Avventura in Laos

Un breve giro nel nord del Paese, partendo da Bangkok
Scritto da: marinaio964
avventura in laos
Partenza il: 13/11/2012
Ritorno il: 23/11/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Resoconto di un viaggio breve e intensissimo, preceduto da qualche giorno a Bangkok e seguito da una settimana a Bali. I giorni in Laos sono stati solo nove e abbiamo cercato di fare un bel giro, senza esagerare, ma cercando di vedere aspetti diversi del Paese. Abbiamo dovuto escludere il sud, optando per quattro tappe nel nord. Intenso sia per gli spostamenti, sia perché è un paese molto bello che non lascia indifferenti, ha aspetti comuni ad altri paesi dell’ex Indocina, ma con sue caratteristiche, una natura rigogliosa e spesso selvaggia, paesaggi montani stupefacenti, persone tranquille che vivono in una dimensione ancora fuori dalla modernità. Alcune località sono molto turistiche, e noi abbiamo volutamente evitato Vang Vieng proprio perché il tipo di turismo che l’ha riempita negli ultimi anni (il mass backpacking di genere ubriacone e distruttivo) ne ha fatto un posto completamente fuori da quella che è la nostra idea di viaggio. Speriamo fortemente che negli anni a venire il resto del paese non venga contaminato ulteriormente da questo genere di turismo.

13 novembre

Partiamo da Bangkok col treno notturno delle 20.00 per Nong Khai dalla stazione Hua Lamphong. Abbiamo preso la II classe sleepers, quando nel pomeriggio siamo andati a fare i biglietti la I classe era esaurita. Si viaggia bene e le cuccette sono comode; unico difetto della II classe che la luce rimane accesa, e anche se le cuccette sono chiuse da pesanti tende la luce filtra (problema solo per chi dorme al piano di sopra). In teoria avevo la mascherina per gli occhi ma per pigrizia non l’ho usata. Per chi dorme al piano di sotto, invece, il problema è che si sentono parecchio gli sbalzi del treno sui binari (ovviamente è un problema che si riscontra anche in I classe). Si può ordinare cibo o da bere, e l’eventuale colazione per la mattina dopo. L’arrivo a Nong Khai è previsto per le 8.30 della mattina dopo ma si arriva quasi sempre con 1.30/2.00hr di ritardo. Il prezzo per due cuccette II sopra/sotto è 1446ThB.

14 novembre

Arrivati a Nong Khai verso le 10.30 abbiamo raggiunto il confine con un tuk-tuk (30thb p/p). Sono circa 2.5km (per chi volesse farlo a piedi. Usciti dalla Thailandia (non dimenticate di farvi timbrare l’uscita!) con un autobus (15thb p/p) abbiamo attraversato il “Ponte dell’Amicizia Thai-Lao”, costruito sul fiume Mekong, e siamo arrivati al posto di frontiera laotiano. Il visto costa 35USD, si può pagare in Thai Bath ma ne chiedono 1500 per cui vi consiglio di portarvi i dollari; occorre anche una foto-tessera. Con un altro tuk-tuk (50thb p/p) siamo arrivati a Vientiane, in centro. Dal confine sono quasi 20km. Essendo un po’ stanchi e soprattutto affamati abbiamo cercato una guesthouse per dormire, fermandoci ad una delle prime che abbiamo trovato (Orchid GH, sul lungofiume. La stanza era grande con vista sul Mekong, però abbiamo pagato 700thb – non avevamo ancora cambiato in Lao Kip – mentre penso che nei dintorni si trovi sicuramente di meglio a meno; hanno il wifi ma non funzionava). Abbiamo cominciato subito a girare un po’ a piedi e abbiamo trovato un posto carino e buono dove pranzare, Lao Kitchen, dopodichè ci siamo diretti a visitare il Wat Si Saket, uno dei templi principali di Vientiane. Da lì proseguendo a piedi abbiamo visitato un altro tempio secondo me molto interessante perché più “vissuto” dalla gente del posto, il Wat Si Muang. Cena in uno dei chioschi di strada su una della traverse del lungofiume di cui non ricordo il nome, ma è un’ampia area con vari chioschi con i tavoli. Ci siamo anche concessi un massaggio in un posto accanto al Full Moon Café, in Rue Francois Ngin, carino e bravi i massaggiatori (50.000Kip massaggio tradizionale Lao/1hr).

