Azzorre: oltre ogni aspettativa!
Qualche dato “tecnico” innanzitutto!
Il tour, svoltosi dall’11/08 al 26/08/2018 ha previsto le seguenti tappe:
· Torino-Lisbona (con scalo a Barcellona all’andata) con 1 notte a Lisbona
· Lisbona-Ponta Delgada con 4 notti a Sao Miguel
· Ponta Delgada-Horta con 3 notti a Faial e una gita in giornata a Pico
· Horta-Santa Cruz da Flores con 3 notti a Flores
· Flores-Ponta Delgada con 1 notte nuovamente a Sao Miguel
· Ponta Delgada-Lisbona con 2 notti a Lisbona (non poteva mancare!)
· Lisbona-Torino (stavolta diretto)
Nota: a posteriori, a livello puramente economico, sarebbe stato meglio tornare a Lisbona partendo direttamente da Faial (e quindi vistando prima Flores) e tralasciando la seconda sosta su Sao Miguel – cosa che, al momento della pianificazione del viaggio non avevo minimamente considerato – nonché la levataccia alle 5 del mattino per prendere l’aereo…ma la cosa ci ha comunque permesso di visitare Ponta Delgada (una piccola Lisbona!) che altrimenti non avremmo fatto in tempo a vedere durante la prima visita…quindi non è andata poi così male!
A Lisbona abbiamo soggiornato al Turim Iberia Hotel (104 € la tripla senza colazione + taxi A/R prenotato con Rideways dall’Italia a 34 €) la prima volta e al magnifico Jupiter Lisboa Hotel (326 € la tripla per 2 notti con colazione) al nostro ritorno.
Su Sao Miguel abbiamo passato le 4 notti a Mosteiros in compagnia della spettacolare compagnia di Luis e Joao della Casa Da Falesia (di cui si è già parlato STRAbene in altre recensioni su questo sito), pagando 380 € per la villetta di loro proprietà a due passi dalla Casa. La macchina a noleggio, presa a Ponta Delgada con Ilha Verde e prenotata dall’Italia, ci è costata 160 €.
A ritorno a Ponta Delgada ci siamo invece fermati in città all’Hotel Canadiano (134 € la tripla, con colazione e navetta aeroportuale A/R).
Su Faial, come dimenticare la bellezza incredibile del soggiorno al Casal do Vulcão (480 € l’intera villetta), a due passi dal Capelinhos? La macchina a noleggio, sempre prenotata con Ilha Verde, ci è costata invece 212 €, più una bella tassa di 30 € perché l’abbiamo ritirata dopo le 19 a causa dell’aereo da Sao Miguel atterrato in ritardo!!!!
Su Flores abbiamo soggiornato nel carinissimo Moradias Estação Radio Naval a Lajes das Flores (229 € la villetta), pagando invece un prezzo ignobilmente alto per l’auto a noleggio, 224 €. No comment.
Come guida cartacea abbiamo usato “Azzorre” di Susanne Lipps che in tutta onestà non consiglierei: sarà l’abitudine alle ben più complete Lonely Planet ma l’ho trovata un po’carente di riferimenti anche a luoghi importanti e assolutamente da non perdere (per fare un esempio la laguna Poço Ribeira do Ferreiro a Flores: trovo assurdo che non l’abbia nemmeno nominata!).
Fondamentale, a parer mio l’uso del navigatore: alcuni luoghi sono facilmente raggiungibili solo facendone buon uso, in quanto può capitare che la cartellonistica stradale – soprattutto in zone più sperdute e su strade sterrate – sia carente.
E adesso passiamo al dettaglio!
Sabato 11/08
L’aereo Vueling da Barcellona atterra alle 20.15 a Lisbona e quindi, nonostante il comodissimo taxi Rideways prenotato dall’Italia ci scarichi proprio davanti all’hotel, siamo un po’ stanchi e decidiamo di cenare lì. Nulla di che il menù (anche vista l’ora tarda a cui ci presentiamo a cena), ma personale gentilissimo e disponibile ad apportare modifiche a quanto da noi scelto. La camera tripla è molto spaziosa e pulita. Avevo scelto questo hotel assolutamente a caso basandomi più che altro sul prezzo e sulla posizione non eccessivamente lontana dall’aeroporto, ma sono certa che cercando con più accuratezza della mia, si possa trovare qualcosa di decisamente più economico.
