Avventura in camper: Volterra
SABATO 28 MAGGIO 2016
E’ da appena due giorni che sappiamo di voler partire per una vacanza, anche se un itineriario preciso non esiste, e per una maniaca dell’organizzazione come me, questo è davvero difficile da sopportare. Ma così è, quindi, dopo aver riassettato il nostro camper ed aver preparato tutto l’occorrente, partiamo: prima tappa in Liguria. Appena superata Genova decidiamo di abbandonare l’autostrada preferendo percorrere la strada costiera al fine di individuare una spiaggia dove fermarci. Devo dire che fatichiamo un po’ a trovare un posto per parcheggiare il nostro piccolo (si fa per dire) mezzo di trasporto nelle vicinanze di una caletta. Alla fine riusciamo nell’impresa, oltrepassato Pieve Ligure, raggiungiamo Sori e avvistiamo una spiaggetta affollata e stabiliamo che “Sì, questa deve essere la nostra meta.” Un ripida discesa e due rampe di scale ci separano dal mare, ma non ci lasciamo di certo intimidire da questo irrilevante particolare.
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Ed eccoci dunque in spiaggia, un misto di sassolini e sabbia, come la maggior parte in Liguria. Non ci preoccupa, ormai noi siamo già in vacanza: in riva al mare, assaporando l’odore della salsedine e divertendoci a scappare dalle onde che si infrangono sul bagnasciuga.
Trascorriamo un’oretta di puro relax prima di decidere di tornare al nostro camper per la cena. Giusto il tempo di divorare una pizza ed eccoci di nuovo in viaggio: destinazione Volterra. 215 Km ci dividono dalla nostra meta, che noi percorriamo in tranquillità in circa tre ore, giungendo al punto sosta verso mezzanotte.
Non fatichiamo a trovarlo: si tratta del parcheggio 3. Lo riconosciamo subito poichè altri camper sono già posizionati. Questa area sosta è attrezzata con camper service e colonnine per la corrente elettrica, costa 10€ dalle 8 del mattino alle 20 di sera, mentre la notte è gratuita, perciò non ci curiamo del pagamento fino alla mattina seguente. Inoltre scopriamo che è esattamente di fronte ad una delle porte della città, quella chiamata Fonti Docciola.
Esausti, ci rifugiamo nel nostro letto per un riposo ristoratore fino al mattino seguente.
DOMENICA 29 MAGGIO 2016
E’ mattina… e piove! (che sfiga, aggiungerei). Non è una pioggia incessante, al momento della partenza è solo una lieve pioggerella, perciò, armati di ombrelli e parapioggia per il passeggino, ci incamminiamo verso l’ingresso monumentale della città.
Ci attendono solo 240 scalini da percorrere prima di giungere nel centro storico… davvero niente di faticoso, nemmeno considerando un passeggino appresso.. scherzo, ovviamente! Papàinviaggio ha sudato sette camice lavate direttamente dalla pioggia (eh già, perchè nel frattempo la fortuna ha voluto anche questo), ma alla fine, vittoria! Siamo nel cuore di Volterra!
Volterra sorge su di un promontorio e appare, fin da subito, come un borgo pieno di fascino e storia. Cinta da mura erette alla fine del IV secolo a.C. con una lunghezza di 7300 metri ancora oggi visibili, fu una delle 12 maggiori città etrusche del VI secolo con il nome di Velathri.
Percorrendo lastricate viuzze ci dirigiamo verso Piazza dei Priori, su cui si affaccia l’omonimo Palazzo edificato nel 1208, simbolo e sede del potere comunale.
Giusto il tempo di scattare un paio di foto e veniamo colti da un nuovo acquazzone che ci spinge a rintanarci all’interno della Cattedrale, una basilica a croce latina con tre navate costruita nel XII secolo. Al suo interno, un meraviglioso soffitto a cassettoni, 22 colonne con capitelli in stucco bianco e pareti dipinte a bande bianche e grige. Diverse cappellette votive si ammirano lungo i lati prima di giungere all’Altare Maggiore alla destra del quale si può contemplare la scultura lignea della Deposizione. Per meglio osservarla, è possibile attivare una luce (a pagamento, inserendo una moneta in uno speciale interruttore temporizzato).
Di fronte al Duomo, si trova il Battistero, a pianta ottagonale con pareti in marmo bicrome verdi e bianche, tipiche dell’epoca Romana.
