Autumn in Japan

Tornato da meno di un mese da un fantastico viaggio di venti giorni su e giù per la Cina insieme a mia moglie, mi capita, a sorpresa, l’opportunità di ripartire per un'altra avventura in giro per il Mondo, ma questa volta senza la mia fida e storica compagna di avventure. Scorrendo il mappamondo ed escludendo i posti già visti e quelli che...
Scritto da: goku
autumn in japan
Partenza il: 20/10/2008
Ritorno il: 30/10/2008
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
Tornato da meno di un mese da un fantastico viaggio di venti giorni su e giù per la Cina insieme a mia moglie, mi capita, a sorpresa, l’opportunità di ripartire per un’altra avventura in giro per il Mondo, ma questa volta senza la mia fida e storica compagna di avventure. Scorrendo il mappamondo ed escludendo i posti già visti e quelli che necessariamente dovrò vedere con mia moglie, mi rimangono ben poche alternative. Dando anche un’occhiata ai prezzi dei voli il ballottaggio si riduce alla Colombia e al Giappone. Dopo alcuni giorni di dubbi e incertezze, scelgo quest’ultimo: compro il volo sul web (560€ il Genova-Tokyo a/r) e inizio a informarmi su questo paese. Ho solo dieci giorni per prepararmi, ma fin da subito, mi accorgo che la prima cosa da fare è acquistare il Japan Rail Pass, un abbonamento di 7/14 giorni alla rete ferroviaria giapponese. Contatto un’agenzia di Roma, sborso 210€ e dopo soli due giorni entro in possesso di questo preziosissimo “lasciapassare”. Scelgo le mete fisse (Tokyo e Kyoto) e con lo zaino in spalla parto alla volta del Paese del Sol Levante.

LUNEDI 20 OTTOBRE Parto da Genova alle 7.30 del mattino e dopo uno scalo di due ore all’immenso Charles De Gaulle di Parigi, intorno alle 11.30 m’imbarco sul volo Air France per Tokyo che raggiungerò solo il mattino successivo, dopo ben tredici ore di viaggio! MARTEDI 21 OTTOBRE Arrivo all’aeroporto di Tokyo-Narita alle 6.50, sbrigo abbastanza velocemente le formalità doganali, ritiro i bagagli altrettanto velocemente e finalmente esco dallo scalo. Dopo aver cambiato i primi euro in yen, raggiungo l’ufficio della Japan Rail per farmi validare il Japan Rail Pass e prenotare i posti sullo Shinkansen del 24 ottobre per Kyoto. Decido di far attivare il JR Pass solo dal 24 ottobre e di girare i primi tre giorni a Tokyo con la linea metropolitana. Per raggiungere la città scelgo di prendere il Keisei Semi-Express, che costa molto meno del Narita Express (1000Y-circa 7.35€- contro i 2940Y-cc.21.60€-) e impiega solo quindici minuti in più ad arrivare in città. Già dal binario mi accorgo della “famosa” puntualità dei treni giapponesi (che nei giorni seguenti sarà solo confermata senza tema di smentita). Il treno doveva partire alle 8.50 e alle 8.50 in punto parte. Il viaggio scorre tranquillo nell’immensa periferia di Tokyo e dopo settantacinque minuti arrivo alla stazione di Tokyo-Ueno. Scendo dal treno, raggiungo la metropolitana (Ginza Line), faccio il biglietto giornaliero della Tokyo Metro (710Y-cc.5.2€) e dopo due fermate arrivo a Tawaramachi nel quartiere di Asakusa. In cinque minuti raggiungo il Ryokan che avevo prenotato alcuni giorni prima sul web. E’ il Taito Ryokan, una struttura piuttosto spartana, ma al tempo stesso molto caratteristica e soprattutto con un ottimo prezzo (3000Y a notte-cc.22€). Lascio i bagagli alla reception (il check-in è dopo le 15) e a piedi raggiungo il vicinissimo Senso-ji. Prima di arrivare al vero e proprio tempio, attraverso, prima la Porta Kaminarimon, con la sua immensa lanterna rossa, quindi, la iper-turistica Nakamise-dori, una strada pedonale satura di negozietti di souvenir. Raggiungo la Porta Hozomon, con due bellissime statue a farle da contorno ed infine arrivo in prossimità del vero e proprio tempio. L’edificio è carino e d’atmosfera non fosse per le centinaia di persone che lo affollano e che mi rovinano in parte la visita…Prima di lasciare il sito, visito anche il vicino Asakusa Jinja, un piccolo tempio scintoista alle spalle del Senso-Ji e la Pagoda a cinque piani, quindi mi metto alla ricerca di un ristorante dove pranzare. Attratto, dai “famosi” piatti di plastica in vetrina, entro in un localetto tipico, dove mangio il mio primo piatto di ramen in brodo, accompagnati da dei ravioli alla piastra e da un’ottima birra Asahi. Spendo 1435Y (cc.10.5€), quindi mi fermo a prendere una ciambella e un caffè (…Faccio fatica a chiamarlo così…) in un vicino locale, aspettando l’ora del check-in. Prendo possesso della camera, piccola, ma molto tipica, con il tatami e il classico futon, quindi dopo una veloce doccia lascio il Ryokan. Raggiungo in metropolitana il quartiere di Roppongi dove, dopo un veloce giro della collina, salgo sulla Mori Tower (1500Y-cc.11€). Dalla terrazza panoramica dell’ultimo piano mi godo prima un tramonto spettacolare, quindi calato il sole, resto mezz’ora ad ammirare Tokyo by-night, con le sue mille luci, i grattacieli che svettano nella notte e la “famosissima” Tokyo Tower (un’imitazione della Tour Eiffel di Parigi) a fare da sfondo. L’esperienza è unica (nemmeno a New York sull’Empire State Building avevo provato le stesse sensazioni…) e la raccomando a chiunque visiti Tokyo. Sceso dalla torre vago per circa un’ora fra Roppongi ed Ebisu, dove mi fermo a mangiare in un tipico Yakitori-Ya, gustando per la prima volta il Sukiyaki, il piatto nazionale giapponese, un semplice spiedino di pollo, manzo o maiale, cotto con una procedura molto particolare. Accompagno il piatto con la “solita biru”, quindi finita la cena (a dire il vero un po’ “magra”), pago (1700Y-cc.12.5€) ed esco dal locale.

La pancia è ancora vuota, quindi mi fermo per strada e mangio del sushi per colmare il buco allo stomaco.

Finalmente sazio, raggiungo la stazione del metro di Ebisu e da qua mi dirigo verso il quartiere di Shibuya.

Uscito dalla stazione, vengo travolto da una fiumana di persone che attraversano il più famoso incrocio del Mondo fra decine di illuminatissimi cartelloni pubblicitari, neon verticali e grattacieli. Le strisce pedonali in diagonale vengono calpestate da centinaia di persone vestite nei modi più strani: dal tipico “salary-man” in giacca e cravatta, alle famose Shibuya-girls, in minigonna e tacchi altissimi, dal dark-Jappo ai Cosplayers in abiti “manga”, insomma uno zoo…

Giro per il quartiere per due orette con frequenti pause in vari localetti, quindi intorno alle ventitré mi riavvio verso Asakusa. Il pur-duro tatami, dopo trentaquattro ore ininterrotte di veglia, mi sembra un sofficissimo materasso in piuma d’oca. Vinto dalla stanchezza, intorno a mezzanotte cado esausto fra le braccia di Morfeo…

NOTTE: TAITO RYOKAN, Asakusa, 3000Y (CC.22€) a notte PASTI: PRANZO: 1435Y (CC.10.5€) CENA: 1700Y (CC.12.5€) MERCOLEDI 22 OTTOBRE Il Pomeriggio del giorno prima mi ero informato per poter seguire un allenamento di Sumo (in assenza di tornei ufficiali). Le gentilissime signorine dell’ufficio informazioni della Stazione di Ueno avevano chiamato una palestra di Tokyo per chiedere la disponibilità ad ospitarmi. Avuto l’ok, l’appuntamento viene fissato per questa mattina intorno alle sette.

