Azzorre a novembre

Dieci giorni tra Flores, Terceira e Sao Miguel
Scritto da: risafra
azzorre a novembre
Partenza il: 19/11/2016
Ritorno il: 03/12/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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È stata questa l’occasione per poter tornare in un luogo che qualche anno fa mi aveva rapito. Visitai allora Faial e Pico e rientrai ripromettendomi di tornare nuovamente. Quando si torna per la seconda volta in un luogo già visitato le cose sono molto più semplici e certi timori o incognite non creano più indecisioni. Sicché la vacanza trascorre in modo più fluido e magari si ha più tempo per concedere spazi alle emozioni. Dieci giorni e tre isole: Terceira, Flores e Sao Miguel.

Indice dei contenuti

Ci si domanda sempre subito – “come sarà il tempo?” – e ci si risponde con auspici. Oramai è difficile prevedere il tempo e le stagioni ovunque e l’incognita meteorologica conviene farsela amica. Chi si reca qua deve amare la pioggia, il vento, il sole caldissimo ed il freddo delle nebbie. Alle Azzorre – come è vero! – i locali dicono che ogni giorno vede trascorrere tutte e quattro le stagioni. Quindi, soluzione ideale ogni giorno dell’anno, vestirsi leggeri sotto e portare con sé una buona giacca con cappuccio antivento ed impermeabile. Ricordate di avere sempre ai piedi ottime scarpe, non necessariamente tecniche, ma soprattutto impermeabili.