15 novembre

Appena svegli siamo andati a fare i biglietti per la sera stessa del pullman notturno per Phonsavan (180.000Kip p/p con pick-up in hotel, sleeping bus); nella stessa agenzia abbiamo anche affittato un motorino (50.000K) per girare la città. Colazione ottima in un posticino su una delle strade principali, purtroppo non ho preso nome né indirizzo, sono due o tre negozietti simili che fanno una serie di succhi di frutta e varie altre cose (la colazione continentale con caffé frullato piatto frutta e baguette burro/marmellata costa 25.000K). Quindi visita del Pha That Luang (grande stupa), che è un edificio religioso la cui cupola è coperta da lamine d’oro. È considerato un simbolo nazionale e il più importante monumento dell’architettura religiosa laotiana. Intorno è circondato da giardini e vari altri templi e statue del Buddha. Poi visita di Patuxai che è una sorta di arco di trionfo costruito per commemorare i caduti della guerra d’indipendenza dalla Francia. Pranzo da Noy’s Fruit Heaven, locale molto carino (proprio di fronte a Lao Kitchen), buona cucina Lao e ottime baguette e succhi di frutta, wifi free. Dopo abbiamo raggiunto il Buddha Park, che si trova a parecchi km dal centro, su una strada sterrata che costeggia il Mekong, dopo il Ponte dell’Amicizia. Si tratta di un posto stranissimo, un giardino in cui il fondatore ha raccolto una serie di statue in pietra del Buddha tutte differenti tra loro, un luogo surreale. Salendo sulla cima di uno degli edifici in pietra si può ammirare la vista di tutto il parco.

Sulla via del ritorno ci siamo fermati alla fabbrica della LaoBeer, che avremmo voluto visitare ma, essendo alcune parti in restauro, le visite erano sospese. In compenso una gentilissima dipendente ci ha regalato il calendario da tavolo 2013 della ditta! Siamo tornati in guesthouse completamente ricoperti di polvere; avevamo già fatto il check-out ma avevamo lasciato lì i bagagli e abbiamo potuto approfittare delle docce comuni. Alle 18.30 è venuto il tuk-tuk dell’agenzia a prenderci per portarci al terminal bus nord, che dista alcuni km dal centro. Nota: il biglietto del pullman se acquistato alla stazione costa molto meno che in agenzia, ma tenete presente che per portarvi alla stazione chiedono cifre assurde, quindi a meno che non siate dei contrattatori fenomenali vi conviene prendere il biglietto in città con pick-up compreso. Cena in un chiosco della stazione e partenza puntuale alle 20.00. Non avevo mai preso uno sleeping bus fatto così, tre file di posti singoli, sopra e sotto, col sedile quasi completamente reclinabile. C’è il bagno nel pullman e danno le coperte e acqua e succo di frutta. L’unico problema è che negli stretti corridoi, se necessario, fanno accomodare qualche altro passeggero. Però tutto sommato ho viaggiato bene, ogni tanto si fa qualche sosta ma sono riuscita abbastanza a dormire, cullata dalle note di Portishead e Massive Attack…

Impressioni su Vientiane: Vientiane, capitale del Laos. Più che una città, un paesone. Tra le città nel sudest asiatico che ho visto sicuramente la più tranquilla. Poca gente, poco traffico, zero confusione. Strade e marciapiedi in buone condizioni e abbastanza puliti. Buona cucina ovunque, ottime baguette di eredità francese. Ci sono bellissimi edifici di epoca coloniale sia tra quelli restaurati che tra quelli un po’ decadenti. E un bel lungofiume dove passeggiare e vedere il tramonto. Anche se non c’è molto da vedere è sicuramente un posto piacevole dove passare un paio di giorni. Gli ingressi ai vari templi e monumenti costano 3000/5000 kip.