Parto con il metro da Tawaramachi (one day ticket 710Y) e dopo aver cambiato a Kanda, prendo la JR Chuo Line fino a Ogikuba. Sono le 6.45, le strade sono ancora deserte e la gente in giro è poca. Questa zona di Tokyo sembra molto più tranquilla. Passeggio per circa dieci minuti quindi raggiungo l’Hanaregoma Beja, mi tolgo le scarpe ed entro in palestra, scoprendo di essere anche l’unico “ospite”. I sumotori sono quattro e sono intenti ad eseguire esercizi di allungamento. Io mi “accomodo” a gambe incrociate sul tatami davanti a questi energumeni e ammiro la loro agilità nel compiere alcuni esercizi. Dopo circa mezz’ora gli atleti iniziano a combattere, io in religioso silenzio, mi gusto quest’autentica scena di vero Giappone.

Passo due interessantissime ore in compagnia di questi mastodontici atleti, quindi dopo averli ringraziati per lo spettacolo, li saluto e a piedi mi dirigo verso la stazione della metropolitana. Mi fermo a fare colazione in un bar, quindi con la fedele Guide Routard, pianifico il resto della giornata.

Decido di raggiungere il Palazzo Imperiale. Scendo alla fermata di Otemachi e dopo cinque minuti, attraverso l’Otemon Gate, entro all’interno dei Giardini Imperiali. Tutto è molto curato e ordinato, sembra quasi finto…Giro per circa due ore all’interno del complesso, quindi raggiungo il Ponte Nijubashi, da dove si gode di una spettacolare vista sul Palazzo Imperiale: alcuni scatti, un po’ di riprese, quindi lascio il sito e in metro ritorno ad Asakusa dove pranzo (1040Y-cc.7.6€).

Nel pomeriggio, raggiungo il Quartiere di Ginza, famoso per i suoi grandi magazzini. Visito il Sony Building e il Waco e passeggio lungo le vi più famose della zona. In tutta onestà, la visita mi lascia piuttosto indifferente: si, il Quartiere è pieno di luci, grattacieli e boutique di lusso, ma niente che possa darmi un’emozione particolare…Lascio Ginza ed in metro ritorno ad Asakusa. Decido di concedermi un po’ di relax e raggiungo l’Honsen Jakotsuyu, a due passi dal mio Ryokan.

Lascio le scarpe all’ingresso, pago 450Y (3.30€) ed entro negli spogliatoi per cambiarmi.

Rimango completamente nudo e con il mio “microscopico” asciugamano, lo shampoo e lo spazzolino per i denti entro nel vero e proprio Onsen. E’ pieno di Jappi intenti a lavarsi, sbarbarsi (che cosa, non si capisce…Visti i due peli che si ritrovano sul viso!!!) e a rilassarsi nelle vasche termali. Quest’Onsen, al contrario di molti altri a Tokyo, non è assolutamente turistico, all’interno ci sono solo Jappi, che alla fine di una dura giornata lavorativa vengono qua per lavarsi e rilassarsi in un ambiente familiare. Prima di immergersi nelle caldissime vasche termali, è obbligatorio lavarsi per bene, sedendosi nudi su di una specie di sgabello e facendo continue abluzioni. Molti ne approfittano per lavarsi i denti e farsi la barba, insomma un vero e proprio bagno pubblico…Terminate le “pulizie” finalmente entro nelle vasche termali. Ce ne sono di varie temperature, interne ed esterne (Rotemburo), con l’idromassaggio, d’acqua fredda, ecc.

Mi lascio trasportare dal caso e provo in ordine: la vasca esterna a 40°, quella interna a 50°, la sauna, l’esterna fredda (a 22°), l’idromassaggio, quindi per ultima provo una vasca con uno strano cartello scritto in giapponese. M’immergo in questa vasca, mi sdraio e all’improvviso vengo colpito da ripetute scariche elettriche…Sono completamente paralizzato, non riesco a muovere un muscolo!!!! I Jappi vicino a me si fanno due risate, mentre io inizio ad avere il terrore di non riuscire ad uscire. Dopo dieci interminabili secondi, riesco con l’ultimo scampolo di forza rimastami a divincolarmi da questa morsa “fatale” ed esco dalla vasca. Un’esperienza shoccante, masochista, insomma da Jappi…Scoprirò solo in seguito che sul cartello c’era scritto di non utilizzare la vasca se si avevano problemi di cuore…Ma se io avessi avuto questi problemi come avrei potuto leggere il cartello essendo scritto solo in giapponese? Insomma una trappola mortale, ma allo stesso tempo interessante…Nei successivi Onsen, sfrutterò la vasca elettrica per rilassare i muscoli…La funzione alla fine è quella di un elettrostimolatore…

Leggero come una piuma e super – rilassato intorno alle venti, lascio l’Onsen, mi fermo in un ristorante del quartiere e ceno a base di tempura (pesce, verdure e carne fritti in una pastella croccante, deliziosa e molto leggera) e ramen. Con la metropolitana quindi mi dirigo nel quartiere di Shinjuku. Scendo nell’immensa stazione (ha una media giornaliera di tre milioni di passeggeri) e mi dirigo nella zona di Kabuki-cho. Rimango subito molto colpito dalle mille insegne colorate, dalla fiumana di persone che invade la zona e dai numerosi locali di “divertimento”. Le insegne e i neon verticali, mi accompagnano verso il cuore del quartiere.

Decine di “butta dentro” si fanno in quattro per convincermi ad entrare nei loro locali, ma la “merce” non m’interessa…Decine di strip-bar, saloni di massaggio, sale da gioco, love hotels, pub, rendono questa zona una specie di girone infernale…I salary-man, si aggirano ubriachi, lungo le vie, alla ricerca della più vicina sala pachinko, altri sono già all’interno di qualche karaoke e i più “fortunati” sono in compagnia di qualche signorina…Sono abbastanza stralunato, allora decido di fermarmi per un caffè in un bar della zona. Quest’attimo di relax, mi porta di nuovo sulla “terra”, mi allontano dalle vie più movimentate e salgo al terzo piano di un edificio per entrare in un’internet point. Anche in questo caso il Giappone mi sconvolge…Diciamo che chiamarlo internet point è riduttivo!!! E’ un ambiente piuttosto grande, con una luce soffusa che induce il sonno…E infatti serve anche a questo..I salary-man che non riescono a prendere l’ultimo metro (a mezzanotte) o che sono tanto ubriachi da non riuscire a tornare a casa, vengono qua, affittano la postazione e dormono all’interno dell’internet point. Le postazioni non sono scomode sedie metalliche ma, accoglienti poltrone reclinabili. Vengono fornite anche le ciabatte, il caffè, il tè, alcuni giornalini manga e addirittura i dvd. Insomma se uno decidesse di passare qua la notte, potrebbe tranquillamente farlo senza annoiarsi…E anch’io rischio di provare quest’esperienza, infatti, sono già le 23.15. Di corsa raggiungo l’ingresso della stazione, ma l’impresa per raggiungere la linea metropolitana è ardua…Ci sono mille corridoi, raccordi, scale mobili e poche indicazioni. Con molta fortuna e un po’ del mio “infallibile” senso dell’orientamento, riesco a trovare la strada e a prendere al volo uno degli ultimi treni…Arrivo ad Asakusa intorno a mezzanotte, mi fermo in un 24ore per comprare la colazione per domattina, quindi salgo nella mia stanza al ryokan. Anche oggi Tokyo mi ha riservato mille sorprese…Meglio dormirci sopra…

NOTTE: TAITO RYOKAN, Asakusa, 3000Y (CC.22€) a notte PASTI: PRANZO: 1080Y (CC.8€) CENA: 1040Y (CC.7.6€) GIOVEDI 23 OTTOBRE Anticipo la sveglia alle 5.30, mi vesto velocemente, lascio il ryokan e salgo sul metro (one day ticket 710Y) in direzione Tsukiji nel quartiere di Ginza.

