Avventurosa, seducente e straordinaria: la “Terra dell’incontro” è una meta dove viaggiare con gli occhi e il cuore aperti

Il nostro Avventuroso viaggio in Indonesia, tra Giava Bali e le Gili
Scritto da: Mister66
avventurosa, seducente e straordinaria: la terra dell'incontro è una meta dove viaggiare con gli occhi e il cuore aperti
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È il paese con il maggior numero di fedeli islamici al mondo, uno dei più grandi arcipelaghi del pianeta, una nazione che aspira a divenire una potenza economica e politica regionale. L’Indonesia è un luogo da conoscere e vivere all’insegna delle sue bellezze e contraddizioni, come scopriremo in questo diario. Pronti a partire?

Diario di viaggio in Indonesia

Martinsicuro – Giovedì 25/07/2024

Finalmente è arrivato il momento, sono sei mesi che organizziamo questo viaggio, abbiamo trascorso la notte a casa dei genitori di Iris. Ora sono le 2 di notte e Diego, il nostro storico compagno di viaggio, ci viene a prendere per andare alla fermata del bus (44 euro andata e ritorno) che ci porterà a Fiumicino dove alle 10:30 il nostro volo della Etihad ci porterà ad Abu Dhabi dove faremo scalo. Una lunga attesa ci aspetta prima di prendere la nostra coincidenza per Giacarta.

Abu Dhabi – Venerdì 26/07/2024

Ore due e mezza di notte parte il nostro aereo Etihad. Arrivati nella capitale indonesiana, io e Iris tocchiamo il nostro 42esimo stato, mettiamo l’orologio cinque ore avanti e aspettiamo altre quattro ore prima di prendere il terzo aereo questa volta della Garuda, la destinazione è Yogyakarta. Arriviamo alle 22:00 e un taxi ci porta, stanchissimi, direttamente al nostro hotel Urbanview Le Reno Inn, ok abbiamo speso poco, 13 euro, ma le camere sono penose,  la stanchezza è tanta che le lenzuola macchiate passano in secondo piano.

Yogyakarta – Sabato 27/07/2024

Ore 7 del mattino, un autista prenotato mesi prima dall’Italia ci aspetta fuori dal nostro hotel, oggi visiteremo due dei templi più belli in assoluto. Cominceremo con il tempio di Borobudur, il tempio Buddista più grande dell’intera Asia. Lo visiteremo, la mia passione per l’archeologia è molto forte e influenza sempre la scelta dei nostri viaggi. Siamo tra i primi ad arrivare al sito, con il biglietto ci viene fornito un infradito di paglia e con queste calzature dovremo fare la visita. Una breve passeggiata e arriviamo al sito, non è ancora aperta la visita del monumento, nessuno può ancora salirci sopra e noi possiamo scattare delle belle foto senza le persone. Finalmente aprono e iniziamo la visita di questo fantastico sito, la guida è obbligatoria, ma in Inglese, quindi cercheremo di capire il più possibile visto il nostro livello della lingua. Ci viene raccontata la storia di Siddharta e di tutte le fasi della sua vita. Giriamo tutto il sito e alla fine ne usciamo soddisfatti,questo posto ha mantenuto le aspettative. Torniamo dal nostro autista e gli chiediamo un posto per pranzare, veniamo subito accontentati e alla fine mangiamo anche bene. Riprendiamo il viaggio,ora è il turno di Pranbanan un Tempio Hindu, forse il più importante, si differenzia da quello buddista perché le costruzioni tendono verso l’alto e non ad occupare tutti gli spazi. Soffrendo un poco il caldo visitiamo il sito e anche qui rimaniamo soddisfatti per quello che i nostri occhi riescono a vedere. Stanchi ma felici riprendiamo la nostra auto che è stata sempre a nostra disposizione, un’organizzazione impeccabile. Facciamo ritorno al nostro hotel alle 17.30, considerando che alle 18 fa buio, ci ritiriamo stanchi per una doccia e un breve riposo. Usciamo per cena e ci dirigiamo verso la via dello street food, in giro c’è moltissima gente ma di turisti pochissimi, ci ambientiamo un poco e poi scegliamo a caso un posto per mangiare, risultato, ceniamo senza infamia e senza lode con 5 euro per 3 persone. Tornando a casa compriamo dei dolcetti per la colazione di domani.

Yogyakarta – Domenica 28/07/2024

Sveglia presto, facciamo colazione con i dolcetti che abbiamo comprato ieri sera, poi iniziamo la visita di Yogyakarta, non abbiamo un programma e mentre prendiamo un caffè in un chiosco decidiamo di iniziare dal Kraton, il palazzo dove ancora oggi vive il Sultano. Paghiamo un biglietto di 3.5 euro e iniziamo la nostra visita, ci sono dei giardini circondati da edifici caratteristici, in uno di questi iniziano a battere dei tamburi in maniera cadenzata e contemporaneamente escono dei danzatori di tutte le età. Inizia una danza all’apparenza semplice ma che richiede un equilibrio e un controllo del corpo notevole. Presumo sia una scuola, visto che i più giovani hanno un istruttore vicino che li corregge durante la prova, pensavo mi sarei subito annoiato invece resisto fino alla fine della performance. Ci spostiamo in un altro edificio dove ci sono vestiti, foto e oggetti dei regnanti. Continuando troviamo un grosso tronco scavato che serve da cassa di risonanza, subito chiedo a Iris di suonarlo mentre io faccio un video, molto divertente, riusciamo a far sorridere anche Diego.

Proseguiamo con il Palazzo dell’acqua (Tamar Sari Water) che dista un km, breve passeggiata e siamo già sul posto, anche qui il biglietto è di pochi euro e siamo dentro. Passato l’ingresso ci troviamo difronte un edificio e una grande vasca, passeggiamo intorno scattando le solite foto di rito. Oltrepassiamo la vasca passando attraverso una porta decorata e troviamo dall’altra parte una piazzetta circondata da edifici decorati e qui facciamo una sosta, ci prendiamo un cocco e ci rifocilliamo visto il caldo che fa. Abbiamo letto di una moschea sotterranea, sono molto incuriosito, la cerchiamo senza successo, chiediamo ad una guida che ci spiega che in questo momento non è visitabile e che serve il permesso del Sultano, Peccato! Anche se è tardi facciamo pranzo, scegliamo un posto con aria condizionata e wifi, prendiamo dei gamberi fritti accompagnati dal solito riso bianco e una verdurina, 7 euro. Completiamo il nostro programma di giornata con la visita dei vicoli intorno al Palazzo, molto caratteristici.

