Ayatollah, bandari woman e Kurdistan

Viviamo davvero in un #fakeworld di #fakenews. Ovvero l'Iran è il contrario di come ci viene presentato
Scritto da: ENRY70
ayatollah, bandari woman e kurdistan
Partenza il: 29/04/2017
Ritorno il: 14/05/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Ayatollah, Bandari woman e Kurdistan

Islam, mussulmani, Isis, Daesh, wahabiti, sunniti, sciiti, salafiti, mondo arabo moderato, radicalismo, terrorismo… frastornato da tutto questo bailamme di termini avevo deciso di conoscere direttamente sul territorio due paesi opposti: Arabia Saudita (sunnita) e Iran (sciita)… e già prima di partire sono soddisfatto, in quanto l’Arabia saudita non concede visti turistici!

Era un po’ che volevo portare in viaggio uno dei due miei nipoti grandi, questa volta la sorte ha sorteggiato Federico il maggiore, alias “cucciolone”, per questa esperienza di confutazione delle “fake news” che ci vengono incessantemente propinate.

Via telegram ci farà compagnia anche Chiaretta, una brillante ragazza friulana dotata di solidi valori, conosciuta alcuni giorni prima con couchsurfing.

Ringrazio qui due ragazzi iraniani, Elahe e Sira ospitati con couchsurfing e che mi avevano fornito dei consigli eccellenti sulla loro terra: da loro definito il “paese dei paradossi!”. Al termine del viaggio concorderò con questa definizione.

La sezione del Kurdistan è fresca, perché nessun blog e nessuna guida riporta le informazioni che ho raccolto, dunque ho fatto da apripista.

ITINERARIO

30 Aprile : Qom-Incontro Ayatollah (4 dita separano il paradiso dall’inferno) – Kashan

01 Maggio: Esfahan

02 Maggio: Esfahan

03 Maggio: Shiraz Persepoli

04 Maggio: Shiraz-Qasqhai Nomadi

05 Maggio: Shiraz-Zur Khaneh (men sana in corpore sano)

06 Maggio: Bandar Abbas-Bandari Woman-Tabriz

07 Maggio: Kandovan (villaggio troglodita)-Chiesa Santo Stefano (Jolfa)

08 Maggio: Bazar Tabriz-Lago Orumiyeh

09 Maggio: Sanandaj-Marivan (Kurdistan)

10 Maggio: Frontiera Iran-Iraq-Howraman Valley (vale il viaggio)

11 Maggio: Bolbar-Selin-Hajij-Paveh-Sanandaj: per esploratori

12 Maggio: Sanandaj-Tehran

13 Maggio Tehran-Museo dei Gioielli-Golestan-Bazar-Rientro Italia

COSTI

BIGLIETTO AEREO: 283€ a testa, Pegasus, con scalo ad Istanbul

Bandar Abbas-Tabriz per 90$ a testa Air Queshm

ASSICURAZIONE: World nomads 64€ a persona (Colombus non copre il Paese)

VISTO ALL’ARRIVO: 75€ a persona, fatto all’aeroporto

SUGGERIMENTI UTILI

VISTO ALL’ARRIVO: la procedura, alle 4 di notte impiega circa 1 ora. Dovete prima fare la loro assicurazione oppure fare mettere un visto sulla vostra dall’ufficio che è di fronte a quello che rilascia i visti. Per gli italiani costa 75€, da pagarsi SOLO ED ESCLUSIVAMENTE IN CONTANTI. Ricordate inoltre che vogliono numero di telefono dell’hotel della prima notte oppure copia della prenotazione.

INQUINAMENTO: è a livelli stratosferici, è davvero fastidioso lo smog causato dal traffico, soprattutto perché gli impianti di raffinazione sono vecchi ed obsoleti e le macchine usano inoltre impianti a gas.

GUIDA: gli iraniani credono che la macchina sia uno scooter… le strade sono un’insidia e vedrete un discreto numero di tamponamenti. Sconsigliato noleggiare auto e moto.

CONTANTI: impossibile usare bancomat e carte di credito. In Iran le banconote sono in Rials ma li chiamano toman dividendo per 10: esempio una banconota da 100.000 rials la chiamano anche 10.000 Toman, chiedete sempre a cosa si riferiscono quando vi danno prezzo

BUS NOTTURNO: molto convenienti. Nei VIP, tuttavia, i sedili si reclinano solo di 120° e non 180°, sappiatelo.

COUCHSURFING: in Iran viene considerato come un modo per accalappiare clienti, ciò nonostante c’è qualcuno che segue la sua vera filosofia!

WWW.SNAPP.IR: è una app simile ad Uber, che ho scoperto l’ultimo giorno a Tehran…scaricatela e potrete viaggiare a prezzi ridotti rispetto ai taxi. Non so se funziona in altre città!