Qua si trova il più grande Mercato del pesce del Mondo. Migliaia di persone, fra grossisti, venditori al dettaglio, acquirenti e semplici curiosi come me, si aggirano un po’ assonnati in questo immenso edificio.

I muletti sfrecciano fra i banchi del pesce rischiando di travolgere il malcapitato di turno, magari ancora rintronato dalla sveglia anticipata. E’ un vero e proprio tourbillon di persone e pesci, con scene anche piuttosto crude (i pesci, ancora vivi, vengono prima squartati, quindi privati della coda ed infine, ri-gettati in una vasca d’acqua agonizzanti…Il tutto per mantenerli freschissimi!!!). La varietà dei pesci è incredibile, ad impressionare maggiormente sono le dimensioni (ho visto delle ostriche gigantesche) e i colori (polpi enormi di un rosso quasi fosforescente…). Vedo anche i famosi tonni rossi, ma non riesco ad assistere all’asta, che per la cronaca inizia alle cinque ed è riservata agli addetti ai lavori. Dopo due ore passate a girare per il Mercato, lascio l’edificio principale e mi aggiro per i ristorantini esterni alla struttura. Sono pieni di persone che fanno colazione. Mi attira molto l’idea di gustare il sashimi più fresco del Mondo, ma vista l’ora (sono appena le otto del mattino), il mio stomaco oppone resistenza, quindi ripiego su di un classico caffè più snack, acquistato dalla “sempre-presente” macchinetta automatica.

Torno alla stazione del metro e mi dirigo a Shibuya. Appena giunto a destinazione vado a vedere la famosa statua di Hachiko (il cagnolino fedele), faccio qualche foto, quindi inizio a passeggiare lungo il Center Gai, una via pedonale interamente dedicata alla gioventù locale. Negozi d’abbigliamento, sale pachinko e pub si alternano a decine di ristoranti e negozi che vendono i gadgets più vari. La via trabocca di giovani che passeggiano senza un’apparente meta, vestiti nei modi più strani, con le ragazze che sembrano tutte delle fotomodelle in equilibrio su tacchi altissimi e i ragazzi che fanno a gara per chi ha l’acconciatura o il colore dei capelli più strano…Insomma uno spaccato di vita di questa “pazza nazione”…

Io, fra un’espressione di stupore, due foto e qualche giro nei negozi, inizio ad avere fame. Prima però mi dedico a cercare uno studio di tatuaggi che mi era stato segnalato la sera prima da due commessi di un negozio d’abbigliamento in zona. La ricerca va buca, adesso ho troppa fame, riproverò più tardi…Vedo una strana macchinetta fuori da un ristorante, sto alcuni minuti ad osservare la situazione, quindi capito il meccanismo, infilo i soldi nell’apposita feritoia, scelgo il cibo da acquistare e dalla macchinetta escono tre bellissimi bigliettini scritti completamente in giapponese. Entro nel locale, consegno gli scontrini e dopo cinque minuti mi viene servito il pranzo, accompagnato dalla solita “biru” Asahi da ½ litro. Rimango soddisfatto dalla qualità dei piatti e tutto sommato dal servizio (quando mai mi ricapiterà di ordinare del cibo da una macchinetta?), quindi con la pancia piena, esco dal locale e raggiungo la vicina Dogenzaka.

Questa via è rinomata per i Love Hotels, delle strutture a tema che si differenziano l’una dall’altra per “l’argomento” trattato. Vedo il Castello Medievale e il Palazzo delle Mille e una notte e rimango stupito (anche se mi dovrei abituare alle follie giapponesi…). Avvicinandomi all’ingresso dell’hotel, infatti, oltre ai prezzi delle camere sono esposti in vetrina i costumini sexy, da indossare per interpretare al meglio le ore passate all’interno della struttura. Per capirci al Castello Medievale, c’era la mise sexy di Ginevra e quella “perizomata” in pelle di Re Artù (quasi quasi potevo propormi come Lancillotto!!!)…Insomma i soliti pazzi Jappi…Lascio Dogenzaka e faccio ritorno ad Asakusa.

Un passo in ryokan a prendere asciugamano, shampoo e spazzolino e via verso l’Onsen. Passo due ore fra sauna, vasche termali e doccia, uscendo come al solito rilassato e leggerissimo…

Ritorno a Shibuya alla ricerca del tatuatore e questa volta lo trovo. Passo un’oretta a contrattare il prezzo e le dimensioni del tatuaggio. Raggiungiamo un accordo, mi preparo “et voilà” il mio tattoo Made in Japan è pronto…Non senza difficoltà mi aggiro per la zona a cercare della vaselina per il tatuaggio, quindi salgo sulla metropolitana e raggiungo Shinjuku.

Cerco subito un posto dove mangiare e mi ritrovo all’interno di un ristorante tipicissimo (stile taverna di Hattori Hanzo in Kill Bill), mi sazio per bene, mi scolo la solita birra, quindi riprendo il mio tour lungo le stradine di Shinjuku. Come ieri sera l’atmosfera è elettrizzante, la solita Gomorra giapponese…Purtroppo però intorno alle ventidue inizia a cadere qualche goccia di pioggia su Tokyo. Anticipo il ritorno al ryokan in vista anche della partenza di domattina per Kyoto. Acquisto la solita colazione take-away al 24ore, facendo attenzione a non prendere la brioche al fagiolo, che mi è toccata in sorte ieri mattina, quindi sotto un violento acquazzone rincaso al ryokan.

NOTTE: TAITO RYOKAN, Asakusa, 3000Y (CC.22€) a notte PASTI: PRANZO: 980Y (CC.7.20€) CENA: 1300Y (CC.9.6€) VENERDI’ 24 OTTOBRE Anche stamattina mi sveglio abbastanza presto. Mi carico lo zaino in spalla ed in metropolitana raggiungo Tokyo Station, dove alle 8.01 in punto parto con lo Shinkansen alla volta di Kyoto.

Da oggi è attivo il mio Japan Rail Pass, un abbonamento, nel mio caso di sette giorni, alla rete ferroviaria giapponese (ma anche ad alcuni autobus, battelli e linee metroplitane della JR). Il Pass dev’essere acquistato prima del viaggio e nel paese d’origine. Offre un ottimo rapporto qualità prezzo, (l’ho pagato 28300Y) se pensate che solo la tratta Tokyo-Kyoto a/r costa 26640Y, capirete bene la convenienza di quest’abbonamento. Cosa dire delle ferrovie giapponesi?…Da italiano in tutta onestà mi vergogno solo a parlarne.