Visto che la pioggia non accenna a diminuire, anzi adesso c’è addirittura la nebbia, decidiamo di rimandare la passeggiata all’esterno e dedicare una visita all’interno di Palazzo Viti. Lo raggiungiamo di corsa, e lasciato il nostro passeggino nell’atrio delle scale, saliamo al piano superiore per percorrere in circa un 45 minuti, con molta calma, il cammino obbligatorio fra le varie stanze. (In realtà, se si avesse necessità di portarselo appresso, una volta terminata la rampa di scale, il percorso è su un unico livello). All’ingresso veniamo accolti da una gentile signora che ci porge una descrizione su fogli di quello che andremo a vedere. Questa mini guida ci accompagnerà nei vari locali facendoci da Cicerone. La nostra bimba più grande si dimostra fin da subito felicissima e molto curiosa: per lei siamo all’interno del palazzo del re e della regina ed è emozionata al pensiero di vedere dove vivevano e con quali oggetti i nobili dei tempi antichi. Siamo quindi alla ricerca della stanza del trono (che purtroppo non c’è, ma la accontenteremo lo stesso con un po di fantasia!).
La nostra visita inizia dalla Sala da Ballo, dove due monumentali candelabri in alabastro ed eleganti lampadari in vetro di Murano attraggono fin da subito lo sguardo. (Chissà se starebbero bene a casa nostra? Eh, eh!). Proseguiamo ammirando la Sala da Pranzo, con notevoli porcellane ed argenteria, ed il Salotto delle Battaglie, così chiamato per i ben 13 quadri di diversi autori raffiguranti questo soggetto; la Sala Mostre, la preferita dalla nostra piccolina visto che ne approfitta e si corica su un divanetto; la Saletta delle Porcellane e la Biblioteca;il Salotto del Bracchettone, che prende il nome dal pittore Ricciarelli (di cui si può ammirare un quadro) così denominato perchè coprì i nudi di Michelangelo nella Cappella Sistina a Roma; ed il Salotto Rosso, che noi ribattezziamo Stanza del Trono, in fondo ci assomiglia un po’ con le due sedie rosse una affianco all’altra (“Peccato non ci siano le corone” ci fa notare la mia bimbainviaggio a cui non sfugge nulla); il Salotto del Terrazzo e la Camera del Re, che ospitò Vittorio Emanuele II nel 1861;la Camera Gialla, all’inteno della quale scopriamo una toilette dell’epoca (La nostra bambina rimane impressionata nel sapere che i bisognini venivano fatti in una sedia e lasciati lì.. “Ma poi non puzzava, mamma?” mi ha chiesto..) E dopo quest’ultima puzza… ops, volevo dire stanza, il tour finisce e noi ci dirigiamo verso l’uscita sperando di non dover riaprire gli ombrelli.
Un’ultima segnalazione tecnica: il biglietto costa 5€ ad adulto, 3€ il ridotto per gli studenti, mentre i bambini sono gratuiti fino ai 10 anni, e comprende anche una degustazione presso “Le cantine del Palazzo” di cui troverete la porta di ingresso nell’atrio e presso le quali potrete anche godervi un pranzo tipico. Per gli orari di apertura ed altre informazioni, vi suggerisco di controllare il sito ufficiale.
La fortuna è ora dalla nostra parte, sta comparendo un pallidissimo sole e noi ne approfittiamo per vedere ciò che ci manca, non prima di aver fatto tappa ad una toilette (una di quelle moderne, però!). Ce ne sono diverse e sono tutte segnalate sulla cartina che si può trovare presso l’Ufficio Turistico sito in Piazza dei Priori.
Proseguiamo tralasciado il Museo dell’Alabastro, famoso in questa città, anche se un’idea ce la facciamo ugualmente grazie ai vari negozietti che vendono statue e creazioni di vario genere in questo materiale.
Una breve sosta alla Chiesa di San Michele per poi raggiungere Porta dell’Arco e godere ancor una volta dell’atmosfera antica del luogo.
A questo punto, decidiamo di rientrare, passando attraverso Porta Fiorentina, ma prima di uscire da questo affascinante borgo, facciamo tappa al punto di osservazione dell’Anfiteatro Romano, costruito nei primi anni d.C. dalla famiglia dei Caecina, ricca famiglia di Volterra. (L’area archeologica è accessibile, a pagamento. L’ingresso è subito oltre Porta Fiorentina.) Un’ultima cosa ci resta da fare ora che abbiamo oltrepassato la cinta muraria: fermarci al parco giochi! Si trova esattamente fuori dalla Porta Fiorentina e risulta ottimo per il nostro fine mattinata.
Adesso lo sentite questo rumore? E’ la nostra pancia che brontola: è ora di pranzo!
Si torna in camper scegliendo di proseguire lungo la strada carraia che avevamo percorso la sera precedente per giungere al punto sosta. Questa via si dimostra decisamente più percorribile con un passeggino e nemmeno troppo lunga.
Siamo esausti, ma soddisfatti del nostro tour. Anche le nostre bimbeinviaggio hanno apprezzato, soprattutto la maggiore che ripete svariate volte quanto il Palazzo e la città del re siano stati belli.
Ed è quello che pensiamo anche noi e non c’è modo migliore per descriverli: sono proprio stati belli!