Terceira

Non è piccola ma nemmeno enorme e per essere visitata completamente richiede quattro giorni pieni. Quattro giorni escludendo le escursioni a piedi più lunghe naturalmente. Se ci mettete anche quelle una settimana diventa necessaria. Decidiamo di noleggiare l’auto già in Italia prenotandola online. Con le compagnie del luogo i prezzi rimangono invariati anche all’arrivo ma con quelle più blasonate, qualora non si prenoti online in anticipo, il prezzo al noleggio in aeroporto lievita in modo assurdo. Quando verrà fatto il controllo auto alla consegna prendetevi tempo e fate notare tutto. Meglio ancora scattate delle foto, una precauzione che potrebbe esservi utile in caso di contestazioni (sempre e soprattutto con le grandi compagnie di noleggio internazionale). Consegnataci la nostra Smart (25 Euro al giorno) ci dirigiamo velocemente ad Angra grazie alla via rapida che la collega all’aeroporto. Hotel Beira Mar, soluzione economica, buona e posizione centralissima. Angra è meno grande di quanto si creda ed in realtà scegliere una sistemazione anche periferica non condiziona molto la visita alla città. Si mangia bene ovunque. I prezzi di un ristorante medio sono di un 30% in meno rispetto alla medesima attività in Italia. Ricordatevi che la birra costa meno dell’acqua e che il caffè è delizioso ovunque (quello non preparato con le macchinette a capsula, nuova moda, naturalmente). Rito OBBLIGATORIO della mattina sarà sempre il caffè con un pastel (piccolo dolcetto di pasta frolla o sfoglia) nel primo bar che troverete in partenza per la vostra giornata di visita. Costo: 1 Euro. Decidiamo di andare in senso antiorario lungo l’isola utilizzando come punti di appoggio i vari “miradouros” (punti di osservazione panoramica) sparsi ovunque sull’isola. Da lì spesso partono anche molte escursioni a piedi quindi, fatta la sosta, si può decidere se affrontare anche l’escursione che il miradouro propone. Molto spesso sono escursioni mediamente lunghe ma troverete comunque anche uscite di un paio di ore. Escludendo Angra e Praia, i paesi sono tutti piccoli e visitabili in poche decine di minuti. Sarà quindi da tenere presente nel caso si debba pianificare la giornata. Tanto per rendersi conto della situazione ci dirigiamo al miradouro di serra do coume, quel luogo che praticamente si trova nella maggiorparte delle cartoline di Terceira e delle foto di Google. Si sale in macchina, anche in bici è possibile, per arrivare in una delle parti più ventose dell’isola; troverete infatti questa spettacolare terrazza nel verde vuoto al fianco del parco eolico. Se il tempo lo permette, la vista è davvero spettacolare. Se non lo permette, attendete qualche minuto quando vi concederà di scattare una buona foto. Ci vuole solo pazienza e non fretta. E mille arcobaleni poi orneranno ovunque le vostre foto ed i vostri ricordi. Da Serra scendiamo verso Praia accompagnati da un sole splendido e caldo. È domenica e la bassa stagione assieme al giorno festivo ci regalano una visita silenziosa ed un delizioso caffè in una piazza deserta. Ecco, in tutto il Portogallo, Azzorre comprese, non lesinate sul caffè. Sono sempre ottime miscele che lasciano in bocca per moltissimo tempo un sapore delizioso. Se le trovate, usate le bustine di zucchero addizionato di cannella. Praia ha l’aria più cosmopolita di Angra tant’è vero che si è anche dimostrata la città più cara dell’isola. Una passeggiata sulla darsena, tra le vie del centro, alla bellissima chiesa dalla facciata bianca e blu ed a cercare gli Impérios (trovati e bellissimi). Leggete la loro storia. Spicca sul porto la grande statua della Madonna sulla collina sovrastante la baia raggiungibile attraverso una divertente passeggiata in 20 minuti oppure in macchina in un paio di minuti. Andateci, perché lassù la vista è davvero emozionante. Il monumento, in sé per sé, è costruito di recente, è abbastanza di cattivo gusto e paesaggisticamente inadatto. Un po’ come per l’obelisco/piramide dei giardini municipali di Angra. Da qui proseguiamo costeggiando l’aeroporto. E la radio americana ci ricorda che questa zona di Terceira è ancora abitata da militari americani, non molti per la verità, ma le centinaia di villette nuove e chiuse del villaggio americano ne sono comunque ancora la testimonianza. Superato l’aeroporto (c’è un miradouro con vista per gli appassionati di volo) si scende verso Agualva per iniziare poi a risalire verso la costa nord, quella decisamente più selvaggia. Scordatevi le spiagge (come se ve ne fossero comunque ve ne fossero in abbondanza…) e preparatevi a salti nell’oceano. C’è un percorso di circa 3 km che costeggia la zona di Quatro Ribeiras; se la