I Jappi appena scoprono di aver di fronte un italiano iniziano ad proferire espressioni e parole di ammirazione, ma forse non conoscono la situazione attuale del nostro bellissimo Paese (e non lo dico con ironia). Diciamo che per un italiano risulta difficile il solo immaginare l’efficienza delle ferrovie giapponesi, figurarsi quando si provano…Incominciamo: -treni puntualissimi al “secondo” (in un anno tutti gli Schinkansen messi assieme accumulano in totale un ritardo di dodici secondi!!!) -la pulizia dei vagoni e dei servizi igienici è semplicemente impeccabile (si potrebbe tranquillamente banchettare nei bagni o seduti nei corridoi) -efficienza (i posti sono numerati e il vagone si ferma in corrispondenza del cartello posto sul binario, dove da buoni giapponesi ci si mette in fila per salire.) -ottimo servizio di ristorazione (carrello o macchinette su ogni vagone a prezzi da supermercato…Un pò come da noi vero???) -servizio di prenotazione dei posti superefficiente: personale gentile, rapido e collaborativo …Insomma un altro pianeta rispetto all’Italia, che invece si avvicina molto di più allo standard delle ferrovie indiane…(provare per credere!!!).

Raggiungo Kyoto dopo due ore e quarantaquattro minuti (con i giapponesi bisogna essere precisi…), esco dalla stazione e salgo sull’autobus che in circa dieci minuti mi porta nel quartiere di Gion dove è ubicato il Ryokan prenotato alcuni giorni prima sul web. Mollo lo zaino alla reception, metto qualcosa sotto i denti in un vicino ristorante, quindi inizio la visita della città.

Raggiungo il vicino Kiyomizu-dera uno dei templi più rappresentativi di Kyoto (ingresso 300Y). Costruito su di una collina boscosa, domina la parte sud-ovest della città offrendo una bellissima vista sui boschi circostanti, colorati “d’autunno”, con il rosso che domina sul giallo e l’arancio e con la Kyoto Tower che si staglia all’orizzonte. La struttura principale, posta su di una piattaforma retta da 139 robusti pilastri di legno svetta all’interno del complesso, annichilendo gli edifici vicini. Passeggio nei boschi circostanti e in un vicino cimitero, godendomi in santa pace l’atmosfera rilassata di questi posti, quindi, dopo circa due ore faccio ritorno al vicino Ryokan per prendere possesso della camera. Svuoto lo zaino, mi rimetto in ordine e alle diciannove esco. Raggiungo il centro città, attraversando il quartiere di Gion, dove incontro le mie prime geishe. Queste donne dall’acconciatura elaborata, con il viso bianco, le labbra “disegnate” e vestite con dei bellissimi kimono, non sono delle semplici prostitute, come molto semplicisticamente si pensa qua da noi in occidente. Educate fin da piccole nelle Okiya, sono delle artiste del canto, della musica e dell’intrattenimento. I loro servigi sono ancora oggi molto richiesti ma, “ahimè”, sono prevalentemente riservati alle elite giapponesi. La loro peculiarità comunque è quella di soddisfare i clienti a 360° e l’aspetto sessuale è marginale, rispetto ad altre caratteristiche.

Lascio Gion e passo dopo passo, arrivo nella zona di Pontocho, uno dei quartieri con la vita notturna più vivace di Kyoto. Lungo il canale, si alternano, case da tè, piccoli ristorantini illuminati dalle classiche lanterne rosse in carta di riso, pub, e discoteche. Le piccole vie laterali, molto simili ai miei vicoli di Genova, sono percorse da decine di persone che cercano il locale giusto dove passare la serata o semplicemente si godono questo bel quartiere girando a zonzo come sto facendo io. Lascio Pontocho e mi avvicino alle vie più commerciali del quartiere. Mi fermo a cenare (sono già le ventidue), quindi dopo un’altro giretto, riprendo la strada verso il Ryokan riattraversando Gion.

Le strade buie in pavè, illuminate da piccoli lampioni che emanano una luce fioca, l’assenza totale di gente in giro, con solo delle piccole ombre vestite in kimono che entrano ed escono in riservatissime case da te, rendono la passeggiata indimenticabile e molto d’atmosfera. Ancora pochi passi e sono al ryokan: preparo il futon, mi guardo le foto scattate in giornata, quindi spengo la luce e mi addormento.

NOTTE: GOJO GUESTHOUSE ANNEX, GION, 3200Y (CC.23,50€) a notte PASTI: PRANZO: 900Y (CC.6.60€) CENA: 780Y (CC.5.7€) SABATO 25 OTTOBRE Anche oggi mi sveglio presto, faccio la solita colazione take-away, con caffè caldo preso dalle macchinette e brioche con ripieno “a sorpresa”, quindi mi dirigo alla fermata dell’autobus e con questo raggiungo la stazione da dove alle 8.07 parto con un trenino in direzione Nara.

Posta a 42 km a sud di Kyoto, questa piccola cittadina fu nell’VIII° sec. La prima capitale del Giappone e ancora oggi ne rimangono parecchie testimonianze, rendendola una tappa irrinunciabile per chiunque visiti il Paese del Sol Levante.

Sceso dal treno dopo circa un’ora di viaggio, faccio una seconda colazione più corposa in un caffè fuori dalla stazione, quindi percorro la via principale della città (Sanjo Dori), che mi conduce, prima alla Pagoda a tre piani (carina), quindi ai vicini templi Kofuku-ji e Gango-ji, entrambi molto belli ed interessanti. Passo dopo passo mi avvicino all’ingresso dell’immenso Parco, incontrando sempre più cerbiatti, che incuranti della presenza umana, si fanno audaci alla ricerca di cibo. Compro dei biscottini da dare ai simpatici quadrupedi e intanto raggiungo il Todai-ji.

Il padiglione principale è considerato l’edificio in legno più grande al Mondo ed ospita al proprio interno un Buddha gigante. A prescindere dalle dimensioni, il tempio è veramente stupendo e merita una visita accurata. Una volta uscito, cerco un posto dove pranzare e trovo un dignitoso ristorantino nelle vicinanze, dove gusto un riso al curry, accompagnato dalla solita birra, quindi raggiungo il Nigatsu-do, da dove mi godo una bellissima vista su tutto il Parco e sui templi più imponenti nelle vicinanze. Da qua, con una bellissima passeggiata raggiungo il Santuario shintoista di Kasuga Taisha. Lungo la strada m’imbatto in un gruppo di donne fasciate da dei bellissimi kimono colorati che stanno festeggiando un battesimo, qualche foto, alcune riprese, quindi mi dedico al Kasuga taisha. Questo santuario è famoso soprattutto per le sue tremila lanterne in ferro, bronzo e legno, sospese sulle colonne di un lungo corridoio sacro e nei vicini padiglioni. L’effetto è molto particolare e devo dire che iniseme al Todai-ji è sicuramente il posto che mi ha colpito di più a Nara. Lascio il Kasuga Taisha e raggiungo il vicinissimo santuario Kasuga Wakamiya, posto in piena foresta, vicino ad un bellissimo vicolo ombreggiato da alberi ricoperti di muschio.

Sono in overdose da Templi, decido quindi di ritornare in centro. Attraverso il bel parco, con i soliti cerbiatti che mi accompagnano sino all’ingresso principale, quindi mi dedico ad un po’ di shopping nelle vie centrali di Nara. Assisto anche alla preparazione di un dolcetto tipico del posto, di un colore verde pistacchio che viene preso a martellate alternativamente da due strani personaggi e quindi venduto nella vetrina accanto. La mia “scimmiesca” curiosità, mi spinge ad acquistare lo strano dolcetto. A parte il colore, a basirmi è la consistenza gommosa ma soprattutto il gusto (semplicemente indecifrabile). Dopo quattro giorni in Giappone (giudizio confermato anche a fine viaggio) una cosa sento di poterla affermare: i dolci giapponesi sono pietosi…

Con in bocca il retrogusto del dolcetto malefico, mi avvio verso la stazione dove alle 15.40 salgo sul treno che in circa 50 minuti mi riporta a Kyoto. Essendo presto per tornare al ryokan, ma allo stesso tempo tardi per visitare altri siti, decido di dedicarmi all’avveniristica stazione ferroviaria. Indubbiamente è un edificio molto particolare. Completamente costruito in vetro e acciaio, ha al suo interno un immenso atrio che sovrasta il salone principale. L’interno è una vera e propria micro-città, con bar, ristoranti, negozi d’abbigliamento e mille altre attività commerciali. Dal 15° piano si gode di un’eccezionale vista su tutta la stazione, mentre consiglio la scala mobile che sale fino all’11°piano, da brividi…

Esco dalla stazione ed in autobus raggiungo Gion, mangio un wurstel al volo, quindi con tutto il necessario (asciugamano, shampoo, dentifricio, ecc), mi dirigo in autobus all’Onsen Funaoka, nel nord della città.