Ci ritiriamo in camera per una sosta. Iris ha cercato sul telefonino un posto dove mangiare, ci incamminiamo che è già buio, troviamo il ristorante, che sembra più cinese che indonesiano, mangiamo molto bene e ci scoliamo anche una birra. Torniamo sulla via principale per una passeggiata prima di andare a letto, troviamo un negozio di vestiti e Iris riesce a comprare 3 pantaloncini, carini, prezzo due euro al paio.

Yogyakarta – Lunedì 29/07/2024

Oggi giornata di trasferimento, andiamo a Malang. Ore 9, un taxi ci viene a prendere, alle 10:30 parte il nostro treno, tramutiamo la prenotazione in biglietti in una macchinetta fuori dalla stazione e via in sala d’aspetto. Il tempo di un caffè e il treno puntualissimo, non diciamolo a Trenitalia, parte. Ci aspettano sette ore di rotaie tra autentici paesaggi indonesiani. Arrivati alla stazione di Malang abbiamo ancora qualche ora di luce, con i nostri zaini in spalla decidiamo di andare a vedere Jodipan, un quartiere di case colorate, molto bello e particolare. Abbiamo letto che tutto è nato da una rivalità calcistica, da una parte del ponte le case sono azzurre e dall’altra tutte colorate, diventato poi un progetto universitario, ora una piacevole attrazione per dei viaggiatori che come noi hanno voglia e curiosità nel visitare questo fantastico mondo che abbiamo la fortuna di vivere. Siamo a due km dal nostro hotel, anche se siamo carichi dei nostri zaini decidiamo di farcela a piedi. Una volta arrivati subito notiamo che l’hotel questa volta non è un disastro come quello precedente ma pulito e ordinato. Facciamo una doccia e siamo già in strada, oggi abbiamo saltato il pranzo e siamo affamati, ci mettiamo subito alla ricerca di un posto dove mangiare. Troviamo un posticino dove fanno anche della musica dal vivo, facciamo amicizia con il gruppo e tra una cantata e l’altra ci scoliamo qualche birra.

Malang – Martedì 30/07/2024

Ore sette del mattino, veloce colazione e siamo subito pronti per un tour di tre giorni. Saliamo sulla jeep con il nostro autista privato e si parte, subito facciamo una sosta sul ponte dove possiamo ammirare per la seconda volta, Jodipan, il quartiere colorato. La nostra vera meta di oggi sono le cascate di Tumpak Sewu, dalle foto sembrano molto belle. Arrivati sul posto ci viene consigliato di mettere dei sandali, perché sarà impossibile non bagnarsi. Iniziamo a scendere e dopo poco incontriamo una terrazza panoramica dove possiamo ammirare la cascata dall’alto, un vero splendore, sono a forma di semicerchio e con una buona portata di acqua. Scattiamo foto e selfie e poi iniziamo a scendere, le cascate sono alte 120 metri e se noi le abbiamo ammirate dall’alto significa che dovremo scendere tanto. Così è, per raggiungerle bisogna scendere molte scale attraversare ruscelli e oltrepassare dei ponticelli, percorso faticoso, ma vi garantisco che lo spettacolo che si può ammirare da sotto ripaga veramente dello sforzo che bisogna fare per raggiungerle. Stare ai piedi di queste imponenti cascate è fantastico, sembra di essere sotto un acquazzone estivo, scatto delle bellissime foto, mettendo a rischio il telefonino visto l’acqua che ci colpisce, ma ne vale la pena. In questo luogo ci siamo regalati un momento di evasione e di libertà che solo un posto così bello poteva donarci, ammirare, scoprire luoghi lontani e diversi da quelli che la solita routine ci propone è quello che cerchiamo nei nostri viaggi, con queste bellissime cascate, obiettivo centrato.

Non vorremmo proprio andar via, ma con gran dispiacere dobbiamo farlo. Lungo il fiume, sotto una tenda, ci fermiamo per un caffè prima di iniziare la risalita che ci mette a dura prova. Arrivati quasi alla macchina, prima dello strappo finale, incontriamo quello che sembra un campo base, qui troviamo bevande fresche cibo e frutta di ogni genere. Houston abbiamo un problema, direbbero quelli di Apollo 13, il nostro è meno grave, ma pur sempre problema è. Abbiamo lasciato i soldi in macchina, al costo di poche rupie un ragazzo ci fa da taxi con un motorino e Diego si immola per la causa. Al suo ritorno possiamo rifocillarci con frutta, acqua fresca e con il bagno che è a pagamento. Facciamo l’ultimo sforzo e siamo in macchina, prima di ripartire ci cambiamo completamente gli abiti ancora zuppi d’acqua e si riparte, ci portano in un posto molto bello ma sperduto nel nulla, passeremo qui la notte. A questo punto il programma prevedeva: alzataccia all’una di notte per assistere all’alba sul monte Bromo con vista sul cratere del vulcano, salita sulla bocca del vulcano, un trasferimento e nuova alzataccia per salire sul vulcano Kawah Ljen per assistere al fenomeno delle fiamme blu. L’escursione sul Ljen per attività vulcanica ci viene comunicato che non potrà essere svolta, ci offrono una escursione alternativa e noi accettiamo, pazienza. Doccia, cena e subito a letto.