Domenica 12/08
Con Ryanair atterriamo finalmente a Ponta Delgada alla mezza, prendiamo la macchina (una Yaris che ha sicuramente visto tempi migliori) e ci dirigiamo verso Mosteiros che dista una quarantina di minuti di viaggio…viaggio che passo a ripetere ininterrottamente “Guardate le ortensie! Che vi avevo detto? Ci sono le ortensie! E’pieno di ortensie! Ma visto che spettacolo? Guardate che spettacolo!” senza che, stranamente, nessuno mi butti fuori dall’auto in corsa. Forse sono solo troppo stanchi. Scherzi a parte, la strada è davvero una magia di fioritura azzurra e rosa e, come se non bastasse, in molti punti ci sono scorci panoramici stupendi su faraglioni e viste oceano varie…il primo approccio alle Azzorre non poteva essere migliore, tempo soleggiato incluso.
E che dire di Luis e di suo figlio Joao che non sia già stato detto…sono persone speciali a cui auguriamo tutta la felicità che si meritano. Innanzitutto ci mostrano la deliziosa villetta che ci hanno affittato (la casa vacanze di Joao che vive a Ponta Delgada), su due piani, con un bellissimo giardino con vista faraglioni e un ex-granaio dipinto a colori vivaci adibito a “torretta di osservazione”, e quindi la Casa Da Falesia a cui abbiamo accesso libero da un cancello laterale e che, vista sensazionale a parte, vanta una bellissima piscina e un giardino labirintico con siepi giganti, orti vari e uno stagno con innumerevoli rane.
Tempo di aprire le valige e Joao ci accompagna con la sua auto a fare un giro di Mosteiros per indicarci i luoghi di principale interesse e utilità (la panetteria, i due piccoli supermercati, la farmacia, i migliori ristoranti che, purtroppo, non abbiamo avuto occasione di provare, le piscine naturali…); scopriamo così che la domenica è il giorno del porcello allo spiedo sulla spiaggia principale…inutile dire che il nostro pranzo (o forse merenda visto che ormai si sono fatte le 4) consisterà in più di un delizioso ed economicissimo panino alla porchetta accompagnato da un paio di birre e Coca per Leo.
Questa spiaggia (sorvegliata!) è un po’ il centro dell’animazione del paese; scopriremo infatti nei giorni successivi che si organizzano spesso partite di beach-soccer/volley e grigliate varie nell’imperdibile cornice dei faraglioni che si stagliano su alcuni dei più infuocati tramonti che io abbia mai visto.
Anche le piscine naturali, il nostro primo contatto con la lava solidificata, sono decisamente scenografiche e, la sera stessa, ci prendiamo un aperitivo con focaccia nel chiosco Sunset Poço da Pedra (che, a detta di Joao, fa anche un caffè delizioso) ammirandole, per stavolta, solo dall’alto finché non fa buio.
Lunedì 13/08
Dopo una colazione da sogno in giardino ormai certi che l’Eden sulla Terra esista davvero, partiamo per Caldeira Velha, distante una cinquantina di minuti di macchina. Paesaggio assolutamente inaspettato! Sembra di trovarsi in una qualche giungla tropicale! Palme, fiori e piante che sembrano uscite da Jurassic Park, felci giganti in forma di alberi, liane…e le fantastiche cascate (freddine!) che alimentano la pozza nel punto più in alto del parco. Meglio scaldarsi nelle piscine calde sottostanti, alimentate direttamente dalle sorgenti bollenti sotterranee. L’ingresso al parco costa 8 € per gli adulti mentre è gratuito fino a 6 anni compresi e ha sia un comodo spogliatoio sia le docce. All’ingresso viene fornito un braccialetto cartaceo che permette l’accesso per due ore, dopo le quali bisognerebbe tornare a fare un nuovo biglietto…ma il posto è piccolino, a parer mio il tempo concesso per la visita è più che sufficiente.
Davanti all’ingresso c’è un piccolo chiosco che vende souvenir e fa panini e hamburger; ci fermiamo lì e mangiamo di nuovo “street-food”…il mio hamburger viene farcito con patatine fritte tipo sticki e olive verdi…originale diciamo…ma niente male!
