Australia, viaggio praticamente perfetto

Alla scoperta della natura e degli animali australiani
Scritto da: gggraziella
Partenza il: 21/09/2013
Ritorno il: 04/10/2013
Viaggiatori: 3
Spesa: 4000 €
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Come sempre poco tempo a disposizione e tanta voglia di conoscere. Decisamente azzeccati: il periodo (con la minor differenza di ore rispetto all’Italia), i voli (per subire meno il fuso orario e godere fin dal 1° giorno dell’avventura ), gli alberghi (ubicati in posizione strategica per le escursioni e le camminate). Grazie a Cristina e Francesca che oltre all’ottima organizzazione del viaggio ci hanno trasmesso la loro esperienza per la miglior riuscita della nostra vacanza. Da sapere che i biglietti di ingresso se acquistati ai visitor center costano meno e che ci sono sconti sostanziali per studenti e ultrasessantenni, inoltre, esclusa qualche rara eccezione, c’è grande cortesia e disponibilità da parte di tutti.

21.09.2013

Partenza da MaIpensa alle 15,20 per Adelaide con scalo a Dubay, i voli sono tranquilli, si riesce a dormire e non pesa la variazione del fuso orario che fa scorrere il giorno più velocemente.

22.09

Nessun problema con i bagagli e molta organizzazione all’uscita dell’aeroporto ad Adelaide. Data l’ora (21) i negozi sono già quasi tutti chiusi ma riusciamo ugualmente ad acquistare, in un 24/7, le card telefoniche e qualcosa da bere e sgranocchiare.

23.09

Sveglia presto e colazione in camera con le classiche bustine omaggio. Un tranquillo volo di 30 minuti ci porta a Kangaroo Island. L’isola vista dall’alto è particolarmente piacevole: i prati verdissimi con laghetti ed alberi che sembrano merletti. L’aeroporto di Kingscote è il posto ideale per ritirare la macchina e prendere confidenza con la guida a sinistra. Il paesaggio è fiabesco, non c’è traffico, non si vedono abitazioni, ci sono molte pecore al pascolo, lungo la strada ci sono bei fiorellini ed è facile vedere opossum, echidna e canguri, purtroppo ai bordi ci sono molti animali uccisi dalle poche auto. Ad Hanson Bay l’incontro tanto atteso con i primi Koala, alcuni paletti indicano gli alberi più frequentati; appena “fatto l’occhio” facciamo a gara a chi li vede per primo, alcuni sono molto vicini altri sono sulle parti alte delle chiome degli eucalipti dondolati dal vento. La scena più bella è una mamma col cucciolo aggrappato al petto che si sposta (penzoloni, tenendosi con le zampe anteriori) fra i rami alla ricerca di un incavo su cui accoccolarsi. Lasciati i bagagli al Wilderness Retrait proseguiamo per Flinders Chase. La strada attraversa un ambiente incontaminato, la vegetazione cambia e vicino al mare si fa brulla con cespugli e scogliere. Facciamo le varie camminate a Remarcable Rock, Cape du Couedic e Admirable Arch dove nonostante il vento forte e le onde possenti le foche giocano e si crogiolano al sole. Al tramonto facciamo la passeggiata agli stagni dell’ornitorinco, fra i cespugli , la vegetazione in fiore e nei prati incontriamo molti canguri, wallaby e oche. Ormai è buio fondo, con la macchina rientriamo pianissimo per non investire i tanti opossum che attraversano la strada. Al ristorante del lodge è un ragazzo italiano a servirci la cena.

