Avventura di un mese in Cina
Prima di passare al racconto giornaliero delle nostre peripezie crediamo sia utile fornire alcune INDICAZIONI GENERALI potenzialmente preziose in qualsiasi frangente: 1. Il nostro viaggio si è svolto esclusivamente in regioni affrontabili assolutamente senza l’ausilio di agenzie di viaggio (se non locali) da parte di qualsiasi viaggiatore dotato di un minimo di intraprendenza e di spirito d’adattamento.
2. Il periodo da noi scelto è senza dubbio il meno indicato. La temperatura e l’umidità sono a volte difficilmente tollerabili, e questo, in aggiunta all’elevato tasso di inquinamento, rende nella maggior parte delle aree impossibile vedere il cielo: siamo quasi sempre stati accompagnati da un’indistinta cappa di nebbia grigiastra. Inoltre l’estate è il periodo di vacanza dei cinesi, che si riversano in masse per noi inimmaginabili in qualsiasi sito voi scegliate di visitare e rendendo molto scarsa la disponibilità di biglietti su mezzi di trasporto.
3. Preparatevi a contrattare ovunque, compresi gli alberghi, e considerate che ovviamente i prezzi riservati ai turisti sono di ordini di grandezza superiori a quelli per i locali. Le uniche occasioni in cui è sconsigliata questa pratica sono per i taxi (per cui è sufficiente richiedere l’inserimento del tassametro, anche a costo di insistere) e i ristoranti (che di solito praticano prezzi coerenti e quindi si rischia di perdere tempo per poi ottenere sconti di pochi centesimi di Euro).
4. Per gli spostamenti in taxi è importante munirsi di trascrizioni in ideogrammi sufficientemente chiare delle destinazioni, visto che capita spesso di trovare conducenti incapaci di leggere i caratteri latini.
5. Il concetto cinese di restauro e conservazione apparirà probabilmente difficile da accettare alla sensibilità occidentale: la maggior parte dei siti archeologici (o comunque antichi) è ricostruita ex novo, sul disegno delle costruzioni originali, fino a far apparire molti luoghi estremamente artificiali.
6. Per escursioni nei dintorni delle città è consigliabile rivolgersi direttamente agli alberghi. La maggior parte degli alberghi, difatti, ospita sempre delle piccole agenzie viaggi che organizzano delle gite su misura a prezzi generalmente abbordabili. Viaggiare da soli, inoltre, può essere problematico se non si conosce il cinese e comporta una notevole perdita di tempo. In città, invece, l’uso delle guide locali a noi non è servito a tanto.
Il CITS (l’ente turistico di stato) è stato da noi consultato solo in un’occasione ad Hong Kong, ma ci è sembrato efficiente e di ottimo livello.
7. Un argomento che per noi è stato molto spinoso è quello dei mezzi di trasporto a lungo raggio. I treni possono essere prenotati solo dalle città dalle quali si parte – non è un caso che non esistano i biglietti di andata e ritorno – e sono messi in vendita in genere non più di 5 giorni prima della data di partenza. La conseguenza è che in alta stagione è estremamente difficile trovare delle cuccette, mentre non dovrebbero esserci problemi a reperire dei posti a sedere, che però, se il viaggio è notturno, potrebbero rivelarsi un incubo a causa dell’affollamento e del caos che regnano negli scompartimenti. Inoltre, esiste una sorta di mafia locale che consente alle agenzie di accaparrarsi la maggior parte di questi biglietti, poi rivenduti con un piccolo sovrapprezzo dalle agenzie stesse, che diventano quindi gli interlocutori migliori con cui relazionarsi per sperare di ottenere dei biglietti (almeno negli affollati periodi di alta stagione).
Esiste poi l’alternativa degli autobus notturni per turisti (ATTENZIONE: importante è prendere quelli per turisti. La versione per i locali è sotto qualsiasi soglia di accettabilità, cosa di cui abbiamo avuto ahimè esperienza diretta). Purtroppo presentano alcuni inconvenienti: pare non si possano prenotare dalle agenzie e spesso è quasi impossibile raccogliere informazioni di qualsiasi natura a loro riguardo, tanto che noi siamo riusciti ad usufruirne solo una volta, grazie all’aiuto di una intermediaria indipendente locale.
Per gli aerei invece, nonostante fossimo un gruppo di 10 persone, non abbiamo mai incontrato difficoltà, appoggiandoci sempre ad agenzie locali.
8. Gli alberghi di alto livello per locali accettano ormai quasi dappertutto anche i turisti. La nostra esperienza a riguardo è ottima: a prezzi solo di poco superiore a quelli delle camerate degli ostelli offrono una qualità notevolmente più elevata.