giornata lo permette è una fantastica escursione. Fermatevi comunque in tutti i miradouros che trovate sulla strada in quando sono paesaggisticamente uno più bello dell’altro. Proseguiamo fino ad Altares (sempre andando in senso antiorario) dove si può salire ad una croce commemorativa, sempre dallo stile discutibile. C’è però che da lassù, 15 minuti a piedi, si può avere una ottima visuale su tutta la zona interna di Biscoitos. Fate sosta al panificio Delia (a Biscoitos) per una fetta di focaccia o un dolce. Sempre costeggiando l’isola si arriva nella zona di Serreta. Qua ci sono due miradouos: Raminho e Queimado. Al primo si può visitare un casotto usato per l’osservazione delle balene mentre al secondo ci si trova difronte ad una immensa distesa di colata lavica ed ad una imponente scogliera a picco sul mare (osservate in basso e guardate se vedete dei pescatori). Si prosegue per Santa Barbara dove la passione per le scale degli abitanti dell’isola (ne troverete a centinaia) raggiunge risvolti quasi ironici. Scesi per qualche decina di metri vi troverete in un dedalo di scale che salgono e scendono senza alcuna direzione precisa. In realtà sono punti di stazionamento per i pescatori ma si rimane abbastanza sbigottiti nel vedere questa opera. Il rientro ad Angra avviene nel tardo pomeriggio. Complice la vicinanza alle festività natalizie, il centro di Angra ci regala alla sera un simpatico mercatino natalizio e delle allegre luminarie. Lo “struscio” si fa partendo da praça Velha. caffé, gelato, castagne, souvenirs o cena?! Tutto è a disposizione. Ceniamo in centro in un delizioso caffè. Il giorno seguente saliamo la mattina sul miradouro di Angra posto nei giradini municipali. Purtroppo trattasi di una specie di obelisco/piramide che male si inserisce in tutto il contesto attorno. Va da sé che la terrazza su cui poggia offre una vista su Angra e sul monte Brasil a dir poco spettacolare. Si prosegue per Furna de Enxofre, una zona di fumarole vulcaniche. Un percorso fatto di sentieri e passerelle di legno si snoda in questo luogo infernale dove il forte odore di zolfo la fa da padrone. Il sito è sempre aperto e visitabile gratuitamente. La zona è anche molto interessante perché consente una vista meravigliosa verso tutta la parte montuosa di Serra di Santa Barbara (quando non è coperta dalle nuvole). Visto la bassa stagione, gli orari e le aperture di alcuni siti si modificano quindi decidiamo di andare verso la Gruta do Nadal per effettuare un’uscita di trekking di un paio di ore abbondanti nella zona di Misterios Negros. Il percorso inizia proprio difronte all’ingresso della grotta passando per lussureggianti laghetti, boschi di cedri e colate laviche. Attorno vi faranno compagnia vulcani e verdissimi prati. Indispensabile portarsi sempre dell’acqua ed indossare sempre scarpe non indispensabilmente tecniche ma assolutamente impermeabili. Questo perché pantani o pozze sono sempre presenti. Ad escursione finita, affamati, cerchiamo un posto per rifocillarsi e fortunatamente troviamo uno di quei camioncini che a bordo strada offrono street food. Due panini con la bistecca (il must dello street food), due birre e due caffè a meno di 10 Euro complessivi. Ritorniamo alla Gruta do Natal. Si può comperare il biglietto abbinato alla Gruta do Carvao visitando i due siti nello stesso giorno oppure in giorni differenti. La visita ad ogni sito vi terrà occupati per almeno mezz’ora e la distanza in auto fra i due è di circa 10 minuti. La Gruta do Natal è un complesso di grotte sotterranee certamente meno scenografiche dell’altro sito ma comunque interessante. Vi verrà consegnato caschetto ed una piantina per discricarsi tra i tunnel scavati dalla lava. E’ un ottimo punto di partenza per comprendere la geologia ed il vulcanismo dell’isola. Si prosegue per la Gruta do Carvao. Un umile ingresso sembra tradire le aspettative ma dopo il superamento di un lungo tunnel di cemento armato si è davanti ad una voragine di proporzioni immense sovrastata da un foro sulla sommità da cui discende la luce. Fatela qualche foto sì, ma non troppe. Perché rischiate di godervi davvero poco questo affascinante luogo. La discesa fino alla base, attraverso centinaia e centinaia di scalini vi regalerà un’emozione dopo l’altra. In entrambi i siti c’è anche un piccolo museo visitabile, caffé ed alimentari, ed angolo souvenirs. Al rientro ad Angra ci fermiamo a visitare la fortezza ad est della città, ora prestigioso hotel, che ci regala uno splendido panorama sulla costa sud e sulla città di Angra. Ceniamo in un delizioso ristorante della città dopo un aperitivo in piazza. L’indomani ci trasferiremo con un volo interno a Flores.