30 APRILE: QOM-INCONTRO AYATOLLAH (4 dita separano il paradiso dall’inferno)- KASHAN

Il volo Pegasus, senza pasti, vola via veloce ed alle 3,30 di domenica mattina atterriamo all’Imam Khomeini airport. Sbrigate le procedure del visto, vedi sopra, cambiamo 50€ e per 40€ il taxi ci porta a Qom, città sacra dell’Islam sciita. La strada è quasi tutta illuminata, ma durante il viaggio della sim card da 5giga che il cucciolone ha strapagato all’aeroporto per 15€, nessun segno di vita.

Arrivati alle 6 al santuario della Fatemeh, sorella dell’imam Reza, lasciamo i bagagli al deposito che è fuori dal luogo di culto e riusciamo ad entrare in luoghi altrimenti vietati a turisti e non mussulmani! L’atmosfera è davvero pesante, la religiosità si taglia a fette, con scene di delirio nel toccare la tomba di Fatemeh… verso le 7 prendo coraggio e chiedo all’ufficio relazioni esterne di parlare con un Ayatollah, come mi aveva suggerito Sira. Veniamo presi in consegna da una guida ufficiale non prima di essere stati “visitati” da diverse persone in divisa tra cui polizia, esercito etc che ci chiedevano cosa volessimo.

Nel portarci dall’Ayatollah la guida ci fa vedere il cartello “MANIFESTO DELLA PACE” secondo il quale tutti i pellegrini e profeti devono essere liberi di professare la libertà di religione. Giunti nell’ufficio, l’Ayatollah si presenta come open-mind, con profilo instagram e recente visita in Italia per discutere di monoteismo… partiamo con domande soft:

Rapporti Islam-Cristianesimo, teocrazia… spiega che l’islam prevede stato confessionale e dunque legge religiosa e civile sono identiche, che in Iran ci sono comunità Cristiane Ortodosse, Coopte ed Ebraiche. Inoltre, l’Islam si basa molto su interpretazione del Corano e tradizione… accenna anche al fatto che i Sunniti considerano gli Sciiti impuri e che in Arabia possono andare solo in precise località per motivi religioSi… tutto questo mi fa pensare alla Vandea, Ugonotti etc. etc..

Parlando del suo Paese ci dice: “quattro dita separano il paradiso dall’inferno”… vi do una dritta: pensate al vostro viso.

Avremmo poi voluto passare a domande più toste ma ci interrompe perché altri ospiti attendono… grande esperienza, utile per comprendere se quello che i media ci propinano è vero oppure se viviamo in un fakeworld.

Terminato il tour vogliamo fare colazione e veniamo ghermiti dal titolare di un piccolo locale dove c’era un grosso pentolone….abbiamo fatto colazione con la Kale Pache: due belle zampe di agnello servite con cannella, pane ed un brodo che è talmente colesteroloico che l’olio dei bus anni ‘60 era extrafino.

Pochi toman ed andiamo a prendere il bus per Kashan, che era in partenza: invio cucciolone a prenderlo ma quelli non si fermano e lo issano letteralmente a bordo tramite lo zaino… io devo sgambare per 500 metri superando i fastidiosi taxisti che vogliono bloccarmi. Poche ore di viaggio e siamo a Kashan dove cominciamo ad assaporare le prime gags del viaggio: l’aiutante del bus propone di trovarci il taxi all’arrivo, bene. Quando scendiamo un taxista presente ci accoglie dicendo in modo mortifero “Business”..sulle prime non capiamo ma quando l’aiutante intasca 50.000rial dal “suo” taxista capiamo tutto e scegliamo “Business” scatenando ovviamente una mezza rissa! Lasciamo i bagagli nell’ottimo albergo info@ehsanhouse.com, 45$ a notte, colazione inclusa ma bagno in comune. Passiamo a visitare le “case tradizionali” tra cui Khan e Tabatei, Khan e Ameriha ed Hammam e Sultan Mir Ammad, in genere per 150.000 rials a testa. Sono belle visite, soprattutto quando vedrete e “sentirete” funzionare i Badgir, le torri del vento… girovagato per i negozietti di rose, prodotto principe della zona, riposiamo un paio d’ore per poi visitare il bazar, interessante nella parte dei tappeti… se ci fosse il mio archistar Silvana amante di questi oggetti… Il malefico morbo dei souvenir si affaccia implacabile e compro una bambola tipica per mia cognata anche se rischio sui prodotti alle rose, vera e propria specialità della cittadina…rientriamo in albergo e mega ronfata. Non male per il primo giorno in Persia…

