Autunno in Luberon
Volo Ryan Air Ciampino – Marsiglia al prezzo stracciato di 36 euro; noleggio di una piccola Ka alla Hertz dell’aeroporto Marignane (€95 on-line + €39 per il secondo guidatore) e via alla scoperta di questa bella regione francese, punteggiata di vigneti, oliveti, castelli e paesini arroccati di grande fascino.
La scelta della macchina piccola si è rivelata strategica, vista la dimensione micro di certe strade di campagna e la necessità di parcheggiare in piccolissimi centri abitati.
Il giorno dell’arrivo ci limitiamo a percorrere l’autostrada A7 fino a Cavaillon e raggiungere Le Clos des Lavandes, il nostro bellissimo b&b alle porte del paesino di Lacoste. Michel e Marie sono due persone molto accoglienti, sempre pronti a dare consigli e molto attenti alle esigenze dei propri ospiti. La nostra camera è nuovissima, pulitissima e dotata di ogni comfort (compresa un’ottima connessione wifi gratuita). Anche se la lavanda è ormai sfiorita, il loro romantico giardino ci accoglie con i colori e i profumi che ci accompagneranno per tutto il viaggio.
La prima sera ceniamo a Lacoste: un antico paesino sovrastato dalle rovine del castello del Marchese De Sade. Dal b&b si raggiunge in 5 minuti di macchina e, su consiglio di Michel, scegliamo il simpatico Café de Sade. È un piccolo bistrot con una bella atmosfera e una scelta non troppo ampia di piatti provenzali. Le pietanze scelte soddisfano sia i miei gusti che quelli della mia amica vegetariana. Ci godiamo il primo di tanti bei bicchieri di rosé Cotes de Luberon e prima di andare a dormire visitiamo il centro storico che, in questa serata cupa e ventosa, ci affascina con il suo silenzio surreale e la sua inquietante eredità storica.
Dopo una bella dormita, un’ottima colazione a base di croissant, baguette, dolce e delle squisite marmellate “maison” (cioè fatte in casa), verifichiamo l’itinerario con Michel (sempre pronto a sfoderare il suo italiano, anche se a noi piace esercitare il nostro francese) e partiamo alla scoperta della zona nord ovest di questa regione. Guidiamo attraverso i vigneti della valle e dopo 25km ci fermiamo per la prima tappa: Isle sur la Sorgue, un simpatico paesino con negozi di antiquariato, bei caffè all’aperto e tanti prodotti tipici (dalle decorazioni per la casa in stile provenzale, al sapone di Marsiglia, tutti i derivati della lavanda, tantissime specialità alimentari). Con un po’ di shopping già all’attivo, lasciamo Isle e ci rechiamo nella vicina Fontaine de Vaucluse, un luogo di “petrarchiana” memoria: è qui infatti che sgorga la Sorgue, quelle “chiare fresche e dolci acque” che ispirarono i versi del nostro famoso poeta. Il paesino è molto turistico, ma la passeggiata lungo questo fiume verde smeraldo ci rilassa (e ci apre lo stomaco!). A pranzo ci fermiamo in un localetto con terrazza senza pretese, ma il proprietario è molto simpatico e il pasto inaspettatamente gustoso: una specie di pizza a base di creme fraiche, caprino, miele e spezie provenzali. Una vera leccornia! La prossima tappa è Gordes, arroccata su uno sperone di roccia. Come in quasi tutti i paesi del Luberon, i parcheggi sono a pagamento, ma il costo è accessibile: circa 3 euro al giorno (non esiste tariffa oraria, ma solo giornaliera). Raggiungiamo il centro storico, visitiamo qualche negozietto, ma poi lasciamo la piazzetta turistica e ci addentriamo nei vicoli, fino a raggiungere un punto panoramico da cui si gode una splendida vista della valle, con alle spalle i monti del Luberon.
Manca ormai solo un’ultima tappa: l’Abbazia di Sénanque. Il breve percorso per raggiungere l’abbazia è impervio e montano. Per fortuna è stato reso a senso unico, ma scendendo lungo i tornanti quest’aspetto non mi è chiaro e dunque guido con grande prudenza per timore di incontrare altre auto in senso contrario. Quest’abbazia cistercense è immersa in un silenzio mistico e surreale, dove sembra che domini solo la voce della natura e la forza della preghiera. Il cielo si è ormai fatto quasi buio e minaccioso e ciò contribuisce a rendere l’atmosfera ancora più scarna e spirituale. Immagino però che vederla sotto il sole, con i campi di lavanda in fiore, possa generare impressioni completamente diverse da quelle ricevute in questo tardo pomeriggio autunnale.