24.09

Ci prepariamo una buona colazione con i dolcetti acquistati alla reception del lodge ed il bollitore sempre disponibile in camera. Attraversiamo l’isola in direzione nord, il paesaggio è molto ordinato e dà un profondo senso di pulito. Nella riserva di Parndama veniamo accolti da una serie di uccelli e pappagalli simpatici ed estroversi (un paio gironzolano anche nel visitor center), la nostra attenzione va subito ai coccolissimi koala che apprezzano le carezze, in particolare una mamma col cucciolo annusano i nostri volti fino a sfiorarli. E’ divertente entrare nei recinti per dar da mangiare a canguri, wallabies ed agli altri animali ospiti; molto interessanti da osservare (oltre ai tanti animali già conosciuti) sono cassowaries, quokka, wombats, spotted-quolls ecc. Poi ci dirigiamo ancora a nord verso Stokes Bay fino alla strada di accesso al Paul’s Place. In breve tempo arrivano molte macchine di turisti, alle 12 ci raggiunge la proprietaria che seguiamo su un tratto di strada sterrata fino alla fattoria. Fin dall’ingresso una gran quantità di animali fa la gioia dei bambini, molto divertente ma faticoso dare il biberon ai canguri tenendoli in braccio, il tour continua nei cortili della fattoria fra uno stuolo di animali che vengono a cercare il cibo nelle mani; abbiamo la possibilità di tenere in mano un grande uovo blu, caldo, che una emù sta covando ma siamo impazienti di tenere in braccio il koala. Coccolare un Koala tenendolo in braccio è emozionante: pochi minuti per persona ma sono un momento dolcissimo! Mentre il sig Paul organizza giochi con gli animali (come far beccare dagli emu il mangime in testa ai turisti) si possono fare coccole a un cucciolo di opossum che sgranocchia vorace delle crocchette, accarezzare le echidne, un emù prende di mira i miei orecchini. Il tour prevede altre attrazioni ma noi lasciamo la fattoria perché sono passate le 14 e abbiamo appetito. Dopo un giretto a piedi nella cittadina di Parndama sostiamo in un market per acquistare frutta, biscotti, acqua: gli scaffali sono mezzi vuoti ma c’è di tutto, pranziamo nello stesso negozio (squisiti i dolcetti artigianali!). Proseguiamo verso Penneshaw e poi Willoughby, lungo la strada non asfaltata si incontrano molti gruppi di canguri e famiglie di cigni oltre alle tantissime pecore; i paesaggi sono da cartolina con verdi e azzurri unici che si trasformano con le luci del tramonto. Non sostiamo a lungo sulla spiaggia di Penneshaw perché è ancora troppo presto per la parata dei pinguini. Arriviamo a Kingskote in tempo per l’ultimo tour dei pinguini che finisce oltre le 21,30, il ristorante dell’albergo è già chiuso (così come tutti gli altri locali) le strade sono deserte, giriamo a piedi ed in macchina per oltre mezz’ora fin quando vediamo che al Bella Cafè le luci sono ancora accese e dei ragazzi stanno apparecchiando per l’indomani: con molta disponibilità ci preparano 3 lasagne da asporto (cena è salva: siamo stati fortunati!).

25.09

Con una bella passeggiata lungo il mare incontriamo diversi leoni marini e tanti pellicani. Ripercorriamo in parte la strada verso il sul dell’isola con soste e passeggiate a Vivonne Bay e dal piccolo sahara. A Seal Bay, mentre attendiamo il nostro turno per la visita guidata, ci dedichiamo agli acquisti presso il visitor center. Il tempo che minaccia pioggia rende il paesaggio particolarmente suggestivo, le foche sono tante, giocano, si rincorrono, sono particolarmente goffe quando con fatica risalgono la scarpata di sabbia per andare a riposare fra i cespugli. Ritorniamo a Kingskote per il pieno poi riconsegniamo l’auto in aeroporto (che apre solo in concomitanza dei voli). Anche per il ritorno l’aereo è piccolino e la maggior parte dei viaggiatori sono sposini italiani. A causa del vento molto forte il pilota accelera al massimo il volo (che dura solo 20 minuti) ma le raffiche danno addirittura la sensazione di spostare lateralmente il velivolo. Ceniamo in aeroporto ad Adelaide durante l’attesa del volo, ancora molto turbolento, per Melbourne. Con il fuso orario avanti di mezz’ora siamo al Citygate all’una di notte.

