Avventura tra Uganda e Ruanda

Viaggio organizzato nell'Africa Equatoriale, con sorprese mai sentite sui rifugiati polacchi in Uganda
Scritto da: ENRY70
avventura tra uganda e ruanda
Partenza il: 20/12/2017
Ritorno il: 05/01/2018
Viaggiatori: 6
Spesa: 4000 €

UGANDA E RWANDA CON ANM

Sul mio profilo di CS, Julia, una ragazza di Kazan, ha scritto: “Enrico is a well seasoned traveller”. Io aggiungerei: molto privilegiato ma con tempi limitati per i suoi viaggi.

Dopo i miei viaggi in Marocco e Sud Africa, per il primo viaggio nell’Africa Nera, ho dovuto optare per un tour semi organizzato proposto da Avventure nel mondo (ANM).

Preciso “ho dovuto” perché in genere amo organizzare tutto da solo ma in questo caso, avendo poche settimane a disposizione, ho pensato che questa destinazione mi avrebbe potuto esporre al rischio di contrattempi difficili da gestire rapidamente in loco, con la conseguenza di perdere giorni preziosi di viaggio. La formula offerta dal tour operator funziona in questo modo. Il coordinatore – nel mio caso coordinatrice – è il leader al quale gli altri partecipanti pagano il biglietto aereo e la cassa trasporti (ho ragione di pensare attraverso bonifico effettuato dall’organizzazione, anche se l’interessato/a sostiene di pagarla autonomamente). Gestisce il viaggio da un punto di vista organizzativo facendosi carico di eventuali problemi ma, se non all’altezza, può crearne.

Il gruppo era così costituito: coordinatrice, una coppia di romani, un savonese, un veneto (compagno della coordinatrice, ma questo aspetto era stato da lei debitamente tenuto nascosto, poi vi racconto il perché) e il sottoscritto. Tutti viaggiatori, ma nessuno di loro aveva esperienza di “solo traveller” elemento che, a mio modo di vedere, differenzia molto le aspettative e le capacità organizzative dei singoli.

ITINERARIO

19 Dicembre: partenza da MILANO, via Istanbul per Entebbe, con scalo a Kigali (primo casino)

20 Dicembre: arrivo ad Entebbe, partenza con autista Ziwa Rhino Santuary – Masindi

21 Dicembre: Nyabyeya Polish church and cemetery (vale il viaggio) – Musabe Village

22 Dicembre: Murchinson national Park and falls

23 Dicembre: Villaggio pescatori Butiaba- Hoima

24 Dicembre: Meat day – Fort Lauder – Re Toroo Palace

25 Dicembre: Bigo wetlands – Crater Caves – Top of the World – Equator Point

26 Dicembre: Scimpanzè – Canale Nelson/Lake Victoria – Saline Katwe

27 Dicembre: Kalinzu Scimpanzè – Ishaha (Leoni sugli alberi) – Kihihi

28 Dicembre: Buyoni Lake – Punishment Island -Kisoro

29 Dicembre: Gorilla Trekking, Once in the lifetime

30 Dicembre: Batwa village – Rwanda – Isola Napoleone (pipistrelli)

31 Dicembre: Kiwi Lake – Muranbi Genocide – Butare

01 Gennaio : Kigali, Akagera Park, giornata persa

02 Gennaio : Kigali Nyamena (Tomba sig.ra Locatelli) Museo Campaigning against genocide- Museo del Genocidio – Mbarara

03 Gennaio : Park Nburo

04 Gennaio : Masaka

05 Gennaio : Equator point – Jungle trekking – Mbara Swamp Shoebill Bird (una rarità) Cena Entebbe- Rientro Italia

COSTI

Estremamente costoso: oscilla fra i 3500 ed i 4000€ incluso il pacchetto del TO, assicurazione, visto, vizi, souvenir ed ovviamente l’escursione ai gorilla: cifra monstre di 650$, un investimento ma veramente ben speso.

Tralasciando volutamente le indicazioni dei costi ed i nomi degli hotel/lodge, mediamente una camera costa 25$ a persona con colazione, cena 7$.

Se viaggiate soli o in coppia, sulla base di parziali info che ho reperito, calcolate: volo a/r 600-1.000€, noleggio jeep con autista guida, circa 1.600-2.200$, potete anche condividere con altri viaggiatori, ma non è detto che l’itinerario coincida.