Indonesia (posto imprecisato a due ore e mezzo dal Bromo) – Mercoledì 31/07/2024

È passata da poco mezzanotte, ci prepariamo, tra poco una jeep passerà a prenderci, arriva un fuoristrada anni 80 della Toyota, scopriamo poi che solo queste auto sono autorizzate ad entrare nel parco, quindi tutti gli escursionisti viaggiano con questi mezzi. La nostra è gialla e la divideremo con due ragazzi francesi. Il viaggio dura più di due ore e risulta molto impegnativo, per noi e per i mezzi, arriviamo alla meta e troviamo centinaia di jeep tutte di colore diverso e parcheggiate tutte vicine creano un colpo d’occhio molto bello. Scendere dalla macchina è un sollievo, delle bancarelle affittano delle coperte, non ci sembrano necessarie, niente di più sbagliato, arriviamo sul pesto poco prima delle tre, il sole sorge alle sei, per tre ore soffriremo il freddo come non ci capitava da tantissimo tempo. Come in tutte le cose belle, veniamo ripagati dalla bellezza del sorgere del sole sul cratere del Bromo.

Tutte le mie parole per descrivere questo momento, ma anche le foto non rendono giustizia alla bellezza di quest’attimo, il chiarore che aumenta e le nuvole che piano piano si diradano e il cono del Bromo che appare in tutto il suo splendore, ti fanno dimenticare il freddo sofferto per l’attesa. Non so quante foto abbiamo scattato al vulcano, sono niente a confronto dei selfie che delle ragazze coreane si sono fatte, sono incredibili, sotto i giacconi tirano fuori dei top colorati o dei vestitini tirati a lucido, con degli occhiali ultimo grido e tutte con il cappellino di lana, assumendo pose da fotomodelle, tutto per postare su Instagram la foto più bella. Lasciamo la postazione e ci rechiamo alla macchina, riprendiamo il viaggio, ora andremo sul cratere, l’autista ci lascia al parcheggio che si trova molto lontano, ci tocca una bella passeggiata e una volta arrivati alla base del cono, troviamo una scalinata lunghissima. Arriviamo in cima e sbirciamo dentro il cratere, quando il vento sposta il vapore si riesce a vedere il bollore dell’acqua in fondo al cono. Con gran stupore non ci sono barriere di sicurezza, la possibilità di caderci dentro non è cosi improbabile.

Torniamo alla jeep con la consapevolezza che anche questa è stata una bella esperienza. Si torna all’hotel dove abbiamo trascorso la notte, bisognosi di una doccia, visto che la presenza del vulcano mette nell’aria della polvere nere e ce la troviamo addosso. Rigenerati da una doccia ci passano la colazione, alle 11? Ok, vista la fame non ci facciamo molte domande. Dopo mangiato lasciamo la Toyota e ricarichiamo gli zaini sulla vecchia auto con il nostro precedente autista, passeremo la notte a Bondowoso nell’hotel Palm. Abbiamo impiegato cinque ore ad arrivare e stremati prendiamo la camera, una tripla questa volta. Nella camera notiamo che ci sono moltissime zanzare, sembra una camera di seconda fascia apparentemente nella norma, abbiamo la brillante idea di uscire a comprare dello spray per liberarci di questi insetti fastidiosi, cosi facciamo e lo consumiamo tutto, poi usciamo a mangiare. Visitiamo una piazza vicino e poi troviamo una pizza Hut e decidiamo di mangiare pizza, orrenda, veramente cattiva, ma la fame è tanta che la mangiamo lo stesso. Torniamo in camera e troviamo una spiacevole sorpresa, zanzare morte, ma troviamo delle blatte tramortite che provvediamo a cacciare dalla stanza.

Bondowoso – Giovedì 01/08/2024

Sveglia presto e subito lasciamo la stanza degli orrori. Facciamo colazione e scopriamo che il nostro autista ha dormito in macchina, questo ci rattrista un pochino, lasceremo una buona mancia. L’escursione di oggi doveva essere il Vulcano Ljen, l’alternativa ci è del tutto sconosciuta, la raggiungiamo dopo due ore di macchina, la Djawatan Forest, ricorda molto le atmosfere del signore degli anelli. Facciamo un giro a piedi, il posto è veramente bello, passeggiamo in mezzo a questi alberi secolari con forme contorte, forse il vulcano sarebbe stato più bello ma noi da buoni viaggiatori sappiamo apprezzare tutto quello che un viaggio ci propone. Scattiamo delle foto, felici di aver visitato questo posto insolito, veramente lontanissimo dal turismo di massa, solo qualche coreana vediamo girare, sono ovunque e si atteggiano tutte come fotomodelle. All’interno c’è un chiosco, ne approfittiamo per mangiare un po’ di frutta e bere un caffè, noto che la signora dietro il bancone sta tirando fuori dalla padella della roba fritta, curioso come un gatto mi avvicino a chiedere, sono delle banane, ne ordino subito una porzione.

Ripartiamo con destinazione Ketapang, dove ci imbarcheremo per Banguwangi, quindi lasceremo l’isola di Java per Bali e aggiungiamo un’altra ora avanti, tra le due isole il fuso orario è differente. Arriviamo all’imbarco e l’autista ci aiuta per i biglietti e porta lo zaino di Iris fin dove è possibile, come detto in precedenza gli lasciamo una buona mancia meritatissima. Una volta imbarcati sul traghetto in 40 minuti sbarchiamo a Bali, qui troviamo un autista prenotato mesi prima dall’Italia con un cartello con su scritto Iris, qui io e Diego abbiamo capito chi guida questo gruppo di scappati di casa.

Quattro ore abbondanti di auto e arriviamo ad Ubud, qui dormiremo per cinque notti, veniamo da una settimana movimentata e avventurosa, questa sarà una via di mezzo, meno intensa ma con un poco di azione. Alloggeremo al Sari Bungalow, molto bello, dotato di una piccola piscina che già ci fa venere voglia di un tuffo rinfrescante. Durante il tragitto prenotiamo il ristorante con un app, il Liap Liap uno dei migliori guardando le recensioni, abbiamo saltato il pranzo e ordiniamo un paio di portate in più, il costo è leggermente più alto ma non paragonabile ai prezzi europei. Breve camminata guardando le vetrine, evitando i motorini e poi a letto.