Proseguendo sulla stessa strada in pochi minuti d’auto si arriva al Miradouro do Pico da Barrosa che ha una vista magnifica sulla sottostante Lagoa do Fogo, la nostra prima caldera…nonostante la nube che si sta posando su di noi e che fa aumentare il freddo, il paesaggio è molto suggestivo e saliamo a piedi fino alla Estação Emissora proprio a picco sul lago. Vediamo alcuni gruppi di persone sulle spiagge sottostanti ma ahimè Leo non è un gran camminatore e quindi spesso evito di fargli percorrere lunghi tratti ripidi e/o in salita onde evitare lagne e malumori esistenziali…però così, dall’alto, mi sembra che una passeggiata fin sulle rive del lago possa valere la pena. Mi segno mentalmente di tornarci quando sarò in pensione e Leo sarà in vacanza in un posto dove non ci sia da camminare con i suoi, di bimbi, e risaliamo in macchina, destinazione Valle di Lombadas!
La guida non pone particolarmente l’accento su questa zona che però a noi risulta piacere moltissimo, sia per il paesaggio (sembra di vedere le montagne delle Hawaii!), sia per l’unicità della fonte di acqua naturalmente frizzante che sgorga da una sorgente in un rudere abbandonato (quello sulla sinistra orografica del torrente con ciò che resta di una finestra tonda in alto), cadendo in un laghetto pieno di ninfee e alghe verdissime. Il torrente è percorribile controcorrente su un sentiero che si inoltra in mezzo alle montagne…ma anche questo lo segno come “to do” per la pensione.
E’ un posto – anche questo – assolutamente inaspettato, che si raggiunge riprendendo verso Furnas la strada principale ER3-1 e girando poi sulla destra prima di incrociare la EN1-1A (praticamente è la valle parallela a quella in cui si trova Caldeira Velha); non è difficile arrivare sul posto vista la scarsità di strade e incroci dubbi, ma conviene comunque avere un navigatore in quanto non è molto ben segnalato. Il tragitto è una mezz’ora circa da Caldeira Velha, su una strada che diventa lastricata prima (ortensie ovunque!) e sterrata poi, per un bel tratto.
Dopo aver fatto la spesa in uno dei piccoli supermercati di Mosteiros, facciamo un bagno veloce nell’oceano dalla spiaggia principale mentre aspettiamo il magnifico tramonto che ovviamente non ci delude, e poi cena a casa, in giardino, sotto un cielo trapuntato di stelle.
Nota: sulla strada che scende da Caldeira Velha si incontra lo svincolo per la Cascata do Salto do Cabrito che non facciamo in tempo a visitare, ma che dalle foto su GoogleMaps non sembra niente male!
Martedì 14/08
Altra colazione nel giardino dell’Eden e si parte per Furnas! Per arrivarci percorriamo la stessa strada del giorno precedente e proseguiamo oltre per 1 ora e 1 quarto circa di viaggio in totale. Le famose fumarolas sono ben segnalate prima dell’ingresso del paese e sono davvero interessanti da visitare (se non sbaglio si paga un minimo ingresso per entrare con l’auto, sui 2/3€); c’è un percorso su passerelle di legno che fa gironzolare in mezzo anche per assistere, arrivando verso mezzogiorno come è capitato a noi, all’estrazione dei pentoloni del cocido, il piatto tipico di carne e verdure stufate che vengono cotte proprio sfruttando il calore dell’acqua sotterranea. Sembra inoltre molto rilassante il percorso che si può fare attorno al lago antistante le fumarolas (appunto mentale: per la pensione), che si direbbe completamente in mezzo al bosco. Per vedere il paesaggio dall’alto invece, c’è il Miradouro do Pico do Ferro a cui però noi non siamo andati.
Il nostro tentativo di assaggiare il cocido da Tony’s, che tutte le guide esaltano, si infrange immediatamente sulla soglia del ristorante, in quanto primo non c’è posto per 3 se non dopo le 14 e comunque il cocido va prenotato almeno il giorno prima telefonicamente! Ripieghiamo quindi sul Restaurante Banhos Ferreos, vedendo sul cartellone che lo pubblicizza che anche lì dovrebbero cucinare sto benedetto piatto…e non restiamo delusi: il posto, come dice il nome, è un ex-bagno termale per cui architettonicamente molto originale, con piastrelle dappertutto (anche se il papàGuido dice che assomiglia a un sanatorio!) e il cibo ci soddisfa: IO prendo il cocido – perché ormai non me ne sarei andata da Furnas senza averlo assaggiato – e gli altri membri della famiglia vanno su bistecche e contorni vari dopo aver faticato a scegliere da un menù corredato da foto piuttosto ricco. Scopro che il cocido è tipo un bollito misto alla piemontese, leggermente più asciutto e senza alcuna salsa di accompagnamento, con vari tagli di carne tra cui salsiccia (soprattutto questa: deliziosa!), pollo e coniglio e verdure di contorno tipo patate, cavoli (buonissimi!) e carote.