Infine, se siete intrepidi, potreste spostarvi con i mezzi pubblici nelle cittadine in prossimità dei parchi e lì comprare il pacchetto turistico. In questo modo è possibile risparmiare, ma: muoversi sulle strade africane con mezzi pubblici potrebbe essere rischioso, soprattutto quando piove, ed in secondo luogo avrete meno libertà.

I parchi sono costosi, mediamente 50$, escluse la possibilità di vedere gli scimpanzé che costano di più.

Ultima cosa: portatevi banconote emesse dopo il 2009 perché alcuni parchi potrebbero farvi storie.

MALARIA

Consiglio di sentite il centro del viaggiatore della vostra città. Personalmente vi illustro la scelta che ho fatto senza nessuna pretesa che sia legge e funzioni.

Non ho fatto la profilassi ma ho comprato il Lariam come rescue remedy e, una volta giunto nel paese, ho acquistato subito un kit di autotest che costa meno di un dollaro.

In caso aveste il sospetto di aver contratto questa malattia iniziate subito la cura in loco. A tal proposito infatti segnalo che sono presenti molti centri; inoltre, dove ho fatto il test con il metodo a striscio per 5 €uro, mi hanno detto che se diagnosticata subito, la malaria può essere curata con la somministrazione di dosi minime di farmaco.

Nel gruppo, su sei partecipanti solo tre hanno fatto la profilassi. Per chi decidesse di non farla, suggerisco di portare il biokill, una zanzariera per la notte (potrebbe capitare di dormire in posti nei quali risulta essere rotta se non addirittura totalmente assente) e fate sempre attenzione dal tramonto. Laggiù hanno sfatato il mito che la stagione delle piogge è la più pericolosa: dicono invece che è peggiore quella secca perché le zanzare sono in giro e non depongono le uova…#fakeworld.

VISTO

Da fare online, comprate quello valido per l’east Africa, per 100$

https://visas.immigration.go.ug/#/

19 Dicembre: partenza da Milano via Istanbul per Entebbe con scalo aKigali (primo casino)

Incontro alla Malpensa con il savonese, due parole e ci imbarchiamo direzione Istanbul. Lì compro il regalo che condivideremo a capodanno ed i dolci per il giorno di Natale. Incontrati gli altri membri del gruppo, capisco bene il problema del piano voli. Pagando l’iradiddio, avevo deciso di fare il signore, quasi disinteressandomi di tutti gli aspetti organizzativi e senza dare peso a quanto sollevato dal romano. Nella chat whatsup prima di partire aveva evidenziato che il ns volo Turkish, atterrava a Kigali (Rwanda) e poi ad Entebbe (Uganda). Con un itinerario circolare, un buon coordinatore avrebbe gestito tutto in modo tale scendere all’andata in un paese e ripartire dall’altro al ritorno. Invece noi siamo atterrati e ripartiti dalla stessa città Entebbe.

20 Dicembre: arrivo ad Entebbe, partenza con autista Ziwa Rhino sanctuary- Masindi

I mitici turchi hanno pensato bene di dimenticare il mio bagaglio ad Istanbul, insieme a quello di altri 10 viaggiatori. Superato lo stupore degli altri per la calma ed autocontrollo con cui ho gestito il problema, siamo andati alla sede della Pinnacles safari per pagare e riverificare il viaggio, insieme allo strepitoso Jeotfry, guida ed autista di livello eccezionale. Dopo essermi accordato per il recupero e il trasporto del bagaglio il giorno dopo per la modica cifra di 60€, siamo partiti con sosta alla banca per il cambio degli scellini Ugandese. Lungo il percorso ci siamo fermati a vedere il santuario dei rino bianchi, molto bello, sono davvero vicini. Terminata la visita, siamo andati a dormire a Masindi

21 Dicembre: Nyabyeya Polish church and cemetery (vale il viaggio) – Musabe Village

Sveglia, colazione, acquisto dell’unica sim MTS (circa 8$ acquisto ed attivazione) del gruppo. Dopo una bella lotta convinco tutti ad andare a visitare il cimitero e la chiesa dei rifugiati polacchi della seconda guerra mondiale, a Nyabyeya. Già il nome del luogo incuriosisce: è una storia pazzesca che cerco di sintetizzare.