01 MAGGIO: ESFAHAN

Sveglia alle 8, per le dieci partiamo dal terminal bus e per 120.000 rials dopo tre ore arriviamo alla magnifica Esfahan. 200.000 toman di taxi ed arriviamo nella casa di Marsha, trovata su couchsurfing ma in realtà affittacamere…( Marsha +98 913 059 3774 whatsup, 20$ a persona e 5$ la cena), nella zona sud della città oltre il fiume. Ci fiondiamo a visitare il quartiere della Jolfa, collegato alla città Armena del nord, dove vive una comunità cristiana ortodossa, pazzesco. Visitiamo due Chiese e la cattedrale Kalisa de Vank, dove ci sono testimonianze del genocidio degli armeni da parte dei Turchi. Lì facciamo due parole con delle persone che si lamentano dell’oppressione del velo e dell’alcool.. .ricordo loro che poteva andare anche peggio stile Afghanistan…completiamo la visita del quartiere e ci dirigiamo a vedere la sinagoga del Mullah Jacob… ci hanno dato informazioni sbagliate, i taxisti, come spesso capita in Iran fanno casino perché non conoscono le strade ma alla fine arriviamo al parco fra Kamala street e Kamarzarri street.. Ebbene non la vediamo… giriamo da dietro tutti gli edifici ma nulla. Chiediamo e ci indicano un angolo che già avevamo visto. Alla fine grazie ad una foto su pinterest riconosciamo delle torrette e torniamo dove prima: cucciolone riconosce il “candelabro”, trovata! Incredibile una sinagoga nel paese additato dai media come uno stato canaglia….la porta è però chiusa dall’esterno…facciamo foto e chiudiamo il tour interreligioso. Per trovarla, faccia al parco e spalle a Kamala st, è sulla sx, ore 10, ma l’entrata è alle spalle degli edifici!

Al rientro visita allo splendido bazar, dove circolano anche saltuariamente moto e macchine, poi cena al restaurante Patnisky, buona. Al rientro nella homestay facciamo due parole con altri ospiti e la titolare comincia la sequela di lamentele dei giovani contro il governo centrale…

02 MAGGIO: ESFAHAN

Colazione in casa e ci cimentiamo nel prendere un bus pubblico (63) dove le donne stanno anche davanti e non solo nella parte a loro dedicata. Arrivati in centro attacchiamo con la visita alla grande moschea nella Naqsh-e Jahan Square, che è grandiosa ed al suo interno si può di nuovo conversare con gli Ayatollah. Poi al Akkh e Chanel Sotun ovvero il giardino delle 40 colonne. Dopo visita alla grande moschea di Masjed e Jameh ed infine passaggio al Bazar con acquisto di miniature, si parte con i souvenir. Rientro in famiglia, cena per 5$ cucinata dalla cooking class e poi andiamo al terminal a sud della città per andare a Shiraz, 5,5 ore per 360.000 a testa VIP bus. Esfahan è incredibile. Potete comprare le miniature più belle ma soprattutto incontrerete giardini colmi di iraniani intenti a fare picnic che invitano gli stranieri a mangiare assieme a loro. Altro che ”vai in Iran?! Ma non è pericoloso?”

03 MAGGIO: SHIRAZ-PERSEPOLI

Arrivati all’autostazione di Shiraz alle 5,30 siamo travolti da un gruppo di Beluci che scendono da un bus. Taxi ufficiale preso al posto nell’autostazione e per 100.000 rials arriviamo a Felestrine st, dove dopo un’incomprensione, viene a prenderci il papà della ns host Saba (whatsup +98 903 821 1887, ma occhio che non parla bene inglese!), che chiamerò “Zuuuuuur Khaneeee, vi spiegherò poi il perché. Loro, a differenza di Esfahan, ti lasciano un bel monolocale per 20€ a testa, cucinano divinamente, cene a pagamento 5€, ma da migliorare sicuramente il bagno…

Facciamo due parole con la famiglia ed il papà si sforza di trovarci dei nomadi da visitare e di interpretare la mia richiesta di assistere ad uno spettacolo di sport nazionale iraniano..”Zakkane” “Zirkane”… quando lui prorompe in un gigantesco “Zuuuuuurkhaneee”. Dormito due ore, alle 13 viene a prenderci il ns taxista (whatsup +98 935 135 3816) che per 10€ a testa insieme ad altre due turisti polacchi, ci porta a vedere le meraviglie di Persepoli, che è grandiosa. Dopo la visita guidata andiamo a visitare le 4 tombe, da fuori , non vale la pena pagare biglietto e sulla via del rientro cominciamo ad affiatarci con i nomadi, Qasqhai. Purtroppo sono vicini alla strada, hanno macchina e soprattutto nessun tappeto…in auto apprendiamo un nuovo termine: “zanzalil” evocato dal tassista visti i continui cazziatoni che prendeva il ragazzo polacco dalla sua moglie. A casa cena strepitosa cucinata dalla mamma di Saba.