16 novembre

Arriviamo a Phonsavan puntuali alle 6.00 dopo 10 ore di viaggio, e con un tuk-tuk ci facciamo portare in “centro”. Ci sono ancora poche guesthouse, questa parte del Laos non è tra quelle più visitate perché si trova a notevole distanza dalla tratta Vientiane-Luang Prabang. Troviamo una stanza alla Nice Guesthouse (80.000kip, sulla strada principale, stanza al secondo piano comoda e pulita, wifi) e dopo una doccia facciamo colazione in un ristorante proprio di fronte. Poi sempre tramite la gh prenotiamo l’escursione alla Piana delle Giare, che è il motivo del nostro arrivo qui. Costa 150.000Kip a testa e prevede la visita di tre siti e il pranzo incluso. La Piana delle Giare è una vasta zona intorno a Phonsavan, a pochi km dal confine col Vietnam. Si chiama così perché sul suo territorio sono state scoperte centinaia di giare di pietra di epoca antica, si presume dal 500 a.C. al 500 d.C., di cui tuttora non si conosce bene l’origine e lo scopo. L’opinione più diffusa tra gli archeologi è che si trattasse di urne cinerarie, ma ci sono anche varie leggende locali riguardo a queste giare. Questa zona tra l’altro durante la guerra del Vietnam fu bombardatissima dagli Usa (più del Vietnam stesso) perché in questi territori passava il cosiddetto “sentiero di Ho Chi Min” attraverso il quale i soldati Vietcong passavano dal Nord ed entravano nel Sud del Vietnam. Tuttora si trovano ordigni inesplosi e ci sono alcune organizzazioni umanitarie che da anni aiutano i locali a ripulire il territorio dalle bombe. Il Sito n. 1 è il più grande e bello con decine e decine di giare su un altipiano alberato, il secondo si trova in un boschetto in cima a una collina ma non è granché, il terzo è piccolo ma circondato da un bellissimo paesaggio di colline e risaie. Volendo si possono anche andare a visitare altri siti, ce ne sono circa 90, potete mettervi d’accordo con un’agenzia o affittare un motorino. Per chi volesse comunque fare questa escursione da solo col motorino, vorrei precisare che le strade per i siti 2 e 3 sono molti km di sterrato. Da queste parti il clima è più frizzantino e la notte fa freschetto.

Prima di cena prenotiamo il minivan di domani per Luang Prabang (120.000K p/p con pick-up). Andiamo a cena da Bamboozle! (anche questo sulla strada principale) che è un ristorante carino dove si mangia bene e fanno musica dal vivo; è frequentato da molti stranieri e alcuni locali ma non direi che è un posto turistico, i frequentatori sembravano più residenti e clienti abituali che viaggiatori, c’è una bella atmosfera amichevole nel locale.

17 novembre

Ci alziamo presto per fare colazione e preparare i bagagli, alle 8.30 abbiamo il pick-up in GH e alle 9.30 partiamo dalla stazione dei minibus di Phonsavan, destinazione Luang Prabang. La strada è contornata da un paesaggio montano molto bello, ma ad un certo punto siamo costretti a fermarci a causa di un incidente tra due camion che si sono scontrati su un tornante e hanno bloccato il traffico in entrambe le direzioni. L’incidente non era affatto grave e bastava che spostassero i mezzi di dieci metri per far passare tutti gli altri mezzi, ma gli autisti si erano impuntati fino a quando il conducente di un autobus di linea si è messo a discutere con loro e li ha convinti a spostarsi. Questo scherzetto ci ha fatto perdere più di un’ora ma in fondo cosa importa? That’s Asia! Poi quando il nostro autista si è fermato a pranzo in un paesino dove si svolgeva un mercato alimentare ne ho approfittato per scattare un po’ di foto. In questa zona l’etnia principale sono gli Hmong, uno dei gruppi più numerosi. Arriviamo a Luang Prabang verso le 17.00 dopo un viaggio un po’ stancante, nonostante nel minivan fossimo in pochi e quindi abbastanza comodi, le ore di viaggio sono state tante e il percorso fatto praticamente tutto di curve salite e discese. Dalla stazione bus Sud bisogna prendere un tuk-tuk per arrivare a LP centro (10.000k p/p). Cerchiamo una guesthouse libera e dopo aver chiesto a varie troviamo una camera alla Tephavong gh, carina ed economica (80.000kip, offre un servizio di caffé/the/acqua tutto il giorno, oltre al wifi free), centrale e ha un piccolo giardino. Dall’incrocio con la rotatoria, dove c’è il tourism office, prendere la strada che va verso il fiume, il tourism office è a destra. Nella prima traversa a sinistra si trova la GH). Dopo un primo giro perlustrativo della città andiamo a fare un massaggio vicino alla GH e cena in un chiosco sulla via principale (superato il mercato e i ristoranti) poi giro per il night market.