Ubud – Venerdì 02/08/2024

Questa mattina il buongiorno ci viene dato da una colazione che è servita in veranda, ordinata in precedenza da Diego, che si alza prestissimo e appena i ragazzi dello staff arrivano è il primo a fare l’ordine. Il nostro breakfast consiste in un Pancake alla banana, frullato alla banana, un piattino di frutta (papaya, ananas e cocomero) e un caffè balinese, che come caratteristica va lasciato riposare prima di berlo perché la polvere di caffè si deve depositare sul fondo, cosa desiderare di più. Mentre noi facciamo colazione una signora porta le offerte. Il 90 per cento degli indonesiani è mussulmano, sull’isola di Bali sono tutti induisti e ogni mattina fanno questa offerta, che consiste in fiori semi di riso e poi accendono uno di quei bastoncini profumati e lo posizionano su tutto, ingressi automobili, motorini, ecc.

A pancia piena andiamo a cercare uno che ci affitta degli scooter, senza non si riesce a circolare, ne troviamo uno e al costo di sei euro al giorno saranno nostri per i prossimi quattro. Iniziamo la visita di Bali partendo dalla famosa Monkey Forest, parcheggiamo il motorino e pagato il ticket per il parco entriamo. Le scimmie sono abituate ai turisti e bisogna fare attenzione a telefonini occhiali e zaini, sono rapidissime e sottrarre questi oggetti. A nessuno di noi tre piacciono le scimmie ma viste in questo contesto, ne viene fuori una visita piacevole, anche perché la foresta è molto bella. Prima di raggiungere l’uscita una scimmietta mi salta sullo zaino e cerca di aprirlo, impiego un poco prima di riuscire a scrollarmela di dosso. Siamo fuori, saliamo sullo scooter e vorremmo visitare una cascata, durante il tragitto ci affianca un signore e ci chiede se vogliamo fare degli assaggi di caffè, accettiamo volentieri era una esperienza che volevamo fare. Il posto è molto carino e ben organizzato, ti portano una ventina di assaggi tra tè, caffè e cioccolato, tutti gratuiti, tranne il famoso Caffè luwak, quello digerito dal simpatico zibetto, questo ha la particolarità di non avere caffeina perché questa la trattiene l’animale, niente di speciale.

La prossima è la visita della cascata Tegenungan, molto bella, il suo difetto è troppo turistica, ci mettiamo in costume e ci tuffiamo. Ripartiamo per una nuova meta, ma prima lungo la strada incontriamo un warung in mezzo a delle risaie, ci ispira tanto e al costo di quattro euro a persona mangiamo molto bene. Completiamo la giornata di escursioni con un’ultima cascata, Sumanpan, poche persone e molto bella, io e Diego attraversiamo il fiume per buttarci sotto alla cascata, mostrando a tutto il mondo la nostra rinomata agilità. Prima di rientrare un frullato al dragon fruit e un caffè ci stanno alla grande, guidare lo scooter a Ubud non è una cosa semplice, oltre che guidare a sinistra ogni volta è una gara di moto GP senza regole, vi garantisco che è una vera esperienza. Prima della doccia un relax in piscina ci sta alla grande. Per cena scegliamo un ristorante che fa musica rock e prima di andare a letto un bel Gin Tonic chiude questa giornata piena di posti visitati, domani si replica.

Ubud – Sabato 03/08/2024

Il costo di questo hotel è di 23 euro a camera con piscina, in Italia non basterebbero per la fantastica colazione che ci servono in veranda ogni mattina. Saliamo in sella al nostro motorino e ci dirigiamo verso le famose risaie di Tegalalang. La visita di questo posto è gratuita, oggi il caldo si fa sentire e l’escursione alle risaie sembra essere un poco impegnativa, dovremo girare tra i terrazzamenti della coltivazione del riso. Bellissimo, non riesco a dire altro, giriamo su dei sentieri usati anche dai contadini, che di tanto in tanto incontriamo sul cammino. Immagino quanto sia duro lavorare in questo posto che per un viaggiatore sembra un paradiso, buono per scattare foto e girare video da postare su Istagram, ma un inferno per chi ogni giorno attrezzi in spalla ci deve lavorare, eppure non perdono mai l’occasione di regalarci un sorriso. Risaliamo dalla nostra visita e prima dell’uscita ci sono diversi ristoranti che ti chiedono dei soldi per fare delle foto finte, come le chiamo io, con dei cuori fatti con i fiori o con l’altalena che dondola sulle risaie, noi passiamo oltre.

Ora siamo accaldati, ci serve una cascata per refrigerarci un poco, scegliamo quella di Bulan Yeh, non molto grande ma bella e poco turistica, tanto che siamo da soli. Ci facciamo il nostro bagnetto e poi di nuovo sulle strade di Bali con il nostro motorino. Ora la nostra meta è quella più lontana e una delle più attese, il Tempio di Lempuyang, con la sua famosa Porta del Paradiso, immortalata e diventata famosa grazie alle foto postate sui social. Arrivati sul posto ci bloccano e ci deviano su un parcheggio, si può arrivare al tempio solo pagando un bus turistico, poi, una volta arrivati paghiamo un biglietto e ci viene dato un numero, il 433 che ci servirà per scattare la famosa foto.

All’ingresso del tempio ci viene fatta una specie di benedizione, all’interno me lo aspettavo più grande, non dico che sia brutto, ma avevamo delle aspettative maggiori, visitabile in venti minuti. Iris dice “già che siamo qui, facciamola la foto” non è il genere di cose che amo fare, io e Diego acconsentiamo. Più di due ore abbiamo aspettato, per fare la foto che tutti i turisti adorano fare. Sono le cinque e per tornare al nostro albergo impieghiamo due ore, arriviamo con il buio, dopo aver rischiato tantissimo sulla strada del ritorno. Siamo stanchissimi e per cenare scegliamo il ristorante più vicino e dopo qualche birra, tutti a letto.