Passo due ore a mollo nell’acqua termale, rischiando di addormentarmi dal grado di rilassatezza raggiunto, ma è sabato sera, quindi devo resistere…Vasca ghiacciata, una doccia e via verso il centro.

Mi fermo a mangiare in un ristorante cinese a Gion, quindi dopo essere passato un attimo al ryokan per posare la roba dell’Onsen, intorno a mezzanotte, facendo la solita bellissima passeggiata lungo le stradine deserte di Gion, mi avvio verso la zona della movida notturna di Kyoto e cioè Pontocho.

Dopo qualche giro, decido di salire al terzo piano di un edificio dove c’è una discoteca (Sam & Davies). Passo la nottata fra un drink, una partita di biliardo e qualche chiacchera, quindi intorno alle quattro faccio ritorno all’ovile…La notte sarà molto breve…

NOTTE: GOJO GUESTHOUSE ANNEX, GION, 3200Y (CC.23,50€) a notte PASTI: PRANZO: 975Y (CC.7.20€) CENA: 1110Y (CC.8.2€) DOMENICA 26 OTTOBRE Dopo ben “tre ore” di riposo, mi sveglio in uno stato catatonico, mi vesto, bevo un caffè e inizio l’ennesima giornata itinerante per i templi di Kyoto. Inizio con la vicina Yasaka pagoda, quindi risalendo verso il Kiyomizu-dera, mi dirigo verso Sannenzaka e Ninenzaka, due vicoli pedonali in pavè, molto caratteristici, circondati da negozietti d’artigianato. La giornata è uggiosa, con una leggera nebbiolina che scende dalle colline circostanti, la gente per strada poca cosicché l’atmosfera è molto particolare. Incontro molte donne vestite con dei bellissimi kimono (sarà la giornata festiva…) e presso il Kodai-ji assisto ad una cerimonia religiosa con gli officianti vestiti con degli abiti tipici molto caratteristici.

In mattinata visito ancora il Tempio Shoho-ji, il Ryozen Kannon, il Chion-In (bellissimo il tempio centrale in legno) ed infine il Shoren-In (carino). Dopo una breve pausa “wurstel”, salgo sull’autobus in direzione del Padiglione d’Oro, nel nord della città. Dopo circa quaranta minuti arrivo a destinazione. Pago l’ingresso (300Y) e inizio la visita del Kinkaku-ji. Posto ai piedi del Monte Kinugasa, è uno dei luoghi più visitati di Kyoto. Per fortuna la pioggia dissuade le visite, quindi mi godo questa vera e propria meraviglia, non in solitudine, ma quasi. Il Padiglione, ricoperto di foglie dorate, si staglia su di un bellissimo laghetto da dove spuntano qua e là degli alberelli molto fotogenici. La vegetazione che circonda il laghetto è quella tipica autunnale, con le foglie giallo-rosse e arancioni, che rendono il paesaggio una vera e propria cartolina…

Dal Kinkaku-ji, in dieci minuti a piedi raggiungo il Tempio Ryoan-ji dove mi dedico in particolare al bellissimo Giardino Zen, con le sue quindici pietre, distese sulla sabbia (“pettinata” in maniera impeccabile tutte le mattine dai monaci del Tempio), visibili da qualsiasi punto del giardino.

Intorno alle 14 faccio ritorno al Ryokan, mi rifocillo e quindi torno “on-the road”. Mi dirigo verso il Padiglione d’Argento. Decido di percorrere il famosissimo “Cammino del Filosofo” una bellissima passeggiata bucolica di due chilometri ai lati di un piccolo canale ombreggiato da decine di alberi con i colori più caldi dell’autunno.

Arrivo nei pressi del Ginkaku-ji solo alle 16.30. Sono ancora in tempo per entrare, ma volendomi gustare il sito in tutta tranquillità, preferisco rimandare la visita e dedicarmi ad un po’ di shopping, per ritornare nei prossimi giorni a visitare per bene il Padiglione.

In autobus mi dirigo verso il centro città, in particolare faccio “due vasche” per le vie dello shopping: Nishikinokoji-dori, la galleria commerciale Taramachi, Shijo-dori, ecc Terminato il giro, torno a piedi verso il ryokan, attraversando per l’ennesima volta Gion, poso le “borse” in camera, faccio una veloce doccia, quindi intorno alle ventuno esco alla ricerca di un posto dove mangiare.

Mi fermo in un ristorante in centro, ingurgito la solita dose di cibo jappo (sushi, sashimi e soba), quindi cerco un posto dove passare il dopocena. Vedo un po’ di persone che salgono le scale di un edificio a Pontocho, le seguo e mi ritrovo in un bel bar. Fra un whiskey e qualche chiacchiera, mi godo la serata, fino a quando scopro che alle mie spalle, su di un megaschermo, viene proiettata una partita di calcio del campionato italiano (e già…!!!! in Italia sono “solo” le 16.30…) e sorprese delle sorprese è la partita del “mio Genoa” contro nientemeno che l’Inter a San Siro…Passo venti minuti d’inferno, incrociando le dita e toccando ferro, sperando che il tempo passi velocemente.

Al fischio finale (0-0 per la cronaca) le mie scene d’esultanza colpiscono i jappi presenti che incuriositi, iniziano a farmi domande. Passo un’altra mezz’ora nel bar con i miei nuovi amici Jappi, quindi intorno all’una scappo…Domattina si parte per Hiroshima e la stanchezza dovuta a tutte le ore di sonno perse in questi giorni, inizia a farsi sentire…

NOTTE: GOJO GUESTHOUSE ANNEX, GION, 3200Y (CC.23,50€) a notte PASTI: PRANZO: 680Y (CC.5€) CENA: 1070Y (CC.7.9€) LUNEDI’ 27 OTTOBRE Lo Shinkansen per Hiroshima parte puntualissimo alle 8.22 (avevo prenotato il posto due giorni prima alla Kyoto Station tornando da Nara) e dopo due ore e tre minuti alle 10.25, arriva a destinazione.

Esco dalla stazione, mi dirigo alla fermata dello street-car (una specie di tram) e raggiungo il Peace Memorial Park, dove svetta in tutta la sua spettralità l’A-bomb, l’edificio simbolo dell’esplosione atomica.