Nonostante la mangiata, decidiamo poi di andare alla Poça da Dona Beija, tanto escludiamo che acqua a 39° possa far venire una congestione. Il posto è davvero beijo, con ampie vasche in pietra immerse in un giardino lussureggiante e sempre simil-tropicale. Non capiamo perché, ma sono in molti a spalmarsi sulla faccia le alghe arancioni che ricoprono le pietre…avranno qualche proprietà benefica per la pelle…mah…a noi fa molto “Alba dei morti viventi” e non prendiamo spunto, ci limitiamo a fare attenzione a non macchiarci troppo di arancione indelebile i costumi da bagno. La vasca più in fondo, nella quale sgorga direttamente un freschissimo ruscello, è comunque la più piacevole: “solo” 28 gradi.
Al rientro, dopo aver provato la piscina della Casa, altra cena in giardino con successivo stravaccamento su sdraio per avvistare le stelle cadenti in un cielo notturno straordinariamente buio.
Mercoledì 15/08
La giornata non sembra particolarmente assolata ma non ce ne preoccupiamo più di tanto siccome, come già sperimentato più volte, il tempo qui – come succederà a Faial – cambia molto rapidamente e le nubi si dissolvono senza pioggia, velocemente come sono arrivate.
Puntiamo sulla Lagoa das Sete Cidades passando dal Miradouro da Vista do Rei da cui la visuale è magnifica e i due colori diversi dei laghi si notano nettamente. Il paesino di Sete Cidades è carino così come la chiesa di San Nicola, addobbata a festa per un matrimonio appena celebratosi.
Torniamo a Mosteiros per pranzo e ci appropinquiamo alla spiaggia principale, sperando di nuovo nel porcello allo spiedo ma ahimè, stavolta ci va male (il proprietario del chiosco su Rua da Areia ci informa che il giorno successivo sarà il Giorno del Pollo alla Griglia, ma noi non potremo partecipare…) e ci accontentiamo quindi di 3 classici hamburger prima di dirigerci finalmente alle bellissime piscine naturali.
Qui l’acqua è abbastanza ghiacciata e non tiepida come ci aspettavamo…per cui restiamo poco immersi, ma ci limitiamo ad ammirare, camminando sul bordo, quanto siano magnifici gli ecosistemi che si sono creati in alcune pozze profonde, che hanno pesci e alghe coloratissimi, ricci e granchi che bazzicano fra le pieghe della lava. Non poteva mancare un drink di arrivederci a Sao Miguel al Sunset Poço da Pedra, mentre il tramonto, ancora una volta, ci sorprende e ci incanta.
Giovedì 16/08
Giunge il tristissimo momento di separarci da Mosteiros e dalle sue meraviglie, umanità inclusa; Luis ci saluta con un sorridente “Be happy!” che apre il cuore.
Siccome il volo è previsto per le 16.30, abbiamo tutto il tempo di fare un ultimo bagno al Ribeira Seca, dove si trova una delle spiagge di sabbia più lunghe dell’isola, Santa Barbara, che ci piace tantissimo: lo sguardo può spaziare sulla striscia sconfinata di sabbia bianca fino a perdersi all’orizzonte. Il posto è sorvegliato dai bagnini e dotato di spogliatoi e docce gratuite.
A pranzo ci fermiamo al quotatissimo Tukà Tulà, situato proprio all’inizio della spiaggia: luogo molto “cool”, come si dice, ma tutto tranne che snob. Basta non prendere il mohito (terribile! Dolcissimo e non sapeva neppur vagamente di menta), poi tutto il resto è stato all’altezza delle aspettative, dal mio wrap di pollo, alla pasta al nero di seppia di papàGuido, al piatto di totani di Leo.
Nota: la guida parla di una fontana molto particolare a Ribeira Seca, “mangiata” dalla lava durante l’ultima eruzione…non l’abbiamo vista ma, avendo tempo, si direbbe interessante!
Basta, via, bisogna proprio andare. Restituiamo la macchina e si parte per Faial…con due ore buone di ritardo e conseguente tassa al noleggio auto Ilha Verde di cui ho già parlato.