Ubud – Domenica 04/08/2024

Questa mattina io inizio con una omelette al formaggio mentre Diego e Iris non cambiano menù. Si parte per Tirta Empul, il tempio della purificazione, qui ci sono delle cannelle d’acqua, dove i credenti, dopo una cerimonia immergono il capo su ogni cannella. Il problema, a mio modestissimo parere, e che i turisti che hanno un altro credo giocano a fare gli induisti, fanno questa cerimonia solo per scattare delle foto da postare sui social, mancando di rispetto a chi crede realmente in questa cerimonia. Il tempio è bello ma non regge il confronto con Borobudur e Prambanan. Si riparte, facciamo benzina, bisogna aspettare dieci motorini prima di riempire il nostro serbatoio, in tutti i benzinai si fa la fila. Come sempre alterniamo un tempio ad una cascata, ora andiamo alla scoperta Tukad Cepung, pochi turisti ci bagnamo ma facciamo delle foto molto belle, risalendo le tante scale incontriamo un chiosco, ci fermiamo a mangiare e ci concediamo anche un dessert di frutta esotica, mangiato benissimo e i frullati buonissimi (11 euro per tutti e tre).

Iris ha letto di un villaggio etnico da visitare, facciamo una piccola deviazione e siamo sul posto. Scopriamo che ci sono tanti visitatori, ma questi non ci impediscono di apprezzare a pieno la bellezza di questo villaggio rurale. Questo posto ha veramente mantenuto l’autenticità di un tempo e passeggiare al suo interno ci lascia un senso di piacere. Soddisfatti della visita di questo è il suo nome, durante il tragitto per tornare a casa, facciamo una sosta caffè in un posto molto carino. Abbiamo prenotato ancora una volta il ristorante Liap Liap, ma prima un meritato tuffo in piscina ci rimette al mondo come nuovi, non vorremmo più uscire dall’acqua, solo la fame poteva riuscirci. Al ristorante mangiamo benissimo, 70 euro per tre persone, per Bali è un prezzo alto. Una passeggiata e un gin tonic ci mandano a letto molto più sereni.

Ubud – Lunedì 05/08/2024

La colazione prenotata da Diego è diventata un rituale che ci mancherà molto una volta tornati a casa, ma a questo penseremo più avanti quando sarà il momento. Siamo diretti al tempio di Besaki che raggiungeremo percorrendo 40 km con i nostri motorini. Gli scorci che si vedono girando con le due ruote sono fantastici, risaie e palme creano dei paesaggi emozionanti. Pagato il biglietto ci fanno sedere su un’auto elettrica tutta aperta che ci accompagna al tempio evitandoci una bella sfacchinata tutta in salita. Lo chiamano il tempio madre, il più importante di tutta Bali, sicuramente a nostro parere il più bello. Appena arrivati diverse guide cercano di venderci una foto sempre fatta con lo specchio, non accettiamo quella della Porta del Paradiso basta e avanza.

Lo giriamo tutto, fin dove è possibile, qui vediamo moltissime persone che portano delle offerte , molte più di altri templi. Usciamo e decidiamo di tornare alla biglietteria a piedi, ora siamo in discesa e continuiamo a vedere tantissimi fedeli recarsi al tempio con offerte e vestiti tradizionali. In sella al nostro scooter torniamo al nostro hotel per un riposino, il caldo e la stanchezza si fanno sentire e mi ricordano che non sono più un ragazzino. Prima delle cinque pomeridiane usciamo a piedi per visitare il palazzo di Ubud, bello e gratuito, unica pecca le troppe persone, ma va bene così. Passiamo davanti a tantissimi ambulanti e Iris ne approfitta per fare un po’ di shopping, al ritorno passiamo davanti ad un locale che ci ispira tanto e ci fermiamo per un aperitivo. Torniamo in camera e giusto il tempo di cambiarci e andiamo a mangiare, Iris sfoggia un vestitino rosso che gli ho appena comprato e a me viene in mente la canzone di Battiato “Come le balinesi nei giorni di festa”, bello il vestito rosso e bella mia moglie. Dopo cena facciamo una camminata alla ricerca di un taxi che domani ci porti all’imbarco, ne troviamo uno e con 20 euro a testa abbiamo anche il biglietto della barca che ci porterà a Gili Trawangan.

Ubud – Martedì 06/08/2024

Oggi lasciamo questo hotel e la prima cosa che ci siamo chiesti è abbiamo la colazione alle Gili? Si, anche nel prossimo la colazione è compresa. Prepariamo gli zaini e aspettiamo le 10:30 che arrivi il nostro taxi, lo aspetteremo fino alle 11:30, e quando iniziavamo ad esaurire la pazienza arriva un vecchio furgone con a bordo cinque indiani maleducati che avrebbero causato il ritardo. Facciamo poco più di un’ora di viaggio e siamo quasi arrivati, ma rimaniamo bloccati nel traffico, praticamente fermi, l’autista ci consiglia di fare l’ultimo km a piedi, cosa non si fa per non perdere un traghetto. Percorriamo l’ultimo tratto a piedi e carichi dei nostri zaini, a me si aggiunge il mio mal di schiena che per l’occasione si è particolarmente accentuato. Finalmente arriviamo alla biglietteria, ritiriamo i tickets e ci chiedono una tassa di pochi euro per l’ingresso alle isole, pago, sono io il cassiere oggi. Arrivati all’imbarco mi chiedono la ricevuta della tassa, cerco di spiegare che ho pagato e non me l’hanno data, lui con un gesto tipo non fare il furbo mi rimanda indietro, pago nuovamente la tassa e quando la consegno ribadisco al controllore che l’ho pagata due volte e lui fa spallucce. Sul molo c’è una confusione che la metà basterebbe, non senza difficoltà riusciamo a prendere l’imbarcazione giusta.

Durante le due ore e mezza di navigazione, su una barca veramente datata, in certi momenti manca l’aria per respirare, scambiamo due chiacchiere con una coppia ragazzi italiani. Arrivati a Gili Trawangan, salutiamo i ragazzi, loro sono diretti a Lombok, ritiriamo i bagagli e sbarchiamo, Iris controlla il telefonino e scopre che il nostro hotel Kusuka Boungalow si trova a trecento metri, lo raggiungiamo a piedi facendo lo slalom tra le biciclette e i carretti trainati dai cavalli, qui non ci sono macchine. Posiamo subito gli zaini in camera, molto bella anche questa e subito usciamo a cercare un posto dove guardare il tramonto, troviamo il posto giusto, a pochi metri dal mare sotto a degli ombrelloni di paglia un po’ di musica, manca solo la birra e il tramonto. Tutto perfetto, tranne il tramonto che si nasconde, poco male, ordiniamo un’altra birra e poi la cena, mangiare scalzi con i piedi nella sabbia non ha prezzo.