CONSIDERAZIONI SU TERCEIRA – Ci lascia il ricordo di una vivace e moderna Angra circondata da paesini densi di vita rurale, il tutto ammantato da verdissimi pascoli. Spostarsi in automobile s’è rivelata la scelta adatta, seppur vi sia un collegamento di autobus per tutta l’isola, è ben difficle poter organizzare un’uscita giornaliera. Anche perché si scende in paesini dove non c’è praticamente nulla per poi attendere due ore per il rientro. Se si vuole organizzare un’escursione forse ci si riesce anche arrivando in mattinata e rientrando nel pomeriggio. Noleggiare uno scooter è possibile ma l’isola, che non è enorme, non è nemmeno piccola quindi bisogna tenerne conto. In bici si arriva ovunque e le pendenze non sono mai eccessive. Per l’uso dei due ultimi mezzi certamente va messo in conto un soggiorno di più giorni. Internet lo trovate in ogni locale, sempre gratuito. Anzi, l’esposizione del cartellino WI-FI e dello stemma di TripAdvisor fanno spesso dei locali un vanto.

flores

L’arrivo a Flores avviene di pomeriggio in un’isola che ci appare quasi deserta. E’ vero, è bassissima stagione e l’isola è un punto remoto comunque sempre meno visitato delle altre. Raggiunto l’hotel a piedi – Santa Cruz è una cittadina piccolissima – ci sistemiamo e decidiamo di dare una prima occhiata al paese. Giunti nel punto più occidentale dell’Europa, ed anche più lontano dal gruppo centro-orientale delle altre isole, mi rendo presto conto che Flores è un mondo a parte. Dove il tempo trascorre in modo più lento rispetto alle altre isole e le giornate sembrano essere scandite solo dai ritmi della natura. Scordatevi il traffico di Angra o scenografiche illuminazioni. Una deliziosa piazza centrale, una chiesa tutta da scoprire e qualche bar sempre e comunque frequentato. A Flores molti bar fanno anche da tavola calda. Due porti con le barche in secca ed un oceano che, anche se con bel tempo, fa davvero paura quando le onde immense si infrangono sulle scogliere. La zona portuale ha un grande ipermercato dove poter fare provviste per la giornata. Flores è impossibile da visitare con i mezzi pubblici, seppur presenti, in quanto sono pochi e portano in paesini dove c’è il nulla. Più fattibile, visto le dimensioni, girarla con una moto o uno scooter ma di buona qualità perché l’isola ha pendenze ben accentuate. Noi optiamo per una piccola Smart (25 Euro al giorno) che ritiriamo in serata semplicemente chiamando al telefono l’addetta al noleggio. L’indomani partiamo in direzione di Ponta Delgada che, forse erroneamente, ci aspettiamo come una cittadina tipo Santa Cruz. In realtà, dopo un tortuoso saliscendi, si arriva ad un gruppo sparuto di case dove regna la calma, la tranquillità ed il nulla. Un faro vicino alla cittadina diventa il nostro primo shot fotografico. Difronte svetta Corvo ad una manciata di kilometri. Apro una parentesi su Corvo; ci tenevo molto a visitare quest’isola quasi dimenticata ma sapevo che i collegamenti marittimi in bassa stagione sono solo due volte a settimana, e noi li abbiamo persi perché non soggiornavamo nei giorni preposti. Dicasi lo stesso per quelli aerei (60 Euro a/r) ridotti ad uno a settimana. Ci sono comunque alcune società private che con una cifra compresa tra i 60 ed i 90 euro fanno fare l’intera uscita con osservazione dei cetacei e giornata a Corvo. Informatevi presso l’ufficio turistico locale di Corvo sulle modalità di accesso all’isola indicando le date in cui sarete presenti a Flores. Io ho fatto così prima di partire e confidavo di trovare qualcuno che comunque poi ci andasse. In realtà il pescatore che va a Corvo c’è sempre, e noi lo abbiamo trovato, ma bisogna chiedere in paese e mettere in preventivo, sempre