04 MAGGIO: SHIRAZ QASQHAI NOMADI

Sveglia relax ed andiamo in centro città per vedere la Masjed e Nasir al Molk, con la sua sala interna, ma entrate presto quando i vetri colorati irradiano una luce splendida..fuori una piscina che ricorda molto moooolto vagamente il Taj Majal ed in seguito visitiamo la Aramgah e Shan e Cheragh. quest’ultima è un santuario sacro dove i miscredenti non possono entrare se non accompagnati da una guida, tuttavia, come a Qom, se entrate in orari strani potreste visitarla da sola inclusa la sala di preghiera. Anche qui esiste la possibilità di dialogare con gli Ayatollah e visto che erano rimaste in sospeso delle domande perché a Qom avevamo dovuto interrompere, decidiamo di sfruttare di nuovo l’occasione. Rilassati in una sala con altri turisti ed intenti a sorseggiare un tè, cucciolone mi dice: “Zio, ma è di nuovo lui,…” “ma figurati…ti sbagli, non è possibile!” “eppure ti dico di sì… il viso è lo stesso!” Carramba aveva ragione il cucciolone, c’è lo stesso Ayatollah di Qom, li fanno girare quelli più open mind. Questa volta è affiancato da uno di grado più alto:

Chiediamo del velo: rispondono che è una legge votata dal parlamento, siamo in democrazia, dice! (in realtà a pochi mesi dalla rivoluzione del 1979 gli iraniani votarono un referendum senza capire bene le conseguenze… read before it is too late). Molte donne non lo portano sulla fronte: alle nuove generazioni gli insegnamenti del corano devono essere instillati sin da piccole, anche dalla polizia religiosa che, molto gentilmente, ricorda loro gli obblighi religiosi. Gli atei? Anime perse, abbandonate a se stesse. Ci sarebbe voluto un giorno intero per parlare di tutto ma poi lasciamo spazio ad altri turisti. Fatte le foto rito fra le bandiere ufficiali come se fossimo dei diplomatici, torniamo a casa per un’altra grande avventura: la visita ai nomadi Qasqhai.

Avevamo sentito direi dai locals che le visite presso le tribù, per 55€ a testa, erano fake, ovvero i nomadi erano stanziali che si attrezzavano per i turisti ed allora chiedo a “Zuuuuuur Khaneeee” se poteva portarci presso una tribù a caso e chiedere di dormire con loro per vivere l’esperienza autentica. Lui, mitico davvero, nonché di origini Qasqhai, si ingegna come un matto coinvolgendo il padre ottantenne che vorrebbe venire anche lui nella zona dove ora si trovano! Riempiti zaini con sacco a pelo e cibo partiamo alla ricerca dei nomadi, dintorni di Shiraz. Dopo un’ora di guida “Zuuuuuur Khaneeee” chiede a diverse persone fin quando ci imbattiamo in una macchina che, fortuna vuole, si stava dirigendo a un familiare Qasqhai. Dopo aver guidato in territori sconosciuti e sterrati, camminiamo a piedi altri 20 minuti finché vediamo greggi di pecore ed un accampamento. Ci sono le pecore, gli attrezzi per fare il latte, le galline libere ed un’unica famiglia ma, zero tappeti! Ci fermiamo a conversare e nel frattempo arriva un pastore che sembra un modello, poi l’anziana del gruppo che non sa quando è nata, si tinge i capelli e si è presentata facendo il fuso di lana. Incredibile. Dopo aver mangiato un loro formaggio speziato beviamo il tè e chiediamo al “Zuuuuuur Khaneeee” se potessimo fermarci a dormire: “no safe”. Probabilmente ci sono dei predoni ed infatti i nomadi hanno le pistole per qualsiasi evenienza. Sulla via del ritorno incrociamo un motociclista con berretto stile “The Aviator”, ed appreso che siamo italiani impazzisce, a noi si unisce un pastore, foto di rito e via! Sempre alla ricerca dei tappeti, fermiamo altro pastore, ci dice che negli accampamenti vicini potrebbero averli. Giunti nella prima tenda “chador” capiamo di essere nel posto giusto. Un ragazzo ci dice di seguirlo e ci porta un magazzino e comincia un’esilarante sit-com.