Gili Trawangan – Mercoledi 07/08/2024

Con grande piacere scopriamo che la colazione qui ha lo stesso rituale dell’hotel precedente, tranne la signora che portava le offerte perché qui sono musulmani. Il bello di oggi è che non abbiamo un programma, questi tre giorni saranno di mare e relax, ci capita poche volte che nei nostri viaggi ci concediamo un periodo così lungo di dolce far niente. Affittiamo tre biciclette al costo di 2 euro e cinquanta l’una e iniziamo a pedalare senza una meta in cerca di una spiaggia. Troviamo il posto giusto, dei lettini sotto a degli alberi che fanno ombra a pochi metri dal mare, qui stendiamo i nostri teli e subito ordiniamo tre frullati all’ananas che ci vengono serviti in spiaggia al costo di 5 euro per tutti e tre, i lettini sono gratuiti. Faccio una gran fatica a stare tutto il giorno in spiaggia, propongo di andare a comprare della frutta e mangiarcela nella nostra piscina e così facciamo, ananas, dragon fruit, papaya e delle fantastiche piccole banane sono il nostro pranzo di oggi.

Stanchi della piscina ci concediamo anche un piccolo riposino per poi essere pronti per il tramonto. Sono le 17:00, prendiamo le nostre bici e cerchiamo un bel posto por goderci lo spettacolo della natura, troviamo la spiaggia giusta e seduti sopra ad un tronco spiaggiato aspettiamo. Arrivano dei ragazzi romani e iniziano a giocare una delle partite di calcio più simpatiche del mondo, intanto Diego ha procurato le birre e tra la partita e il tramonto trascorriamo un piacevolissimo momento. Torniamo indietro con la nostre bici e ci mettiamo alla ricerca del posto migliore dove cenare, Il ristorante Ego Beach Front ci sembra il posto giusto, siamo in grande euforia, scegliamo di mangiare del pesce grigliato e ordiniamo un piatto composto da gamberoni, pesce locale e aragosta, tutto super buono, anche il prezzo ci soddisfa: 38 euro per tutti e tre. Prima di rientrare ci fermiamo in un locale con musica a tutto volume e tra giovani che faranno le ore piccole ci beviamo il nostro cocktail e ci ritiriamo, ma prima facciamo un bagnetto in piscina.

Gili Trawangan – Giovedì 08/08/2024

Ripetiamo lo stesso copione di ieri: colazione, prendiamo le bici, stesso lettino di ieri, frullati e come ieri resisto fino a ora di pranzo sul lettino, Diego propone di mangiare ancora frutta, “non ci pensare nemmeno” è la mia risposta, non impiego molto a convincerlo quando propongo di andare a mangiare pesce sulla spiaggia. Prima però dobbiamo andare a prendere i biglietti per la barca di domani. Poi ristorantino in riva e anche qui con 15 euro mangiamo molto bene. Passiamo qualche ora in piscina e poi il riposino prima del tramonto, comincio ad apprezzare anche il vero relax. Anche questa sera siamo presenti allo spettacolo che si ripete ogni sera ed ogni volta riesce ad emozionarci, sarà la birra!. Passeggiando alla ricerca del posto giusto per cenare, notiamo che hanno un forno a legna e all’unanimità decidiamo di mangiare pizza. Mai scelta fu più azzeccata, in molte pizzerie di Faenza la si mangia peggio.

Gili Trawangan – Venerdì 09/08/2024

Appena finita la colazione, Iris ci da la brutta notizia, nell’hotel di Uluwatu non è compresa la colazione, Io e Diego apprendendo la triste notizia rischiamo di scoppiare in lacrime. Carichi con i nostri zaini, ci rechiamo sul pontile e anche qui ci chiedono di pagare una tassa, questa volta teniamo stretta la ricevuta, arriva la nostra imbarcazione, scopriamo che è la stessa identica del viaggio di andata, ci aspettano 2 ore e mezza di sofferenza. Anche qui conosciamo due ragazzi italiani giovanissimi che arriva da Gili Meno, un’isola vicinissima alla nostra. Arrivati in porto molto provati veniamo assaliti da una marea di tassisti che ci propongono i loro servizi, ne prendiamo uno dopo aver accennato una trattativa, cosa a cui noi non siamo certo portati, per 30 euro ci porterà ad Uluwatu, la nostra prossima tappa. Dopo 4 ore raggiungiamo il nostro hotel Padang Padang Breeze, non sono colpito in maniera positiva, la camera è ok ma niente colazione e niente piscina. Cerchiamo di fare il più in fretta possibile, dobbiamo subito affittare due scooter, qui senza si fa fatica a muoversi. Facciamo una passeggiata e troviamo un posto che ce li affitta, l’operazione risulta un poco macchinosa e perdiamo molto tempo. Finalmente abbiamo i mezzi per muoverci, si è fatto già buio e decidiamo di fermarci in un locale, apparentemente anonimo sulla strade, chiediamo un tavolo per tre, seguiamo la ragazza che ci porta sul retro e qui si apre un giardino bellissimo con moltissimi tavoli e una musica disco in filo diffusione. Dal menù deduciamo che è un locale italiano, con piatti favolosi. Mangiamo benissimo, piatti buoni e ben presentati prezzi leggermente più alti della media, ma sempre bassi rispetto all’Europa. Stanchi del viaggio, ci ritiriamo in camera.