18 novembre

Andiamo a fare colazione ai chioschetti di fronte all’ufficio del turismo che hanno un sacco di cose ma le baguette sono un po’ rifatte. Poi saliamo sulla collina Phou Si dove ci sono vari templi e dove si gode una bellissima vista del panorama circostante, con il fiume Nam Khan che si immette nel Mekong. Riscendiamo in strada dalla parte del fiume Nam Khan e percorriamo tutto il lungofiume che qui ha delle bellissime vedute, fino ad arrivare alla confluenza col Mekong. Da lì riprendiamo la strada principale, dove si trovano numerosi templi su entrambi i lati, di cui alcuni importanti. Entriamo a visitarli praticamente tutti e poi ci fermiamo a pranzo agli stessi chioschi di ieri sera, dopodichè decidiamo di affittare un motorino fino a domani (90.000kip). Andiamo subito fuori città a visitare le cascate di Kuang Si che si trovano a circa 35km, percorrendo una strada molto bella che attraversa le campagne e vari villaggi. Le cascate sono belle e suggestive, ma essendo domenica anche parecchio affollate di locali e turisti; siccome è ormai pomeriggio inoltrato decidiamo di non fare il bagno ma di camminare su fino alla cascata principale e poi andiamo via, vorremmo tornare in città entro il tramonto. Tornati a Luang Prabang facciamo ancora un po’ di giretti col motorino e poi a cena da Khmu restaurant&spa;, buono, economico e wifi free.

19 novembre

Sveglia all’alba per vedere la processione dei monaci che vanno a ricevere le offerte dei fedeli. La cosa sembrerebbe un po’ turistica, anche se comunque suggestiva, non tanto per i monaci che fanno la stessa cosa tutte le mattine da secoli, quanto perché ci sono donne locali che vendono riso e altre cose ai turisti affinché le offrano ai monaci, ma i turisti non dovrebbero partecipare a questo rito a meno che non siano buddisti credenti. Inoltre ci sono turisti molto irrispettosi che si piantano con le fotocamere (e spesso i flash) proprio in faccia ai monaci, che invece dovrebbero essere guardati solo da lontano e non disturbati. Alcuni turisti sono veramente maleducati, inoltre ho visto anche alcune signore laotiane inginocchiate che però invece che fare l’offerta stavano con cellulare e Ipad a fotografare… vabbè. Compriamo dei dolci per fare la colazione in GH e poi andiamo subito via a visitare altre cascate, quelle di Tad Sae, che sono più vicine (circa 20km) ma una volta arrivati al fiume Nam Khan bisogna prendere una barca per attraversarlo, le cascate sono dall’altra parte e ci sono anche degli elefanti che chi vuole può affittare per fare un giro nella foresta o il bagno nelle cascate o nel fiume. Stavolta c’è poca gente, e ne approfittiamo per fare prima una bella passeggiata nella foresta risalendo le cascate e poi passiamo il resto della mattina a mollo nelle varie vasche. Queste cascate a me sono piaciute di più, non so se per il paesaggio o per la poca gente o per la luce diversa, comunque abbiamo passato una bella mattinata. Torniamo in tempo per riconsegnare il motorino in agenzia, dove compriamo i biglietti del minivan per Nong Khiaw (60.000k p/p incluso pick up) e andiamo a pranzo da Khmu, poi andiamo a fare un massaggio in un centro che si trova all’interno di una stradina proprio di fronte a Khmu (Lao massage&herbal; sauna: posto molto carino, prezzi contenuti – Lao traditional massage 1hr 40.000kip, massaggio con olio o massaggio con compresse di erbe 1hr 50.000kip; la pecca è che i massaggiatori sembrano un po’ frettolosi e svogliati). A cena andiamo al mercato notturno, in una stretta stradina laterale c’è una serie di chioschi che offrono una montagna di piatti a buffet per soli 10.000 kip, tutto molto buono e fresco, inoltre fanno degli spiedini al barbecue (di pollo, maiale, pesce ecc) al costo di 15.000kip ciascuno, buonissimi quelli di pollo. La beerlao come quasi ovunque costa 10.000k. Chiudiamo la serata con una passeggiata al mercato notturno e una birretta in un locale.