9. Il cibo in genere è ottimo ovunque, dal ristorante alle bancarelle nei mercati. I prezzi sono ridicolmente bassi (ad esclusione di qualche ristorante di lusso per soli turisti, che comunque sconsigliamo) e quasi sempre è possibile trovare un menù in inglese.
10. Il gruppo era composto da 10 persone. I prezzi indicati come “in tutto” si devono quindi riferire a questo dato.
1/2° GIORNO Partiti da Milano in mattinata arriviamo a Pechino via Roma a mezzodì del giorno successivo. Qui alloggiamo all’Hotel Rainbow (Xi Jing Road, Xuan Wu District, 11. Tel: 63072266; fax: 63011366; www.Rainbowhotel.Com.Cn), già prenotato dall’Italia, molto carino e relativamente poco distante da piazza TienAnMen (ca. 15/20 minuti di taxi, a seconda delle condizioni di traffico), ma distante dalla metropolitana. Da subito emerge l’inefficienza del capogruppo che di fatto delega a noi l’organizzazione di spostamenti e escursioni dei giorni successivi. Complice una certa ottusità degli operatori dell’agenzia dell’albergo, cui ci siamo rivolti (probabilmente anche poco aiutati dal loro inglese molto rudimentale), finiamo per perdere l’intero pomeriggio nell’operazione. Almeno però riusciamo ad assicurarci i biglietti arerei per il prossimo volo in programma, per la tratta Xi’an/Chengdu (520 yuan a testa), riuscendo anche a ritagliarci giusto il tempo di una visita serale alla famosa piazza.
Nonostante l’aspetto igienicamente poco rassicurante ci fermiamo in un ristorantino per locali (poco più di un chiosco) giusto dietro alla piazza, che ci sorprenderà in realtà per l’ottima qualità delle pietanze e i prezzi veramente ridicoli.
3° GIORNO Finalmente visitiamo la città. Torniamo in TienAnMen per poi proseguire nella Città Proibita, sicuramente affascinante, ma in gran parte impacchettata nei ponteggi dei restauratori e comunque oppressa dal traboccante turismo estivo locale. Dopo una passeggiata nell’adiacente parchetto Zhongshan, che purtroppo non riesce a concludersi sul belvedere, anch’esso in restauro, con un taxi ci trasferiamo al complesso del Tempio del Cielo, fortunatamente già restaurato e di sicuro interesse. L’area è abbastanza vasta e se avete in mente una visita accurata è necessario prevedere un certo lasso di tempo.
Successivamente l’inettitudine del capogruppo obbliga l’intera comitiva a spostarsi in stazione per la prenotazione dei biglietti del treno notturno per Luoyang, e qui inizia una passione consumata tra interminabili file, attese ingiustificate, afa opprimente e notizie alterne. La salvezza ci viene offerta nei panni di una ragazza locale, incontrata casualmente il giorno prima in aereo che riusciamo a ricontattare e che si fa gentilmente carico della ricerca dei biglietti. Nell’attesa la incontriamo e ci facciamo suggerire da lei una cena tradizionale al Qianmen Quanjude Roast Duck Restaurant (32 Qianmen Dajie; tel: 65112418).
L’anatra laccata è sicuramente ottima, ma il posto si rivela una trappola per turisti con prezzi paragonabili a quelli occidentali (ca. 200 Yuan cad.) e quindi esorbitanti per la Cina.
4° GIORNO Riusciamo fortunosamente a prenotare l’escursione di oggi nell’inefficiente agenzia del Rainbow. Per 280 Yuan a testa otteniamo un minibus privato con guida in inglese per Grande Muraglia e Tombe Ming insieme. Il pranzo è incluso nel pacchetto, nonostante lo scarso interesse del gruppo per la sosta obbligata presso un ristorante della zona.
I siti si rivelano comunque interessanti, nonostante la costante foschia e la presenza del solito esercito di turisti. Summer, la nostra guida, effettivamente molto disponibile, ci prenota anche i biglietti serali per l’Opera di Pechino (150 Yuan cad; Huguang Guid Hall; 3 Hufang Lu; Tel: 63518284). Lo spettacolo è sicuramente interessante, ma in una maniera che sfiora il grottesco. Fortunatamente risulta anche di breve durata e nel complesso l’esperienza, che viene completata da dolcetti e tè serviti al tavolo durante la rappresentazione, non può che risultare simpatica. Concludiamo la serata sul lungolago Qianhai/houhai, dove hanno recentemente aperto numerosi locali di stile occidentale, interessanti per uno spaccato sulla gioventù cinese abbiente.