Con il patto Molotov – Von Ribbentrop l’est Polonia fu invaso da Stalin che fece massacrare l’esercito polacco a Katyn e deportò alcuni milioni di polacchi negli Urali ed in Siberia. Nel ‘41 Hitler attaccò la Russia e Stalin pensò: “chi mando a combattere sul fronte orientale?”

Con l’accordo del governo polacco in esilio a Londra, egli creò un’armata agli ordini del generale Andy che addirittura finì a combattere anche a Montecassino. Nelle trattative il governo polacco riuscì a convincere Stalin a liberare donne e bambini che dagli Urali finirono, incredibilmente, in Iran, a suo tempo parzialmente occupato dai sovietici! Alcuni andarono a piedi lungo il Mar Caspio: piagati dalle malattie e dalla paura che arrivasse Hitler, furono aiutati dalla Croce Rossa ad espatriare. Da notizie reperite su internet, pare che governo polacco in esilio disponendo dell’oro della banca di Polonia, decise di finanziare i britannici e questi ultimi per tal motivo acconsentirono ad aiutare gli ex prigionieri smistandoli in alcuni stati del Commonwealth e nei tre protettorati di Africa: Kenya, Tanzania ed Uganda!

Eccoci arrivati luogo della visita. C’è una chiesetta regolarmente visitata da molti turisti polacchi ed un cimitero dove furono seppelliti soprattutto i malati di malaria. Provate ad immaginare: anni ‘40, invasione Russa, guerra, deportazione Siberia, viaggio sino in Persia, altro viaggio in Africa equatoriale malaria e malattie. Nel ‘47, i sopravvissuti finirono per l’80% nei paese quali New Zelanda, Australia, Canada ed il restante 20%, fecero ritorno in Patria, diventata nel frattempo comunista. C’è da rimanere senza parole! Dopo aver appreso questa storia guardo alla vita modo diverso: se qualcosa non va come dovrebbe andare penso alla sorte di questi rifugiati polacchi della Seconda Guerra Mondiale e mi dico che non sono stato fortunato come loro…

Il gruppo ha apprezzato, non senza delle resistenze perché deviava dall’itinerario, o meglio dal redazionale di viaggio del T.O.. Lungo la via del ritorno da Nyabyeya, avevo proposto una sosta per visitare la fabbrica dello zucchero di canna: idea bocciata.

Rientrati a Masindi visitiamo il mercato, unico e meraviglioso con la frutta e lo zucchero di canna appena raccolto. Lì veniamo circondati dai bimbi meravigliati dalle nostre macchine fotografiche e smartphone: i video che ho fatto sono pazzeschi. Facciamo anche acquisti dai produttori di ciabatte, create riutilizzando i copertoni delle auto all’incredibile prezzo di due €! Nei negozi le “carshoes” invece costano un sacco di soldi…”è la globalizzazione, baby”.

Dopo questo primo assaggio di Africa andiamo verso l’ingresso del parco di Murchinson Falls. Lì aspettiamo istruzioni da Entebbe per la mia valigia che prima sembrava dovesse arrivare con altra jeep poi non se ne parla più, ma in quell’oretta ci rendiamo meglio conto di essere in Africa facendo un piccolo tour nel villaggio. Incontriamo un vecchio di 80 anni con 15 figli e la moglie di 35 anni più giovane. Una signora è accasciata sull’entrata della sua capanna che aspetta di morire: la sua malattia potrebbe essere curata con 20€ che purtroppo lei non possiede. Siamo venuti alla conoscenza delle terribili vicende di molte donne, alcune anche con 20 figli, che ricevono ripetute violenze e vengono ingravidate dai mariti alcolizzati e brutali.

Dentro il parco arriviamo al lodge prenotato ma è pieno. Il “corrispondente” ha fatto casino: siamo costretti ad andare in in altro, cena e ronfata nei bungalow…

22 Dicembre: Murchinson national Park and falls

Sveglia presto per giungere al trasbordo sull’altra sponda del lago da dove dicono nasca il Nilo. Cominciamo un bel safari con le mitiche iene che scrutano l’orizzonte pieno di antilopi… meravigliose! Giraffe con le chiazze scure, elefanti, serpenti, ippopotami. Nel corso del pomeriggio andiamo a vedere le cascate: molto carine e scenografiche.