Luang Prabang: è uno dei posti più puliti ordinati e meglio conservati del Sudest Asiatico, è una città splendida con case di non più di 2/3 piani, la maggior parte curate e restaurate. Poche auto, poco traffico, atmosfera particolare. L’essere al contempo l’antica capitale e un patrimonio dell’Unesco ne ha fatto però un posto visitatissimo, era pieno di turisti pur essendo novembre, e tutto questo come per ogni posto molto turistico ha il suo lato negativo: la strada principale, quella dei templi, è un susseguirsi di hotel, ristoranti e agenzie turistiche, e la vera anima della città è andata secondo me perduta. Ciò non toglie che è uno di quei luoghi dove ci si fermerebbe a stare per un bel po’.

20 novembre

Sveglia presto, colazione e pick up alla GH per andare alla stazione sud, da dove partono i minivan per Nong Khiaw (l’autobus pubblico invece parte dalla stazione nord). La strada che percorriamo è anch’essa bellissima con paesaggi mozzafiato, è in buone condizioni e alle 12.30 siamo a Nong Khiaw, che si trova a circa 130km a nord lungo il fiume Nam Ou. Raggiungiamo il molo con un tuk-tuk (si può fare a piedi volendo, è poco più di un km). Ci fermiamo per un breve pranzo nel ristorante sopra il molo, proprietà di un ragazzo occidentale a cui chiedo anche informazioni per il viaggio di ritorno. Poi alle 14.00 prendiamo la barca pubblica per Muang Ngoi Neua (25.000k p/p, ne parte una anche la mattina), un paesino ancora più a nord raggiungibile solo in barca. Un’ora e mezza circa di viaggio risalendo il fiume tra montagne e isolotti di mangrovie e siamo a Muang Ngoi. Cerco velocemente una gh libera, il paese è piccolino e non ci sono moltissimi posti dove dormire; ne trovo una tra le ultime lungo la strada, con bungalows vista fiume (Suan Phao Guesthouse, 80.000kip a notte). Facciamo un giretto per il paese e ci rilassiamo a vedere il tramonto sul fiume prima di andare a cena, al Riverside restaurant, ambiente carino e cibo molto buono. Il “dopocena” lo passiamo al BeeBar, ultimo locale del paese dalla parte opposta al monastero; poi torniamo in gh a rilassarci un po’ prima di dormire, in questo paese c’è l’elettricità solo dalle 18 (o poco prima) alle 22, se andrete ricordatevi di portare una torcia!