Uluwatu – Sabato 10/08/2024

Non abbiamo la colazione, quindi partiamo alla ricerca di un posto dove farla, ne troviamo uno fermandoci a caso, ordiniamo le stesse cose, non rimaniamo soddisfatti, domani ne cercheremo un altro. Abbiamo finito i contanti e sembra che molti posti tra cui spiagge e templi non accettino la carta. Riusciamo a cambiare del contante e scegliamo la spiaggia più famosa, quella di Padang Padang, qui si pratica il surf con onde che vanno bene per principianti e per quelli che lo praticano da un po’. La spiaggia è molto affollata e noi affittiamo un ombrellone per non rimanere sempre sotto il sole. Ci sono delle bancarelle che vendono magliette con il simbolo della spiaggia e del surf, ne compro alcune da riportare a casa. Facciamo il bagno più volte tra le onde che diventano sempre più alte e si allungano sulla spiaggia, questo provoca il fatto che le persone si spostano sempre più indietro e la spiaggia si accorcia, diventando invivibile per i miei gusti. Raccogliamo le nostre cose e ci apprestiamo a risalire le scale che ci riportano allo scooter. Sulla strada ci fermiamo a mangiare in un chiosco a caso, fanno mangiare messicano, ormai siamo seduti e ordiniamo.

Torniamo in camera giusto il tempo di rinfrescarci e ripartiamo, andiamo a vedere il Tempio di Uluwatu, che si trova su una scogliera. Consigliano di visitarlo al tramonto, arrivati indossiamo il nostro sarong ed entriamo, subito troviamo una fila per prenotare la danza che ogni sera fanno al calar del sole, non abbiamo intenzione di vederla e andiamo oltre. Il tempio non è bellissimo ma la sua posizione è fantastica, è possibile camminare sul costone di tutta la scogliera ed è quello che facciamo. Anche qui ci sono le scimmie, in questo posto bisogna fare molta più attenzione che nella Monkey Forest, basta un attimo di distrazione e ti rubano occhiali, telefonino e qualunque altra cosa si possa rubare, i guardiani sono molto attenti e segnalano l’arrivo dei quadrumani.

Lungo la strada si incontrano carcasse di occhiali distrutti di Gucci ed altre marche molto costose, manca un poco al tramonto ma noi scegliamo un posto panoramico bellissimo e qui aspetteremo. Il posto è così bello che molte coppie vengono a fare la foto in questo punto e in molti mi chiedono di fare da fotografo. Come sempre questo è un momento magico, si ripete tutti i giorni e spesso ci dimentichiamo di apprezzarne la sua gratuita bellezza. Scomparso il sole ci rechiamo al parcheggio e ci sediamo ad un tavolo per una bevanda prima di riprendere la via del ritorno, noi sul tavolo abbiamo solo la birra, i nostri vicini stanno mangiando e sono predati in continuazione dalle scimmie, che con una rapidità pazzesca saltano sul tavolo prendono il bottino e scappano. Prima di rientrare cerchiamo un ristorante con l’obiettivo di tornare a mangiare indonesiano.

Uluwatu – Domenica 11/08/2024

La colazione? Questa volta abbiamo trovato un posto che ci ha soddisfatto, ci torneremo anche domani. Questa mattina seguiamo le indicazioni di Iris, come ogni giorno, andiamo sulla spiaggia Jimbaran, per tutto il tragitto Iris continua senza sosta ad intonare una canzoncina, “Jimbaran, Jimbaran” trasmettendoci una contagiosa allegria. Parcheggiamo il motorino, scendiamo tre gradini e davanti a noi appare una spiaggia bella e grandissima, prendiamo il nostro ombrellone e ci buttiamo sopra ai nostri lettini. Anche qui si può fare surf, solo per principianti perché le onde sono molto più piccole e sono molti quelli che si apprestano a seguire il primo corso. Io e Iris facciamo qualche bagnetto e poi una lunga camminata, Diego non riusciamo a schiodarlo dal lettino oggi, ci riusciamo solo quando è ora di mangiare. Questa spiaggia oltre ad essere famosa perché è molto bella, lo è anche per le sue grigliate di pesce, e noi ci facciamo subito tentare, mangiare in spiaggia senza scarpe con i piedi nella sabbia per me è una sensazione unica. Rimaniamo un po’ più a lungo del solito e poi andiamo come sempre alla ricerca del punto panoramico migliore per l’imperdibile spettacolo del tramonto. Andiamo in un locale stracolmo di persone, facciamo fatica a parcheggiare il motorino, questo si trova a strapiombo sulla scogliera con diverse terrazze e una piscina a sfioro, sembra una scena di quei film girati a Beverly Hills in una piscina di un miliardario americano. Bellissima gioventù che in piscina balla, beve birra e si diverte, sono sicuramente troppo vecchio per questo posto, sembro il genitore che è andato a riprendere il figlio, ma poco mi importa, mi sto divertendo moltissimo. Arrivato il buio la festa è finita, almeno per noi che non facciamo vita notturna, molti di questi ragazzi continueranno fino a tarda notte, quindi andiamo a mangiare e ci ritiriamo in camera.

Uluwatu – Lunedì 12/08/2024

Come inizia la giornata oggi? Con una bella colazione, poi a stomaco pieno, in sella al nostro motorino andiamo sulla spiaggia di Melasti, anche qui paghiamo un ticket e la raggiungiamo con una strada panoramica niente male. Arrivati, prendiamo il solito ombrellone e stabiliamo all’unanimità che è la spiaggia più bella che abbiamo visto a Bali. Ci tuffiamo subito in acqua in cerca di refrigerio visto che oggi fa molto caldo e il sole picchia particolarmente. In questo momento abbiamo la bassa marea e con il passare del tempo l’acqua comincia lentamente ad alzarsi a metà mattinata sta diventando abitudine bere la radler, un mix di birra e limonata, piace molto a Diego. È ora di pranzo, nessuno accetta la carta di credito e abbiamo poco contante, ci avviciniamo e dal menù sbirciamo i prezzi, dovremmo farcela. Mangiamo e anche bene, beviamo acqua per risparmiare e alla fine riusciamo anche a lasciare un poco di mancia. Anche qui visto che il posto è così bello rimaniamo un pochino di più. Torniamo in camera con l’intenzione di tornare a guardare il calar del sole nello stesso posto di ieri, ma poco dopo Ci sentiamo con Diego che ci dice di avere un pò di mal di gola e che non sarebbe venuto neanche a mangiare. Ok,rinunciamo anche Io e Iris al tramonto, ma non alla cena, anche perché dobbiamo riconsegnare gli scooter. Mangiamo in un ristorante messicano, il più vicino al nostro hotel, visto che dobbiamo tornare a piedi, ordino alla cieca e mi becco un piatto molto piccante, concludiamo così la nostra ultima serata a Bali.

