benedetta grigliata!
15 agosto
Durante la mattina finiamo di visitare gli altri laghi dell’altopiano: il Lagoa Comprida, il Lagoa Seca e il Lagoa Negra; il resto della giornata andiamo a visitare la Cascata do Poco do Bacalhau che precipita da un’altezza di 90 metri dalla parete di roccia buttandosi nel Poco do Bacalhau, un’idilliaca pozza naturale di acqua fresca dove è anche possibile fare il bagno.
Dopo aver pranzato andiamo a vedere un’altra cascata percorrendo un sentiero che ci è stato suggerito dal nostro amico tassista Silvio; il sentiero si snoda in mezzo ad una fitta boscaglia , dopo circa una mezzoretta di camminata un bel po’ in salita e su un terreno alquanto accidentato e scivoloso davanti ai nostri occhi si profila uno scenario davvero mozzafiato che ci lascia tutti senza fiato; si tratta del Poco da Lagoinha, un lago nel quale si gettano numerose cascate da una grossa formazione rocciosa ricoperta da innumerevoli sfumature di un verde brillante…questo posto è così surreale che abbiamo l’impressione di trovarci sul set del film Giurassik Park!
Qui avvistiamo per la prima volta anche una sterna di Duglass, con grandissima gioia del mio maritino che da questo momento in poi non ha fatto altro che fotografarla dimenticandosi persino delle meravigliose cascate che si stagliavano di fronte ai suoi occhi…
Chiudiamo questa giornata così stancante con un bel bagno nell‘oceano, giusto per rinfrescarci un po‘!
16 agosto
Oggi ci aspetta la gita all’isola di Corvo, la più piccola isola delle Azzorre.
Alle 10 ci rechiamo al molo di Santa Cruz dove ci attende Cristino, il nostro skipper che con il suo gommone ci farà fare una navigazione turistica delle costa settentrionale di Flores in mezzo alle sue bellissime grotte portandoci infine a Corvo.
Durante la traversata abbiamo anche la fortuna di incontrare di nuovo un gruppo di simpatici delfini che vengono a nuotare intorno al nostro gommone, anche se non è la prima volta che li vediamo l’emozione è sempre grandissima!
Arriviamo a Corvo alle 12.00, fa un caldo pazzesco e il sole brucia tantissimo, Cristino ci dà appuntamento al molo fra tre ore durante le quali avremmo il tempo per esplorare l’isola.
Con un taxi collettivo andiamo fino in cima alla caldeira dalla quale si gode una vista spettacolare …abbiamo solo un’ora e mezzo prima che il taxi ci venga a riprendere e anche se il tempo a nostra disposizione è veramente poco proviamo ugualmente a raggiungere il centro del cratere per ammirare da vicino il bellissimo lago che vi si trova.
Anche oggi ci aspetta l’ennesima faticaccia, il sentiero infatti ha una pendenza non indifferente , inoltre, oggi fa veramente caldo quindi la fatica si fa sentire ancora di più…
Ce la facciamo comunque a scendere fino al lago e a risalire in tempo per prendere il taxi, l’unico problema è che io e la mia dolce metà siamo costretti a fare il viaggio di ritorno seduti dentro il bagagliaio del pulmino perché i posti sono al completo… stavolta è toccato a noi, e come si dice un po’ per uno non fa male a nessuno!
Anche se è durato poco più di una decina di minuti è stato il viaggio più terribile della mia vita, abbiamo patito un caldo atroce e come se non bastasse il taxista si fermava ogni due minuti facendo scendere tutti per fare delle foto al panorama, ma a noi del panorama non importava un bel niente perché vedevamo solo l’ora di arrivare al molo…
Affamatissimi e stanchi morti per la recente scarpinata portata a termine a tempo di record ci fiondiamo in un bar proprio dietro il molo; purtroppo era l’unico aperto nelle immediate vicinanze altrimenti saremmo senz’altro andati via perché la cameriera è stata di una scortesia a dir poco sconcertante…durante il nostro soggiorno alle Azzorre abbiamo imparato che i portoghesi o meglio gli azzorriani non sono certo noti per la loro simpatia e cordialità, ma questa signora sicuramente batteva tutti!
Arrivati a Santa Cruz, visto che abbiamo riconsegnato la nostra auto, prendiamo un taxi e ci facciamo portare dritti a casa per un po‘ di relax…dopo questa lunga e intensa giornata passata interamente sotto il sole cocente ne abbiamo tutti bisogno!
Questa è la nostra ultima notte a Flores perché domani è tempo di ritornare a casa…
17 agosto
Oggi ci aspetta un’intera giornata di viaggio; dopo due aerei e una sosta di 4 ore a Faial alle 19.30 arriviamo a Lisbona dove dovremo passare la notte perché il volo per Bologna è la mattina seguente.
Non abbiamo prenotato un albergo perché, su indicazione del mio compagno di viaggio alias Denny, non ce ne sarebbe stato bisogno…prendiamo un taxi e ci facciamo portare ad un Hotel Ibis vicino all’aeroporto convinti che entro pochi minuti saremmo stati nella nostra cameretta belli beati e invece…ci spiace siamo pieni! Ok, pazienza nella stessa strada ci sono almeno altri due alberghi, vorrà dire che andremo da un’altra parte. Al secondo albergo però stessa risposta: full!, non c’è rimasto che un altro albergo, un 4 stelle maestoso…entriamo perché io sono disposta a pagare qualsiasi cifra pur di non dormire in aeroporto ma anche qui niente da fare, non c’è proprio posto!!! A questo punto cominciamo a disperare, d’altronde il nostro viaggio è iniziato con una serie di piccoli e sfortunati inconvenienti e non poteva certo concludersi senza qualcun altro intoppo.
Per fortuna al mondo esistono ancora delle persone gentili e disinteressate disposte ad aiutare il prossimo, il ragazzo della reception del mega albergo di lusso infatti ci aiuta a trovare un albergo libero facendo la prenotazione direttamente dal suo computer; che bello potremo farci una bella doccia rilassante e dormire in un letto vero!!!
Prendiamo l’ennesimo taxi che finalmente ci porta al nostro albergo e via di corsa a letto perché domani mattina ci aspetta un’altra levataccia.
18 agosto
Altro taxi, altra corsa, questo stop a Lisbona c’è costata più di taxi che altro…arriviamo all’aeroporto con largo anticipo, ci incastra anche fare una ricca colazione in tutta calma.
Il nostro viaggio si sta avviando verso la conclusione, poche ore e saremo di nuovo a casa.
E’ stato un viaggio bellissimo, ricco di emozioni, un viaggio che ci ha fatto conoscere paesaggi insoliti e meravigliosi in un mondo a sé che non ci saremo mai immaginati potesse esistere.
Le Azzorre offrono una varietà incredibile di paesaggi in un spazio alquanto limitato spaziando da paesaggi vulcanici a scogliere a picco sul mare, da foreste selvagge e lussureggianti a campi coltivati e pascoli ordinati, da paesaggi quasi montani a spiagge incastonate tra le rocce, per non parlare poi dei colori dei fiori che sono onnipresenti.
Porteremo con noi i ricordi di questa avventura, anche quelli meno piacevoli, perché in fondo in un viaggio non sempre tutto fila liscio come l’olio e anzi un pizzico di imprevedibilità non guasta mai…ora speriamo solo che le nostre valige arrivino a Bologna insieme a noi visto che le abbiamo imbarcate ieri a Flores e da allora non le abbiamo più riviste…
Di Frangioni Evelina