5° GIORNO Con la preziosa collaborazione di Summer prendiamo l’affollatissima metropolitana fino al Tempio dei Lama, che piace moltissimo quasi all’intero gruppo. Decidiamo quindi di farci accompagnare in una visita di un Hutong, caratteristici quartieri di viuzze strette e edifici bassi. Qui purtroppo sorge un’incomprensione: mentre noi vorremmo visitare un quartiere ordinario, di quelli che apparentemente sfiorano il fatiscente e che spesso abbiamo incontrato lungo la città, Summer ci guida alla scoperta di un Hutong integralmente restaurato, completamente turistico e molto vicino alla zona dei locali trendy della sera precedente. Probabilmente gradevole, ma non quello che ci aspettavamo. Oltretutto veniamo sorpresi da un diluvio monsonico che non aiuta l’umore. Impossibilitati quindi a raggiungere il palazzo d’estate coi suoi famosi giardini, decidiamo invece di visitare la più vicina Residenza del Principe Gong, indubbiamente sovraffollata e di discreto interesse. La nostra esperienza pechinese al termine, passiamo velocemente in albergo e ci trasferiamo in stazione per imbarcarci sul treno notturno alla volta di Luoyang. Da segnalare l’ottimo livello delle cuccette di questi treni, puliti tranquilli e organizzati.
6° GIORNO Arrivati il giorno dopo a Luoyang non riusciamo, come al solito ormai, a trovare cuccette disponibili sul treno che quella sera stessa ci avrebbe dovuti portare a Xi’an. Di conseguenza ci vediamo costretti ad accettare un’oscura offerta relativa ad un autobus notturno propostaci da una sedicente tour operator conosciuta in stazione, nonostante parte del gruppo sostenga l’opportunità di rivolgerci invece al più sicuro CITS.
Questa ragazza ci organizza su due piedi anche le escursioni che avevamo previsto per la giornata: per un totale di 950 Yuan otteniamo un minibus con guida in inglese (dalla pessima padronanza della lingua e che comunque ci ha clamorosamente abbandonato alla prima occasione) per i due templi Shaolin e per le grotte della Porta del Drago (Longmen). Gli ingressi a tutti i siti non sono compresi. I due templi sono estremamente turistici e poco interessanti, con la sola eccezione della foresta di stupa a poca distanza dal tempio principale, mentre il sito di Longmen si rivela assolutamente spettacolare e sicuramente meritevole di una lunga visita.
Al nostro ritorno a Luoyang ci aspetta la sconcertante sorpresa relativa all’autobus notturno. L’automezzo è chiaramente destinato ai soli locali, in condizioni igieniche e di sovraffollamento al di là dell’accettabile, nel cui interno una massa di cinesi seminudi fuma senza ritegno. Cerchiamo di fare buon viso a cattivo gioco, arrampicandoci sulle strutture metalliche del mezzo, destinati a passare quasi 8 ore insonni. Una ragazza del nostro gruppo viene perfino punta ripetutamente da uno scorpione, esperienza estremamente dolorosa ma per fortuna senza conseguenze.
Arrivati a Xi’an in piena notte ci trasferiamo all’ostello (Xi’an Shuyuan Youth Hostel, Xi Nanmen, Tel: 02987287721, Fax: 02987287720. Shuyuanhostel@yahoo.Com.Cn) in taxi, solo per essere definitivamente travolti dal colpo di grazia: nonostante la prenotazione metà di noi si ritrova in una “stanza” in cantina, senza finestre e completamente umida, al costo, vero, irrisorio di 30 Yuan a testa.
7° GIORNO Dopo un comodo risveglio scopriamo che in realtà l’ostello non è per nulla male, se si escludono le stanze in cantina e i raccapriccianti bagni comuni. Ormai provati decidiamo comunque di cercare una sistemazione più comoda, optando per il vicino Shaan Xi Liging Hotel (20 West Street, Tel: 02987239000 o –9098, Fax: 02987239090) con un eccezionale rapporto qualità/prezzo (100 Yuan la doppia con bagno privato, colazione inclusa, anche se solo in virtù di una estenuante contrattazione).
Passiamo la giornata a visitare le vicine Torri della Campana e del Tamburo, e lo splendido quartiere musulmano, dove vagabondiamo per vicoli e mercati e finiamo per fermarci per un’ottima cena.
Dopo cena, continuando la visita dell’affascinante quartiere, ci imbattiamo casualmente in una sorta di casa museo sede di un atelier di giovani artisti (Ancient-styled Folk House, 144 Bei-Yuan-Men), molto suggestiva, complici soprattutto le lanterne rosse che illuminano i suoi numerosi cortili interni.
8° GIORNO Appoggiandoci alla solita agenzia interna dell’albergo organizziamo il trasporto (200 Yuan in tutto) per il sito dell’esercito di terracotta, ovviamente impedibile, dove trascorriamo felicemente l’intera mattinata. Nel pomeriggio andiamo a visitare la Pagoda della Grande Oca, non proprio eccezionale, e la altresì interessantissima moschea, nell’ormai noto quartiere musulmano, che ci conquista con la sua peculiare mescolanza delle due culture che rappresenta.