Visito l’intero parco con i suoi molteplici “monumenti”, quindi raggiungo il Museo (ingresso 50Y), affitto un’audio-guida in italiano (300Y) e inizio la visita. Che dire? Rimango senza parole, solo un posto nei miei molteplici viaggi, mi ha colpito come questo Museo: Auschwitz..E ho detto tutto!!!! Il Museo è impressionante, le testimonianze della tragedia sono molto toccanti e fanno riflettere sulla pazzia degli uomini!!! …E meno male che i terroristi sono gli iracheni o i palestinesi…Gli americani no! Hanno semplicemente sganciato due bombe atomiche su due città piene di donne, bambini e anziani…Insomma una vergogna…

Lascio il Museo molto scosso e anche arrabbiato (in Occidente questa tragedia non è valutata secondo il suo reale valore…), sto mezz’ora su di una panchina all’interno del Parco assorto nei miei pensieri, quindi il mio stomaco mi riporta alla realtà: ho fame…

Raggiungo Il vicino Ristorante Okonomi-Mura dove gusto per la prima volta l’Okonomiyaky, una specie di frittata che ha come base un impasto di farina e cavolo e viene guarnita con verdure, carne, pasta, uova e salsa di soia e cotta sul teppan, una piastra caldissima, sulla quale si mangia. Il nome stesso del piatto che significa:” cucina tutto ciò che vuoi” rende bene l’idea. Vengono forniti tutti gli ingredienti, quindi dopo una veloce spiegazione in “giapponese del ‘400”, bisogna darsi da fare e comporre l’intruglio…Diciamo che è un’esperienza da non perdere, sia per il divertimento nel comporre il piatto, ma soprattutto per la bontà del piatto stesso (senza dubbio la cosa più buona che ho mangiato in Giappone…).

Terminato il corroborante pasto, faccio un giro nella vicina galleria commerciale, quindi sempre con lo street-car, raggiungo in circa un’ora il porto, dove m’imbarco su di un traghetto della JR che in circa dieci minuti mi conduce all’Isola di Miyajima. Arrivo con le ultimi luci del giorno e mi godo uno straordinario tramonto, con il sole che si spegne alle spalle del famosissimo tori galleggiante, illuminando di rosso l’acqua e i boschi circostanti. Un’ennesima immagine da cartolina…Impreziosita dai “soliti” mansuetissimi cerbiatti che gironzolano in tutta tranquillità per l’isola. Passo due ore molto belle, quindi intorno alle 18, lascio l’isola e raggiungo la stazione ferroviaria di Hiroshima questa volta col treno della JR (molto più veloce e comodo dello street-car). Prenoto un posto sul treno delle 19.50 per Kyoto, quindi cerco un ristorante interno alla stazione dove mettere qualcosa sotto i denti. Ancora estasiato dal buonissimo pranzo, scelgo un localetto dove fanno l’ Okonomiyaky. Ordino il piatto, che questa volta prepara il personale, ma intanto il tempo passa e inizio a temere di perdere il treno (mancano solo dieci minuti alla partenza e devo ancora incominciare a mangiare). Prendo in mano la situazione e chiedo in una lingua ibrida e molto fantasiosa (mi aiuto molto con la gestualità) di poter portare via il piatto. Incredibilmente ci capiamo e con il “mio personalissimo bento” raggiungo di corsa il binario e salgo al volo sul treno. Mi gusto l’ Okonomiyaky seduto comodamente nel vagone, come un classico pendolare giapponese e devo dire che l’esperienza non mi è affatto dispiaciuta…

Arrivo a Kyoto alle 21.45, giusto in tempo per prendere uno degli ultimi autobus in direzione Gion.

Questa sera non si esce, anzi durante la serata decido di posticipare la partenza dalla città. Inizialmente avevo deciso di partire presto per arrivare a Tokyo entro mezzogiorno e godermi ancora un po’ la capitale, ma vista la bellezza di Kyoto, decido di sfruttare tutta la mattinata per visitare alcuni siti che m’interessavano e di partire solo nel primo pomeriggio per Tokyo.

NOTTE: GOJO GUESTHOUSE ANNEX, GION, 3200Y (CC.23,50€) a notte PASTI: PRANZO: 735Y(CC.5,4€) CENA: 800Y (CC.5,9€) MARTEDI’ 27 OTTOBRE Sfrutto le ultime ore a Kyoto, svegliandomi presto, preparo i bagagli, libero la camera e inizio con le visite. Faccio un ultimo giro per le stradine di Gion, quindi in autobus raggiungo il Sanjusangen-do. Ciò che colpisce è la grandezza del Tempio (lungo circa 120mt) e la sua storia (fondato nel 1164). All’interno del padiglione ci sono più di mille statue in legno di cipresso ricoperte da una doratura, che rappresentano delle divinità buddhiste ed in particolare Kannon. Anche l’esterno dell’edificio è molto carino, con dei bellissimi laghetti che riflettono l’arancio di alcuni templi “secondari” e dei sempre presenti alberelli ricoperti di fogliame autunnale.

Lascio il Sanjusangen-do e sempre in bus raggiungo il Padiglione d’Argento. Purtroppo l’edificio principale è in fase di ristrutturazione, quindi riesco a dare solo una sbirciatina sotto le impalcature, ma il sito che lo circonda compensa questa piccola delusione. Subito dopo l’entrata mi accoglie un bellissimo giardino di sabbia con una piccola piramide in ghiaia (simbolo del vulcano) collocata in mezzo ad un’altra formazione sempre in ghiaia che rappresenta il mare d’argento. Sulla sinistra l’Hon-do e il Togu-do, due piccole cappelle private contengono alcune preziose statue di divinità e conducono verso una passeggiata in mezzo a laghetti, boschi ricoperti di foglie che toccano tutte le tonalità dal giallo, all’arancio fino ad arrivare al rosso. Risalgo quindi una dolce collina solcata da alcuni fiumiciattoli, con particolarissime cascate e completamente ricoperta di muschio. Attraverso alcuni ponticelli, raccolgo qualche foglia, consumo un’intera scheda a fotografare la natura, quindi mio malgrado mi dirigo verso l’uscita. Questa fantastica passeggiata bucolica mi riconcilia con la natura e mi lascia un ultimo bellissimo ricordo di Kyoto che sto per salutare.

Ritorno in zona Gion, mi fermo a mangiare qualcosa, quindi passo al ryokan per ritirare lo zaino che avevo lasciato in custodia questa mattina. In autobus raggiungo Kyoto Station da dove parto con lo Shinkansen delle 13.56 con destinazione Tokyo. Il viaggio procede, come al solito, liscio e tranquillo. Riesco anche a vedere dai finestrini il “mitico” Monte Fuji, quindi alle 16.35 arrivo a Tokyo Station.

Raggiungo in metropolitana la fermata di Asakusa e da qua in cinque minuti di cammino, l’ostello che avevo prenotato la sera precedente sul web. E’ l’Asakusa Sunrise, una struttura piuttosto recente, con un bel baretto, internet gratuito, personale molto gentile, ma con delle camere minuscole.

Sto in ostello il tempo di una doccia, quindi raggiungo con la linea Yamamote (ho ancora attivo il JR Pass) il quartiere di Harajuku. Passo la serata lungo Takeshita-dori, una via pedonale dove si concentrano una quantità di “personaggi” da non credere. E’ il regno delle cosplays, vestite come le eroine dei fumetti manga, ma anche dei “gothik Jappi”, vestiti come Marilyn Manson, altrettanto truccati, ma che poi mi cadono sul più bello girando con lo zainetto dell’uomo ragno “spalmato” sulla schiena…Insomma uno zoo a cielo aperto!!! La via è anche ricca di negozietti molto particolari, si va dai classici negozi d’abbigliamento per adolescenti, a quelli specializzati in manga, dal negozio d’intimo (piuttosto spinto) da donna, sino a quelli che vendono gli oggetti più inutili e assurdi del mondo…

Intorno alle ventuno, sento un certo languorino, allora raggiungo il vicino ristorante Sakuratei. Questo locale ha la caratteristica di essere sito all’interno della galleria “Design Festa” e di essere specializzato nel mio “amato” Okonomiyaky!!!! Mi godo la cena gustando il mio piatto preferito accompagnandolo con una buona Asahi da mezzo litro. Esco soddisfatto dal locale e dopo un ultimo giro per Takeshita-dori, ormai quasi vuota, raggiungo la stazione del metrò. In circa mezz’ora giungo ad Asakusa, solita tappa al 24 ore per acquistare la colazione per domattina, quindi raggiungo l’ostello e vado a dormire.