Una nota curiosa: nel cartello dedicato al loro scopritore, Baker, c’è scritto che recuperò la moglie in un mercato di schiave in Est Europa a metà ‘800: -non sapevo che la schiavitù fosse esistita nell’impero Ottomano.

Arrivati al lodge ritrovo la mia adorata valigia. La notte trascorre molto bene, ma per andare al bungalow si è scortati da una guardia armata. I partecipanti più lontani sono stati svegliati nel cuore della notte da latrati e ruggiti a pochi metri da loro….

23 Dicembre: Villaggio pescatori Butiaba- Hoima

Oggi è il turno del villaggio di pescatori di Butiaba. Anche qui solita folla di bambini estasiati dalla vista dei turisti. Doniamo loro pennarelli, fogli e palloncini: un tripudio, per non parlare delle riprese video in diretta che li mandano in delirio. E’ stato un momento fantastico, soprattutto se si pensa ai nostri pargoli straviziati a cominciare da mia nipote Serena… Intorno guardiamo e vediamo capanne con i pannelli solari, pesce lasciato ad essiccare. Si trascorre la notte ad Hoima, cittadina anonima, con un bel mercato dove, fra frutta esotica freschissima mi imbestialisco perché trovo dell’ottimo aglio… cinese!

Lo so: “è la globalizzazione baby” ma i due kili di frutta che abbiamo mangiato con gusto io ed il savonese erano autoctoni ed autentici. Penso al godimento provato per : papaya passion fruit, ananas, banane, fresche. L’aglio cinese in questo luogo mi ha fatto letteralmente infuriare.

In serata pongo la questione dell’itinerario Rwandese, secondo me organizzato in modo pessimo. Ne avevo discusso con i romani ed erano d’accordo. Appena ne parlo con la coordinatrice ed il suo boyfriend si alza fuoco di fila: “Muranbi è imprescindibile”, l’itinerario era stato accettato da tutti. I romani al momento di far valere le proprie ragioni spariscono, nel migliore tradizione italica: resto così in minoranza.

Il tour in Rwanda sarà costellato da molti errori e pasticci ma in gruppo la maggioranza decide: pazienza.

24 Dicembre: Meat day – Fort Lauder – Re Toroo Palace

Come dice il nome oggi è il giorno in cui vengono macellate migliaia di bestie per il pranzo di Natale. La mattanza costeggia tutto il nostro percorso sino a Fort Lauder, città sede del regno di Toroo. Sembra che nel paese esistano ancora 4/5 regni – non è chiaro su Wikipedia – e questo è uno di quelli. La visita al palazzo è vietata, ma la guardia spiega bene ed il piccolo museo è esaustivo. Regni in una repubblica? Incredibile ma vero! Tra le altre cose mentre eravamo lì, il parlamento Ugandese, dopo lunga discussione, ha concesso il mandato a vita all’attuale Presidente. Forse la decisione è stata in qualche modo influenzata da quanto accaduto in Cina. Non vorrei che questa tendenza prendesse campo: prepariamoci al peggio. Nei paraggi si potrebbe visitare una piantagione di Tè: niet, non previsto dall’itinerario! Nel frattempo il savonese chiede perché non fosse chiarito prima della partenza che l’amico veneto era in realtà il fidanzato della coordinatrice. Lei risponde: ”e che sò scema a dirtelo?” Tradotto: se te lo avessi detto tu non ti saresti iscritto perché un single con due coppie si romperebbe le scatole: per me è una scorrettezza inqualificabile!

25 Dicembre: Bigo wetlands – Crater Caves – Top of the World – Equator Point

Stamattina abbiamo visitato le Bigo wetlands. Secondo me la visita è stata di basso livello per le cose che non abbiamo visto: nella stagione secca di “wet” c’è veramente poco. Sulla strada del rientro ci fermiamo in una chiesa dove c’era molta gente: era il giorno dei battesimi, che ricorre mediamente una volta al mese quando il prete può arrivare in questo luogo.

E’ stato per me molto interessante vedere questo aspetto religioso dell’Africa. Fortunatamente ci siamo astenuti dal consegnare i soliti regali ai bambini, perché probabilmente avremmo ottenuto l’effetto di svuotare completamente la chiesa… chi lo avrebbe sentito il reverendo?!