A questo punto una parte di noi riesce senza problemi a prenotare i biglietti aerei per Lijang (360 Yuan cad.) e a farci organizzare dall’agenzia dell’albergo il trasporto in minibus per l’aereoporto (300 Yuan in totale).
9° GIORNO Arrivati a Chengdu ci rechiamo subito, con un minibus recuperato all’aereoporto (150 Yuan in totale) al Chengdu Holly’s Hostel (246, Wuhouci Dajie; tel: 86.28.85548131; fax: 86.28.85557349; hollyhostelcn@yahoo.Com – 140 Yuan doppia con bagno). Alla reception ci organizziamo per i giorni successivi per poi optare per un giretto della città, che, per quanto non memorabile, si trasforma in un piacevole momento di relax. Le tappe comunque più significative diventano il Tempio Taoista (con un gradevole giardino) e il meno interessante Tempio della Capra
10° GIORNO Il minibus che affittiamo per la giornata (1100 Yuan in totale esclusi gli ingressi ai siti) ci porta in un villaggio sulla strada per Leshan, location, pare, del film “La tigre e il dragone” di Ang Lee. Il paesino è sicuramente caratteristico, con un lungofiume proteso nel vuoto su palafitte, ma sebbene ancora poco turistico, lo troviamo già in fase di rifacimento completo. Arrivati a Leshan scopriamo che il sito, oltre al noto Buddha gigante, offre anche un parco non trascurabile, ma realmente sconfinato. Suggeriamo, nel caso il tempo da dedicare al sito fosse ridotto, di abbandonare l’infinita fila per scendere ai piedi della statua tramite le scalette abbarbicate sulle rocce, e optare invece per il non meno spettacolare tour in chiatta sul fiume, per poter ammirare il Buddha in modo forse più completo. Qualcuno di noi, spingendosi appena un chilometro oltre, arriva a visitare un interessante ponte negletto dai turisti, che conclude perfettamente la visita.
Tornati in paese il gruppo si divide. Alcuni di noi assistono a una rappresentazione dell’Opera del Sichuan, sicuramente più varia di quella di Pechino, per poi riunirsi agli altri di fronte all’ottimo Hot Pot previsto per cena, piatto locale assolutamente da non perdere, consumato in un ristornate poco distante dall’ostello.
11° GIORNO La mattinata è dedicata alla visita della riserva del Giant Panda Breeding Research Base che raggiungiamo con il solito minibus organizzato dalla reception dell’ostello l’altro giorno (700 Yuan in tutto). Se siete affascinati dal buffo orsetto troverete in questo zoo di lusso, i cui inquilini godono di una protetta semilibertà, una meta decisamente imperdibile. Torniamo poi a Chengdu e riserviamo il pomeriggio alla visita della città , gradevole ma assolutamente non memorabile, ad eccezione degli ottimi spiedini recuperati nei chioschi per strada.
L’ennesimo minibus (200 Yuan in totale) ci porta all’aereoporto dove ci attende il volo per Lijang. Arriviamo a destinazione in tarda serata e raggiungiamo l’ostello ormai a notte fatta tramite un autobus che recuperiamo proprio all’uscita dell’aereoporto (15 Yuan a testa).
L’ostello First Bend Inn (43 Mishi Alley, Xinyi Street, Dayan Town; tel: 0888.5181688 o –073; Fax: 0888.5181688; 80 Yuan la singola o la doppia, 90 yuan la tripla, 100 yuan la quadrupla) è un bellissimo edificio storico nel cuore della citta vecchia, gestito da una ragazza di minoranza Naxi (come tutti in questa area), sveglia e cordiale, oltre che in grado di comunicare in un inglese fluente. Purtroppo la piacevolissima sistemazione ha un piccolo neo che richiede una certa dose di adattamento: i bagni, in comune, sono sicuramente puliti, ma “alla cinese”. Ciò significa una serie di turche senza acqua corrente (ma non preoccupatevi: ci sono secchi e mestoloni appena fuori che vengono regolarmente riforniti d’acqua) separate soltanto da bassi muretti di ca. 70 cm di altezza.
12° GIORNO Purtroppo perdiamo quasi interamente la mattina nel tentativo di organizzare le numerose gite che abbiamo pianificato mantenendo base in questa città nonché per assicurarci anche i biglietti aerei per la tratta successiva, Kunming/Guilin (950 Yuan a testa). Molto del merito del successo della faticosa operazione va sicuramente riconosciuto alla sveglissima operatrice dell’agenzia accanto all’ostello, il Nice Hiking Club (17 Jishan Xiang, Xinyi Street, Old Town; www.Ljymr.Com), che ci sforna in un perfetto inglese pacchetti e soluzioni adatte ad ogni umore del gruppo.
