Avventura in Patagonia

Un viaggio tra Cile e Argentina
Scritto da: Aurora_69
avventura in patagonia
Partenza il: 23/02/2003
Ritorno il: 20/03/2003
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
Partenza da Roma il 23 febbraio 2003 con volo diretto a Buenos Aires (14 ore di volo!). Dopo 10 ore prendiamo aereo per Santiago (altre 2 ore di volo!). Una volta arrivati abbiamo trovato un sole splendente, un cielo cosi azzurro mai visto prima d’ora, 4 ore di fusorario, e in prospettiva un mese di fantastica avventura! Appena atterrati a Santiago, ci siamo diretti al terminal dei bus (In Cile ci sono pochissime ferrovie e perdippiù solo il 15% delle strade sono asfaltate!). Un ora di attesa e si riparte. Ci aspettavano altre 15 ore di viaggio con la corriera! Siccome il Cile è un Paese molto lungo e stretto le distanze sono immense. Potevamo passare una notte a Santiago per riprendere le forze, ma non vedevamo l’ora di arrivare a Puerto Montt, perché proprio lì cominciava la nostra grande avventura. Nel primo pomeriggio del giorno dopo siamo arrivati sul posto – un scenario da favola – meraviglioso paesino alla riva del oceano Pacifico, piccole casette di legno – palafitte, incredibile calma che emanava, anche se le strade erano piene di gente, nessuno urlava ne parlava ad alta voce, anche bambini erano serenamente tranquilli – i piccoli vengono portati in braccio dai giovani padri – mi ha colpito e intenerito molto questa loro usanza, ma soprattutto la loro calma nel rivolgersi ai bambini – non ha niente a che vedere con le madri esaurite che siamo abituati a vedere qui. Per prima cosa siamo andati a trovare un posto per dormire, alberghi qui è una rarità, la forma più diffusa sono i fitta – camere “hospedaje” – è una specie di bed and breakfast, dove di solito hai un bagno in comune! Io con il mio patologico senso della pulizia, sono dovuta entrare in tutt’altro concetto dell’igiene se volevo godermi questa vacanza senza trasformarla in un incubo. D’altronde a tutto si possa abituare non avendo alternative! La cosa più curiosa che noi, dopo quasi 42 ore di viaggio non siamo mica andati a dormire! Dopo una doccia ci siamo fatti una “passeggiatina” per il paese di circa 6 ore! E nessuno pensava alla stanchezza, eravamo affamati di tutto ciò che ci circondava… sono rimasta incantata da tutto questo che mi regalava una sensazione di estremo relax. La vita notturna qui si vive pienamente, le strade piene di gente che canta e balla, e soprattutto ti riempie l’anima di ottimismo!

La prossima tappa è Castro – una meravigliosa cittadina sull’isola di Cile, dove siamo arrivati dopo 8 ore di pullman (e traghetto). La maggior parte della città è costruita sulle palafitte – sia le case sia negozi o ristoranti! Il cibo è meraviglioso, sopratutto la frutta che ha un sapore ben più intenso della nostra, e frutti di mare delle dimensioni almeno doppie di quelle che troviamo in Italia. Dopodiché Quillion – sempre su quell’isola ma più al sud. Lì siamo stati fortunatissimi – siamo riusciti ad affittare una casetta intera! Con tutte le comodità! Bisogna andare in un viaggio del genere per riscoprire il vero piacere della doccia! Dopo varie gite sul isola siamo ripartiti con la nave verso Chaitèn – per l’incontro con la Patagonia! Questo posto è indescrivibile… quello che apparso davanti ai nostri occhi ha superato di gran lunga le nostre aspettative – meravigliose montagne immerse nella natura intatta alla riva dell’oceano Pacifico, piccole casette di legno… ci sembrava di essere protagonisti di una vecchia fiaba. Come al solito, appena arrivati bisognava informarsi del prossimo autobus – qui le corriere passano un paio di volte a settimana! Siamo stati fortunati – la prossima arriva tra 2 giorni e ci aspettano 15 ore di viaggio con un rottame di autobus sulla strada non asfaltata, per arrivare al prossimo paesino. Ovviamente eravamo preparati a questo e anche molto entusiasti, anche se non potrei mai immaginare la vita in questo posto (anche se meraviglioso) sperduto tagliato fuori dal mondo. Come abbiamo saputo in seguito le corriere portavano anche la posta e i viveri.