Nel pomeriggio visita alle crater caves. Lì c’è un povero ippopotamo “single” da venti anni… deve essere vissuto a Genova anche lui! Per salire a “Top of the World” si attraversano degli insediamenti rurali, orlati da frutta fresca e caschi di banane. Lì, incautamente, mi salta in testa di videochiamare casa: capisco subito che è il giorno di Natale perché vengo brutalmente cazziato da mia madre in quanto all’estero e non a tavola, mentre mia nipote è stata tutto sommato carina, ricordandomi al costo di 2giga di traffico che “lei” vuole fare un viaggio con me”….

In vetta ci godiamo il panorama, suggestivo e rilassante.

Verso fine giornata attraversiamo l’equator point… emozionante.

26 Dicembre: Scimpanzè – Canale Nelson/Lake Victoria – Saline Katwe

Oggi giornata elettrica: andremo nella foresta di Kibale, scendendo nel canyon per vedere gli scimpanzè. Incontriamo molti ippopotami, ma dopo tre ore di ricerca degli scimpa nada. Torniamo così indietro per andare a fare un bel tuor nel canale di Nelson, che mette in comunicazione il lago Edoardo ed il lago George. Nell’escursione vediamo dei martin pescatori all’opera, coccodrilli e ippopotami. Al termine andiamo a vedere le saline del lago di Katwe: finalmente un’esperienza umana. La guida ci spiega che i poveri abitanti del villaggio si spezzano la schiena per estrarre il sale dal lago: siccome è ricco di acidi, hanno chiesto al governo delle adeguate protezioni perché il loro apparato riproduttivo si inaridisce. I prezzi di vendita del sale sono ridicoli, ma resistono alla meccanizzazione; diversamente la povertà assoluta.

Il tour ci ricorda ancora ancora che siamo in Africa: per l’innalzamento del livello delle acque alcuni dispositivi di pesca, sorta di gabbie, sono sommersi ed i poveri pescatori si avventurano in mezzo al lago rischiando, come purtroppo spesso accadde, di essere inghiottiti dai coccodrilli. Incredibile.

Al rientro verso l’hotel decidiamo di ritentare un’altra escursione per vedere gli scimpanzè, questa volta al parco di Kalinzu forest.

27 Dicembre: Kalinzu Scimpanzè – Ishaha (Leoni sugli alberi) – Kihihi

“Buongiorno a tutti, mi chiamo Enrico…” comincia così il mio video di candidatura al ruolo di senatore per il M5S, dall’Uganda. In questi giorni si sono aperte le auto candidature e, dopo quella per sindaco di Genova, mi lancio in questa avventura, grazie anche all’aiuto del savonese che mi fa un video di presentazione con il telefonino! Mentre scrivo apprendo che il movimento ha vinto le elezioni. Penso: “anche se non sarò a Palazzo Madama sono curioso di vedere come andrà a finire”. Tornando a noi: oggi riproviamo a vedere gli scimpanzé. Questa volta ci va bene: anche se non scendono dagli alberi, sentire le loro urla è un esperienza da brividi! L’escursione dura circa 3 ore: andiamo via soddisfatti.

Nel primo pomeriggio ci siamo diretti al parco Ishaha, dove i leoni si rilassano sugli alberi! Dormiamo infine a Kihihi, sede di un “Lions” e di una moschea, come in altri villaggi. Colgo l’occasione per fare un bel giro: sono rimasto soddisfatto perché è verace e non filtrata da situazioni turistiche. Ve la consiglio!

28 Dicembre: Buyoni Lake – Punishment Island – Kisoro

Il lago Buyoni è affascinante. Ci sono una miriade di isole, noi abbiamo visitato quella con le zebre e quella con il villaggio dei lebbrosi e dell’ospedale. Su quest’ultima abbiamo avuto modo di scambiare due parole con il personale medico. Real Africa, dove molte donne incinte muoiono, i figli sono infetti dall’AIDS o prendono la malaria… keep in mind that. Durante la navigazione incontro un isolotto familiare, di cui avevo letto su BBCTRAVEL: “the punishment island”. Fino agli anni ‘30, le ragazze che rimanevamo incinte prima del matrimonio venivano gentilmente lasciate su quest’isoletta senza nessuna capanna o riparo nei 200mq, perché le loro famiglie le abbandonavano. Alcune impazzivano, altre venivano recuperate da pescatori per sposarle. I locali dicono che esiste anche una rupe dalla quale i fratelli di queste poverette le gettavano verso la morte: pratica interrotta dal giorno in cui una sventurata trascinò con sé il fratello. This is Africa too.