Sfruttiamo subito i consigli di questo nuovo angelo custode e ci trasferiamo in taxi al poco distante paesino di Baisha, che si rivela una versione più ruspante della sua più patinata vicina. Sicuramente destinato all’aumento dell’afflusso turistico, cui si sta evidentemente già preparando, il villaggio è però colto da noi in una fase ancora di transizione che ci offre un delizioso spaccato di una Cina affascinante in via di estinzione. Torniamo a Lijiang, dove quel che rimane della giornata è speso nella città vecchia, esageratamente turistica e “rimessa a posto”, ma di sicuro fascino con i suoi canali, le stradine di pietra, e sicuramente non ultima la piacevole presenza della interessantissima popolazione Naxi.
Concludiamo infatti la serata nel locale teatro dove assistiamo ad una particolarissima esibizione di musica Naxi, a dire il vero resa un po’ ostica dal logorroico presentatore che introduce ogni pezzo con sproloqui infiniti in cinese, riassunte poi brevemente ininglese.
13° GIORNO Il tentativo di raggiungere la destinazione dell’escursione prevista per oggi tramite l’autobus di linea, fallisce di fronte agli orari sporadici e imprevedibili del servizio. Ci ritroviamo così ad optare per un paio di jeep, trovate “casualmente” fuori dalla stazione degli autobus, in cui il gruppo si divide e che ci lasciano alle soglie del percorso del Tiger Leaping Gorge in un paio d’ore (270 Yuan in totale).
Qui siamo letteralmente costretti a salire su altri 2 taxi “interni” (300 Yuan in tutto, A/R) che finalmente ci portano alle Gole vere e proprie.
Esploriamo il percorso tenendo il percorso superiore, ma scopriremo troppo tardi che il paesaggio migliore si gode scendendo a livello del fiume, da un ripido sentiero accanto a una locanda. Inoltre il nostro tentativo di raggiungere il fantomatico Bosco dei Noccioli ci lascia col dubbio di averlo effettivamente trovato oppure no. Nel caso il sito sia quello da noi visitato, lo sconsigliamo vivamente come meta, visto che non aggiunge nulla alle analoghe amenità che lo circondano.
Tornati all’imbocco del percorso coi taxi che ci hanno atteso per tutto il tempo, altre due jeep ci riportano a Lijang (270 Yuan in tutto) in tempo per permetterci di godere in tutto relax di una serata nella piacevolissima cittadina.
14° GIORNO Per 1600 Yuan in totale noleggiamo per due giorni un pulmino che ci porta in 5 ore circa a Zhongdian, la famosa porta del Tibet. In realtà ripercorriamo buona parte del tragitto di ieri, il che non rende particolarmente ottimizzata la logistica di questi spostamenti, ma dobbiamo purtroppo adattarci alla scarsa elasticità degli orari locali. Troviamo una sistemazione per la notte al Long Bu Lin Hotel (13988778923; 60 Yuan la doppia con bagno), che lascia un po’ a desiderare.
Ci trasferiamo subito al Ganden Sumtseling Gompa, lo splendido monastero tibetano che da solo vale il viaggio fin qui, cui dedichiamo infatti una mezza giornata.
Torniamo poi alla città vecchia, dove passeggiamo per le stradine del centro e finiamo per farci coinvolgere nelle danze folkloristiche che iniziano ad animare la piazza principale appena passata l’ora di cena e che ci regalano una dei ricordi migliori del viaggio.
Dopo aver cenato in un bellissimo ristorante specializzato in piatti tipici tibetani, torniamo al nostro modesto hotel nella città nuova.
15° GIORNO La mattinata è spesa ancora a passeggiare per la città vecchia di Zhongdian. Tornati poi a Lijang con l’autobus, ci rivolgiamo al “Inn and tourist club of Tea-horse ancient town” (47 Jishan Lane Xinyi Street old Town Lijang; tel: 0888-8884884; fax: 0888-5120653; http://xz.Netsh.Com), l’ennesima agenzia dove, dopo un’estenuante trattativa, riusciamo ad organizzare un’escursione a Dali (1900 Yuan in tutto) nonché il trasporto da Dali fino a Kunming (1800 Yuan in totale).
Una necessaria cena rilassante e poi torniamo al First Bend Inn per passare la notte.