26.09

Il pulmino dell’escursione alla Great Ocean Road (prenotata dall’Italia dato il poco tempo a disposizione e gli orari) passa a prenderci mentre piove a dirotto. L’autista/guida è una simpatica ragazza, i turisti (noi compresi una dozzina) di nazionalità assortite tutti puntuali e rispettosi. Lasciata la città il paesaggio diventa verde e coltivato, facciamo soste in vari paesini e spiagge, lungo la strada ci sono belle case, in mare le onde vengono respinte dal vento, in un paio di baie ci sono surfisti. Nei giardini in fondo ad una lunga baia l’autista ci offre una gradita colazione con biscotti e bevande calde. E’ impressionante la velocità con cui cambia il tempo e si alternano pioggia, sole, grandine e raffiche di vento: è assolutamente giusto il proverbio che recita “se non ti piace il tempo che fa a Melbourne aspetta un’ora!”. Incontriamo la foresta di Otway, lungo la costa e all’interno, con meravigliosi eucalipti giganteschi scampati ai roghi e desolate radure dove il fuoco è passato. Ci entusiasmiamo per i koala che camminano ai bordi della strada e siamo molto rattristati dai koala morti lungo la strada, fa tenerezza un koala accoccolato su un cespuglio basso che ondeggia al vento fra raffiche di grandine. Il pranzo prevede una pasta fredda, insalatina verde e salsiccia alla brace, lo consumiamo in una calda terrazza chiusa (molto apprezzata considerato che, anche se splende il sole, sul prato circostante ci sono cumuli di grandine) con vista sul faro e sul mare molto mosso. La visita del faro di Otway è interessante, a causa del vento fortissimo è impossibile fare il giro sul balcone, a stento si riesce a fargli il giro intorno a terra. Il tour continua nella foresta e in altri bei paesaggi fino allo spettacolo dei 12 apostoli che si presentano imponenti e suggestivi. Il mare è un susseguirsi di onde fino all’orizzonte, i nuvoloni neri e bianchi corrono e lottano contro il sole, camminare sia contro che a favore del vento è un’impresa, la spiaggia è invasa dalla schiuma che ci rincorre e ci investe come una bufera, è così solida che si può giocare come a palle di neve, le scale lungo le scogliere sono viscide e le spiagge divorate dal mare grosso. Le passeggiate sulle alte scogliere sono rallegrate dalla schiuma che sembra neve che ritorna in cielo. Questo tempo pazzo è stata una fortuna e ci ha permesso di vedere i 12 apostoli con tutti i tipi di luce: dal sole splendente al buio della tormenta. Il rientro avviene attraverso belle cittadine e campagne ordinate e verdissime. A Melbourne facciamo ancora una camminata in centro per procurarci la cena che preferiamo consumare in camera per godere della stupenda vista sulla città.

27.09

Volo per Alice (30 minuti di fuso orario in meno) dove arriviamo durante un temporale con tuoni e fulmini, ma senza pioggia, che fa saltare la luce e causa piccoli ritardi nel ritiro bagagli e auto. Posiamo subito la macchina al Chifley Asp Resort per cambiare maglie e kway con camice e abiti leggeri. Segue una bella camminata verso il centro città, lungo la strada numerosi aborigeni si riparano all’ombra, al visitor center acquistiamo il permesso per la Meriniee Loop, pranziamo in un centro commerciale e nei supermercati facciamo rifornimento di viveri ed acqua per i giorni successivi. In auto ci dirigiamo verso East Mac Donnel Ranges a visitare Emily and Jessie Gap con i loro dipinti. Alle 21,30, mentre rientriamo dalla cena in un ristorante del centro città, ci stupisce vedere un folto gruppo di ragazzi uscire da un locale ed incamminarsi verso un autobus che li sta aspettando per riportarli a casa: a colpire sono l’ora ed il gran numero di poliziotti in bici appostati nelle immediate vicinanze a controllare l’evento; poi le strade si svuotano ed alle 22 la cittadina è praticamente deserta. Nell’insieme, per quanto abbiamo visto, ci sembra che la realtà da queste parti sia di maggiore libertà ma più spartana e meno sregolata di quella europea.

28.09

All’uscita da Alice poniamo attenzione ad imboccare la strada giusta, poi deviamo per una breve passeggiata a Simpsons Gap dove ci sono wallaby camuffati tra le roccette ed un cartello indica il divieto di nuotare, ma c’è solo un largo letto di sabbia. Sostiamo per una camminata nel bush fino a salire sopra una altura da cui ammirare l’outback. Di tanto in tanto facciamo piccole soste per ammirare da vicino fiori e grandi uccelli mimetizzati nella boscaglia. A Hermannesburg in un supermercato curiosiamo quali sono le abitudini commerciali di una nutrita comunità di aborigeni. Finito l’asfalto inizia la Mereenie Loop una larga e comoda striscia di terra rossa, la vegetazione cambia di frequente (da bassi cespugli ad alti alberi), cambiano le tonalità e l’intensità dei verdi, cambiano i contrasti ed il rosso del terreno, negli avallamenti ci sono aste per misurare il livello dell’acqua , oltre a fiori vivaci ed evidentemente resistenti ci sono molte “zucche” selvatiche. All’ombra di un grande albero ci prepariamo un mega panino mentre alcuni uccelli “curano” i nostri avanzi rincorrendosi fra i rami. Quando ricomincia l’asfalto la strada sale fino ad un belvedere da cui si può godere di una immenso panorama. Alla reception del King Kanion Resort ci accoglie con simpatia una ragazza italiana. Posati i bagagli andiamo subito alla base del canion, troviamo tutto ben organizzato, ci sono fontanelle di acqua potabile, pannelli illustrativi e panchine sotto tettoie/capanni, percorriamo la creek walk facendoci sorprendere da un breve acquazzone. Ceniamo al resort; non ci sono case, locali o altre strutture ricettive in questo spazio immenso, il buio profondo è illuminato da una stupenda stellata.