21 novembre

Ci svegliamo all’alba per vedere i monaci che anche qui raccolgono le offerte, una coppia di Milano incontrata a Phonsavan ci aveva detto che qui la questua è molto più bella e vera che a Luang Prabang, e non vogliamo perderla. Effettivamente è molto suggestiva, i monaci qui sono solo sette ma si fermano ad ogni gruppetto di donne inginocchiate, e dopo aver raccolto le offerte cantano una canzone di ringraziamento. Attraversano tutto il paese e poi tornano indietro. Ci è stato poi spiegato che l’offerta che fanno le donne è solo simbolica, poi una volta tornati al monastero le donne vanno lì a portargli il cibo vero e proprio. Ci fermiamo per la colazione in un ristorantino-guesthouse all’angolo della salita del molo, fa la colazione a buffet “all you can eat” a 25.000k p/p; i gestori sono una coppia lui svedese lei laotiana, hanno una bimba di pochi mesi, lui ci racconta che è lì da poco più di un anno, si è sposato ed è felice. E’ giovane e veramente bello, mi domando cosa lo abbia spinto ad una scelta di vita così radicale…ad ogni modo, ha la faccia della gioia. Torniamo alla nostra gh dove il gestore mi fa una mappa dei dintorni e del percorso per fare un trekking, così ci avventuriamo in questa lunga camminata. Per prima cosa vediamo la scuola del paese, dove alcuni scolari hanno un banchetto dove chiedono offerte agli stranieri per la scuola, che è stata costruita da pochi anni con i soldi avuti da associazioni di cooperazione e donazioni. Proseguiamo attraversando un meraviglioso paesaggio di risaie e montagne, solcato da alcuni ruscelli, dove vediamo i contadini al lavoro nei campi.

Arriviamo per primo al villaggio Huay Bo, apparentemente poverissimo, bambini giocano con le bolle di sapone e donne anziane siedono a chiacchierare, c’è una specie di ristorante dove ci fermiamo a prendere un caffé prima di riprendere il cammino. Tra un villaggio e l’altro dobbiamo guadare dei ruscelli, l’acqua è fresca ed è un piacere mettere un po’ i piedi a mollo. Passiamo per il villaggio di Ban Na che sembra messo un pochino meglio del primo, c’è un ristorantino dove c’è un gruppo di francesi a pranzo, noi invece proseguiamo per la tratta più lunga, salite e discese tra picchi calcarei foresta e risaie prima di arrivare a Huay Xan, un villaggio anche questo molto povero, dove ci fermiamo a pranzare con una semplice zuppa di noodles mentre il proprietario ci offre del “whisky” lao, un distillato di riso che fanno un po’ in tutti i villaggi, molto alcolico. Chiacchieriamo un po’ con lui e con dei viaggiatori, uno svizzero in giro per sette mesi, una coppia di americani e un giovane che intende girare a piedi tra i villaggi e dormire lì, chiede il prezzo al gestore per rimanere da lui per la notte: 10.000kip (1euro!). Approfittiamo della pausa pranzo per riposarci un po’ e poi è sempre un piacere socializzare, dopodichè ci rimettiamo in marcia per tornare a Muang Ngoi prima che faccia buio, ci sono ancora altre due ore di cammino. Alla fine torniamo in paese alle 16.30 dopo otto ore di camminata, siamo stanchissimi. Ma facciamo ancora un giro del paese per andare a vedere il monastero e fare qualche foto al tramonto sul fiume. Dopo la doccia facciamo un massaggio e poi cena da Rainbow (buono anche questo), e a nanna presto.

Dal diario del 21 nov 2012: “Non ho parole per descrivere il posto in cui mi trovo ora. Un villaggetto sperduto sul fiume Nam Ou, tutto intorno circondato da alti picchi di roccia calcarea ricoperti da foresta. Qui si arriva solo in barca, non ci sono strade. Di conseguenza non ci sono veicoli a motore, escluso qualche piccolo trattore per caricare il riso. C’è un’unica strada di circa 300mt, sterrata; ai lati le case in legno degli abitanti del villaggio, una decina di guesthouse e tre o quattro ristoranti. C’è l’elettricità solo quattro ore al giorno, tra le sei e le dieci di sera; i cellulari prendono poco e non c’è internet. Gli abitanti sono pescatori e contadini delle risaie nei dintorni del villaggio, il paesaggio intorno è verde e montuoso. Ad un’estremità del villaggio c’è un piccolo monastero da cui i monaci la mattina presto escono a ricevere le offerte dei fedeli. La sera, quando tolgono la corrente, la luna illumina il cielo mostrando i contorni delle montagne tutt’intorno, mentre la bruma scende sul fiume. E, nonostante la luna, c’è un cielo stellato pazzesco. Sono sopraffatta da tanta bellezza.”