in bassa stagione, di passare una notte a Corvo. Ritorniamo a Flores. Dirigendosi verso Ponta Delgada troverete un paio di miradouros interessanti. Uno si trova anche vicino ad un piccolo museo di chincaglierie gestito da un vecchio vedovo. Fate un’offerta e vi ripagherà con un liquore casalingo. Ritorniamo a Santa Cruz e ci dirigiamo verso Lajes che invece è una cittadina decisamente più viva rispetto a Ponta Delgada. Caffé, due passi verso la chiesa e bancomat per le spese. Sulla strada troverete, prima di arrivare a Lajes, un bar tavola calda. Buono per la colazione o per quando si rientra. Superato Lajes decidiamo di scendere a Faja de Lopo Vaz (escursione che troverete menzionata ovunque). Il sentiero che conduce fino all’oceano è ben segnalato e ben tenuto. In un paio d’ore l’escursione si conclude ma vi regalerà un paesaggio mozzafiato e un assaggio di nerissima spiaggia vulcanica. Divertenti e paesaggisticamente affascinanti le torri di sassi lasciate dai vari escursionisti a pochi metri dall’acqua. Troverete dell’acqua disponibile vicino ad una casetta ma, anche se personalmente l’ho bevuta senza alcun effetto indesiderato, eviterei di berla. Anche qua mucche, capre e pecore fanno da padrone ed il pericolo di un inquinamento di tipo organico non lo sottovaluterei così tanto. Risaliti ci dirigiamo verso Monsteiro attraverso una strada tortuosa che arriva fino ai piedi della famosa Rocha dos Bordoes, una formazione geologica di origine vulcanica che ha portato la lava a raffreddarsi in centinaia di colonne. In realtà non è nulla di eccezionale in quanto formazioni del genere sono spesso presenti in territori di origine vulcanica. A Capo Verde, nell’isola di Sao Vincente, c’è addirittura una spiaggia formata da colonne esagonali basaltiche. Da qui proseguiamo per Fajazinha seguendo una strada dalla bellezza spettacolare che per molti versi ricorda i passi dolomitici. Si rimane a bocca aperta dalla bellezza di questo tratto stradale sia nel salirlo che poi nel discenderlo. La nostra meta è Poço da Alagoinha, quella famosa cartolina con le cascate che sembra essere uscita da Jurassik Park. Si parcheggia ed in 15 minuti di sentiero si è davanti ad una cosa dalla bellezza indescrivibile. Da una ardita parte di rocce e vegetazione scendono numerose cascate in una laguna verdastra. Godetevi lo spettacolo e, se siete fortunati come noi, cercate di godervelo in solitudine col solo rumore delle cascate. E’ un must dell’isola, l’attrazione più visitata, e c’è sempre gente. Da qui proseguiamo poi per Faja verso il punto più occidentale dell’Europa. Nel piccolo paese, par essere dimenticato da Dio, troviamo da rifocillarci nel solito furgoncino che fornisce street food. Il pao com bifana (pane e bistecca) ci accompagnerà per molte volte durante questo tour. WI-FI e ottimo caffé presenti anche in questo lontanissimo luogo. A piedi andiamo fino allo sperduto paese di Ponta da Faja e torniamo salendo fino alla casa sulla cascata. Un luogo affascinante e forse direi quasi misterioso. Rientriamo verso Santa Cruz fermandoci verso Lajedo, nella parte sud-occidentale, per tentare l’ardita discesa verso Agua Quente: una fonte di acqua calda che sgorga a pochi metri dall’oceano. Il sentiero è buono nel primo tratto per poi diventare molto esposto e, nel tratto finale, molto ardito per i grandi massi da superare. Non è un’escursione per tutti, seppur sia breve il tragitto. Giunti alla fonte un piccolo rigagnolo di acqua bollente si getta nell’oceano difronte ad imponenti scogli. E’ un luogo suggestivo, oltremodo remoto e sicuramente, per chi ha gambe buone, da visitare. Rientriamo a Santa Cruz cenando in un piccolo ristorante cittadino.