29.09

Sveglia all’alba, lasciato l’albergo ci avviamo subito per la camminata del rim. Dopo la salita iniziale il tragitto non presenta più dislivello e non ci sono difficoltà, il percorso è ben indicato, alla base ed in vari punti ci sono dispositivi per allarme medico, sono suggestivi i tagli delle pareti, i giochi di luce del sole che si sta alzando e i fiori nelle fessure delle rocce. Sono d’obbligo le soste per le foto nei punti più spettacolari, è piacevole la discesa nella valle dell’eden con una breve sosta ristoratrice al fresco vicino ai laghetti in fondo al canion, le rocce mute con le loro forme raccontano la storia geologica, infine la discesa sotto il sole ormai alto e caldo. La distanza da percorrere oggi è tutta su strada asfaltata e le auto che si incontrano sono veramente poche. Il paesaggio cambia continuamente ma è quello tipico inconfondibile della terra rossa australiana. Superato il monte Corner appare la sagoma inconfondibile di Uluru. Impazienti sbrighiamo velocemente le formalità al Emu Walk apartment e ci affrettiamo a fare un bel giro di perlustrazione, in macchina, del parco da Uluru a Kata Tjuta con le prime soste alle varie piazzole e al centro culturale. Calate le ombre della sera ci dedichiamo agli acquisti nel supermercato della cittadina turistica di Yulara (il necessario per 2 cene + un pranzo + un disgustoso vino senza alcool) e poi cuciniamo cena nel nostro grazioso appartamento.

30.09

Non riusciamo proprio a essere in postazione per l’alba ma ci consola che non perdiamo spettacoli straordinari perché i nuvoloni minacciosi offuscano i famosi giochi di luce. Ci dirigiamo a Kata Tjuta, durante l’avvicinamento l’aspetto particolare di questi monti è esaltato dalle ombre dei nuvoloni che li sovrastano, da lontano le cupole sembrano coperte di verde e soffice muschio. Cominciamo con la valle of the wind walk fino a Karingana e ritorno camminando fra le pareti possenti con alberelli, cespugli, fiori e semprevivi sgargianti che crescono rigogliosi fra le gole, upupe ed altri uccellini cercano le gocce che cadono dai serbatoi d’acqua per i turisti; a seguire facciamo la walpa gorge walk. Nelle ore più calde ritorniamo a Yulara per curiosare fra i negozi e nella piazza degli aborigeni ma anche per imparare il lancio del boomerang.

Il pomeriggio lo dedichiamo alle camminate intorno a Uluru: kunya, liru, lunghata, mutitiulu, talinguru, sostiamo (per le foto) in tutte le piazzuole, ci sono molte varietà di fiori e cespugli, infinite tonalità dal verde al grigio e di rosso, ancora uccellini che cercano gocce di umidità che cadono da sotto le auto. Non perdiamo mai d’occhio l’accesso alla scalata che purtroppo continua ad essere chiusa “per forte vento”!?! Per il tramonto ci appostiamo al car sunset e ceniamo in auto di fronte a Uluru mentre cala la notte.