22 novembre

Oggi comincia il lungo viaggio di ritorno verso Bangkok. Facciamo di nuovo colazione dallo svedese, prendiamo i biglietti per la barca delle 9.30, nell’attesa prendiamo un caffé “vista fiume”. La barca ci mette un po’ meno che all’andata perché discendiamo il fiume, e alle 10.15 siamo a Nong Khiaw. Con un tuk tuk raggiungiamo la stazione dei bus e riusciamo a trovare posto in quello che parte alle 11. E’ un bus pubblico modello “chicken bus”, 40.000kip (c’è anche un minivan che parte alle 12.30 se è pieno), e ci mette quattro ore ad arrivare a Luang Prabang. Ferma alla stazione nord. Con un tuk-tuk arriviamo in centro dove andiamo subito a chiedere informazioni per il bus della sera destinazione Vientiane. Purtroppo sia lo sleeping bus che il Vip bus sono pieni, siamo costretti a ripiegare sul local bus (130.000kip). Dopo aver preso i biglietti andiamo a pranzo e rimaniamo un po’ nel ristorante a riposarci e collegarci a internet, fino alle 18 quando ci facciamo portare alla stazione sud da dove alle 18.30 parte l’autobus. Lo sconsiglio a meno che non ci siano altre alternative, come nel nostro caso. Un viaggio scomodissimo, considerato anche la lunghezza. I posti a sedere sono molto stretti, e dietro a noi avevamo dei ragazzi russi che bevevano in continuazione, il più ubriaco era proprio dietro a me e mi ha impedito di abbassare un po’ il sedile. Io non potevo allungare le gambe perché ero proprio nel sedile sopra la ruota, così ho passato la maggior parte del viaggio appollaiata sul sedile, appoggiata in qualche modo allo schienale appositamente per disturbare il russo (per la serie “se non dormo io non dormi manco te”). Fortuna che sono scesi a Vang Vieng (figuriamoci…) e così le ultime tre ore di viaggio ho potuto un pochino stendermi e dormicchiare.

23 novembre

L’autobus arriva a Vientiane la mattina alle cinque dopo quasi 11 ore di viaggio (con alcune soste). Ferma alla stazione nord che è a qualche km di distanza dalla città, noi a quel punto decidiamo di arrivare direttamente al confine con la Thailandia e prendiamo un tuk-tuk che ci mette oltre un’ora per arrivare al ponte dell’amicizia. Sbrighiamo le formalità di uscita dal Laos (tassa di uscita 9.000kip) e ci fermiamo un po’ a riposarci, poi verso le sette prendiamo l’autobus che attraversa il ponte fino alla frontiera Thai. Lì timbriamo il rientro nel paese e con l’ennesimo tuk-tuk raggiungiamo il centro di Nong Khai. E’ ancora tutto chiuso, troviamo un posto per prendere un caffé mentre la stanchezza comincia a farsi sentire, compriamo dei dolcetti in un supermercato nell’attesa che apra la banca per cambiare i Kip rimasti. Poi con un taxi-meter (qui i tuk–tuk costano tanto e i Thai di queste parti sono un po’ scorbutici) andiamo alla stazione degli autobus per vedere se c’è un mezzo per Bangkok. Altrimenti dovremmo aspettare il pomeriggio per prendere il treno ma non ci va di passare altre ore così. C’è un autobus che parte alle 11.30 (380thb p/p) locale ma abbastanza comodo, dovrebbe arrivare a BKK verso le 22.30. Decidiamo di prenderlo preparandoci spiritualmente a un altro lungo viaggio. Fa parecchie soste e quando ormai a sera pensiamo di essere quasi arrivati a Bangkok incappiamo in un traffico assurdo per entrare in città, dove alla fine, distrutti, arriviamo che è quasi mezzanotte. Il bus ferma al terminal Mo Chit che è nella parte nord-ovest della città. C’è una stazione della metropolitana con lo stesso nome, è più o meno nella stessa zona ma non è raggiungibile a piedi perché è ad alcuni km di distanza, a quel punto dovendo comunque prendere un taxi tanto vale farsi portare a destinazione. Nel nostro caso a Sathorn, zona abbastanza centrale ma ci vuole una buona mezzora per arrivare. In conclusione raggiungiamo casa di Andrea e Kevin all’una passata, loro dormono, e noi finalmente dopo oltre quaranta ore di viaggio e svariati mezzi di trasporto riusciamo ad appoggiarci sul letto.