L’indomani ci alziamo con l’intento di visitare la parte interna dell’isola. Partiamo dai laghi Negra e Comprida dopo aver percorso dei tratti stradali memorabili come quelli del giorno prima. Qui lasciamo la macchina e iniziamo un percorso di un paio di ore che costeggia i due laghi più Caldeira Seca e Branca, entrambi ottimi punti per l’osservazione degli uccelli. Portatevi dell’acqua. Alle Azzore troverete dei cestini per i rifiuti e i bagni anche nei luoghi più sperduti ma fontanelle gran poche. Da qui saliamo al punto più alto dell’isola, il Morro Alto a 914m slm, riconoscibile per il gruppo di antenne presenti sulla sua sommità. La vista è spettacolare sia sull’isola che verso la vicina Corvo. Discendendo ci dirigiamo verso le mete conclusive della giornata ossia le caldere Funda e Rasa e quella di Lomba. Le prime due, una affiancata all’altra, offrono un contrasto di rara bellezza mentre l’ultima è certamente meno scenografica. Rientriamo a Santa Cruz fermandoci a visitare l’antica fabbrica delle balene convertita ora a museo. E’ un sito interessantissimo e ben esposto davvero ben fatto e da non farsi mancare. Il piccolo museo affianco, scendendo verso il porto, compreso nel biglietto, è invece uno spazio espositivo mal fatto e privo d’interesse. Non siamo riusciti invece a visitare l’avveniristico museo in centro a Santa Cruz. Ceniamo ed andiamo a bere qualcosa nel bar del paese. Complice anche la bassa stagione alle nove di sera tutto tace. Consegnata l’auto l’indomani mattina partiamo per Sao Miguel con un piccolo scalo a Faial.

CONSIDERAZIONI SU FLORES: La remota isola paga il suo status anzitutto con meno turisti ma anche con minori opportunità. Flores la si visita tutta anche in un giorno e più giorni su quest’isola possono, soprattutto a chi non pratica escursioni, diventare noiosi. Qui manca la vivacità di Terceira o di Sao Miguel, tutto scorre lento. Persino le mucche sembrano più pigre. Conviene, a parer mio, organizzarsi con una abbinata a Corvo e/o almeno ad un uscita in mare per vedere i cetacei.