NOTTE: ASAKUSA SUNRISE HOSTEL, 2500Y (CC.18.4€) a notte PASTI: PRANZO: 680Y(CC.5€) CENA: 950Y (CC.7.2€) MERCOLEDI’ 28 OTTOBRE Dedico l’ultima giornata “piena” del mio viaggio a Nikko. In metropolitana raggiungo la Stazione di Ueno, prenoto un posto sullo Shinkansen delle 9.06 per Utsunomiya (44 minuti di viaggio) e da quà prendo il trenino che in altri 45 minuti mi conduce a Nikko.

Posta a 700 mt d’altitudine, in mezzo a bellissimi boschi, questa ridente cittadina di montagna è famosa in tutto il Giappone per i suoi edifici storici e le bellezze naturali che la circondano. Secondo un antico detto giapponese infatti:” …Non si può mai dire kekko (meraviglioso) prima di aver visto Nikko”…Ecco, forse i jappi esageravano o non avevano mai visto Venezia, Roma, le Dolomiti, ecc, ma comunque il posto è lo stesso molto carino. Uscito dalla stazione JR, in autobus raggiungo la zona dei siti più importanti, faccio il biglietto cumulativo (1300Y) ed inizio la visita. Ottobre è il mese con la maggior affluenza di turisti giapponesi ed il perché lo capisco fin da subito entrando in un giardino posto di fronte all’ingresso del Rinno-ji. Un bellissimo sole, si specchia sui laghetti, letteralmente circondati da decine di alberi ricoperti di fogliame rosso e dorato, che con la luce del sole assumono, tonalità eccezionali. Pur non essendo un patito di piante e fiori, non riesco a smettere di fare foto e di ammirare lo spettacolo di questa natura così sorprendente. Mi sembra di passeggiare in un quadro, di calcare il set di un film, insomma un posto da favola…Faccio fatica ad abbandonare il giardino, ma mi aspettano i Templi di Nikko.

Entro al Rinno-ji, lo visito con molta calma, ma il mio sguardo è sempre attratto dalla natura che sta fuori.

Attraverso una stradina ombreggiata da alberi secolari con dei fusti immensi, arrivo sotto un bel “Tori” di granito proseguo e dopo aver visto la “solita” Pagoda, giungo in prossimità del Santuario Toshogu. E’ il più celebre edificio della città, dedicato allo Shogun Tokugawa, fondatore dell’omonimo shogunato nel XVI sec.

Il sito è piuttosto grande, ma purtroppo anche affollato. Merita senza dubbio una visita approfondita e non superficiale. Ciò che ricordo con piacere sono soprattutto alcune istantanee: le famose tre scimmiette (…Non vedo, non parlo, non sento…, “detto” in origine induista ma divenuto in Occidente simbolo di omertà mafiosa…), il Portale della Luce del sole, il Karamon, ma soprattutto, anche in questo caso, a colpirmi sono i colori. Sia quelli della solita fantastica natura, ma anche quelli degli edifici. L’oro dei tetti dei Templi, il grigio delle lanterne in pietra, il verde scuro del muschio che cresce sui muri, il rosso delle foglie posatesi a terra, insomma un overdose di colori e sensazioni.

Lascio il Toshogu e raggiungo il vicino Santuario Futurasan, carino, ma anche per oggi la mia sopportazione di templi è esaurita. Decido di tornare a piedi in città, percorrendo una bellissima scalinata in pietra e attraversando il Ponte Sacro Shinkyo (molto carino). Arrivato nella via principale della città mi fermo a pranzare da Skylark Gusto, una specie di self-service giapponese. Pur non ricordandolo come il migliore pasto nella terra del sol levante, tutto sommato mi trovo abbastanza bene. Con la pancia piena, lascio il locale, faccio qualche giro per acquisti in zona, quindi raggiungo la JR Station e alle 16 in punto parto per Utsunomiya. Arrivo alle 17.45 a Tokyo, raggiungo Asakusa e senza nemmeno tornare in ostello mi dirigo verso Tawaramachi per fare il mio ultimo Onsen. Affitto tutto il necessario per fare il bagno (150Y), pago l’ingresso (450Y) e passo due ore fantastiche a mollo nella caldissima acqua termale.

Rigenerato e con una marcia in più, raggiungo un vicino ristorante per la mia ultima cena jappa…Purtroppo “cado in fallo” proprio l’ultimo giorno. Ordino “a vista” attratto da dei soba serviti su di un bel piatto in vimini. Purtroppo però al momento di metterli in bocca, mi rendo conto che sono freddi…Orrore!!!! chiamo le cameriere e cerco di fargli capire che li volevo caldi. Mai impresa fu più ardua: cerco di mimare in tutti i modi ciò che desidero ( e vi garantisco che mimare senza un accendino un “riscaldamento di cibo” non è semplice!!!). Proferendo più volte la parola “hot”, le simpatiche cameriere mi rispondono “hotto”, io annuisco, non sapendo assolutamente cosa volesse dire (poteva anche significare ghiacciato…). Alla fine dei conti incredibilmente la nostra discussione fra sordi, “partorisce” un piatto di soba in brodo (caldo), io mi accontento e inizio a mangiare. Dopo questa gag, esco dal locale e faccio un po’ di compere nel vicino 100Y shop, dove (quasi) tutto costa…105Y!!!! potevano chiamarlo 105Y shop allora…

Faccio la solita tappa al 24 ore, mi compro un gelato da gustare sul momento (niente male…) e la colazione per domattina quindi passo di fronte al Tempio Senso-ji, che avevo visto il primo giorno arrivato in Giappone, ma che non mi ero assolutamente goduto per le centinaia di persone che affollavano il sito quella mattina.

Questa sera (sono le ventitre) in giro non c’è nessuno, passeggio lungo Nakamise-dori (con tutti i negozietti ovviamente chiusi) e arrivo nei pressi del vero e proprio Tempio. Questa visita non programmata, mi fa fare una riflessione: passeggiare di notte in Giappone è un esperienza da non perdere. Pericoli zero, poca gente in giro, niente macchine, insomma una figata…Aggiungo una postilla: pur essendo un luogo iper-frequentato, visitato da migliaia di persone tutti i giorni, alla sera è di una pulizia impressionante: niente cartacce, cicche e sacchetti per terra, lindo come un pavimento appena lavato…Dovremmo iniziare a prendere lezioni da questi Jappi!!! Intorno a mezzanotte, mi rimetto in cammino e in cinque minuti raggiungo l’ostello. Preparo lo zaino per domattina, navigo un po’ su internet, quindi intorno all’una vado a coricarmi…

NOTTE: ASAKUSA SUNRISE HOSTEL, 2500Y (CC.18.4€) a notte PASTI: PRANZO: 1300(CC.9,6€) CENA: 900Y (CC.6,6€) GIOVEDI’ 29 OTTOBRE Purtroppo sono giunto all’ultimo giorno di viaggio. Mi carico in spalla lo zaino e raggiungo la stazione del metro, scendo a Tokyo Station e sfruttando il JR Pass salgo sul Narita Express. Raggiungo il terminal internazionale dell’aeroporto in meno di un’ora, faccio gli ultimi acquisti al conveniente duty-free, quindi alle 12.50 decollo con destinazione Parigi, dove arriverò alle 17.50 (per me l’una e cinquanta). Lungo scalo dovuto a problemi tecnici all’aeroporto di Genova (sembra che la pista sia allagata e invasa dai pesci!!!!!), quindi finalmente alle 22.40 parto dal Charles DeGaulle per arrivare a destinazione solo a mezzanotte e dieci…E fra cinque ore sveglia, si torna a lavoarare…