Finito il tour ci dirigiamo verso Kisoro, città di montagna famosa per il miele e la vicinanza al gorilla Trekking, oh yes. Lungo la strada attraversiamo letteralmente una pista di lancio dell’aeroporto….che viene bloccata da delle sbarre…inoltre vediamo un campo rifugiati dalla guerra in Congo, ma non abbiamo tempo per visitarlo, riproveremo nei prossimi giorni.

29 Dicembre: Gorilla Trekking, Once in the lifetime

Sveglia presto, per giungere al punto dove partono le escursioni. Del costo già vi ho detto, della fatica per arrivarci no.

Il trekking, nella foresta impenetrabile, è davvero tosto: vegetazione fitta, sentieri aperti sul momento con il machete. Del gruppo di 8, un turista belga è stato inghiottito diverse volte dal terreno e recuperato dai rangers. Alcuni viaggiano con i turisti, altri dormono nei pressi dei gorilla per tracciare i loro movimenti e guidarci. Dopo due ore finalmente ne vediamo uno sull’albero; il clan è vicino. Nell’avvicinarci nella radura capisco perché consigliassero guanti da giardinaggio: il tronco di un albero su cui ho dovuto appoggiarmi era più spinoso di una rosa…ma ecco, ci siamo. Sono dietro a del fogliame, e viviamo dieci secondi di terrore e panico puro: ci stanno attaccando!

Nel corso del briefing i rangers non ci avevano detto nulla su questa ovvia eventualità, siamo nel loro territorio, ma solo spiegato l’origine del parco ed altri dati statistici. Tutto il gruppo era partito tranquillo per vedere questi bestioni, fare foto, video e basta. In quei secondi tutti abbiamo pensato, andiamocene, ma le guide, con i machete, li hanno allontanati. Do not run, if they charge, facilissimo, poi rannicchiati semmai ti venissero vicini, ti toccano e se ne vanno… questa è la procedura. Dopo lo shock i gorilla si calmano e li massacriamo di foto e video, un’esperienza pazzesca! L’ora passa presto e ci incamminiamo verso la base, aiutato da una ragazza che per 30$ mi ha portato la zaino durante il percorso a/r. Mi spiega che gli spalloni ruotano ogni mese per permettere a tutti di guadagnare qualche soldo: utile e sociale. Rientro e Kisoro ed hotel.

30 Dicembre: Batwa village – Rwanda – Kiwi Lake Isola Napoleone (pipistrelli)

Oggi vivrò la visita più controversa che ho mai fatto nei miei viaggi: il villaggio dei pigmei. All’arrivo, i romani dicono che non se la sentono di scendere; noi andiamo al centro e ci sono delle persone, che non riconosciamo come tali. Jeotfry ci spiega che chiamarli Pigmei è offensivo: si chiamano Batwa e sono ugandesi a tutti gli effetti. Perché vivono lì e non nella foresta? La loro storia è un detonatore per le nostre coscienze.

Prima dell’esplosione del gorilla trekking, essi vivevano nelle foreste, cacciando animali tra i quali… i bestioni creatori di dollari… e allora il governo che ha fatto? Li ha gentilmente, a pedate nel sedere, invitati a spostarsi verso altri luoghi, dove c’erano altre popolazioni. Insomma, è grazie al turismo se questo popolo scomparirà.

Nella piazzetta, qualcuno del gruppo chiede dove fossero, in realtà erano di fronte a noi: mi sono vergognato. Ho fatto un giretto nel circondario: povertà assoluta. Un abitante dice che i proprietari terrieri, anche essi poveri, non fanno lavorare i Batwa perché rubano, una spirale di povertà micidiale. Al ritorno, tutto il villaggio di questuanti si è raccolto dalla Jeep insieme ai romani: doniamo loro le nostre solite cose, ed il necessario per tirare avanti qualche giorno. Ancora adesso non so cosa pensare, se consigliarlo oppure no, valutate voi.