Con questa Ford Focus già più in buono stato della Yaris, arriviamo al Casal do Vulcão (la gentilissima proprietaria mi aveva telefonato quando eravamo ancora a Horta per dirmi quale fosse la nostra villetta e che ci avrebbe lasciato la chiave nella toppa) che è già buio e non riusciamo a renderci conto subito della bellezza del posto anche perché, dopo aver sgranocchiato qualcosa alla veloce, ci fiondiamo subito a letto.
Venerdì 17/08
Con la luce del giorno, il posto si svela in tutto il suo splendore: la villetta (la nostra è la prima sulla sinistra e si chiama Casal Principal) è spaziosissima, con un ampio salone e angolo cottura dotato di tutto ciò che serve per cucinare e condire, due camere da letto e il bagno con vasca e doccia. All’esterno è fatta di rocce nere e intonaco bianco con le imposte rosse e il tutto si staglia sulla verdissima collina retrostante. C’è la piscina, alcuni giochi per i bambini con scivolo e altalena, il barbecue, un bel tavolone con panche, una zona per stendere. Non c’è la reception: la proprietaria – di una gentilezza davvero squisita – viene però quotidianamente a riordinare e pulire le villette sgombre e come regalo di benvenuto ci farà trovare tutti i giorni il pane fresco appeso alla porta, portato dalla panetteria Bico Doce che si trova sulla strada principale EN1-1A. Sempre in direzione Horta si trovano in rapida successione due piccoli bar/”super”mercati a 5-10 minuti di macchina: il Cafè o Vulcao a Capelo e il Cafè Areeiro poco più in su, in cui prendere il necessario per imbastire pasti e colazioni.
Leo e papàGuido non resistono alla tentazione della piscina tutta per loro, mentre io non resisto a caricarmi 9 kg di attrezzatura fotografica sulla schiena e a fiondarmi a vedere il Vulcão dos Capelinhos, raggiungibile a piedi dal Casal in 10 minuti scarsi.
Ora: avete presente l’Urlo di Munch? Ecco. Io resto così appena scorgo il faro e il paesaggio alle sue spalle (e resto in questa posizione per le due ore successive. In effetti è complicato fare foto così). So di aver usato termini entusiastici fino a qui…per cui ora non so bene come descrivere da qui in poi, perché quello che vedo è ancora OLTRE tutte le mie più rosee aspettative.
Una lunghissima passerella di legno conduce e convoglia lo sguardo al faro che si erge su un paesaggio marziano: sabbia scura e rocce nere che salgono a picco dal mare, blu e bianco per le onde. Alle mie spalle, le colline verdissime. E poi c’è un punto netto in cui il verde diventa sabbia e delimita il confine a cui è arrivato il vulcano quando ha devastato l’isola nel 1957 per un anno intero. Il paesaggio è di una bellezza, perdonatemi se risulto melensa, a dir poco commovente.
Sulla destra del faro, visitabile al prezzo di 1€ a testa (il biglietto si compra nell’antistante museo del vulcano), c’è un sentiero facile e consigliatissimo – basta avere scarpe chiuse – delimitato da una staccionata che permette di inerpicarsi sulla scogliera per avere un altro punto di vista sul mare a picco sottostante.
La camminata fino al vulcano, invece, che parte in basso verso il mare sulla sinistra del faro, è visitabile solo con una guida che si può prenotare telefonicamente chiedendone il numero al museo. Purtroppo non riusciamo a incastrare anche questa passeggiata, nei giorni successivi, e quindi anche questa…per la pensione.
Dopo pranzo andiamo a dare un’occhiata alle piscine naturali del Varadouro, che si trovano verso Horta, lasciando la strada principale e seguendo le indicazioni apposite. E’ un posto davvero divertente in cui sguazzare; c’è una vasca bassa, artificiale, per i bambini più piccoli e una profonda in cui l’oceano passa a ondate attraverso una grata portando con sé anche i pesci, più un’ansa della scogliera in cui c’è un alto trampolino per tuffi adrenalinici.
Per cena ordiniamo qualcosa da portare via al Restaurante O Varadouro: un pesce dal nome impronunciabile che non sappiamo assolutamente cosa sia – ma condito in maniera gustosissima – e un hamburger con patatine che mangiamo sotto la tettoia del Casal, in compagnia di un gruppo di simpaticissimi portoghesi che ci offrono cosce di pollo e molluschi (i famosi lapas) da loro cucinati sulla griglia. E il mondo sembra un posto migliore…spettacolo!