Per terra ci sono dei gabbeh meravigliosi, con nodi fittissimi e di conseguenza un peso incredibile, nel frattempo entra anche la mamma e tiro fuori due splendidi Jajim. Chiediamo prezzo: 25+40€… offriamo 50 e diciamo che sono polverosi. Cerchiamo di tirare un po’ sul prezzo. Non lo avessimo mai fatto! La signora ci caccia come Gesù fece con i mercanti dal tempio! “Zuuuuuur Khaneeee” dice “she is angry! Accusato il colpo offriamo la cifra richiesta, prendiamo i tappeti e vediamo che la tizia continua ad inveire…“Zuuuuuur Khaneeee” allora dà 100.000 rials a ciascuno dei quattro figli. ”she is aggressive”. Ancora adesso rido nello scrivere. La vipera poi neppure voleva prepararci il tè. Tornando alla macchina l’altra famiglia ci offre un Jajim nuovo per 75€, decliniamo sennò avremmo dovuto comprare nuove valigie, ma la soddisfazione di avere comprato dei tappeti autentici è enorme: in un mondo iperglobalizzato non mi fido più dei prodotti artigianali che compro. Se non li vedo creare ritengo siano ”made in China” e poi smerciati in tutto il globo. Salutiamo i ns amici nomadi che si saranno divertiti un sacco così come “Zuuuuuur Khaneeee” perché ha vissuto una giornata con la sua gente. Alla fine del tour sento di sconsigliare il dormire con loro, a meno che siate accompagnati da una guida locale e ricordatevi che i nomadi passano l’estate nei dintorni di Shiraz e che la settimana prima non c’erano ancora. Rientro a casa con cena spettacolo e poi branda.

05 MAGGIO: SHIRAZ ZURKHANEH (MEN SANA IN CORPORE SANO)

Sveglia con calma, dopo aver messo il cucciolone a dormire in salotto per via del suo leggerissimo russare di cui mi sono lamentato con mia nipote Serena che non mi aveva avvertito. Andiamo in centro per assistere ad una sessione di Zur Khaneh, che significa “la casa della forza” ovvero una palestra dove i soli uomini sono ammessi e su musica e parole di un DJ si esercitano per temprare il loro fisico..dura circa due ore e si assistono a diverse esibizioni, tra cui roteare su se stessi, fare esercizi con pesi e muovere uno strumento con i sonagli pesantissimo. Abbiamo raggiunto l’estasi quando un anziano, che era stato salutato da tutti, si è tolto la camicia ed ha cominciato a fare esercizi pure lui. La location si trova sotto la torre dell’orologio della moschea fra Hussen e Aramad. Ingresso gratuito, si tiene il venerdì alle 12.00, bella esperienza. Oggi è venerdì ovvero il deserto, vagato un po’ per il bazar decidiamo di tornare a casa per riposare, poi andiamo in aeroporto per comprare i biglietti Bandar Abbas-Tabriz per 90$ a testa poi terminal bus per Bandar Abbas, 200.000 rial a testa, unico bus della giornata e dopo 10 ore circa arriviamo.

06 MAGGIO: BANDAR ABBAS-BANDARI WOMAN-TABRIZ

Credevamo di giungere ad un terminal invece è una fermata dove non possiamo lasciare i bagagli. Taxi ed andiamo al bazar per vedere le Bandari woman, donne che indossano volontariamente il Burkah, che può essere un maschera di stoffa o intelaiata di metallo. La temperatura già verso le 6 è tosta, siamo di fronte a Dubai. Verso le 6,3 affiorano le donne… emozionanti… poi facciamo un bel giro nel caratteristico bazar di Bandar Abbas, altre foto, altri colori, il pesce appena pescato, gli uomini che indossano il Dishdasha. Grandi bandari, popolo dei porti, che vivono solo nella parte sud del paese! Alle 10 rotta verso aeroporto e, dopo un casino per le escandescenze di un vecchietto prima del decollo con il volo tornato all’hangar, arriviamo a Tabriz, città estremo nord del paese. Taxi e giungiamo a casa di Mahdi (+98 938 119 8088) contattato tramite couchsurfing. La casa è accogliente, la sua stanza dà sul cortile e non è collegata al resto delle stanze. Sua sorella di 15 anni è il prototipo di ragazza iraniana proiettata verso il mondo e non sopporta più l’applicazione rigida della religione..mangiato qualcosa andiamo a vedere il bazar che è molto bello e probabilmente il migliore del paese ma i tappetai lavorano solo 4 ore al giorno dalle 10 alle 14, capito i ricconi?! Rientro a casa cena con la famiglia e poi pianifichiamo la giornata del domani con Madhi: Kandovan e poi chiesa di Santo Stefano a Jolfa.