Siamo stati ancora un’altra giornata e un’altra serata a Bangkok (dove avevamo già passato i primi quattro giorni del viaggio in compagnia dei nostri amici Andrea e Kevin che vivono lì), e poi siamo andati per una settimana di nuovo a Bali, dove ci hanno raggiunto degli amici da Roma.

Dettagli del viaggio (inclusi dettagli su Thailandia e Indonesia)

Visto Laos: 35USD o 1500Bath, conviene pagare in dollari. Occorre una foto-tessera, vale 30gg; tassa di uscita alla frontiera di Vientiane 9.000kip; Thailandia: gratuito, nessuna tassa all’uscita dal paese, 30gg; Indonesia: quello di un mese costa 25 dollari, o 20 euro. Si paga in contanti; all’uscita dal paese si paga una tassa di 150.000rp, in contanti.

Valuta Lao Kip: 10.000 kip sono circa 0.95 € (consiglio uffici cambio delle banche; gli ATM prendono una commissione di 20.000Kip) Thai Bath: 1=0.025€ : 100bath sono circa 2,5€ (uffici cambio consigliati i Superrich 65; gli Atm prendono una commissione); Rupia indonesiana: 100.000 rupie sono circa 8,00 euro (a Bali il migliore è il cambio ufficiale che sta quasi di fronte al supermercato Bintang; gli Atm non prendono commissioni).

Noleggio motorino a Vientiane 50.000kip a Luang Prabang 90.000kip; la benzina intorno a 1,30€ al litro. A Bali per un giorno in genere chiedono 50.000 rupie. Noi lo paghiamo 25.000rp (affittandolo comunque per parecchi giorni). La benzina costa 4500rp al litro al distributore, 5000 la bottiglia da un litro alle bancarelle. Sia in Laos che in Indonesia occorre la patente internazionale (vale tre anni o fino a scadenza della patente di guida, tramite la motorizzazione costa circa 36 euro). Io consiglio sempre di farla.

Trasporti: In Laos rispetto al costo medio delle altre cose i trasporti in Laos sono un po’ cari. I pullman tra una città e l’altra vanno dai 12 ai 22 euro, una corsa breve in tuk-tuk costa in genere almeno 1euro a persona.

A Bangkok servizio di treno dall’aeroporto in città. La city line costa 45bath a persona fino al capolinea cittadino dove incrocia la BTS (skytrain). Una corsa in skytrain costa dai 15 ai 25bath I taxi costano pochissimo, ottimi soprattutto se si dividono in tre o quattro persone. Chiedere di usare il tassametro. Il servizio pubblico di battelli che risale il Chao Praya river costa circa 15bath e effettua moltissime fermate lungo il corso del fiume.

A Bali quando arriviamo all’aeroporto il taxi lo andiamo a prendere all’uscita (quelli che accompagnano le persone e tornano indietro vuoti). Col tassametro il percorso fino a Legian/Seminyak lo paghiamo in genere 40/45.000rp, e stessa cifra il percorso inverso. La compagnia più affidabile è la Bluebird.

Telefono e internet: in genere usiamo carte Sim locali. La maggior parte degli alberghi e molti ristoranti hanno il servizio wi-fi gratuito.



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