Sabato 18/08
E’ il momento che anche Leo e papàGuido ammirino il Capelo in tutto il suo splendore, così ci dirigiamo verso il faro e ci saliamo fino in cima; io mi appiattisco contro il muro (soffro da morire di vertigini) ma riesco comunque ad apprezzare la libertà di poter spingere lo sguardo verso l’infinito in tutte le direzioni.
In tarda mattinata tentiamo poi di raggiungere la Caldeira del vulcano principale di Faial; fallimento totale perché a un certo punto la strada sterrata si dirama in diverse direzioni totalmente prive di indicazioni. Quando capiamo di essere arrivati all’altezza di Horta senza trovare il modo di salire verso l’alto, torniamo indietro, pranziamo, e meditiamo sul da farsi perché, ovviamente, io non mi arrendo. Fra cartine varie e mappe sul cellulare cerco di capire l’inghippo…in effetti per arrivare alla Caldeira dalla zona del Capelo, conviene passare da nord, arrivare a Ribeira Funda, prendere la EN2-2A impostando il navigatore per la Caldeira do Cabeço Gordo (38.581012-28.706270) et voilà! Arrivati! Da dove si lascia l’auto c’è un piccolo tunnel che sbuca su una bella balconata panoramica a picco sulla caldera, oppure si può salire direttamente in cresta. Che vista! Da un lato il verdissimo vulcano con il suo anello da 8 km percorribile con una passeggiata che mi si dice essere piuttosto facile (soprattutto in senso anti-orario), dall’altro l’orizzonte che si stende fino a Pico…due vulcani al prezzo di uno! Spettacolo imperdibile!
Per cena un gustosissimo pesce preso take-away al Restaurante Bela Vista sulla EN1-1A e via a nanna.
Domenica 19/08
Oggi è il giorno della gita programmata a Pico; avevo acquistato i biglietti per il traghetto dall’Italia – online sul sito www.ferries.it – così come via mail avevo effettuato la prenotazione per la Gruta das Torres che è la nostra meta (la salita sul vulcano avrete già capito che non è cosa!).
Si parte da Horta per arrivare a Madalena, dove sbarchiamo dopo una mezz’oretta con macchina al seguito, visto che i mezzi di trasporto non sono così frequenti a Pico e soprattutto non raggiungono la grotta. Siccome ho prenotato per le 15.30 (è consigliabile prenotare anche qualche settimana prima vista la forte affluenza di persone e in effetti alcuni turisti capitati lì per caso non hanno potuto che affacciarsi all’ingresso), decidiamo di fare un bagno alle piscine naturali di Cais do Pico, dopo il paesino di Santo Antonio, anche per dare un’ occhiata all’isola e ai suoi famosi vigneti…il posto è molto carino, con piscine naturali e artificiali, ma l’acqua di un freddo, di un freddo…intollerabile. Ne emergiamo assiderati e, dopo un boccone al non malvagio buffet dello Snack-bar Aço lì di fronte, ci dirigiamo verso le grotte.
Queste sono visitabili solo insieme a una guida e, nel mostro caso, una guida eccellente: Ivo, simpatico, spiritoso, nonché preparatissimo e con un’ottima pronuncia inglese. Momento clou: quando ha fatto sedere tutti, ci ha fatti prendere per mano e spegnere le torce. Il buio e il silenzio erano assolutamente magici così come la piccola fiamma dell’accendino di Ivo che all’improvviso è riuscita a illuminare da sola l’intera caverna! Che esperienza…e che dire del momento in cui, poco prima di uscire, ci ha fatto ascoltare e vedere il video registrato da lui sul suo cellulare di un coro improvvisato di ragazzi italiani che intonava “Bella ciao” in un punto delle grotte in cui l’acustica è particolarmente valida? Fantastico!!! Da brividi!!! Credo sia stata l’esperienza che più ha colpito Leo di tutta la vacanza…ancora adesso, a distanza di mesi, gli capita di disegnare noi tre seduti con la fiamma dell’accendino a farci compagnia.