Finalmente il terzo giorno esce il sole e il paesaggio si colora di sfumature sempre nuove. La giornata chiara e luminosa è perfetta per il tour di oggi: Roussillon e il suo Sentiero delle Ocre! Il consiglio per poter visitare sia il paesino che il sentiero utilizzando un unico parcheggio è quello di seguire le indicazioni “Sentier des Ocres”. Se venite da sud si trova sulla destra, poco prima di entrare nel cuore del paese. Con i soliti 3 euro al giorno potrete attardarvi nei tanti vicoli dalle sfumature rosa, terracotta e giallo zafferano di Roussillon. Se, come noi, andate giovedì mattina vedrete anche un piccolo mercato. Ma la ciliegina sulla torta è senz’altro il percorso nell’antica cava di ocra, dove le tonalità di rosso (rese ancora più vive dalla pioggia notturna), si mescolano al verde degli alberi. Un vero spettacolo della natura! Il completamento a questa sorprendente escursione naturalistica, sarebbe proseguire per Rustrel e visitare il Colorado provenzale. Decidiamo invece di tornare indietro per visitare Oppède le Vieux e non ce ne pentiamo! Non si tratta di un semplice borgo abbandonato e ricostruito più a valle. Per prima cosa per raggiungerlo si fa una bella passeggiata sul fianco della collina che è stata trasformata in parco. All’ingresso del paese c’è un piacevolissimo caffè, molto francese, dove ci gustiamo un tè con un’ottima “tarte” con crema e pere. Alla fine ci inoltriamo nel borgo abbandonato, dove convivono, fianco a fianco, belle case storiche completamente ristrutturate e ruderi in cui l’edera e altra vegetazione la fanno ormai da padrone. Un’atmosfera molto romantica e affascinante…
Per cena ci spostiamo a Menèrbes, un altro bel paesino con tutte le imposte e le porte colorate e una vista mozzafiato della vallata al tramonto, con il Monte Ventoso sullo sfondo. La cena è buona, ma non memorabile, ma in fondo eravamo state avvertite che la scelta di locali non era poi eccelsa.
Il venerdì mattina, dopo un’altra ottima colazione, salutiamo il simpatico Michel e puntiamo verso sud, con breve sosta a Bonnieux, dove ci godiamo un’altra prospettiva della valle e della “nemica” Lacoste. Proseguiamo poi per Lourmarin dove ci tuffiamo in un bel mercato provenzale. Ci sono dei banchi molto scontati e commerciali, ma anche tanti prodotti interessanti. Tenete presente che come in Italia il mercato chiude verso le 12.30 – 13.00. Purtroppo è la giornata peggiore per godersi un pranzo in questa cittadina: i caffè sulla piazzetta sono pieni, il servizio lento, la qualità scarsa. Ma ci godiamo il sole e l’insolita folla internazionale che anima le viuzze del paese. La passeggiata prosegue verso il piccolo castello. A causa della deviazione del traffico (dovuta al mercato) non riusciamo invece a raggiungere il cimitero dove riposa lo scrittore Albert Camus.
La tappa successiva è Cucuron. Il nostro consiglio è di bere un buon espresso ai bordi della singolare vasca che si trova subito fuori il centro storico (Place de l’Etang). Poi proseguite per una piccola passeggiata nel borgo, fino al vecchio cassero da cui si gode una bella vista. In questo paesino consumiamo la cena migliore del viaggio. Il Restaurant de l’Horloge si sviluppa all’interno di un vecchio mulino e propone una cucina francese leggermente rivisitata, con un servizio professionale ma non troppo formale e soprattutto un ottimo rapporto qualità – prezzo.
L’ultima notte la trascorriamo ad Ansouis, nell’affascinante b&b Un Patio en Luberon. L’edificio, risalente al XVI secolo, è in pieno centro storico. Le camere sono comode e arredate con cura, ma la cosa più bella, oltre al patio che dà il nome alla struttura, è il salotto comune: super accogliente e con connessione wifi gratuita. L’unico dettaglio che potrebbe dar noia in questo posto è che la vicinissima campana batte le ore, ma si ferma di notte e riparte solo la mattina alle sette.
Il viaggio è quasi finito: visitiamo i vicoli e le piazzette della bella Ansouis con i suoi begli edifici color sole e le sue imposte colorate e poi rientriamo verso l’aeroporto di Marsiglia.
Questa zona della Provenza ricorda il nostro Chianti o la Val d’Orcia. I ritmi sono lenti, i sapori veri, i panorami ampi e rilassanti. Avendo fatto la scelta di non visitare grandi città d’arte come Avignone o Aix en Provence, ci rimarranno in mente soprattutto le piccole cose: i vividi colori delle imposte e delle porte; il profumo di lavanda, sapone di Marsiglia e spezie di ogni genere; la gentilezza dei suoi abitanti, il gusto deciso della cucina (il pistou pieno di erbe aromatiche e di aglio; la sapidità dei formaggi caprini mitigata dalla dolcezza del miele di lavanda;) le ripide salite che portano al culmine di ciascun paesino arroccato; le chiacchiere scambiate in completo relax davanti a un caffè o un tè (e l’immancabile tarte tatin!).
Sembra che in estate questi luoghi siano presi d’assalto dai turisti, ma a settembre il Luberon è un’isola di pace: il luogo perfetto per ricaricarsi e dimenticare lo stress della vita di città.
Bon voyage!