CONSIDERAZIONI: Con una popolazione di circa 130 milioni d’abitanti su di una superficie molto simile a quella dell’Italia, il Giappone è una delle nazioni più popolate dell’intero pianeta. Forse proprio la necessità di dover vivere a stretto contatto con molte altre persone ha reso la gente così gentile ed affabile. Se dovessi definire in due parole il Giappone, sicuramente una la dedicherei ai suoi abitanti. Strani: eccentrici nell’abbigliamento, ma molto formali nel carattere, iper tecnologicizzati, ma rispettosi dello spazio altrui (ho visto migliaia di telefonini sul metro e mai ne ho sentito squillare uno!!) e soprattutto molto gentili. Una gentilezza che agli occhi di un italiano (abituato male) come me, può apparire fin troppo eccessiva. Il Paese in se è molto carino (almeno quello che ho visto io…), ma non ai livelli di altri posti da me visitati (cito la Cina o il Sud-Africa solo per fare un esempio). A colpire del Giappone è l’efficienza (x es dei treni), la pulizia (x es. Delle strade), la gentilezza (di tutti) che caratterizzano questa nazione rendendola una meta irrinunciabile per ogni viaggiatore che si rispetti.

Per chi volesse intraprendere un viaggio in questa bellissima terra, mi sento di fornire alcuni risposte ad alcuni dubbi che anch’io prima della partenza avevo: il Giappone e’ un paese caro? Assolutamente falso, io ho dormito in decentissimi ryokan con circa 20€ a notte e ho mangiato (sempre al ristorante) con una media di 6-7€ a pasto.

Il cambio euro-yen è fluttuato parecchio durante il mio soggiorno: sono partito col cambio di 1€=150Y e sono tornato con il cambio a 1€=120Y.

Le spese di viaggio sono state le seguenti: VOLO A/R GENOVA-TOKYO 560€ NOTTI: circa 200€ (x 9 notti) In totale il “pacchetto” mi è costato circa 760€ a cui vanno aggiunti i pasti (140€), i trasporti (JAPAN RAIL PASS X 7GG: 209€ più circa 50€ per metropolitane, autobus, ecc) e le spese varie (onsen, regali, ingressi ai siti, ecc) In quale stagione andare? Io ci sono stato in autunno: temperature miti (giravo in maniche corte anche alla sera), paesaggi spettacolari con dei colori mai visti in vita mia e sole per nove giorni su dieci. Anche la primavera è consigliata (fioritura dei ciliegi). L’inverno può essere interessante, soprattutto con la neve, da evitare invece come la peste l’estate: caldo infernale, umidità e pioggia.

Sicurezza: semplicemente il posto più sicuro del Mondo. Lingua: un’altra leggenda metropolitana da sfatare: l’inglese non lo sa quasi nessuno. E’ praticamente inutile…Comunque mai avuto difficoltà particolari, del resto ero reduce dalla Cina…

Cibo: la cucina giapponese mi ha soddisfatto, ma non entusiasmato. I piatti più comuni sono i ramen (tagliolini solitamente in brodo), i soba (tagliolini sottili di grano saraceno) e gli udon (spaghetti di grano piuttosto grossi). Il sushi e il sashimi, al contrario di quello che si pensa in Italia, sono consumati con molta meno frequenza, comunque buoni entrambi, da provarli in un ristorantino fuori dal mercato del pesce di Tsukiji.

Un altro piatto molto facile da trovare è la tempura una frittura di pesce, carne o verdure impanati in una pastella molto leggera e assolutamente non unta.

Un po’ meno radicati sono l’Okonomiyaky, il mio piatto preferito, e i sukiyaky degli spiedini di carne che in Giappone vanno per la maggiore e in tutta onestà non sono male…

Turismo: di difficile indiduazione a Tokyo, vista la carenza di edifici storici (anche se al Senso-ji c’era il mondo…). A Kyoto, Nara e Nikko vista anche la stagione favorevole c’era molta gente, ma soprattutto giapponesi (diciamo il 90%) ad Hiroshima e Miyajima invece la situazione è più tranquilla.

Trasporti: semplicemente eccezionali: puntuali, efficienti, puliti e semplici da prendere. I treni Shinkansen offrono numerosi e velocissimi collegamenti (Tokyo-Kyoto 513km in due ore e mezza), fra le principali città del paese. Nelle città sono molto comodi la metropolitana a Tokyo e gli autobus a Kyoto, consiglio l’abbonamento giornaliero in entrambi i casi, ammortizzato da sole tre/quattro corse singole (x es. A Kyoto una corsa costa 220Y, il ticket giornaliero 500Y).

Particolarità: i distributori automatici: sparsi ovunque, vendono qualsiasi tipo di bevanda, fresca o calda, in lattina o in bottiglia. Sono una comodità da non sottovalutare anche perché hanno dei prezzi onesti. Discorso a parte le macchinette fuori dai ristoranti, da dove si ordina il cibo per poi gustarlo all’interno del locale.

Le sale pachinko: assordanti!!!! Decine di persone si divertono con questa specie di flipper verticale, in un ambiente allucinante, con una soglia del rumore altissima, difficile resistere più di dieci minuti…

Il fumo: incredibile ma vero, in Giappone, si può fumare nei locali chiusi, ma non per strada…Se non in poche zone adibite al vizio.

I manga: una vera e propria industria, con negozi immensi dedicati esclusivamente a queste riviste, giovani che si vestono e scimmiottano gli eroi dei fumetti e serissimi salary-man che passano decine di minuti sul metro a leggerli senza alcuna vergogna…

Gli Onsen: sono le terme giapponesi. Ce ne sono di tutti i tipi: da quelle tipicissime, ma molto spartane, a quelle per turisti, molto curate. Generalmente i sessi sono separati, in alcune (soprattutto le più turistiche) invece si può entrare insieme. In quelle che ho fatto io, si rimane completamente nudi ed è obbligatorio prima di entrare nelle vasche lavarsi per bene. All’interno è sempre presente la sauna, una vasca elettrificata (fate attenzione!!) un rotenburo (vasca esterna) le vasche idromassaggio e varie vasche a diverse temperature.

Ed infine i miei personalissimi voti ai posti che ho visitato: TOKYO: 7 da non perdere il Mercato del pesce di Tsukiji, il tramonto dalla Mori Tower a Roppongi, un giro a zonzo per Shibuya e Harajuku, un’incontro di Sumo.

KYOTO: 8 da non perdere: un giro a “caccia” di Geishe a Gion, il Padiglione d’oro e quello d’argento HIROSHIMA: 7, un 6 d’incoraggiamento alla città, un bell’ 8 al museo e un 7 a Myajima.

NARA: 7 da non perdere il Todai-ji e il Kasuga Taisha NIKKO: 7,5 da non perdere la natura autunnale mischiata ai bellissimi templi.

I must del viaggio: -un bagno “elettrico” all’Onsen -dormire in un tipico Ryokan -mangiare un bento in treno -assistere all’allenamento di sumo Luoghi comuni sul Giappone e i giapponesi: -il Giappone è un paese caro: FALSO -in Giappone si mangia prevalentemente il sushi: FALSO -i treni giapponesi sono puntualissimi:VERO -in Giappone tutti sanno l’inglese:FALSO -i giapponesi ce l’hanno piccolo:VERO…;-) Per info e consigli scrivere a alberto_it2001@yahoo.It



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