16° GIORNO Partiamo di buon’ora per Dali con il pulmino privato recuperato ieri e arriviamo a destinazione in mattinata. La prevista visita al complesso delle Tre Pagode è decisamente deludente. La quasi totalità del sito (ad esclusione delle pagode stesse) è stata infatti ricostruita alla fine degli anni 90. Decisamente più interessante è la se pur turistica città di Dali, che con le sue insolite architetture bianche e nere ci offre una piacevole alternativa agli ori e ai rossi che ci hanno accompagnato fin qui. Un’altra sorpresa la troviamo nei chioschi e nei microscopici ristorantini che si rivelano al nostro passaggio, appena abbandonate le affollate vie principali. Cibo ottimo e atmosfera cordiale: veramente una bella sosta.
Respingiamo poi una insistente proposta di minicrociera sul Lago Erhai, economicamente esosa anche per standard occidentali, ma non rinunciamo a goderci uno stupendo tramonto sul lago, anche se per poterlo fare dobbiamo quasi circumnavigare lo specchio d’acqua per oltrepassare gli “sbarramenti” dei traghettatori di Dali.
Il pulmino ci trasporta fino a Kunming, dove arriviamo in nottata per alloggiare al buon Camellia Hotel (96 East Dongfeng Road; tel: 0871-3163000; fax: 0871-3147033; www.Kmcamelliahotel.Com; 120 Yuan la doppia con bagno e colazione).
17° GIORNO Tempo di fare colazione e troviamo un’agenzia interna all’albergo che ci organizza l’escursione di oggi. Alle 9:30 partiamo per la Foresta di pietra con il solito minibus (600 Yuan in tutto). Il sito all’inizio ci appare esageratamente affollato e turistico, ma basta perdersi per i sentieri meno battuti per farsi rapire dal fascino delle particolarissime formazioni rocciose che lo popolano.
Tornati in città ci dividiamo. In tre prendiamo un taxi per trasferirci alle Pagode della dinastia Tang, ma la comunicazione col tassista fallisce miseramente, nonostante gli presentiamo il nome del sito scritto in ideogrammi. Il malcapitato, apparentemente di sua completa iniziativa, ci porta invece al Tempio di Bamboo, situato a mezz’ora buona dal centro, su una vicina collina.
Quando riusciamo finalmente a risolvere il problema e a farci lasciare alle pagode, è ormai passata quasi un’ora, ma onestamente il tassista ci chiede solo i 10 Yuan che avremmo pagato se l’incidente non si fosse verificato.
Le pagode, poi, non sono niente di che e, dopo una veloce visita, decidiamo di andare a cenare.
Una breve passeggiata per il centro conclude la giornata, prima di ritirarci all’Hotel.
18° GIORNO Nell’attesa del pulmino concordato con l’agenzia di ieri per 300 yuan complessivi che ci porterà in aeroporto, alcuni di noi trascorrono la mattinata al mercato dei fiori e degli uccelli, di cui sicuramente memorabili restano le vasche piene di scarafaggi vivi destinati alla vendita! Il centro di Kunming appare comunque come molto interessante, ma le ruspe procedono a velocità impietosa e il tempo a sua disposizione sembra ormai segnato.
Tornati in albergo ci trasferiamo in aeroporto e quindi a Guilin, dove alloggiamo al New Plaza Hotel Guilin (72 Zhongshan South Road; tel:0773-2158888/2158158; fax: 0773-2158168; 130 la doppia con bagno).
L’unico momento di efficienza del capogruppo porta finalmente ad un’inattesa sorpresa. In albergo compare un contatto locale che ci offre l’organizzazione delle successive giornate con disponibilità, cordialità e professionalità.
Troviamo in Xu Feng Ping (Julie, per gli occidentali; indirizzo: recruiting office, 12 Xianqian street Yangshuo; tel: 13977351911; fengping99@yahoo.Com) il perfetto partner con cui disporre degli spostamenti successivi.
Lasciato lo Yunnan la temperatura ritorna ai soliti livelli insopportabilmente afosi. Questo, insieme alla consueta nebbiolina umida, ci impedisce di godere a pieno del panorama della città, pure così tanto decantato.
Un lungo giro per le vie del centro e una cenetta spartana concludono la giornata.
19° GIORNO Ci svegliamo all’albeggiare per permetterci un giro della città prima di essere costretti a lasciarla. Il Parco delle Sette Stelle, animato da frotte di cinesi che praticano il Tai Chi prima di recarsi sul luogo di lavoro, è di sicuro fascino, mentre la consueta nebbia, unita alla pochezza delle ricostruzioni cinesi degli edifici storici, ci rovina completamente il panorama che si gode dal Picco della Bellezza Solitaria.
Julie ci fa trovare in albergo un pulmino che ci porta fino al sito di Longsheng, famoso per le colline terrazzate adibite a risaia. Lo spettacolo è mozzafiato e merita sicuramente una visita. Un po’ di rammarico tuttavia resta per non aver potuto goderci la traversata sul fiume Li da Guilin a Yangshuo, che pare sia memorabile.