01.10

Colazione presto e veloce ceck out, a Uluru il freddo è pungente. Iniziamo con la mala walk guidata, fino a kantju gorge e taputji, poi ancora un bel giro in macchina per le ultime foto da tutte le angolazioni mentre la scalata continua ad essere chiusa. In fase di uscita dal parco, dalla piazzuola delle Dune durante l’ultimo sguardo con il binocolo su Uluru, proviamo rabbia e delusione vedendo che qualcuno sta effettuando “the climb”: purtroppo non possiamo tornare indietro, il nostro volo parte entro un’ora e dobbiamo ancora fare il pieno e riconsegnare l’auto. Pranzo in volo e bella vista sul red center dall’aereo. Vento molto forte all’arrivo a Sidney mentre comincia a fare buio (fuso orario avanti di mezz’ora). Il nostro Holiday Hin è nel quartiere storico The Rock praticamente sul circular quay, ideale per una cena golosa in un localino e una bella passeggiata intorno alla Sidney cave fino all’Opera House e fin sopra al Harbour bridge, qui non c’è gente a piedi e le scale di accesso sono deserte: ci sarebbe da aver paura ed invece ci sono ragazze sole che passano tranquille (solo più avanti nella parte centrale, quella con sotto l’acqua, il ponte è piantonato)

02.10

La giornata inizia con un giro in piscina, sul tetto dell’albergo, che spazia sulla baia ed il centro di Sidney. Rientriamo per una sostanziosa colazione a buffet e ci dirigiamo con buon passo alla stazione marittima; troviamo indicazioni molto chiare e prendiamo un biglietto che comprende tutto il necessario (battello, bus, funivia e ingresso allo zoo), bella la traversata in battello che sembra una mini crociera nella baia. Raggiungiamo il Taronga Zoo con moltissimi volontari, all’ingresso ci sono molte attenzioni dedicate ai bambini e negozi traboccanti di peluches. Lo zoo è ben curato con molta vegetazione, bei fiori, molti uccelli in grandiose voliere ed ampi spazi per i tanti animali; l’attenzione maggiore va agli animali che non abbiamo ancora visto: diavoletto della tasmania, ornitorinco, drago di komodo, gatto pescatore, binturong o gatto orsino, ma non tralasciamo nessun percorso. Per pranzo, in uno dei fast food al centro dello zoo, ci ritroviamo tra una folla incredibile di visitatori; durante lo sky safari (giro completo in funivia sopra lo zoo) e la discesa si può godere di ottimi panorami su Sideny e sulla baia illuminati da un cielo eccezionalmente limpido. Il ritorno in battello permette allo sguardo di curiosare in ogni direzione ma ci attrae soprattutto il profilo del centro dall’opera al ponte. Durante l’arrivo una lunga fila di vele sfilano davanti all’Opera House e virando le fanno l’inchino. Il resto del pomeriggio lo dedichiamo all’Opera House con una visita guidata all’interno per apprezzarne l’ottima acustica (il legno e gli altri materiali sono spartani e pensati esclusivamente per una buona resa del suono), ci rilassiamo a lungo al sole sulle scalinate. Godiamo delle luci del tramonto dalla piscina panoramica dell’albergo. Ci sembra ormai una consuetudine cenare in un localino del centro e fare una bella passeggiata fra il mare e le zone circostanti. Sono molto curiosi gli effetti speciali originati dagli uccelli in volo che riflettono le luci del ponte e dell’opera.

03.10

Mattinata dedicata al red bus, la fermata è proprio dall’ingresso del nostro albergo; facciamo il giro completo che comprende sia Sideny che Bondy & bays; all’inizio stiamo allo scoperto poi la pioggia ci fa scendere nella parte coperta; il cattivo tempo non ci invoglia a molte soste, ma è d’obbligo una visita alla cattedrale St Mary e una passeggiata in Hide park, per giocare con l’attrazione degli specchi. Molto gentilmente un autista della linea di Sidney (per evitarci un’attesa di 30 minuti) fa aspettare il bus della linea di Bondi e bays (che avevamo perso per un soffio). Pranziamo col sole tiepido su una panchina del Ferry terminal mentre uno stuolo di gabbiani ingordi lotta per i nostri avanzi. Il pomeriggio continua con una passeggiata fino a metà dell’Harbour bridge e con la salita sulla sua torre per una panoramica, suggestiva per il sole che filtra tra nuvole e nuvoloni, a 360 gradi sulla baia e sulla città. Rientro in albergo per sistemarci, ritirare i bagagli e avviarci all’aeroporto mentre la città comincia a essere blindata e invasa per la grande manifestazione della marina militare prevista per i giorni successivi. Alle 21,10 parte il volo Emirates.

04.10

Il grande A380 è comodo e, pur pieno, ci permette di dormire fino a Dubai, poi un ulteriore pisolo sul volo per Milano è utile per farci rientrare (arrivo alle 13,50) senza stanchezza.



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