Sulla via del ritorno tentiamo di portare un po’ di conforto al campo UN dei rifugiati dal Congo, ma il responsabile è assente e procediamo verso il confine del Rwanda. Lì apprezzo il valore del viaggiare e mi rendo conto di quanto triste sià l’Italia vista persino dall’Africa Equatoriale. In quei giorni infuriava nel Belpaese la polemica sul costo dei sacchetti biodegradabili per la frutta verdura. Ebbene il Rwanda, il paese del genocidio, ha bandito da circa 10 anni l’utilizzo dei sacchetti di plastica; è incredibile vedere questo paese così pulito. Perché la EU non fa altrettanto?! Mistero.

In territorio Rwandese si guida a destra, perché ex protettorato francese. Dopo un paio di ore giungiamo all’hotel in riva al Kiwi Lake, molto consigliato. Facciamo escursione e visitiamo l’isola di Napoleone, disabitata dagli umani ma popolata da migliaia di… pipistrelli. Ci poniamo sopra la fascia di vegetazione e tiriamo un paio di sassate. L’esito è pazzesco: si levano in volo sotto di noi a frotte. La vetta dell’isoletta poi è strepitosa, perché domina tutto il circondario. Al ritorno sentiamo degli ansimi: sono i rematori che cantano per andare a pescare. Real Africa.

31 Dicembre: Muranbi Genocide – Butare

Sveglia bestiale per una giornata bestiale, completamente mal programmata e malgestita dalla “diarchia”, coordinatrice e boyfriend. La guida vorrebbe percorrere una strada asfaltata ma più lunga, per giungere al memoriale di Muranbi che, secondo me, andava eliminato perché nel Sud-Est del paese, al confine fra Burundi e Congo, completamente fuori dal ns itinerario. Come raccontato prima, avevo posto il problema ma al momento di rivedere l’itinerario si era capito che la coordinatrice voleva andare lì ed i romani si dileguarono anzichè scontrarsi. Intendiamoci, non sto sminuendo quello che si vede, ma in un paese con oltre 500 memoriali bisognerebbe visitarli tutti…

Tornando alla strada: la diarchia, sulla base delle indicazioni sul Gps, insiste per prendere una strada che parrebbe più veloce: mal ce ne incolse, un incubo. Abbiamo attraversato posti dimenticati da Dio, dove i locali ci hanno dato info sbagliate. Una volta siamo dovuti scendere e spingere la Jeep ed evitare che finisse fuori strada… da tre ore attese ne abbiamo fatte ben 7 di viaggio! Il genocide center è toccante, come altri nel paese. Se intendete andare verso i due paesi a Sud, Congo e Burundi, andateci, diversamente lasciate perdere, troppo impegnativo. A Butare visitiamo il museo etnografico, abbastanza interessante : ho fatto degli acquisti che ora campeggiano sulla mia parete!

Capodanno floscio, ovvero nessuno in giro.

01 Gennaio : Kigali, giornata persa

Oggi sarà un’altra giornata persa: la coordinatrice non si è informata per tempo se i musei della capitale fossero aperti. Prima della partenza dall’Italia ha contattato il corrispondente ed il viaggio è stato fatto, per Lei. Con i musei della capitale chiusi abbiamo dovuto ripiegare sul parco Akagera, dove abbiamo visto pochissimo e probabilmente nulla c’è da vedere.

Dormiamo in una cittadina fuori Kigali. Altra giornata buttata via e per oltre 3.500 Euro versati mi girano ancora adesso le scatole…..

02 Gennaio: Kigali Nyamena (Tomba sig.ra Locatelli) Museo Campaigning against genocide – Museo del Genocidio – Mbarara

La visita alla tomba di una grande di Italia dovrebbe essere un must per tutti gli italiani e non solo, in visita in Rwanda.

A Nyamena, infatti, c’è una chiesa cattolica che contiene, oltre ai resti dei poveri Tutsi massacrati dagli Hutu, la tomba di Gianna Locatelli, una missionaria laica che nel 1992 prese coraggio e denunciò alla BBC ed RTF il probabile genocidio che si sarebbe consumato da lì a qualche anno. Il giorno successivo venne assassinata con delle fucilate. Questa è una vera marine: ci ha messo la faccia ed ha pagato con la vita. Ora è presente nel giardino dei GIUSTI DI PADOVA E VARSAVIA.