07 MAGGIO: KANDOVAN-CHIESA SANTO STEFANO (JOLFA)

In 45 minuti a sud di Tabriz si giunge all’incredibile villaggio troglodita di Kandovan. Ho usato molte volte il termine troglodita senza conoscerne il significato. In questo posto lo visualizzo: sono le persone che abitano nelle caverne! Il posto è pazzesco. Queste case a forma di coni di roccia che brulicano di negozietti che vendono prodotti locali come miele, uova, chewing gum bianca insapore e tappeti. Un bel modo di finanziarsi con il turismo. Quasi quasi mi commuovo. Finita la visita, circa 1 ora, facciamo rotta su Jolfa, 2,5 ore passando da Tabriz. Altra mezz’ora di macchina e si giunge alle cascate di Asyjab Khurabe, che sono carine ma nulla di che, forse più caratteristica la strada che conduce lungo il confine con l’Armenia dove si vedono delle montagne imponenti. Finita visita in un’ora arriviamo alla Chiesa di Santo Stefano, strepitosa. Come il viaggio per giungerci, nella valle verde al confine con Azerbaijan ed Armenia. Il colore delle pietre è annerito ed è una mini cittadella, ricorda i luoghi del “Nome della Rosa”, ci piace moltissimo. Sulla via del ritorno facciamo due parole con il ragazzo. Dice che non si interessa di politica, che in casa gli iraniani fanno quello che vogliono con alcol, donne senza velo. Feste e che esiste la prostituzione sia come la conosciamo noi e sia con il Sigue (temporary marriage): ovvero donne che indossano il velo al contrario. A Tehran cercherò di saperne di più perché è una notizia bomba. Rientriamo a Tabriz alle 22.00, visita rapida al parco El Goli ed andiamo a cenare a casa della famiglia di Mahdi che si prende un bel cazziatone: durata escursione 13 ore!

08 MAGGIO: BAZAR TABRIZ-LAGO ORUMIYEH

Alle 10 visitiamo lo splendido bazar dove il disturbo compulsivo di souvenir ha contagiato pure il cucciolone che comincia vagheggiare i posti più impensabili dove appendere i tappeti, miniature etc.. Usciamo limitando i danni comprando solo qualche kilo di caramelle Pashmek allo zafferano, divine. Alle 14 partiamo verso il lago Orumiyeh, accompagnati anche dalla zia di Mahdi… Il lago è uno tra i salati più grandi al mondo, molto ventoso, ricorda il Salares di Uyuni (Bolivia), scattate le foto di rito in due ore rientriamo a casa, salutiamo la famiglia di Mahdi che ci chiede mancia per le cene e noi la accordiamo a lui (in realtà con couchsurfing il sottoscritto ha ospitato oltre 150 persone in tre anni senza mai chiedere nulla) 25€ + 100$ per tutte le escursioni. Alle 20.00 partenza con unico bus giornaliero per Sanandaj (400.000 rials a testa) dall’avveniristica autostazione di Tabriz. Come in altri viaggi notturni rimaniamo sorpresi dalla vivacità delle cittadine che si incontrano lungo il percorso… 10,30 ore ed arriviamo nella capitale Kurda Iraniana.

09 MAGGIO: SANANDAJ-MARIVAN

Facciamo colazione da “Tiffany”, un baretto dell’autostazione ed alle 8 andiamo in Abidar square per incontrare Mijad, il fratello di Hosna, la ragazza conosciuta su CS e che ci ospiterà questa sera a Marivan. Lui ci porta sulle alture per vedere la città dall’alto anche se preferibile la sera perché il sole al mattino è di fronte. Poi facciamo giro al Museo Kurdo, della casa privata dimora di Asef e del bazar. Majad ci racconta di questo glorioso e sfortunato popolo, che conta circa 20 milioni di persone sparse soprattutto fra Iran, Turchia, Syria e Iraq dove ha una porzione di stato federale. Ci racconta anche del genocidio di 5000 curdi del 1998 di Halajab ad opera di Saddam Hussein e del desiderio di avere uno stato federale e forse indipendente. Alle 13 rientriamo alla stazione dei bus, lasciamo il grosso dei bagagli presso il desk della compagnia che ci riporterà a Tehran per 300.000 rials a testa e prendiamo tutto il savari per 600.000 rials senza aspettare che si riempia. Due ore di guida “allegra”, per usare un eufemismo, ed arriviamo nella piccola Marivan. Veniamo prelevati da Hosna, ragazza di Sanandaj che lavora come medico presso il locale ospedale. Lei è davvero gentile, ci porta al lago a mangiare un bel pesce fresco, in centro dove cammina incurante di essere in compagnia di due stranieri e viene osservata da molti. Alle sei dall’altra parte del lago a vedere dei paesini e fare pic-nic in riva, una dolcezza davvero. Purtroppo la vediamo insofferente al velo. Ci racconta che a nov 2016 è stata fermata dalla polizia religiosa e rilasciata dopo avere firmato un foglio che, se ripescata a portarlo “male” sarebbe finita in prigione. I luoghi del lago sono incantevoli, i paesini esprimono ospitalità senza vedere persone, quando poi le incontri ti invitano a cena a casa loro oppure a dormire così la mattina dopo si potrebbe trascorre una giornata presso i loro pascoli. Incredibile. In questo villaggio vediamo un discreto numero di cicogne, poi gelato da confrontare con quello italiano, così dice Hosna, e rientriamo e tentiamo di convincerla a passare con noi anche la giornata a Howraman, ma impegni di lavoro lo impediscono. Riflettendo sulla situazione in cui si trova, sull’insofferenza verso le imposizioni religiose, decliniamo l’idea di dormire da lei presso il suo alloggio in ospedale: alto il rischio di visite della polizia religiosa il giorno dopo motivo per il quale decidiamo di dormire in hotel per 1.000.000 di rials. Salutata Hosna e invitata in Italia a andiamo a dormire. Se siete donne o coppie ben lieto di mandarvi il suo numero, al mio indirizzo mail a fine racconto.