Tornati a Horta, dopo un rapido giro del coloratissimo porto dove chiunque parta per la traversata oceanica lascia un murales personalizzato, ceniamo a base di gamberi e ottime lapas al famoso Peter’s Cafè (vale la pena una sosta anche solo per una birra vista porto con Pico all’orizzonte e un giro all’interno…atmosfera d’altri tempi!), mentre il tramonto tinge di un meraviglioso rosso lava il vulcano di Pico ormai lontano.
Lunedì 20/08
E stamattina partenza per la verdissima (e ventosissima!) Flores! Soggiorneremo a Lajes das Flores al Moradias Estação Radio Naval, un ex-stazione radio riadattata a residence, con spaziosi bungalow arredati con l’essenziale; difficile competere con la cura dei dettagli del Casal do Vulcão, ma in effetti un po’di “facilities” in più potrebbero rendere il soggiorno ancora più piacevole (ad esempio fornire la cucina, che comunque è dotata sia di forno sia di microonde, di sale, olio, zucchero, ecc giusto per non farli comprare e abbandonare praticamente intonsi al momento della partenza nell’impossibilità pratica di portarseli in aereo). Il posto, sebbene un po’ datato, è comunque pulito e i gestori, Mariana e il papà, di una gentilezza unica, assolutamente pronti a soddisfare le nostre domande e a gestire con prontezza i piccoli inconvenienti occorsi durante il soggiorno (una sera una corrente d’aria aveva spento il boiler e siamo rimasti senza acqua calda ma Mariana è arrivata in pochi minuti a riaccendercelo sebbene fosse già tardi e lei non fosse nei paraggi). A pochi passi si trovano un bar, un ristorante, un bancomat e un supermercato ben fornito. Il fascio di luce del faro antistante il nostro bungalow che fende la notte, poi, è uno spettacolo…quindi bilancio assolutamente positivo.
Il pomeriggio del nostro arrivo abbiamo solo fatto in tempo a fare un po’ di spesa e a cercare di raggiungere la spiaggia a cui si arriva prendendo la strada sterrata che passa davanti al faro e che prosegue su una asfaltata molto ripida che scende verso il mare. Arrivati al porticciolo si prosegue sulla sinistra e la si trova, in una caletta riparata e dotata di alcune tettoie con tavoli e griglie che ahimè, durante il nostro soggiorno a Flores non siamo riusciti a testare.
Martedì 21/08
Oggi scopriamo di essere finiti a Isla Nublar in Costa Rica e che da un momento all’altro un branco di raptor uscirà dalla giungla a far merenda. La laguna Poço Ribeira do Ferreiro che si trova sulla strada principale che va verso nord-ovest a Faja Grande (e della cui esistenza ci informa Mariana) è un posto PAZ-ZE-SCO che, nuovamente, sembra appena uscito da un set di Jurassic Park. Dal punto in cui si lascia la macchina, un sentiero a tratti ripido (e molto, molto scivoloso sulla via del ritorno in caso di pioggia recente!) di circa 800 metri attraversa una giungla rigogliosa e fittissima per arrivare a questa incredibile laguna nella quale si gettano innumerevoli cascate dalle montagne di fronte. Il verde intenso predomina, il silenzio, interrotto solo dal gracidio delle rane e dai versi degli uccelli che volano a pelo d’acqua, è assoluto. E’ incredibile come, qui alle Azzorre, ogni posto sia più sorprendente del precedente che già ci aveva lasciati senza parole. Facendo quattro chiacchiere con una coppia olandese zaino-in-spalla scopriamo che Flores è il trionfo dell’autostoppista: basta avere un po’ di pazienza e si trova sempre qualcuno gentilmente disposto a offrire un passaggio.