Sao Miguel

Sao Miguel è l’isola più grande dell’intero arcipelago e subito ce ne rendiamo conto anche dalla massa di turisti presenti nonostante sia bassissima stagione. A Sao Miguel atterrano anche compagnie low cost come EasyJet e Ryanair e ciò la dice lunga anche su questa anomalia. Tantissimi americani ed inglesi, molti spagnoli. Ritirata la macchina, ci dirigiamo velocemente in hotel. Un appunto sui servizi aeroportuali lo faccio dicendo che esiste un servizio di shuttle bus per Ponta Delgada e le città maggiori che parte da 5 Euro a persona con bagaglio per, ad esempio, il centro storico della capitale. E’ primo pomeriggio e decidiamo di partire subito alla volta di Sede Citades, meta principe dell’isola. Abbiamo abbastanza fortuna con il tempo e riusciamo ad intravedere più che ottimamente questo spettacolo della natura. Come già detto, se è nuvolo, non demordete ed attendete qualche decina di minuti, perché il tempo cambia sempre velocemente. Scendiamo verso l’incantevole luogo e decidiamo di fermarci a visitare il paese (cosa che quasi nessuno fa limitandosi a scattare due foto dal ponte). E’ una cittadina piccola e ben organizzata, troverete tutto, e per coloro che ci vanno in estate, anche degli spazi per sport acquatici come la canoa. Qualche bar/ristorante sul lungolago deve concedere in stagione un piacevole ristoro. E’ già tardo pomeriggio e quindi scendiamo verso Mosterios, nella parte nord occidentale, che già in lontananza si rivela essere forse la cittadina più bella dell’isola assieme a Ribeira Grande (parere comunque personale). Ci ritorneremo. Ci sono un paio di miradouros in zona che abbracciano visivamente sia la parte ovest che, come quello di Ginetas, quella meridionale dell’isola. A Ginetas c’è anche uno stabilimento termale a bordo mare. Lì, oltre che nello stabilimento, sgorga acqua calda anche in mare e, nella bella stagione, è un peccato farsi sfuggire una tappa lì. Oltretutto è un luogo molto bello. Ci dirigiamo verso Ponta Delgada attraverso la strada costiera che è tortuosa e, soprattutto, trafficatissima. Ci attende l’ispezione di Ponta Delgada. La capitale dell’isola è sempre trafficatissima ma, anche se si tenta di scendere in centro, un posto auto lo si trova quasi sempre. In realtà, anche qui come ad Angra di Terceira, il centro storico è ridotto effettivamente a poche vie commerciali. Tutto gira intorno alla piazza ed è difficile perdersi visto che la città intera è in discesa. Ristoranti, pub, bar e negozi di ogni genere e tipo. I prezzi lievitano leggermente rispetto alle isole minori ma il tenore di vita degli abitanti ci appare anche decisamente maggiore. Ne è la riprova che qui di mucche ne abbiamo trovate gran poche contrariamente a tutte le altre isole. Ci sono industrie e c’è tanto turismo. Ci fermiamo per un semplice primo in un pub del centro e passeggiamo per la città. Non fa freddo, in questo nostro tour siamo scesi al massimo a 14 gradi ed un maglioncino appare più che sufficiente. C’è una bellissima darsena dove gli abitanti praticano jogging e sport all’aperto, un centro vivace e commercialmente attivo anche fino a tarda ora. Gli addobbi natalizi rendono tutto ancora più scenico. Il giorno successivo saliamo sempre per Sede Citades ma ci fermiamo prima in quel gruppo di lagoe che precede l’arrivo compreso il famosissimo miradouro di Lagoa do Canario, il più scenico. Al parcheggio ci attenderanno un paio di pullman ed un’infinità di turisti. Visto che il cancello di accesso alle auto è chiuso – grazie al cielo – riusciamo a filtrare un po’ di gente ed a goderci lo spettacolo che quel punto di osservazione regala. Le varie lagoe sono tutte molto sceniche e, purtroppo, visitabili anche in auto. Sicché se vorrete fare due passi vi troverete sempre e comunque attorniati da automobili. Abbiamo visto turisti infilarsi in retromarcia su strade sterrate pur di arrivare alla mèta senza fare due passi. Un peccato questa cosa. Seppur sia tutto tenuto pulitissimo ed ordinato, se ci sono continui inviti a rispettare l’ambiente, sembra che le varie municipalità non abbiano ancora compreso che non è il massimo vedere parcheggiati 10 bus turistici difronte ad un piccolo laghetto. Peccato. D’altronde molte agenzie presenti sull’isola riescono ad organizzare il tour della stessa in una giornata quindi non c’è certo il tempo di far percorrere ai propri clienti anche 20 minuti di strada a piedi. Scendiamo quindi ancora verso Monsterio e ci dirigiamo quindi nella parte nord dell’isola guidando in senso orario. Facciamo tappa però subito a Monsteiro dove una strada laterale vi porterà al punto opposto del miradouro di Vista do Rei (quello che guarda verso Sede Citades). In pratica ci si trova sul bordo del cratere. A destra e/o a sinistra delle piacevoli passeggiate vi condurranno attorno al bordo del cratere. Sì può anche circondare l’intera zona ma diventa un’escursione di una giornata. Per chi ha tempo… Il tratto che da Monsteiro va fino a Ribera Grande è quasi libero da paesi e lunghi rettilinei vengono interrotti solo da qualche deviazione. Sulla strada però ci sono un paio di miradouros interessanti che vi consentiranno di avere un’idea della costa. Riberia Grande è invece una cittadina deliziosa – la mia preferita – con degli splendidi edifici e delle meraviglipse chiese. Una piazza ombreggiata dove consumare un aperitivo o un caffé è quasi un obbligo. Prendetevi almeno un paio di ore per visitarla. Ripartiamo verso Lagoa do Fogo, altro must dell’isola, facendo tappa prima a Caldera Velha. Aperto tutti i giorni, tranne a Natale, questo luogo di vasche di acqua calda termale e fumarole è visitabile con pochi Euro. Se avete con voi costume, telo e ciabatte potrete fare anche il bagno nelle vasche. Quando siamo stati noi erano colme all’inverosimile (sono un paio) e quindi sappiatevi regolare. Proseguiamo salendo per Lagoa do Fogo e, impossibile da decrivere, lo spettacolo della natura ci lascia senza parole. Ci sono almeno 3 miradouros sparsi attorno al lago ed anche un sentiero, nel primo, che consente la discesa fino al lago stesso. Rientriamo in serata in una Ponta Delgada deserta sicché optiamo per cenare al grande centro commerciale Parque Atlantico (aperto fino alle 23). L’ultimo piano del centro ospita infatti numerosi ristoranti per tutte le tasche ed i gusti. Tenete comunque questo posto a mente anche per effettuare qualche acquisto magari prima di partire (soprattutto alimentari). I prezzi dei negozi sono molto buoni e pare che la stessa Ponta Delgada la sera si riversi lì come se fosse un grande punto d’incontro (ci sono anche le sale cinema).