Uluwatu – Martedì 13/08/2024

Ore 7 del mattino, oggi niente colazione, tra mezz’ora un taxi prenotato ieri sera ci porterà a Denpasar dove si trova l’aeroporto. Questa mattina non mi sono alzato in grande forma, ultime parole di ieri ”questa volta non ho avuto problemi intestinali”, forse il piccante di ieri o il sole, mi hanno fatto un brutto scherzo, prendo una tachipirina con la speranza che faccia effetto il prima possibile. Ore 9:30 parte il nostro aereo della Air Asia per Giacarta. Arrivati in città usciamo dall’aeroporto, prendiamo un taxi per il nostro hotel Verse Luxe, arriviamo poco dopo mezzogiorno, io sono un poco provato, ho bisogno di dormire, ma ci comunicano che la nostra camera sarà pronta per le due. Prima di darci la camera ci tocca discutere con i ragazzi della reception, insistevano nel dire che noi avevamo prenotato tre stanze, spieghiamo più volte che le nostre prenotazioni sono due, viene fuori alla fine che mi scambiavano per un francese. La camera è molto bella, la più pulita di tutto il viaggio, io schiaccio un paio d’ore di sonno e mi sveglio molto meglio. Si è fatto buio e prima di andare a mangiare, facciamo una passeggiata, arriviamo fino alla Piazza dell’Indipendenza, che troviamo chiusa, nel tornare indietro Diego scopre un ristorante italiano e decidiamo di andarci. Fatichiamo a trovarlo, situato dentro ad un centro commerciale di lusso dove ci sono tutte le firme del momento. L’Osteria Gia è veramente bella, tutti sono vestiti eleganti tranne noi, sembriamo tre scappati di casa, il ristorante si conferma anche al suo interno elegante e fa strano sentire in sottofondo delle canzoni napoletane. Ordiniamo due pizze margherita e una Marinara, sono buonissime, al costo di 10 euro a testa ci siamo regalati un poco di felicità culinaria. Lunga camminata per il ritorno in hotel, in questa metropoli di 11 milioni di abitanti.

Giacarta – Mercoledì 14/08/2024

Scendiamo per la colazione, Diego ci ha mandato un messaggio, non sarà dei nostri, scopriamo che non è compresa e che dobbiamo pagarla, 4 euro a testa, poco male. La colazione non è delle migliori, porteremo sempre con noi il ricordo delle colazioni di Ubud e di Gili Trawangan. Oggi mi sento benissimo, chiedo a Diego che nel frattempo ci ha raggiunto come stesse e lui mi risponde bene non proprio convinto. Torniamo nuovamente in Piazza dell’indipendenza, ora è aperta, si apre davanti a noi una piazza non bellissima ma immensa, chiediamo a Google quale fosse la piazza più grande del mondo, risposta Tienanmen, questa è al secondo posto. Attraversarla tutta con il caldo afoso che c’è è una vera impresa, Iris è rossa in viso acquistiamo dell’acqua da una signora ambulante. Oltrepassata la piazza troviamo la moschea e,divisa da una strada, una cattedrale, segno di convivenza pacifica che dovrebbe essere da esempio per tutti. Non abbiamo il tempo di visitarle all’interno, dobbiamo fare in fretta tutto il percorso a ritroso perché alle 11:30 dobbiamo lasciare le camere, giusto il tempo per una velocissima doccia e siamo pronti per il check out. Chiediamo un taxi per l’aeroporto, dove alle 17:30 decollerà il nostro aereo per Abu Dhabi, dopo ore d’attesa un altro aereo ci riporterà a Fiumicino la mattina di Ferragosto alle 6:30 del mattino.

Considerazioni di un viaggiatore su un viaggio in Indonesia

Abbiamo preparato questo viaggio con largo anticipo, cercando di organizzarlo al meglio per non avere sorprese sul posto, ma pensandoci bene la bellezza di un viaggio è proprio avere sorprese. Sarebbe più facile fare un viaggio fatto di sole comodità rilassanti e già tutte pianificate da altri, ma questa si chiama vacanza. Un viaggio ti dà l’adrenalina di risolvere sul posto un problema che è sorto all’improvviso, un viaggio è cambiare itinerario all’ultimo momento per vedere un luogo di cui non conoscevi l’esistenza. Un viaggio è assaggiare piatti e conoscere persone che non conoscevi e che solo girando il modo ti capita di fare. Un viaggio non è stare sdraiati su un lettino e aspettare l’ora di pranzo per andare a mangiare lo stesso piatto insieme a tanta gente. Un viaggio è guardare il tramonto con una prospettiva diversa, perché se lo guardi dal Sud America  è diverso da quello asiatico, quello africano cambia ancora e devo scoprire quello australiano e tanti altri ancora. Un viaggio ti lascia dentro emozioni ricordi e aneddoti da raccontare con gli amici, un viaggio ti lega per sempre alla persona con cui l’hai fatto, ti insegna a capire gli altri e a conoscere persone diverse, perché più sono diverse e più è bello, tanto da cercarne ancora nei viaggi successivi. Capisci che la parola normalità è qualche cosa di astratto e cambia in base al posto e anche al tempo in cui ti trovi. Viaggiare è forse l’unica cosa che per qualche istante ci rende liberi e solo visitando nuove nazioni cadono gli stereotipi che ci sono stati inculcati, ad esempio; Italiani spaghetti e mandolino, io non so neanche come è fatto un mandolino. Nei nostri viaggi abbiamo conosciuto persone di ogni razza, di culti diversi e ci siamo sempre sentiti parte del posto in cui ci trovavamo. È mia opinione che le  religioni dividono profondamente i popoli e viaggiando ci si rende conto che non ci sono credenti di serie a e di serie b, come diceva De Andrè “credevano a un altro diverso da Te ma non mi hanno fatto del male”. Viaggiare apre la mente e ti rende una persona migliore.

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