Dopo aver scattato una quantità esorbitante di foto, ci dirigiamo verso la più nota Cascata do Poço do Bacalhau a Faja Grande, un salto di 90 metri che si getta in un laghetto d’acqua davvero ghiacciata ma che non ci trattiene dall’immergerci, sebbene per poco tempo, e a nuotare fino a ricevere il getto d’acqua – ormai praticamente vaporizzata – direttamente in testa; nel frattempo si scatena il classico acquazzone intenso ma di breve durata (ce ne beccheremo un tot durante il soggiorno!), ma tanto siamo già bagnati…
A pranzo ci ispira il ristorante Papadiamandis, situato proprio nel punto dell’isola che è il più occidentale d’Europa; guardiamo verso l’infinito, scattiamo qualche foto classica da turista e finalmente mangiamo: un polipo allo stra-aglio ma gustosissimo e tenero, pesce e onestissimi spaghetti alla carbonara (no comment) per Leo. Volendo, in una giornata più calda e con mare meno mosso, qui c’è una zona balneabile, con scivoli in cemento che digradano verso il mare, trampolini e sdraio sull’ampio prato antistante il ristorante. Noi ci prendiamo un bel po’di spruzzi anche solo rimanendo sugli scogli e quindi torniamo a goderci il panorama della cascata. Sulla via del ritorno (ricordatevi di restare anche voi strabiliati di fronte alle colonne di basalto di Rocha dos Bordões visibile dalla strada), facciamo una piccola sosta per visitare il carinissimo mulino ad acqua che si trova sulla sinistra procedendo verso Lajes poco dopo il posteggio della Ribeira do Ferreiro e se non sbaglio prima del bivio per Fajazinha, paese di 70 anime, verso il quale facciamo poi una digressione per vedere se riusciamo a prenotare il famoso ristorante “con vista” Por-do-Sol che però è ancora chiuso; torniamo a casa allora a rilassarci un po’e concludiamo la giornata guardando dalla finestra il nostro faro che illumina la notte sotto l’ennesimo acquazzone.
Mercoledì 22/08
Nonostante io soffra terribilmente il mal di mare, scartata l’idea di una toccata e fuga in giornata a Corvo a causa del mare davvero troppo mosso, mi sarebbe piaciuto poter visitare almeno la Gruta dos Enxaréus, raggiungibile solo in barca e a detta di tutti magnifica, ma purtroppo non sono riuscita né prima né in loco a contattare qualcuno che organizzasse questo tour se non a prezzi onestamente esorbitanti per un giro di un’oretta scarsa. Il tour operator suggerito dalla guida non aveva più la barca a disposizione (il papà di Mariana in bilico sulla gamba non ingessata ha chiamato per me per informarsi!) e quello pubblicizzato a Faja Grande non ha risposto né al telefono né a una mia mail…pazienza! Risparmio sulla Xamamina…
Ci dirigiamo allora nella zona centrale dell’isola alla volta della Reserva Natural de Morro Alto e, muovendoci un po’ a caso e sbagliando spesso strada, vediamo dall’alto gli splendidi laghi della Lagoa Funda, Negra, Seca e chi più ne ha più ne metta…molto scenografici e dai colori diversificati a seconda del fondale e della luce del sole che va e viene.
Siccome non abbiamo preso abbastanza freddo il giorno precedente, poi, torniamo a fare il bagno alla Cascata do Bacalhau!
Giovedì 23/08
Aspettando il volo per Sao Miguel alle 5 di pomeriggio, ne approfittiamo per visitare velocemente Santa Cruz e fare il bagno nelle sue famose piscine naturali, davvero carine e organizzate con piattaforme di cemento e scalette che permettono di nuotare anche in calette riparate dalle onde. Un panino veloce al soprastante Buena Vista Cafè e ci dirigiamo verso l’aeroporto.
All’arrivo a Ponta Delgada ci viene a prendere la navetta dell’Hotel Canadiano in cui avevo prenotato una tripla per una notte e di cui non posso che segnalare la gentilezza della receptionist e la pulizia nonché ampiezza della stanza, non avendo avuto il tempo materiale di sperimentare altro.
In 10 minuti, proseguendo per Rua do Contadores verso il mare, si arriva in pieno centro, una gradita scoperta: come già detto sembra una piccola Lisbona! I ristoranti si sprecano: noi optiamo per l’Arco Da Velha in Rua dos Mercadores che ci lascia più che soddisfatti anche per la travolgente simpatia di camerieri e proprietario.
Torniamo poi molto presto in hotel perché l’indomani ci aspetta una levataccia alle 5 del mattino per tornare sul continente…e meno male che prima del definitivo ritorno a casa ci aspettano ancora 3 giorni nella mia sempre amatissima Lisbona per presentarla anche a Leo.
Che dire…oltre, oltre, oltre ogni aspettativa. Ancora adesso che scrivo a distanza di mesi ho negli occhi l’azzurro delle ortensie, il verde delle foglie a Flores, il rosa del tramonto su Pico, il rosso delle imposte al Casal do Vulcão e il grigio cenere del Capelinhos a Faial. BISOGNA andare. BISOGNA tornare. Non ve ne pentirete. E se vi servono informazioni scrivetemi senza scrupoli che per me sarà un immenso piacere rispondervi! Buone vacanze!