Lì dove eravamo c’erano solo due minuscoli negozietti che vendevano dai chiodi al sapone alla marmellata, e se ti serviva altro dovevi fare 15 ore di autobus! Prendiamo una stanza da un vecchietto (unica libera nel paese!) dove ci sembrava essere trovati in un film di Dario Argento. Sulle pareti cerano appese delle vecchie bambole oppure altarini della madonna, letti talmente zozzi che abbiamo dormito completamente vestiti, per non parlare del bagno completamente arrugginito, dove non abbiamo osato lavare nulla di più delle mani… povero vecchietto alla fine ci ha fatto tenerezza e abbiamo capito che tutti quei oggetti appesi erano per abbellire la casa! Abbiamo saputo che per il giorno dopo stanno organizzando una passeggiata di circa un oretta in mezzo ai boschi. Non avendo altro da fare ci siamo prenotati. Ritrovo alle 9.00 di mattina.

Puntualmente ci presentiamo sul posto, e rimaniamo molto curiosi non trovando un anima – nemmeno organizzatore che è arrivato dopo più di mezz’ora, poi gli altri hanno cominciato a venire con tutta calma e intorno alle 11:00 siamo partiti. Il bello è che nessuno reclamava il ritardo! Tutti rilassati al massimo, tranquilli e calmi – è così in tutto Cile – un altro concetto divita (che invidia!). Dopo un’oretta di viaggio siamo arrivati sul posto. La vegetazione indescrivibile, natura incontaminata, sembrava di essere tornati in dietro nel tempo, nella preistoria. Siamo entrati nel “bosco” e abbiamo cominciato la “passeggiatina”. Il bosco si è rivelato niente meno che una specie di giungla con la differenza che non c’erano i animali feroci. Dovevamo arrampicarci, strisciare per terra per poter passare sotto gli alberi spezzati dalla vecchiaia, camminare nelle sorgenti con l’acqua fino alle ginocchia, in mezzo al fango e sotto la pioggia fitta. Eravamo noi e la Patagonia.

Questa esperienza ci ha regalato delle emozioni fortissime e indimenticabili, forse le più belle di tutto il viaggio. In un certo punto la “jungla” finisce e ci troviamo ai piedi di un meraviglioso ghiacciaio – cosi azzurro da sembrare finto. Questa “passeggiata” è durata 4 ore! Le ore tra le più belle della mia vita. Sfiniti, ghiacciati e bagnati fradici (comprese le scarpe), non sognavamo altro che una doccia calda e un letto comodo, ma nel programma c’erano le terme vulcaniche… siccome eravamo in gruppo non avevamo scelta (e meno male!) eravamo convinti che ci saremo ammalati perché anche se era l’estate ci trovavamo non tanto lontano dalla Terra di Fuoco, quindi le temperature erano autunnali… Le terme erano all’aperto e ci siamo detti che visto la temperatura non ci saremo fatti il bagno. Poi abbiamo visto che eravamo gli unici a non farlo… ci hanno convinti – abbiamo pensato, che peggio di così non potrà essere, quindi ci siamo tuffati anche noi. Era qualcosa di fantastico! Facevamo il bagno ai piedi di un vulcano, nell’acqua caldissima che sgorgava proprio da qui; era cosi calda che bisognava aggiungerne di ghiacciata per poter stare dentro. Questo bagno ci ha rimessi a nuovo, ma la stanchezza e il freddo sono passati. Meno male perché giorno dopo ci aspettava un altro viaggio di 15 ore sullo sterrato. Un viaggio così ricco di emozioni che ci regalava la Patagonia mostrandosi nel suo pieno fascino. Natura incontaminata, nessun intervento dell’uomo, civilizzazione zero e poi… cascate, ruscelli color smeraldo, ghiacciai; insomma, un paradiso! E noi su quella corriera scassata sulla stradad sterrata… la più lunga strada non asfaltata di tutto Sud America. Sulla corriera, alle spalle dell’autista era stato posizionatop un cartello grande con su scritto: “Le persone sotto elencate hanno un debito con la nostra compagnia in somma sotto indicata”: (esempio) Mario Bianchi 10 pesos, Maria Rosi 15 pesos.