Il giorno seguente ritorniamo verso lagoa do Fogo per fermarci a Caldeiras da Ribera Grande dove abbiamo il primo impatto con il “cozino” e soprattutto ci ritroviamo in un paese avvolto da nebbie sulfuree con una grande vasca di acqua bollente dall’azzurro colore. ci spostiamo di poco ed iniziamo un’escursione verso l’antica centrale idroelettrica attraversando lussereggiante vegetazione e bui canyons. Riscendiamo verso la costa nord per dirigerci nella zona, unica in Europa, dove si coltiva il tè. Al Cha Gorreana troviamo uno splendido sito dove è possibile liberamente visitare sia le piantagioni di tè, sia anche la fabbrica della lavorazione. Si può comperare anche il tè, magari confezionato proprio il giorno prima, ma se non lo fate potete acquistarlo per lo stesso prezzo anche al super di Ponta Delgada.

Proseguiamo con l’intenzione di arrivare a Nordeste (“la decima isola” come dicono gli abitanti) ed il paesaggio davvero cambia facendoci credere in più punti di aver quasi cambiato isola. Qui è tutto più selvaggio ed i paesi pochissimi. La discesa al faro di Ponta Arnel (ripida all’inverosimile, da non fare assolutamente in auto) ci regala un panorama mozzafiato, quasi ancestrale. Saliamo verso l’interno poi cercando il centro di cura ambientale del Priolo (un uccellino endemico) ma purtroppo la domenica ce lo offre chiuso. Niente paura, proseguiamo verso Faial de Terra fermandoci ai meravigliosi miradouros di Sassego e Madrugada. Arriviamo allo sperduto villaggio di Povoaçao, il primo approdo dei coloni, che si rivela ben poco attraente seppur dall’aria pretenziosa. Mèta della nostro pomeriggio è Furnas. Arrivati a Furnas si ha l’impressione di trovarsi all’inferno. Il pieno centro del paese è avvolto da vapori sulfurei provenienti da immense vasche di terreno ribollente. Tanti turisti. Tanti. Ed una folta schiera di negozianti venditori di chincaglierie. Furnas è probabilmente il fulcro turistico dell’isola anche se poi non si comprende bene dove sia il paese vero e proprio. Stavolta ci siamo attrezzati e decidiamo di andare a provare le acque termali del Poço de Beja. Nonostante ci sia moltissima gente riusciamo a passare due ore e mezza (oltre non è necessario) in questo luogo che, nonostante l’affollamento, merita davvero di essere visitato. E l’ingresso costa anche poco. Rientriamo in serata scendendo fino a Villa Franca (la strada non è bellissima) ma da lì la via rapida ci porta in pochi minuti nel centro di Ponta Delgada dove ceniamo. L’ultimo giorno lo dedichiamo alla visita di Villa Franca, antica capitale, ed alle sue spledide chiese compresa Nossa Senhora Ermida, a nord del paese.

Ripartiamo poi per Furnas visto che il giorno precedente avevamo tralasciato di visitare le fumarole a bordo del lago. Purtoppo il centro geologico è chiuso quel giorno, ma la spledida chiesa gotica sul lago siamo riusciti a vederla comunque, sicché ci dirigiamo a piedi al sito vulcanico. Ci si può arrivare anche in auto (50 centesimi l’ingresso) ma optiamo per la soluzione pedonale. Accolti da uno stormo di papere starnazzanti e da qualche gatto (a Sao Miguel sono ovunque) facciamo la visita in questo luogo infernale assistendo anche alla dissotterrazione dei cozinos (il famoso stufato che cuoce sotterrato in buche roventi). Il sito è ben strutturato ma purtroppo ci sono poche indicazioni. E’ primo pomeriggio e torniamo in centro al paese con l’intento di visitare il parco Terra Nostra. Il parco è grande ma non enorme come molte recensioni indicano. E’ un giardino botanico dove le camelie la fanno da padrone. Purtoppo poche e malfatte le indicazioni. La visita trascorre per circa un’ora e poi decidiamo di fare il bagno nella famosa piscina di acqua calda ferruginosa. Complice il cattivo tempo, il bagno nell’enorme vasca praticamente deserta profonda un metro e mezzo si rivela l’epilogo rilassante di una vacanza goduta fino in fondo. Certo il sito termale di Poça de Beja è molto più bello a parere mio, ma anche questo può essere una buona alternativa.

CONSIDERAZIONI SU SAO MIGUEL: se non ci fosse tutto il mare attorno a dare l’idea di dove si è, l’isola appare come un pezzo continentale. Qui ci sono autobus ovunque, masse di turisti, voli low cost, fabbriche, industrie e tantissimi servizi. Un traffico spesso congestionato a Ponta Delgada e centri commerciali avveniristici. Di primo impatto non certo da l’immagine delle altre 8 isole ma è comunque paesaggisticamente molto bella ed assolutamente da visitare. Probabilmente in bassa stagione, come abbiamo fatto noi, ce la si gode un po’ di più ma in piena estate immagino sia quasi infernale. Rientriamo a tarda serata con una tappa al supermercato per comperare qualche genere alimentare da portare in Italia. Consiglio qualche formaggio stagionato, l’ottima cannella ed i gustosi filetti di tonno e/o sardine in scatola. Gli amanti dei dolci troveranno anche un sacco di preparati per creme e dolci dall’inconfondibile sapore portoghese. Ceniamo in un delizioso locale in centro a Ponta Delgada; l’indomani si tornerà in continente e per 3 giorni ritornerò nella mia amata Lisbona. Non descriverò Lisbona, perché ci sono già sufficienti diari, ma mi limiterò a dire che è una città splendida da visitare assolutamente. La nostra vacanza si chiuderà nell’Alfama, in un minuscolo ristorante dove dei fadisti arriveranno a farci commuovere.



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