10 MAGGIO: FRONTIERA IRAN-IRAQ HOWRAMAN VALLEY (VALE VIAGGIO)

Appena svegli prendiamo taxi e per 200.000 rials ci facciamo portare al vicino posto di confine con l’Iraq. Lungo il tragitto incontriamo tir carichi di Toyota pick-ups e Chrysler nuovi diretti verso questo martoriato paese. L’ingresso pedonale del confine coincide con una ”no one zone”. Intimoriti chiediamo a delle persone che lì stazionano e loro ci mandano un tizio della dogana il quale ci invita a salire nel suo ufficio: rispondiamo a delle domande dicendo che vogliamo vedere il confine e autorizza, ma “no photos”. Camminiamo per circa 300 metri con il taxista e riceviamo il messaggio vodafone che recita: “Benvenuto in Iraq!”. Guardiamo estasiati le due bandiere, il taxista dice di prendere foto ma timorosi di un eventuale controllo che avrebbe innescato dei casini con il tizio della dogana, non le facciamo e torniamo alla macchina. In Marivan prendiamo savari e dopo un viaggio di due ore corroborato da musica kurda che ballo facendo felici gli altri viaggiatori, arriviamo a Howraman al Tahkt. Posto molto carino, cucciolone trova un hotel ma decidiamo di inoltrarci verso la valle. Chiediamo quanto distasse il prossimo villaggio: circa 45 minuti, ce la possiamo fare a piedi anche se il sole picchia. Durante il cammino, ci imbattiamo nel museo (questo è il numero +0918 375 8026 cell 933939825 ma li ho tradotti dal farsi dunque il cell non è sicuro), ma cominciamo a scorgere in lontananza il villaggio di Bolbar, altro che 45 minuti a piedi! Si trova in basso e bisogna scendere delle curve che paiono lo Stelvio, dopo 2,5 ore di cammino sotto il sole implacabile accettiamo passaggio e ci piazziamo sdraiati in un ristorante che si trova vicino alla fonte. Oziamo per due ore fin quando trovo le energie per visitare il villaggio e spesso vengo invitato nelle case per mangiare o bere del tè. Vicino al bar facciamo amicizia con dei curdi che stavano facendo una rimpatriata delle elementari con il loro maestro, simpaticissimi. Per dormire prendiamo un alloggio per 10$, molto carino, perché non siamo ok con l’intestino ed in famiglia avremmo disturbato.

11 MAGGIO: BOLBAR-SELIN-HAJIJ-SANANDAJ: PER ESPLORATORI

Questo paragrafo riporta notizie di viaggio fresche, non rintracciabili su nessuna guida tantomeno sui forum di viaggio, dunque seguitele se volete visitare e godere al massimo di questa zona di Kurdistan meravigliosa.