Ma la cosa più buffa era la scritta che seguiva: “chiunque conosce queste persone e gentilmente pregato di ricordare a loro del loro debito”.

Forte eh!? Non è che dicono di avvertire la polizia per fargi una multa, ma chiedono gentilmente di fargi un promemoria! Strada facendo ecco un aereo dopo un atterraggio di emergenza nel cuore della Patagonia, che qualcuno l’ha trasformato in una casa! Dopo 15 ore arriviamo a Coyhaique, dove dovevamo solamente cambiare autobus che ci portava sulla nave per Argentina. Ci siamo già informati prima per la coincidenza. Aspettiamo l’autobus… un ora, due, tre… abbiamo capito che non si trattava del solito ritardo. Dopo 5 ore d’attesa finalmente aprono gli uffici delle biglietterie dove ci informano che la corriera è passata in orario, solo che, in questo paesino funziona un po’ diversamente, ovvero… se vuoi prendere l’autobus devi chiamare l’autista il giorno prima e lui passa da casa a prenderti! Chi è di passaggio rimane… a piedi! E non finisce qui… il prossimo passa tra 4 giorni! Il paesino era cosi piccolo che bastava un’ora per fare giro e visitare tutto. Il nostro principale problema era mancanza di tempo – l’obiettivo era di arrivare fino alla Terra di Fuoco, e il tempo correva. Alla fine ci troviamo a Cochrane – mai visto in vita mia un buco del genere! Era comunque stupendo, ma dimenticato dal mondo. La prossima coincidenza era tra 4 giorni! Abbiamo deciso di ripartire il giorno dopo a tutti costi. Siamo andati alla ricerca di qualcuno che ci potesse accompagnare. Il problema era che nessuno aveva voglia di farlo! Questa gente vive senza la necessità di avere dei beni materiali a tal punto che non gli interessavano nemmeno i soldi che gli offrivamo (un loro stipendio in cambio di 70 km!). Da una parte sono rimasta affascinata da questo loro modo di pensare: non vivono per i soldi, ma per la ‘pace’ in famiglia. Ci colpiva molto il loro volersi bene. Vedevi anziani passeggiare mano nella mano che si sorridevano con amore… Alla fine abbiamo trovato un certo signor Gonsalez disposto ad accompagnarci fino a Cilecico… Un tipo davvero strano; correva come un matto sulle stradine sterrate, ogni tanto sputava dal finestrino, e tra una sua risata e… siamo arrivati a destinazione. Direzione Comodoro. Purtroppo abbiamo dovuto rinunciare a visitare la Terra del Fuoco per mancanza di tempo… dopo varie tappe in Argentina siamo arrivati a San Carlos de Bariloche – un paesino fiabesco degli gnomi. Questo posto è impregnato di leggende che parlano di gnomi e di testimonianze della gente… che li vede ancora (?!) Tutta la città, negozi, case, strade sono pieni di loro statuine. Era tutto magico e unico. Proprio lì siamo stati testimoni di un antica tradizione del cucinare. Si chiama Curanto. Si prepara una montagna di legna secchissima e in cima si mettono delle pietre molto piatte, si accende il fuoco e dopo un po’ la legna si consuma; rimangono, così, solamente le pietre roventi (vengono poi pulite e ricoperte di foglie) dove si mettono sopra grossi pezzi di carne, polli interi, zucche, mele e patate e ortaggi vari, in una quantità industriale. Poi tutto si ricopre di nuovo con le foglie, poi le lenzuola, sacchi di juta, e si ricopre tutto di terra. Ogni tanto innaffiano la terra formando, così, una specie di cottura a vapore. La cosa strana è che, alla fine, tutto viene cotto alla perfezione (una mela come pollo intero!). Le sere passavamo per le strade piene di vita ad ammirare come ballano il tango. Ancora adesso mi sembra che è stato solo un sogno meraviglioso e non riesco a credere che tutto questo è accaduto veramente. Come ci si possa innamorare di quel posto ora lo capisco. Si tratta di un mondo a parte, dove non esiste il consumismo, senza la corsa al denaro. Lì contano altri valori… che nel nostro mondo moderno spesso dimentichiamo.

P.S. abbiamo speso a testa € 700 (escluso aereo) compresi tutti gli spostamenti, pernottamenti, cibo, regali… e senza fare economia.



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