Meno interessanti delle risaie si rivelano i villaggi delle minoranze etniche che incontriamo e visitiamo brevemente lungo il tragitto. Si tratta del villaggio zhuang di Ping’an e di quello yao di Daziai.
Arriviamo finalmente a Yangshuo in serata e prendiamo alloggio nell’ottimo Hotel Explorer (40 Xian Qian Street; tel: 773-8828116; fax: 773-8827816; jimmyQin@hotmail.Com; 120 Yuan la doppia con bagno), situato in pieno centro.
20° GIORNO Julie ci organizza una gita in bicicletta (67,5 Yuan a testa, pranzo incluso) nelle stupende campagne circostanti, che termina al picco di Moon Hill. Il caldo è insopportabile, ma i paesaggi lasciano veramente senza parole. Il pranzo è organizzato da Julie direttamente a casa sua. Continuiamo il giro e alla fine torniamo in paese, dove, dietro suggerimento di Julie, alcuni di noi approfittano di un paio d’ore per concedersi un massaggio integrale al vicino centro Dr Lily Li (40 GuiHua road West Street Yangshuo; tel: 07738814625; massaggio terapeutico: 60Yuan/ora; riflessologia plantare: 45 Yuan/ora). A onor del vero bisogna aggiungere che i pareri si sono nettamente divisi tra entusiasmo e bocciatura completa dell’esperienza. Il resto della giornata è stato dedicato allo shopping per le vie del centro, che ci permetteranno i migliori affari dell’intero viaggio.
21° GIORNO Dopo una sveglia un po’ traumatica, Julie conduce il gruppo in una minicrociera sul fiume Li (640 Yuan in tutto), allo scopo di gustarci l’alba in uno scenario veramente da fiaba, nonostante il cielo minacci pioggia.
Veniamo sbarcati in un paesino vicino, dove visitiamo uno dei pochissimi mercatini al di fuori di qualsiasi circuito turistico. Esperienza veramente interessante.
Prendiamo un autobus di linea per tornare in città, dove ancora una volta ci appoggiamo a Julie per provare l’esperienza del Bamboo Rafting. Per una manciata di Yuan si prende posto in Zattere di Bamboo a due posti sospinte sulle placide acque del Li da silenziosi “gondolieri”. Non ha nulla del rafting, ma è comunque un momento piacevole.
Sorpresi dalla pioggia, ritorniamo a Yangshuo ad ammazzare il tempo tra sale da tè e negozietti.
Dopo cena prendiamo un nuovo autobus notturno, questa volta garantito dalla ormai onnipresente Julie, che ci porta a Shenzhen per 2200 Yuan in tutto.
22° GIORNO Arrivati a Shenzhen a mezzogiorno, attraversiamo a piedi la frontiera per Hong Kong, dove ci ritirano il visto collettivo per la Cina, con nostra estrema sorpresa.
Arriviamo a Kowloon, la parte continentale di Hong Kong, e dopo una brutta esperienza con un indiano che ci propone una topaia claustrofobia e senza finestre, prendiamo alloggio all’effettivamente costoso Imperial Hotel (30-34 Nathan Rd. Tsim Sha Tsui, Kowloon; Tel: 852 23662201; fax: 852 23112360; www.Imperialhotel.Com.Hk; 791HKDollars la doppia con bagno).
Mentre il capogruppo si occupa di riottenere un visto presso il CITS, fortunatamente proprio di fronte all’hotel, il resto di noi visita la Hong Kong Island, fino ad arrivare al Victoria Peak, per gustarsi il panorama mozzafiato dell’isola e un tramonto da ricordare. Tornati a Kowloon ci aggiriamo per l’immenso mercatino di Temple Street, prima di tornare in albergo.
23° GIORNO La giornata è completamente dedicata alla visita di Kowloon e Hong Kong Island. Ci spingiamo fino al porticciolo di Aberdeen, che si rivela però deludente, nonostante il giretto in barca tra i quartieri galleggianti. Giudichiamo molto più interessante SoHo, il quartiere notturno, dove ci fermiamo anche per la cena.
Torniamo a Kowloon con il traghetto, per goderci lo skyline di Hong Kong Island dal mare, e approdiamo alla Avenue of Stars, buffo lungomare dominato dalla statua in bronzo di Bruce Lee.
24° GIORNO Prendiamo uno dei primi Ferry per Macao che ci porta a destinazione in un’oretta.
Il tempo eccezionale, per quanto torrido, aiuta senz’altro a gustarci la visita di questa cittadina deliziosa, per le cui interessanti vie ci aggiriamo contenti per tutto il giorno. Sicuramente una tappa da non perdere, anche perché basta dedicargli una giornata per goderne a pieno.