Finita la visita ci dirigiamo, io al nuovo museo “Campaigning against genocide” inaugurato nel dicembre 2017 dall’attuale presidente Kagame, gli altri al Genocide museum. É molto interessante perché a fianco del parlamento che fu un enclave delle truppe Tutsi che entrarono nel Paese scatenando così la guerra civile nel 1993. Mi domando perché esse non avanzarono fino a Sud per fermare il massacro prima. Ad essere cattivi perché il genocidio permise la nuova instaurazione del regime Tutsi, anche se oggi si dichiarano tutti Rwandesi. Kagame governa dal 1992 ma guarda caso è in contrasto con il direttore dell’hotel Rwanda, quello dalla cui storia hanno fatto il film omonimo. Ultimo elemento: Kagame fu addestrato dagli Usa. Ciò detto il genocidio è stato qualcosa di premeditato e mostruoso, nell’indifferenza dei paesi occidentali, Francia in primis che con l’operazione Turquoise permise la fuga di molti miliziani in Congo, la caccia dei quali è ancora in corso. Finito l’interrogatorio alla malcapitata guida, prendo mototaxi e mi faccio accompagnare al museo del Genocidio, sto un’oretta soffermandomi sul memoriale dei bambini: toccante e sconvolgente. Atteso dal resto dal gruppo rientriamo in Uganda, a Mbarara

03 Gennaio: Park Nburo

La visita del parco e del suo lago è da fare: abbiamo visto molte varietà di animali, tra cui pitoni, coccodrilli, vari uccelli etc. Poi, sosta ad un negozio di souvenir dove il terribile disturbo acquisti si è presentato facendomi comprare degli splendidi ippopotami di pietra saponaria. Non contenti, gli altri del gruppo mi aizzano per acquistare una spettacolare maschera di stregone, ma incredibilmente resisto. Altro game-drive nel pomeriggio e poi lodge in cima a collina.

04 Gennaio: Masaka

Lungo viaggio sino a questa cittadina: finalmente torno in mezzo alla gente! La giriamo in lungo ed in largo, mi faccio fare il test a striscio per la malaria, compro dell’ottimo zucchero di canna, visito il mercato, la moschea dove, volendo entrare, mi sento domandare: “Are you Muslim?”… e vabbè.

05 Gennaio: Equator point – Jungle trekking – Shoebill Bird (una rarità) Cena Entebbe- Rientro Italia

Altro passaggio dall’equator point, altri tributi di souvenirs e poi facciamo trekking nella jungla, secondo me inutile: abbiamo visto nulla. Il successivo, invece, presso il Maranba Swamp è stato incredibile. Al primo colpo abbiamo visto lo shoebill bird, uccello con becco a scarpa che sembra un residuo del pleistocenico… bellissimo.

Tour sul resto della palude, con incrocio di un jeppone su una barchetta e direzione Entebbe. Cena in riva al lago, dove fino alle dieci ci sono nubi, nel vero senso letterale della parola, di insetti! Due parole con Joanne, ragazza di couchsurfing con cui ero in contatto, che s’innamora di me… cool, peccato che ha 22 anni e si sarebbe laureata il mese successivo.

Dormita, si fa per dire, sino alle 2 del mattino poi direzione aeroporto, salutiamo Jeotfrey, una guida molto open mind, efficiente e ripartiamo.

Il primo viaggio nell’Africa nera: mi vengono in mente i sorrisi dei bambini, l’assalto dei gorilla e la storia pazzesca dei rifugiati polacchi della seconda guerra mondiale: li porterò per sempre con me.

Mi sono reso conto che non sono adatto a viaggiare con ANM, anche se fare il “signore” ha i suoi lati positivi.

Diversamente avrei fatto:

– Notte in un vero villaggio africano https://kabiza.com/kabiza-wilderness-safaris/boomu-experience-an-african-village-in-uganda/

– Visita piantagione di tè

– Visita fabbrica zucchero di canna

– Viaggiato con i mezzi pubblici.

– Sarei partito il sabato e non il martedì, per ottimizzare le ferie.

Prossima avventura: BALKANS, Da Venezia a Meteora, via Serbia Kosovo e Macedonia, in macchina.

Per qualsiasi cosa scrivetemi: enrico1970@hotmail.com

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Rwanda, Napoleon Island

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Silverback

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MASINDI: bambini



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