Facciamo colazione assieme ai kurdi della rimpatriata che ci invitano a scendere in macchina con loro. Dopo Bolbar la strada è nuovamente sterrata e dopo circa 30 minuti di macchina giungiamo al paesino Selin di sotto. Qui scopriamo che è stato appena inaugurato un ponte di ferro che permette di attraversare il fiume e scoprire itinerari intonsi e giungere a un villaggio di cui non conosco il nome, potrebbe essere Hawasawa, ma verificatelo, non sono sicuro. Se lo avessimo saputo avremmo certamente saltato Howraman e Bolbar, ci saremmo fermati a Selin ed attraversato il ponte e dormito presso una famiglia dell’altro villaggio. Tra le altre cose scopriamo anche che si possono fare delle gite in motoscafo partenza fra Hajij e Selin, ma non ho il numero e credo che partano solo da Hajij, ma verificatelo! La strada è un saliscendi dove si incontrano del caratteristici villaggi (Nevin) che stanno investendo in costruzioni per ospitare i turisti prossimi venturi: affrettatevi a visitare questi posti. Il turismo qui è soprattutto iraniano, di trekkig nessuna traccia organizzata, ma i sentieri utilizzati dai locali sono ben tracciati e con ottima visibilità si potrebbero fare delle escursioni da urlo! Le montagne che si stagliano tutto intorno alla valle sono davvero invitanti. Lungo questa strada abbiamo incontrato i kurdi nei loro tipici vestiti, con il Kolobal e nuovamente apprezzata l’ospitalità che raramente ho incontrato nei miei viaggi. Dopo due ore di viaggio da Bolbar giungiamo in un posto dove c’è cascatella artificiale, piantiamo tenda per ricco pranzo. Alle due ci portano a Hajij, che dista solo 10 minuti, poi taxi di 2 ore per Paveh. Lì scendiamo al Bazar, che è una sequenza di negozietti lungo la via principale, non al coperto, cercando tappeti kurdi di cui nessuna traccia. Stazione dei bus e minivan per Ravansar: posto autentico, agricolo e un po’ ostile verso i turisti. Non esiste albergo, ci chiedono 1.500.000 di rial per camera privata. Inviato a visitare un paese, prendiamo savari per Kamyacan, 1 hora e poi decisione monstre di rientrare a Sanandaj, un’altra ora di viaggio e dormita presso hotel Agadi di Ferdouzi street, per 900.000. Oltre 12 ore di viaggio, sapevatelo!

12 MAGGIO: SANANDAJ-TEHRAN

Partenza alle 10 per Tehran dove arriviamo dopo circa 7 ore al terminal di Agadi square. Taxi ed andiamo alla casa di Sarvi, amica di una ns conoscente iraniana, che vive nella parte nord della città. Ci ospiterà per 25€ testa ma è davvero bella. In casa sua ci cucinano un piatto delizioso e ci presentano un loro amico pittore sulla sessantina. Parlando, anche lui si lamenta della politica e all’ennesima mia rimostranza, nel 1979 avete cacciato lo scià, mi risponde: nessuno immaginava cosa sarebbe successo, solo alla prima trasmissione televisiva abbiamo capito il disastro… e vabbè, è per questo che non ne fanno altre di rivoluzioni!

Chiedo anche del Sigue: è un temporary marriage, ovvero un matrimonio a tempo che può andare dai 10 minuti a tutta la vita, pagando la donna, e si registra presso un ayatollah. Esiste il divorzio e la donna può essere “risposata” solo dopo due cicli mestruali, ve lo riporto come lo hanno spiegato. Su internet esiste il film “Bazar of sexes” se interessati all’argomento. Ma ora sono curioso di conoscere quanti di voi lettori eravate o immaginavate questa forma di “matrimonio” in un paese islamico. Quattro dita separano il paradiso dall’inferno. Ovviamente i miei amici iraniani ne parlano negativamente.

13 MAGGIO: TEHRAN-MUSEI DEI GIOIELLI-GOLESTAN-BAZAR-RIENTRO ITALIA

Sveglia realx e con Sarvi andiamo in centro per visitare il Museo dei Gioiello che definirei imperdibile.

Successivamente visitiamo il complesso di palazzi “Golestan” che offrono diverse opzioni su quali visitare, i tappeti e la sontuosità di alcune sale lasciano di stucco. Terminata la visita tappa obbligatoria il bazar con desiderio irrefrenabile acquisto… 4 mini gabbeh da sedia ed un rimpianto colossale per un 2×3 intrasportabile in Italia. Grande pranzo e poi visita al domani che verrà: il grande centro commerciale “Palladium”, prezzi spaventosi e merce occidentale importata dagli Emirati Arabi. Che tristezza, confrontare le vie cittadine brulicanti di vita e luci, per non parlare dei bazar a questa maledetta forma contemporanea di vendita. Rientriamo a casa per final relax in attesa di andare in aeroporto. Sarvi ci chiama Snapp e con un taxista paghiamo il 50% dei taxi ufficiali 200.000 rials per andare a prendere il volo. Le misure di sicurezza sono toste vi consiglio andare lì tre ore prima della partenza. Alle 4,38 imbarco direzione Europa…

Iran?

#persia

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#quattroditaseparanoinfernodaparadiso

Per qualsiasi cosa scrivetemi pure: petrocch@hotmail.com

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Bolbar, Kurdistan

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Qashau Jajim

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Persepoli, Shiraz

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Con "ZurKhaneh"

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Sinagoga, Esfahan

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Qashai People, shiraz



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