Torniamo a Kowloon e prendiamo il treno per Guangzhou (Canton, 190 Yuan a testa), dove arriviamo in tarda serata. I tempi serrati non ci permettono una visita, ma da quello che scorgiamo al nostro passaggio in taxi verso l’albergo, e per quello che riusciamo a vedere in una veloce perlustrazione dei suoi dintorni, la città sembra promettere siti interessanti e atmosfere di fascino.
Passiamo la notte al Guangdong Youth Hostel (2 4th Str. Shamian Guangzhou; Tel: 020 812 18298 o 812 18 606; Fax: 020 812 19 079; 200 Yuan la doppia con bagno), nel cuore del quartiere europeo.
25° GIORNO Di primo mattino raggiungiamo l’aeroporto per prendere il volo per Shanghai che ci aveva fermato Julie a Yangshuo (1070 Yuan a testa).
Una volta in città raggiungiamo il nostro albergo, l’Oriental City Hotel (1728 Shaanxi North Rd. 200060 Shanghai; Tel: 021 62999718; Fax: 021 62992656; 180 Yuan la doppia con bagno e colazione), situato lontano dal metrò, ma con un eccezionale rapporto qualità/prezzo.
Prendiamo familiarità con la città concedendoci un giro per Nanjing DongLu, l’arteria principale della città, e per il famosissimo Bund, il lungomare europeo che fronteggia il futuribile skyline del quartiere di Pudong. La foschia e fitta, ma il fascino del luogo ne è forse accresciuto. Dopo una cenetta in un chioschetto locale (ottima!) ci infiliamo un po’ di straforo nei due alberghi storici della zona, l’Astoria e il Peace, beandoci dello sfarzo.
Torniamo in albergo sufficientemente stanchi da infilarci direttamente a letto.
26° GIORNO Dopo una rapida visita nella città vecchia, grottescamente trasformata in una sorta di centro commerciale, visitiamo i Giardini del Mandarino Yu, di un certo interesse. Ne consigliamo comunque la visita di primo mattino, quando la folla non raggiunge ancora livelli insopportabili. Ci trasferiamo poi al mercatino di Dongtai Lu, raccapricciante (o sublime, a seconda di quanto si ami il trash) esposizione di reperti e cimeli del periodo della rivoluzione culturale.
Continuiamo per la zona della Concessione Francese, visita consigliatissima per una delle parti più interessanti e affascinanti della città. Siamo così rapiti dai quartieri europei che non vorremmo più tornare in albergo. Ceniamo infatti sul posto e, alla fine, prendiamo un taxi per andare a dormire.
27° GIORNO Dopo una visita mattiniera di Pudong, più che altro per godere di un nebbioso panorama sul Bund, torniamo verso Nanjing DongLu e continuiamo fino a Ren Min per poi, complice la pioggia, infilarci nell’interessante Sala Esposizioni del Piano Urbanistico di Shanghai. Non possiamo non tornare poi nell’immensa Concessione Francese, a godere di nuovo delle sue atmosfere particolarissime mentre veniamo sorpresi dal più rarefatto dei tramonti.
Torniamo in albergo per sistemarci e poi un paio di noi prende un taxi per tornare alla concessione francese, per regalarsi anche la nuova esperienza di una serata in un pub cinese. L’ambiente rilassato e il simpatico interesse degli avventori per noi occidentali ci fanno un paio d’ore piacevoli. 28° GIORNO Shopping selvaggio. Scopriamo purtroppo che il famoso mercatino dei falsi di Xiangyang Lu è stato spostato, ma non ci riesce di individuarne la nuova posizione. Ci accontentiamo allora del mercato dell’abbigliamento di Dongjiadu, dove in realtà troviamo tre piani di stoffe stupende a prezzi per noi risibili. Decidiamo di tornare a piedi a Nanjing dongLu e questo ci permette la scoperta di un esteso quartiere in via di ristrutturazione in cui assistiamo a sfratti un po’ forzati e a distruzioni integrali di casette basse a vantaggio di nuovi “blocks” di palazzoni alienanti.
Visitiamo probabilmente tutti i centri commerciali di Nanjing DongLu (senza peraltro comprare quasi nulla) e concludiamo la giornata sul Bund.
29° GIORNO Ci svegliamo all’alba e raggiungiamo l’aeroporto con un autobus organizzato dall’albergo (200 Yuan in totale). Salutiamo il suolo cinese e ci imbarchiamo alla volta dell’Italia. Un’ultima emozione ci viene riservata quando, in volo sopra la Mongolia, un cielo tersissimo ci permette di godere di un panorama apparentemente molto ravvicinato di Ulan Bator.